Title: DEFINIZIONE RAPPORTO CON ALTRE POLITICHE PUBBLICHE
1- DEFINIZIONE RAPPORTO CON ALTRE
POLITICHE PUBBLICHE -
CAPITALE SOCIALE -
SVILUPPO LOCALE - POLITICHE DI SOSTEGNO AL REDDITO
- Aspetti NORMATIVI/LEGISLATIVI
Legislazione in ambito sociale -
UE Stato- Enti
locali - Poteri e Funzioni degli Enti Locali
- Ipotesi di ricerca Povertà Esclusione
Sociale definizione -
orientamenti - Sostegno Contrasto Inclusione
dati -
CITTADINANZA SOLIDALE - in BASILICATA COPES
-
2-
Organizzazione delle - Attori istituzionali coinvolti
Politiche Sociali - Obiettivi Benificiari
a livello
regionale - Risultati Valutazione
legislazione
regionale - CITTADINANZA SOLIDALE
- COPES
- DATI quadro demografico sociale
economico REGIONALE - (popolazione residente,
bilancio demografico, occupazione,
disoccupazione) - Povertà nazionali (ISTAT, SVIMEZ,
FORMEZ, CIES) - regionali
-
3Le politiche di sostegno al reddito in
Basilicata. Ridefinizione degli assetti normativi
e legislativi delle politiche sociali a livello
locale.
- cap. I Autonomie locali e politiche di
assistenza sociale - cap. II Le politiche di sostegno al reddito
- cap. III Il sistema regionale di welfare
- cap. IV Le politiche di sostegno al reddito in
Basilicata
4Autonomie locali e politiche di assistenza sociale
- Autonomie locale e decentramento amministrativo
- evoluzione storica
- - dottrina amministrativisitica fine 1800 lo
Stato unitaria personalità giuridica - - Costituzione repubblicana lo Stato viene
suddiviso in Stato Ordinamento e Stato Persona
esistenza di comunità minori - Territorialmente localizzate
- Esprimono valori e interessi propri
- Promotori di un indirizzo politico-amministrativo
proprio, non subordinato a quello statale - Articolo 5 della Costituzione il tratto tipico
dellautonomia locale risiede nel fatto che
lorgano fondamentale degli enti locali
territoriali è il popolo in corpo elettorale e
che conseguentemente essi derivano il proprio
indirizzo politico amministrativo, non dallo
Stato ma dalla propria comunità
5Autonomie locali e politiche di assistenza sociale
- Anni 70 nascita Regioni a statuto ordinario
decentramento, modello di amministrazione
fondato sulla programmazione e sulla
partecipazione - Paradosso decentramento
amministrativo - accentramento
economico finanziario - Legge 382/1975 definizione di servizi sociali
polizia urbana e rurale, beneficienza pubblica,
assistenza sanitaria, ospedaliera e scolastica,
musei e biblioteche degli enti locali - d. lgs 112/1998 Servizi alla persona e alla
comunità assistenza sociale, tutela della
salute, servizi sociali, istruzione scolastica,
formazione professionale, beni e attività
culturali, spettacolo e sport - Legge 142/1990 Nuovo ordinamento delle autonomie
locali Comuni rappresentano le proprie comunità
e ne curano gli interessi e lo sviluppo - legge Bassanini 97 bis 99 riordinamento,
razionalizzazione, semplificazione azioni per
obiettivi e risultati principio di
Sussidiarietà ogni funzione amministrativa deve
essere attribuita al livello di governo più
vicina ai cittadini - riforma titolo V Costituzione 2001 Comuni ente
che erogano servizi per soddisfare i bisogni
della collettività e dei cittadini, con poteri e
funzioni che li rendono direttamente responsabili
del loro operato politico verso le rispettive
comunità - RESPONSABILITA POLITICA STRUMENTI DI
