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Gestione Industriale della Qualit

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Gestione Industriale della Qualit Docente: Alfonso Paoletti Corso di Laurea Magistrale: Ingegneria Gestionale (Anno di Corso: I) Corso di Laurea Magistrale ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Gestione Industriale della Qualit


1
  • Gestione Industriale della Qualità
  • Docente Alfonso Paoletti
  • Corso di Laurea Magistrale Ingegneria Gestionale
    (Anno di Corso I)
  • Corso di Laurea Magistrale Ingegneria Meccanica
    (Anno di Corso II)
  • CFU 9
  • Semestre II
  • Collegamenti culturali e finalità del corso
  • Il corso si propone di illustrare i concetti
    fondamentali del controllo di qualità, di fornire
    le basi per lutilizzo degli strumenti di
  • controllo statistico di processo, di illustrare i
    sistemi per la gestione industriale della qualità
    al fine del miglioramento della qualità e
  • della uniformità dei prodotti.
  • Programma del corso
  • Introduzione concetti e definizioni di qualità,
    valore e costo della qualità, i principi della
    qualità totale, il ciclo di Deming.
  • Sistemi di gestione per la qualità aspetti
    normativi del controllo qualità, principi della
    certificazione, la normativa ISO 9000, il
  • manuale della qualità, gli enti di
    accreditamento.
  • Controllo statistico di processo variabilità
    delle caratteristiche del prodotto, i sette
    strumenti statistici del controllo qualità,
  • controllo campionario, capacità del processo,
    test dipotesi, analisi della varianza.

2
Allinterno Complementi di Controllo Qualità 3
CFU Programma del corso Sistemi di gestione
per la qualità aspetti normativi del controllo
qualità, principi della certificazione, la
normativa ISO 9000, il manuale della qualità, gli
enti di accreditamento. Progetto e miglioramento
del processo produttivo tramite la programmazione
statistica degli esperimenti i principi di base
della programmazione degli esperimenti (D.O.E.),
esperimenti fattoriali e frazionari,
ottimizzazione del processo.
3
  • VINCOLI
  • Dimensionali
  • Quantitativi
  • di prestazioni

Requisiti normativi
4
(No Transcript)
5
MERCOLEDI 10 FEBBRAIO 2010 HONDA ritira 430.000
autovetture per difetti allairbag
6
Il ciclo di conformità

7
SIGNIFICATO DI QUALITA
  1. QUALITA COME ADERENZA ALLUSO
  2. QUALITA COME SPECIFICHE PROGETTUALI
  3. QUALITA COME CONFORMITA ALLE SPECIFICHE
  • ADERENZA ALLUSO
  • FITNESS FOR USE

8
  1. SPECIFICHE PROGETTUALI

  1. CONFORMITA ALLE SPECIFICHE PROGETTUALI

  • CONTROLLO A VALLE
  • FUNZIONE QUALITA
  • CONTROLLO DIFFUSO

9
(No Transcript)
10
(No Transcript)
11
  • GAP di PERCEZIONE dovuto alla incapacità /
    intempestività del marketing a cogliere ed
    interpretare i bisogni del mercato o a
    sintetizzarlo in brief
  • GAP di PROGETTO dovuto alla incapacità della
    funzione progettazione di trasferire i desiderata
    del cliente in specifiche di progetto
  • GAP di CONFORMITA differenza tra le
    caratteristiche qualitative del prodotto e le
    specifiche di progetto

12
Misura del GAP
  • Indicatori della qualità di progetto
  • Una o più caratteristiche del prodotto
  • (durezza, resistenza, potenza di un
    motore,)
  • Indicatori della qualità di conformità
  • (rispondenza del prodotto alle specifiche
    di progettazione)

13
Definizione secondo ISO 8402
LINSIEME DELLE PRESTAZIONI E CARATTERISTICHE DI
UN PRODOTTO O SERVIZIO CHE DENOTANO LA SUA
CAPACITA A SODDISFARE BISOGNI () DICHIARATI O
IMPLICITI () SPECIFICATI in un contesto
contrattuale, RICERCATI e DEFINITI in altri
contesti
Le otto componenti della Qualità (Garvin, 1987)
1. Prestazioni 2. Affidabilità (attitudine di un
prodotto a mantenere inalterate nel tempo le
specifiche di funzionamento) 3. Durata 4.
Manutenibilità (facilità di ripristino delle
specifiche di funzionamento)
5. Aspetti formali 6. Funzionalità 7. Livello di
qualità percepito 8. Conformità alle normative
14
altre componenti di qualità
  • ASSISTENZA TECNICA
  • RIPARABILITA
  • DISPONIBILITA

Indicatori di qualità
AFFIDABILITA MTBF Tempo medio intercorrente tra guasti
MANUTENIBILITA MTTR Tempo medio di riparazione
ASSISTENZA TECNICA Tempo di intervento Tempo intercorrente tra la chiamata e lintervento, tra la richiesta e linvio di un ricambio,
15
QUALITA / ECCELLENZA
  • Per un dato prodotto occorre
  • individuare le prestazioni qualificanti
  • verificare la rispondenza alle prestazioni
  • I livelli delle prestazioni qualificanti
  • determinano lECCELLENZA

Il ruolo dei metodi statistici nel controllo di
qualità Molte organizzazioni trovano difficile e
costoso fornire ai propri clienti prodotti con
caratteristiche sempre uguali. Causa di ciò è la
VARIABILITA da cui consegue che non esistono due
prodotti identici. I METODI STATISTICI hanno un
ruolo centrale nelle attività di controllo e
miglioramento della qualità.
16
  • Capacità QUALITATIVA di un
  • sistema produttivo
  • variabilità dei materiali
  • macchine
  • personale

