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LA COSCIENZA

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Title: UOMO CHI SEI? Last modified by: marcello Created Date: 4/22/2006 12:38:55 PM Document presentation format: Presentazione su schermo (4:3) Other titles – PowerPoint PPT presentation

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Title: LA COSCIENZA


1
28-5-2013
  • LA COSCIENZA
  • NELLA VITA E NEL MINISTERO DEL PRESBITERO

2
PREMESSE
  • Può sembrare un argomento aereo o astratto o
    troppo spirituale in realtà, è de-cisivo per
    bene impostare tutti i temi della teologia morale
    speciale (pensiamo alla bioetica ed alla morale
    matrimoniale).

3
UNA TEOLOGIA MORALE CON ALCUNE CARATTERISTICHE
  • Vi propongo una teologia morale
  • strettamente collegata con la filosofia mo-rale e
    la teologia spirituale.
  • fondata a livello biblico, dogmatico,
    antro-pologico.

4
  • È molto importante il rapporto tra la co-scienza
    e le virtù (pensiamo alla prudenza ed alla
    carità).
  • La coscienza è un punto decisivo per il
    sacramento della penitenza. Basti pensare
    all'esame di coscienza. Ovviamente è de-cisiva la
    catechesi in gruppi giovanili e gruppi famiglia
    ...

5
  • Il nostro Vescovo ha fatto più volte
    riferi-mento allimportanza della coscienza. Per
    esempio, ci ha detto spesso Il vescovo non
    governa per decreti.

6
  • Credo che questa frase non metta in di-scussione
    il ruolo del vescovo, ma voglia sottolineare che
    la predicazione, linsegna-mento, le varie
    decisioni del vescovo sono più efficaci se
    passano per le coscienze, i cuori delle persone
    (sacerdoti, religiosi, laici )

7
  • Qualche volta il Vescovo ci ha messo in guardia
    da atteggiamenti del tipo è pec-cato rubare
    ma, se rubi con me, non è peccato.
  • È chiaramente unaffermazione parados-sale. Io la
    vedo molto collegata col tema della coscienza.

8
  • Dobbiamo evitare di creare una doppia morale
    una molto rigida e precisa per gli altri,
    unaltra molto più elastica e con varie eccezioni
    per noi stessi, e magari per i no-stri più
    stretti collaboratori.

9
  • A me pare che ci sia anche un forte
    colle-gamento col tema della coscienza erronea e
    della formazione della coscienza questo è uno
    dei compiti principali di ogni pastore.

10
  • Dopo il mio intervento seguirà una rifles-sione
    sulla situazione economica della no-stra diocesi.
    È bello vedere la connessione fra questi due
    argomenti.

11
LE FONTI PRINCIPALI
  • Gaudium et Spes.
  • GIOVANNI PAOLO II, Riconciliazione e penitenza,
    2-12-1984 .
  • - Veritatis Splendor, 6-8-1993.
  • Il Catechismo della Chiesa Cattolica.

12
ALTRI TESTI UTILI
  • BORGONOVO G. (a cura di), La coscien-za, Libreria
    Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1996.
  • CAMISASCA M., Padre. Ci saranno an-cora sacerdoti
    nel futuro della Chiesa?, San Paolo, Cinisello
    Balsamo 2010 (in particolare le pp. 109-115 sulla
    confessio-ne).

13
  • CAPEZZUTO E., Lo Spirito Santo e la coscienza
    morale nel rinnovamento attuale della catechesi
    in Italia, in Studia Moralia 44 (2006) 165-180.
  • CENCINI A., Vivere riconciliati. Aspetti
    psicologici, Dehoniane, Bologna, 1986
    (specialmente le pp. 43-51 sull'esame di
    coscienza).

14
  • CICCONE L., Linconfessabile il con-fessato.
    Casi soluzioni di 30 problemi di coscienza,
    Ares, Milano 2007.
  • Melina L. - Noriega J. - Pérez - Soba J. J.,
    Camminare nella luce dellamore.   I fondamenti
    della morale cristiana, Cantagalli, Siena 2008.

15
  • Talvolta si finisce per considerare obbe-dienza
    alla coscienza quello che in realtà è
    attaccamento alla volontà propria (CANOPI A.M.,
    Costruire la casa sulla roccia, Paoline, Milano
    2005, pp. 85-97 ).

16
LEGAME TRA LUCE, COSCIENZA, VERITÀ
  • In lui era la vita e la vita era la luce degli
    uomini la luce splende nelle tenebre,ma le
    tenebre non l'hanno accolta. Veniva nel mondo la
    luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,
    4-9).
  • Ci sono anche false luci!

17
VERITÀ E GRAZIA Gv 1, 14. 16-17
  • E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in
    mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria, gloria
    come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di
    verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo
    ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu
    data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità
    vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18
ALCUNI INTERROGATIVI
  • Se con la legge morale e con la parola di Dio io
    conosco la volontà di Dio, a che serve la
    coscienza?
  • Come si conosce la volontà di Dio?
  • Perché fare la sua volontà?

19
COSCIENZA E LEGGE
  • La coscienza verso la legge civile.
  • La coscienza verso la legge morale.
  • Può esserci conflitto tra coscienza e legge? Come
    si risolve?
  • È sufficiente seguire sempre la propria coscienza?

20
COSCIENZA INFALLIBILE?
  • E se la coscienza mi dice il male?
  • Chi sbaglia in buona fede, commette peccato?
  • Se commetto il peccato e penso che non è peccato,
    il peccato non mi reca danno?
  • Che differenza cè tra coscienza erronea e
    peccato? Cosa è peggio?

21
COSCIENZA E PRUDENZA
  • La coscienza serve solo a distinguere tra bene e
    male? Posso accontentarmi di non fare il male?
  • La coscienza serve a distinguere anche tra bene e
    meglio? Ecco il rapporto tra coscienza e carità.
  • Qual è la novità portata da Cristo?

22
IL PROBLEMA DEL MALE
  • Dio interviene nella storia? E come?
  • È assente, è solo spettatore e giudice o Lui
    interviene e noi siamo ridotti a burattini?
  • Interviene sullagire? / sullessere?

