Title: LA COSCIENZA
128-5-2013
- LA COSCIENZA
- NELLA VITA E NEL MINISTERO DEL PRESBITERO
2PREMESSE
- Può sembrare un argomento aereo o astratto o
troppo spirituale in realtà, è de-cisivo per
bene impostare tutti i temi della teologia morale
speciale (pensiamo alla bioetica ed alla morale
matrimoniale).
3UNA TEOLOGIA MORALE CON ALCUNE CARATTERISTICHE
- Vi propongo una teologia morale
- strettamente collegata con la filosofia mo-rale e
la teologia spirituale. - fondata a livello biblico, dogmatico,
antro-pologico.
4- È molto importante il rapporto tra la co-scienza
e le virtù (pensiamo alla prudenza ed alla
carità). - La coscienza è un punto decisivo per il
sacramento della penitenza. Basti pensare
all'esame di coscienza. Ovviamente è de-cisiva la
catechesi in gruppi giovanili e gruppi famiglia
...
5- Il nostro Vescovo ha fatto più volte
riferi-mento allimportanza della coscienza. Per
esempio, ci ha detto spesso Il vescovo non
governa per decreti.
6- Credo che questa frase non metta in di-scussione
il ruolo del vescovo, ma voglia sottolineare che
la predicazione, linsegna-mento, le varie
decisioni del vescovo sono più efficaci se
passano per le coscienze, i cuori delle persone
(sacerdoti, religiosi, laici )
7- Qualche volta il Vescovo ci ha messo in guardia
da atteggiamenti del tipo è pec-cato rubare
ma, se rubi con me, non è peccato. - È chiaramente unaffermazione parados-sale. Io la
vedo molto collegata col tema della coscienza.
8- Dobbiamo evitare di creare una doppia morale
una molto rigida e precisa per gli altri,
unaltra molto più elastica e con varie eccezioni
per noi stessi, e magari per i no-stri più
stretti collaboratori.
9- A me pare che ci sia anche un forte
colle-gamento col tema della coscienza erronea e
della formazione della coscienza questo è uno
dei compiti principali di ogni pastore.
10- Dopo il mio intervento seguirà una rifles-sione
sulla situazione economica della no-stra diocesi.
È bello vedere la connessione fra questi due
argomenti.
11LE FONTI PRINCIPALI
- Gaudium et Spes.
- GIOVANNI PAOLO II, Riconciliazione e penitenza,
2-12-1984 . - - Veritatis Splendor, 6-8-1993.
- Il Catechismo della Chiesa Cattolica.
12ALTRI TESTI UTILI
- BORGONOVO G. (a cura di), La coscien-za, Libreria
Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1996. - CAMISASCA M., Padre. Ci saranno an-cora sacerdoti
nel futuro della Chiesa?, San Paolo, Cinisello
Balsamo 2010 (in particolare le pp. 109-115 sulla
confessio-ne).
13- CAPEZZUTO E., Lo Spirito Santo e la coscienza
morale nel rinnovamento attuale della catechesi
in Italia, in Studia Moralia 44 (2006) 165-180. - CENCINI A., Vivere riconciliati. Aspetti
psicologici, Dehoniane, Bologna, 1986
(specialmente le pp. 43-51 sull'esame di
coscienza).
14- CICCONE L., Linconfessabile il con-fessato.
Casi soluzioni di 30 problemi di coscienza,
Ares, Milano 2007. - Melina L. - Noriega J. - Pérez - Soba J. J.,
Camminare nella luce dellamore. I fondamenti
della morale cristiana, Cantagalli, Siena 2008. -
15- Talvolta si finisce per considerare obbe-dienza
alla coscienza quello che in realtà è
attaccamento alla volontà propria (CANOPI A.M.,
Costruire la casa sulla roccia, Paoline, Milano
2005, pp. 85-97 ).
16LEGAME TRA LUCE, COSCIENZA, VERITÀ
- In lui era la vita e la vita era la luce degli
uomini la luce splende nelle tenebre,ma le
tenebre non l'hanno accolta. Veniva nel mondo la
luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1,
4-9). - Ci sono anche false luci!
17VERITÀ E GRAZIA Gv 1, 14. 16-17
- E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria, gloria
come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di
verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo
ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu
data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità
vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18ALCUNI INTERROGATIVI
- Se con la legge morale e con la parola di Dio io
conosco la volontà di Dio, a che serve la
coscienza? - Come si conosce la volontà di Dio?
- Perché fare la sua volontà?
19COSCIENZA E LEGGE
- La coscienza verso la legge civile.
- La coscienza verso la legge morale.
- Può esserci conflitto tra coscienza e legge? Come
si risolve? - È sufficiente seguire sempre la propria coscienza?
20COSCIENZA INFALLIBILE?
- E se la coscienza mi dice il male?
- Chi sbaglia in buona fede, commette peccato?
- Se commetto il peccato e penso che non è peccato,
il peccato non mi reca danno? - Che differenza cè tra coscienza erronea e
peccato? Cosa è peggio?
21COSCIENZA E PRUDENZA
- La coscienza serve solo a distinguere tra bene e
male? Posso accontentarmi di non fare il male? - La coscienza serve a distinguere anche tra bene e
meglio? Ecco il rapporto tra coscienza e carità. - Qual è la novità portata da Cristo?
22IL PROBLEMA DEL MALE
- Dio interviene nella storia? E come?
- È assente, è solo spettatore e giudice o Lui
interviene e noi siamo ridotti a burattini? - Interviene sullagire? / sullessere?
23COSCIENZA OCCHIO O LUCE?
- La coscienza può essere paragonata agli occhi, i
quali non sono capaci di vedere con le sole
proprie forze, ma hanno biso-gno della luce, la
quale non soffoca l'azio-ne degli occhi, ma
permette loro di funzio-nare rettamente (cf Paolo
VI).