17
  • QUALITA PER IL MERCATO
  • DIFFERENZE TRA SETTORE MANIFATTURIERO E QUELLO
    DEI
  • SERVIZI

18
  • CARATTERISTICHE DI QUALITA
  • classificazione
  • FISICHE
  • - lunghezza, peso, tensione elettrica,
    viscosità,...
  • SENSORIALI
  • - sapore, aspetto, colore
  • COMPORTAMENTO NEL TEMPO
  • - affidabilità, durata

TECNICHE DELLA QUALITA Insieme di attività
operative, gestionali e tecnologiche, che
unazienda utilizza per assicurarsi che le
caratteristiche di qualità di un prodotto siano
quelle di livello nominale o richiesto.
19
VALORE E COSTO DELLA QUALITA
20
SEGMENTI DI COSTO DELLA QUALITA
PREVENZIONE costi associati col personale
impegnato a progettare, implementare e mantenere
in efficienza il sistema qualità.
VALUTAZIONE costi associati con la misura, la
valutazione e la verifica dei prodotti,
componenti e materiale acquistato per assicurare
la conformità con gli standard di qualità e con
le prestazioni richieste.
DIFETTI INTERNI costi associati con prodotti
difettosi, componenti e materiali che non
raggiungono le richieste di qualità e che
consentono perdite di produzione.
DIFETTI ESTERNI costi generati da prodotti
difettosi spediti ai clienti.
21
STRUTTURA DEI COSTI DELLA QUALITA
22
COSTI DI PREVENZIONE
  • PIANIFICAZIONE DELLA QUALITA
  • (attività di pianificazione, manuali,
    auditing)
  • REVISIONE PER I NUOVI PRODOTTI
  • (valutazione dei progetti dal punto di
    vista della qualità, DFM, DFA, programmi
    sperimentali per valutazione prestazioni)
  • PROGETTAZIONE DEL PRODOTTO / PROCESSO
  • (scelta processo)
  • FORMAZIONE
  • CONTROLLO DI PROCESSO

23
COSTI DI VALUTAZIONE
  • PROVE CONTROLLI E COLLAUDI DEI MATERIALI /
    PRODOTTI ENTRANTI
  • (accettazione, prove c/o i fornitori, visite
    ispettive del S.Q. fornitori inclusi i fornitori
    interni)
  • PROVE CONTROLLI E COLLAUDI IN PRODUZIONE
  • (costi per verificare la conformità del
    prodotto in tutte le fasi di fabbricazione, prova
    di durata, affidabilità, ecc...)
  • MATERIALI DI CONSUMO
  • CALIBRAZIONE APPARECCHIATURE DI PROVA

24
COSTI PER DIFETTOSITA INTERNA
  • SCARTO lavoro, materiali, spese generali
    risultanti da prodotto
  • difettoso non
    economicamente riparabile
  • RILAVORAZIONE RE-TEST
  • ANALISI DELLE CAUSE DI DIFETTOSITA
  • FERMATE DELLA MACCHINA / LINEA (DOWNTIME)
  • PERDITE PER VARIABILITA ECCESSIVA
  • DEGRADO DEL VALORE DEL PRODOTTO
  • (es. prodotti industrie tessili,
    elettroniche, ecc...)

25
COSTI PER DIFETTOSITA ESTERNA
  • RECLAMI DEI CLIENTI
  • PRODOTTI / MATERIALI RIMANDATI INDIETRO
  • (ricezione, movimentazione, sostituzione)
  • COSTI DI GARANZIA
  • RESPONSABILITA
  • (contenziosi per responsabilità da
    prodotto)
  • COSTI INDIRETTI
  • (atteggiamento dei clienti verso lazienda,
    perdite di quote di mercato)

26
COSTO vs ADERENZA ALLUSO Determinazione del
grado ottimale di qualità per il consumatore
razionale
COSTI LOGISTICI USO e MANUTENZIONE
27
  • N.B.
  • Vanno considerati i volumi di vendita e
    produttivi ai diversi livelli di qualità di cui
    il diagramma non tiene conto
  • Oltre lottimo il valore della qualità percepita
    dal cliente decresce (come incremento)
  • Il costo del prodotto è crescente con la qualità

28
COSTO DELLA QUALITA COME LIVELLO DI CONFORMITA
29
FATTORI CHE INFLUENZANO IL LIVELLO OTTIMO DELLA
QUALITA DEL PRODOTTO (ADERENZA ALLUSO)
  • DIMENSIONI DELLAREA E DELLE QUOTE DI MERCATO
    RICAVI PIU ELEVATI
  • ELEVATI VOLUMI PRODUTTIVI RIDUZIONE DEI COSTI
    PER LECONOMIA DI SCALA

DOMANDA / OFFERTA
D / O lt 1
- LA QUALITA E PIU RICERCATA E RICHIESTA. -
LIVELLI QUALITATIVI PIU ELEVATI SONO OTTENIBILI
IN COSTANZA DI PREZZO.
D / O gt 1
- ALLO STESSO PREZZO E VENDIBILE QUALITA
INFERIORE.
30
QUALITA' TOTALE
Terminologia impiegata per fare riferimento ad un
nuovo modo di gestire l' azienda o, più in
generale, qualsiasi ente organizzato con finalità
private o pubbliche. Coniato negli Stati Uniti
da A.V. Feigenbaum Total Quality Control
(TQC) In Giappone (1968) si diede
all'approccio la denominazione Company Wide
Quality Control (CWQC)
31
Sviluppo del pensiero sulla qualità
  • Walter A. Shewart
  • Bell Laboratories della ATT, inventore delle
    carte di controllo (1926)
  • William E. Deming
  • Consulente giapponese nel dopoguerra
  • Filosofia dei 14 punti
  • Fautore del controllo diffuso e dei metodi
    statistici
  • Joseph M. Juran
  • Autore del libro Quality Control Handbook
  • Fautore dei cambiamenti organizzativi, legge di
    Pareto
  • Armand V. Feigembaum
  • Autore del libro Total Quality Control (1951)

