Title: IPERPARATIROIDISMO
1IPERPARATIROIDISMO
- Le 4 ghiandole paratiroidi producono il
paratormone (PTH), che svolge un ruolo nella
regolazione del metabolismo del calcio - Il PTH è un peptide di 84 aminoacidi
- La funzione principale del PTH è lomeostasi del
Calcio nei liquidi extracellulari, con funzione
ipercalcemizzante - Il PTH deve essere considerato come un ormone
risparmiatore di Ca che in sinergismo con
lormone Vit.D3 (Calcitriolo) e con la
Calcitonina contribuisce a regolare la Calcemia
agendo sugli organi bersaglio principali
Scheletro, Rene, Intestino
2- Il PTH agisce direttamente sullosso attivando
gli osteoclasti, che pure non posseggono
recettori specifici, forse mediante lazione
paracrina di citokine prodotte dagli osteoblasti,
mobilizzando il calcio depositato e immettendolo
in circolo gli osteoblasti, che possiedono i
recettori per il PTH sono fondamentali per il suo
effetto anabolico - Agisce direttamente sul rene determinando il
riassorbimento tubulare dello stesso e la
produzione di Vit D3 a partire dalla Vit D2 - Agisce indirettamente sullintestino tenue
stimolando la produzione di 1,25(OH)2 D3 che, a
sua volta media lassorbimento intestinale di
calcio - Il calcio, a sua volta, determina un
- feedback negativo sulle paratiroidi,
- inibendo il rilascio di PTH
3- Quando la Calcemia risulta nei limiti (8.20-10.40
mg/dl) le paratiroidi secernono tonicamente il
PTH - Il cronico eccesso di PTH porta ad un continuo
rimodellamento osseo con riscontro istologico di
Fibroosteoclasia e poi di Osteite fibrosa cistica
di Recklinghausen (quadro clinico ormai di raro
riscontro) - Calcitonina viene prodotta dalle cellule C della
Tiroide ed ha effetto antagonista rispetto al PTH - A livello osseo inibisce losteolisi in
condizioni di ipercalcemia - La Calcitonina non è stimolata solo
dallipercalcemia ma anche da ormoni
gastrointestinali
4PTH
Favorisce (indirettamente Vit D) lassorbimento
intestinale di calcio
- riassorbimento minerale e spostamento di calcio
nel sangue - rimodellamento osseo osteite
fibrosa
Favorisce il riassorbimento tubulare di calcio
5IN SINTESI
Mobilizzazione del calcio dallosso
Riassorbimento del calcio a livello del tubulo
distale renale
Attivazione della idrossilazione del calcidiolo
in calcitriolo
6IPERPARATIROIDISMO
- La riduzione dei livelli di calcemia stimola
attraverso i recettori per il calcio, situati
sulla ghiandola paratiroidea, limmissione in
circolo di PTH - Quando lipocalcemia persiste nel tempo la
ghiandola paratiroidea andrà incontro ad
ipertrofia e iperplasia
7IPERPARATIROIDISMO PRIMITIVO
- È un'alterazione generalizzata del calcio, del
metabolismo del fosforo e dell'osso dovuta ad
un'aumentata secrezione di PTH - La DIAGNOSI di iperparatiroidismo spesso viene
fatta incidentalmente, nei pazienti sottoposti
a screening per altre patologie - Le manifestazioni cliniche possono essere
moderate, il decorso della malattia può
essere benigno per molti anni o per tutta la vita - L'incidenza annuale di questa malattia nei
soggetti con età superiore ai 60 anni si aggira
intorno all'1
8EZIOLOGIA
- Nell'80 dei casi la causa risiede in una
paratiroide iperfunzionante - Solitamente si tratta di un ADENOMA PARATIROIDEO,
raramente si tratta di CARCINOMA - Solo raramente sono interessate più ghiandole
9EZIOLOGIA
- Liperparatiroidismo è sporadico nel 95 dei casi
e familiare nel 5. - È causato in ordine di frequenza da
- Adenoma singolo (80)
- Iperplasia diffusa (14)
- Adenomi multipli (5)
- Carcinoma (1)
10ANATOMIA PATOLOGICA
- Gli adenomi interessano generalmente le
paratiroidi inferiori. Ma nel 6-10 dei casi
l'adenoma può essere localizzato nel timo, nella
tiroide o nel retroesofago (paratiroidi
ectopiche) - Il carcinoma paratiroideo di solito non ha
caratteristiche di aggressività - Se il paziente viene sottoposto ad intervento
chirurgico, la guarigione è sicura
11SEGNI E SINTOMI
- La metà dei pazienti con iperparatiroidismo è
asintomatica. - Le manifestazioni cliniche coinvolgono
principalmente i reni e lo scheletro - Prima degli anni '70, era frequente la litiasi
renale, con coliche renali frequenti - La manifestazione ossea dell'iperparatirodismo è
l'osteite fibroso-cistica - Da un punto di vista istologico le
caratteristiche patognomoniche della malattia
sono un aumento degli osteoclasti nelle aree di
riassorbimento della superficie ossea e una
sostituzione dei normali elementi cellulari e del
midollo con tessuto fibroso
12SEGNI E SINTOMI
- Il 50 dei pazienti è asintomatico o presenta
sintomi aspecifici come l'astenia e/o facile
stancabilità e depressione - Quando i sintomi sono presenti possono essere
attribuiti all'ipercalcemia - L'ipercalcemia causa riduzione dell'eccitabilità
sinaptica e se supera i 12 mg/dl possono
comparire manifestazioni a carico del SNC, con un
quadro neuropsichico variabile - Apatia -
Labilità emotiva - Nei casi in cui la calcemia supera i 15 mg/dl
