Title: La politica di Aristotele
1 Associazione etnea studi storico?filosofici
Istituto italiano per gli studi filosofici
19 ? 20 Marzo 2009, ore 16 - 18 Liceo
socio?psico?pedagogico G. Turrisi Colonna via
F. Filzi, 24 (piazza Montessori) Catania
2- La concezione aristotelica della politica
- come scienza della prassi
- L'attualità di una proposta inattuale
- 1. La politica, scienza architettonica della
prassi - a) "Poiesi" e "prassi
- b) L'etica-politica scienza di ciò che
l'uomo deve - essere.
- 2. Le categorie fondamentali della politica
- a) L'originaria costituzione
intersoggettiva - dell'uomo "amicizia" e "giustizia"
- b) La vita buona vita teoretica e vita
attiva.
3 Denn diese Alten waren solider, als man
denkt G.W. Leibniz
4 - Aristotele è comprensivo e speculativo come
nessun altro filosofo, sebbene non proceda in
modo sistematico. Nessun altro filosofo è
stato altrettanto dimenticato dai moderni, e a
nessun altro degli antichi siamo perciò
altrettanto debitori di riparazione. Se la
filosofia venisse presa sul serio, non vi sarebbe
cosa più degna che tenere un corso di lezioni su
Aristotele, il più degno di essere studiato, fra
gli antichi filosofi. - Hegel
- Hegel
-
-
5(No Transcript)
6 tipo di scienze oggetto fine ricerca il sapere scienze particolari
teoretiche oggetti la cui esistenza non dipende dalluomo per se stesso Filosofia prima Fisica Matematica
poietiche oggetti la cui esistenza dipende dalluomo in vista della modifica o produzione di un oggetto Arti utili Arti belle
pratiche rapporti tra i soggetti come guida per lazione Politica (Etica-politica)
7La politica struttura
etica scienza del bene per luomo inteso come individuo
nomotetica scienza della legislazione
politica (dottrina dello Stato) la costituzione migliore in senso assoluto
politica (dottrina dello Stato) la costituzione migliore entro certe condizioni date
politica (dottrina dello Stato) la costituzione che si adatta meglio a tutte le città
politica (dottrina dello Stato) quante e quali sono le costituzioni storiche
8La legge di Hume
- è non è sono relazioni del tutto diverse
da deve non deve - quindi
- non è legittimo
- passare dallessere al dover-essere
- ovvero
- dedurre il valore dallessere
9Etica Nicomachea, II, 6, 1106a 14-24
- Ogni virtù ha come effetto, su ciò di cui è
virtù, di metterlo in buono stato e di
permettergli di compiere bene la sua funzione
specifica per esempio,la virtù dellocchio rende
valenti locchio e la sua funzione specifica
noi, infatti, vediamo bene per la virtù
dellocchio. -
10Etica Nicomachea, II, 6, 1106a 14-24
- Similmente la virtù del cavallo rende il cavallo
di valore e buono per la corsa, per portare il
suo cavaliere e per resistere ai nemici. - Se dunque questo vale per tutti i casi, anche la
virtù delluomo deve essere quella disposizione
per cui luomo diventa buono e per cui compie
bene la sua funzione.
11Etica Nicomachea, I, 8,1099a 15-25
- La vita di costoro non ha bisogno del piacere
come di qualcosa di accessorio, ma ha il piacere
in se stessa. Non è buono chi non compie con
piacere le azioni buone infatti nessuno direbbe
giusto chi non compie con piacere azioni giuste,
né liberale chi non compie con piacere azioni
liberali lo stesso vale per le altre azioni
buone.
12Etica Nicomachea, I, 8,1099a 15-25
- E se è così, le azioni secondo virtù saranno
piacevoli per se stesse. Ma saranno di certo
anche buone e belle, e in massimo grado
piacevoli, buone e belle, se è vero che giudica
bene di loro luomo di valore. -
13Etica Nicomachea, X, 6, 1176b 34-1176a 1-7
- In effetti, il divertimento è simile al riposo,
giacché gli uomini, non potendo affaticarsi in
continuazione, hanno bisogno di riposo. - Il riposo non è, quindi, il fine, giacché ha
luogo in funzione dellattività (?? d? t????
???pa?s??? ? ???eta? ??? ??e?a in vista di t??
?????e?a?).
14Etica Nicomachea, X, 6, 1176b 34-1176a 1-7
- Si ritiene, poi, che la vita felice sia conforme
a virtù e questa vita implica seria applicazione
(), e non consiste nel divertimento. Noi diciamo
che le cose serie sono migliori di quelle fatte
per ridere e per divertimento, e che, in ogni
caso, lattività della parte migliore dellanima
e delluomo più buono è quella di maggior valore
e lattività del migliore è perciò stesso
superiore e più idonea a procurare la felicità. -
15Etica Nicomachea, IX, 9, 1169a 29-30
- La felicità consiste in unattività,
- ma è chiaro che lattività è un
- divenire e non un possesso stabile.
- ? e?da?µ???a ?????e?a t?? est??, ? d?????e?a
d???? ?t? ???eta? ?a? ??? ?p???e? ?spe? ?t?µ? t?
16Il primato della vita contemplativa
- Il significato metafisico dellatteggiamento
contemplativo - La ricaduta, essenziale e non accessoria,
- di tale atteggiamento sulle nostre azioni,
- sulla nostra vita
17Etica Nicomachea, VI, 7, 1141a 20 1141b 2
- E assurdo pensare che la politica e la saggezza
siano la forma più alta di conoscenza, se è vero
che luomo non è la realtà di maggior valore
nelluniverso. Se poi si dice che luomo è
superiore a tutti gli altri animali, non cambia
niente, giacché ci sono altre realtà di natura
ben più divina delluomo .
18Etica Nicomachea, X, 7, 1177b 27-1178a 8
- Ma una vita di questo tipo sarà troppo elevata
per luomo infatti, non vivrà così in quanto è
uomo, bensì in quanto cè in lui qualcosa di
divino e di quanto questo elemento divino
eccelle sulla composita natura umana, di tanto la
sua attività eccelle sullattività conforme
allaltro tipo di virtù.
19Etica Nicomachea, X, 7, 1177b 27-1178a 8
- Se, dunque, lintelletto in confronto con luomo
è una realtà divina, anche lattività secondo
lintelletto sarà divina in confronto con la vita
umana. Ma non bisogna dar retta a coloro che
consigliano alluomo, poiché è uomo mortale, di
limitarsi a pensare cose umane e mortali anzi,
al contrario, per quanto è possibile, bisogna
comportarsi da immortali e far di tutto per
vivere secondo la parte più nobile che è in noi.
20Etica Nicomachea, X, 7, 1177b 27-1178a 8
- Infatti, sebbene per la sua massa sia piccola,
per potenza e per valore è molto superiore a
tutte le altre. Si ammetterà, poi, che ogni uomo
di identifica con questa parte, se è vero che è
la sua parte principale e migliore. Sarebbe
allora assurdo che egli non scegliesse la vita
che gli è propria ma quella che è propria di
qualcun altro.
21Etica Nicomachea, X, 7, 1177b 27-1178a 8
- Ciò che abbiamo detto prima verrà a proposito
anche ora ciò, infatti, che per natura è proprio
di ciascun essere, è per lui per natura la cosa
più buona e più piacevole e per luomo, quindi,
questa cosa sarà la vita secondo lintelletto, se
è vero che luomo è soprattutto intelletto.
Questa vita, dunque, sarà anche la più felice.