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PIANO DELLA LEZIONE

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Title: INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ATOPICO Author: Dott. Di Forti Last modified by: UTENTE Created Date: 4/25/2005 1:16:34 PM Document presentation format – PowerPoint PPT presentation

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Title: PIANO DELLA LEZIONE


1
PIANO DELLA LEZIONE
  • La gestione del bambino con patologia cronica

2
Il bambino con malattia cronica o ricorrente
  • La malattia cronica comporta una riduzione delle
    abilità fisiche, e/o psichiche, ovvero il rischio
    di un deficit sensoriale o funzionale persistente
    o una difficoltà permanente delladattamento
    sociale, professionale ed affettivo. Si traduce
    pertanto in un handicap, cioè in uno svantaggio.
    Le patologie acute che si ripetono con una
    frequenza significativa possono essere definite
    come ricorrenti e/o recidivanti.
  • I bambini portatori di handicap dalla nascita
    vengono abitualmente diagnosticati dal pediatra
    ospedaliero. Gli handicap insorti dopo la nascita
    in seguito a traumi, od a patologie acute, o come
    complicanze di patologie croniche, vengono
    abitualmente diagnosticate dal pediatra di
    famiglia, che si avvale delle competenze di altri
    specialisti, fra i quali particolare importanza
    riveste il neuropsichiatra infantile
  • Esenzione dal pagamento dei tickets
  • Alcune malattie croniche sono riconosciute dal
    Ministero della Salute come patologie rare e
    danno diritto allesonero dal pagamento delle
    indagini diagnostiche e dei farmaci attinenti
    alla patologia. Alcune patologie considerate di
    rilevanza sociale danno diritto ad esenzioni
    analoghe ed eventualmente alla dispensazione di
    particolari presidi. Linvalidità civile
    accertata dallapposita Commissione della ASL dà
    diritto ad estese esenzioni.

3
Lobesità
  • La prevalenza dellobesità nelletà evolutiva
    negli ultimi 25 anni è triplicata in tutto il
    mondo. LItalia ha la maggiore frequenza 36 e
    le regioni meridionali hanno una prevalenza
    superiore del 30-60 rispetto a quelle del Nord.
  • Nei bambini sotto i due anni valori del peso
    rapportati allaltezza superiori all85
    percentile depongono per sovrappeso e superiori
    al 95 percentile per obesità vera e propria.
  • Nelle età successive si valuta un valore di Body
    Mass Index (BMI) superiore a quelli delle tabelle
    di riferimento. Il BMI corrisponde al rapporto
    tra il peso ed il quadrato dellaltezza
  • Valutazioni delle abitudini e stili di vita
  • Abitudini alimentari
  • Stili di vita a) fattori di sedentarietà (TV,
    computer,etc.) b) frequenza settimanale
    dellattività fisica c) attività fisica
    spontanea
  • Valutazione psico-relazionale
  • Esami di laboratorio glicemia a digiuno,
    insulinemia a digiuno, profilo lipidico,
    transaminasi

4
Obesità compiti del Pdf
  • Misurazione della pressione arteriosa utilizzando
    bracciali adatti, facendo riferimento ai valori
    normali per letà
  • Valutazione della funzionalità epatica se le ALT
    sono superiori a 40, sono necessarie ulteriori
    indagini Gamma-GT, ecografia epatica, etc.
  • Valutazione osteoarticolare rachide, arco
    plantare, ginocchia
  • Valutazione dellapparato respiratorio
    russamento, apnee notturne, broncospasmo
  • Valutazione psicologico-relazionale
    comportamenti, determinanti cognitive ed emotive
  • Interventi del Pediatra
  • Consigliare di suddividere lapporto calorico in
    4-5 pasti
  • Consigliare un uso solo moderato della TV
  • Consigliare la pratica di una regolare attività
    fisica
  • Informare sulle complicanze dellobesità, in
    termini anche di mortalità, di morbilità, di
    invalidità, di dipendenze, etc.
  • Correlarsi al mondo della scuola
  • Promuover abitudini alimentari e stili di vita
    corretti
  • Impostare una dieta normocalorica, nella quale i
    carboidrati siano il 55-60 ed i lipidi il
    25-30, ricca di frutta, verdure, legumi

5
(No Transcript)
6
(No Transcript)
7
(No Transcript)
8
(No Transcript)
9
La gestione del bambino con patologia cronica
La malattia cronica comporta un deficit
persistente di abilità fisiche e/o psicologiche,
che si traduce in un handicap permanente
delladattamento sociale, professionale e
affettivo. I soggetti in età evolutiva con
patologia cronica è numericamente poco rilevante,
ma necessita di molti servizi come pure di
accedere ai servizi in modo personalizzato. Più
numerosi sono invece quei bambini affetti da
condizioni cliniche a rischio di cronicità
(obesità, asma) che richiedono di essere seguite
con modalità appropriate attraverso un sistema di
sorveglianza ambulatoriale e/o domiciliare
programmata.
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La gestione del bambino con patologia cronica
  • STRUMENTI
  • Bilancio di salute al cronico
  • Assistenza Ambulatoriale Programmata
  • Assistenza Domiciliare Programmata e/o Integrata

