Title: Lezione 12
1- Lezione 12
-
- Corso di Economia Industriale Internazionale
- Davide Arduini
21. Concetti di base (1)
- Nei mercati in cui operano poche imprese, le
potenziali entranti devono tenere conto della
possibilità di reazione delle imprese già
operanti nel mercato - Inoltre, le imprese già attive nel mercato non
rimarranno passive alle scelte di chi sta
decidendo se entrare o stare fuori dal mercato - Comportamenti strategici al di là delle scelte
di prezzo e quantità, sono azioni intraprese per
influenzare la situazione di mercato ed aumentare
i profitti - I fattori che influiscono sugli esiti di mercato
sono prezzi, quantità, aspettative dei
partecipanti al mercato, tecnologie, costi e
velocità di entrata - Limpresa entrante ritiene che limpresa
esistente sul mercato non cambierà il livello di
produzione
31. Concetti di base (2)
- Comportamento strategico non cooperativo il fine
è aumentare il profitto di una impresa a scapito
di altre - Comportamento strategico cooperativo consiste
nelle azioni che rendono più facile coordinare le
proprie iniziative e limitare il dinamismo
competitivo - - Il fine di questo comportamento è aumentare i
profitti delle imprese che cooperano -
41. Concetti di base (3)
- Comportamenti delle imprese
- Deterrenza allentrata accumulare capacità
produttiva in eccesso, aumentare la
proliferazione dei prodotti e fare contratti di
lungo periodo - Predazione indurre i nuovi entranti ad uscire
dal mercato praticando prezzi molto bassi (al
limite inferiori ai costi) - Collusione si trasforma un oligopolio in
monopolio con accordi fra imprese - Fusioni/acquisizioni per una impresa che è
attiva in altri settori, lacquisizione di un
impresa operante in un certo mercato può essere
una efficace strategia di entrata in quel mercato
52. Deterrenza allentrata (1)
- 1. Capacità produttiva in eccesso
- 2. Proliferazione dei prodotti
- 3. Contratti di lungo termine, penale di rottura
del contratto scoraggia limpresa entrante - 1. Capacità produttiva in eccesso limpresa che
già opera nel mercato (1) produce di più (o
minaccia di farlo) per scoraggiare lentrata
della nuova impresa (2) - Se il costo di entrata è basso, può essere
conveniente un comportamento accomodante (entrata
accomodata) - Se il costo di entrata è alto e irrecuperabile,
lentrata sarà bloccata
62. Deterrenza allentrata (2)
- Capacità produttiva in eccesso
- Limpresa 1 opera da sola nel mercato
- Esiste una potenziale impresa entrante (2)
- Lentrante (2) deve decidere se entrare o
rimanere fuori se decide di entrare, deve
decidere quanto produrre - Prima però spetta a 1 decidere quanto produrre
- Lentrante prima osserva la quantità di
produzione scelta da 1 e poi decide se entrare o
no - Abbiamo un modello oligopolistico alla Cournot
il prezzo verrà fissato una volta che le due
imprese decidono i propri livelli di produzione - Figure 1 2 - 3
-
-
72. Deterrenza allentrata (3)
- Pre-definizione delloutput e deterrenza
allentrata (Figura 1) - Abbiamo tre curve dei profitti
- ?1M è il profitto dellimpresa 1 in caso di
monopolio - ?1S è il profitto dellimpresa 1, se limpresa 2
decide di entrare - - ?1S dipende solo dalla quantità di produzione
scelta dallimpresa 1 - - ?1S è il profitto che limpresa 1 si aspetta
di ottenere nel caso limpresa 2 decida di
entrare nel mercato - ?2 è il profitto dellimpresa 2 al netto dei
costi di entrata, dato il livello di produzione
scelto dallimpresa 1
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82. Deterrenza allentrata (4)
- Pre-definizione delloutput e deterrenza
allentrata (Figura 1) - Se limpresa 1 è certa che limpresa 2 non entra,
opererà in condizioni di monopolio e sceglie la
quantità di produzione da monopolio (q1M) che gli
garantisce un profitto da monopolio pari a
