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LE GAMMAPATIE MONOCLONALI

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LE GAMMAPATIE MONOCLONALI Istituto Seragnoli -Bologna CLASSIFICAZIONE DELLE GAMMAPATIE MONOCLONALI IL MIELOMA MULTIPLO 1% di tutte le neoplasie e 10% delle ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: LE GAMMAPATIE MONOCLONALI


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LE GAMMAPATIE MONOCLONALI
Istituto Seragnoli-Bologna
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DEFINIZIONE DELLE GAMMAPATIE MONOCLONALI
  • Le gammapatie monoclonali sono malattie
    caratterizzate dalla proliferazione e accumulo
    nel midollo osseo di un clone di linfociti B che
    formano plasmacellule sintetizzanti
    immunoglobuline (Ig) identiche per
    caratteristiche isotipiche (stessa classe di Ig)
    e idiotipiche (stesso sito di legame con
    lantigene nella regione variabile), complete o
    incomplete, rilevabili nel siero e/o nelle urine.
  • Tali Ig prendono il nome di Componente
    Monoclonale (CM) o proteina M

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CLASSIFICAZIONE DELLE GAMMAPATIE MONOCLONALI
GAMMAPATIE MONOCLONALI NEOPLASTICHE
  • Mieloma multiplo
  • Plasmacitoma localizzato
  • Leucemia plasmacellulare
  • Macroglobulinemia di Waldenstrom
  • Amiloidosi AL
  • Malattia delle catene pesanti
  • Associate a linfomi e sindromi linfoproliferative

GAMMAPATIA MONOCLONALE DI SIGNIFICATO NON
DETERMINATO (MGUS)
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IL MIELOMA MULTIPLO
  • 1 di tutte le neoplasie e 10 delle neoplasie
    ematologiche
  • L incidenza aumenta con letà e raggiunge un
    picco durante la settima decade di vita
  • Predominanza sesso M
  • Può essere associato ad esposizione a tossici
  • radiazioni ionizzanti
  • pesticidi
  • benzene
  • altri fattori chimici

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EVENTO PATOGENETICO
LINFONODO
Plasmacellula
EVENTO NEOPLASTICO
G, A, E,D
IgM
Centro germinale
Linfoblasto
Ipermutazione somatica
Linfocita B vergine
Plasmoblasto
G, A, E,D
Plasmacellula
Linfocita pre-B
MICROAMBIENTE MIDOLLARE
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QUADRI CLINICI DEL MM
  • Nel 30 dei casi circa la diagnosi di MM è
    occasionale, sulla base di esami di laboratorio
  • Nel restante 70 dei casi è presente una clinica
  • I quadri clinici più frequenti sono
  • Patologia scheletrica osteoporosi e osteolisi,
    dolori ossei, fratture patologiche
  • Insufficienza renale da aumentata escrezione di
    catene leggere libere urinarie (proteinuria di
    Bence Jones)
  • Morbilità infettiva secondaria a
    immunodeficienza

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PATOLOGIA SCHELETRICA
  • Presente in circa 70 pazienti alla diagnosi,
    nella quasi totalità in fasi più avanzate
  • Può interessare tutte le ossa, per lo più colonna
    vertebrale e ossa piatte, sedi di emopoiesi
  • Lesioni osteolitiche, osteoporosi e quadri misti
  • Condiziona fortemente la qualità di vita dei
    pazienti (dolore, rischio di complicanze quali
    fratture patologiche, crolli vertebrali,
    compressione midollare)
  • Possibilità di sviluppo extra-osseo

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Patogenesi della malattia ossea nel MM
  • Le lesioni osteolitiche del MM sono causate da
  • Aumentato riassorbimento osseo per aumentata
    attività osteoclastica
  • Ridotta neoformazione ossea per ridotta attività
    osteoblastica

Rimodellamento osseo
ACCOPPIATO
DISTRUZIONE OSSEA
DISACCOPPIATO
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INSUFFICIENZA RENALE
  • Nel 10-15 dei casi è presente all esordio, in
    altri casi compare successivamente
  • Patogenesi multifattoriale
  • Proteinuria di Bence Jones
  • Ipercalcemia
  • Sostanze nefrotossiche FANS, antibiotici, mezzi
    di contrasto iodati
  • Infezioni/disidratazione
  • Diversi quadri isto-patologici