11
La gestione del bambino con patologia cronica
Lattivazione di questi presidi si attua con la
compilazione di un programma, che prevede dei
controlli ambulatoriali di follow-up, concordato
e condiviso dalla famiglia, approvato dalla
Azienda USL di riferimento. I controlli possono
avere cadenza settimanale, bisettimanale o
mensile a seconda della patologia e delletà del
bambino. In linea di massima possiamo distinguere
le patologie croniche in tre grandi gruppi 1
gruppo patologie a bassa frequenza accompagnate
da disabilità/invalidità già in carico a
strutture specializzate Fibrosi cistica,
Nefropatie, Celiachia, ARG, Malattie
cromosomiche, Neuropatie, Tumori 2 gruppo
patologie e/o situazioni di rischio che
necessitano la definizione di specifici percorsi
Asma, Obesità 3 gruppo condizioni con alto
rischio sanitario e psico-sociale che non
configurano una patologia cronica, ma richiedono
un alto livello di attenzione disturbi del
comportamento, grave disagio familiare.
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Assistenza programmata
  • Fin dai primi ACN sottoscritti per i Pediatri di
    famiglia, fu individuata una particolare forma di
    assistenza programmata, da effettuare a domicilio
    degli assistiti, che fu denominata Assistenza
    Domiciliare Programmata (ADP). Più recentemente è
    stata sancita anche la possibilità di effettuare
    una assistenza programmata nellambulatorio del
    pediatra di famiglia, da realizzare in orari
    diversi da quelli di apertura dello studio per
    tutti gli altri assistiti, che è stata
    denominata Assistenza Ambulatoriale Programmata
    (AAP). Le patologie previste sono essenzialmente
    le stesse, e sono state individuate per le loro
    caratteristiche di cronicità, di persistenza, e/o
    di ricorrenza, ovvero per la possibilità di
    esitare in complicanze importanti. Per lAAP sono
    stati presi in considerazione anche i disturbi
    del comportamento, per la difficoltà che causano
    ai bambini e ragazzi affetti di poter stare nella
    sala di attesa con gli altri assistiti. Per tutti
    vale lesempio dellADHD, nota anche come la
    sindrome del bambino iperattivo
  • Gli obiettivi di entrambe le tipologie di
    Assistenza Programmata sono compresi tra i
    seguenti
  • Monitoraggio dello stato di salute dellassistito
    con particolare riferimento alla diagnosi precoce
    dei possibili eventi invalidanti correlati con la
    specifica patologia cronica
  • Controllo dello sviluppo psicofisico del bambino
  • Predisposizione ed attivazione di programmi
    individuali con carattere di prevenzione o di
    riabilitazione e loro verifica periodica

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Assistenza programmata
  • Ulteriori obiettivi
  • Indicazione ai familiari di particolari
    trattamenti dietetici, particolari bisogni
    diagnostici e specifici programmi terapeutici
  • Attivazione di un sistema di rilevazione che
    consenta la realizzazione di registri specifici
    per patologie in modo da fornire dati oggettivi
    circa limpatto epidemiologico della patologia
    nello specifico territorio
  • Esecuzione di test strumentali di monitoraggio
    della patologia in questione
  • Individuazione di un riferimento unico anche per
    le altre figure professionali o equipe socio
    sanitarie che operano nellAsl, in modo da
    fornire un coordinamento agli interventi di
    prevenzione, trattamento e riabilitazione socio
    sanitaria nel suo complesso
  • Questa ultima modalità di assistenza programmata
    domiciliare si avvicina alla diversa tipologia
    denominata Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)
    Questa non viene programmata solo dal singolo
    medico di famiglia, ma da una intera equipe di
    Medici Specialisti Funzionari dellAsl che
    stabiliscono in maniera coordinata lassistenza
    domiciliare del paziente. La richiesta viene
    comunque spesso avanzata dallo stesso medico di
    famiglia.
  • Finalità proprie dellADI sono la
    de-ospedalizzazione, o la dimissione precoce,
    ovvero la dimissione protetta dagli ospedali.
    LAAP e lADP previste dagli ACN e dagli ACR dei
    PdF sono finalizzate, oltre che al contenimento
    del ricorso allassistenza ospedaliera,
    soprattutto ad una migliore assistenza sul
    territorio stesso di patologie o condizioni
    particolarmente impegnative