23
COSCIENZA OCCHIO O LUCE?
  • La coscienza può essere paragonata agli occhi, i
    quali non sono capaci di vedere con le sole
    proprie forze, ma hanno biso-gno della luce, la
    quale non soffoca l'azio-ne degli occhi, ma
    permette loro di funzio-nare rettamente (cf Paolo
    VI).

24
PASCAL E LUOMO PECCATORE
  • Se tu conoscessi i tuoi peccati, ti perderesti
    d'animo.
  • Allora mi perderò d'animo, Signore!
  • No, non ti perderai danimo perché i tuoi peccati
    ti saranno rivelati nel momento in cui ti saranno
    perdonati.

25
RAPPORTO LUCE VERITÀ- COSCIENZA - AMORE
  • Siamo luce del mondo e sale della terra (cf Mt
    5, 13-16). In che rapporti sto con la Luce? Posso
    essere luce per gli altri, se sto nella luce.

26
  • Parlerò di una coscienza collegata con le virtù,
    specialmente con la carità (cf Lc 10, 29-37) il
    samaritano lo vedo dotato di una coscienza
    davvero vivificata, spinta dallAmore, un Amore
    che non si accon-tenta mai!

27
COSCIENZA / AMORE Lc 10, 25-37
  • Gesù con la parabola del buon samaritano vuol
    far capire al dottore della legge che per vivere
    nellamore occorre trasformare il proprio cuore,
    in maniera che recepisca e si lasci interpellare
    prontamente dalla necessità di chiunque si
    incontra. In ulti-ma analisi i veri discepoli
    dovranno strut-turare il proprio cuore sul suo
    (MAJORA-NO S.).

28
LE DIMISSIONI DEL PAPA LA COSCIENZA
  • Dopo aver ripetutamente esaminato la mia
    coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla
    certezza che le mie forze, per letà avanzata,
    non sono più adatte per esercitare in modo
    adeguato il ministero petrino (11-2-2013
    declaratio).

29
27-2-2013 udienza generale
  • In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie
    forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con
    insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con
    la sua luce per farmi prendere la decisione più
    giusta non per il mio bene, ma per il bene della
    Chiesa.

30
PAPA BENEDETTO A NAPOLI21-10-2007
  • Dopo aver parlato di varie forme di violen-za e
    di illegalità, esortava così Quanto è
    importante allora intensificare gli sforzi per
    una seria strategia di prevenzione, che punti
    sulla scuola, sul lavoro e sullaiutare i giovani
    a gestire il tempo libero.

31
  • È necessario un intervento che coinvolga tutti
    nella lotta contro ogni forma di vio-lenza,
    partendo dalla formazione delle coscienze e
    trasformando le mentalità, gli atteggiamenti, i
    comportamenti di tutti i giorni.

32
CURARE IL PROPRIO SACERDOZIO
  • Prima di ogni nostro impegno pastorale
    (culturale, intellettuale, liturgico) è
    impor-tante che ognuno curi il proprio
    sacerdo-zio, la propria vita interiore. Io sono
    del pa-rere che è di importanza decisiva il cap.
    XV del vangelo secondo Giovanni. Se ri-maniamo
    nel Signore, se siamo tralci ben uniti alla vite,
    non potremo non produrre frutti.

33
  • Del resto, una penna scrive bene se è bene
    impugnata da chi scrive e, se verranno scritte
    cose buone, il merito non sarà della penna, ma
    appunto di chi scrive.

34
  • Infatti, la beata Teresa di Calcutta amava
    ripetere Sono come una piccola matitanelle Sue
    mani, nient'altro. È Lui che pensa. È Lui che
    scrive.

35
  • Questo nostro incontro odierno non è soprattutto
    dottrinale, culturale, ma ha lo scopo di aiutarci
    a lavorare sulle nostre coscienze, ovviamente in
    relazione ad un adempimento sempre più umile e
    fecondo del nostro ministero, cercando di avere
    re-lazioni gioiose e fraterne con le persone che
    Il Signore ci affida.

36
  • Perciò ora vi presento alcuni passi dellomelia
    tenuta nella Domus Sanctae Marthae da papa
    Francesco lo scorso 25 maggio. A tale omelia è
    stato dato il se-guente titolo Nella Chiesa ci
    siano porte aperte, non dei doganieri della
    fede.

37
  • Se tu vuoi sapere chi è Maria vai dal teologo e
    ti spiegherà bene chi è Maria. Ma se tu vuoi
    sapere come si ama Maria vai dal Popolo di Dio
    che lo insegnerà meglio.

38
Il cieco di Gerico, rimproverato dai discepoli
perché gridava verso il Signore
  • Il Vangelo dice che volevano che non gri-dasse,
    volevano che non gridasse e lui gridava di più,
    perché? Perché aveva fede in Gesù! Lo Spirito
    Santo aveva messo la fede nel suo cuore. E loro
    dicevano No, non si può! Al Signore non si
    grida. Il protocollo non lo permette. È la
    seconda Persona della Trinità! Guarda cosa fai
    come se dicessero quello, no?.

39
  • Pensiamo ai cristiani buoni, con buona volontà
    pensiamo al segretario della par-rocchia, una
    segretaria della parrocchia Buonasera,
    buongiorno, noi due fidan-zato e fidanzata
    vogliamo sposarci.

40
  • E invece di dire Ma che bello!. Dicono Ah,
    benissimo, accomodatevi. Se voi vo-lete la Messa,
    costa tanto. Questi, in-vece di ricevere una
    accoglienza buona E cosa buona sposarsi!
    ricevono que-sto Avete il certificato di
    Battesimo, tutto a posto. E trovano una porta
    chiusa.

41
  • Quando questo cristiano e questa cristiana ha la
    possibilità di aprire una porta, ringra-ziando
    Dio per questo fatto di un nuovo matrimonio
    Siamo tante volte controllori della fede, invece
    di diventare facilitatori della fede della
    gente. 

42
  • Pensate a una ragazza madre, che va in chiesa,
    in parrocchia e al segretario Vo-glio
    battezzare il bambino. E poi questo cristiano,
    questa cristiana le dice No, tu non puoi perché
    non sei sposata!.

