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Ottocento

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Ottocento Romanticismo e idealismo Hanno in comune il superamento della ragione illuministica e kantiana, nell aspirazione verso l infinito (l Assoluto): Unione ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Ottocento


1
Ottocento
2
Romanticismo e idealismo
  • Hanno in comune il superamento della ragione
    illuministica e kantiana, nellaspirazione verso
    linfinito (lAssoluto)
  • Unione di mondo spirituale e naturale (Schelling
    mentre per Fichte lAssoluto si identifica solo
    con il Soggetto)
  • Rivalutazione degli aspetti a-razionali, come il
    sentimento (Schelling identifica la naturalità
    con la dimensione inconscia, che non può essere
    colta dalla filosofia, ma solo dallarte)
  • Unione spirituale degli individui legati dalla
    tradizione e dalla comune visione del mondo a
    costituire un popolo (Herder e Fichte)

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Protagonisti
  • Caratteri generali (movimento romantico e
    filosofia Sturm und Drang, Goethe, Herder,
    Schiller, Schlegel, Holderlin, Novalis)
  • Fichte
  • Schelling

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Hegel
  • La razionalità, evidente nel mondo, deriva da un
    progetto, da un logos preesistente (Dio prima
    della creazione del mondo). Tutto il reale è
    razionale (in quanto sviluppo del logos). Questa
    razionalità appare solo se consideriamo la realtà
    come un intero, cioè un Assoluto, perché ogni
    parte mostra la propria razionalità solo se la
    ricolleghiamo al tutto (superamento della
    contraddizione). La dialettica è il modo di
    essere della realtà e il metodo filosofico
    mediante il quale la conosciamo
  • Il sistema hegeliano si sviluppa in tre momenti
    la logica, la natura, lo Spirito. La prima è
    lIdea in-sé, la razionalità che non è ancora
    diventata mondo la natura è lIdea fuori-di-sé,
    lIdea che si fa mondo, senza che sia ancora
    sorta la dimensione della conoscenza lo Spirito
    è lIdea in-sé e per-sé, cioè lIdea che diviene
    cosciente di sé, autocosciente, e si esprime
    storicamente nel mondo umano, sia nelle
    istituzioni sia nel sapere
  • In questo sviluppo dialettico la coscienza
    individuale ha un preciso ruolo deve passare dal
    pensiero comune a quello filosofico, raggiungendo
    lautocoscienza, riconoscendosi come parte di uno
    sviluppo più generale che è lo Spirito. Questo
    itinerario della coscienza è al tempo stesso un
    momento dello sviluppo dello Spirito, che
    attraverso la coscienza individuale diventa
    consapevole di sé.

5
  • Ciò che è razionale è reale ciò che è reale è
    razionale, in quale opera è contenuta questa
    celebra frase?
  • Fenomenologia dello Spirito
  • Scienza della logica
  • Enciclopedia delle scienze filosofiche
  • Lineamenti della filosofia del diritto

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I presupposti della filosofia hegeliana
  • Ciò che è razionale è reale ciò che è reale è
    razionale Il reale è lo sviluppo della
    razionalità (lIdea), la filosofia non determina
    questo processo, ma lo riconosce. La razionalità
    non è nel singolo esistente, ma nel
    tutto-processo (lesistente ha razionalità, ma
    non è la razionalità). Il razionale è
    luniversale che diventa individuale, cioè reale
    (universale concreto). Luniversale non è
    separato dalla realtà come sostenevano i
    romantici, ma si esprime nel concreto, nelle cose
    esistenti, le quali però possono essere comprese
    solo riconducendole alla loro dimensione
    universale. Luniversale non coincide con nessuno
    dei momenti particolari, ma non è neppure
    immaginabile separato da essi.

7
I presupposti della filosofia hegeliana
  • La dialettica. Si articola in tre momenti 1)
    intellettivo-astratto, lintelletto astrae il
    singolo momento dal processo e lo considera come
    una realtà indipendente 2) momento dialettico o
    negativo-razionale la negazione del momento
    singolo, per riaffermarne la processualità 3)
    momento speculativo o positivo-razionale,
    lunione dei due momenti dà la totalità della
    cosa, intesa come processo
  • Il vero è il tutto, lintero e non la parte. Il
    rapporto parte-tutto è divenire dialettico, per
    cui la totalità è linsieme delle parti nel
    processo che le comprende in un intero.
    Lassoluto può essere inteso solo come risultato
    di un processo che solo alla fine è ciò che è in
    verità.
  • La dialettica è il ricongiungimento
    dellindividuo con lAssoluto. La sostanza è
    soggetto, cioè va intesa come divenire, come
    processo.

