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Universit

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Title: Diapositiva 1 Author: Standard Last modified by: Standard Created Date: 11/5/2006 10:35:10 AM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Transcript and Presenter's Notes

Title: Universit


1
Università degli Studi di PaviaSILSIS
2006-2007classe di abilitazione 43 A
  • LABORATORIO SULLITALIANO
  • SCRITTO E PARLATO
  • (10 ORE)
  • Prof.ssa Michela Biazzi

2
  • Note introduttive

3
Da una ricerca condotta su un corpus di elaborati
prodotti da studenti universitari di diverse
facoltà e anni di corso nellambito del
Laboratorio di Scrittura Testuale (Dipt. di
Italianistica Univ. RomaTre, cfr. Stefinlongo
A., 2004, Scrivo come parlo/penso. Caratteri
della scrittura giovanile di fine millenio, in M.
Cecchini (a cura di) 294-303) è emerso che
Si affronta spesso il testo scritto con la
stessa disinvoltura con cui si inizia una
telefonata, una conversazione tra amici, senza
grosse remore nei confronti del compito ma anche
senza percepire la differenza di lingua e di
registro che il mezzo usato dovrebbe
imporre tanto che il testo scritto sembrerebbe
prodotto sullonda di una naturale oralità (296)
La scrittura di questi giovani egocentrica,
generica, senza articolazioni nette, definite -
una scrittura non definita appunto, in cui
volutamente (o inconsapevolmente) non si
osservano, o meglio si svalutano le regole della
rappresentazione scritta in quanto ritenute non
essenziali alla comunicazione interpersonale
sembrerebbe dunque riflettere il modo di parlare,
di pensare, di vedere la realtà di questa
generazione. (302)
È dunque auspicabile la pratica costante,
diversificata per funzioni e mezzi, della
scrittura per evitare la produzione di testi
comunicativi indifferenziati
4
è certo difficile per i bambini scrivere con il
senso permanente di un destinatario che,
contrariamente a quanto succede nel parlato, non
è presente a sostenere (con il feed-back che ne
deriva e con i processi di negoziazione che mette
in moto) la produzione di un testo che si
sviluppa in modo molto più autonomo. () Questa
abilità sembra maturare in loro intorno ai dodici
anni, come indicano alcune ricerche evolutive. Ma
si tratterà allora di non perdere lappuntamento
con questa tappa evolutiva (una specie di età
critica), in cui lavorare anche esplicitamente,
inducendoli alla riflessione sulle differenze tra
situazione comunicativa orale e scritta, per
radicare fortemente in loro il senso del
destinatario (e/o delladeguatezza agli scopi e
al genere di scrittura scelto) anche quando
scrivono (53) Lavinio C. 2003,
Processi di produzione di testi scritti e
apprendimento, in Calò (a cura di) 44-56
5
  • Da alcune ricerche emerge la tendenza comune a
    studenti
  • di diversa età a produrre testi orali e scritti
    dal carattere

  • INDIFFERENZIATO

Indice di scarsa competenza sociolinguistica
6
Proposta di percorsi di educazione alla
variazione sociolinguistica per alunni della
scuola secondaria di 1 grado
7
Parte I
  • La variazione linguistica nei manuali di
    Educazione Linguistica per la scuola secondaria
    di 1 grado

8
  • Studio sullitaliano praticato nei libri di testi
    e sui relativi apparati didattici
  • Rapporto tra ricerca teorica e didattica della
    lingua
  • Quali apparati didattici sulla variabilità
    linguistica (cfr. contributi di Fiorentino,
  • Sgroi e GISCEL Sicilia)

Nelle 10 grammatiche (medie inferiori/biennio
superiore) del campione di Fiorentino 8,6
delle pagine è dedicato alla variabilità
(701/8101)
Diafasia 293
Diacronia 241
Diatopia 100
Diamesia 53
diastratia 14
  • Prepondenza
  • delle abilità di scrittura
  • della competenza metalinguistica (fonologia,
  • morfologia, sintassi) (cfr. Sgroi)
  • Risultati leggermente diversi emergono dalla
    ricerca del GISCEL Sicilia prima
  • posizione alla varietà diacronica e ultima alla
    varietà diafasica (ricerca di più ampio
  • respiro, che comprende anche testi degli anni
    Ottanta)