43
  • Ma guardi, che questa ragazza che ha avuto il
    coraggio di portare avanti la sua gravidanza e
    non rinviare suo figlio al mittente, cosa trova?
    Una porta chiusa! Questo non è un buon zelo!
    Allontana dal Signore! Non apre le porte!

44
IL SACRAMENTO DELLA DOGANA PASTORALE
  • E così quando noi siamo su questa strada, in
    questo atteggiamento, noi non facciamo bene alle
    persone, alla gente, al Popolo di Dio. Ma Gesù ha
    istituito sette Sacramenti e noi con questo
    atteggiamento istituiamo lottavo il sacramento
    della dogana pasto-rale!.

45
  • Pensiamo oggi a Gesù, che sempre vuole che
    tutti ci avviciniamo a Lui pensiamo al Santo
    Popolo di Dio, un popolo semplice, che vuole
    avvicinarsi a Gesù e pensiamo a tanti cristiani
    di buona volontà che sba-gliano e che invece di
    aprire una porta la chiudono

46
  • E chiediamo al Signore che tutti quelli che si
    avvicinano alla Chiesa trovino le porte aperte,
    trovino le porte aperte, aperte per incontrare
    questo amore di Gesù. Chiediamo questa grazia.

47
VICINI A DIOCONSAPEVOLI DEL PECCATO
  • C'è uno stretto rapporto tra il senso di Dio, la
    preghiera ed il senso del peccato (cf CCC 208).
  • Esperienza di Mosè presso il roveto ardente.
  • Es 3,4-5. Il Signore vide che si era avvicinato
    per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse
    Mosè, Mosè!. Rispose Eccomi!. Riprese Non
    avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, per-ché
    il luogo sul quale tu stai è una terra santa!.

48
Gb 42, 5-6
  • Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei
    occhi ti vedono. Perciò mi ricredo e ne provo
    pentimento sopra polvere e ce-nere.

49
Is 6, 1-8 LA VOCAZIONE DI ISAIA
PURIFICAZIONEVOCAZIONE MISSIONE
  • Allora uno dei serafini volò verso di me
    te-neva in mano un carbone ardente che aveva
    preso con le molle dall'altare.
  • Egli mi toccò la bocca e mi disse Ecco, questo
    ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la
    tua iniquità e il tuo peccato è espiato. Poi io
    udii la voce del Signore che diceva Chi manderò
    e chi andrà per noi?. E io risposi Eccomi,
    manda me!.

50
Lc 5, 8
  • La reazione di Pietro dopo la pesca mira-colosa
    (non aveva commesso questo o quel peccato, né
    Gesù lo aveva rimprove-rato).
  • Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle
    ginocchia di Gesù, dicendo Signore,
    al-lontanati da me che sono un peccatore.

51
LA PERSONA GIUNTA AL VERTICE DELLA CRESCITA
SPIRITUALE
  • Qui il sole è così chiaro che lanima non solo
    vede le ragnatele dei grandi peccati ma perfino i
    minimi pulviscoli. Se quel sole la colpisce in
    pieno, si vede tutta torbida nonostante ogni suo
    sforzo per tendere alla perfezione, come lacqua
    di un bic-chiere che, messa sotto i raggi del
    sole, appare piena di pulviscoli, mentre tenuta
    allombra, è molto chiara (S. TERESA DI GESÙ,
    Vita, cap. 20, 28).

52
  • Il 7 dicembre 2012 nella Basilica romana di San
    Giovanni in Laterano è stato consacrato vescovo,
    di Reggio EmiliaGuastalla, mons. Massimo
    Camisasca.

53
  • Vi segnalo questo suo libro CAMISASCA M.,
    Padre. Ci saranno ancora sacerdoti nel futuro
    della Chiesa?, San Paolo, Cinisello Balsamo 2010,
    109-115.

54
  • Parla della scomparsa del sacramento della
    penitenza in (alcune zone di?) Germania e Canada.
  • Le cause visione legalistica di tale sacramento?
    Accenti di sessuofobia?

55
  • Il peccato, il male, si illumina con chia-rezza
    solo alla luce di ciò che Dio ha fatto per noi. È
    come unombra che non cè, se non cè luce.

56
  • Oggi non abbiamo più il senso del peccato perché
    non abbiamo più il senso di ciò che abbiamo
    ricevuto, il senso della presenza di Dio nella
    nostra vita. Abbiamo perso la consapevolezza
    della vita come dialogo col Mistero, e quindi,
    del nostro venir me-no a questo dialogo.

57
  • La rinascita della confessione può perciò
    partire solo dai sacerdoti. Dove cè un prete che
    sente il bisogno di confessarsi, la gente lo
    troverà in confessionale e dove cè un prete in
    confessionale, il popolo torna a confessarsi.

58
  • Per me la confessione è innanzitutto una
    necessità dello spirito. Assieme alla comu-nione
    e al breviario, è la forma di preghie-ra più alta
    nella mia vita.

59
  • La confessione è innanzitutto un incontro con
    Gesù venite a me, voi tutti che siete
    affaticati e stanchi (Mt 11, 28).

60
  • Un prete che non riscopre per sé la ne-cessità
    della penitenza non può essere un buon prete. Non
    sa come agire, né con gli uomini né con Dio. A
    poco a poco sarà schiacciato dal suo male,
    diventerà stan-co, deluso, cinico. Il nemico
    quotidiano della vita sacerdotale non è tanto il
    grande peccato, ma la mediocrità.

61
  • I preti non confessano perché non si
    con-fessano. In tal senso, è singolare che il
    documento Reconciliatio et penitentia, scritto da
    Giovanni Paolo II nel 1984, sia pressocché
    sconosciuto nella chiesa. Chi non vive
    lesperienza dellessere perdona-to, non può
    provare dentro di sé il deside-rio di accendere
    la stessa sete negli altri uomini.

62
  • Una vita sacerdotale senza la confessione è come
    una giornata senza colori. A poco a poco tutto
    diventa uguale, uniforme, e poi si spegne.
    Scompaiono le sfumature della vita, perché
    labitudine al male quo-tidiano toglie
    sensibilità allo spirito. Nulla più turba o
    esalta e tutto tende a diventare una grande
    abitudine.