?1M(q1M) - Se limpresa 1 è convinta che limpresa 2 entri
nel mercato, allora dovrebbe scegliere un livello
di produzione pari a q1S che gli garantisce un
profitto ?1S(q1S) - ?1S(q1S) lt ?1M(q1M)
- Visto che limpresa 1 muove per prima avrà due
scelte
8
92. Deterrenza allentrata (5)
- Pre-definizione delloutput e deterrenza
allentrata (Figura 1) - Scelta 1
- Limpresa 1 decide di produrre la quantità di
monopolio (q1M) - Limpresa 2 deciderà di entrare perché realizzerà
profitti positivi pari a ?2(q1M) gt 0 - Scegliendo un livello di produzione da monopolio,
limpresa 1 incentiva lentrata dellimpresa 2 - Inoltre, limpresa 1 dovrà accontentarsi di un
profitto minore di quello da monopolio - ?1S(q1S) lt ?1M(q1M)
9
102. Deterrenza allentrata (6)
- Pre-definizione delloutput e deterrenza
allentrata (Figura 1) - Scelta 2
- Limpresa decide di produrre un livello di output
superiore a quello di monopolio - q1 q1D
- Per livelli di produzione q1 limpresa 2 fa
profitti negativi - ?2(q1) lt 0
- Per livelli di produzione q1D limpresa 2 fa
profitti nulli - Con q1D limpresa 1 fa profitti pari a ?1M(q1D) e
disincentiva limpresa 2 ad entrare nel mercato - Con questa scelta, limpresa 1 rinuncia a una
parte di profitto - ?1M(q1M) - ?1M(q1D) (area A della figura)
10
112. Deterrenza allentrata (7)
- Pre-definizione delloutput e deterrenza
allentrata (Figura 1) - Scelta 2
- Ma questo sacrificio è minore di quello che
limpresa 1 dovrebbe sostenere se lasciasse
entrare limpresa 2 - ?1M(q1M) - ?1S(q1S) (area A B della figura)
- Accomodamento (Figura 2)
- Non sempre la strategia ottimale per limpresa 1
è quella di scoraggiare lentrata dellimpresa 2 - Se il costo di entrata è basso, sarà meglio per
limpresa 1 lasciare entrare limpresa 2 - La motivazione risiede nel fatto che, quando i
costi di entrata sono bassi, allora limpresa 2
deciderà di non entrare solo se il livello di
produzione dellimpresa 1 è molto elevato
11
122. Deterrenza allentrata (8)
- Accomodamento (Figura 2)
- Solo in questo caso i profitti attesi
dellimpresa 2 sarebbero così bassi da essere
inferiori ai costi di entrata - Nella figura 2, rispetto alla figura 1, la
quantità di produzione in eccesso dellimpresa 1
(q1D) è molto più elevata - Questo significa che i profitti dellimpresa 1
(?1M(q1D) sono molto più bassi di quelli in
figura 1 - ?1M(q1D) lt ?1S(q1S)
- In definitiva, i profitti che otterrebbe
limpresa 1 (scoraggiando lentrata dellimpresa
2) sono inferiori ai profitti che limpresa 1
ottiene lasciando limpresa 2 libera di entrare - La strategia migliore dellimpresa 1, con costi
di entrata bassi, è di lasciar spazio allentrante
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132. Deterrenza allentrata (9)
- Entrata bloccata (Figura 3)
- Se invece i costi di entrata sono elevati,
limpresa 1 può trascurare la minaccia di entrata
e scegliere il livello di produzione di monopolio - In questo caso, allimpresa 2 non conviene
entrare neanche se limpresa 1 sceglie un livello
di produzione di monopolio (q1M) perché i suoi
profitti sarebbero negativi
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142. Deterrenza allentrata (10)
- La proliferazione dei prodotti
- Esempio mercato USA dei cereali
- Caratteristiche del mercato
- - bassi costi di entrata
- - bassa dinamica tecnologica
- Date queste caratteristiche del mercato, dovrebbe
essere facile entrare, tuttavia persiste alta
concentrazione con 4 grandi imprese - Perché ci sono profitti elevati ma le imprese non
entrano nel mercato dei cereali ? - Perché è aumentato il numero dei prodotti mentre
il numero delle imprese è rimasto uguale ? - Perché aumentando il grado di varietà del
prodotto si può scoraggiare lentrata ? -
152. Deterrenza allentrata (11)
- La proliferazione dei prodotti
- Analizziamo il mercato dei cereali utilizzando il