9
le più recenti riflessioni della linguistica
sulla variabilità della lingua sono filtrate nei
libri di testo in maniera assai marginale sia
per la quantità di spazio che vi si dedica, sia
per lutilizzazione che se ne propone, il tema
della variabilità non ha una forza strutturante
sullimpianto dei libri di testo
il nucleo centrale dei libri di italiano sembra
ancora consistere nella presentazione della
grammatica tradizionale, a cui si affiancano
marginalmente parti dedicate alle abilità, alla
variazione e ad altri temi di linguistica e di
semiotica (cfr. Calò/Ferreri 1997 8)
ad es. scarsa attenzione ai tratti che
caratterizzano litaliano neostandard e agli
apporti sistematici e analitici del parlato allo
scritto
10
  • Progettare percorsi di sviluppo delle abilità in
    prospettiva variabilista comporta
  • Arricchimento dellimpianto teorico delle
    grammatiche
  • Ricorso a nuovi modelli di descrizione della
    lingua
  • Passaggio da un approccio prescrittivo (norma,
    correttezza)

ad un approccio descrittivo (uso, adeguatezza)
11
Scheda di analisi dei manuali di Educazione
Linguistica rispetto al tema della variabilità
linguistica (?diamesica) (cfr. Calò/Ferreri 1997)
per individuare a quale/i varietà di
lingua rimanda il manuale ?si pone chiaramente
il problema di quale sia la varietà di lingua di
riferimento? i modelli di descrizione della
lingua (in particolare della variabilità
linguistica) lo spazio riservato alle abilità e
alla variazione della lingua i contenuti e le
attività proposte
12
SCHEDA (vedi allegato)
Parte I Informazioni bibliografiche e sul
rilevatore Parte II Organizzazione del testo e
spazio dedicato alla variabilità Parte III
Analisi contenutistica del manuale Parte IV
Strumenti di valutazione Parte V
Considerazioni conclusive Parte VI Valutazione
della scheda di analisi
13
Parte II
  • Repertori e usi linguistici degli alunni
  • il questionario sociolinguistico in classe

14
Nei manuali di EL sarebbe molto utile
introdurre in modo massiccio, nei repertori di
esempi, testi (scritti e orali) prodotti dagli
alunni (Tassoni in Lugarini/Roncallo 1992
180) PARTIRE DAL REPERTORIO E DAGLI USI
LINGUISTICI DEGLI ALUNNI Come? Con quali
strumenti? Con quali obiettivi? Come valorizzare
lev. indagine del repertorio linguistico degli
alunni nellattività didattica?
15
IL QUESTIONARIO SOCIOLINGUISTICO IN CLASSE
  • Preparato dallinsegnante o dagli studenti con la
    guida dellinsegnante
  • Contenuti
  • Lingue e dialetti sentiti
  • Lingue e dialetti usati da e con i diversi
    interlocutori
  • Nella socializzazione primaria (in famiglia)
    (nonni, madre, padre, fratelli)
  • Nella socializzazione allargata (in vari domini
    extrafamiliari a scuola, nelle reti amicali, dal
    medico, nei negozi, nei media)
  • Autovalutazione delle competenze nelle varietà
    linguistiche citate

16
Esempio di questionario sociolinguistico per
alunni della scuola secondaria di 1 grado
A casa A scuola
Che lingue e/o dialetti senti parlare
Che lingue e/o dialetti parli con I nonni Il papà La mamma I fratelli Gli insegnanti I compagni
Che lingue e/o dialetti parlano con te I nonni Il papà La mamma I fratelli Gli insegnanti I compagni
  • Capisci il dialetto della tua città/ del tuo
    paese? Sì No Un po
  • Sai parlare il dialetto della tua città/ del tuo
    paese? Sì No Un po