63
  • Ma infine, tutto è soverchiato dalla gioia di
    essere di nuovo riaccolto, come narra la parabola
    del figliuol prodigo, che è una catechesi sulla
    confessione.

64
  • Sullimportanza del sacramento della penitenza
    per la vita del sacerdote, forse questo è il
    passo più importante scritto da papa Wojtyla.

65
RP 31
  • "La vita spirituale e pastorale del Sacerdo-te,
    come quella dei suoi fratelli laici e reli-giosi,
    dipende, per la sua qualità e il suo fervore,
    dall'assidua e coscienziosa pratica personale del
    Sacramento della Peniten-za. La celebrazione
    dell'Eucaristia e il mi-nistero degli altri
    Sacramenti, lo zelo pa-storale, il rapporto con i
    fedeli, la comunio-ne con i confratelli,

66
  • la collaborazione col Vescovo, la vita di
    preghiera, in una parola tutta l'esistenza
    sacerdotale subisce un inesorabile scadi-mento,
    se viene a mancare, per negligen-za o per
    qualsiasi altro motivo, il ricorso periodico e
    ispirato da autentica fede e de-vozione, al
    Sacramento della Penitenza.

67
  • In un prete che non si confessasse più o si
    confessasse male, il suo essere prete e il suo
    fare il prete ne risentirebbero molto presto, e
    se ne accorgerebbe anche la co-munità, di cui
    egli è pastore.

68
  • Ma aggiungo pure che, persino per essere un
    buono ed efficace ministro della Peni-tenza, il
    Sacerdote ha bisogno di ricorrere alla sorgente
    di grazia e di santità presen-te in questo
    Sacramento (Riconciliazione e penitenza, 31).

69
  • Vi ricordo
  • - lesperienza di Giona. Pensava di avere avuto
    lincarico di portare le persone di Ni-nive alla
    conversione. Invece, era anzitutto lui che doveva
    convertirsi.
  • - chi di voi è senza peccato getti per pri-mo
    la pietra contro di lei (Gv 8, 7).

70
QUALE RIFERIMENTO A CINEMA E LETTERATURA
  • Film Match point del 2005.
  • FANTUZZI V., Recensione, in La Civiltà Cattolica
    157 (2006), 1, pp. 316-318.
  • Protagonista della pellicola è Chris (Jonathan
    Rhys-Meyers), giovane arram-picatore sociale che
    dalla natia Irlanda, dove ha avuto origini
    modeste, si trasfe-risce a Londra in cerca di
    fortuna.

71
  • Il delitto di Chris resterà senza castigo, se si
    eccettua il rimorso, che può essere in-teso come
    lequivalente di una condanna alla solitudine
    perpetua.

72
I PROMESSI SPOSI
  • Lucia e linnominato.
  • Misericordia, perdono, speranza

73
ALCUNE CONSTATAZIONI
  • Possiamo capire l'importanza della co-scienza o
    del cuore (che nel linguaggio bi-blico è sinonimo
    della coscienza) comin-ciando dal negativo.
    Infatti, forse non c'è rimprovero più duro
    dell'accusare una per-sona di essere senza cuore.
    Ci può esse-re qualcosa di peggio dellandare
    contro la propria coscienza?

74
COSCIENZA / VERITÀ DELLUOMO
  • Non dobbiamo mai trascurare il fatto che l'uomo
    è un essere crea-turale, finito. Da tale verità
    dell'uomo non può non scaturire una coerente
    visione della co-scienza.

75
UN DOVERE È TALE SOLO SE PASSA PER LA COSCIENZA
  • "Da una parte, ciascuno di noi vive
    quoti-dianamente l'esperienza che doveri
    asso-luti ed incondizionati, come sono i doveri
    morali, sorgono e si impongono alla nostra
    libertà solo mediante il giudizio della no-stra
    coscienza morale.

76
IL DOVERE NON È CREATO DALLUOMO
  • Dall'altra, solo a prezzo della negazione di
    fatti incontestabili si può affermare che l'uomo
    sia la sorgente ultima di questi do-veri assoluti
    ed incondizionati, che sia l'uomo a costituire
    cioè la verità sul bene e sul male (CAFFARRA C.,
    Sottomessi a Dio, quindi liberi, in Avvenire,
    3-12-1985, p. 10).

77
SCOGLI DA EVITARE
  • Considerare solo la legge.
  • Ecco i rischi
  • minimismo
  • estrinsecismo
  • autosufficienza
  • nazismo

78
ERRORE OPPOSTO
  • Considerare solo la dimensione psicologica ed
    affettiva con scar-so impegno della volontà ed
    in-sufficiente approfondimento cate-chetico.

79
RISCHI CUI SI VA INCONTROQUANDO LA COSCIENZA È
ASSOLUTIZZATA
  • sentimentalismo
  • incostanza
  • spontaneismo
  • soggettivismo
  • relativismo
  • individualismo

80
UOMO / VISIONE DI COSCIENZA
  • Cè uno stretto legame tra errata con-cezione di
    uomo (perdita della creatu-ralità e dell'apertura
    a Dio, immanen-za) ed assolutizzazione della
    coscien-za creatrice di norme.

81
UOMO CHIUSO IN SE STESSO
  • La coscienza "è da tanti e spesso letta co-me
    realtà totalmente immanente all'uomo, nel senso
    che essa fa riferimento all'uomo ripiegato su se
    stesso e non aperto all'As-soluto l'uomo non è
    misurato da niente e da nessuno al di fuori di
    sé, lui solo è mi-sura di se stesso, del suo
    essere e del suo agire (TETTAMANZI D.).

82
COSCIENZA ISTANZA SUPREMA INFALLIBILE?
  • "Si sono attribuite alla coscienza indivi-duale
    le prerogative di un'istanza suprema del giudizio
    morale, che decide categorica-mente e
    infallibilmente del bene e del ma-le. Ci si è
    orientati a concedere alla co-scienza
    dell'individuo il privilegio di fissare, in modo
    autonomo, i criteri del bene e del male e agire
    di conseguenza (VS 32).