AMMINISTARZIONE E GESTIONE DI UNA
COMUNITA/TERRITORIO COME ESPRESSIONE DELLE
ESIGENZE DEFINITE LOCALMENTE - NECESSITA DI CONOSCERE I TERRITORI IN CUI SI
OPERA -
6Le politiche sociali e i modelli di welfare
- Come agiscono le politiche pubbliche e le
politiche sociali? - risposta politica e di governo a problemi di
rilevanza collettiva, come e perché e con quali
effetti i diversi sistemi politici risolvono
problemi di rilevanza collettiva - corsi di azione volti a definire le norme, gli
standard e le regole in merito alla distribuzione
di alcune risorse e opportunità considerate
rilevanti per le condizioni di vita e dunque
meritevoli di essere garantiti dallautorità
dello Stato M. Ferrera - In Europa e in occidente Diamante
del Welfare Stato, Mercato, Famiglia -
associazioni intermedie - PERSEGUIRE IL BENESSERE DEI CITTADINI
PROTEGGENDOLI DAL BISOGNO E DAI RISCHI SOCIALI
ESISTENTI, IN UN DATO MOMENTO STORICO E IN UNA
DATA SOCIETA - Linsieme delle politiche sociali è chiamato
Welfare State due modelli principali - 1- universalistico schemi di protezione uguali,
basati su solidarietà e redistribuzione
- 2- occupazionale basato sulla posizione
occupazionale - Classificazione di Esping-Andersen 3 modelli o
regimi - 1- Liberale
demercificazione - 2- Socialdemocratico
destratificazione - 3-Conservatore-Corporativo
7Il modello di Welfare italiano
- Modello mediterraneo ed europeo, insieme alla
Spagna, Portogallo, Grecia - Struttura economica
- Livello e tasso di sviluppo
spesa pensionistica alta - Struttura demografica e sociale
max sostegno in denaro - Sistema politico-istituzionale
min erogazione di servizi - Modello migratorio
spesa sociale bassa rispetto UE - Mercato del lavoro
- Ruolo della Chiesa
- ITALIA Distorsioni Funzionali
- Dicotomia tra soggetti
deboli e soggetti forti - prevalenza erogazioni
pensionistiche a discapito di altre politiche - famiglia di origine resta il punto di
riferimento principale, in molti casi lunico
ammortizzatore sociale disponibile per il
soddisfacimento di bisogni e di tutela dei rischi
attraverso lattivazione di quella rete di
solidarietà intergenerazionali e parentali
M. Ferrera
8COMMISIONE ONOFRI 1997
- Lacune del sistema di Welfare
- Spesa inadeguata
- Elevata frammentazione, istituzionale e
categoriale - Prevalenza dei trasferimenti in danaro (90 -
93) a discapito dei servizi - Marcata differenziazione territoriale
- Assenza di una rete di sicurezza sociale di
ultima istanza - Proposte
- Incremento delle risorse
- Razionalizzazione degli interventi
- Utilizzo delluniversalismo selettivo
- Maggiore disponibilità di servizi
-
Assenza di una normativa quadro
nazionale - Forte disomogeneità territoriale Definizione
dei livelli essenziali delle -
prestazioni, strumento unitario per
laccertamento della condizione economica - DIRITTI SOCIALI AREA DI
RESIDENZA
9Sussidiarizzazione delle Politiche Sociali Y.
Kazepov
- Per comprendere il sistema di Welfare è
fondamentale capire/analizzare - la DIMENSIONE TERRITORIALE
- SISTEMA DECENTRATO MOLTIPLICAZIONE ATTORI
COINVOLTI GOVERNANCE MULTILIVELLO - Tendenze trasformazioni organizzative
- 1- implicita interazione tra contesto socio
economico e istituzioni - anni 70-80
- 2- esplicita approvazione di riforme
istituzionali che ri-orientano - da anni 90 in poi
- Esiti di queste tendenze?