17
  • Obiettivi didattici
  • Mappatura dello spazio linguistico della classe
    (ad opera dellinsegnante o degli studenti con
    la guida dellinsegnante)
  • Introduzione alla classe delle nozioni di varietà
    linguistiche, domini duso, varietà diafasiche,
    diastratiche, diatopiche e diamesiche presenti
    nel loro repertorio linguistico e caratterizzanti
    le loro pratiche linguistiche
  • Ricerca sul campo, che può concludersi in una
    relazione orale e/o scritta e/o in grafici e
    tabelle
  • Finalità educative
  • Educare alla variabilità linguistica per evitare
    stereotipi e stigmatizzazione di varietà
    linguistiche diverse dalla propria o substandard
  • Si tratta di autodichiarazioni degli alunni. Le
    etichette da loro scelte per denominare le
    varietà linguistiche da loro riconosciute
    (dialetto, italiano, lingue straniere,
    altro) rappresentano potenziali indicatori
  • della loro consapevolezza dellesistenza di un
    continuum di varietà linguistiche nel loro
    vissuto
  • del loro livello di percezione della variabilità
    linguistica in vari domini e con diversi
    interlocutori
  • Aspetti problematici
  • tempi lunghi di preparazione e analisi dei dati
    raccolti
  • formulazione delle domande, appropriata ai
    destinatari del questionario

18
  • Il questionario sociolinguistico in classe
  • sintesi di un percorso sperimentale in classi
    della S. Sec. I e II (NA)
  • cfr. Maturi et al. 2004 in Cecchini (a cura di)
    350-364

19
  • introduzione nella pratica didattica di
    strumenti che creino degli alunni una maggiore
    consapevolezza delle proprie competenze native
    a partire dalla definizione e dalla descrizione
    analitica delle varietà da essi stessi utilizzate
    e che impostino la didattica dellitaliano
    standard proprio muovendo da tale autocoscienza
    linguistica (350)
  • Obiettivi
  • Integrare o sostituire i giudizi prescientifici
    degli alunni sullitaliano e sulle varietà del
    proprio repertorio con concetti e giudizi
    scientificamente fondati
  • Produrre una migliore competenza attiva e
    passiva, orale e scritta dellitaliano attraverso
    il continuo confronto tra i meccanismi delle
    varietà già possedute e quelli nuovi da
    apprendere
  • Facilitare linterazione tra alunni portatori di
    comportamenti linguistici diversi e migliorare
    lintegrazione scolastica di tutti gli alunni,
    soprattutto di quelli a torto considerati come
    linguisticamente deprivati in quanto parlanti
    varietà socialmente stigmatizzate. (351)
  • Maturi et al. 2004 in Cecchini (a cura di)
    350-364

20
  • Fase A. Il questionario dentrata ?per sondare le
    conoscenze implicite
  • Domande sul comportamento linguistico
  • Domande su conoscenze e valutazioni implicite
  • Domande sulla variazione linguistica
  • Domande sullindividuazione delle varietà

21
  • 1. Come parlano i tuoi genitori?
  • a) in italiano b) in dialetto c) un misto di
    italiano e dialetto d) a volte in italiano e a
    volte in dialetto
  • 2. Come parli tu con i genitori?
  • a) in italiano b) in dialetto c) un misto di
    italiano e dialetto d) a volte in italiano e a
    volte in dialetto
  • 3. Come parli tu con gli amici?
  • a) in italiano b) in dialetto c) un misto di
    italiano e dialetto d) a volte in italiano e a
    volte in dialetto
  • 4. Che cosa è il dialetto?
  • a) La lingua della nostra zona b) La lingua
    delle persone poco istruite
  • c) La lingua del passato d) La lingua di tutti
    i giorni
  • 5. Che cosa è litaliano?
  • a) La lingua che si usa per parlare con persone
    di altre zone b) La lingua delle persone colte
  • c) La lingua di oggi d) La lingua delle
    situazioni importanti
  • 6. Secondo te cè qualcosa a metà strada tra il
    dialetto e litaliano? a) Sì b) No c)Non so. Se
    hai risposto sì, di che cosa
  • 7. Secondo te il dialetto è a) più facile
    dellitaliano b) più difficile dellitaliano c)
    né più facile né più difficile dellitaliano
  • 8. Secondo te il dialetto è a) più antico
    dellitaliano b) più moderno dellitaliano c) né
    più antico né più moderno dellitaliano
  • 9. Secondo te il dialetto è a) più bello
    dellitaliano b) più brutto dellitaliano c) né
    più bello né più brutto dellitaliano
  • 10 Secondo te a) il dialetto deriva
    dallitaliano b) litaliano deriva dal dialetto
    c) non cè rapporto tra italiano e dialetto