modello di Hotelling - Il cereale si differenzia in termini di dolcezza
- Possiamo rappresentare le varietà in uno spazio
- 0 1/2 1
- poco dolce molto dolce
- Supponiamo che limpresa 1 muova per prima
- Se limpresa 1 produce solo una varietà, cercherà
di accontentare tutti, quindi si collocherà in
mezzo - Supponiamo anche che non cè competizione di
prezzo (p1p2p)
162. Deterrenza allentrata (12)
- Indichiamo con F il costo di produrre un nuovo
tipo di cereale e supponiamo che F lt ½ p -
- 0 ½ 1
- Lentrante (impresa 2) deciderà di entrare
producendo una seconda varietà di cereali e si
collocherà nel punto ½ con una quota di mercato
del 50 - ?2 ?1 ½ P F
- Se limpresa 1 produce due varietà (una amara e
una dolce), collocandosi in ¼ e ¾, la quota di
mercato massima dellimpresa 2 sarà ¼ - 0 ¼ ½
¾ 1
172. Deterrenza allentrata (13)
- Limpresa 2 si colloca al centro del segmento e
venderà il suo prodotto a tutti i consumatori
compresi nellintervallo tra 3/8 e 5/8 - ?2 ¼ P F
-
- se F gt ¼ P, allora limpresa 2 sta fuori dal
mercato perché realizza profitti netti negativi - ?1 (½ P F) (½ P F) P - 2F 2(½ P F)
- ricavi costo ricavi costo
(var varietà) - var 1 var 1 var 2 var 2
- se F lt ½ P cè incentivo alla proliferazione dei
prodotti per limpresa 1 - 2(½ P F) gt ½ P F
- Ossia, i profitti con 2 varietà sono maggiori dei
profitti con una sola varietà
183. Prezzi predatori (1)
- Adam Smith vedeva nellabbassamento dei prezzi,
il più nobile effetto del processo
concorrenziale - Secondo leconomista scozzese, infatti, mentre da
un lato il prezzo del monopolio è da considerarsi
come il più alto che possa essere ottenuto,
dallaltro, il prezzo naturale o della libera
concorrenza, è definibile come il più basso che
i venditori possono comunemente permettersi di
tenere, continuando costantemente nella propria
attività - Da un punto di vista meramente teorico,
labbassamento dei prezzi in un dato mercato può
essere determinato da due diversi fattori
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193. Prezzi predatori (2)
- Nel primo caso, la discesa dei prezzi può essere
determinata da cause di tipo allocativo - Ciò si verifica quando un dato mercato risulti
interessato dal continuo ingresso di nuove
imprese e dal conseguente aumento della
concorrenza effettiva - In questo caso, si assiste al raggiungimento di
un punto astratto di equilibrio che può essere
quello in cui - - il prezzo eguaglia il costo marginale
- - il prezzo diventa sostenibile
- In entrambi i casi, lefficienza allocativa delle
risorse è massima
19
203. Prezzi predatori (3)
- Nel secondo caso, invece, la caduta dei prezzi
risulta essere direttamente proporzionale al
miglioramento delle strutture produttive
dellazienda - Basti pensare, a mero titolo esemplificativo,
allammodernamento degli impianti,
allapplicazione di nuove tecnologie, alla
formazione dei propri dipendenti ecc ecc - Chiaramente, questo tipo di efficienza
produttiva/tecnica può avere, quale conseguenza
diretta, un cambiamento notevole dei rapporti di
forza tra le imprese concorrenti, mettendo alcune
di esse in condizione di prevalere sulle altre - Si assiste, in pratica, ad una sorta di
selezione naturale in cui le imprese più
arretrate da un punto vista tecnologico sono
costrette a soccombere nel confronto con le
imprese concorrenti che, al contrario, investono
in modernità
20
213. Prezzi predatori (4)
- La caduta dei prezzi in un dato mercato non trova
fondamento solamente nellingresso di nuove
imprese o nei maggiori investimenti volti
allammodernamento degli impianti - Talvolta, labbassamento dei prezzi posto in
essere da unimpresa dominante sul mercato, ha
come scopo unico quello di eliminare i
concorrenti dal mercato - La fattispecie dei prezzi predatori rappresenta,
infatti, una tipica condotta abusiva escludente - Si è in presenza di predatori pricing quando