- Positivi modificazione ruolo attori
coinvolti - ampliamento raggio
dazione soluzioni autonome - nuova modalità
dinterazione a problematiche
locali - Negativi coordinamento territoriale
- istituzionalizzazione delle
differenze sub-nazionali - partecipazione e
rappresentanza dei vari soggetti coinvolti
10- Processo di sussidiarizzazione è discrezionale,
produce effetti diversi a seconda dei contesti - Politiche sociali
- Doppia natura
- Nazionale
Locale - Ripartizione
definizione criteri - risorse economiche
e modalità di erogazione - FNPS
- Disallineamento diversa capacità delle
istituzioni di affrontare il cambiamento - Desincronizzazione misure adottate frammentato
quadro socio-politico e socio-economico -
- PERSISTENZA DISEGUAGLIANZE SOCIALI
11PRIME MISURE DI ASSISTENZA
- Act for the Relief of the Poor 1601 Elisabetta I
dInghilterra primo provvedimento sui poveri,
imponeva alle comunità locali di farsi carico
dei poveri - New Poor Law 1834
- Reddito minimo garantito
- 1948 Regno Unito
- 1961 Germania
- 1974 Danimarca e Belgio
- 1975 Irlanda
- Pensione sociale
- 1956 Francia
- 1969 Italia e Belgio
- 1980 Spagna
- 1988 Portogallo
12ASSISTENZA SOCIALE IN ITALIA
- 1862 congregazioni di carità assistenza pubblica
- Opere pie istituzioni private di beneficienza di
matrice cattolica - 1890 legge Crispi attribuzione personalità
giuridica pubblica alle opere pie - 1898 assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni - 1919 assicurazione di vecchiaia e disoccupazione
- Periodo fascista Opera Nazionale per invalidi di
guerra, combattenti, maternità e infanzia - 1937Enti Comunali di assistenza (sost.
Congregazioni di carità) assistenza poveri,
minori, orfani ecc - Art. 38 Stato responsabile del benessere dei
cittadini - Art. 117 potestà legislativa e amministrativa
alle regioni in materia di assistenza e
beneficienza pubblica - 1952 integrazione al minimo della pensione
previdenziale - 1969 pensione sociale
- 1971 pensione di invalidità civile
- 1980 indennità di accompagnamento
- 1988 assegno per il nucleo famigliare
13REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO
- Prima sperimentazione biennio 99-00
- 39 comuni
- Sostegno economico
- Servizi di accompagnamento al reinserimento
lavorativo e sociale - Programmi occupazionali, formativi, di recupero
scolastico, di sostegno e integrazione alle
responsabilità familiari - LOGICA DI ATTIVAZIONE DEI SINGOLI
- Attribuzione di competenza
- Piano normativo centrale (criteri uniformi su
territorio nazionale) - Ai Comuni progettazione degli interventi di
inserimento - Risorse 90 FNPS 10 comuni
- Spesa complessiva 476 miliardi di lire
- Soggetti coinvolti 90315 di cui 88.7 nel
Mezzogiorno,11.3 Centro-Nord - Proroga per ulteriore biennio,306 comuni
coinvolti
14REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO
- Aspetti positivi
- Collaborazione e partnership tra amministratori e
attori coinvolti - Apertura tema al dibattito politico nazionale
- Aspetti negativi
- Estrema variabilità locale
- Mancata corrispondenza tra sussidio erogato e
costo della vita - Mancata adozione dellISEE
- Sovraccarico funzionale dei comuni e mancato
affidamento agli Ambiti Territoriali - Mancata utilizzazione di personale in possesso di
professionalità specifiche - Bassa capacità istituzionale organizzzativo-finanz
iaria - Inefficacia dei programmi di inserimento
lavorativo - Scarsa collaborazione tra Comuni e Centri per
lImpiego - lassenza di un istituto non categoriale di
garanzia di un RMI costituisce il più
significativo limite che caratterizza lapproccio
italiano alla questione della povertà e delle