possono comparire gravi alterazioni psichiche
come alterata personalità, sindrome
ansioso-depressiva, perdita della memoria per gli
avvenimenti recenti fino all'ottundimento mentale
e al coma
13SEGNI E SINTOMI
- Può essere presente un quadro caratterizzato da
artralgie simmetriche a carico delle
articolazioni interfalangee prossimali - L'iperaparatiroidismo primario può essere
associato a gotta con iperuricemia, ma il più
frequente quadro articolare è dovuto alla
pseudogotta, caratterizzata dalla deposizione
articolare di cristalli di pirofosfato di calcio,
alla condrocalcinosi e alle calcificazioni
tendinee - Le manifestazioni gastroenteriche comprendono
nausea, vomito, epigastralgie e stipsi - Liperpapatiroidismo primario è frequentemente
associato allulcera peptica, maggiormente
rispetto alla popolazione generale (forse per lo
stimolo alla produzione cloridrica dato dal
calcio)
14SEGNI E SINTOMI
- Nella metà dei casi lIP è asintomatico e viene
diagnosticato con gli esami di laboratorio - RENI
- le manifestazioni renali sono le più frequenti
qualora la diagnosi non venga fatta in tempo
utile. Lipercalcemia causa una nefropatia con
nefrocalcinosi della giunzione cortico-midollare - Nelle forme più protratte di IP, lipercalcemia è
causa di urolitiasi, tipicamente bilaterale che
può condurre allinsufficienza renale
15SEGNI E SINTOMI
- OSSA
- LIP causa la demineralizzazione progressiva
delle ossa da riassorbimento. I sintomi si
manifestano in circa il 20 dei pazienti con
dolore ad andamento continuo o remittente delle
ossa lunghe della colonna vertebrale e del bacino - Negli IP che rimangono non diagnosticati e non
trattati per anni, si può manifestare losteite
fibroso cistica, con laumentata attività degli
osteoclasti alla superficie dellosso (lacune di
Howship) e la sostituzione del tessuto
osteo-midollare normale con tessuto fibroso.
16SEGNI E SINTOMI
- PANCREAS
- Lattivazione del tripsinogeno in tripsina a
causa dellipercalcemia, gli effetti del
paratormone stesso possono causare pancreatite
acuta. - APPARATO CARDIOVASCOLARE
- Laumento della calcemia e del PTH ha un effetto
diretto sulla parete delle arterie, causando
ipertensione arteriosa.
17SEGNI E SINTOMI
- L'iperparatiroidismo primario non è generalmente
una malattia che minaccia rapidamente la vita - Tuttavia una crisi acuta iperparatiroidea può
costituire una complicanza mortale - Si manifesta con una sintomatologia dominata da
crisi depressive, astenia profonda che evolve
verso il coma, dolori epigastrici con vomito,
poliuria con sete intensa e disidratazione
18DIAGNOSI
- Nelle forme asintomatiche, la diagnosi viene
posta con il dosaggio bioumorale del PTH e del
calcio. - Nella diagnosi differenziale tra IP e altre cause
di ipercalcemia, il dosaggio del PTH riveste un
ruolo importante. NellIP il PTH è elevato
indipendentemente dai valori della calcemia,
mentre nellipercalcemia da cancro o in altre
forme di ipercalcemia il livello di PTH è basso.
19DIAGNOSI
- La diagnosi viene posta in base al riscontro di
un livello sierico aumentato di paratormone in
un paziente con ipercalcemia asintomatica o
normocalcemico - La fosforemia è di solito ridotta, ma può essere
anche normale soprattutto in quei casi in cui si
è sviluppata un'insufficienza renale - La scintigrafia con sesta-mibi è particolarmente
efficace nella ghiandola iperplastica - Radiologicamente si assiste ad un riassorbimento
delle estremità distali delle falangi e la
trasformazione del normale profilo corticale
dell'osso delle falangi con un profilo irregolare
(riassorbimento subperiostale)? - La tomografia computerizzata e la minarolametria
della colonna vertebrale offrono una stima
quantitativa riproducibile della densità minerale
ossea
20Diagnostica di Localizzazione nellIperparatirodis
mo
- Ecografia rappresenta una tecnica affermata per
la diagnostica degli adenomi e delle iperplasie
paratiroidee - E indicata principalmente nei pazienti con
iperparatiroidismo primario e meno nei pazienti
con iperparatiroidismo secondario - TAC si presta bene alla ricerca di tumori
paratiroidei cervicali e mediastinici - La TAC rappresenta una indagine utile nella
diagnostica di localizzazione delliperparatiroidi
smo, in ogni caso il suo valore diagnostico
sembra essere inferiore a quello della
scintigrafia
21- Scintigrafia il principio della scintigrafia si
basa sulle differenti affinità per il tracciante
da parte della tiroide e delle paratiroidi - Usando Tallio/201 e Tecnezio/99m, si evidenzia
che il Tallio viene captato dalla Tiroide e dalla
Paratiroide, il Tecnezio è captato solo dalla
tiroide - Se successivamente ad una scintigrafia con Tallio
si esegue una scintigrafia con Tecnezio, la
seconda immagine viene sottratta alla prima e
alla fine rimane visibile solo la captazione
riferita al tessuto paratiroideo - Scintigrafia Tecnezio-sestamibisi tratta di una
sostanza lipofila, che nelle cellule con un
numero elevato di mitocondri (adenomi