unimpresa detentrice di una posizione dominante
sul mercato, ponga in essere una strategia di
vendita sottocosto non giustificata da ragioni
di efficienza economica
21
223. Prezzi predatori (5)
- Essa viene posta in essere in attuazione di un
disegno deliberatamente teso ad escludere dal
mercato i concorrenti più deboli, privi di
risorse finanziare adeguate per sopportare una
prolungata e pregiudizievole guerra dei prezzi - Laccertamento della condotta abusiva dipende dal
riscontro di alcune caratteristiche del mercato e
dellimpresa che pone in essere la pratica
escludente - - significative barriere allingresso
- - disponibilità in capo allimpresa dominante di
risorse finanziare ingenti - - capacità produttive sufficienti a soddisfare
lintera domanda una volta che i concorrenti
siano stati estromessi dal mercato
22
233. Prezzi predatori (6)
- Scopo ridurre i prezzi per far uscire dal
mercato i concorrenti - In una prima fase limpresa già operante nel
mercato riduce il proprio prezzo ad un livello
molto basso per scoraggiare lentrata di un nuovo
concorrente o per costringerlo alluscita
dallindustria - In una seconda fase, se la sua azione ha avuto
successo, limpresa già attiva aumenta il prezzo
e si trasforma in monopolista - In definitiva, limpresa abbassa il prezzo al di
sotto di una misura di costo, cioè limpresa
incorre in perdite di breve periodo per
garantirsi profitti di lungo periodo -
-
243. Prezzi predatori (7)
- Limpresa già attiva deve convincere i rivali che
è disposta a far scendere il prezzo al di sotto
dei costi e di mantenere questo prezzo per un
periodo di tempo sufficientemente lungo a
scoraggiare i rivali - Affinché la politica predatoria del prezzo sia
efficace, è necessario che le imprese rivali
siano convinte che tale politica può essere
sostenuta per un periodo sufficientemente lungo e
ripetuta in caso di nuove pressioni allentrata - Gli entranti potenziali devono ritenere non
profittevole lentrata - Controllo degli assets dei concorrenti
253. Prezzi predatori (8)
- Oltre a cercare di scoraggiare lentrante (2),
limpresa già attiva (1) può cercare di indurre
luscita dal mercato, praticando prezzi molto
bassi (prezzi predatori) L lt MC (perdita) - Supponiamo di avere 2 periodi t0 e t1
- In t0 1 decide se praticare prezzi bassi oppure
alti (P lt MC o P gt MC) - Se 1 pratica prezzi bassi, allora sia 1 che 2
realizzano delle perdite (L) - Se 1 pratica prezzi alti, sia 1 che 2 realizzano
profitti da duopolio (?D)
263. Prezzi predatori (9)
- In t1 se 2 decide di rimanere nel mercato, per 1
non è conveniente praticare prezzi predatori in
quanto 2 è già entrato - 1 dovrà scegliere solo tra un profitto positivo
da duopolio e perdite pari a L - Se in t1 1 applica prezzi predatori allora 2
realizza delle perdite (L) - Se 2 non può sopportare perdite nel breve periodo
(prendendo a prestito) è costretta a uscire - Quindi, se cè incertezza sulla possibilità di
prendere a prestito, può essere razionale per 1
praticare prezzi predatori
273. Prezzi predatori (10)
- Si può concludere che 1 non adotterà prezzi
predatori neanche nel primo periodo in quanto
realizzerà delle perdite invece che profitti da
duopolio - In definitiva, non conviene per un monopolista
adottare un comportamento predatorio (conclusioni
sviluppate dalla scuola di Chicago) - I ricercatori della scuola sostenevano che se un
monopolista reagisce allentrata di un
concorrente riducendo il suo prezzo, questo è
dovuto alleffetto competitivo della diminuzione
del suo potere di mercato (che quindi porta ad
abbassare i prezzi) - La debolezza della tesi della scuola di Chicago
risiede nel fatto che si basa su ipotesi di
razionalità e di perfetta informazione
283. Prezzi predatori (11)
- In precedenza abbiamo visto che nel caso