politiche di contrasto ad esse CIES, 2010
15Il sistema regionale di welfare
- Legislazione regionale
- 50/1980 gestione coordinata dei servizi sociali
e sanitari - 25/1997 Riordino del sistema socio-assistenziale
, ridefinizione di competenze tra gli Enti
(142/90, 59/97) - Convergenza azioni sanitari e sociali
- Centralità Ente locale
- Integrazione e coordinamento con il privato
sociale - Accordi di programma come strumento
tecnico-giuridico - Approccio globale e sistemico
- AMBITI TERRITORIALI gestione associata
- PIANI DI ZONA strumento di gestione e di
programmazione (suss. concert.) - PIANO SOCIO-ASSISTENZIALE definizione obiettivi,
programmazione (dallassistenzialismo alla
prevenzione) - OSSERVATORIO REGIONALE SULLE POLITICHE SOCIALI
dati, monitoraggio
16Il sistema regionale di welfare
- Legge regionale 4/2007 Rete Regionale Integrata
dei servizi di Cittadinanza Solidale - Diritti sociali mediante lattivazione di servizi
e interventi improntati a - UNIVERSALITA, SELETTIVITA,
RESPONSABILITA, EQUITA - Rete organizza e coordina gli interventi
- Il cittadino al centro
- Dallassistenza allinclusione
- Sussidiarietà orizzontale e verticale
- Leale collaborazione tra i livelli istituzionali
- Esaltazione del ruolo delle comunità, promozione
partecipazione attiva - AMBITO SOCIO-TERRITORIALE (Conferenza
Istituzionale dellAmbito Socio-Territoriale) - TAVOLI DI CONCERTAZIONE
- EFFICIACIA ED EFFICIENZA
-
17Ambito socio-territoriale
- Conferenza istituzionale
- Gestione associata e coordinata
- Programmazione e controllo
- Proprio regolamento, Comune capofila, Ufficio del
Piano Sociale - Piano Intercomunale dei Servizi Socio-Sanitari di
ciascun ambito - Consulta Regionale Permanente organo di
consultazione, parere obbligatorio sul Piano
Regionale - Ribadita la necessità dellistituzione
dellOsservatorio - (repertorio delle professioni sociali) art. 26
della L R n. 4/2007 soppresso dopo 6 mesi
18- STRUTTURA TERRITORIO POPOLAZIONE
- POPOLAZIONE TOT. 587.517 (2011)
- MONTAGNA 45,9
- COLLINA 42,1
- PIANURA 12,0
- QUADRO SOCIO- DEMOGRAFICO ED ECONOMICO
- DECRESCITA POPOLAZIONE
- RIPRESA DEL SALDO MIGRATORIO
- INVECCHIAMENTO POPOLAZIONE
- ELEVATI TASSI DI DISOCCUPAZIONE
- ELEVATI TASSI DI DISOCCUPAZIONE
GIOVANILE-FEMMINILE
19LE POLITICHE DI SOSTEGNO AL REDDITO
- LEGGE REGIONALE 3/2005 istituzione del programma
Cittadinanza solidale - Sperimentazione 2 anni
-
misure universali e
selettive di
contrasto alla povertà e allesclusione - Erogazione di un sostegno monetario
reinserimento lavorativo, azioni di formazione
- contratto
di inserimento - DOM. PRESENTATE 9943
- INDIVIDUI COINVOLTI 30.872 Costi
41 milioni di euro 34,5 FSE - TOT. CONTRATTI 3221
6,3
Regione -
20Valutazione intermedia del programma
- Ottobre 2007 Nucleo di Valutazione degli
Investimenti Pubblici - Analisi delle percezione dei soggetti coinvolti
- dimensione soggettiva
- Metodologia utilizzata
- Individuazione indicatori di risultato e di
impatto metodologie statistiche - Customer satistaction grado di soddisfazione
sulla qualità dei servizi erogati agli utenti - Focus group attori istituzionali, la gestione
del programma
21VALUTAZIONE INTERMENDIA DEL PROGRAMMA
- OTTOBRE 2007
- Giudizio positivo sia partecipanti sia operatori
- Mappatura regionale del disagio
- Regione
- 1- migliorare la comunicazione
- 2- revisione dei percorsi
- 3- prospettive di occupabilità
- Complessità e sovraccarico istituzionale e
gestionale - Costo 32 anziché 41
- - Sostegno monetario per attività lavorative
valide - - Non interruzione
- - Monitoraggio e valutazione
22Programma Regionale Co. P. E.S.