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  • Fase B. Le risposte
  • I genitori parlano tra loro a volte dialetto a
    volte italiano (49)
  • Litalofonia è percepita come prevalente tra
    alunni e genitori (48)44 mistilingue
    (alternanza di codice o mescolanza)
  • Nella percezione degli alunni mescolanza e
    alternanza di codice hanno un ruolo prevalente
    rispetto a comportamenti monolingui
  • Non vengono distinte varietà linguistiche
    intermedie tra dialetto e italiano
  • Definizione di dialetto di tipo diatopico (64l.
    della nostra zona) e diacronico (22l. del
    passato)
  • Dispersione delle risposte sul rapporto di
    derivazione tra dialetto e italiano
  • Percezione della viariazione diatopica (fonetica
    e lessicale) (62), distratica (94)
  • Riconoscimento soprattutto delle varietà standard
    e dialettale, meno di quelle intermedie (non
    riconosciute nel 59 dei casi)

23
  • Fase C. Lintervento didattico
  • Ha affrontato i seguenti nuclei tematici
  • definizione di dialetto e di lingua
  • cenni di storia linguistica dalle origini latine
    alla formazione dei dialetti romanzi e allo
    svilupparsi dellitaliano
  • introduzione della nozione di italiano regionale
  • osservazioni sulla variazione SL
  • Metodo della lezione dialogata, impostata a
    partire dalle conoscenze degli alunni rilevate
    dal questionario
  • Si è richiamata lattenzione sulluso delle
    varietà e sulle modalità dellalternanza e della
    mescolanza tra i codici, a partire da esempi
    tratti dalluso stesso degli alunni
  • Si sono evidenziati soprattutto fenomeni di
    interferenza tra italiano e dialetto e
    lesistenza di un continuum di livelli intermedi
    tra dialetto e lingua
  • Intervento sul diverso ruolo sociale e pragmatico
    delle varietà lingua e dialetto, e sono stati
    sottolineati da un lato lindispensabilità di una
    ottima competenza dellitaliano standard per
    linserimento sociale e lavorativo, e il valore
    culturale e affettivo del dialetto
  • Dibattiti sui seguenti nuclei tematici la
    grammatica del dialetto gli aspetti diacronici
  • Maturi et al. 2004 in Cecchini (a cura di)
    350-364

24
Fase D. Fase di verifica questionario SL
  • Dalle risposte al questionario sociolinguistico
    di verifica emerge che
  • viene riconosciuto litaliano regionale
  • è evidenziato laspetto diacronico e funzionale
    dellitaliano standard
  • persistenono valutazioni negative sul dialetto e
    sulla sua utilità
  • sono ampliate le competenze sociolinguistiche
    passive degli alunni (ad es. riflesssione
    metacomunicativa e riconoscimento di varietà
    linguistiche) meno sviluppate invece risultano
    quelle attive (ad es. nel produrre testi adeguati
    alle diverse situazioni comunicative,
    probabilmente a causa della durata limitata della
    sperimentazione)

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Altri strumenti per indagare i repertori e gli
usi linguistici degli alunni
  • AUDIO/VIDEO REGISTRAZIONI DI INTERAZIONI IN VARI
    DOMINI
  • conversazioni familiari a tavola
  • conversazione con un gruppo di amici
  • conversazione a scuola ?il parlato a scuola e in
    classe
  • con gli amici/con linsegnante
  • durante la lezione
  • Aspetti problematici
  • Metodologici
  • Raccolta dei dati
  • Trascrizione del parlato
  • Tempi lunghi di raccolta e analisi dei dati
  • ?circoscrivere i domini da indagare e limitare
    la durata delle registrazione a pochi minuti
  • ?eventuale uso integrato con il questionario
    sociolinguistico

È possibile proporre in classe frammenti già
trascritti di diverse tipologie di parlato,
raccolti in corpora di italiano parlato (cfr.
LIP, LABLITA, AVIP)
26
Parte III
  • I corpora di italiano scritto e parlato

27
I corpora di italiano scritto
  • Biblioteca Italiana Telematica (CiBIT),
    http//www.bibliotecaitaliana.it (accesso online
    completo e gratuito)
  • Corpus di Italiano Televisivo (CiTDemo),
    http//www.sspina.it
  • Corpus di Italiano Scritto (COrisDemo),
    http//corpus.cilta.unibo.it/
  • Letteratura Italiana Zanichelli (LIZ 4.0, cd-rom
    con motore di ricerca DBT), (a cura di Stoppelli
    Pasquale e Picchi Eugenio)