limpresa 2 subisca perdite nel primo periodo può
sempre chiedere un prestito alle banche - Tuttavia, lipotesi più realistica è che non
sempre ci sia un finanziatore disposto a prestare
denaro - In questi termini, è più realistico osservare un
comportamento predatorio da parte di un
monopolista
294. Identificazione del comportamento predatorio
(1)
- Ai fini dellaccertamento della pratica
anti-concorrenziale, risulta necessario definire
un parametro di costi al di sotto dei quali il
prezzo può essere definito come predatorio - La letteratura economica in materia definisce i
prezzi predatori come quei prezzi praticati al di
sotto dei costi marginali - Ne consegue che, ogni vendita effettuata a tale
prezzo costituisce una vendita in perdita e,
come, tale, priva di giustificazione economica - La più nota tecnica di individuazione dei prezzi
predatori è il cosiddetto criterio di Areeda e
Turner, dal nome degli studiosi che lo hanno
elaborato
29
304. Identificazione del comportamento predatorio
(2)
- Il criterio di Areeda e Turner si basa su due
presupposti fondamentali - - il diritto antitrust deve mirare a colpire
solo ed esclusivamente le politiche di prezzo con
intenti escludenti - - latteggiamento per lindividuazione dei
prezzi predatori deve essere assolutamente
prudenziale per evitare di confondere la libera
concorrenza con la messa in pratica di condotte
abusive - Partendo da tale premessa metodologica, Areeda e
Turner concentrano la loro analisi su due tipi di
costo differenti, il costo medio e il costo
marginale, definendo predatori solo i prezzi
inferiori alla seconda misura di costo - In tale ultima ipotesi, infatti, limpresa
produrrebbe in perdita in quanto i costi
sostenuti per la produzione di un dato bene
risulterebbero inferiori al valore assegnato al
bene medesimo - In altre parole, quando unimpresa scende sotto
il prezzo che un mercato perfettamente
concorrenziale le imporrebbe, si concreta una
condotta abusiva volta ad eliminare i concorrenti
più deboli dal mercato
30
315. Antitrust USA e comportamento predatorio (1)
- Fino agli anni 50 il pensiero economico e la
Politica Antitrust degli Stati Uniti hanno
considerato i prezzi predatori come una pratica
abbastanza diffusa fra le imprese ed in numerosi
casi, in quel periodo, vi sono state condanne
(StandardOil, American Tabacco, Du Pont, etc.) - Negli anni 50 iniziò un dibattito teorico
(Leeman, 1956 MgGee, 1958 Telser, 1966) volto a
negare che una politica dei prezzi predatori
potesse essere razionale - Tale dibattito non ebbe rilevanti effetti sul
comportamento degli organi giudicanti degli Stati
Uniti fino alla metà degli anni 70 e le Corti
continuarono ad avere un atteggiamento abbastanza
rigido per quanto riguardava le politiche di
abbassamento dei prezzi da parte delle imprese
dominanti, senza però che emergesse un criterio
di giudizio unico
31
325. Antitrust USA e comportamento predatorio (2)
- Solo nel 1975 apparve limportante contributo di
AreedaTurner - Il criterio proposto da Areeda e Turner (1975) è
basato sul confronto dei prezzi con i costi medi
variabili - Secondo questi autori un prezzo al di sotto del
costo medio variabile è presumibilmente dettato
da intenti predatori, mentre un prezzo superiore
al costo medio variabile, ma inferiore al costo
medio totale, è presumibilmente lecito
32
335. Antitrust USA e comportamento predatorio (3)
- Williamson (1977) invece propose come indicatore
di comportamento predatorio un aumento della
quantità prodotta da parte dellimpresa
dominante, nel periodo immediatamente successivo
allentrata dellimpresa rivale - Tali criteri furono criticati in quanto potevano
risultare nello stesso tempo troppo rigidi e
troppo permissivi - Troppo rigidi in quanto vi sono varie circostanze
in cui un prezzo inferiore al costo marginale o