24PASCAL E LUOMO PECCATORE
- Se tu conoscessi i tuoi peccati, ti perderesti
d'animo. - Allora mi perderò d'animo, Signore!
- No, non ti perderai danimo perché i tuoi peccati
ti saranno rivelati nel momento in cui ti saranno
perdonati.
25RAPPORTO LUCE VERITÀ- COSCIENZA - AMORE
- Siamo luce del mondo e sale della terra (cf Mt
5, 13-16). In che rapporti sto con la Luce? Posso
essere luce per gli altri, se sto nella luce.
26- Parlerò di una coscienza collegata con le virtù,
specialmente con la carità (cf Lc 10, 29-37) il
samaritano lo vedo dotato di una coscienza
davvero vivificata, spinta dallAmore, un Amore
che non si accon-tenta mai!
27COSCIENZA / AMORE Lc 10, 25-37
- Gesù con la parabola del buon samaritano vuol
far capire al dottore della legge che per vivere
nellamore occorre trasformare il proprio cuore,
in maniera che recepisca e si lasci interpellare
prontamente dalla necessità di chiunque si
incontra. In ulti-ma analisi i veri discepoli
dovranno strut-turare il proprio cuore sul suo
(MAJORA-NO S.).
28LE DIMISSIONI DEL PAPA LA COSCIENZA
- Dopo aver ripetutamente esaminato la mia
coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla
certezza che le mie forze, per letà avanzata,
non sono più adatte per esercitare in modo
adeguato il ministero petrino (11-2-2013
declaratio).
2927-2-2013 udienza generale
- In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie
forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con
insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con
la sua luce per farmi prendere la decisione più
giusta non per il mio bene, ma per il bene della
Chiesa.
30PAPA BENEDETTO A NAPOLI21-10-2007
- Dopo aver parlato di varie forme di violen-za e
di illegalità, esortava così Quanto è
importante allora intensificare gli sforzi per
una seria strategia di prevenzione, che punti
sulla scuola, sul lavoro e sullaiutare i giovani
a gestire il tempo libero.
31- È necessario un intervento che coinvolga tutti
nella lotta contro ogni forma di vio-lenza,
partendo dalla formazione delle coscienze e
trasformando le mentalità, gli atteggiamenti, i
comportamenti di tutti i giorni.
32CURARE IL PROPRIO SACERDOZIO
- Prima di ogni nostro impegno pastorale
(culturale, intellettuale, liturgico) è
impor-tante che ognuno curi il proprio
sacerdo-zio, la propria vita interiore. Io sono
del pa-rere che è di importanza decisiva il cap.
XV del vangelo secondo Giovanni. Se ri-maniamo
nel Signore, se siamo tralci ben uniti alla vite,
non potremo non produrre frutti.
33- Del resto, una penna scrive bene se è bene
impugnata da chi scrive e, se verranno scritte
cose buone, il merito non sarà della penna, ma
appunto di chi scrive.
34- Infatti, la beata Teresa di Calcutta amava
ripetere Sono come una piccola matitanelle Sue
mani, nient'altro. È Lui che pensa. È Lui che
scrive.
35- Questo nostro incontro odierno non è soprattutto
dottrinale, culturale, ma ha lo scopo di aiutarci
a lavorare sulle nostre coscienze, ovviamente in
relazione ad un adempimento sempre più umile e
fecondo del nostro ministero, cercando di avere
re-lazioni gioiose e fraterne con le persone che
Il Signore ci affida.
36- Perciò ora vi presento alcuni passi dellomelia
tenuta nella Domus Sanctae Marthae da papa
Francesco lo scorso 25 maggio. A tale omelia è
stato dato il se-guente titolo Nella Chiesa ci
siano porte aperte, non dei doganieri della
fede.
37- Se tu vuoi sapere chi è Maria vai dal teologo e
ti spiegherà bene chi è Maria. Ma se tu vuoi
sapere come si ama Maria vai dal Popolo di Dio
che lo insegnerà meglio.
38Il cieco di Gerico, rimproverato dai discepoli
perché gridava verso il Signore
- Il Vangelo dice che volevano che non gri-dasse,
volevano che non gridasse e lui gridava di più,
perché? Perché aveva fede in Gesù! Lo Spirito
Santo aveva messo la fede nel suo cuore. E loro
dicevano No, non si può! Al Signore non si
grida. Il protocollo non lo permette. È la
seconda Persona della Trinità! Guarda cosa fai
come se dicessero quello, no?.
39- Pensiamo ai cristiani buoni, con buona volontà
pensiamo al segretario della par-rocchia, una
segretaria della parrocchia Buonasera,
buongiorno, noi due fidan-zato e fidanzata
vogliamo sposarci.
40- E invece di dire Ma che bello!. Dicono Ah,
benissimo, accomodatevi. Se voi vo-lete la Messa,
costa tanto. Questi, in-vece di ricevere una
accoglienza buona E cosa buona sposarsi!
ricevono que-sto Avete il certificato di
Battesimo, tutto a posto. E trovano una porta
chiusa.
41- Quando questo cristiano e questa cristiana ha la
possibilità di aprire una porta, ringra-ziando
Dio per questo fatto di un nuovo matrimonio
Siamo tante volte controllori della fede, invece
di diventare facilitatori della fede della
gente.
42- Pensate a una ragazza madre, che va in chiesa,
in parrocchia e al segretario Vo-glio
battezzare il bambino. E poi questo cristiano,
questa cristiana le dice No, tu non puoi perché
non sei sposata!.
43- Ma guardi, che questa ragazza che ha avuto il
coraggio di portare avanti la sua gravidanza e
non rinviare suo figlio al mittente, cosa trova?
Una porta chiusa! Questo non è un buon zelo!