32
FILOSOFIA DEI 14 PUNTI DI DEMING
  • Creare una costante tensione focalizzata a
    migliorare prodotti e servizi, sia in termini di
    prestazioni, sia in fase di progetto. Gli
    investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione
    procurano vantaggi economici di lungo periodo per
    lorganizzazione.
  • Adottare una nuova filosofia che rifiuti con
    decisione la scarsa professionalità, i prodotti
    difettosi e i disservizi. Il costo per produrre
    un pezzo difettoso è pari (se non superiore) a
    quello di un pezzo buono. Il costo dei rifiuti,
    delle rilavorazioni e di tutte le attività
    necessarie a trattare le difettosità rappresenta
    un enorme spreco di risorse aziendali.
  • Non limitarsi al semplice controllo ispettivo,
    che mette in evidenza le difettosità solo a
    posteriori un tale approccio risulta
    dispendioso, tardivo e spesso inefficace. La
    qualità deriva da unazione di prevenzione delle
    difettosità, attraverso il miglioramento del
    processo produttivo e non solo di filtro dei
    difetti.
  • Non considerare il prezzo come lunico strumento
    di trattativa con i fornitori esso rappresenta
    una valutazione significativa del prodotto solo
    se abbinato a una misura della qualità. In altri
    termini, il miglior offerente non è sempre il
    fornitore abbinato al costo globale minore.
    Occorrerebbe scegliere quei fornitori che usano i
    metodi più moderni di miglioramento della qualità
    e che possono dimostrare la capacità del loro
    processo.

33
filosofia dei 14 punti di Deming
  • Migliorare costantemente e ininterrottamente il
    proprio sistema di produzione o il servizio,
    coinvolgendo tutte le forze lavoro e usando i
    metodi statistici.
  • Istituire metodi moderni di addestramento,
    dedicati a tutti gli addetti aziendali,
    riguardanti gli aspetti tecnici delle varie
    attività, i concetti base della qualità e i
    metodi di miglioramento della produttività. Si
    dovrebbe incoraggiare lapplicazione quotidiana
    dei metodi di miglioramento della qualità.
  • Istituire metodi moderni di supervisione, che non
    consistano solo nel semplice controllo passivo
    delloperato altrui, ma risultino di ausilio per
    la soluzione dei vari problemi. Compito del
    manager è essenzialmente quello di condurre il
    processo di cambiamento con competenza e da una
    posizione di riconosciuta leadership.
  • Sconfiggere la paura. Molti dipendenti sono
    spesso restii a fare domande, presentare problemi
    o evidenziare le condizioni che ostacolano la
    qualità e lefficienza del sistema. In molte
    organizzazioni solo il management può intervenire
    per abbattere il costo derivante da questi
    timori.
  • Abbattere le barriere tra le aree funzionali
    aziendali. Per incrementare la qualità di un
    sistema è essenziale operare con gruppi di lavoro
    costituiti con elementi provenienti da tutte le
    unità organizzative coinvolte nelle varie
    attività.

34
filosofia dei 14 punti di Deming
  • Abolire gli slogan, gli obiettivi numerici e le
    esortazioni. Un obiettivo quale zero difetti
    risulta inutile se non abbinato a un preciso
    piano aziendale che indichi come raggiungerlo.
    Slogan e programmi senza informazione possono
    addirittura rivelarsi controproducenti.
  • Abolire gli standard e le quote di produzione,
    storicamente fissati senza riferimento alla
    qualità. Gli standard di lavoro sono spesso
    sintomo di incapacità manageriale derivante da
    una perfetta conoscenza del processo produttivo e
    delle tecniche di miglioramento.
  • Rimuovere le barriere che impediscono ai
    dipendenti di eseguire bene il proprio lavoro. Il
    management deve saper ascoltare i suggerimenti
    dei dipendenti, i loro commenti e le loro
    lamentele. Chi svolge un certo lavoro ne conosce
    tutti gli aspetti operativi e pratici e spesso
    sviluppa idee apprezzabili sul modo di svolgerlo
    meglio. La forza lavoro è un patner importante
    dellimpresa, non solo controparte di
    rivendicazioni sindacali.
  • Incoraggiare programmi di formazione e
    addestramento, offerti a tutti i livelli
    operativi aziendali, dalle semplici tecniche
    statistiche agli strumenti di SPC più
    sofisticati, quali le carte di controllo. La loro
    diffusione in azienda non può migliorare la
    capacità di interpretare le indicazioni che tali
    strumenti possono offrire, in termini di
    individuazione delle cause di non qualità o dei
    margini di miglioramento del processo. La
    formazione è un modo di rendere ognuno partecipe
    del processo di miglioramento aziendale.
  • Creare una struttura nel top management che si
    faccia carico di promuovere tutti i 13 punti
    precedenti.

35
NOTE STORICHE
Messa a punto del nuovo approccio in Giappone
1950 - 1965Inizio diffusione negli Stati Uniti
ed in Europa 1980Interesse per la qualità in
occidente- sprechi crescenti (es. ritirate
dalle industrie automobilistica USA 71.000.000
autovetture dal 1966 al 1978 per difetti
riguardanti la sicurezza)- invasione dei
prodotti giapponesi (radio, televisori,
semiconduttori, automobili, acciaio)1980
programma televisivo della rete americana NBC sui
risultati delle conferenze di Deming in Giappone
36
note storiche
- caso XEROX (fine anni '70)     - 1984 Proclama
di Reagan (inaugurazione del mese della
qualità) "La qualità nell' industria e nei
servizi contribuirà ad aumentare la produttività,
a ridurre i costi e a soddisfare i
consumatori"     - 1986 IBM (110.000
dipendenti) il 30 dei costi di produzione sono
imputabili al "non fare le cose giuste la prima
volta"     - 1981 in Italia compaiono i primi
Circoli della Qualità
37
  • In Giappone, le prime aziende che iniziarono ad
    applicare le tecniche del Controllo Qualità si
    accorsero che
  •  
  • le stessa tecniche potevano essere estese a
    tutte le attività aziendali
  • per essere veramente efficaci le tecniche
    dovevano essere utilizzate da tutto
  • il personale e non soltanto dagli specialisti
    della qualità
  •  
  •  
  •  
  • Con il CWCQ la parola QUALITA' entra a pieno
    titolo
  • nel vocabolario dei manager.
  •  
  • L' espressione CWQC sta ad indicare che i
    concetti e le tecniche del controllo Qualità
    sono estesi e vengono applicati da tutti i
    settori dell' azienda
  •  