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Assistenza programmata
  • Oltre alle condizioni previste da singoli ACR,
    lACN prevede che lassistenza programmata possa
    essere attivata nel caso di pazienti affetti
    dalle seguenti patologie di rilevante interesse
    sociale
  • Allergie gravi
  • Asma
  • Fibrosi cistica
  • Malattia celiaca
  • Malattie cromosomiche e genetiche
  • Sindrome di Down
  • Cardiopatie congenite a rischio di scompenso
    emodinamico
  • Artrite reumatoide giovanile
  • Gravi artropatie degli arti inferiori con grave
    limitazione
  • Patologie oncoematologiche
  • Cerebropatici e cerebrolesi, con forme gravi
  • Tetraplegici
  • Disturbi del comportamento (per lAAP)
  • Obesità
  • Epilessie
  • Immunodeficienza acquisita (HIV)
  • Diabete mellito

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(No Transcript)
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(No Transcript)
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(No Transcript)
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Assistenza programmata
  • Altre condizioni previste per lAssistenza
    Programmata
  • Neonati a rischio di deficit neurosensoriali
  • Bambini con gravi situazioni di disagio
    socio-familiare (es figlio di tossicodipendenti,
    famiglia non responsabile, bambino violato) o già
    sottoposti a provvedimenti tutelari da parte del
    tribunale dei minori
  • Lautorizzazione ha durata annuale ed è
    rinnovabile. Per lADP è prevista una scheda che
    deve essere tenuta dalle famiglie degli assistiti
    nella quale vengono segnati eventuali consulenze,
    accertamenti, etc.
  • Lassistenza per i bambini con gravi situazioni
    di disagio familiare può avvenire solo
    nellambito di programmi integrati
  • Associazioni di pazienti e di famiglie di
    ammalati
  • La necessità di uno scambio di esperienze e di un
    adeguato accesso a tutte le informazioni che
    possono essere utili ha indotto i familiari di
    bambini affetti da patologie croniche a riunirsi
    in gruppi o in vere e proprie Associazioni
    regolamentate da uno statuto, che a loro volta
    spesso aderiscono a Consulte di associazioni. Le
    Associazioni sono un luogo di incontro reale e
    virtuale tra persone che vivono concretamente gli
    stessi problemi, sono una miniera di informazioni
    anche per il mondo medico e scientifico ed
    addirittura riescono a finanziare la ricerca, per
    mezzo di raccolta di fondi. Un esempio eccellente
    è rappresentato dall Associazione dei celiaci
    che fornisce riviste, notiziari, un sito
    internet, consulenza telefonica, banche dati
    consultabile per SMS. Viene sponsorizzata da
    testimonial famosi.

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  • Esiste una Legge quadro che raccoglie tutte le
    norme riguardanti lhandicap la 104 del 1992.
  • Per lerogazione di particolari ausili il Pdf
    chiede la consulenza dello specialista dipendente
    dellAsl che perfeziona la richiesta.
  • La certificazione dellhandicap è cumulabile con
    quella che attesta lo status di invalido civile.
    Entrambe le richieste possono essere fatte
    allUfficio Invalidi Civili che attiverà la
    Commissione esaminatrice.
  • Integrazione socio-sanitaria
  • Per una efficace assistenza è necessaria
    lintegrazione tra ospedale e territorio, tra
    cure residenziali e domiciliari, tra medicina di
    famiglia e specialistica, che va attuata e
    verificata a tre livelli istituzionale,
    gestionale, professionale
  • Aspetti psicologici
  • Fino a 6-7 anni il bambino vede la sua malattia
    cronica come una colpa, le terapie come
    maltrattamenti ed avverte come dolori tutte le
    tensioni ed i disagi
  • Dopo i 7 anni affronta la malattia con maggiore
    coscienza, capisce bene quello che gli viene
    detto, localizza i disturbi, ma si sente ancora
    punito, maltrattato, perseguitato.
  • Nelladolescenza possono verificarsi
    atteggiamenti di difesa, con negazione della
    malattia e rifiuto delle terapie. Bisogna
    favorire la vita sociale sport, associazioni,
    amicizie, etc.

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(No Transcript)
21
UN CASO CLINICO RISOLTO.
  • PER CASO!!