un aumento della quantità non costituiscono un
segnale di intenti anticompetitivi - Troppo permissivi in quanto lintento predatorio
può esservi anche con prezzi superiori al costo
medio totale o aumenti della quantità prodotta
33
345. Antitrust USA e comportamento predatorio (4)
- Un ulteriore problema con i due criteri in
precedenza indicati è che essi sono statici e non
tengono conto del comportamento dellimpresa
dominante nella fase successiva allabbassamento
del prezzo o allaumento della quantità prodotta - Nel 1979 Joskow-Klevorick proposero un test a due
stadi che teneva conto di alcune di tali critiche - Secondo i due autori per provare che una politica
di riduzione di prezzi è un comportamento
predatorio, non è sufficiente che i costi medi e
marginali siano al disopra del prezzo - Secondo i due autori, infatti, è anche necessario
che la riduzione dei prezzi sia realizzata con
lobiettivo di eliminare i propri concorrenti dal
mercato per poi successivamente aumentare i prezzi
34
355. Antitrust USA e comportamento predatorio (5)
- Il test di Joskow-Klevorick (1979) prevede un
primo stadio nel quale si esamina se la struttura
dellindustria è tale da permettere che una
strategia di prezzi predatori abbia successo - Ad esempio, se le barriere all'entrata sono
basse, una siffatta strategia difficilmente potrà
avere successo - In un secondo stadio si esamina la relazione fra
prezzi e costi in unottica dinamica così da
tenere conto del trade-off fra il sacrificio del
profitto corrente ed il guadagno derivante dalla
situazione di monopolio
35
365. Antitrust USA e comportamento predatorio (6)
- Secondo questo test la strategia dei prezzi
predatori non può essere provata solo sulla base
di un confronto fra prezzi e costi in un dato
istante ma deve tenere conto di vari elementi fra
cui unanalisi della dinamica del prezzo - Questo approccio è stato recepito negli anni 80
dai tribunali degli Stati Uniti in modo
restrittivo, che ha reso molto più difficile,
rispetto al passato, una condanna per prezzi
predatori - Linterpretazione della Suprema Corte è che un
prezzo inferiore al costo medio variabile è una
condizione necessaria ma non sufficiente per una
politica di prezzi predatori - Occorre infatti tenere conto anche dei profitti
derivanti da uneventuale situazione di monopolio
36
375. Antitrust USA e comportamento predatorio (7)
- Due recenti casi sembrano, però, dopo la politica
antitrust prevalentemente orientata al
laissez-faire del periodo Reagan, evidenziare
strategie più interventiste in materia di prezzi
predatori da parte del Dipartimento di Giustizia - Il primo caso riguarda il trasporto aereo e la
recente condanna, per prezzi predatori, da parte
del Dipartimento di Giustizia della American
Airlines nel giugno del 1999, per la sua
strategia tariffaria da e per laeroporto
internazionale di Dallas/Forth Worth a danno di
tre compagnie minori
37
385. Antitrust USA e comportamento predatorio (8)
- LAmerican Airlines è stata accusata di avere
scatenato una guerra dei prezzi dopo lentrata
del concorrente su una data rotta e di aver
mantenuto tali prezzi per tutto il tempo in cui
il concorrente ha operato su quella rotta, e di
aver aumentato i prezzi, dopo luscita del
concorrente, in modo sostanziale rispetto al
periodo precedente linizio la guerra dei prezzi - Il Dipartimento di Giustizia in questo caso non
ha basato la propria decisione sul fatto che i
prezzi erano inferiori al costo marginale quanto
sulla dinamica dei prezzi dellimpresa dominante
prima dellentrata, durante lentrata, e dopo
luscita delle imprese rivali - Il secondo caso, ancora più interessante, è
quello di Microsoft
38
395. Antitrust USA e comportamento predatorio (9)
- Il Dipartimento di Giustizia ha ritenuto
predatoria la pratica seguita dalla Microsoft di
