Title: IL TESTO POETICO
1IL TESTO POETICO
- La poesia è la ragione messa in musica
- Il più sublime lavoro della poesia è quello di
dare alle cose insensate un senso
2A che cosa serve la poesia?
- Serve
- per nutrire
- quel granello di
- pazzia
- che tutti portiamo dentro
- e senza il quale
- è imprudente
- vivere...
3Che cosè la poesia
- La parola poesia deriva dal greco poiein cioè
fare, costruire, inventare. - Tale atto creativo coinvolge tutti gli elementi
della comunicazione di Jakobson in quanto perché
una poesia abbia un valore determinate variabili
devono essere concordi e coordinate allinterno
della comunicazione.
Messaggio Referente Contesto Canale Codice
emittente
ricevente
4Le origini
- La poesia è nata probabilmente dalla necessità
di aggiungere un suono vocale al ritmo
martellante delle musiche primitive. Solo molto
tempo più tardi, a seguito dell'invenzione della
scrittura, - parola e musica
- poterono scriversi in qualche modo e
differenziarsi. Fece dunque la sua comparsa, la
poesia scritta. Tuttavia la comune parentela con
la musica si fa ancora sentire." - (Eugenio Montale)
5Quali funzioni ha la poesia
- La poesia è un atto comunicativo che si realizza
quando ad un determinato piano contenutistico
corrisponde un determinato piano formale. - La poesia è una forma creativa di comunicazione
tra individui lontani nello spazio e nel tempo ma
ravvicinati da problematiche e contenuti che
determinano forma e regole di tale comunicazione
e ne sono a loro volta determinati.
6Ma nello specifico che cosè un testo poetico?
- Rispondere a questa domanda non è facile, sia
perché si tratta di un testo assai vario e
complesso, sia perché il modo di vivere la poesia
è cambiato nel tempo e probabilmente è destinato
a cambiare ancora. - Comunque per dare una definizione più rigorosa è
opportuno riferirsi agli elementi riconosciuti
dalla nostra tradizione letteraria come
specifici. - Tali elementi sono
- Un uso particolare del linguaggio
- Una forte presenza di espressioni figurate
- Una dimensione musicale.
-
7Che cosa ci insegna la poesia?
- Sicuramente fin dallantichità la poesia ha avuto
un ruolo educativo-pedagogico-estetico. - Ma soprattutto la poesia è
- Educazione linguistica e stilistica.
- Educazione cognitiva
- Educazione estetica
- Educazione emotiva
- Educazione alla creatività
8DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
- Il testo poetico è un testo in cui lautore
esprime in versi e in forma soggettiva e
suggestiva il suo mondo interiore e il suo
particolare modo di vedere la realtà. - Esso infattiè ricco di contenuti, ma non si
riduce mai al suo solo contenuto. - Lautore, infatti,esprime le sue esperienze ed
emozioni, le sue idee e la sua concezione del
mondo in modo originale, cioè attraverso una
scelta sapiente e accurata delle parole e la loro
studiata organizzazione e disposizione nel testo.
9DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
- è dotato di una intrinseca musicalità, nel senso
che lautore si preoccupa non solo del
significato delle parole, ma anche del loro
suono, del loro timbro e del ritmo che, messe le
une accanto alle altre, esse producono,
servendosi anche di questi elementi per
comunicare il suo messaggio. - è un discorso fatto per immagini, volto cioè a
rappresentare in immagini le emozioni e le idee
dellautore, attraverso un processo di astrazione
e di simbolismo dei dati reali è caratterizzato
da un sensibile scarto dalla norma linguistica,
nel senso che manipola liberamente il linguaggio
usuale, spesso infrangendone o forzandone le
regole sia sul piano lessicale-semantico sia sul
piano sintattico pertanto, è caratterizzato da
un proprio speciale codice linguistico, che non
coincide mai perfettamente con il codice
linguistico della comunicazione ordinaria.
10DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
- è un testo polisemico, cioè ricco di significati
e aperto a tutte le interpretazioni - ha un effetto di straniamento, nel senso che
offre una visione inedita e originale della
realtà, cogliendola e guardandola da punti di
vista particolari e non ordinari e suggerendo al
lettore nuove e inusuali interpretazioni delle
cose in questo senso, - il testo poetico può svolgere anche una funzione
conoscitiva, seppure secondo una logica e un
approccio metodologico diversi (ma non
inconciliabili) rispetto alla scienza.