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SINDROME DA IPERCALCEMICA
  • E rilevata in circa il 10 dei pazienti con MM,
    allesordio, e compare con maggior frequenza in
    fasi più avanzate
  • Riconducibile patogeneticamente allaumentato
    riassorbimento osseo, con rilascio di calcio nel
    sangue
  • Manifestazioni cliniche poliuria, polidipsia,
    anoressia, nausea, vomito, astenia. Se il quadro
    persiste disidratazione, confusione, delirio
    fino al coma (encefalopatia ipercalcemica)

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Quadri istopatologici e funzionali
INSUFFICIENZA RENALE
RENE DA MIELOMA MALATTIA DA DEPOSITO DI CATENE LEGGERE AMILOIDOSI AL
SEDE DEL DANNO Tubulo prossimale Tubulo distale Tubulo Glomerulo Glomerulo
MECCANISMO Danno e atrofia Precipitazione di catene leggere (CL) Deposizione di catene leggere Deposizione di amiloide
QUADRO ISTOLOGICO Cilindri ostruttivi tubulari distali (CL e prot. Tamm Horsfall) Atrofia dei tubuli prossimali CL a livello del mesangio e della membrana basale dei glomeruli e dei tubuli Glomerulosclerosi nodulare Fibrille di amiloide a livello mesangiale e vascolare
DANNO FUNZIONALE Tubulopatia Tubulopatia Albuminuria Sindrome nefrosica
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MORBILITA INFETTIVA
  • Deficit di immunità umorale
  • Deficit dei meccanismi aspecifici (Complemento)
  • Alterata funzione granulocitaria e monocitaria
  • Aumentata frequenza di episodi infettivi (per lo
    più batterici)

Le infezioni sono la principale causa di morte
nel paziente con MM
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Manifestazioni neurologiche
  • Polineuropatia periferica, prevalentemente
    sensitiva, a decorso progressivo
  • Associata per lo più a IgA o IgM
  • 50 casi presenta attività anticorpale anti MAG
  • Può essere associata a MGUS
  • Può essere peggiorata dai farmaci impiegati

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Insufficienza midollare anemia secondaria, da
cause multiple
  • Invasione midollare
  • Deficit di eritropoietina
  • IRC
  • Inadeguata produzione
  • Mielosoppressione post terapia
  • Produzione di citochine infiammatorie

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APPROCCIO AL PAZIENTE CON SOSPETTO MIELOMA
INDAGINI DI LABORATORIO (I)
  • Protidemia totale elettroforesi (iper o
    ipogammaglobulinemia)
  • Dosaggio Ig
  • Proteinuria delle 24 ore con dosaggio
    quantitativo della escrezione delle catene
    leggere libere monoclonali
  • Caratterizzazione della CM (Immunofissazione
    sierica e urinaria)
  • Dosaggio delle catene leggere libere nel siero

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APPROCCIO AL PAZIENTE CON SOSPETTO MIELOMA
INDAGINI DI LABORATORIO (II)
  • Aspirato midollare
  • Biopsia ossea
  • Analisi delle alterazioni cariotipico-molecolari
    delle plasmacellule

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Aspirato midollare di MM
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APPROCCIO AL PAZIENTE CON SOSPETTO MIELOMA
INDAGINI DI LABORATORIO (III)
  • Esame emocromocitometrico
  • Funzionalità renale (creatinina, VFG)
  • Calcemia
  • Albumina, PCR, ?2 microglobulinemia

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APPROCCIO AL PAZIENTE CON SOSPETTO MIELOMA
INDAGINI STRUMENTALI METODICHE DI IMAGING
  • Rx scheletro in toto (cranio, omeri, emicostati,
    rachide, bacino, femori)
  • RMN
  • TAC, 18F-FDG-PET/TC

Fondamentali per una corretta stadiazione
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Pattern osteolitico
RX SCHELETRO
  • Alterato nel 60-70 dei pazienti circa
  • Osteolisi circoscritte senza sclerosi periostale,
    osteopenia, quadri misti
  • Evidenza delle lesioni solo quando la massa ossea
    è ridotta di almeno il 50
  • Possibile sottostima delle lesioni per incapacità
    di identificare lesioni piccole e basso potere
    risolutivo nella colonna vertebrale

Pattern osteoporotico
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RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE
  • Possibilità di valutazione qualitativa del
    midollo osseo lesioni tipicamente ipointense in
    T1, iperintense in T2, fortemente captanti il mdc
    (gadolinio)
  • Patterns di alterazione focale, variegato,
    diffuso
  • Alto potere risolutivo nella colonna vertebrale,
    dove distingue malattia/osteoporosi e identifica
    le eventuali complicanze neurologiche
  • Valutazione di masse extraossee
  • Campo di vista limitato