83
DI CHI È VOCE LA COSCIENZA? DI DIO O DELLUOMO?
  • La risposta a questa domanda dipende dalla
    visione che si ha delluomo.
  • Da come rispondiamo a questa domanda dipende
    limportanza che diamo alla for-mazione della
    coscienza.
  • "Non è, la coscienza, voce di Dio ... è voce
    dell'uomo. E nel senso dell'uomo creatore di
    valori e di norme (TETTAMANZI D.).

84
ASPETTI BIBLICI
  • NellAntico Testamento il centro della vita
    spirituale è indicato col termine cuore (leb). La
    libertà delluomo è chiamata ad ascoltare e ad
    accogliere la parola di Dio, ma luomo può anche
    rifiutarsi, indurendo il suo cuore Questo
    popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora
    con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da
    me(Is 29, 13. Cf Mc 7, 6).

85
CUORE DURO
  • Ez 2, 4. figli testardi e dal cuore indurito.
  • Sal 95 (94), 8. 10 Non indurite il cuore, come a
    Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto.
    Per quarantanni mi di-sgustai di quella
    generazione e dissi Sono un popolo dal cuore
    traviato, non conosco-no le mie vie.

86
CAINO E ABELE
  • Gen 4, 3-5. Nei sacrifici che per primi Abele e
    Caino offrirono, Dio non guardava ai loro doni,
    ma ai loro cuori, sicché nellof-ferta gli era
    accetto chi gli era gradito nel cuore (S.
    CIPRIANO, Trattato Sul Padre nostro, n. 24
    CSEL 3, 285).

87
UN CUORE DA GUARIRE
  • Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e
    difficilmente guaribile chi lo può conosce-re?
    Io, il Signore, scruto la mente e sag-gio i
    cuori, per rendere a ciascuno secon-do la sua
    condotta, secondo il frutto delle sue azioni
    (Ger 17, 9-10).

88
CHIAMATA DI DAVIDE
  • Samuele era stato inviato dal Signore a
    Betlemme, per consacrare re un fi-glio di Iesse,
    ma non sapeva con pre-cisione di chi si
    trattasse. Pensava di dover consacrare Eliab, ma
    il Signore gli disse

89
COSA DIO GUARDA
  • Non guardare al suo aspetto né all'impo-nenza
    della sua statura. Io l'ho scartato, perché io
    non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda
    l'apparenza, il Si-gnore guarda il cuore(1 Sam
    16, 7).
  • Cuore è la sede dellattività cosciente, sia
    intellettiva che affettiva (nota Bibbia di
    Gerusalemme).

90
VANGELO
  • La vedova apparentemente dà meno degli altri ma
    Gesù guarda il suo cuore e sa che ha messo più
    di tutti (Lc 21, 3). Cri-sto conosce bene i
    pensieri degli uomini ed anche i loro peccati più
    nascosti a ca-sa di Simone il fariseo (cf Lc 7,
    39-40), con gli ... aspiranti lapidatori
    dell'adultera (cf Gv 8, 1-11).

91
FIGLIUOL PRODIGO Lc 15, 17 Rapporto tra
coscienza e conversione
  • La vera svolta nella vicenda del fi-gliuol
    prodigo si verifica quando "rien-trò in se
    stesso", cioè quando entrò nella propria
    coscienza e lì incontrò finalmente se stesso ed
    il Signore (Cf S. AGOSTINO, Confessioni X, 27).

92
BEATI I PECCATORI!
  • Gesù può operare con successo nei pec-catori,
    perché essi non sono diventati, die-tro il
    paravento di una coscienza erronea, impermeabili
    a quel cambiamento che Dio attende da essi, così
    come da ciascuno di noi.

93
GUAI AI GIUSTI
  • Invece, Dio non può aver successo con i giusti,
    perché ad essi sembra di non aver bisogno di
    perdono e di con-versione. Questo avviene perché
    la loro coscienza non li accusa più, ma li
    giustifica.

94
MORALE / SPIRITUALE
  • Mt 6, 6. Tu, quando preghi, entra nella tua
    camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel
    segreto.
  • Intendi non una camera delimitata da pa-reti
    dove venga chiusa la tua persona, ma la cella che
    è dentro di te dove sono rac-chiusi i tuoi
    pensieri, dove risiedono i tuoi sentimenti.

95
SPALANCARE LA PORTA DEL CUORE ( COSCIENZA)
  • Questa camera della tua preghiera è con te
    dappertutto, è segreta dovun-que ti rechi, e in
    essa non cè altro giudice se non Dio solo (S.
    AMBRO-GIO, Caino e Abele, Lib. 1, 38 CSEL 32,
    371).
  • Importanza del silenzio, della preghie-ra, del
    raccoglimento.

96
PAOLO VIGIOVANNI PAOLO II
  • L'uomo interiore avverte i tempi di silenzio
    come un'esigenza dell'amore divino, e una certa
    solitudine è a lui normalmente ne-cessaria per
    sentire Dio che gli parla nel cuore
    (EvangelicaTestificatio, 46).
  • 22 ottobre 1978 Non abbiate paura! Aprite,
    anzi, spalancate le porte a Cristo!

97
LA TRINITÀ ABITA IN ME.EFFETTI SULLA COSCIENZA!
  • Gv 14, 23. Se uno mi ama, osserverà la mia
    parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a
    lui e prenderemo dimora presso di lui.
  • Ap 3, 20 Ecco, sto alla porta e busso. Se
    qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta,
    io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.

98
COSCIENZA / DISCERNIMENTO
  • Rom 12, 1-2. "Non conformatevi alla men-talità
    di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la
    vostra mente, per poter di-scernere la volontà di
    Dio, ciò che è buo-no, a lui gradito e perfetto".

99
PROFETA EZECHIELE 36, 25-27
  • "Vi aspergerò con acqua pura e sare-te
    purificati io vi purificherò da tutte le vostre
    sozzure e da tutti i vostri idoli vi darò un
    cuore nuovo, metterò den-tro di voi uno spirito
    nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi
    darò un cuore di carne.

