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Il caso Toaff e le

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Sergio Luzzatto Pi che mai, dopo la tragedia della Shoah, comprensibile che l' accusa del sangue sia divenuta un tab . O piuttosto, ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Il caso Toaff e le


1
Il caso Toaff e le Pasque di sangue (2007)
  • Come trasformare un libro di storia in un caso
    giornalistico

2
Ariel Toaff, Pasque di sangue. Ebrei dEuropa e
omicidi rituali, Bologna, il Mulino, 2007
  • Ariel Toaff è docente di storia ebraica alla
    Bar-Ilan University di Ramat Gan (Israele) e
    figlio del novantunenne Elio Toaff, già Rabbino
    capo della Sinagoga di Roma e personaggio assai
    noto in Italia.
  • Nel 2007 Ariel Toaff ha pubblicato in italiano il
    libro Pasque di sangue. Ebrei dEuropa e omicidi
    rituali (il Mulino, Bologna 2007), proponendosi
    di rovesciare gli ultimi cinquantanni di
    storiografia e di sociologia storica sul tema
    dellaccusa del sangue ossia della gravissima
    accusa, rivolta agli ebrei dal Medioevo fino ai
    giorni nostri, di sacrificare bambini cristiani
    per cibarsi ritualmente del loro sangue.

3
Quali sono i contenuti del libro di Toaff?
  • Nel libro di Toaff le pagine dedicate allaccusa
    del sangue sono decisamente poche rispetto a
    quelle che trattano di altri argomenti. Gran
    parte del libro è dedicata infatti ai seguenti
    temi 1) il coinvolgimento di ebrei in attività
    di spionaggio (che avrebbero potuto forse
    coinvolgere un tentativo di assassinare il
    sultano turco dellepoca) e in affari piuttosto
    loschi della Repubblica di Venezia 2) le
    invettive anticristiane nella letteratura e in
    alcuni rituali ebraici medievali e della prima
    età moderna 3) le parodie blasfeme del
    cristianesimo, che avrebbero comportato in
    particolare la crocifissione di un agnello a
    Pasqua in odio a Gesù Cristo, di cui si sarebbero
    forse resi colpevoli certi ebrei di Candia 4)
    luccisione di cristiani, alcuni forse mediante
    crocifissione, da parte di ebrei (e viceversa) in
    occasione di tumulti 5) il dramma di alcune
    madri ebree disperate che avrebbero ucciso i
    propri figli per sottrarli al rapimento e alla
    conversione forzata al cristianesimo 6) le
    accuse a Gesù Cristo nella polemica anticristiana
    ebraica di essere stato concepito non da una
    vergine ma da una donna mestruata 7)
    uniconografia ebraica che rappresenta con
    evidente compiacimento il sangue di nemici
    uccisi 8) un complotto forse ordito da ebrei
    per uccidere i responsabili di uno dei più
    sanguinosi casi di accusa del sangue, quello di
    Trento del 1475 8) la pratica superstiziosa di
    alcune comunità ebraiche, dove si sarebbe
    ritenuto portatore di benefici terapeutici il
    sangue della circoncisione.

4
1) le confessioni estorte con luso della
tortura non possono mai essere considerate dallo
storico come una prova certa (A. Prosperi)
  • Per rovesciare le conclusioni sulle accuse del
    sangue cui era giunta tutta la storiografia
    precedente, Toaff deve metterne in discussione
    anzitutto la metodologia. Questa si basa su due
    capisaldi.
  • Il primo è che le confessioni estorte con luso
    della tortura non possono essere considerate una
    prova dallo storico (A. Prosperi).
  • Toaff risponde che non è così, perché diversi
    documenti riportano tutta una serie di
    affermazioni degli imputati su rituali e pratiche
    ebraiche che i giudici non potevano conoscere.
  • Tuttavia se affermiamo che tutto quello che le
    accusate di stregoneria raccontavano nei processi
    era falso, certamente sbagliamo. Ma sbagliamo in
    modo più grave se crediamo che tutto quanto
    risulta dai verbali dei processi per stregoneria
    sia vero.