Pattern diffuso
Pattern focale
Pattern normale
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PRINCIPALI FATTORI PROGNOSTICI DEL MM
  • Albumina
  • ?2 microglobulina
  • Alterazioni genetico-molecolari

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FATTORI PROGNOSTICI
ALTERAZIONI CITOGENETICHE
  • Monosomia-delezione del cromosoma 13
  • Traslocazioni coinvolgenti il gene per la catena
    pesante delle Ig al locus 14q32 (in particolare
    t(414) e (614))
  • Delezione del cromosoma 17 (anti-oncogene P53)
  • Amplificazioni del gene CKS1B sul cromosoma 1

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STADIAZIONE DEL MM
  • Vecchio sistema classificativo secondo
    Durie-Salmon (1975) in tre stadi clinici,
    corrispondenti a una massa tumorale
    progressivamente più espansa, e due varietà (A e
    B) a seconda che la funzionalità renale sia
    normale o alterata
  • I parametri su cui si basa la stadiazione di
    Durie-Salmon sono costituiti da
  • Emoglobina
  • Calcemia
  • Concentrazione di componente monoclonale
  • Numero di lesioni ossee
  • I nuovi sistemi classificativi prendono in
    considerazione lalbumina e la ?2 microglobulina
  • Le alterazioni genetico-molecolari non sono
    ancora entrate a formare una precisa stadiazione
    anche se costituiscono un importante elemento
    prognostico

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STRATEGIE TERAPEUTICHE
Quando iniziare la terapia?
  • La terapia va iniziata in presenza di MM
    sintomatico, cioè in presenza di danno dorgano

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CRITERI DIAGNOSTICI DEL MIELOMA SINTOMATICO
  • DANNO DORGANO
  • Calcemia gt 10.5 mg/L
  • Insufficienza renale (creat. gt 2 mg/dl)
  • Anemia (Hb lt10 g/dL o 2 glt normale)
  • Lesioni ossee (osteolitiche o osteoporosi)

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STRATEGIE TERAPEUTICHE
  • La terapia è modellata in base alletà
  • Pazienti anziani (gt 65 anni) chemioterapia a
    dosi convenzionali con laggiunta dei nuovi
    farmaci diretti contro il microambiente midollare
  • Pazienti giovanilt 65 anni chemioterapia ad alte
    dosi con trapianto di progenitori emopoietici
    (autologhi o allogenici) ed eventuale aggiunta
    dei nuovi farmaci diretti contro il microambiente
    midollare

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LA GAMMAPATIA MONOCLONALE DI SIGNIFICATO NON
DETERMINATO (MGUS)
  • Diagnosi occasionale in corso di accertamenti
    laboratoristici
  • La clinica è per definizione assente (nessun
    sintomo o danno dorgano)
  • Lincidenza aumenta con letà
  • Non necessita di terapia

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INCIDENZA DELLA MGUS SECONDO LETA
14
4,5
3
1
ANNI
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CRITERI DIAGNOSTICI DELLA MGUS
  • Concentrazione della componente monoclonale ?30
    g/L
  • Infiltrazione plasmacellulare midollare ?10
  • Normale concentrazione delle restanti classi
    immunoglobuliniche
  • Può essere presente proteinuria di Bence-Jones lt
    1 g/24 ore

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PROBABILITA DI PROGRESSIONE TRA 1384 PAZIENTI
CON MGUS
Kyle RA, NEJM 2002
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MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTROM
  • Il clone linfo-plasmacellulare secerne Ig di
    classe IgM
  • Nel midollo osseo è presente infiltrazione di
    linfociti maturi, linfociti plasmacitoidi e
    plasmacellule
  • Patologia delladulto-anziano (età mediana 63
    anni)
  • La diagnosi può essere casuale per occasionale
    riscontro di incremento delle IgM
  • I quadri clinici sono caratterizzati da
  • Sindrome da iperviscosità
  • Anemia o citopenie per infiltrazione midollare
  • Linfoadenomegalie-epatosplenomegalia
  • Polineuropatia periferica per attività
    anticorpale anti-mielina della componente M

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Sindrome da iperviscosità
  • Insorge in genere quando IgMgt 30 g/L
  • Disturbi visivi (riduzione del visus, emorragie
    retiniche
  • Disturbi neurologici (cefalea, ronzii auricolari,
    turbe della concentrazione e della memoria,
    sonnolenza fino al coma)
  • Diatesi emorragica per piastrinopenia e deficit
    dei fattori della coagulazione
  • Trattamento di elezione plasmaferesi

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