100
LA LEGGE DELLO SPIRITONUOVA ALLEANZA
  • Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò
    vivere secondo i miei statuti e vi farò
    os-servare e mettere in pratica le mie leggi.
  • È in gioco il rapporto tra cuore, Spirito e
    legge morale. Al centro cè lagire di Dio.
    Luomo non dovrà contare più solo sulla propria
    luce e sulla propria forza!

101
GS 16
  • "Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una
    legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece
    deve obbedire e la cui voce, che lo chiama
    sempre, ad amare e a fare il bene e a fuggire il
    male, quando occorre, chiaramente dice alle
    orecchie del cuore fa' questo, fuggi
    quest'altro.

102
LEGGE / COSCIENZA
  • L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio
    den-tro al suo cuore obbedire ad essa è la
    dignità stessa dell'uomo, e secondo questa egli
    sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più
    segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si
    trova solo con Dio, la cui voce risuona
    nell'intimità propria. Tra-mite la coscienza si
    fa conoscere in modo mira-bile quella legge, che
    trova il suo compimento nell'amore di Dio e del
    prossimo.

103
UOMO SOLO CON DIO
  • Il Concilio dice che l'uomo, nella sua
    co-scienza, è solo con Dio. Si noti il testo non
    si limita ad affermare è solo, ma ag-giunge con
    Dio. La coscienza morale non chiude l'uomo dentro
    un'invalicabile ed impenetrabile solitudine, ma
    lo apre alla chiamata, alla voce di Dio.

104
LA DIGNITÀ DELLA COSCIENZA
  • In questo, non in altro, sta tutto il mi-stero e
    la dignità della coscienza mo-rale nell'essere
    cioè il luogo, lo spa-zio santo nel quale Dio
    parla all'uomo" (GIOVANNI PAOLO II, Udienza
    Generale 17-8-1983).

105
LA COSCIENZA NON È LA LUCEHA BISOGNO DELLA LUCE
  • "La coscienza è il luogo in cui l'uomo viene
    illuminato da una luce che non gli deriva dalla
    sua ragione creata e sempre fallibile, ma dalla
    Sapienza stessa del Verbo, nel quale tutto è
    stato creato (GIOVANNI PAOLO II, Discorso al II
    Congresso Inter-nazionale di Teologia Morale,
    12-11-1988).

106
DIMENSIONE VOCAZIONALEPERMANENTE
  • È con la coscienza che l'uomo discerne il
    disegno di Dio quale chiamata personalis-sima che
    il Signore rivolge a ciascuno po-sto nella sua
    unica e irripetibile situazio-ne, e decide di
    offrire al Signore la sua al-trettanto
    personalissima risposta (TETTA-MANZI D.).

107
RAPPORTO LEGGE / COSCIENZA
  • "L'attività della coscienza morale non ri-guarda
    soltanto ciò che è bene e ciò che è male
    universalmente. Il suo discernimento riguarda in
    particolare la singola e concre-ta azione libera
    che stiamo per compiere o abbiamo compiuto

108
DA UNIVERSALE A PARTICOLARE
  • È di essa che la coscienza ci parla, è essa
    che la coscienza valuta questa azio-ne, ci dice
    la coscienza, che tu, nella tua irripetibile
    singolarità, stai compiendo (o hai compiuto) è
    buona o è cattiva" (GIO-VANNI PAOLO II,
    17-8-1983).

109
FALLIBILITÀ DELL'UOMO E DELLA COSCIENZA
  • L'uomo è un essere creaturale, limitato, aperto a
    Dio, libero non è infallibile, ma può giungere
    alla verità.
  • La coscienza non è infallibile, ma è espo-sta
    all'errore problema della coscienza er-ronea.
  • È necessario che la coscienza sia formata
    problema della formazione della coscien-za.

110
RISCHIO DI ERRORE
  • La coscienza morale non è l'ultima istanza
    morale che decide ciò che è bene e ciò che è
    male, ma deve conformarsi al-la verità immutabile
    della legge morale. In-somma, la coscienza non è
    un giudice in-fallibile, può errare. Nei giudizi
    della co-scienza si annida sempre la possibilità
    dell'errore(GIOVANNI PAOLO II, Udienza Generale
    17-8-1983).

111
LA COSCIENZA NON È INFALLIBILE (VS 32)
  • All'affermazione del dovere di segui-re la
    propria coscienza si è indebita-mente aggiunta
    l'affermazione che il giudizio morale è vero per
    il fatto stesso che proviene dalla coscienza.

112
COSCIENZA E VERITÀ
  • Non è dunque sufficiente dire all'uomo segui
    sempre la tua co-scienza. È necessario aggiungere
    su-bito e sempre chiediti se la tua co-scienza
    dice il vero o il falso, e cerca instancabilmente
    di conoscere la ve-rità.

113
COSCIENZA LUOGO SANTO
  • Se non si facesse questa necessaria
    pre-cisazione, l'uomo rischierebbe di trovare
    nella sua coscienza una forza distruttrice della
    sua umanità vera, anziché il luogo santo ove Dio
    gli rivela il suo vero bene (GIOVANNI PAOLO II,
    Udienza Generale 17-8-1983).

114
IGNORANZA INVINCIBILE
  • La coscienza non è un giudice infallibile può
    errare. Nondimeno, l'errore della co-scienza può
    essere il frutto di una ignoran-za invincibile,
    cioè di una ignoranza di cui il soggetto non è
    consapevole e da cui non può uscire da solo (VS
    62).

115
COSCIENZA RETTA (O VERA)
  • Nel caso della coscienza retta (o vera) la
    verità oggettiva è accolta dall'uomo. La
    co-scienza valuta rettamente il bene e il male,
    in aderenza alla legge morale. I princìpi morali
    sono applicati correttamente ai sin-goli atti.

116
COSCIENZA ERRONEA(O FALSA)
  • Nel caso della coscienza erronea (o falsa) la
    verità è solo ciò che l'uomo sbagliando ritiene
    soggettivamente vero. La coscienza, in tal caso,
    dis-sente dallordine morale.

117
NELLA COSCIENZA DEVE ABITARE LA VERITÀ
  • "Se l'uomo non ascolta la propria coscien-za, se
    consente che in essa prenda dimo-ra l'errore,
    egli spezza il vincolo più profon-do che lo
    stringe in alleanza con il suo Creatore
    (GIOVANNI PAOLO II, Udienza Generale 17-8-1983).