38
IL MODELLO TRADIZIONALE OCCIDENTALE PER LA
QUALITA
  1. Coinvolgimento marginale dei massimi dirigenti.
  2. Si preferisce sacrificare la qualità quando è in
    contrasto con i costi e le consegne.
  3. La qualità non è importante finché non diventa un
    problema.
  4. La qualità ha un costo e quindi un livello
    ottimale oltre il quale non è possibile andare.
  5. Qualità e produttività sono due obiettivi
    antitetici.
  6. Viene accettata una certa di prodotti
    difettosi.
  7. I difetti tendono ad essere nascosti sia
    allinterno che allesterno.
  1. QUALITA' E DIREZIONE AZIENDALE
  • I reali fattori che determinano la soddisfazione
    del Cliente non sono ben studiati.
  1. QUALITA' E MARKETING

39
  1. ORGANIZZAZIONE E RESPONSABILITÀ PER LA QUALITÀ
  1. Visione funzionale della Qualità (funzione
    Controllo Qualità).
  2. Tendenza ad attribuire la responsabilità dei
    difetti ai supervisori.
  3. Attività di prevenzione limitate.
  4. Attività di Quality Assurance essenzialmente di
    tipo burocratico.
  • Nelle decisioni strategiche (es. capacità
    produttiva) non si trova la parola qualità.
  • La qualità è presa in considerazione nelle
    decisioni operative di breve e medio termine
    (settimane o mesi)
  • tuttavia
  • i problemi vengono affrontati man mano che si
    presentano
  • spesso i problemi non sono ben definiti
  • diatribe e accuse specifiche.
  1. FATTORE QUALITA NELLE DECISIONI RIGUARDANTI IL
    SETTORE PRODUTTIVO

40
  1. Rapporto tra avversari.
  2. Rapporto puramente contrattuale e spesso di breve
    termine.
  3. La qualità delle materie prime / componenti
    acquistati non bene evidenziate.
  1. QUALITA NEI RAPPORTI CON I FORNITORI
  1. MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA
  1. Attività scarsamente organizzata.
  2. Non esiste stimolo della Direzione (che si
    concentra sulla produttività).
  3. Quasi esclusivamente affidato alla funzione
    Controllo Qualità.
  4. Gli stimoli al miglioramento sono i reclami del
    cliente.
  1. FORMAZIONE ALLUSO DELLE TECNICHE DEL CONTROLLO
    QUALITÀ

Esclusivamente riservato ai tecnici ed agli
specialisti (Il Controllo Qualità è
considerato cosa tecnica, cioè per addetti ai
lavori).
41
SIGNIFICATO DI QUALITA nel CWQC
Premessa - la qualità è una funzione del
tempo   - il tasso di variabilità di questa
funzione è in continuo aumento     Definizioni
tradizionali conformità alle specifiche,
idoneità all'uso    Qualità è l' insieme di
Qualità prodotto, costi, produttività, consegne,
manutenibilità, sicurezza, attenzione all'
ambiente (nel prodotto e nella produzione),
... - qualità del lavoro di ogni persona dell'
azienda - qualità dell' immagine dell' azienda
nel mercato - qualità nei rapporti tra le
persone QUALITA' SODDISFAZIONE DEL CLIENTE
42
QUALITA' POSITIVA e QUALITA' NEGATIVA nel CWQC
Qualità negativa ogni scostamento tra ciò che si
ottiene e ciò che si sarebbe dovuto ottenere
detta anche "qualità reattiva"
QUALITA' LATENTE   Quando si dà al cliente
qualcosa che non si aspetta, anche se
potenzialmente il bisogno sussiste qualità
eccitante
43
STRATEGIA DELLA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE
  • La Qualità Totale è lapproccio che opera una
    grande valorizzazione dellessere umano
  • come cliente
  • come collaboratore
  • come fornitore

44
LE SCELTE NEL CWQC
1. Utilizzare modelli di riferimento da cui
mutuare le idee per le proprie azioni.   2.
Applicare la legge universale delle priorità.  
3. Utilizzare al massimo le risorse
disponibili.   Il PROFITTO è la condizione
necessaria di un' azienda, ma NON LA PRIORITA'
ASSOLUTA esso deve essere la conseguenza di
altre scelte prioritarie. Priorità assoluta
IL CLIENTE   le cui aspettative del cliente
sono qualità, prezzo, servizio, sicurezza.
45
Esempi di MODELLI DI RIFERIMENTO
46
Modello a spirale del ciclo di durata di un
prodotto
1. RICERCA DI MERCATO 2. SVILUPPO PRODOTTO 3.
PROGETTAZIONE 4. PIANIFICAZIONE PER LA
PRODUZIONE 5. ACQUISTI 6. PRODUZIONE (CONTROLLO
DI PROCESSO) 7. CONTROLLI E PROVE 8.
VENDITE 9. INFORMAZIONIO DI RITORNO 10. RICERCA
DI MERCATO
The Spiral of Progress Juran
47
Il SISTEMA CWQC
VALORI STRATEGIA OPERATIVA FONDAMENTALE NUOVO
SIGNIFICATO DI QUALITA MIGLIORAMENTO
CONTINUO PARTECIPAZIONE TOTALE DEL
PERSONALE CONCETTO di BREAKTHROUGH
PREMESSE DI BASE
MECCANISMI MENTALI (relazioni causa-effetto) LOGIC
HE MANAGERIALI
CULTURA DELLA QUALITA
D.P.P. D.R.W. GESTIONE DEL PRODOTTO GESTIONE
DELLE RISORSE UMANE RAPPORTO CLIENTE-FORNITORE
DIAGNOSI del PRESIDENTE FORMAZIONE
INTENSIVA CIRCOLI della QUALITA
PROCESSI FONDAMENTALI
LEADERSHIP DEL MASSIMO DIRIGENTE
48
PREMESSE DI BASE
  1. I VALORI
  • i clienti
  • il personale dellazienda
  • i fornitori