22
  • Alberto 4 a.
  • Genitori non consanguinei
  • Nato a termine da parto eutocico
  • Normali le tappe dello sviluppo psicomotorio
  • Madre con rinite allergica ad acari
  • Zio materno allergico alla melenzana

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  • Svezzamento a tre mesi con biscotto
  • Un episodio di weezing nel primo anno di vita
  • Saltuari episodi di O.A.S. della durata di alcune
    settimane
  • Affezioni catarrali saltuarie delle alte vie
    aeree

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  • Durante una festa di compleanno di bambini
    Alberto al contatto orale con un torroncino
    presenta vomito, orticaria con pallore al viso e
    occhio alonati
  • Lepisodio si risolve spontaneamente dopo 2 ore
  • I genitori non danno peso al problema ritenendo
    fosse un problema tossico

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  • Alberto è un bambino vivace
  • Cresce bene
  • E spesso raffreddato
  • Ma durante una visita di cortesia in casa di
    amici col contatto orale con un confetto al
    pistacchio ripresenta la stessa sintomatologia
  • I genitori si allarmano e dietro consulto medico
    lo trattano con antistaminici e cortisone per os.

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  • Dopo qualche tempo solita festa di bambini
  • Alberto sta male, comincia a tossire gli gonfiano
    le labbra diventa tutto rosso
  • Ma aveva mangiato una fetta di torta i cui bordi
    erano farciti di pistacchio
  • Viene praticato bentelan i.m. antistaminici per
    os,
  • Ma i genitori a questo punto si allarmano!!

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  • Alla visita nulla di rilevante
  • Nulla al cuore, nulla al torace, lieve ipertrofia
    adenotonsillare
  • Mucosa nasale pallida
  • La madre riferisce che il piccolo forse è
    allergico al pistacchio perché questi disturbi
    iniziavano proprio dopo lingestione del
    pistacchio

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  • Eseguo un prick test ai comuni aeroallergeni e
    trofoallergeni
  • Spunta un pomfo gigantesco alla parietaria
  • Faccio diagnosi di rinite allergica a parietaria

29
Il pistacchio cross-reagisce con la parietaria!!
30
ALLERGIA AL PISTACCHIO
  • Frutto appartente alle Anacardiacee
  • Reattività crociata dovuta a L.T.P.
  • Panallergeni paragonabile alla profillina,
    resistente alla digestione peptica
  • P.m. 9-10 kDa
  • Partecipano alla difesa della pianta (e la
    difendono molto bene)
  • Abbondante nella buccia

31
ALLERGIA AL PISTACCHIO
  • Su 38 pz.cutipositivi a estratti di Rosacee
    arricchiti con L.T.P.
  • si è vista una cross- reattività
    con L.T.P. provenienti da
  • altre famiglie
  • Le altre famiglie erano le graminacee,
    leguminose, juglandacee, anacardiacee,
    brassicacee, umbrellifere, solanacee,
    cucurbitacee, actinidiacee.
  • ASERO M., MISTRELLO G.INT. ARCH. ALLERGY
    IMMUNOLOGY 2000

32
ALLERGIA AL PISTACCHIO
  • Su 1529 soggetti atopici studiati con
  • prick test dal 96 al 98, 11 positivi al
    pistacchio
  • Gli stessi erano positivi solo alla parietaria
    con sintomatologia respiratoria correlata
  • Raramente viene indotta sintomatologia grave
  • Si suggerisce prick specifico per pistacchio a
    positivi per parietaria
  • LICCARDI G.,RUSSO M. ALLERGY 1999

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ALLERGIA AL PISTACCHIO
Lassociazione dellA.A.A.I. su 32 casi
fatali studiati dal 94-99 contempla il pistacchio
tra gli alimenti incriminati. Era presente asma
attivo al momento del decesso FALANGIANI
P.NOTIZIARIO ALLERGOLOGICO 2003 VOL.22
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ALLERGIA AL PISTACCHIO
35
CONSIDERAZIONI FINALI
  • Quale prognosi in presenza di allergia crociata?
  • Dobbiamo aspettarci nuove sensibilizzazioni, in
    base a ciò è opportuno prescrivere unITS
    iniettiva a parietaria?
  • LITS potrebbe proteggere dallallergia crociata
    o peggiorarla?
  • Quale consiglio ai genitori?
  • Sarebbe ipotizzabile ed eticamente proponibile
    una futura ITS a profilline, LTP etc?

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • UTOPIA DI UNATOPIA?

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • Nella cultura del pediatra esiste la
    consapevolezza dellimportanza dei fattori che
    potrebbero contribuire allidentificazione del
    bambino a rischio atopico
  • POICHE
  • Il riconoscimento degli stessi detterebbe il
    seguito dei suoi interventi ed il limite oltre il
    quale occorrerebbe effettuare un programma di
    prevenzione ove possibile o di gestione della
    patologia medesima

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • Circa il 30 della popolazione pediatrica è
    sensibilizzata
  • Circa il 40 dei bambini che afferiscono ad un
    centro allergologico sono presunti o
    presuntuosamente allergici
  • IMPORTANZA DELLA IDENTIFICAZIONE DEI FATTORI DI
    RISCHIO