paratiroidei) viene trattenuta più a lungo che
nel tessuto tiroideo normale. La metodica
fornisce limmagine dopo acquisizione a 15, 90
min. e 6 ore dalla somministrazione del
radioisotopo
22TERAPIA
- Liperparatiroidismo asintomatico è stato
definito come un iperparatiroidismo documentato
in assenza di segni o sintomi riferibili alla
patologia - E stato stabilito che i pazienti di età
inferiore ai 50 anni dovrebbero essere sottoposti
ad intervento chirurgico poiché richiederebbero
un monitoraggio troppo lungo - Per i pazienti di età superiore a 50 anni viene
ritenuto appropriato il monitoraggio clinico - Successivamente si è evidenziato che i pazienti
non trattati chirurgicamente andavano incontro ad
osteopatia marcata, invece rispondono al
trattamento chirurgico con un netto recupero
della massa ossea
23TERAPIA
- Se si parte dal presupposto che liperpara
primario è dato dalladenoma di una paratiroide
sembra corretto sottoporre il paziente a
paratiroidectomia - Dopo tale intervento i livelli di Ca ematico si
riducono entro 24 h di solito la calcemia scende
a valori bassi o normali per 3/5 gg. fino a
quando il tessuto paratiroideo rimanente compensa
la ridotta secrezione ormonale - I pazienti con malattia senza complicanze e che
non presentano una patologia ossea sintomatica
hanno un ottimo recupero postoperatorio - Qualora si verificassero segni di ipocalcemia la
stessa potrebbe essere corretta con infusione di
Ca e vit. D3
24IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO
- È una iperfunzione reattiva delle paratiroidi ad
una ipocalcemia cronica, il più delle volte
dovuta ad insufficienza renale cronica - Più raramente lipocalcemia cronica è dovuta a
malassorbimento intestinale, ipercalciuria
idiopatica, deficit di Vitamina D, antiepilettici - La causa dell'sHPT è un disturbo funzionale
endocrino dei reni con conseguente deficitaria
produzione di Vit D3 (calcitriolo) come pure un
disturbo funzionale esocrino con accumulo di
fosforo ed ipocalcemia reattiva
25IPERPARATIROIDISMO SECONDARIOPATOGENESI
- Deficit di 1,25 (OH)2D3
- Aumento della fosforemia
- Alterato set-point del calcio
- Ridotta densità dei recettori per la VIT D
- Ridotto numero dei recettori per il calcio
- Resistenza periferica al PTH
- La presenza di 1 o più di questi fattori può
condurre alliperparatiroidismo, anche se
lipocalcemia rappresenta la causa principale che
scatena liperplasia delle paratiroidi e
laumentata secrezione di PTH. - Livelli estremamente elevati di PTH, riscontrati
nei pazienti affetti da IRC, sono dovuti in parte
anche ad un ridotto catabolismo dellormone a
livello renale ed epatico.
26IPERPARATIROIDISMO SECONDARIOPATOGENESI
- In generale l8 per mille dei pazienti in dialisi
da meno di 2 anni va incontro ad
iperparatiroidismo. Questa incidenza sale al 159
per mille nei pazienti in trattamento
emodialitico da più di 10 anni. - Di questi pazienti, dal 25 al 65, necessita di
paratiroidectomia.
27IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO
- La complicanza più importante dell'sHPT è
l'osteopatia renale in cui si sommano una osteite
fibrosa, un'osteomalacia ed una osteoporosi - La differenza tra iperparatiroidismo primario e
secondario è che nel primario vi è una crescita
autonoma delle paratiroidi (irreversibile),
mentre nel secondario vi è una risposta
adattativa delle paratiroidi (reversibile)?
28SINTOMATOLOGIA
- I pazienti con iperparatiroidismo secondario
possono avere dolore osseo, calcificazioni
ectopiche (anche vascolari) e prurito (per
deposizione di cristalli di idrossiapatite), che
scompaiono dopo paratiroidectomia - La patologia ossea che si riscontra è detta
osteodistrofia renale. Si possono avere quadri di
osteomalacia, dovuta principalmente a deficit di
Vit D e calcio, e di osteite fibroso-cistica
(azione eccessiva del PTH sul tessuto osseo)? - Nei pazienti con IRC in trattamento dialitico si
può osservare deposizione di alluminio, associata
ad un quadro osteomalacico-simile, e un turnover
osseo ridotto con livelli di PTH più bassi
associato alla malattia aplastica o adinamica
ossea
29SINTOMATOLOGIA
- Negli adulti dializzati con sHPT avanzato è
dimostrabile la presenza di una osteite fibrosa - I primi segni di osteite fibrosa si riscontrano a
carico dello scheletro della mano con la comparsa
di aree subperiostali di riassorbimento lungo il
lato radiale della falange media del dito indice,
accompagnate da neoformazioni ossee periostali,
striature longitudinali dovute all'allargamento
del canale di Havers e rarefazione della
corticale per riassorbimento endostale da un lato
e osteolisi della falange dall'altro - A causa del superamento del prodotto di
solubilità calcio-fosforo (70) si verificano
calcificazioni dei tessuti molli, soprattutto
nelle borse sinoviali e nel tessuto
periarticolare delle piccole articolazioni della
mano con segni di infiammazione a decorso acuto
recidivante (pseudogotta)?