2. STRATEGIA OPERATIVA FONDAMENTALE
la qualità viene per
prima
49
  1. IL NUOVO SIGNIFICATO DI QUALITA

Soddisfazione del cliente Prevenzione Attenzione
per i clienti interni (che sono a
valle) Produttività Flessibilità Efficienza Miglio
ramento continuo dei processi Investimento (fare
le cose giuste la prima volta) Immagine verso
lesterno
50
  1. LA STRATEGIA DEL MIGLIORAMENTO CONTINUO

Consiste nel continuo miglioramento di tutti gli
aspetti che concorrono alla qualità nel suo
significato più ampio (essenziale per
lapplicazione del CWQC)
(miglioramento ottenuto con le innovazioni)
51
Il KAIZEN è un processo che va avviato lentamente
ed il cambiamento è graduale e costante. Il
KAIRYO è improvviso e discontinuo.
KAIZEN KAIRYO
Richiede molto sforzo e limitati investimenti Solo sostanziali investimenti
Coinvolge tutto il personale dellazienda Coinvolge unelite ristretta
Richiede il riconoscimento degli sforzi prima dei risultati Viene realizzato solo in base ai risultati attesi
Studio dei problemi con metodo Si ottiene con breakthrough tecnologici / organizzativi
52
5. PARTECIPAZIONE TOTALE DEL PERSONALE
  • Rappresenta la componente più difficile e
    critica.
  • Compito di ogni persona nellazienda è
  • Svolgere il proprio lavoro.
  • Migliorare il modo con cui lo svolge.

53
6. SCHEMA DI BREAKTHROUGH
TEMPO
54
CULTURA DELLA QUALITA
  • Le relazioni causa-effetto
  • Il corretto approccio ad un problema richiede un
    approfondito studio delle cause. Spesso,
    tuttavia
  • gli effetti sono confusi con le cause,
  • ci si concentra subito sulleffetto senza
    studiarne bene le cause.

Metodo dei 5W e 1 H
  1. Who Chi
  2. What Che cosa
  3. Where Dove
  4. When Quando
  5. Why Perché
  6. How Come

55
(No Transcript)
56
Esempio Determinare la causa dellarresto di
una macchina
1 D. Perché la macchina si è fermata? R. Perché cera un sovraccarico.
2 D. Perché cera un sovraccarico? R. Perché la lubrificazione dei cuscinetti era insufficiente.
3 D. Perché la lubrificazione era insufficiente? R. Perché la pompa non funzionava bene.
4 D. Perché la pompa di lubrificazione non funzionava correttamente? R. Perché lasse era usurato.
5 D. Perché era usurato? R. Perché vi era entrato del fango.
57
Il metodo PDCA
Metodo per affrontare e risolvere un problema di
qualsiasi natura, da impiegare a tutti i livelli.
CICLO DI DEMING
58
  • PLAN definizione dei contorni precisi di un
    problema
  • - studio delle
    relazioni causa / effetto
  • - definizione
    della cause prioritarie
  • - definizione
    delle contromisure
  • DO sperimentazione per verificare che la
    soluzione proposta sia corretta
  • mettere a punto dei test
  • indicare come i test devono essere svolti
  • spiegare alle persone che dovranno condurre le
    prove
  • CHECK fase di verifica
  • ACT fase di standardizzazione della soluzione
  • la soluzione precedentemente
    confermata a livello sperimentale
  • dovrà essere applicata al caso
    reale

59
LE SOTTOFASI DEL CICLO PDCA
STANDARDIZZAZIONE E CONSOLIDAMENTO
60
  • Le logiche manageriali
  • Industrializzazione del miglioramento
  • (riproducibilità, standardizzazione, rapido
    apprendimento)
  • Focalizzazione sui processi
  • Riconoscimento degli sforzi del personale
  • Qualità come integrazione
  • coinvolgimento delle unità organizzative
    interessate trasversalmente da una stesso
    processo, es. sviluppo di nuovi prodotti,
    evasione degli ordini, flusso dei materiali
  • Gestione a vista
  • (è necessario vedere i problemi per poterli
    risolvere)

61
I SETTE STRUMENTI MANAGERIALI della QUALITA (i
sette nuovi strumenti statistici)
  • Diagramma delle affinità (KJ)
  • Diagramma delle relazioni (simile al diagramma
    causa/effetto)
  • Diagramma ad albero
  • Diagramma a matrice
  • Diagramma di analisi dei dati a matrice
  • Diagramma a frecce (PERT Program Evaluation and
    Review Technique)
  • Diagramma PDPC (Process Decision Program Chart)