5
2) il fatto che centinaia di racconti siano
simili fra loro non prova la loro veridicità, ma
in qualche caso è un forte indizio della loro
falsità (C. Ginzburg).
  • Laltro principio metodologico che Toaff mette è
    quello secondo cui il fatto che decine o anche
    centinaia di racconti di omicidi rituali imputati
    agli ebrei siano simili fra loro non prova
    laccusa del sangue, ma al contrario è un forte
    indizio della sua falsità.
  • Sono i resoconti, non i fatti, a copiarsi fra
    loro. Questo non vale solo per la stregoneria.
    Chi ha studiato la grande paura degli omicidi
    rituali satanici negli Stati Uniti e
    nellInghilterra degli anni 1980-1990, o ha letto
    i resoconti di chi afferma di essere stato rapito
    dagli extraterrestri e portato a bordo di UFO, si
    rende conto che ci sono migliaia di resoconti di
    persone che hanno affermato di avere visto
    bambini mangiati dai satanisti o di essere state
    condotte su astronavi aliene.
  • Il fatto che questi resoconti siano molto simili
    fra loro dimostra precisamente che fanno parte di
    una subcultura dove ognuno ripete quello che
    qualcun altro ha detto, come in ogni leggenda
    metropolitana che si rispetti.

6
Le reazioni di storici al libro di Toaff
  • Ovvero il dibattito storiografico dovrebbe
    svolgersi nelle sedi appropriate, che non sono le
    pagine culturali dei quotidiani

7
Sergio Luzzatto
  • Primo fra tutti e prima ancora che il libro di
    Toaff sia distribuito alle librerie lo storico
    Sergio Luzzatto (docente di storia moderna
    allUniversità di Torino, uomo di sinistra ed
    esponente di una nota famiglia ebraica) pubblica
    sul Corriere della Sera del 7 febbraio 2007 una
    recensione entusiasta di Pasque di sangue.
  • Durante i secoli dell'era cristiana, dal
    Medioevo fino all'Ottocento, gli ebrei si sono
    sentiti accusare di infanticidio rituale, e
    quelle accuse hanno finito con l'apparire alla
    coscienza moderna niente più che il parto di un
    antisemitismo ossessivo, virulento e feroce.
    Unicamente la tortura, si è pensato, poteva
    spingere tranquilli capifamiglia israeliti a
    confessare di avere ucciso bambini cristiani
    facendo seguire all'omicidio non soltanto la
    crocifissione delle vittime, ma addirittura
    pratiche di cannibalismo rituale, cioè il consumo
    del giovane sangue cristiano a scopi magici o
    terapeutici.

8
Sergio Luzzatto
  • Più che mai, dopo la tragedia della Shoah, è
    comprensibile che l'accusa del sangue sia
    divenuta un tabù. O piuttosto, che sia apparsa
    come la miglior prova non già della perfidia
    degli imputati, ma del razzismo dei giudici.
    Così, al giorno d'oggi, soltanto un gesto di
    inaudito coraggio intellettuale poteva consentire
    di riaprire l'intero dossier, sulla base di una
    domanda altrettanto precisa che delicata quando
    si evoca tutto questo le crocifissioni di
    infanti alla vigilia di Pesach, l'uso di sangue
    cristiano quale ingrediente del pane azzimo
    consumato nella festa si parla di miti, cioè di
    antiche credenze e ideologie, oppure si parla di
    riti, cioè di eventi reali e addirittura
    prescritti dai rabbini?

9
Sergio Luzzatto
  • Il gesto di coraggio è stato adesso compiuto.
    L'inquietante domanda è stata posta alle fonti
    dell'epoca, da uno storico perfettamente
    attrezzato per farlo un esperto della cultura
    alimentare degli ebrei, tra precetti religiosi e
    abitudini gastronomiche, oltreché della vicenda
    intrecciata dell'immaginario ebraico e di quello
    antisemita.
  • Italiano, ma da anni docente di storia medievale
    in Israele, Ariel Toaff manda in libreria per il
    Mulino un volume forte e grave sin dal titolo,
    Pasque di sangue.Magnifico libro di storia,
    questo è uno studio troppo serio e meritorio
    perché se ne strillino le qualità come a una
    bancarella del mercato.
  • Letta la recensione di Luzzatto, al lettore
    smaliziato viene però il sospetto che lautore
    non abbia letto il libro di Toaff, ma solo le
    schede fornitegli dalla casa editrice.