30DIAGNOSI
- La diagnosi di sHPT viene posta grazie al
dosaggio dl calcio, del fosforo, del paratormone,
del calcitriolo e della fosfatasi alcalina,
nonché grazie all'esame radiologico delle mani o
all'esame istologico della spongiosi ossea - La profilassi e la terapia di questa malattia
consistono in misure dietetiche e nella
somministrazione di calcitriolo, calcio e
sostanze che si legano al fosforo, nonché nella
modificazione dei parametri emodialitici - Solo in casi particolari è necessaria la
paratiroidectomia
31TERAPIA MEDICA
- La terapia medica prevede la riduzione
dell'iperfosforemia con la restrizione dietetica
del fosfato, l'impiego di antiacidi non
assorbibili e somministrazione di supplementi di
calcitriolo (per via endovenosa)? - Una terapia medica attenta è in grado di
correggere l'iperparatiroidismo secondario e far
regredire i sintomi
TERAPIA CHIRURGICA
- Quando l'ipersecrezione di PTH non risponde più
alla terapia medica e l'iperparatiroidismo è
grave si richiede un approccio chirurgico.? - L'intervento chirurgico di elezione è la
paratiroidectomia subtotale (7/8)
32(No Transcript)
33ASPORTAZIONE O TRATTAMENTO MEDICO
Nodulo tiroideo
TSH SOPPRESSO
SCINTIGRAFIA
N. CALDO
TSH NORMALE
FNA ECO
N. FREDDO O IPOCAPTANTE
MALIGNO 4
NON DIAGNOSTICO 17
PROLIF. FOLLICOLARE 10
BENIGNO (CISTICO) 69
SOPPRESSIONE CON TIROXINA CONTROLLO ECOGRAFICO
CHIRURGIA
RIPETERE FNA SE AUMENTATO DI VOLUME O CITOLOGIA
SOSPETTA
34CLASSIFICAZIONE TUMORI TIROIDEI
- CARCINOMI DIFFERENZIATI
- FOLLICOLARE
- PAPILLARE
- MIDOLLARE
- A CELLULLE DI HURTHLE
- CARCINOMI INDIFFERENZIATI
- CARCINOMA ANAPLASTICO
35CARCINOMI TIROIDEI
- È la neoplasia maligna più comune del sistema
endocrino - Tra le neoplasie umane che presentano una
riduzione di incidenza, il k tirodeo presenta un
andamento in contro tendenza - Gran parte di questo aumento è dovuta al fatto
che si assiste ad una maggiore sensibilità
diagnostica per forme subcliniche della malattia,
ma è pure vero che vi è una maggiore esposizione
della popolazione dei paesi occidentali alle
radiazioni ionizzanti, cause mediche, incidentali
o belliche - Lo studio del genoma ha permesso di individuare
alcuni geni che, se alterati, portano alla
formazione di tumori - Nella maggior parte dei tumori della tiroide è
possibile risalire alla causa genetica scatenante
la trasformazione e la progressione neoplastica
36CARCINOMI DIFFERENZIATI DELLA TIROIDE
- Il k tiroideo è 2 volte più frequente nelle donne
che negli uomini - Caratteristiche tipiche del k tiroideo rendono
particolarmente facile il suo trattamento - 1 i noduli tiroidei sono facilmente palpabili,
permettendo una diagnosi precoce e una diagnosi
citologica mediante agoaspirato - 2 i radioisotopi dello iodio ( I123) possono
essere utilizzati per diagnosticare e per
trattare (I131) il k differenziato della tiroide
grazie all'esclusiva captazione di questo anione
da parte della ghiandola tirodea
37FATTORI DI RISCHIO
- Radiazioni ionizzanti lesposizione a questo
tipo di radiazioni è associata ad un danno del
DNA e ad un aumentato rischio di sviluppare
neoplasie maligne. La ghiandola tiroidea è più
radiosensibile rispetto ad altri organi. Le
radiazioni ionizzanti rappresentano lunico
fattore di rischio ambientale associato allo
sviluppo di carcinomi tiroidei come è stato
confermato dagli studi condotti sui sopravissuti
alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Recentemente studi eseguiti sugli individui
esposti alle radiazioni ionizzanti sprigionatesi
dopo lincidente di Chernobyl hanno confermato la
drammatica associazione tra lesposizione alle
radiazioni ionizzanti durante linfanzia e
ladolescenza e il rischio successivo di
sviluppare un k della tiroide.
38FATTORI DI RISCHIO
- 2. Fattore alimentare la deficienza cronica di
iodio induce un aumento della secrezione del TSH
quindi la formazione di gozzi che a loro volta
sono stati associati ad una neoplasia. - Alcune popolazioni che praticano diete
ricche di iodio (Svezia, Stati Uniti) hanno una
elevata incidenza di k papillare della tirode - Familiarità circa il 5 dei pazienti affetti da
k tiroideo ha una ricorrenza familiare della
malattia - Suscettibilità genetica i tumori papillari della
tirode sono caratterizzati da mutazioni attivanti
del protoncogene BRAF o da riarrangiamenti
somatici del protoncogene RET. I tumori
follicolari presentano mutazioni attivanti del
Ras.
39FATTORI PROGNOSTICI DEL CARCINOMA TIROIDEO
- Il carcinoma differenziato della tiroide
rappresenta oltre il 90 di tutte le neoplasie
maligne con una prognosi favorevole. La
sopravvivenza a 10 anni si riduce del 65-70 nei
casi di k midollare della tiroide risulta
eccezionale nei pazienti con carcinoma
anaplastico. - La prognosi del k tiroideo dipende da numerosi
fattori, la combinazione dei quali permette di
classificare il paziente ad alto o a basso
rischio di recidiva di persistenza di malattia o
di morte.
40FATTORI PROGNOSTICI PRE -
OPERATORI (fase 1)
- In questa fase della stadiazione del paziente con
k tiroideo sono presi in considerazione i
seguenti fattori prognostici - A) età costituisce il più importante fattore di
rischio i pazienti con k differenziato con età
inferiore a 45 anni sono considerati in stadio 1,
qualunque dimensione abbia il tumore primitivo,
pur in presenza di metastasi linfonodali solo
levidenza di metastasi a distanza è associata ad
una prognosi peggiore (stadio 2) - B) dimensioni del tumore laumento delle
dimensioni della neoplasia primitiva corrisponde
ad una prognosi peggiore.
41FATTORI PROGNOSTICI PRE -
OPERATORI (fase 1)
- C) coinvolgimento linfonodale è controverso il
ruolo delle metastasi linfonodali. - D) metastasi a distanza si è dimostrato che la
presenza di metastasi a distanza rappresenta un
fattore di rischio maggiore.