62
1. Diagramma delle affinità (metodo Kj Kawakita
Jito) Viene utilizzato per organizzare una
molteplicità di idee o aspetti in categorie ed
impiegato sia per definire il problema sia per
arrivare ad una soluzione. E uno schema sul
quale vengono riorganizzate idee ed opinioni
riguardanti un argomento oggetto di discussione,
raggruppandole in base ad un possibile nesso
logico. Talvolta esso viene utilizzato per
organizzare le idee frutto delle sedute di
brainstorming. Solitamente lo strumento viene
applicato in presenza di problemi molto
complessi. Esso viene utilizzato principalmente
nei programmi di miglioramento aziendale e di
reingegnerizzazione dei processi.
63
Brainstorming (tempesta di cervelli o
generatore di idee) Strumento ideato da F.A.
Osborn nel 1939, con lo scopo di produrre
messaggi pubblicitari non convenzionali. Viene
utilizzato per generare una lista di idee in un
periodo limitato nel tempo. Il brainstorming,
il cui obiettivo è quello di far emergere più
idee possibili, si snoda in tre fasi principali
che si sviluppano, generalmente in un periodo di
tempo che può variare dai dieci e ai venti
minuti, con lausilio di una figura che funge da
facilitatore.
64
(No Transcript)
65
  • Diagramma delle affinità
  • Fase di costruzione si forma un gruppo di
    persone in grado di dare un contributo alla
    soluzione di un problema e si designa un leader.
    Ognuno scrive su foglietti (data card) idee,
    dati, considerazioni a ruota libera sul problema,
    in un tempo limitato (es. 20 minuti).
  • Fase logico-deduttiva il leader raccoglie i
    data card, li legge ad alta voce e li aggrega in
    base alle affinità. Si usano foglietti di altro
    colore (affinity card), sui quali si sintetizzano
    le informazioni di ogni raggruppamento di data
    card.

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(No Transcript)
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(No Transcript)
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(No Transcript)
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(No Transcript)
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2. Diagramma delle relazioni Rappresentazione
della mappa di un determinato problema con
tutti i possibili fattori che lo influenzano e le
reciproche relazioni. Il tema deve essere
riportato al centro del foglio di lavoro (70 x
110 cm) e racchiuso con una linea marcata di
forma rettangolare o ellittica. Si definiscono
i sottosistemi del problema (o le cause) e si
individuano le relazioni logiche (in termini di
causa/effetto). Si pone la domanda perché è
successo questo? E per ogni risposta, cioè una
causa, si pone nuovamente. Ogni elemento
(causa) deve essere posizionato sul tabellone e
deve essere individuato e segnalato con una
freccia il legame causa/effetto. (Il numero
delle frecce che escono da un fattore
generalmente evidenzia la cause che condizionano
in misura maggiore il problema).
71
Il diametro della causa è proporzionale alla sua
importanza nel generare il problema o altre cause
sostenenti leffetto finale. Quando due linee si
incrociano, per evitare confusioni,
lintersezione viene segnalata come nella figura
sotto riportata.
72
3. Diagramma ad albero Strumento per
rappresentare con un livello di dettaglio più
minuzioso linsieme dei metodi, procedure e
attività più idonei per conseguire un
obiettivo. E possibile passare da un obiettivo
generico ad un piano di azioni estremamente
dettagliato e coerente, specificando le
condizioni e gli obiettivi intermedi da
realizzare. Il problema viene disarticolato e
ne viene resa visibile la struttura ed i
dettagli. Indicazioni pratiche per lo
sviluppo 1. Assicurarsi che ogni persona sia
daccordo sullobiettivo principale prima di
iniziare. 2. Essere succinti. 3. Pensare ai
compiti principali necessari per il
raggiungimento dello scopo e aggiungerli
allalbero. 4. Per ogni nodo compito, pensare a
dei sub-compiti che si rendono necessari,
poi aggiungere questi allalbero. 5. Chiedersi se
si sia dimenticato di qualcosa. 6. Man mano che
si lavora sul progetto, cambiare i colori dei
nodi completati, in modo da avere unindicazione
dello stato dellevoluzione.
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  • Per definire le azioni atte a raggiungere un
    dato obiettivo
  • Per dettagliare dal generale al particolare