10
Diego Quaglioni
  • Sul Corriere della Sera del 9 febbraio
    interviene sul caso Diego Quaglioni, docente di
    storia del diritto moderno allUniversità di
    Trento e curatore delledizione commentata del
    processo trentino del 1475 intentato contro gli
    ebrei accusati dellomicidio del piccolo
    Simonino.
  • Dichiarando di non aver ancora potuto leggere il
    libro di Toaff, ma di conoscere molto bene le
    fonti da lui usate, Quaglioni afferma
  • Quello di Toaff è un modo di leggere le fonti
    processuali che non condivido e mi allarma.
  • Le fonti processuali sono particolarissime, non
    si può pensare di leggerle come si trattasse di
    cronaca giudiziaria del nostro tempo. Questi
    testi sono frutto di una costruzione sapiente da
    parte dei giudici chiunque sia mai venuto alle
    prese con un processo inquisitorio del tardo
    medioevo sa di che parlo. Quei documenti in
    particolare sono stati costruiti ad arte per
    dimostrare la tesi infamante dell'omicidio
    rituale.

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Diego Quaglioni
  • Non si può ingenuamente credere a queste
    deposizioni quando si sa che quel processo è
    stato costruito apposta per dimostrare la
    colpevolezza degli ebrei. E' sconcertante ciò che
    in questi giorni leggo sui giornali.
  • E' una tesi aberrante dal punto di vista non
    ideologico o confessionale, ma storico.
  • Sono stupefatto delle conclusioni cui giunge
    Toaff, cui ho cercato di raccomandare molta
    prudenza ricordandogli che quelle fonti sono
    inaffidabili per loro natura. Ci sono documenti
    di cui Toaff è a conoscenza e che non so se citi
    nel suo libro, che dimostrano che i trentini
    sapevano bene di aver messo in piedi un processo
    molto poco rispettoso delle forme del processo
    penale in uso allora, quantunque quelle forme
    dessero al giudice tutto il potere e nessuna
    garanzia agli inquisiti, che non fosse quella
    della tortura chi resisteva era liberato
    dall'accusa. Ma da quelle torture non ci si
    poteva aspettare altro che la piena confessione.
    Se questa fosse la logica, dovremmo riaprire i
    processi alle streghe, Allora perché non credere
    alla strega quando dice che vola di notte, va al
    sabba e si congiunge al demonio, e a chi pensava
    che gli untori spargessero la peste sulle mura di
    Milano?

12
Adriano Prosperi
  • Il 10 febbraio 2007, sulle pagine de la
    Repubblica, uno dei più autorevoli studiosi
    dellInquisizione romana, Adriano Prosperi,
    docente di storia moderna alla Scuola Normale
    Superiore di Pisa, recensisce a sua volta il
    libro di Toaff, ma con tono assai diverso da
    quello di Luzzatto.

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Adriano Prosperi
  • Immaginiamo che ci sia stata della sofferenza in
    uno storico ebreo davanti a una scoperta del
    genere e un conflitto interiore davanti al dovere
    professionale di non dire il falso e di non
    tacere niente del vero. Ma qui la sofferenza è
    cancellata dall'emozione di chi propone la madre
    di tutte le revisioni.
  • La quarta di copertina strizza l'occhio al
    lettore questo libro "affronta coraggiosamente
    uno dei temi più controversi nella storia degli
    ebrei d'Europa".
  • Non si capisce bene dove sia il coraggio visto
    che la tesi qui sostenuta legittima le accuse dei
    vincitori e le persecuzioni dei vinti. E comunque
    non si tratta certo di un tema controverso. Non
    lo è per gli storici nessuno storico degno di
    questo nome, almeno finora, ha mai dato corpo
    all'accusa dell'infanticidio rituale ebraico. Né
    lo è più da tempo per la Chiesa cattolica nel cui
    nome operarono i giudici dei processi contro gli
    ebrei. Lentamente ma con decisione, le anime dei
    bambini presunte vittime degli ebrei, elette alla
    gloria degli altari a furor di popolo, ne sono
    state ufficialmente fatte discendere.