42FATTORI PROGNOSTICI POST-OPERATORI (fase 2)
- Dopo lintervento chirurgico i pazienti con k
tiroideo devono essere ristadiati. La valutazione
dei diversi fattori di rischio dopo lintervento
di tiroidectomia permette la classificazioine dei
pazienti con carcinoma differenziato nelle
seguenti categorie - 1) a rischio molto basso vi rientrano i pazienti
con microcarcinoma unifocale appartenente ad una
delle varianti non aggressive senza estensione
extracapsulare e senza metastasi - 2) ad alto rischio sono i portatori di metastasi
a distanza o quelli nei quali non è stata
possibile una resezione completa della neoplasia
o quelli che, non avendo avuto una resezione
completa della neoplasia, presentano metastasi
linfonodali o estensione del tumore oltre la
capsula (T3 O T4) - 3) a basso rischio sono i pazienti che non
rientrano nei 2 gruppi precedenti
43STADIAZIONE POST- TERAPIAABLATIVA CON RADIOIODIO
(fase 3)
- I pazienti ad alto rischio devono essere
sottoposti a terapia con radioiodio ad alte dosi.
I pazienti a basso rischio vanno sottoposti a
dosi tra 30 e 100 mCi.
44CARCINOMI DIFFERENZIATI DELLA TIROIDE
- Si classificano in
- - TUMORI A CELLULE EPITELIALI FOLLICOLARI
- - TUMORI PAPILLIFERI
- Derivano dall'epitelio follicolare tiroideo
- Hanno una buona prognosi
- L'incidenza del k tiroideo si aggira intorno a 9
per 100000 abitanti, aumenta con l'età e con un
plateau intorno ai 50 anni
45CARCINOMI DIFFERENZIATI DELLA TIROIDE
- K PAPIILLIFERO
- Il k papillare rappresenta l85 dei tumori
differenziati ed è il tumore con prognosi
migliore (sopravvivenza a 10 anni del 93) - Il k papillare mostra una spiccata tendenza
allinteressamnto delle stazioni linfonodali
cervicali, rara è la metastatizzazione a distanza - Singolare è il fatto che la mestatizzazione
linfonodale non influisca minimamente sulla
prognosi, ma che lunico fattore prognostico
veramente importante sia letà.
46CARCINOMI DIFFERENZIATI DELLA TIROIDE
- Altri fattori che influiscono negativamente sulla
prognosi sono lestensione locale oltre la
capsula ghiandolare con invasione dei tessuti
vicini e la presenza di metastasi a distanza.
47Varianti anatomo-patologiche del k papillifero
- A MICROCARCINOMA PAPILLIFERO, cioè inferiori ad
1 cm - La curva di sopravvivenza di pazienti colpiti da
questa neoplasia non si discosta dalla
popolazione sana - B CARCINOMA PAPILLIFERO CAPSULATO questo tipo
di carcinoma è completamente circondato da una
capsula fibrosa - La prognosi a lungo termine è paragonabile a
quella del microcarcinoma papillifero
48Varianti anatomo-patologiche del k papillifero
- C VARIANTE FOLLICOLARE DEL K PAPILLIFERO
- Questa forma mostra per definizione un modello di
crescita puramente follicolare e solo un attento
esame porta al riconoscimento di strutture
papillare - D CARCINOMA PAPILLIFERO VARIANTE SCLEROSANTE
DIFFUSA è la forma più maligna, infatti mostra
un imponente linfagiosi carcinomatosa che spiega
la frequente diffusione di entrambi i lobi
ghiandolari e nei linfonodi cervicali
49TRATTAMENTO CHIRURGICO CA PAPILLARE
- Il trattamento chirurgico del k papillare
consiste nella tiroidectomia totale (noi non
eseguiamo mai la loboistmectomia!!) - La linfoadenectomia si esegue solo quando vi sono
segni evidenti clinici o ecografici di
metastatizzazione linfonodale - Siamo del parere di eseguire sempre la
tiroidectomia totale perché il k papillifero è
molto spesso multifocale bilaterale.
50K FOLLICOLARE DELLA TIROIDE
- Costiuiscono il 5-15 dei carcinomi differenziati
della tiroide - Il k follicolare predilige i pazienti in età
avanzata - Si manifesta frequentemente come reperto
unifocale, risulta molto spesso associato ad una
condizione di gozzo plurinodulare e sembra
prediligere le aree iodio carenti - Il k follicolare tende ad invadere i vasi
sanguigni mostrando così maggiore tendenza alla
metastatizzazione a distanza, con predilizione
del tessuto osseo e polmonare - La sopravvivenza globale a 10 anni dalla diagnosi
si aggira intorno al 70
51Varianti istopatologiche del k follicolare
- A K FOLLICOLARE MINIMAMENTE INVASIVO
(CAPSULATO) assomiglia molto ad un adenoma
follicolare al punto che la diagnosi viene
formulata spesso dopo ripetuti esami e diverse
preparazioni - B K FOLLICOLARE FRANCAMENTE INVASIVO
- C K FOLLICOLARE ONCOCITARIO (OSSIFILO) O K A
CELLULE DI HURTLE presenta un'aggressività
maggiore rispetto ai carcinomi follicolari non
oncocitari - D CARCINOMA SCARSAMENTE DIFFERENZIATO (INSULAR
CARCINOMA)
52DIAGNOSI
- Così come accade per le neoplasie papillari anche
il follicolare si presenta frequentemente in una
forma asintomatica (60), in circa il 25 dei
casi si associa ad un gozzo plurinodulare,
soprattutto in zone di endemia gozzigena. Solo in
una minoranza di casi si possono apprezzare
sintomi quali disfonia, disfagia, sindrome
meccanica ostruttiva. - Lecografia ci rappresenta bene la morfologia
della nodularità tiroidea e la selezione dei
pazienti candidati ad una tipizzazione citologica
mediante FNA
53DIAGNOSI
- Lecografia nel k follicolare riveste un ruolo
minore rispetto al contributo fornito in caso di
k papillifero il reperto ecografico di nodulo
ipoecogeno, solido, a margini irregolari, con
microcalcificazioni risulta molto suggestivo per
k papillifero. Per il k follicolare non esiste un
pattern ecografico specifico, potendo
manifestarsi in una varietà di quadri morfologici
che ne limita lutilità nella diagnosi di natura.