Allontana dal Signore! Non apre le porte!
44IL SACRAMENTO DELLA DOGANA PASTORALE
- E così quando noi siamo su questa strada, in
questo atteggiamento, noi non facciamo bene alle
persone, alla gente, al Popolo di Dio. Ma Gesù ha
istituito sette Sacramenti e noi con questo
atteggiamento istituiamo lottavo il sacramento
della dogana pasto-rale!.
45- Pensiamo oggi a Gesù, che sempre vuole che
tutti ci avviciniamo a Lui pensiamo al Santo
Popolo di Dio, un popolo semplice, che vuole
avvicinarsi a Gesù e pensiamo a tanti cristiani
di buona volontà che sba-gliano e che invece di
aprire una porta la chiudono
46- E chiediamo al Signore che tutti quelli che si
avvicinano alla Chiesa trovino le porte aperte,
trovino le porte aperte, aperte per incontrare
questo amore di Gesù. Chiediamo questa grazia.
47VICINI A DIOCONSAPEVOLI DEL PECCATO
- C'è uno stretto rapporto tra il senso di Dio, la
preghiera ed il senso del peccato (cf CCC 208). - Esperienza di Mosè presso il roveto ardente.
- Es 3,4-5. Il Signore vide che si era avvicinato
per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse
Mosè, Mosè!. Rispose Eccomi!. Riprese Non
avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, per-ché
il luogo sul quale tu stai è una terra santa!.
48Gb 42, 5-6
- Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei
occhi ti vedono. Perciò mi ricredo e ne provo
pentimento sopra polvere e ce-nere.
49Is 6, 1-8 LA VOCAZIONE DI ISAIA
PURIFICAZIONEVOCAZIONE MISSIONE
- Allora uno dei serafini volò verso di me
te-neva in mano un carbone ardente che aveva
preso con le molle dall'altare. - Egli mi toccò la bocca e mi disse Ecco, questo
ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la
tua iniquità e il tuo peccato è espiato. Poi io
udii la voce del Signore che diceva Chi manderò
e chi andrà per noi?. E io risposi Eccomi,
manda me!.
50Lc 5, 8
- La reazione di Pietro dopo la pesca mira-colosa
(non aveva commesso questo o quel peccato, né
Gesù lo aveva rimprove-rato). - Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle
ginocchia di Gesù, dicendo Signore,
al-lontanati da me che sono un peccatore.
51LA PERSONA GIUNTA AL VERTICE DELLA CRESCITA
SPIRITUALE
- Qui il sole è così chiaro che lanima non solo
vede le ragnatele dei grandi peccati ma perfino i
minimi pulviscoli. Se quel sole la colpisce in
pieno, si vede tutta torbida nonostante ogni suo
sforzo per tendere alla perfezione, come lacqua
di un bic-chiere che, messa sotto i raggi del
sole, appare piena di pulviscoli, mentre tenuta
allombra, è molto chiara (S. TERESA DI GESÙ,
Vita, cap. 20, 28).
52- Il 7 dicembre 2012 nella Basilica romana di San
Giovanni in Laterano è stato consacrato vescovo,
di Reggio EmiliaGuastalla, mons. Massimo
Camisasca.
53- Vi segnalo questo suo libro CAMISASCA M.,
Padre. Ci saranno ancora sacerdoti nel futuro
della Chiesa?, San Paolo, Cinisello Balsamo 2010,
109-115.
54- Parla della scomparsa del sacramento della
penitenza in (alcune zone di?) Germania e Canada. - Le cause visione legalistica di tale sacramento?
Accenti di sessuofobia?
55- Il peccato, il male, si illumina con chia-rezza
solo alla luce di ciò che Dio ha fatto per noi. È
come unombra che non cè, se non cè luce.
56- Oggi non abbiamo più il senso del peccato perché
non abbiamo più il senso di ciò che abbiamo
ricevuto, il senso della presenza di Dio nella
nostra vita. Abbiamo perso la consapevolezza
della vita come dialogo col Mistero, e quindi,
del nostro venir me-no a questo dialogo.
57- La rinascita della confessione può perciò
partire solo dai sacerdoti. Dove cè un prete che
sente il bisogno di confessarsi, la gente lo
troverà in confessionale e dove cè un prete in
confessionale, il popolo torna a confessarsi.
58- Per me la confessione è innanzitutto una
necessità dello spirito. Assieme alla comu-nione
e al breviario, è la forma di preghie-ra più alta
nella mia vita.
59- La confessione è innanzitutto un incontro con
Gesù venite a me, voi tutti che siete
affaticati e stanchi (Mt 11, 28).
60- Un prete che non riscopre per sé la ne-cessità
della penitenza non può essere un buon prete. Non
sa come agire, né con gli uomini né con Dio. A
poco a poco sarà schiacciato dal suo male,
diventerà stan-co, deluso, cinico. Il nemico
quotidiano della vita sacerdotale non è tanto il
grande peccato, ma la mediocrità.
61- I preti non confessano perché non si
con-fessano. In tal senso, è singolare che il
documento Reconciliatio et penitentia, scritto da
Giovanni Paolo II nel 1984, sia pressocché
sconosciuto nella chiesa. Chi non vive
lesperienza dellessere perdona-to, non può
provare dentro di sé il deside-rio di accendere
la stessa sete negli altri uomini.
62- Una vita sacerdotale senza la confessione è come
una giornata senza colori. A poco a poco tutto
diventa uguale, uniforme, e poi si spegne.
Scompaiono le sfumature della vita, perché
labitudine al male quo-tidiano toglie
sensibilità allo spirito. Nulla più turba o
esalta e tutto tende a diventare una grande
abitudine.
63- Ma infine, tutto è soverchiato dalla gioia di
essere di nuovo riaccolto, come narra la parabola
del figliuol prodigo, che è una catechesi sulla
confessione.