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Adriano Prosperi
  • Ma vediamolo questo libro. La prima sorpresa è
    che non ci sono documenti nuovi, solo un uso
    diverso delle fonti già note.
  • La prova della sua tesi Toaff la trova nelle
    confessioni fatte dagli ebrei nei processi
    intentati a loro carico qui, secondo lui,
    imputati diversi a distanza di tempo e di luogo
    non solo riferirono gli stessi particolari ma
    rivelarono anche qualcosa che solo gli ebrei
    potevano conoscere.
  • Toaff non lo dice, ovviamente, ma la prima parte
    del suo argomento è identica a quello che
    dicevano secoli fa gli inquisitori, quando le
    accuse di infanticidio rituale passarono dagli
    ebrei alle streghe la realtà del Sabba
    stregonesco emergeva secondo loro dalla perfetta
    sovrapponibilità delle confessioni delle
    imputate. La seconda parte dell'argomento è
    dottamente argomentata con una citazione di Carlo
    Ginzburg quando nei documenti della violenza dei
    persecutori si trovano frammenti della cultura
    perseguitata che non trovano riscontro in quella
    dei persecutori si apre uno spiraglio
    sull'autentica identità delle vittime.
  • Il principio è buono e ha consentito a Ginzburg
    di rileggere in modo nuovo un grande problema
    storico. Ma Toaff, buon teorico, è un pessimo
    seguace del metodo che propone.

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Adriano Prosperi
  • Arnaldo Momigliano diceva che, se uno storico
    sbaglia nell'uso delle fonti, ci pensano i
    colleghi a farglielo notare con la debita
    durezza.
  • Però Momigliano non poteva prevedere che,
    cambiando i tempi, la critica storiografica
    venisse amministrata dai professori non dalla
    cattedra universitaria ma dalla redazione di un
    giornale o dallo studio di una televisione con
    l'inevitabile dose di fretta e talvolta, ma non
    necessariamente di cinismo che ne deriva.

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Toaff chiede il ritiro del libro
  • Il 15 febbraio 2007 la casa editrice il Mulino
    annuncia di aver fatto ritirare dalle librerie
    tutte le copie di Pasque di sangue su richiesta
    dello stesso Ariel Toaff, il quale dichiara di
    sentirsi un perseguitato e di non voler prestare
    il fianco alle polemiche.
  • Immediatamente si solleva un coro di proteste
    contro chi ha criticato lo storico israeliano,
    considerato una vittima dellintolleranza.

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Esplode la febbre mediatica
  • Lo storico medievista Franco Cardini (docente
    allUniversità di Pisa), un cattolico vicino ad
    Alleanza Nazionale, interviene sul quotidiano
    cattolico lAvvenire (7 febbraio 2007) per
    difendere Toaff definendo il suo libro una
    ricerca storica metodologicamente esemplare e
    un atto di onestà intellettuale e paragonando i
    suoi critici agli inquisitori e ai nazisti
    promotori di roghi di libri.
  • Altri esponenti della destra cattolica difendono
    Toaff dai suoi critici, presentandolo come
    lebreo onesto che ha avuto il coraggio di
    ammettere le colpe del suo stesso popolo.
  • Sui quotidiani italiani la notizia rimbalza,
    presentata come un incredibile scoop, o un
    sensazionale scoperta dello storico israeliano.
  • In Iran il libro viene citato come testimonianza
    della doppiezza sionista.
  • La giornalista Fiamma Nierenstein, già esponente
    della sinistra ebraica ed oggi deputato di Forza
    Italia, attacca la stampa italiana di sinistra
    per aver intimidito Toaff impedendogli di
    esprimere le proprie idee.
  • Esponenti delle Comunità ebraiche italiane
    condannano il libro di Toaff come espressione del
    nuovo e pericoloso antisemitismo.
  • Da diverse parti si invoca la libertà di stampa
    contro la censura dei libri.

18
Ma quanti hanno realmente letto il libro di Ariel
Toaff ?
  • Probabilmente molto pochi

19
Carlo Ginzburg
  • Chiamato in causa da più parti, Carlo Ginzburg,
    docente alla University of California di Los
    Angeles e alla Scuola Normale Superiore di Pisa,
    interviene sul Corriere della Sera, il 23
    febbraio 2007, con un articolo di notevole
    equilibrio, ma dalle conclusioni nette
  • Personalmente ritengo che chi ha condannato il
    libro di Toaff prima di averlo letto abbia fatto
    un gesto stupidamente intollerante. Ma il ritiro
    del libro voluto dall'autore, che si è ritenuto
    travisato dai recensori, non può certo essere
    paragonato ai roghi di libri degli inquisitori e
    dei nazisti evocati da Franco Cardini
    sull'Avvenire (16 febbraio). Non è vero. La prima
    tiratura (ne ignoro la consistenza) è andata
    subito esaurita, acquistata da privati e da
    biblioteche. Un libro pubblicato è di per sé un
    oggetto pubblico. La sua sconfessione, a quanto
    pare solo parziale, da parte dell'autore non può
    impedire agli studiosi di continuare a
    discuterlo.