54DIAGNOSI
- FNAb ecoguidata rappresenta attualmente la
metodica diagnostica più accurata ed efficace
nella determinazione della natura delle
nodularità tiroidee. Purtroppo essa svolge un
ruolo diagnostico fondamentale solo in caso di k
papillifero. Risulta invece incapace di
distinguere le forme benigne e maligne di
proliferazione follicolare
55DIAGNOSI
- Le lesioni a struttura follicolare non possono
essere diagnosticate come benigne o maligne sulla
base della sola morfologia cellulare, ma
piuttosto sulla base dellatteggiamento delle
cellule. Solo se cellule morfologicamnete simili
aggrediscono la capsula della neoplasia o
infiltrano i vasi peritumorali, la lesione viene
diagnosticata come maligna.
56CARCINOMA A CELLULE DI HURTHLE
- Viene chiamato anche a cellule oncocitarie o a
cellule ossifile. Secondo la WHO viene
considerata una variante del carcinoma
follicolare è difficilmente distinguibile dal k
follicolare classico se non per il tipico colore
bruno mogano. - Il quadro clinico è simile a quello degli altri
tumori differenziati. - La diagnosi di malignità rimane solo istologica
- La citologia ci pone gli stessi problemi già
visti per il k follicolare, in ogni caso una
diagnosi di proliferazione follicolare merita
sempre un intervento di tiroidectomia
57CARCINOMA MIDOLLARE
- Il carcinoma midollare della tiroide (CMT) si
sviluppa dalle cellule parafollicolari o cellule
C che producono calcitonina, rappresenta il 5
circa delle neoplasie maligne della ghiandola ed
è ereditario nel 25 (MEN2A, MEN2B) nella maggior
parte dei casi (80) insorge come forma
sporadica. - La sopravvivenza a 5-10 anni in un paziente con k
midollare si aggira intorno al 75
58Diagnosi clinica
- Vi sono tre principali obiettivi da tenere
presente nella diagnosi primaria di CMT - lindividuazione della lesione
- La stadiazione
- Lereditarietà
- 1) I pazienti spesso sono portatori di un
nodulo tiroideo che può essere palpabile e
possono esserci linfonodi laterocervicali. - La citologia e il dosaggio della
calcitonina ematica confermano la diagnosi, ma
possono risultare non determinanti nel chiarire
il quadro clinico. Nei casi dubbi può essere
utile il dosaggio della calcitonina ottenuto
dallagobiopsia.
59Diagnosi clinica
- 2) Per la stadiazione della lesione lecografia e
la TAC sono sufficienti per lo studio del tumore
e di eventuali linfonodi metastatici. - 3) Laccertamento di ereditarietà della lesione
può essere effettuato sia utilizzando il test
alla pentagastrina su tutti i familiari del
paziente sia attraverso lo studio del DNA dei
familiari. Lo studio del DNA si effettua con un
semplice prelievo ematico e si basa sulla ricerca
della mutazione germinale del protoncogene RET.
60CLASSIFICAZIONE DELLE STAZIONI LINFONODALI DEL
COLLO
- I LIVELLO linfonodi sottomandibolari e
sottomentoniero - II LIVELLO linfonodi giugulari superiori,
giugulo digastrici e spinali superiori. Sono
situati lungo il terzo superiore della vena
giugulare interna fino al punto di inserzione del
dotto tireo-linguo-facciale - III LIVELLO si chiamano linfonodi giugulari
medii. Sono compresi tra i punti di inserzione
del dotto tireo-linguo-facciale e il punto di
intersezione della vena giugulare interna con il
muscolo omoioideo
61CLASSIFICAZIONE DELLE STAZIONI LINFONODALI DEL
COLLO
- IV LIVELLO linfonodi giugulari inferiori. Sono
compresi tra i punti di inserzione della vena
giugulare interna con il muscolo omoioideo e la
clavicola - V LIVELLO sono il linfonodi dellaccessorio
spinale medii ed inferiori. Sono inclusi nel
triangolo posteriore delimitato dal margine
posteriore del muscolo sternocleidomastoideo,
clavicola e margine anteriore del trapezio. - VI LIVELLO linfonodi del comparto centrale.
Includono i linfonodi prelaringei, pretracheali,
laterotracheali o ricorrenziali e mediastinici
antero-superiori. Sono compresi nello spazio
delimitato lateralmente dalla guaina tiroidea, in
alto dallosso ioide e in basso dal tronco
brachio cefalico.
62CLASSIFICAZIONE DELLE STAZIONI LINFONODALI DEL
COLLO
- VII LIVELLO sono i linfonodi compresi nella
regione mediastinica.
63(No Transcript)
64(No Transcript)
65(No Transcript)
66TRATTAMENTO
- Il trattamento è chirugico sia nella forma
sporadica che familiare. - La prognosi è in funzione dellestensione della
lesione e di conseguenza il trattamento si fonda
sullidentificazione della fase di iperplasia
precancerosa di cellule C.
67CARCINOMA INDIFFERENZIATO (ANAPLASTICO)?