64- Sullimportanza del sacramento della penitenza
per la vita del sacerdote, forse questo è il
passo più importante scritto da papa Wojtyla.
65RP 31
- "La vita spirituale e pastorale del Sacerdo-te,
come quella dei suoi fratelli laici e reli-giosi,
dipende, per la sua qualità e il suo fervore,
dall'assidua e coscienziosa pratica personale del
Sacramento della Peniten-za. La celebrazione
dell'Eucaristia e il mi-nistero degli altri
Sacramenti, lo zelo pa-storale, il rapporto con i
fedeli, la comunio-ne con i confratelli,
66- la collaborazione col Vescovo, la vita di
preghiera, in una parola tutta l'esistenza
sacerdotale subisce un inesorabile scadi-mento,
se viene a mancare, per negligen-za o per
qualsiasi altro motivo, il ricorso periodico e
ispirato da autentica fede e de-vozione, al
Sacramento della Penitenza.
67- In un prete che non si confessasse più o si
confessasse male, il suo essere prete e il suo
fare il prete ne risentirebbero molto presto, e
se ne accorgerebbe anche la co-munità, di cui
egli è pastore.
68- Ma aggiungo pure che, persino per essere un
buono ed efficace ministro della Peni-tenza, il
Sacerdote ha bisogno di ricorrere alla sorgente
di grazia e di santità presen-te in questo
Sacramento (Riconciliazione e penitenza, 31).
69- Vi ricordo
- - lesperienza di Giona. Pensava di avere avuto
lincarico di portare le persone di Ni-nive alla
conversione. Invece, era anzitutto lui che doveva
convertirsi. - - chi di voi è senza peccato getti per pri-mo
la pietra contro di lei (Gv 8, 7).
70QUALE RIFERIMENTO A CINEMA E LETTERATURA
- Film Match point del 2005.
- FANTUZZI V., Recensione, in La Civiltà Cattolica
157 (2006), 1, pp. 316-318. - Protagonista della pellicola è Chris (Jonathan
Rhys-Meyers), giovane arram-picatore sociale che
dalla natia Irlanda, dove ha avuto origini
modeste, si trasfe-risce a Londra in cerca di
fortuna.
71- Il delitto di Chris resterà senza castigo, se si
eccettua il rimorso, che può essere in-teso come
lequivalente di una condanna alla solitudine
perpetua.
72I PROMESSI SPOSI
- Lucia e linnominato.
- Misericordia, perdono, speranza
73ALCUNE CONSTATAZIONI
- Possiamo capire l'importanza della co-scienza o
del cuore (che nel linguaggio bi-blico è sinonimo
della coscienza) comin-ciando dal negativo.
Infatti, forse non c'è rimprovero più duro
dell'accusare una per-sona di essere senza cuore.
Ci può esse-re qualcosa di peggio dellandare
contro la propria coscienza?
74COSCIENZA / VERITÀ DELLUOMO
- Non dobbiamo mai trascurare il fatto che l'uomo
è un essere crea-turale, finito. Da tale verità
dell'uomo non può non scaturire una coerente
visione della co-scienza.
75UN DOVERE È TALE SOLO SE PASSA PER LA COSCIENZA
- "Da una parte, ciascuno di noi vive
quoti-dianamente l'esperienza che doveri
asso-luti ed incondizionati, come sono i doveri
morali, sorgono e si impongono alla nostra
libertà solo mediante il giudizio della no-stra
coscienza morale.
76IL DOVERE NON È CREATO DALLUOMO
- Dall'altra, solo a prezzo della negazione di
fatti incontestabili si può affermare che l'uomo
sia la sorgente ultima di questi do-veri assoluti
ed incondizionati, che sia l'uomo a costituire
cioè la verità sul bene e sul male (CAFFARRA C.,
Sottomessi a Dio, quindi liberi, in Avvenire,
3-12-1985, p. 10).
77SCOGLI DA EVITARE
- Considerare solo la legge.
- Ecco i rischi
- minimismo
- estrinsecismo
- autosufficienza
- nazismo
78ERRORE OPPOSTO
- Considerare solo la dimensione psicologica ed
affettiva con scar-so impegno della volontà ed
in-sufficiente approfondimento cate-chetico.
79RISCHI CUI SI VA INCONTROQUANDO LA COSCIENZA È
ASSOLUTIZZATA
- sentimentalismo
- incostanza
- spontaneismo
- soggettivismo
- relativismo
- individualismo
80UOMO / VISIONE DI COSCIENZA
- Cè uno stretto legame tra errata con-cezione di
uomo (perdita della creatu-ralità e dell'apertura
a Dio, immanen-za) ed assolutizzazione della
coscien-za creatrice di norme.
81UOMO CHIUSO IN SE STESSO
- La coscienza "è da tanti e spesso letta co-me
realtà totalmente immanente all'uomo, nel senso
che essa fa riferimento all'uomo ripiegato su se
stesso e non aperto all'As-soluto l'uomo non è
misurato da niente e da nessuno al di fuori di
sé, lui solo è mi-sura di se stesso, del suo
essere e del suo agire (TETTAMANZI D.).
82COSCIENZA ISTANZA SUPREMA INFALLIBILE?
- "Si sono attribuite alla coscienza indivi-duale
le prerogative di un'istanza suprema del giudizio
morale, che decide categorica-mente e
infallibilmente del bene e del ma-le. Ci si è
orientati a concedere alla co-scienza
dell'individuo il privilegio di fissare, in modo
autonomo, i criteri del bene e del male e agire
di conseguenza (VS 32).
83DI CHI È VOCE LA COSCIENZA? DI DIO O DELLUOMO?