118
VERA REALIZZAZIONE DELLUOMO
  • "L'errore, quando prevale sulla coscienza,
    diviene causa del più grave danno per la persona
    umana impedisce che l'uomo realizzi se stesso,
    subordinando l'esercizio della libertà alla
    verità" (ID., Udienza Ge-nerale 24-8-1983).

119
IL VERO BENE DELLUOMO
  • La conseguenza che deriva da tale errore è molto
    seria quando l'uomo segue la propria coscienza
    errata, la sua azione non è retta, non realizza
    obiettivamente ciò che è bene per la persona
    umana(ID., Udienza Generale 17-8-1983).

120
DIFFERENZA TRA PECCATO E COSCIENZA ERRONEA
  • Ci sono alcune possibilità
  • che l'uomo abbia una coscienza rettamen-te
    formata e faccia non il bene che la co-scienza
    gli suggerisce, ma il contrario ec-co il
    peccato.
  • che l'uomo segua la propria coscienza er-ronea.

121
DUE FORME DI COSCIENZA ERRONEA
  • Cè grande differenza tra coscienza erronea per
    ignoranza invincibile e coscienza erronea per
    re-sponsabilità propria.
  • "Succede non di rado che la coscienza sia
    erro-nea per ignoranza invincibile, senza che per
    questo essa perda la sua dignità. E l'uomo che ne
    segue il giudizio non pecca. Ma ciò non si può
    dire quando l'uomo poco si cura di cercare la
    verità e il bene, e quando la coscienza diventa
    quasi cieca in seguito all'abitudine al peccato
    (GS 16).

122
COSCIENZA ERRONEA PER IGNORANZA INVINCIBILE
  • Nel caso della coscienza erronea per igno-ranza
    invincibile io faccio il male pensando di fare il
    bene e non è colpa mia lavere ta-le coscienza
    erronea. Ebbene, quando il male è commesso per
    ignoranza invincibi-le, non si commette peccato e
    la coscien-za non perde la sua dignità.

123
MALE OGGETTIVO
  • È anche vero, però che in questo caso il male,
    anche se non è imputato alla perso-na che lo
    compie, non cessa di essere un male, un
    disordine in relazione alla verità sul bene.
    Inoltre, il bene non riconosciuto non
    contribuisce alla crescita morale della persona
    che lo compie esso non la perfe-ziona e non
    giova a disporla al bene su-premo (VS 63).

124
COSCIENZA COLPEVOLMENTE ERRONEA
  • C'è
  • "quando l'uomo poco si cura di cercare la verità
    e il bene,
  • quando la coscienza diventa quasi cieca in
    seguito all'abitudine al peccato (GS16).
  • Non solo il pensiero, le idee influenzano la
    vita, ma è anche vero l'inverso. Infatti, se non
    vivi come pensi, finirai col pensare come vivi.

125
LA FORMAZIONE DELLA COSCIENZA MORALE
  • a) Il punto di partenza per la formazione della
    coscienza morale l'amore della verità.
  • b) L'esigenza che il nostro spirito sia libero da
    una malattia mortale oggi molto diffusa
    l'indifferenza verso la verità.
  • c) Alcuni momenti significativi del cammino verso
    una coscienza morale matura.

126
UNA MALATTIA SPIRITUALE MORTALE
  • Il cammino verso una coscienza morale matura
    ... non può neppure avere inizio, se lo spirito
    non è libero da una malattia mortale, oggi molto
    diffusa l'indifferenza verso la verità. Come
    potremmo, infatti, essere preoccupati che la
    verità abiti nella nostra coscienza, se riteniamo
    che l'essere nella verità non sia un valore di
    importanza decisiva per l'uomo? (GIOVANNI PAOLO
    II, Udienza Generale 24-8-1983).

127
ORIGINE DELLA MALATTIA
  • L'origine di "questa gravissima malattia
    spirituale è l'orgoglio, nel quale, secondo la
    tradizione etica della Chiesa, sta la radi-ce di
    ogni male umano. L'orgoglio porta l'uomo ad
    attribuirsi il potere di decidere, come arbitro
    supremo, di ciò che è vero e di ciò che è falso

128
I FRUTTI DELLORGOGLIO
  • a negare, cioè, la trascendenza della verità nei
    confronti della nostra intel-ligenza creata ed a
    contestare, di conseguenza, il dovere di aprirsi
    ad essa, di accoglierla non come propria
    invenzione ma come dono che le è fatto dalla luce
    increata".

129
AMARE PER CONOSCERE
  • Insomma, "l'origine dell'indifferenza verso la
    verità risiede nelle profondità del cuore umano.
    Non si trova la veri-tà, se non la si ama non si
    conosce la verità, se non si vuole conoscerla".

130
SINTOMI DELLA MALATTIA
  • "L'indifferenza verso la verità si manifesta
  • nel ritenere che la verità e la falsità, in
    eti-ca, siano soltanto una questione di gusti, di
    decisioni personali, di condizionamenti culturali
    e sociali.
  • nel ritenere che sia sufficiente eseguire ciò che
    pensiamo, senza preoccuparci ulte-riormente se
    ciò che pensiamo sia vero o falso.

131
SINTOMI
  • nel ritenere che il nostro essere graditi a Dio
    non dipenda affatto dalla verità di ciò che noi
    pensia-mo di Lui, ma solo dal credere
    sinceramente in ciò che noi professiamo.
  • nel ritenere più importante per l'uomo cercare la
    verità che raggiungerla, giacché questa, in
    defi-nitiva, gli sfugge irrimediabilmente.
  • nel confondere il rispetto dovuto ad ogni
    perso-na, qualunque siano le idee che professa,
    con la negazione dell'esistenza di una verità
    oggettiva.

132
ESITO DELLA MALATTIA
  • "Se una persona umana è indifferente, nel senso
    sopraddetto, verso la verità, non si darà
    pensiero della formazione della pro-pria
    coscienza, e finirà, presto o tardi, per
    confondere la fedeltà alla propria coscien-za con
    l'adesione ad una qualsiasi opinio-ne personale o
    all'opinione della maggio-ranza (fine della
    citazione dellUdienza Generale 24-8-1983).