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I presupposti della filosofia hegeliana
  • Lautocoscienza e il sapere. Il vero non è
    lAssoluto in sé, ma lAssoluto nel suo sviluppo,
    esso non può essere intuito in modo immediato
    come volvano i romantici, ma può essere compreso
    solo ricostruendone tutte le mediazioni. Se
    lAssoluto è la totalità del reale, esso è anche
    il conoscersi come totalità, cioè autocoscienza,
    raggiunta attraverso la filosofia, che è
    anchessa momento dellAssoluto. In quanto
    cosciente di sé e del proprio sviluppo lAssoluto
    è Spirito

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I presupposti della filosofia hegeliana
  • Le tre dimensioni del sistema hegeliano 1)
    lIdea si realizza divenendo la realtà 2) lIdea
    si riconosce nella realtà realizzandosi come
    Spirito o Idea autocosciente, che coincide con il
    sapere come si sviluppa nella storia
    dellumanità 3) questo sapere sostanzia le
    coscienze individuali, che debbono raggiungere
    lautocoscienza, ripercorrendo dentro di sé il
    cammino che lo Spirito ha già percorso nella
    storia (descritto nella Fenomenologia dello
    Spirito)

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  • Quale fra le sue opere è descritta da Hegel con
    queste parole è la storia romanzata della
    coscienza che via via si riconosce come spirito?

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  • Quando è stata pubblicata la Fenomenologia dello
    Spirito?
  • 1807
  • 1812
  • 1817
  • 1821

12
  • 1807 Fenomenologia dello Spirito
  • 1812/16 Scienza della logica
  • 1817 Enciclopedia delle scienze filosofiche
  • 1821 Lineamenti della filosofia del diritto

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  • Nella Fenomenologia dello Spirito, la figura
    della coscienza infelice in quale parte del
    sistema-processo si trova?
  • Coscienza
  • Autocoscienza
  • Ragione

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  • Quale fra le seguenti tre figure rappresenta il
    momento dellindifferenza della coscienza verso
    la realtà, che Hegel descrive come coscienza
    libera sul trono e in catene
  • Stoicismo
  • Scetticismo
  • Coscienza infelice

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Schema della Fenomenologia
  • Coscienza
  • Certezza sensibile
  • Percezione
  • Intelletto
  • Autocoscienza
  • Indipendenza e dipendenza dellautocoscienza
    signoria e servitù
  • Libertà dellautocoscienza
  • Stoicismo
  • Scetticismo
  • Coscienza infelice
  • Ragione
  • Ragione osservativa
  • Ragione che agisce
  • Il piacere e la necessità
  • La legge del cuore e il delirio della presunzione
  • La virtù e il corso del mondo
  • Individualità reale in sé e per sé
  • Il regno animale dello spirito
  • La ragione legislatrice

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Fenomenologia dello Spirito
  • Pubblicata nel 1807
  • Fenomenologia scienza dellesperienza della
    coscienza, cammino della coscienza. I fenomeni
    sono le manifestazioni storiche, concrete, dello
    sviluppo del sapere, o come dice H., dello
    Spirito nella storia
  • Lopera è articolata in tre momenti che
    ripercorrono lo sviluppo della conoscenza umana,
    dalla conoscenza delloggetto (coscienza), alla
    consapevolezza di sé (autocoscienza), a quella
    sintonia tra soggetto e oggetto nella misura in
    cui il primo ritrova nel secondo la propria
    razionalità (ragione)
  • Nella Fenomenologia cè un duplice movimento
    quello dello sviluppo dello Spirito nella storia
    e quello della coscienza che lo ripercorre. La
    storia viene a far parte della coscienza e nel
    ripercorrere lo sviluppo dello Spirito, la
    coscienza diviene autocoscienza e consapevole di
    esserne parte
  • La storia è un cammino ormai tracciato e
    cristallizzato, dove tutto è già avvenuto. La
    coscienza non trova più il divenire fluido dello
    Spirito, ma ne riconosce le forme che ha assunto
    nella storia come figure. La Fenomenologia è un
    viaggio (di formazione) attraverso le tappe che
    lo Spirito ha percorso

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La coscienza certezza sensibile, percezione,
intelletto
  • Il primo momento della conoscenza è il rapporto
    diretto con lesistente, loggetto della
    conoscenza sensibile, la quale ha a che fare con
    nozioni generali (questo, qui, ora), cioè
    universali astratti
  • La certezza sensibile non può darsi se non
    presupponendo un soggetto, rinvia allIo, ovvero
    alla percezione, in cui il soggetto prende
    coscienza delloggetto come uno e al tempo stesso
    composto di molteplici qualità.
  • Lunità non è nelle qualità percepite, ma nel
    soggetto che percepisce, nelle funzioni
    unificatrici del suo intelletto. La coscienza
    diviene consapevole di essere lorigine
    dellunità delle varie qualità e riflette non più
    sulla cosa, bensì sulle proprie strutture
    unificatrici della realtà
  • Lintelletto non solo unifica le qualità delle
    cose, ma consente di acquisire consapevolezza di
    questa sua attività