- La risposta a questa domanda dipende dalla
visione che si ha delluomo. - Da come rispondiamo a questa domanda dipende
limportanza che diamo alla for-mazione della
coscienza. - "Non è, la coscienza, voce di Dio ... è voce
dell'uomo. E nel senso dell'uomo creatore di
valori e di norme (TETTAMANZI D.).
84ASPETTI BIBLICI
- NellAntico Testamento il centro della vita
spirituale è indicato col termine cuore (leb). La
libertà delluomo è chiamata ad ascoltare e ad
accogliere la parola di Dio, ma luomo può anche
rifiutarsi, indurendo il suo cuore Questo
popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora
con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da
me(Is 29, 13. Cf Mc 7, 6).
85CUORE DURO
- Ez 2, 4. figli testardi e dal cuore indurito.
- Sal 95 (94), 8. 10 Non indurite il cuore, come a
Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto.
Per quarantanni mi di-sgustai di quella
generazione e dissi Sono un popolo dal cuore
traviato, non conosco-no le mie vie.
86CAINO E ABELE
- Gen 4, 3-5. Nei sacrifici che per primi Abele e
Caino offrirono, Dio non guardava ai loro doni,
ma ai loro cuori, sicché nellof-ferta gli era
accetto chi gli era gradito nel cuore (S.
CIPRIANO, Trattato Sul Padre nostro, n. 24
CSEL 3, 285).
87UN CUORE DA GUARIRE
- Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e
difficilmente guaribile chi lo può conosce-re?
Io, il Signore, scruto la mente e sag-gio i
cuori, per rendere a ciascuno secon-do la sua
condotta, secondo il frutto delle sue azioni
(Ger 17, 9-10).
88CHIAMATA DI DAVIDE
- Samuele era stato inviato dal Signore a
Betlemme, per consacrare re un fi-glio di Iesse,
ma non sapeva con pre-cisione di chi si
trattasse. Pensava di dover consacrare Eliab, ma
il Signore gli disse
89COSA DIO GUARDA
- Non guardare al suo aspetto né all'impo-nenza
della sua statura. Io l'ho scartato, perché io
non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda
l'apparenza, il Si-gnore guarda il cuore(1 Sam
16, 7). - Cuore è la sede dellattività cosciente, sia
intellettiva che affettiva (nota Bibbia di
Gerusalemme).
90VANGELO
- La vedova apparentemente dà meno degli altri ma
Gesù guarda il suo cuore e sa che ha messo più
di tutti (Lc 21, 3). Cri-sto conosce bene i
pensieri degli uomini ed anche i loro peccati più
nascosti a ca-sa di Simone il fariseo (cf Lc 7,
39-40), con gli ... aspiranti lapidatori
dell'adultera (cf Gv 8, 1-11).
91FIGLIUOL PRODIGO Lc 15, 17 Rapporto tra
coscienza e conversione
- La vera svolta nella vicenda del fi-gliuol
prodigo si verifica quando "rien-trò in se
stesso", cioè quando entrò nella propria
coscienza e lì incontrò finalmente se stesso ed
il Signore (Cf S. AGOSTINO, Confessioni X, 27).
92BEATI I PECCATORI!
- Gesù può operare con successo nei pec-catori,
perché essi non sono diventati, die-tro il
paravento di una coscienza erronea, impermeabili
a quel cambiamento che Dio attende da essi, così
come da ciascuno di noi.
93GUAI AI GIUSTI
- Invece, Dio non può aver successo con i giusti,
perché ad essi sembra di non aver bisogno di
perdono e di con-versione. Questo avviene perché
la loro coscienza non li accusa più, ma li
giustifica.
94MORALE / SPIRITUALE
- Mt 6, 6. Tu, quando preghi, entra nella tua
camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel
segreto. - Intendi non una camera delimitata da pa-reti
dove venga chiusa la tua persona, ma la cella che
è dentro di te dove sono rac-chiusi i tuoi
pensieri, dove risiedono i tuoi sentimenti.
95SPALANCARE LA PORTA DEL CUORE ( COSCIENZA)
- Questa camera della tua preghiera è con te
dappertutto, è segreta dovun-que ti rechi, e in
essa non cè altro giudice se non Dio solo (S.
AMBRO-GIO, Caino e Abele, Lib. 1, 38 CSEL 32,
371). - Importanza del silenzio, della preghie-ra, del
raccoglimento.
96PAOLO VIGIOVANNI PAOLO II
- L'uomo interiore avverte i tempi di silenzio
come un'esigenza dell'amore divino, e una certa
solitudine è a lui normalmente ne-cessaria per
sentire Dio che gli parla nel cuore
(EvangelicaTestificatio, 46). - 22 ottobre 1978 Non abbiate paura! Aprite,
anzi, spalancate le porte a Cristo!
97LA TRINITÀ ABITA IN ME.EFFETTI SULLA COSCIENZA!
- Gv 14, 23. Se uno mi ama, osserverà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a
lui e prenderemo dimora presso di lui. - Ap 3, 20 Ecco, sto alla porta e busso. Se
qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta,
io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.
98COSCIENZA / DISCERNIMENTO
- Rom 12, 1-2. "Non conformatevi alla men-talità
di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la
vostra mente, per poter di-scernere la volontà di
Dio, ciò che è buo-no, a lui gradito e perfetto".
99PROFETA EZECHIELE 36, 25-27
- "Vi aspergerò con acqua pura e sare-te
purificati io vi purificherò da tutte le vostre
sozzure e da tutti i vostri idoli vi darò un
cuore nuovo, metterò den-tro di voi uno spirito
nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi
darò un cuore di carne.
100LA LEGGE DELLO SPIRITONUOVA ALLEANZA
- Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò
vivere secondo i miei statuti e vi farò
os-servare e mettere in pratica le mie leggi. - È in gioco il rapporto tra cuore, Spirito e
legge morale. Al centro cè lagire di Dio.