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4. Diagramma a matrice
Consente di identificare relazioni complesse tra
cause ed effetti in situazioni multi-causa e
multi-effetto, ossia quando sussistono problemi
intercollegati e generati da un gran numero di
cause interagenti.
Tipi di diagramma L, T, X, Y, C, tetto.
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Diagramma a L (2 gruppi)
Requisiti - Clienti
Cliente D Cliente M Cliente R Cliente T
Purezza gt 99,2 gt 99,2 gt 99,4 gt 99.0
Traccia metalli (ppm) lt5 - lt10 lt25
Acqua (ppm) lt10 lt5 lt10 -
Viscosità 20-35 20-30 10-50 15-35
Colore lt10 lt10 lt15 lt10
Diagramma a T (3 gruppi)
Prodotti - Clienti - Sedi di produzione
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Diagramma a Y (3 gruppi)
Diagramma a C (3 gruppi)
Responsabilità per le prestazioni alle esigenze
del cliente
Modelli - Clienti - Siti produttivi
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Siti di produzione Prodotti Linee - Clienti
Diagramma a X (4 gruppi)
Diagramma a tetto (1 gruppo)
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5. Diagramma analisi dati a matrice
Le relazioni causa-effetto sono non solo
identificate ma anche "quantificate" e "pesate".
Si misura l'entità di ogni relazione
causa-effetto e si dedicano attenzioni primarie
alle entità più ragguardevoli. Consente di
quantificare ed interpretare con dati numerici le
relazioni espresse.
79
6. Diagramma a frecce (PERT Program Evaluation
and Review Technique) Metodo grafico di
programmazione lineare (ricerca operativa)
utilizzato per la programmazione della produzione
industriale nella fase di esecuzione. Consente
una approfondita analisi delle varie attività e
dei singoli compiti che contribuiscono al
raggiungimento dei fini del progetto operativo.
Il diagramma reticolare evidenzia le fasi che
sono legate a vincoli (restrizioni temporali) e
le fasi che consentono invece risparmi di tempo.
Si utilizzano i concetti di cammino critico di
reticolo (CPM). Mentre il PERT considera
soprattutto il fattore tempo e punta
allindividuazione del cammino critico, il CPM
attribuisce importanza sia al tempo sia al
costo. Il CPM fa riferimento allesperienza
passata nei lavori da svolgere per il
completamento delle singole attività. Mentre il
PERT è più adatto per lavori non ripetitivi, il
CPM è più adatto per lavori ripetitivi in quanto
riutilizza lesperienza accumulata nei casi
risolti in passato.
80
CPM
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Es. produzione scafo in fibra di vetro
82
(No Transcript)
83
7. Diagramma Process Decision Program Chart (PDPC)
Fornisce un metodo semplice per identificare sia
i rischi che le contromisure. Se la
pianificazione viene rappresentata con un
diagramma ad albero, successivamente vengono
aggiunti i rischi e le contromisure identificati.
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Obiettivo pianificazione di una vacanza
PDPC grafico
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Obiettivo pianificazione di una vacanza
PDPC testuale
86
Altri strumenti
Diagramma di Gantt Strumento di supporto alla
gestione dei progetti, (H.L. Gantt, 1917). Usato
nelle attività di project management, il
diagramma è costruito partendo da un asse
orizzontale (arco temporale totale del progetto)
e da un asse verticale (attività del
progetto). Barre orizzontali di lunghezza
variabile rappresentano le sequenze, la durata e
l'arco temporale di ogni singola attività. Le
barre possono sovrapporsi durante lo stesso tempo
ad indicare la possibilità dello svolgimento in
parallelo delle attività. Al progredire del
progetto, barre secondarie possono essere
aggiunte al diagramma, per indicare le attività
sottostanti completate. Una linea verticale è
utilizzata per indicare la data di riferimento.
Un diagramma di Gantt permette la
rappresentazione grafica di un calendario di
attività, utile al fine di pianificare,
coordinare e tracciare specifiche attività in un
progetto dando unillustrazione dello stato
d'avanzamento del progetto.
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(No Transcript)
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Flow-chart (diagramma di flusso) Strumento
grafico che scompone il processo in una serie di
fasi. Si è sviluppato nellambiente informatico
per poi diffondersi in tutti gli altri campi che
prevedevano la gestione di processi e progetti.
La scomposizione in fasi del processo può essere
utile per identificare le cause di un particolare
problema e trovarne le soluzioni. Nella stesura
devono essere osservate alcune regole 1.
Lordine di lettura del diagramma è dallalto
verso il basso e da sinistra verso destra, quando
non specificato diversamente. 2. Per migliorare
la chiarezza del diagramma possono essere
aggiunte delle frecce ad indicare il verso della
sequenza. 3. La sequenza è rappresentata da linee
continue congiungenti i simboli che rappresentano
le operazioni da compiere. 4. La convergenza di
due linee di flusso può avvenire senza che vi sia
una descrizione specifica, mentre la divergenza
deve sempre avvenire in corrispondenza di un
simbolo esplicativo o di una nota descrittiva. 5.
Per rendere più chiaro il significato di una
operazione, quando il simbolo non esaurisce
quello che si voleva esplicitare, è necessario
fare uso di note esplicative o rinvii.
89
(No Transcript)
90
LEARDESHIP DEL PRESIDENTE
  • Motore della CWQC
  • Il massimo dirigente deve
  • assumere la leadership della qualità
  • definire gli obiettivi da raggiungere
  • guidare tutta lazienda verso il raggiungimento
    di tali obiettivi
  • Responsabilità del massimo dirigente
  • direzione per politiche
  • assicurare le risorse per lattività di formazione

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I PROCESSI FONDAMENTALI DEL SISTEMA CWQC
  • Direzione per Politiche (DPP)
  • Daily Routine Work (gestione giornaliera)
  • Diagnosi del presidente (audit)
  • Formazione intensiva
  • Circoli della Qualità
  • Gestione del prodotto / servizio
  • Gestione delle risorse umane
  • Rapporti cliente / fornitore

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  • DIREZIONE PER POLITICHE
  • Rappresenta lo strumento gestionale col quale si
    perseguono i grandi miglioramenti processo
    chiave del CWQC che si attua con cicli annuali.
  • Con la DPP
  • si definiscono le politiche annuali derivandole
    da quelle a medio / lungo termine e
  • si attuano queste politiche con azioni concrete
    coinvolgendo lintera struttura aziendale

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  • DIREZIONE PER POLITICHE
  • Elementi costitutivi
  • Area di azione (es. riduzione costi)
  • Obiettivo quantitativo raggiungibile (es. 5)
  • Modalità di conseguimento (es. agendo sul
    sistema logistico)
  • Peculiarità
  • Mobilitazione di tutto il personale
  • Polarizzazione dellattenzione sui legami
    causa-effetto
  • Deployment delle politiche comunicazione delle
    Politiche traducendole sempre più nel dettaglio
  • Applicazione estensiva del ciclo PDCA in tutte le
    fasi e procedure

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  • DAILY ROUTINE WORK
  • Gestione giornaliera
  • Scopo garantire prestazioni stabili nel tempo e
    costantemente adeguate alle necessità.
  • Richiede
  • - identificazione dei processi e
  • - definizione dei parametri che ne misurano
    loutput
  • - definizione degli obiettivi per loutput
  • - stabilire il sistema giornaliero di controllo
  • Concetti base
  • - orientazione al cliente interno
  • - standardizzazione delle attività

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  • DIAGNOSI DEL PRESIDENTE
  • audit
  • Attività sistematica di verifica direzionale
    svolta direttamente dal massimo dirigente o dai
    primi livelli gerarchici nei confronti dei loro
    collaboratori.
  • FORMAZIONE INTENSIVA
  • - Deve essere considerata come un vero e proprio
    investimento.
  • - Deve essere condotta in base a periodi di lungo
    termine.