133
I MEZZI PER LA FORMAZIONE DELLA COSCIENZA
  • La Parola di Dio, soprattutto annunziata nella
    Liturgia.
  • Il sacramento della Penitenza ruolo diver-so e
    complementare del confessore e del padre
    spirituale. Né autonomismo indocile, né passività
    (rischi di transfert o di plagio). Forse ho paura
    di prendere coscienza del mio passato?

134
MEZZI
  • Il Magistero della Chiesa.
  • La preghiera, personale e comunitaria.
  • Il dialogo con gli altri e la correzione
    frater-na, fatta con verità e umiltà.
  • Quel deserto interiore capace di farci
    in-contrare Dio nel decidere di noi stessi.

135
MEZZI
  • La partecipazione alla storia e alla vita de-gli
    altri, soprattutto dei più poveri ed emar-ginati,
    scandita dai segni dei tempi (cf MAJORANO S., La
    coscienza. Per una lettura cristiana, Paoline,
    Cinisello Balsa-mo,1994, pp. 123-145).

136
LA COSCIENZA VERSO LA LEGGE CIVILE
  • Pensiamo al caso di Antigone si tratta di una
    splendida obiezione etica contro una
    prevarica-zione giuridico politica.
  • Atti 4, 19 Ma Pietro e Giovanni replicarono (ai
    capi, agli anziani e agli scribi) Se sia giusto
    in-nanzi a Dio obbedire a voi più che a lui,
    giudica-telo voi stessi.
  • Atti 5,29 Rispose allora Pietro insieme agli
    apo-stoli Bisogna obbedire a Dio piuttosto che
    agli uomini.

137
  • Potremmo avere un dubbio per avere una
    coscienza ben formata, bisogna essere molto
    colti, molto intelligenti, aver studiato molto?
    Forse stiamo presentando un cristianesimo per
    pochi addetti ai lavori?

138
  • Giovanni Paolo II, alla scuola di s. Tom-maso
    dAquino, nellUdienza Generale del 24-8-1983,
    parla di connaturalità
  • "Il cuore convertito al Signore ed all'amore del
    bene è la sorgente dei giudizi veri della
    coscienza morale.

139
  • Infatti, ... per poter discernere la volontà
    di Dio è, sì, necessaria la conoscenza della
    legge di Dio in generale, ma questa non è
    sufficiente è indispensabile una sorta di
    connaturalità fra l'uomo ed il vero bene

140
Continua papa Wojtyla
  • "In forza di questa connaturalità, la co-scienza
    diviene capace, quasi per una forma di istinto
    spirituale, di percepire da quale parte stia il
    bene e quale sia perciò la scelta che s'impone
    nel caso concreto.

141
  • Ebbene, la grazia del Sacramento della
    Penitenza, assiduamente e fervorosamen-te
    celebrato, produce nella persona uma-na questa
    progressiva e sempre più pro-fonda
    connaturalizzazione con la verità ed il bene
    (fine della citazione).

142
  • Siccome papa Wojtyla segnala un passo di s.
    Tommaso, preferisco riportarlo
  • "La sapienza implica una rettitudine di giu-dizio
    secondo criteri divini. Ora, la rettitu-dine del
    giudizio può derivare da due fonti diverse dal
    perfetto uso della ragione da una certa
    connaturalità con le cose di cui si deve
    giudicare.

143
  • In materia di castità, per esempio, può
    giudicare rettamente uno il quale ha impa-rato la
    morale, mentre chi ha la virtù della castità
    giudica rettamente per una certa connaturalità.

144
  • Perciò avere un retto giudizio delle cose di
    Dio, conosciute mediante la ricerca razio-nale,
    appartiene alla virtù intellettuale della
    sapienza ma avere un retto giudizio su codeste
    cose mediante una certa connatu-ralità appartiene
    alla sapienza, che è un dono dello Spirito Santo

145
  • cioè come Dionigi afferma di Jeroteo, che è
    perfetto nelle cose di Dio non soltanto
    imparando, ma sperimentando le cose divine (S.
    Th. II-II, 45, 2, respondeo).

146
CONCLUSIONE
  • Fratelli, voi appartenete al nostro stesso
    popolo, eppure uccidete i vo-stri fratelli
    contadini. Davanti a un or-dine di uccidere che
    viene da un uomo deve prevalere la legge di Dio
    che dice Non uccidere! Nessun sol-dato è
    obbligato a obbedire a un ordi-ne che sia contro
    la legge di Dio...

147
COSCIENZA / LEGGE
  • Una legge immorale nessuno deve adempierla. È
    ora, ormai, che recuperiate la vostra coscien-za
    e obbediate anzitutto ad essa, piuttosto che
    all'ordine del pecca-to.

148
DUE SACRIFICI DAVVERO UNITI
  • È lomelia tenuta da Oscar Arnulfo Rome-ro il
    23-3-1980, cioè il giorno prima di es-sere ucciso
    mentre celebrava la s. Messa.
  • Ecco il commento di monsignor Ravasi È il tema
    del primato della morale, della co-scienza dei
    grandi valori umani e spirituali.

149
PERSECUZIONI MENO SANGUINOSE,MOLTO SUBDOLE
  • Noi non siamo martellati da ordini mi-litari ma,
    in modo sottile, nella nostra società alcuni
    imperativi vengono in-trodotti nella mente e nel
    cuore e so-no spesso segnati da una radicale
    immoralità.

150
ESAME DI COSCIENZA
  • Le leggi del successo a tutti costi, del
    go-dimento sfrenato, della prepotenza sugli
    altri, del guadagno più avido, del materia-lismo
    più volgare, del consumismo inarre-stabile
    vengono martellati senza tregua, creando un vero
    e proprio ordine del pec-cato alternativo a
    quello della morale natu-rale e cristiana.

151
IL VESCOVO ROMERO
  • Un testimone davvero autentico del primato della
    coscienza e della legge di Dio sulla politica,
    sullo Stato, sugli interessi personali.
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