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Lautocoscienza
  • La coscienza è pervenuta alla consapevolezza di
  • I momenti successivi conducono la coscienza
    singola a interagire con le altre, fino a
    raggiungere consapevolezza della profonda unità
    che lega tutte le coscienze. Presenza in ogni
    individuo dellintera storia dellumanità (Noi
    che è Io) e al tempo stesso identità collettiva
    (Io che è Noi), unità di autocoscienze diverse

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Signoria e servitù
  • Il rapporto con gli altri, intesi come
    autocoscienze separate, e il riconoscimento da
    parte loro della loro propria soggettività,
    costituisce la prima figura dellautocoscienza
  • Allinizio il rapporto della coscienza con
    laltro è di separazione e lotta. Tra le due
    coscienze in lotta quella che mette in gioco se
    stessa senza timore per la morte si eleva a un
    livello superiore rispetto alla pura naturalità.
    Laccettazione del momento negativo (la morte) le
    consentono di ritornare a sé come autocoscienza
    è il signore. Laltro che ha rifiutato di
    rischiare preferendo la vita al riconoscimento di
    sé, rimane al livello della naturalità non
    diviene autocosciente, perché rifiuta di negare
    se stesso, rinuncia alla propria
    autodeterminazione, sottomettendosi al signore è
    il servo
  • Per il signore il servo è uno strumento, e non
    una coscienza nella quale può riconoscersi. Il
    servo invece ha di fronte a sé unautocoscienza.
    Al signore manca dunque il momento dialettico
    delloggettivazione, del riconoscimento di sé in
    un altro
  • Sottomettendo il servo il signore ne fa lo
    strumento mediante il quale appropriarsi delle
    cose quello lavora e produce i beni che questo
    semplicemente consuma. Mentre il signore ha con
    la cosa un rapporto di pura fruizione e consumo
    (godimento), il servo trova nel lavoro, con cui
    trasforma la natura, la mediazione attraverso cui
    acquista consapevolezza di sé si aliena, si
    oggettiva, prendendo in questo modo coscienza di
    sé (rovesciamento dialettico)

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Stoicismo e scetticismo
  • Il rapporto signoria-servitù è caratterizzato
    dalla dipendenza
  • La coscienza che attraverso il lavoro ha
    acquisito consapevolezza di sé si sottrae a
    questo rapporto, cerca cioè la via per affermare
    la propria identità a prescindere dalle
    circostanze in cui si trova (stoicismo
    indifferenza verso la realtà)
  • Lindifferenza per il mondo si traduce in libertà
    astratta e in negazione del mondo (scetticismo),
    che è contradditorio

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La coscienza infelice
  • Scissa in due realtà luna positiva
    (limmutabile), laltra negativa (il
    trasmutabile)
  • Il positivo viene proiettato dalla coscienza
    fuori di sé, in un Essere irraggiungibile,
    perfetto e immutabile, un Dio trascendente
    mentre il negativo è posto nella condizione
    umana. Separazione tra finito e infinito e
    nostalgia dellinfinito come irraggiungibile
  • Lincarnazione (cristianesimo) è una risposta, ma
    insufficiente

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La ragione
  • La coscienza supera la religiosità vissuta come
    scissione e infelicità, vedendo nella ragione il
    principio che è a fondamento della realtà e
    quindi riconoscendo in se stessa il fondamento
    del mondo
  • In un primo momento (ragione osservativa) la
    coscienza individua la razionalità nelle leggi
    della natura. Nella figura successiva (ragione
    che agisce) la ragione cerca di subordinare
    lesistente alle proprie esigenze morali, di
    imporre la propria legge morale al mondo. Infine
    la ragione comprende che la realtà è razionale in
    se stessa, sia sul piano oggettivo (leggi di
    natura) sia sul piano etico, non cerca più di
    imporre le proprie leggi morali al mondo, ma
    riconosce in esso, nella storia, la moralità già
    realizzata (ragione esamintrice delle leggi)

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(No Transcript)
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Aspetti della filosofia di Hegel
  • I presupposti (il reale è razionale il vero è
    lintero la sostanza è soggetto la dialettica)
  • La Fenomenologia dello Spirito (ricostruzione
    dellitinerario della coscienza che, nel suo
    passaggio dalla conoscenza comune a quella
    filosofica, giunge a comprendere di essere parte
    del movimento universale dello Spirito)
  • La filosofia come sistema sviluppo dialettico
    dellIdea lIdea in-sé (la logica) lidea
    fuori-di-sé (la natura) lIdea in-sé e per-sé
    (lo Spirito)
  • La filosofia della storia (lagire storico è
    determinato dalla ragione, che si incarna nello
    Spirito dei popoli. Gli individui hanno una
    funzione strumentale, astuzia della ragione)