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
PREVENZIONE E PROFILASSIRIDUZIONE INCIDENZA
ALLERGOPATIE
40
Girovagheremo sempre più attorno un isola che non
cè? o cè dellaltro?
41
ALLA NASCITA SIAMO TUTTI ATOPICI
42
INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • CORRETTA E ATTENTA VALUTAZIONE ANAMNESTICA
  • Fattori genetici
  • Fattori ambientali
  • CORRETTO E ATTENTO E.O.G.
  • Riscontri clinici

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • La patogenesi delle malattie allergiche è stata
    ricondotta ad unaberrante risposta immunitaria a
    comuni antigeni ambientali in soggetti
    geneticamente predisposti
  • Il controllo genetico della malattia pare si
    eserciti come eredità complessa multifattoriale

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
45
BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • INTERAZIONE
    MATERNO-INFANTILE
  • FATTORI GENETICI FATTORI
    AMBIENTALI

  • INTRAUTERINI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • Madre atopica esposta anche a basse quantità di
    antigene ? probabile atopia filiale
  • Madre non atopica esposta a basse o alte quantità
    di antigene? improbabile atopia

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • INTERAZIONE MATERNO-INFANTILE
  • DIPENDENZA DIPENDENZA
  • AFFETTIVA IMMUNOLOGICA

  • AUTONOMIA AUTONOMIA
  • AFFETTIVA IMMUNOLOGICA

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • INTERAZIONE MATERNO-INFANTILE
  • SENSIBILIZZAZIONE

  • REATTIVITA

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO
  • VALUTARE LUTILITA DI CHIEDERE ALLA MADRE SE HA
    EFFETTUATO PROFILASSI AMBIENTALE ED ALIMENTARE
  • VALUTARE LUTILITA DI CHIEDERE ALLA MADRE SE E
    STATA IN
    AMBIENTE..
  • IPERSENSIBILIZZANTE

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • Allattamento materno NO!
  • ? maggiore incidenza di asma dai 6 anni solo
    per i bambini atopici allattati al seno da madri
    asmatiche
  • riduzione del rischio di asma se lallattamento
    al seno asmatico è meno protratto

51
INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • Allattamento materno SI!
  • ?Minori weezing nei primi 2 anni MA FORSE PER
    QUELLI INFETTIVI
  • ? Bambini con APLV (ovvero quelli che
    dovrebbero essere allattati esclusivamente al
    seno ) svilupperebbero maggiore sensibilizzazione
    ad inalanti con un rischio di sviluppare in asma
    3 volte superiore

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO
  • Valutare lopportunità di indagare il tipo di
  • alimentazione fatto da bimbo e nutrice
  • Valutare lopportunità di sottoporre a
    restrizioni
  • alimentari nutrice e bambino

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • FUMO MATERNO
  • DISASTRO SU
  • TUTTI I FRONTI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • CORRETTA E ATTENTA VALUTAZIONE ANAMNESTICA
  • Fattori genetici
  • Fattori ambientali
  • CORRETTO E ATTENTO E.O.G.
  • Riscontri clinici

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • FATTORI AMBIENTALI
  • Tipo di
  • sensibilizzazione
  • Forma di malattia
  • atopica
  • IN SOGGETTO
  • GENETICAMENTE
  • PREDISPOSTO

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • Esposizione ad allergeni
  • Esposizione ad inquinanti
  • Esposizione ad agenti infettivi

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ESPOSIZIONE AD ALLERGENI INALANTI
  • Esposizione agli acari nei primi mesi e anni di
    vita sarebbe fondamentale per la
    sensibilizzazione
  • Sensibilizzazione ad acari ed atopia nei genitori
    sarebbero associati a rischio evolutivo di
    allergie
  • Se vi è positività ad acari a 2 anni e probabile
    avere asma ad 11 anni

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ESPOSIZIONE AD ALLERGENI INALANTI
  • Sensibilizzazione ad inalanti entro gli 8 anni
    sarebbe fattore di rischio per sviluppo di asma
  • Esposizione ad alte o basse dosi di allergeni
    felini indurrebbe tolleranza, medie dosi alto
    rischio di sensibilizzazioni e di asma!!
  • Esposizione ad inalanti non limiterebbe le
    sensibilizzazioni, ma accentuerebbe lespressione
    di asma

59
INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO
  • Valutare lopportunità di chiedere
  • in quale ambiente vive il bambino
  • O meglio capire se vi è eccessiva
  • esposizione ad acari

60
INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • PREVENZIONE AMBIENTALE ??
  • PERCHE NO!?

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ESPOSIZIONE AD ALLERGENI ALIMENTARI
  • Nessuna regola dietetica si sarebbe mostrata
    effettivamente utile ai fini della prevenzione
    delle malattie allergiche
  • Sensibilizzazione ad uovo a un anno si
    associerebbe ad asma allergico a 3 anni