Luomo non dovrà contare più solo sulla propria
luce e sulla propria forza!
101GS 16
- "Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una
legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece
deve obbedire e la cui voce, che lo chiama
sempre, ad amare e a fare il bene e a fuggire il
male, quando occorre, chiaramente dice alle
orecchie del cuore fa' questo, fuggi
quest'altro.
102LEGGE / COSCIENZA
- L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio
den-tro al suo cuore obbedire ad essa è la
dignità stessa dell'uomo, e secondo questa egli
sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più
segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si
trova solo con Dio, la cui voce risuona
nell'intimità propria. Tra-mite la coscienza si
fa conoscere in modo mira-bile quella legge, che
trova il suo compimento nell'amore di Dio e del
prossimo.
103UOMO SOLO CON DIO
- Il Concilio dice che l'uomo, nella sua
co-scienza, è solo con Dio. Si noti il testo non
si limita ad affermare è solo, ma ag-giunge con
Dio. La coscienza morale non chiude l'uomo dentro
un'invalicabile ed impenetrabile solitudine, ma
lo apre alla chiamata, alla voce di Dio.
104LA DIGNITÀ DELLA COSCIENZA
- In questo, non in altro, sta tutto il mi-stero e
la dignità della coscienza mo-rale nell'essere
cioè il luogo, lo spa-zio santo nel quale Dio
parla all'uomo" (GIOVANNI PAOLO II, Udienza
Generale 17-8-1983).
105LA COSCIENZA NON È LA LUCEHA BISOGNO DELLA LUCE
- "La coscienza è il luogo in cui l'uomo viene
illuminato da una luce che non gli deriva dalla
sua ragione creata e sempre fallibile, ma dalla
Sapienza stessa del Verbo, nel quale tutto è
stato creato (GIOVANNI PAOLO II, Discorso al II
Congresso Inter-nazionale di Teologia Morale,
12-11-1988).
106DIMENSIONE VOCAZIONALEPERMANENTE
- È con la coscienza che l'uomo discerne il
disegno di Dio quale chiamata personalis-sima che
il Signore rivolge a ciascuno po-sto nella sua
unica e irripetibile situazio-ne, e decide di
offrire al Signore la sua al-trettanto
personalissima risposta (TETTA-MANZI D.).
107RAPPORTO LEGGE / COSCIENZA
- "L'attività della coscienza morale non ri-guarda
soltanto ciò che è bene e ciò che è male
universalmente. Il suo discernimento riguarda in
particolare la singola e concre-ta azione libera
che stiamo per compiere o abbiamo compiuto
108DA UNIVERSALE A PARTICOLARE
- È di essa che la coscienza ci parla, è essa
che la coscienza valuta questa azio-ne, ci dice
la coscienza, che tu, nella tua irripetibile
singolarità, stai compiendo (o hai compiuto) è
buona o è cattiva" (GIO-VANNI PAOLO II,
17-8-1983).
109FALLIBILITÀ DELL'UOMO E DELLA COSCIENZA
- L'uomo è un essere creaturale, limitato, aperto a
Dio, libero non è infallibile, ma può giungere
alla verità. - La coscienza non è infallibile, ma è espo-sta
all'errore problema della coscienza er-ronea. - È necessario che la coscienza sia formata
problema della formazione della coscien-za.
110RISCHIO DI ERRORE
- La coscienza morale non è l'ultima istanza
morale che decide ciò che è bene e ciò che è
male, ma deve conformarsi al-la verità immutabile
della legge morale. In-somma, la coscienza non è
un giudice in-fallibile, può errare. Nei giudizi
della co-scienza si annida sempre la possibilità
dell'errore(GIOVANNI PAOLO II, Udienza Generale
17-8-1983).
111LA COSCIENZA NON È INFALLIBILE (VS 32)
- All'affermazione del dovere di segui-re la
propria coscienza si è indebita-mente aggiunta
l'affermazione che il giudizio morale è vero per
il fatto stesso che proviene dalla coscienza.
112COSCIENZA E VERITÀ
- Non è dunque sufficiente dire all'uomo segui
sempre la tua co-scienza. È necessario aggiungere
su-bito e sempre chiediti se la tua co-scienza
dice il vero o il falso, e cerca instancabilmente
di conoscere la ve-rità.
113COSCIENZA LUOGO SANTO
- Se non si facesse questa necessaria
pre-cisazione, l'uomo rischierebbe di trovare
nella sua coscienza una forza distruttrice della
sua umanità vera, anziché il luogo santo ove Dio
gli rivela il suo vero bene (GIOVANNI PAOLO II,
Udienza Generale 17-8-1983).
114IGNORANZA INVINCIBILE
- La coscienza non è un giudice infallibile può
errare. Nondimeno, l'errore della co-scienza può
essere il frutto di una ignoran-za invincibile,
cioè di una ignoranza di cui il soggetto non è
consapevole e da cui non può uscire da solo (VS
62).
115COSCIENZA RETTA (O VERA)
- Nel caso della coscienza retta (o vera) la
verità oggettiva è accolta dall'uomo. La
co-scienza valuta rettamente il bene e il male,
in aderenza alla legge morale. I princìpi morali
sono applicati correttamente ai sin-goli atti.
116COSCIENZA ERRONEA(O FALSA)
- Nel caso della coscienza erronea (o falsa) la
verità è solo ciò che l'uomo sbagliando ritiene
soggettivamente vero. La coscienza, in tal caso,
dis-sente dallordine morale.
117NELLA COSCIENZA DEVE ABITARE LA VERITÀ
- "Se l'uomo non ascolta la propria coscien-za, se
consente che in essa prenda dimo-ra l'errore,
egli spezza il vincolo più profon-do che lo
stringe in alleanza con il suo Creatore
(GIOVANNI PAOLO II, Udienza Generale 17-8-1983).