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CIRCOLI DELLA QUALITA
  • Piccolo gruppo di operatori (4 - 10) che svolge
    VOLONTARIAMENTE attività di miglioramento nello
    stesso reparto/ufficio.
  • Compiti identificare, analizzare e risolvere
    problemi riguardanti la propria area di lavoro
  • Scelta del tema generalmente autonoma
  • Frequenza delle riunioni 2/3 al mese
  • Durata 1 1.5 ore
  • Momento orario di lavoro
  • N progetti / anno 2 / 3
  • Tipologia dei progetti QUALITA, COSTI,
    PRODUTTIVITA, SICUREZZA,
  • CONSEGNE.

97
CIRCOLI DELLA QUALITA Costituiscono
lelemento principale per il coinvolgimento del
personale operativo nelle attività di
miglioramento.
Flusso bottom-up (informazioni, suggerimenti,
idee)
Flusso top-down
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CIRCOLI DELLA QUALITA
Importanza / complessità dei problemi medio /
piccola Conclusione di ciascun progetto
PRESENTAZIONE ALLA DIREZIONE LE MODALITA DI
SVOLGIMENTO E I RISULTATI OTTENUTI Coordinamento
del gruppo leader generalmente il capo area
99
CIRCOLI DELLA QUALITA
  • Risultati notevoli ottenuti
  • Miglioramento dei rapporti tra il personale
  • Motivazione verso il lavoro
  • Miglioramento della leadership e capacità
    gestionali dei capi intermedi
  • Strumento di PEOPLE BUILDING
  • Possono essere considerati una azienda dentro
    lazienda
  • Nucleo per la Qualità Totale a livello di reparto.

100
  • GESTIONE DEL PRODOTTO
  • Progettazione e sviluppo di nuovi prodotti
  • - Time to market
  • - Quality Control Deployment
  • - Affidabilità
  • - Manutenibilità
  • - Revisione del progetto
  • - Prevenzione per responsabilità da prodotto.
  • Fabbricazione
  • - Controllo del processo (SPC)
  • - Manutenzione
  • - Logistica
  • Fornitori
  • - Group-Wide Quality Control (vedere ogni
    business nella sua globalità considerando

  • lintero gruppo di aziende
    coinvolte).
  • Fornitura Just -in-Time (coordinare i tempi
    di effettiva necessità dei materiali in

  • produzione cercando di alleggerire le scorte
    di materie prime).

101
GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
  • Nella CWQC è di fondamentale importanza stabilire
    una diversa
  • priorità nel rapporto
  • CAPO COLLABORATORE
  • Considerazioni
  • Il successo dellazienda dipende dalla capacità e
    dalle motivazioni del personale.
  • Le risorse umane non hanno limiti.
  • Per sviluppare le risorse umane occorre
    rinforzare le doti positive.
  • Richiede periodi lunghi.

102
GESTIONE DELLE RISORSE UMANE
  • Modello tradizionale OBIETTIVI - RISULTATI
  • ma ...
  • Gli obiettivi sono il risultato di un processo.
  • Per ottenere risultati occorre sostenere sforzi.
  • Nuovo modello di gestione PROCESSO -
    SFORZI

Priorità al PROCESSO ?
FORMAZIONE Priorità agli SFORZI ?
Riconoscimento degli stessi prima
del risultato GESTIONE DEL PERSONALE PER
FORMAZIONE Modello tradizionale GESTIONE PER
CONTROLLO
103
PROCESSO DI PEOPLE BUILDING
1. AUTOSVILUPPO Sicurezza del proprio lavoro
ed esistenza di possibili spazi di sviluppo
nellazienda (promozione / contributivo). 2.
COOPERAZIONE NEL REPARTO / UFFICIO Nascita
del Circolo della Qualità. 3. AUTONOMIA
Fase propositiva.
104
RAPPORTO CLIENTE - FORNITORE
  • Il livello di qualità dipende dalla qualità delle
    materie prime / componenti acquistati all'
    esterno.
  • Sviluppo e progettazione di nuovi prodotti
    richiedono collaborazione fin dalle prime fasi.
  • Capacità di innovazione tecnologica miglioramento
    continuo del fornitore sono fattori fondamentali.
  • Strategia dell' acquirente verso i fornitori
  •   Massima collaborazione su un quadro a lungo
    termine e sulla base di una completa fiducia
    reciproca per assicurare in senso dinamico la
    massima soddisfazione dei propri clienti.

105
COMAKERSHIP Il fornitore viene coinvolto nei
rischi e nelle opportunità potenziali del
business del cliente con responsabilità specifica
di co-produttore (COMAKER).
106

Il PROCESSO
L' AZIENDA VISTA COME PROCESSO

107
GESTIONE DI UN PROCESSO
LA PRIORITA' QUALITA' NELL'AMBITO DEL PROCESSO
RICHIEDE CHE LE VARIABILI ESSENZIALI DEVONO
RIMANERE ENTRO UN CERTO CAMPO ? GESTIONE DEL
PROCESSO ? CONTROLLO DEL PROCESSO

108
CONTROLLO DI PROCESSO BASATO SULL' ERRORE
SCHEMA DI CONTROREAZIONE (FEEDBACK) DI PRIMO
LIVELLO
L'errore è deciso dal CLIENTE (che può essere
anche INTERNO)
109
FEED-BACK di LIVELLO SUPERIORE
ANALISI
MEMORIA
SELEZIONE
DISTURBI
OUTPUT
PROCESSO

REGOLATORE
INPUT
E
R
SENSORE
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