Title: Comunicare in Pubblico
1Comunicare in Pubblico con Sicurezza ed
Efficacia usando la PNL
2Linguistica e Dizione
Le caratteristiche potenzianti della Voce
il ritmo la respirazione il tono le pause
i sottovoce gli alti/bassi gli accenti
i sospiri gli imperativi i dialoghi interni
la velocità lo scandire molto le parole
articolare le consonanti proiettare la voce in
avanti scandire i toni fino alla fine del
dialogo
Articolare le vocali in Apertura - Retrazione -
Costruzione
3PORSI DELLE DOMANDE MENTALI
COSTRUIRE DELLE IMMAGINI PER EVIDENZIARE UN CONCET
TO
RISPONDERE MENTALMENTE E .
4TUENG
E UNA TECNICA CHE CONSISTE NELLUSARE IN MODO
PENETRANTE LA VOCE ALLO SCOPO DI ATTIRARE
LATTENZIONE
5(No Transcript)
6La gestione del tempo
Puntualità nelliniziare
Indicare, subito, e rispettare lorario di
prevista chiusura
Iniziare dagli argomenti più importanti e urgenti
Gestire attivamente il gruppo
7Cosa fare se i partecipanti sono tanti
Dare per scontato che la partecipazione sarà
inizialmente più fredda
Limpianto logico della relazione deve essere
molto chiaro
Usare molto i sussidi visivi
Lasciare le domande dei partecipanti alla fine
della presentazione
8Come iniziare?
Elenco degli argomenti (O.D.G.)
Domande a cui si cercherà di rispondere
Presentarsi
Prendere spunto dallattualità
Usare citazioni, esempi e metafore
Raccontare un aneddoto
Esporre fatti e cifre
9La presentazione della Relazione
Dinamicità (gestualità, dinamismo vocale,
centralità e azione)
Attenzione agli avverbi, ai trascinamenti, alla
monotonia ritmica
Usare le lavagne in modo attivo
10Accento acuto (o chiuso) ha la proprietà di
restringere (o chiudere appunto) il suono (Es.
sogno, vérde)
Accento grave (o aperto) indica che il suono è
allargato (Es. lèi, uòmo)
E importante saper distinguere immediatamente i
due segni di accento grave e acuto che peraltro,
individueranno solo la pronuncia delle vocali in
sillaba tonica le vocali in sillaba atona,
infatti, si sottindendono sempre chiuse.
11I vocaboli atoni
VOCABOLI ATONI si tratta di monosillabi non
dotati di accento che si appoggiano allaccento
tonico del vocabolo più vicino
Enclitici sono quelli che si servono del
vocabolo che li precede essi sono le
particelle pronominali mi, ti ci, si, vi, lo, la,
gli, le la particella avverbiale ne Esempi
Prèndine, pòrtalo, chièdigli ...
Proclitici sono quelli che si servono
dellaccento tonico del vocabolo che li segue
sono larticolo indeterminativo un i pronomi
personali mi, ti ci, si, vi, lo, la, gli, le il
pronome e congiunzione che le congiunzioni se,
e, o, ma gli articoli determinativi il, lo, la,
i, gli, le le preposizioni di, a, da, in, con,
su, per, tra, fra lavverbio non Esempi il
lètto si legge illetto
12Le vocali
Dal punto di vista acustico, le vocali sono dei
suoni. Litaliano ne possiede sette, dal momento
che i fonemi e e o possono essere pronunciati
sia chiusi sia aperti
TRIANGOLO VOCALICO
Vocale media di massima apertura
a
è
ò
Anteriori o velari
Posteriori o palatali
é
o
i
u
Il grado di diversa elevazione della lingua verso
il palato o del suo arretramento verso il velo
palatino, determina la divisione delle vocali in
velari (i, è, è) e palatali (ò, o, u). La
a, vocale di massima apertura media, non
partecipa né alla velarizzazione né alla
palatalizzazione
13ANTERIORI VELARI
MEDIA
POSTERIORI O PALATALI
é
è
a
i
ò
o
u
14La lettera e
La lettera e ha suono aperto nei seguenti casi
1. Nel dittongo ie esempi dièci, ièri, mièi,
niènte, pièdi eccezioni suffissi delle
derivazioni etniche (pugliése, marsigliése)
suffissi dei diminutivi (magliétta, vecchiétto)
in alcune terminazioni (ampiézza, gaiézza)
2. Quando è seguita da vocale esempi idèa,
colèi, fèudo, rodèo, dèi (sost.), nèi
(sost.)... eccezioni desinenza ei del passato
remoto (credéi) forme sincopate (péi, quéi,
déi, néi) forme poetiche (vedéa, soléa)
3. Quando è seguita da una consonante più due
vocali esempi assèdio, critèrio, commédia,
presépio
15La lettera e
La vocale E con accento acuto E
La e tonica chiusa italiana, é , deriva spesso
dalla e lunga (e-) e dalla i breve del latino
classico esempi ce-ra céra se-men séme
vitrum vétro
La lettera e ha suono chiuso in quasi tutti i
monosillabi esempi è(congiunz.), mé, cé, né, tè,
vé, ché, ré, tré, lé
16La lettera o
La vocale O con accento grave ò
La o tonica aperta italiana, ò , deriva spesso
dalla o breve (o) e dal dittongoau del latino
classico esempi bonum buòno locus luògo
aurum òro
La lettera o ha suono aperto nel dittongo
uo esempi uòmo, tuòno, scuòla, suòi, tuòi
quando è seguita da consonante più due
vocali esempi stòria, sòcio, petròlio, orològio
17La lettera o
La vocale O con accento acuto O
La o tonica chiusa italiana, o , deriva dalla
o lunga (o-) e dalla u breve del latino
classico esempi no-men nome suprasopra
tussistosse
18Gli omografi
I vocaboli omògrafi si possono differenziare nel
significato sia a causa dellaccento fonico
(aperto o chiuso), sia per la diversa posizione
dellaccento tonico riportiamo qui quelli di uso
più comune, anche perché sarebbe difficile
elencarli e memorizzarli tutti.