cedere gratuitamente il suo browser Explorer,
garantendo che sarebbe stato sempre gratuito - Secondo il Dipartimento di Giustizia il prezzo
applicato da Microsoft per il suo browser non
massimizza il profitto se non in quanto preserva
il monopolio di Microsoft nei sistemi operativi
(ed eventualmente procura alti profitti dal
monopolio del mercato del browser - La fissazione del prezzo del browser di Microsoft
è quindi un altro elemento del suo comportamento
anticoncorrenziale (Bishop, 1999)
39
405. Antitrust USA e comportamento predatorio (10)
- È importante notare che il comportamento
predatorio della Microsoft non può essere provato
alla luce dei criteri in precedenza visti - Il fatto di avere fissato un prezzo del browser
uguale a zero non permette di utilizzare il
criterio di Areeda-Turner, tenuto conto che il
costo marginale del software è nullo - Inoltre, giacché la Netscape, principale
concorrente, non è uscita dal mercato, e quindi
non vi è stato un recupero del minor guadagno,
non è possibile utilizzare nemmeno il criterio di
Joskow-Klevorick - Gli elementi su cui si è basato il Dipartimento
di Giustizia per aprire listruttoria sono
diversi
40
415. Antitrust USA e comportamento predatorio (11)
- La struttura del mercato - La Microsoft è
unimpresa dominante sia nel mercato del software
operativo che applicativo - Il prezzo del browser al di sotto del costo medio
totale - Giacché le spese per lo sviluppo di un
software sono molte elevate, il costo medio
totale è certamente positivo e maggiore di zero - Lintento predatorio - La Corte ha presentato
documentazione e testimonianze da cui risulta che
Microsoft ha avuto intenti predatori nei
confronti dei concorrenti. La Microsoft grazie
alla sua politica, avendo abbondanti risorse
finanziarie, è stata in grado di danneggiare un
rivale come Netscape che era altrettanto
efficiente. La conseguenza di questa azione è
stata lacquisto di Netscape da parte di AOL,
anche se il browser della Netscape è sempre
presente sul mercato, per cui lintento
predatorio ad oggi non è stato raggiunto
41
425. Antitrust USA e comportamento predatorio (12)
- Lintento predatorio - Non vi è dubbio che la
pratica seguita da Microsoft di offrire
gratuitamente il software che altre imprese
cercano di vendere, in modo da conquistare
mercati collegati a quel software possa avere
intenti predatori, ma ciò deve essere provato
individuando altre pratiche di natura
anticompetitiva quali lintegrazione in Windows
95 di una serie di pacchetti applicativi, i
contratti in esclusiva fatti per favorire il
proprio prodotto rispetto a quello dei
concorrenti, le minacce a distributori,
consumatori, produttori di software di usare la
tecnologia dellimpresa concorrente, etc. - Laspetto che viene messo sotto accusa da parte
del Dipartimento della Giustizia riguarda
lintegrazione fra una serie di pacchetti
applicativi fra i quali lInternet Explorer ed il
sistema operativo Windows 95 che è utilizzato da
circa il 90 dei PC e quindi permette a Microsoft
di avere una posizione dominante
42
436. Antitrust UE e comportamento predatorio (1)
- La strategia dei prezzi predatori è una
fattispecie specifica, che rientra nella classe
più generale di comportamenti ritenuti abuso di
posizione dominante e condannati in base
allarticolo 86 del Trattato dellUnione Europea - Lapproccio delle Commissioni Antitrust europee
per quanto riguarda i prezzi predatori, ha come
riferimento quanto stabilito dalla Corte di
Giustizia il 3 luglio 1991 con riferimento al
caso AZKO - In sintesi le conclusioni della Corte sono le
seguenti - prezzi al disotto dei costi medi variabili (AVC)
sono predatori salvo circostanze eccezionali - un prezzo compreso fra il costo medio totale
(ATC) e il costo medio variabile (AVC) è indice