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO
  • Valutare lopportunità di
  • chiedere quale alimentazione
  • ha avuto il bambino
  • O meglio valutare lopportunità
  • di dare lovetto ai bambini prima di un anno

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ESPOSIZIONE AD INQUINANTI
  • ?CONTAMINAZIONE TIPO 1 ? SO2 E GROSSE PARTICELLE
    ? SCARSA ASSOCIAZIONE CON ALLERGIA
  • CONTAMINAZIONE TIPO II ? OSSIDI DI N, O3 COMPOSTI
    VOLATILI ORGANICI ? FUMO ? PARTICOLATO FINE ED
    EXTRAFINE ? SAREBBERO ASSOCIATI A
    SENSIBILIZZAZIONE E MALATTIA
    ALLERGICA IN SOGGETTI PREDISPOSTI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO
  • VALUTAZIONE DELLAMBIENTE
  • IN CUI VIVE IL BAMBINO
  • UTILE PIU PER VALUTARE
  • IL RISCHIO DI ESACERBAZIONE
  • DEI SINTOMI ALLERGICI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ESPOSIZIONE AD AGENTI INFETTIVI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • RUOLO DELLE INFEZIONI HYGIENE HYPOTHESIS
  • ?IMMUNITA INDIRIZZATA IN UNA RISPOSTA ATOPICA IN
    CARENZA DI STIMOLI INFETTIVI
  • ?RIDOTTA FREQUENZA DI ALLERGIE IN PAESI
    SOTTOSVILUPPATI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • RUOLO DELLE INFEZIONI HYGIENE HYPOTHESIS
  • ?FUTURI ALLERGICI SAREBBERO MENO CAPACI DI
    RISPONDERE A STIMOLI INFETTIVI MICROBICI DURANTE
    LINFANZIA ? UN MAGGIORE STIMOLO INFETTIVO
    SAREBBE PARADOSSALMENTE UTILE
  • LA SENSIBILIZZAZIONE ALLERGICA, DOPO INFEZIONE
    CON VIRUS RESPIRATORI, AVVERREBBE IN SOGGETTO
    PREDISPOSTO GENETICAMENTE
  • IL VRS STIMOLA LA PRODUZIONE DI IgE IN SOGGETTI
    PREDISPOSTI E NON VICEVERSA, DA SOLO NON
    RAPPRESENTEREBBE UN RISCHIO PER ASMA ED ATOPIA

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • RUOLO DELLE INFEZIONI HYGIENE HYPOTHESIS
  • SI DOVREBBE AVERE UNA MINORE INCIDENZA DI
    MALATTIE AUTOIMMUNI CHE SONO IN AUMENTO NEI
    PAESI VIP
  • LA GUARIGIONE DA MALATTIE INFETTIVE RICHIEDEREBBE
    UNAZIONE COMBINATA TH1 E TH2 E NON SOLO TH1

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • RUOLO DELLE INFEZIONI HYGIENE HYPOTHESIS
  • IL RUOLO PROTETTIVO DELLE INFEZIONI SUSSISTEREBBE
    SU SOGGETTI GENETICAMENTE PREDISPOSTI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO
  • ? VALUTARE LOPPORTUNITA DI FARE DOMANDE SU
    NUMERO E TIPO DI INFEZIONI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • RUOLO DELLE VACCINAZIONI
  • VACCINAZIONE ANTIMORBILLO SI SAREBBE DIMOSTRATA
    CAPACE DI RIDURRE IL RISCHIO DI ALLERGIA IN
    MISURA EGUALE ALLA MALATTIA
  • VACCINAZIONE ANTIPERTOSSE NON SAREBBE ASSOCIATA
    AD AUMENTO DI RISCHIO ALLERGICO
  • VARICELLA ROSOLIA E PAROTITE SAREBBERO CORRELATE
    CON AUMENTO DI RISCHIO DI D.A. OCULORINITE ED ASMA

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO
  • VALUTARE SE I PLURIVACCINATI HANNO PIU RISCHIO
    ALLERGICO

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • CORRETTA E ATTENTA VALUTAZIONE ANAMNESTICA
  • Fattori genetici
  • Fattori ambientali
  • CORRETTO E ATTENTO E.O.G.
  • Riscontri clinici

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • CORRETTO ED ATTENTO E.O.G.
  • ?VALUTAZIONE DEI SINTOMI RIFERITI
  • ?VALUTAZIONE DEI REPERTI OBIETTIVI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • PATOLOGIA SIBILANTE NEL BAMBINO
  • ?Circa un terzo della popolazione generale ha un
    episodio di sibilo nei primi tre anni.
  • ?Più della metà finiscono di fischiare prima dei
    6 anni e l80 prima dei 10 anni.