- Accompagnamento e uscita da Cittadinanza Solidale
- NOVITA
- ISE a ISEE 4.800 EURO ANNUI
- CONTRIBUTO MONETARIO MAX 300 EURO PER 1 PERSONA
-
MAX 250 PER VALORE DEL COEFICENTE - PATTO DI CITTADINANZA TRA COMUNITA SOLIDALE E
NUCLEO FAMILIARE - PRESA IN CARICO DELLA RETE ISTITUZIONALE E
SOCIALE - PER 2010 6 MILIONI DI EURO
23GOVERNANCE COPES
- COMUNE INDIVIDUAZIONE FAMIGLIE DA INSERIRE NEL
PROGRAMMA - PROMUOVE E SOTTOSCRIVE IL
CONTRATTO DIINSERIMENTO - SOSTIENE ATTUA E VERIFICA
LA PARTECIPAZIONE AL PROGETTO - DI INCLUSIONE
- EROGA LASSEGNO MENSILE
- PROVINCIA ORGANIZZAZIONE E GESTIONE
DELLINSERIMENTO LAVORATIVO - PROMOZIONE E SOSTEGNO
DI AZIONI, PROTOCOLLI DI INTESA - TRA COMUNI, AMBITI
SOCIO-TERRITORIALI, AZIENDE SANITARIE - REGIONE SOSTEGNO ALL ATTUAZIONE CON I
DIPARTIMENTI COMPETENTI - MONITORAGGIO, VALUTAZIONE
- SUPPORTO, ASSISTENZA
TECNICA - EROGA AI COMUNI LE RISORSE
FINANZIARIE
24- AMBITI SOCIO-TERRITORIALI
- PROMOZIONE ATTIVITA DI PRESA IN CARICO DEI
BENEFICIARI - STIPULA, AVANZAMENTO E VERIFICA DEI PROGETTI DI
INCLUSIONI - INDIVIDUARE IL RESPONSABILE-PROFESSIONISTA DI
CIASCUN PROGETTO DI INCLUSIONE - ORGANIZZARE E GESTIRE IN SINERGIA CON GLI ALTRI
ATTORI ISTITUZIONALE, GLI INTERVENTI DI COESIONE
SOCIALE - DOMANDE PRESENTATE 8029
- ACCOLTE 7456
-
- ACCOLTE E AMMESSE AL BENEFICIO 2796
- CONTRATTI FIRMATI
2779
25 POVERTA
- STATO INDIVIDUALE- FAMILIARE DI SCARSITA
- DI RISORSE MATERIALI
- IN UN DATO MOMENTO
- IN UN DETERMINATO LUOGO
- QUANTIFICABILE STATISTICAMENTE
- ESCLUSIONE SOCIALE
- PROSPETTIVA TEMPORALE AMPIA
- DIMENSIONE DINAMICA
- ETEROGENEITA SITUAZIONI DI DEPRIVAZIONE
(economica, relazionale, sociale, formativa,
lavorativa, abitativa, ecc..) - MULTIDIMENSIONALITA FENOMENO livello macro
reciprocità/socialità -
lavoro/consumi sistema
welfare - livello micro traiettorie biografiche
26Misurazione POVERTA
- ASSOLUTA
RELATIVA -
BENESSERE MEDIO POSSEDUTO DALLA POP -
DI RIFERIMENTO - BENI E SERVIZI INDISPENSABILI
- DETERMINAZIONE SOGLIA
- REDDITO CONSUMI
- EUROSTAT POVERA RELATIVA CHI POSSIEDE MENO DEL
60 DEL REDDITO - MEDIANO DEL PAESE
- ISTAT SPESA MEDIA PER CONSUMI
- SCALE DI EQUIVALENZA NUMEROSITA NUCLEO FAMILIARE
- VARIABILITA DELLA COMPONENTE MONETARIA
- PROBLEMA IL CONCETTO DI ESCLUSIONE SOCIALE????