di comportamento predatorio se fa parte di un
piano per eliminare la concorrenza
43
446. Antitrust UE e comportamento predatorio (2)
- Alla fine degli anni settanta in Irlanda e in
Inghilterra, il mercato degli additivi per farina
alimentare era caratterizzato dalla presenza di
due grosse aziende chimiche la AKZO e la ECS - ECS era un piccolo produttore inglese di sostanza
chimiche che venivano utilizzate sia nel mercato
della farina alimentare, sia nel processo di
produzione dei polimeri - AKZO era, invece, unindustria chimica
multinazionale, dominante in entrambi i mercati - Fino al 1789 la AKZO agiva sostanzialmente da
price leader mentre ECS seguiva gli aumenti
mantenendo i prezzi più bassi del 10 rispetto
alla rivale
44
456. Antitrust UE e comportamento predatorio (3)
- Da quella data in poi, ECS che fino ad allora
aveva acquistato il perossido di benzoile
(additivo per farina) da AKZO, cominciò a
produrlo in proprio e a venderlo direttamente
alla BASF (uno dei principali clienti di AKZO), a
prezzi più bassi del 15-20 rispetto alla
concorrente - Di fronte al tentativo di ECS di mutare tali
equilibri precostituiti, insediando la propria
posizione dominante, AKZO minacciò di eliminare
ECS dal mercato a meno che questultima non
decidesse di ritirarsi definitivamente dal
mercato dei polimeri - A questo scopo, AKZO mise in atto una politica di
sconti anormalmente bassi a tutti i clienti di
ECS fino al 1983
45
466. Antitrust UE e comportamento predatorio (4)
- Le grandi dimensioni di AKZO nonché le ampie
soglie di fatturato di questultima, le
consentirono, infatti, di intraprendere una vera
e propria guerra dei prezzi con ECS che, non
potendo disporre delle risorse finanziare della
grande multinazionale, non aveva altra scelta se
non quella di rivolgersi alla Commissione Europea
46
476. LAGCOM e il comportamento predatorio (1)
- LAutorità Garante della Concorrenza e del
Mercato (AGCM) ha avuto modo di occuparsi, per la
prima volta, del concetto di predatorietà dei
prezzi esaminando il caso Tekal/Italcementi - Allepoca dei fatti, Italcementi era il più
importante produttore di cemento in Italia ed in
Europa nonché una società attiva nel mercato del
calcestruzzo preconfezionato - Tuttavia, nellanno 1993, gli equilibri di
mercato fino ad allora vigenti, iniziarono a
mutare a causa dellingresso di imprese
concorrenti provenienti da Grecia ed ex
Jugloslavia - Nonostante i mutati scenari di mercato,
Italcementi non abbassò immediatamente i prezzi,
preferendo investire nellacquisto di nuovi
impianti per la produzione del cemento -
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486. LAGCOM e il comportamento predatorio (2)
- Solo successivamente limpresa italiana iniziò a
mettere in atto una vera e propria guerra dei
prezzi, vendendo i suoi prodotti al di sotto dei
costi variabili ( e raddoppiando in pochissimo
tempo la propria quota di mercato) - Nellesaminare il caso in questione, lAGCM si
trovava, dunque, di fronte la situazione di
unimpresa che - - praticava prezzi inferiori ai costi variabili
- - aveva rafforzato la propria dominanza in
pochissimo tempo - - il comportamento dellazienda lasciava
intendere un chiaro fine predatorio -
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496. LAGCOM e il comportamento predatorio (3)
- Secondo lAGCM, i comportamenti tenuti da
Italcementi, con particolare riferimento alla
vendita di calcestruzzo a prezzi inferiori ai
costi variabili e all'applicazione del sistema di
sconti previsto nei contratti di fornitura
conclusi con la società TEKAL costituivano abuso
di posizione dominante ai sensi della legge n.
287/90 - Per tale ragione, ha imposto alla Italcementi la
sanzione amministrativa pecuniaria di 3 miliardi
e 750 milioni di lire -
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