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • BRONCHITI ASMATIFORMI RICORRENTI
  • Bambino costituzionalmente atopico
  • ? pregressa D.A.
  • ? dai 2-3 a. prime prick positività
  • ? disturbi respiratori in benessere
  • ? disturbi respiratori nel sonno
  • ? a 6 a. alterazioni spirometriche
  • ? uso frequente a 10a del
    broncodilatatore

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • FISCHIATORI - Fischiatori precoci transitori
  • Esordio del fischio nel primo anno di vita
  • Episodi acuti legati a infezioni virali
  • Dopo i 2-3 anni i sintomi regrediscono
  • ?Legate a particolare strettezza costituzionale
    dei bronchi o maggiore cedevolezza della parete
    bronchiale
  • Poco responsivi a cortisone e broncodilatatori

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • - FISCHIATORI HAPPY WHEEZER
  • ?Il bambino fischia durante i comuni raffreddori
  • ?Il bambino continua a fischiare quando sta bene
  • E un po grassottello
  • Il fischio comincia a 4-5 anni
  • Durante le infezioni respiratorie non sono
    happy
  • Non hanno tendenza a sviluppare
    allergie

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • TOSSE PERSISTENTE
  • Momento patogenetico separato
  • dallasma
  • MA SE
  • Associata a fischio
  • Atopia materna
  • Sesso maschile
  • MAGGIORE PREVALENZA DI ALLERGIE

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • LA BRONCHIOLITE
  • Non esporrebbe a maggiore rischio di asma né di
    allergie
  • Probabilità di ripetere episodi broncostruttivi

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO
  • La valutazione obiettiva di tipo,
    caratteristiche, peculiarità delle patologie
    riferite, potrebbe essere un buon PORTFOLIO da
    spendersi in ambulatorio

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • CRITERI MAGGIORI
  • 1)Ricovero per weezing severo e bronchiolite
  • 2)Almeno 3 episodi di wheezing nei 6 mesi
    precedenti in corso di malattia delle basse vie
    respiratorie
  • 3) Storia familiare di asma
  • 4) Dermatite atopica

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • CRITERI MINORI
  • 1)Rinite non da raffreddamento
  • 2)Weezing non da raffreddamento
  • 3)Eosinofilia gt 5
  • 4)Sesso maschile
  • RISCHIO ELEVATO DI ASMA SE VI E UNO DEI PRIMI 2
    CRITERI MAGGIORI ASSOCIATO AD UN SECONDO CRITERIO
    MAGGIORE O A 2 CRITERI MINORI

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • SE NON VI E DERMATITE ATOPICA I FATTORI DI
    RISCHIO DI ASMA SONO
  • ?familiarità atopica
  • ?tests cutanei positivi nel primo anno ed entro
    gli 8 anni per gli inalanti
  • ?presenza di sintomi oltre i 6 anni in atopico
    allattato al seno esclusivo con madre allergica
  • ?IgE totali cordonali elevate (?)
  • Sesso maschile

85
INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • SE VI E DERMATITE ATOPICA I FATTORI DI RISCHIO
    DI ASMA SONO
  • ?Familiarità atopica
  • ?Tests cutanei positivi per inalanti
  • ?Gravità della dermatite atopica e precocità
  • ?IgE specifiche elevate per alimenti gt 36 mesi
  • ?IgE totali elevate (gt30KU/L) nei primi 2 anni
  • Sesso maschile
  • Fumo materno

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • ERGO CON QUESTE INDICAZIONI
  • E etico concentrarsi in uno stile di vita
    preventivo su un bambino a rischio atopico?
  • E etico concentrarsi su una prevenzione
    farmacologica del rischio atopico?
  • E etico concentrarsi nella ricerca di un bambino
    a rischio atopico?
  • Fino a che punto la prevenzione preverrà latopia?

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(No Transcript)
88
(No Transcript)
89
(No Transcript)
90
INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • The Australasian Society of Clinical Immunology
    and Allergy position statement summary of
    allergy prevention in children. Med.J.Aust.2005
    May 2182(9)464-7
  • Storia familiare di allergia ed asma identifica i
    bambini a rischio
  • Restrizioni dietetiche e riduzione di esposizione
    ad allergeni inalanti non sono raccomandate in
    gravidanza
  • Si raccomanda lallattamento al seno per altri
    benefici effetti e se manca, lutilizzo di
    formule idrolisate solo in bambini ad alto
    rischio
  • Formule a base di soia o di altro tipo non sono
    raccomandate per ridurre i rischi di allergie
    alimentari
  • Il ritardo dellintroduzione di alimenti
    complementari non ha dimostrato avere un effetto
    protettivo