25
Schopenhauer
  • Muovendo dalla filosofia kantiana, S. definisce
    il mondo come rappresentazione, in quanto
    costruito dalle strutture a priori della nostra
    conoscenza lo spazio, il tempo e la causalità.
    Il mondo fenomenico è conoscibile e razionale, ma
    non costituisce la realtà autentica, che rimane
    nascosta dietro l'apparenza del fenomeno. E'
    possibile accedere alla vera realtà, ma non come
    soggetto conoscente, come intelletto, bensì come
    corpo, fisicità e istintualità. Il nostro corpo è
    desiderio, volontà. La Volontà non costituisce
    soltanto la nostra realtà vera, ma è la
    cosa-in-sé, il noumeno nascosto dietro il "velo
    di Maya" (sapienza indiana trasmessa dai Veda).
    Questo mondo noumenico è a-razionale, senza
    finalità, sprovvisto di senso. Ciò determina una
    condizione esistenziale tragica, perché la vita è
    segnata dal desiderare continuo, destinato a
    restare insoddisfatto, e quindi dal dolore,
    all'interno di un orizzonte limitato dalla morte
    (capovolgimento dell'ottimismo del sistema
    hegeliano). Per sottrarci alla sofferenza
    dobbiamo liberarci dalla volontà, mediante una
    serie di passaggi che S. ricostruisce, fino ad
    arrivare a spegnere completamente in noi ogni
    desiderio, giungendo alla nolontà (negazione
    della volontà) e al nulla.

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Aspetti della filosofia di Schopenhauer
  • Il mondo come rappresentazione
  • La metafisica la Volontà
  • La liberazione dalla Volontà
  • Il confronto con Leopardi

27
Kierkegaard
  • K. Muove dalla critica radicale alla
    filosofia-sistema di Hegel, che considerava
    lindividuo come un momento dello sviluppo dello
    Spirito. Ponendosi invece dal punto di vista
    dellesistenza e del singolo, le contraddizioni
    non si risolvono e si presentano come alternative
    inconciliabili (aut-aut), possibilità
    esistenziali, che aprono alla libertà, ma al
    tempo stesso allangoscia, poiché determinano in
    modo irreversibile il destino individuale non si
    può tornare indietro.
  • Luomo si concepisce come essere contradditorio,
    perché nel momento in cui diviene consapevole di
    sé, al tempo stesso si avverte come limitato,
    imperfetto e insufficiente a se stesso. Il
    sentimento della propria precarietà si traduce
    nella disperazione, dalla quale è possibile
    uscire soltanto scegliendo Dio (salto mortale
    nella fede)

28
Destra e sinistra hegeliana
  • I discepoli di Hegel si dividono in due linee la
    Destra celebra lo Stato prussiano in quanto
    razionalità realizzata nella storia e riconcilia
    lhegelismo con il cristianesimo, mentre la
    Sinistra sottolinea la dialetticità del reale e
    considera la religione come alienazione
    (Feuerbach)

29
Marx
  • Marx fa proprio il materialismo di Feuerbach,
    recuperando anche lapproccio dialettico di
    Hegel. Loggetto della filosofia non è luomo in
    generale, ma luomo storicamente inteso, inserito
    in un contesto specifico, caratterizzato dal
    particolare modo in cui luomo produce i propri
    mezzi di sussistenza. Il modo di produzione si
    sviluppa storicamente e si trasforma sotto la
    spinta delle contraddizioni e delle
    contrapposizioni che nascono fra le classi. La
    lotta di classe costituisce il motore del
    divenire storico e introduce nella storia
    lelemento di dinamicità che Hegel aveva
    descritto mediante il metodo dialettico

30
Il Positivismo
  • Il P. assume il metodo scientifico come lunico
    valido in ogni campo del sapere, umano e sociale.
    Distingue tra enunciati scientifici, basati
    sullosservazione dei fatti e sulle leggi che li
    spiegano ed enunciati astratti o metafisici, che
    rimandano a essenze o a cause nascoste dei
    fenomeni. Il compito della filosofia è ordinare e
    classificare le scienze, enunciarne i principi
    comuni e descriverne le procedure. Il sapere è
    strumento di avanzamento sia economico sia
    sociale, potenzia la capacità umana di
    trasformare il mondo.
  • Si individuano tre indirizzi 1) Positivismo
    sociale (Saint-Simon e Comte) 2) Positivismo
    metodologico e induttivistico critica alla
    logica deduttiva classica, propone una logica
    induttiva, saldamente radicata nellesperienza
    (John Stuart Mill) 3) Positivismo
    evoluzionistico (Spencer), sullonda del successo
    della teoria dellevoluzione biologica di Darwin.
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