27DATI POVERTA RELATIVA
Basilicata Mezzogiorno Centro Nord Italia
2002 26,9 22,4 6,6 5 11
2003 25,6 21,6 5,8 5,5 10,8
2004 28,5 25 7,3 4,7 11,7
2005 24,5 24 60 4,5 11,1
2006 230 22,6 6,9 5,2 11,1
2007 26,3 22,5 6,4 5,5 11,1
2008 28,8 23,8 6,7 4,9 11,3
2009 25,1 22,7 5,9 4,9 10,8
2010 28,3 23,0 6,3 4,9 11,0
2011 23,3 23,3 6,4 4,9 11,1
28POVERTA ASSOLUTA
Italia Nord Centro Mezzogiorno
2011 5,2 3,7 4,1 8,0
2010 4,6 3,6 3,8 6,7
2009 4,7 3,6 2,7 7,7
2008 4,6 3,2 2,9 7,9
29PROBLEMI REATIVI ALLA MISURAZIONE DELLA POVERTA
- LIVELLO DI VITA RITENUTO ACCETTABILE
- DEFIZIONE DI UN PANIERE DI BENI E SERVIZI
ESSENZIALI, IN GRADO DI ASSICURARE ALLINDIVIDUO
E AL SUO NUCLEO FAMILIARE UNO STANDARD DI VITA
SUFFICIENTE AD EVITARE GRAVI FORME DI ESCLUSIONE - IL SUO VALORE MONETARIO RAPPRESENTA LA SOGLIA DI
POVERTA ASSOLUTA - MANCA UNA DEFINIZIONE UNIVOCA DEL CONCETTO DI
POVERTA - PASSAGGIO DA CONCETTO POVERTA ALLA SUA
MISURAZIONE?? - IDENTIFICAZIONE DELLE AREE DI CONSUMO-REDDITO
- QUALI VOCI INCLUDERE
- QUANTIFICAZIONE MONETARIA
30- ISTAT CIES DEFINIZIONE ED INDIVIDUAZIONE DELLA
MISURA DI POVERTA - DIFFICOLTA MANCA UNA DEFINIZIONE
UNIVOCA - DI OPERATIVIZZAZIONE DEL CONCETTO DA IDEA AD
INDICATORE - APPROCCIO RELATIVO
- CONDIZIONE DI SVANTAGGIO DI ALCUNI SOGGETTI
RISPETTO AL ALTRI DISEGUAGLIANZA - QUANDO SI
TRADUCE IN POVERTA? - INDIVIDUAZIONE DI UN PARAMETRO DELLA
DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE PER INDIVIDUARE E
COSTRUIRE LA SOGLIA DI DEMARCAZIONE PER
CLASSIFICARE LE FAMIGLIE IN POVERE E NON POVERE -
31- PRINCIPALI COMPENENTI DEL PANIERE
- ALIMENTARE
- ABITATIVO NEL TEMPO
- RESIDUALE
- ADEGUAMENTO AL VOLORE MONETARIO
- IN EUROPA POVERO CHI HA UN REDDITO EQUIVALENTE
INFERIORE AL 60 DELLA MEDIANA NAZIONALE DELLA
POPOLAZIONE
32- UTILITA SOCIALE DELLA RICERCA SOCIOLOGICA
- COMPRENSIONE CONOSCENZA OSSERVAZIONE
- STRUMENTO PRIVILEGIATO
RENDERE CHIARI I TERMINI DELLE - DELLAUTO-OSSERVAZIONE E
SCELTE DI UNA SOCIETA - DELLAUTO CONSAPEVOLEZZA DEI
- GRUPPI SOCIALI
RAPPORTO TRA - REALTA
FINI DESIDERATI - DOMANDE CONOSCITIVE
MEZZI DISPONIBILI - IPOTESI DI RICERCA
- REALIZZAZIONE RICERCA
- RISULTATI DECISORE POLITICO
- AGISCE
DECIDE IN UN CONTESTO DI MANCATA -
CONOSCENZA DEI FENOMENI SOCIALI
33- OSSERVATORIO REGIONALE SULLE POLITICHE SOCIALI
- Art. 21 legge 328/2000 Stato, Regioni, Province,
Comuni istituzione del Sistema Informativo
Servizi Sociali - Art. 2 L. R. n. 3/2005
- Art.18 L R. n. 4/2007
- Raccolta sistemica di dati
COMPRENSIONE - Analisi delle dinamiche
CONOSCENZA - Iniziative di studio e ricerca
OSSERVAZIONE - Monitoraggio
REALTA - Valutazione
- Divulgazione più ampia possibile
34- BIBLIOGRAFIA
- RAPPORTI CIES
- RAPPORTI FORMEZ
- REGIONE BASILICATA
- - LA DIMENSIONE TERRITORIALI DELLE POLITICHE
SOCIALI IN ITALIA, Y. KAZEPOV, ROMA CAROCCI 2009 - LE POLITICHE DI ASSISTENZA SOCIALE, I. MADAMA, IL
MULINO 2010 - IL SISTEMA SANITARIO DELLA BASILICATA NEL
2010-2011, AMMALARSI MENO CURARSI MEGLIO, A.
DADAMO E B. POLISTENA, - Mc GRAW HILL, 2012
- ELEMENTI DEL WELFARE LUCANO, AVVIO DEL SISTEMA
INFORMATIVO SOCIALE E DELLA PRIMA RELAZIONE
SOCIALE REGIONALE, - E. GREGORI E G. PATERNITI, FRANCO ANGELI,
2012