20
Carlo Ginzburg risponde a Toaff
  • Nel passo citato da Ariel Toaff io sostenevo che
    nei processi di stregoneria uomini e donne,
    sottoposti a tortura e a pressioni psicologiche,
    finivano molto spesso con l'introiettare
    stereotipi ostili suggeriti dai giudici.
  • Quando però ci imbattiamo in una divergenza tra
    le dichiarazioni degli imputati e le aspettative
    dei giudici possiamo dire di trovarci di fronte a
    frammenti relativamente immuni da deformazioni
    della cultura che la persecuzione si proponeva di
    cancellare.
  • Più avanti precisavo che questi frammenti
    potevano riferirsi sia a miti, sia a riti e
    optavo, riguardo al sabba stregonesco, per la
    prima alternativa.
  • Nella prefazione al suo libro Ariel Toaff ha
    richiamato implicitamente questa distinzione
    aderendo all'alternativa opposta Volendo...
    concludere che gli omicidi, celebrati nel rito di
    Pasqua, non fossero soltanto miti, cioè credenze
    religiose diffuse e strutturate in maniera
    coerente, ma piuttosto riti effettivi propri di
    gruppi organizzati e forme di culto realmente
    praticate, saremo chiamati a una doverosa
    prudenza metodologica (pp. 12-13).

21
La critica di Ginzburg
  • È pur vero che questo cumulo di illogicità e di
    strafalcioni è stato salutato con entusiasmo da
    Franco Cardini una ricerca storica
    metodologicamente esemplare...un atto di onestà
    intellettuale ( Avvenire, 7 febbraio).
    Magnifico libro di storia aveva esclamato
    Sergio Luzzatto su queste pagine. Ma per fortuna
    gli studiosi hanno scritto di questo libro quello
    che si merita.

22
Carlo Ginzburg
  • Che un tema così grave sia stato affrontato con
    tanta superficiale irresponsabilità lascia
    sgomenti.
  • Eppure un libro come questo ha trovato un editore
    (che si credeva rispettabile) e degli estimatori.
  • Naturalmente nessuno discute il diritto di
    scrivere, pubblicare o lodare un libro pessimo
    ognuno è responsabile delle proprie scelte.
    Certo, questa mancanza di discernimento critico
    (per non parlar d'altro) è penosa. A che cosa
    attribuirla? In qualche caso s'intravede la
    seduzione del rumore mediatico, che è per molti
    irresistibile.
  • Ma forse dietro la disponibilità a prendere per
    buone le confessioni degli ebrei accusati di
    omicidio rituale agisce un elemento più oscuro
    la convinzione strisciante che la tortura (una
    pratica percepita come diffusa, inevitabile, in
    fondo normale) sia una via per arrivare alla
    verità. Qualche volta la sordità morale e quella
    intellettuale s'intrecciano, rafforzandosi a
    vicenda.

23
Unoperazione mediatica e commerciale
  • Il libro di Toaff, scomparso dalle librerie, ma
    già acquistato da molte persone, ricompare nel
    mercato clandestino a prezzi esorbitanti.
  • In poche settimane le quotazioni del volume sul
    mercato clandestino raggiungono i mille euro. I
    rari possessori se lo vedono contendere a suon di
    bigliettoni. Le stesse fotocopie del volume
    vengono vendute a prezzo maggiorato.

24
La nuova edizione del volume di Toaff
  • Nel febbraio del 2008 - sempre edita da il Mulino
    - è uscita la seconda edizione di Pasque di
    Sangue, frattanto tradotto in inglese e
    pubblicato negli Stati Uniti.
  • Nella nuova edizione l'autore ha apportato delle
    modifiche e aggiunte per chiarire e rendere più
    esplicito il suo "pensiero per non consentire
    equivoci di sorta". È presente anche una
    postfazione dove ribadisce le ipotesi di fondo
    avanzate nella prima edizione.
  • Nessuna eco sulla stampa e pochissime recensioni,
    solo sulle riviste specialistiche. Del libro di
    Toaff si parla, molto pacatamente, solo nelle
    aule universitarie.
  • La febbre dellanno precedente sembra del tutto
    svanita.
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