28
I corpora di italiano parlato
  • cfr. Banca dati dellItaliano Parlato (badip),
    http//languageserver.uni-graz.at/badip/badip/home
    .php
  • Lessico di frequenza dellitaliano parlato (LIP),
    http//languageserver.uni-graz.at/badip/badip/20_c
    orpusLip.php
  • Corpus di Italiano Parlato (a cura di E. Cresti),
    2000 (versione cartaceacd-rom),
    http//lablita.dit.unifi.it
  • Il progetto AVIP, ftp//ftp.cirass.unina.it/
  • La trascrizione del parlato?attività sullasse
    diamesico

29
LIP e Corpus LABLITA a confronto
  • LABLITA (Cresti)
  • Classificazione
  • Macroclassi (con sottoclassi di discorso)
  • Nlocutori (monologhi, dialoghi, conversazioni
    con più di due locutori)
  • Età, scolarità, professione
  • Contesto duso (familiare, extrafamiliare
    privato_dal medico_ e pubblico_negozi e uffici)
  • Presa di turno libera o regolata
  • I media (cinema, radio, TV)
  • Il confronto tra parlato-parlato con il letto,
    recitato e trasmesso è esterno al corpus?desunto
    dal confronto con altri corpora
  • Non ha unarticolazione diatopica, ma è uno
    spaccato di varietà diafasiche e diastratiche in
    unarea definita (FI e provincia)
  • Parziale reperibilità del supporto audio
    (campionamento su cd-rom)
  • LIP
  • Classificazione
  • Macroclassi (con sottoclassi di discorso)
  • Scambi comunicativi uni/bidirezionali
  • I locutori sono ripartiti per età, scolarità,
    professione, sesso e CITTA
  • Faccia a faccia/non a distanza/in differita
  • Presa di turno libera/regolata
  • Spazio riservato al parlato-parlato (1/5) e
    confronto con il letto, recitato e trasmesso è
    interno al corpus
  • Centralità della variazione diatopica (MI, FI,
    Roma NA) legata alla necessità di documentare il
    grado di uniformità del lessico italiano a
    livello diatopico
  • Scarsa reperibilità del supporto audio originale

DIFFERENZE
esercitazioni
Quali applicazioni didattiche?
30
  • Per moltissimi studenti, ma anche per
    moltissimi insegnanti, lunica tipologia di
    parlato nota è quella dellinterrogazione, punto
    C della scala di naturalezza del LIP, ed essa
    tende a riflettersi sullinsieme dei
    comportamenti comunicativi che hanno luogo nella
    situazione didattica. ()
  • Da questa mancata attenzione ai meccanismi
    peculiari del parlato discende anche una
    significativa perdita di agilità comunicativa,
    dirò così, nel passare da un tipo allaltro di
    situazione di uso orale della lingua, quali ad
    esempio il parlare su base di appunti, il parlare
    riferendosi a un testo scritto, il parlare a
    braccio su un tema dato. Lo stile di parlato
    ritrovabile in molti studenti mostra insomma un
    carattere indifferenziato, o per meglio dire, una
    polarizzazione acritica tra quelle forme di
    parlato-parlato che sono proprie della
    comunicazione quotidiana più informale e un
    registro paludato, quasi di recitazione del
    discorso . ()
  • anche il parlato dovrebbe ricevere un
    addestramento specifico e momenti di verifica,
    intermedia e finale. E strumenti come il LIP ()
    dovrebbero aiutarci a formare i formatori addetti
    a tali funzioni. Mi rendo conto che questa
    prospettiva , per chi conosca lo stato delle
    nostre cose, può anche far sorridere. Ma può
    anche darsi che essa diventi improvvisamente
    attuale
  • (Gensini S., 1994, Dal LIP alla didattica del
    parlato, in De Mauro T. (a cura di), Come
    parlano gli italiani.Atti della presentazione del
    LIP - Lessico di frequenza dell'italiano parlato,
    La Nuova Italia, Scandicci (Firenze). 197-199)
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