118VERA REALIZZAZIONE DELLUOMO
- "L'errore, quando prevale sulla coscienza,
diviene causa del più grave danno per la persona
umana impedisce che l'uomo realizzi se stesso,
subordinando l'esercizio della libertà alla
verità" (ID., Udienza Ge-nerale 24-8-1983).
119IL VERO BENE DELLUOMO
- La conseguenza che deriva da tale errore è molto
seria quando l'uomo segue la propria coscienza
errata, la sua azione non è retta, non realizza
obiettivamente ciò che è bene per la persona
umana(ID., Udienza Generale 17-8-1983).
120DIFFERENZA TRA PECCATO E COSCIENZA ERRONEA
- Ci sono alcune possibilità
- che l'uomo abbia una coscienza rettamen-te
formata e faccia non il bene che la co-scienza
gli suggerisce, ma il contrario ec-co il
peccato. - che l'uomo segua la propria coscienza er-ronea.
121DUE FORME DI COSCIENZA ERRONEA
- Cè grande differenza tra coscienza erronea per
ignoranza invincibile e coscienza erronea per
re-sponsabilità propria. - "Succede non di rado che la coscienza sia
erro-nea per ignoranza invincibile, senza che per
questo essa perda la sua dignità. E l'uomo che ne
segue il giudizio non pecca. Ma ciò non si può
dire quando l'uomo poco si cura di cercare la
verità e il bene, e quando la coscienza diventa
quasi cieca in seguito all'abitudine al peccato
(GS 16).
122COSCIENZA ERRONEA PER IGNORANZA INVINCIBILE
- Nel caso della coscienza erronea per igno-ranza
invincibile io faccio il male pensando di fare il
bene e non è colpa mia lavere ta-le coscienza
erronea. Ebbene, quando il male è commesso per
ignoranza invincibi-le, non si commette peccato e
la coscien-za non perde la sua dignità.
123MALE OGGETTIVO
- È anche vero, però che in questo caso il male,
anche se non è imputato alla perso-na che lo
compie, non cessa di essere un male, un
disordine in relazione alla verità sul bene.
Inoltre, il bene non riconosciuto non
contribuisce alla crescita morale della persona
che lo compie esso non la perfe-ziona e non
giova a disporla al bene su-premo (VS 63).
124COSCIENZA COLPEVOLMENTE ERRONEA
- C'è
- "quando l'uomo poco si cura di cercare la verità
e il bene, - quando la coscienza diventa quasi cieca in
seguito all'abitudine al peccato (GS16). - Non solo il pensiero, le idee influenzano la
vita, ma è anche vero l'inverso. Infatti, se non
vivi come pensi, finirai col pensare come vivi.
125LA FORMAZIONE DELLA COSCIENZA MORALE
- a) Il punto di partenza per la formazione della
coscienza morale l'amore della verità. - b) L'esigenza che il nostro spirito sia libero da
una malattia mortale oggi molto diffusa
l'indifferenza verso la verità. - c) Alcuni momenti significativi del cammino verso
una coscienza morale matura.
126UNA MALATTIA SPIRITUALE MORTALE
- Il cammino verso una coscienza morale matura
... non può neppure avere inizio, se lo spirito
non è libero da una malattia mortale, oggi molto
diffusa l'indifferenza verso la verità. Come
potremmo, infatti, essere preoccupati che la
verità abiti nella nostra coscienza, se riteniamo
che l'essere nella verità non sia un valore di
importanza decisiva per l'uomo? (GIOVANNI PAOLO
II, Udienza Generale 24-8-1983).
127ORIGINE DELLA MALATTIA
- L'origine di "questa gravissima malattia
spirituale è l'orgoglio, nel quale, secondo la
tradizione etica della Chiesa, sta la radi-ce di
ogni male umano. L'orgoglio porta l'uomo ad
attribuirsi il potere di decidere, come arbitro
supremo, di ciò che è vero e di ciò che è falso
128I FRUTTI DELLORGOGLIO
- a negare, cioè, la trascendenza della verità nei
confronti della nostra intel-ligenza creata ed a
contestare, di conseguenza, il dovere di aprirsi
ad essa, di accoglierla non come propria
invenzione ma come dono che le è fatto dalla luce
increata".
129AMARE PER CONOSCERE
- Insomma, "l'origine dell'indifferenza verso la
verità risiede nelle profondità del cuore umano.
Non si trova la veri-tà, se non la si ama non si
conosce la verità, se non si vuole conoscerla".
130SINTOMI DELLA MALATTIA
- "L'indifferenza verso la verità si manifesta
- nel ritenere che la verità e la falsità, in
eti-ca, siano soltanto una questione di gusti, di
decisioni personali, di condizionamenti culturali
e sociali. - nel ritenere che sia sufficiente eseguire ciò che
pensiamo, senza preoccuparci ulte-riormente se
ciò che pensiamo sia vero o falso.
131SINTOMI
- nel ritenere che il nostro essere graditi a Dio
non dipenda affatto dalla verità di ciò che noi
pensia-mo di Lui, ma solo dal credere
sinceramente in ciò che noi professiamo. - nel ritenere più importante per l'uomo cercare la
verità che raggiungerla, giacché questa, in
defi-nitiva, gli sfugge irrimediabilmente. - nel confondere il rispetto dovuto ad ogni
perso-na, qualunque siano le idee che professa,
con la negazione dell'esistenza di una verità
oggettiva.
132ESITO DELLA MALATTIA
- "Se una persona umana è indifferente, nel senso
sopraddetto, verso la verità, non si darà
pensiero della formazione della pro-pria
coscienza, e finirà, presto o tardi, per
confondere la fedeltà alla propria coscien-za con
l'adesione ad una qualsiasi opinio-ne personale o
all'opinione della maggio-ranza (fine della
citazione dellUdienza Generale 24-8-1983).