- Si tratta di un tumore scarsamente differenziato
e molto aggressivo. La prognosi è molto infausta.
La maggior parte dei pazienti muore entro i 6
mesi - La crescita rapida di questo tumore e la tendenza
di oltrepassare i limiti ghiandolari portano
molto spesso a complicazioni di natura meccanica.
Scintigraficamnte il tumore non capta iodio
68CARCINOMA INDIFFERENZIATO (ANAPLASTICO)?
- Istologicamente si nota un'alta attività
mitotica, ampia necrosi ed un'invasione
aggressiva tanto dei residui tiroidei quanto
delle strutture tiroidee - È peculiare che in molti di questi carcinomi si
trovino residui di k follicolori o papilliferi
ben differenziati, questo sta a significare la
possibilità di una trasformazione anaplastica di
questi tumori
69TERAPIA K TIRODEO
- TERAPIA CHIRURGICA (TIROIDECTOMIA TOTALE)
- TERAPIA TSH SOPPRESSIVA
- La soppressione del TSH mediante L-tiroxina è un
aspetto fondamentale del k tiroideo - L'obiettivo con la tiroxina è quello di ottenere
la soppressione del TSH senza causare effetti
collaterali da eccesso di ormone tiroideo - TERAPIA RADIOMETABOLICA
- Follow up con controlli di tireoglobulina ed
ecografia del collo
70APPROCCIO DEL PAZIENTE CON K TIROIDEO
- Lo scopo principale di un nodulo tiroideo è
quello di identificare il piccolo sottogruppo di
pazienti con lesione maligna - La maggior parte dei noduli palpabili è superiore
ad 1 cm, ma la possibilità di identificare un
nodulo alla palpazione è data dalla sua
localizzazione - È importante distinguere il nodulo tiroideo
singolo dal nodulo dominante nel contesto di un
gozzo multinodulare, dal momento che l'incidenza
di una neoplasia maligna è maggiore nei soggetti
con nodulo singolo - La maggior parte dei pazienti con noduli tiroidei
ha una normale funzionalità tiroidea, e deve
essere valutata dosando il TSH, che potrebbe
essere soppresso da 1 o più noduli funzionanti
71APPROCCIO DEL PAZIENTE CON K TIROIDEO
- Se il TSH è soppresso è indicata l'esecuzione di
una tireo scintigrafia per determinare se il
nodulo è caldo, dal momento che le lesioni con
aumentata iodo captazione non sono generalmente
maligne e non è necessaria la citologia - In caso contrario (nodulo freddo) l'esame
citologico con ago sottile dovrebbe essere il
primo passo nella valutazione del nodulo tiroideo
- La citologia ha un buon livello di sensibilità e
di specificità - La tecnica è particolarmente efficace
nell'individuare il k papillare - La distinzione tra lesioni follicolari benigne e
maligne è generalmente impossibile con la sola
citologia
72APPROCCIO DEL PAZIENTE CON K TIROIDEO
- La diagnosi di neoplasia follicolare rappresenta
un'indicazione all'intervento, dal momento che la
diagnosi differenziale tra tumore benigno e
maligno non può essere eseguita su preparati
citologici o su sezione estemporanea - In ogni caso in un nodulo che aumenta di
dimensione nel tempo è indicata una valutazione
citologica nel tempo per confermare la benignità
del nodulo - L'ecografia ci fornisce dei dati importanti circa
le caratteristiche del nodulo - Le tumefazioni sospette sono povere di echi e
spesso con margini poco netti
73APPROCCIO DEL PAZIENTE CON K TIROIDEO
- Lecografia ci fornisce inoltre informazioni
circa la forma e la grandezza del nodulo, della
vascolarizzazione nonché la presenza di
calcificazioni - Un nodulo ipoecogeno molto vascolarizzato nel cui
contesto sono presenti calcificazioni,
potenzialmente, è molto sospetto per tumore
74GOZZO IMMERSO
75GOZZO IMMERSO
76GOZZO IMMERSO
77GOZZO IMMERSO
78GOZZO IMMERSO
79GOZZO TOSSICO
80GOZZO TOSSICO
81GOZZO TOSSICO
82GOZZO TOSSICO
83- Le attuali tecniche ultrasonografiche permettono
una definizione morfologica dettagliata della
patologia tiroidea - Di particolare interesse è la tipizzazione dei
NODULI TIROIDEI - e la valutazione delle caratteristiche
ECOMORFOLOGICHE predittive di MALIGNITA
84CARATTERI ECOGRAFICI DEL NODULO TIROIDEO
- - ECOSTRUTTURA (solida,cistica o anecogena,mista)
- - ECOGENICITA (isoecogeno, ipoecogeno,
iperecogeno) - - MARGINI
- - CALCIFICAZIONI
- ALTRE CARATTERISTICHE (sbarramento acustico
- posteriore, rinforzo acustico posteriore)
- - ECOPATTERN VASCOLARE
85NODULO TIROIDEO SOSPETTO
- IPOECOGENICITA (marcata)
- ASSENZA DI ORLETTO PERIFERICO
- MICROCALCIFICAZIONI
- VASCOLARIZZAZIONE (Tipo IIIb peri ed
intralesionale)
86 - Macrocalcificazioni calcificazioni
intraparenchimali con dimensioni superiori a 3
mm- Microcalcificazioni calcificazioni
inferiori a 3 mm
87MICROCALCIFICAZIONI
Sono piccoli spots puntiformi iperecogeni
allinterno del nodulo tiroideo con cono dombra
posteriore
88MICROCALCIFICAZIONICLASSIFICAZIONE
- Nella Nostra U.O. di Endocrinochirurgia abbiamo
classificato le microcalcificazioni in quattro
sottocategorie in base alla morfologia e alla