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • The Australasian Society of Clinical Immunology
    and Allergy position statement summary of
    allergy prevention in children. Med.J.Aust.2005
    May 2182(9)464-7
  • Sono necessarie altre ricerche per determinare la
    relazione tra esposizione ad acari e sviluppo di
    sensibilizzazione e malattia
  • Nessuna raccomandazione può essere data per la
    riduzione della esposizione ad allergeni per la
    sensibilizzazione
  • Nessuna raccomandazione può essere data circa la
    esposizione al gatto e sua correlazione a
    sviluppo di malattia allergica
  • Il fumo in gravidanza è dannoso
  • Nessuna raccomandazione pro uso di probiotici
  • Immunoterapia è opzionale per bambini con rinite
    e può prevenire il susseguente sviluppo di asma

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • Guardare il passato con occhi non allergici

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • PREVENZIONE DI CARATTERE GENETICO
  • NON SPOSARSI CON SIMILI INDIVIDUI !!

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BIBLIOGRAFIA
  • POSITION STATEMENT. ENVIRONMENTAL ALLERGEN
    AVOIDANCE IN ALLERGIC ASTHMA. AD OC WORKING GROUP
    ON ENVIONMENTAL ALLERGENS AND ASTHMA. J.ALLERGY
    CLIN..IMMUNOL. 1999 103(2PT1)203-05
  • ALLERGOTOXICOLOGY A RESEARCH CONCEPT TO STUDY
    THE ROLE OF ENVIRONMENTAL POLLUTANS IN ALLERGY.
    H.BEHRENDT COLL. ACI INTERNATIONAL
    200113122-8
  • SENSITATION, ASTHMA, AND A MODIFIED Th2 RESPONSE
    IN CHILDREN EXPOSED TO CAT ALLERGEN.
    T.PLATTS-MILLS COLL. LANCET 2001
  • ASTHMA AND SEX HORMONES. G.BALZANO E COLL.
    ALLERGY 20015613-20
  • AVOIDANCE OF ALLERGENS ADN AIR POLLUTANTS IN
    RESPIRATORY ALLERGY. G.LICCARDI, A CUSTOVIC E T
    AL. ALLERGY 2001
  • INCIDENCE AND REMISSION OF ASTHMA A
    RETROSPECTIVE STUDY OF THE NATURAL HISTORY OF
    ASTHMA IN ITALY. R.DE MARCO ET AL. J.ALLERGY CLIN
    IMMUNOL. 2002110228-35
  • IL FISCHIO DALLA NASCITA IN POI. G..LONGO MEDICO
    E BAMBINO 200322(6)363
  • THE ROLE OF VIRAL INFECTIONS IN THE NATURAL
    HISTORY OF ASTHMA. J.E.GERN ET AL.J.ALLERGY CLIN
    IMMUNOL 2000 106201-12
  • THE EPIDEMIOLOGY OF ATOPIC DERMATITIS IN ITALIAN
    SCHOOLCHILDREN. G.GIROLOMONI ET AL ALLERGY 2003
    58 420-425
  • RESPIRATORY VIRUSES DO THEY PROTECT FROM OR
    INDUCE ASTHMA? P.MALLIA, S.L.JOHNSTON. ALLERGY
    2002571118-1129
  • IL RUOLO DELLA PROFILASSI AMBIENTALE NELLA
    PREVENZIONE E NEL TRATTAMENTO DELLASMA. A.L.
    BONER ET AL. MEDICO E BAMBINO 2004 VOL.3 N.4,
    235-242
  • IMMUNOLOGIC INFLUENCES ON ALLERGY AND THE Th1/Th2
    BALANCE. S.ROMAGNANI J.ALLERGY CLIN.IMMUNOL 2004
    113395-400
  • ALLERGOLOGIA PEDIATRICA. A.VIERUCCI SELECTA
    MEDICA 2003
  • ALLERGOLOGIA PER IL PEDIATRA S.PIZZUTELLI
    EDITEAM EDIZIONI 2004
  • CASTRO-RODIGUEZ J.A., MARTINEZ FD ET AL A
    CLINICAL INDEX TO DEFINE RISK OF ASTHMA IN JOUNG
    CHILDREN WITH RECURRENT WHEEZING. AM. J. RESPIR.
    CRIT.CARE MED. 2000 162 1403-6

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INDIVIDUAZIONE DEL BAMBINO A RISCHIO ALLERGICO
  • LA DERMATITE ATOPICA
  • Considerata il primo gradino della marcia
    allergica
  • Nei primi 3 mesi di vita e da sola o associata a
    doppia familiarità ? predittività allergica
  • D.A. e asma ? alta predittività
  • D.A. intrinseca (non atopica), 20 dei casi, è
    ritenuta a basso rischio atopico
  • Il 20 delle D.A. non evolverebbero in atopia
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