OMOGRAFI che si differenziano nellaccento fonico
sulla vocale e
Accétta (scure) aréna (sabbia) colléga (v.
collegare) crédo (v. credere) créta (terra) ésca
(per pesci) légge (regola) néi (prep.
articolata) pésca (v. pescare) péste (orme) ré
(sovrano) té (pronome) téma (v. temere) vénti
(numero)
Accètta (verbo) arèna (luogo) collèga (compagno
di lavoro) crèdo (preghiera) crèta (isola) èsca
(v. uscire) lègge (v. leggere) nèi (della
pelle) pèsca (frutto) pèste (malattia) rè
(nota) tè (bevanda) tèma (argomento) vènti (pl.
di vènto)
19Il ritmo
Una volta individuate le pause, si tratta di
regolare, con una giusta velocità, la successione
delle sillabe e delle parole una frase
pronunciata con un ritmo troppo veloce non darà
il tempo a chi ascolta di organizzare nella
propria mente la successione dei suoni e quindi
di comprenderne il significato. Ecco perché una
lettura in pubblico deve seguire dei ritmi molto
più lenti di quelli di una normale conversazione,
inoltre il ritmo dipenderà molto dalle esigenze
del messaggio che si vuole trasmettere. Infine
non va dimenticato che, più lambiente di lettura
è grande, più la lettura devessere lenta per dar
modo alla voce di raggiungere tutto il pubblico.
20Il tono
Normalmente si fa un uso istintivo di un certo
numero di toni che si estendono per circa
unottava e mezza, modulando la propria voce dai
toni più bassi a quelli più alti. Per una buona
lettura in pubblico, i toni da usare dovranno
essere stabiliti, durante la pre-lettura, in base
allargomento trattato, al senso delle frasi, e,
naturalmente, alla propria capacità
interpretativa, con cui si dovrà cercare di
catturare lattenzione degli ascoltatori. E
evidente, ad esempio, che se lesigenza è quella
di arringare una folla, il tono dovrà essere
decisamente più alto, mentre nel caso della
lettura di un racconto, moduleremo al nostra voce
su una gamma di toni che possono variare dal
basso, al medio, al medio alto. Naturalmente è
indispensabile evitare la cantilena (e cioè il
susseguirsi monotono degli stessi toni in uno
schema fisso), e lo sbalzo di toni troppo brusco,
altrettanto difficile da accettare da parte di
chi ascolta.
21Le pause
Chi non conosce il testo, può comprenderne
lesatto senso solo se chi legge rispetta sia le
pause sintattiche (punteggiatura), sia quelle
interpretative. Le pause, infatti, consentono al
lettore di attribuire lesatta efficacia ad ogni
proposizione, e allascoltatore di riflettere e
comprendere il significato del testo. Durante la
lettura di preparazione o pre-lettura, si possono
segnare le pause indicandole semplicemente con
delle barrette. Una barretta / pausa breve Due
barrette // pausa lunga I momenti di
interruzione del suono potranno essere utilizzati
anche per la respirazione. Va detto inoltre che è
consigliabile una breve pausa in corrispondenza
di Una quantità (es. scaricarono/trentasei
vagoni) Un verbo importante (es. ed
egli/dichiarò) Un incontro di vocali (es.
una/aiuola) Un avverbio di tempo (es.
adesso/èimportante)
22Il colore
Compito del lettore è di trasmettere a chi
ascolta, attraverso luso della voce, limmagine
ideale di ciò che il testo vuole esprimere. Le
emozioni che il lettore deve trasmettere
arriveranno soltanto se questi ha saputo
comprendere fino in fondo il vero messaggio del
testo e se, calandosi nella parte dellautore, sa
comunicarne con partecipazione il contenuto. Si
dovrà quindi evitare di essere piatti e di
leggere come se il contenuto non ci interessasse,
ma anche di non esagerare per il timore di essere
noiosi. Non si può fare a meno di dar colore alla
lettura, ma bisogna farlo nel modo più naturale,
senza retorica, con equilibrio e misura. Sarebbe
bene, nella lettura di preparazione, evidenziare
in margine i momenti più significativi del brano,
cercando poi, con laiuto di tutti gli elementi
espressivi (la pausa, il ritmo, il tono ed il
colore) di rendere efficace e suggestiva la
nostra esposizione.
23La Voce Depotenziata
24(No Transcript)
25V. A. K.
V.
STATO RISORSA
A.
PENSARE
K.
POSTURA
K. A. V.
La Rappresentazione dei Leader