distribuzione spaziale - Tipo I grossolane microcalcificazioni con
diametro massimo di 2 mm o esili calcificazioni
lineari di lunghezza massima di 3 mm - Tipo II microcalcificazioni nodulari periferiche
a guscio - Tipo III microcalcificazioni sporadiche - sparse
- Tipo IV microcalcificazioni a spruzzo (o a
tempesta di neve)
89Microcalcificazioni tipo I
90Microcalcificazioni tipo II
91Microcalcificazioni tipo III
92Microcalcificazioni tipo IV
93Microcalcificazioni tipo IV
94Esperienza clinica diretta
- Al fine di valutare la CORRELAZIONE tra
MICROCALCIFICAZIONI E CARCINOMA tutti i pazienti
candidati ad intervento chirurgico di
TIROIDECTOMIA TOTALE sono stati sottoposti a
VALUTAZIONE ECOGRAFICA PRE-OPERATORIA con
particolare attenzione al rilevamento dei
caratteri sospetti per malignità che vengono
annotati su una scheda redatta appositamente ai
fini dello studio. - Lesame istologico postoperatorio è stato
eseguito in modo coordinato descrivendo
separatamente i noduli identificati e descritti
nella scheda per raggiungere con certezza il
confronto tra il dato ecografico e il dato
anatomopatologico
95Esperienza clinica diretta
- Scheda di valutazione pre-operatoria
- Contesto patologico tireopatia uninodulare o
multinodulare associata o meno a tiroidite acuta,
subacuta e cronica - Dimensioni del nodulo
- Ecostruttura (ipoecogena, isoecogena,
iperecogena) - Presenza di sbarramento o rinforzo acustico
posteriore - Pattern vascolare (tipo I, II, IIIa, IIIb)
- Presenza di microcalcificazioni
.
96RISULTATI
- Presso lU.O. Clinicizzata di Endocrinochirurgia
da Gennaio a Maggio 2009 sono stati sottoposti ad
intervento chirurgico di Tiroidectomia totale per
tireopatia nodulare - 147 pazienti (134 F, 13 M)
- Età compresa tra i 22-75 anni (età media 48,4
anni)
97DIAGNOSI ISTOLOGICA
- 134 gozzi plurinodulari eutiroidei o tossici
(91,1) - 4 adenomi singoli o nel contesto di gozzo
plurinodulare (2,9) - Adenoma a cell di Hurtle (2,35)
- 35 carcinomi differenziati (24,1) di cui
- 28 Microcarcinomi (19,4)
La prevalenza di tiroidite associata era del 20
(30 pazienti)
98Lesame ecografico preoperatorio ha condotto alla
caratterizzazione di 310 noduli tiroidei
99Tabella 1 tipo di microcalcificazioni e
incidenza di neoplasia
Noduli neoplastici Noduli benigni Totale
macrocalcificazioni 5 22 27
microcalcificazioni 20 66 86
Tipo I 1 15 16
Tipo II 3 5 8
Tipo III 7 45 52
Tipo IV 9 1 10
Nessuna calcificazione 3 194 197
Totale 28 282 310
Totale carcinomi 28 poiché 7 di dimensioni lt 5 mm
non sono stati inclusi nello studio, ma sono
reperti istologici incidentali
100Tabella 2 Correlazione tra microcalcificazioni e
carcinoma
Noduli neoplastici Noduli benigni Totale
microcalcificazioni 20 66 86
Assenza calcificazioni o macrocalcificazioni 8 216 224
totale 28 282 310
Sensibilità 71,4, specificità 76,5, VPP23,2,
VPN 96,4, odds ratio 8,18
101- Assenza di microcalcificazioni si correla molto
bene con lassenza di neoplasia - tuttavia il loro riscontro non indica con
sufficiente probabilità la presenza di neoplasia.
102Tabella 3 Correlazione tra microcalcificazioni
tipo IV e neoplasia
Microcalcificaz. Tipo IV Noduli neoplastici Noduli benigni totale
presenti 9 1 10
Assenti 19 281 300
totale 28 282 310
Sensibilità 32,1, specificità 99,6,VPP 90, VPN
93,6, odds ratio 133,1
103La presenza di microcalcificazioni di tipo IV a
spruzzo conferma la fortissima correlazione con
le neoplasie differenziate
104Le microcalcificazioni di tipo III sono le più
frequenti (60). Lanalisi statistica ne rivela
il basso valore predittivo positivo e la bassa
specificità con un rischio di malignità solo di
poco maggiore (1,75) rispetto a tutti i noduli.
105Le microcalcificazioni di I e II tipo sembrano
essere molto meno frequenti e correlate per lo
più a noduli benigni.
106CONCLUSIONI
- La meticolosa valutazione di tutti i criteri
ecografici enunciati (ecogenicità, margini,
forma, vascolarizzazione, microcalcificazioni)
consente di ottenere risultati soddisfacenti
nellindividuazione dei noduli maggiormente
sospetti di malignità - .soffermarsi su di uno o pochi elementi
ultrasonografici potrebbe viceversa condurre ad
errore interpretativo e non consentire di
sottoporre al percorso diagnostico e terapeutico
più idoneo.
107CONCLUSIONI
- Uno dei criteri più utilizzati per la selezione
dei noduli da sottoporre ad FNA è la dimensione,
ma questo parametro non appare, in effetti,
correlabile al rischio di malignità - La selezione di un nodulo per FNA in una
tireopatia plurinodulare devessere basata
piuttosto sulle caratteristiche ecografiche - Il cosiddetto nodulo dominante che viene
sottoposto ad FNA per motivi di comodità spesso
non risulta essere maligno mentre sempre più
frequente è il riscontro di microcarcinomi di 7-8
mm di dimensioni