133I MEZZI PER LA FORMAZIONE DELLA COSCIENZA
- La Parola di Dio, soprattutto annunziata nella
Liturgia. - Il sacramento della Penitenza ruolo diver-so e
complementare del confessore e del padre
spirituale. Né autonomismo indocile, né passività
(rischi di transfert o di plagio). Forse ho paura
di prendere coscienza del mio passato?
134MEZZI
- Il Magistero della Chiesa.
- La preghiera, personale e comunitaria.
- Il dialogo con gli altri e la correzione
frater-na, fatta con verità e umiltà. - Quel deserto interiore capace di farci
in-contrare Dio nel decidere di noi stessi.
135MEZZI
- La partecipazione alla storia e alla vita de-gli
altri, soprattutto dei più poveri ed emar-ginati,
scandita dai segni dei tempi (cf MAJORANO S., La
coscienza. Per una lettura cristiana, Paoline,
Cinisello Balsa-mo,1994, pp. 123-145).
136LA COSCIENZA VERSO LA LEGGE CIVILE
- Pensiamo al caso di Antigone si tratta di una
splendida obiezione etica contro una
prevarica-zione giuridico politica. - Atti 4, 19 Ma Pietro e Giovanni replicarono (ai
capi, agli anziani e agli scribi) Se sia giusto
in-nanzi a Dio obbedire a voi più che a lui,
giudica-telo voi stessi. - Atti 5,29 Rispose allora Pietro insieme agli
apo-stoli Bisogna obbedire a Dio piuttosto che
agli uomini.
137- Potremmo avere un dubbio per avere una
coscienza ben formata, bisogna essere molto
colti, molto intelligenti, aver studiato molto?
Forse stiamo presentando un cristianesimo per
pochi addetti ai lavori?
138- Giovanni Paolo II, alla scuola di s. Tom-maso
dAquino, nellUdienza Generale del 24-8-1983,
parla di connaturalità - "Il cuore convertito al Signore ed all'amore del
bene è la sorgente dei giudizi veri della
coscienza morale.
139- Infatti, ... per poter discernere la volontà
di Dio è, sì, necessaria la conoscenza della
legge di Dio in generale, ma questa non è
sufficiente è indispensabile una sorta di
connaturalità fra l'uomo ed il vero bene
140Continua papa Wojtyla
- "In forza di questa connaturalità, la co-scienza
diviene capace, quasi per una forma di istinto
spirituale, di percepire da quale parte stia il
bene e quale sia perciò la scelta che s'impone
nel caso concreto.
141- Ebbene, la grazia del Sacramento della
Penitenza, assiduamente e fervorosamen-te
celebrato, produce nella persona uma-na questa
progressiva e sempre più pro-fonda
connaturalizzazione con la verità ed il bene
(fine della citazione).
142- Siccome papa Wojtyla segnala un passo di s.
Tommaso, preferisco riportarlo - "La sapienza implica una rettitudine di giu-dizio
secondo criteri divini. Ora, la rettitu-dine del
giudizio può derivare da due fonti diverse dal
perfetto uso della ragione da una certa
connaturalità con le cose di cui si deve
giudicare.
143- In materia di castità, per esempio, può
giudicare rettamente uno il quale ha impa-rato la
morale, mentre chi ha la virtù della castità
giudica rettamente per una certa connaturalità.
144- Perciò avere un retto giudizio delle cose di
Dio, conosciute mediante la ricerca razio-nale,
appartiene alla virtù intellettuale della
sapienza ma avere un retto giudizio su codeste
cose mediante una certa connatu-ralità appartiene
alla sapienza, che è un dono dello Spirito Santo
145- cioè come Dionigi afferma di Jeroteo, che è
perfetto nelle cose di Dio non soltanto
imparando, ma sperimentando le cose divine (S.
Th. II-II, 45, 2, respondeo).
146CONCLUSIONE
- Fratelli, voi appartenete al nostro stesso
popolo, eppure uccidete i vo-stri fratelli
contadini. Davanti a un or-dine di uccidere che
viene da un uomo deve prevalere la legge di Dio
che dice Non uccidere! Nessun sol-dato è
obbligato a obbedire a un ordi-ne che sia contro
la legge di Dio...
147COSCIENZA / LEGGE
- Una legge immorale nessuno deve adempierla. È
ora, ormai, che recuperiate la vostra coscien-za
e obbediate anzitutto ad essa, piuttosto che
all'ordine del pecca-to.
148DUE SACRIFICI DAVVERO UNITI
- È lomelia tenuta da Oscar Arnulfo Rome-ro il
23-3-1980, cioè il giorno prima di es-sere ucciso
mentre celebrava la s. Messa. - Ecco il commento di monsignor Ravasi È il tema
del primato della morale, della co-scienza dei
grandi valori umani e spirituali.
149PERSECUZIONI MENO SANGUINOSE,MOLTO SUBDOLE
- Noi non siamo martellati da ordini mi-litari ma,
in modo sottile, nella nostra società alcuni
imperativi vengono in-trodotti nella mente e nel
cuore e so-no spesso segnati da una radicale
immoralità.
150ESAME DI COSCIENZA
- Le leggi del successo a tutti costi, del
go-dimento sfrenato, della prepotenza sugli
altri, del guadagno più avido, del materia-lismo
più volgare, del consumismo inarre-stabile
vengono martellati senza tregua, creando un vero
e proprio ordine del pec-cato alternativo a
quello della morale natu-rale e cristiana.
151IL VESCOVO ROMERO
- Un testimone davvero autentico del primato della
coscienza e della legge di Dio sulla politica,
sullo Stato, sugli interessi personali.