11Comprensione e valutazione critica
- Il testo poetico, dunque, è un tipo di testo
particolarmente complesso e per comprenderlo a
fondo bisogna considerarlo nella sua totalità. Di
fatto, leggere e capire una poesia significa più
cose. Innanzitutto - comprenderne il contenuto, cioè assumere chiara
consapevolezza delle idee e dei concetti in essa
espressi (analisi contenutistica). - A un livello più profondo significa analizzare e
apprezzare il modo con cui il poeta ha scelto le
parole e le ha organizzate per conseguire
particolari effetti espressivi, ritmici e
musicali. - Da ultimo, per giungere a una comprensione piena
e totale di una poesia, è necessario anche
rapportare il singolo testo nellambito del
sistema letterario che lo ha prodotto, cioè
confrontarlo con altri testi dello stesso autore
o con testi di altri autori e inserirlo nel
contesto storico-culturale in cui è stato
composto.
12Come è fatto?
- Il testo poetico presenta una ricchezza di
elementi che riguardano la forma e il contenuto e
che si intrecciano tra loro in una unità
insostituibile di significato e musica. - Il verso
- la strofa
- la forma metrica
- la rima
- il ritmo
- gli aspetti tematici e metaforici
- Sono i principali elementi costitutivi del testo
poetico.
13LA FORMA DEL TESTO POETICO
- il carattere distintivo del testo poetico e che
lo distingue da tutti gli altri tipi di testo non
è il contenuto ma il modo in cui il contenuto è
espresso, cioè la sua forma. In proposito, non
è certo un caso se ognuno di noi, leggendo un
testo come il seguente, può dire con certezza che
non si tratta di un testo poetico - durante tutto il giorno ha piovuto violentemente,
con fulmini e tuoni. Ora, però, il temporale è
finito e la notte si preannuncia serena.
Tuttintorno, nella campagna, si sentono
gracidare le rane e una lieve brezza muove le
foglie degli alberi. Durante la giornata il
temporale è stato davvero violento, ma adesso la
sera appare tranquilla. - E invece, leggendo il testo seguente può
senzaltro affermare che è un testo poetico - Il giorno fu pieno di lampi
- ma ora verranno le stelle,
- le tacite stelle. Nei campi
- cè un breve gre gre di ranelle.
- Le tremule foglie dei pioppi
- Trascorre una gioia leggera.
- Nel giorno, che lampi! che scoppi!
- Che pace, la sera!
- Largomento dei due testi è il medesimo il
ritorno del sereno dopo un violento temporale ed
è espresso in entrambi attraverso gli stessi
dati ciò che li rende diversi, quindi, non è il
contenuto ma la forma, cioè il modo in cui il
contenuto viene espresso. Nel primo testo
largomento viene espresso utilizzando la
funzione denotativo-referenziale della lingua
lautore si propone di descrivere un fenomeno
atmosferico e quindi fa ricorso alla prosa e usa
una lingua semplice, chiara, lineare e oggettiva.
Nel secondo testo, invece, lo stesso argomento
viene espresso usando la funzione poetica della
lingua lautore non vuole soltanto descrivere
oggettivamente un fenomeno atmosferico, ma
esprimere uno stato danimo e una personale
esperienza emotiva, vale a dire il senso di pace
e di serenità che è subentrato nel suo cuore,
come nella natura, dopo la fine del temporale.
14 - Il verso
- dal latino vertere che significa andare a
capo - è ununità musicale caratterizzata da una
determinata misura e da determinati accenti
Ogni verso ha
una lunghezza misurata sul numero delle sillabe
che lo compongono
un ritmo cioè una particolare organizzazione
degli elementi sonori
Il verso può essere caratterizzato da due
importanti elementi
La cesura (//) ossia un taglio che spezza il
verso in due
Lenjambement, ossia frattura dellunità di
significato
15Il linguaggio poetico
- Per capire veramente a fondo un testo poetico,
perciò, bisogna capire, oltre al contenuto, la
forma del testo, capire cioè come è fatto il
linguaggio poetico. I principali aspetti del
linguaggio poetico sono - le forme metriche, cioè i versi, le rime e le
strofe - gli effetti fonico-musicali
- le scelte lessicali
- le figure retoriche
- lorganizzazione sintattica.
16LA FORMA DEL TESTO POETICO IL VERSO
- La caratteristica più evidente di un testo
poetico è indubbiamente costituita dal fatto che
esso è composto in versi. Il termine verso (dal
latino vertere andare a capo) indica un
segmento di scrittura delimitato da un a capo. I
verso possono essere brevi, come in questa lirica
di Aldo Palazzeschi - E giù,
- nel cortile.
- la povera
- fontana
- malata
- che spasimo!
- Sentirla
- tossire.
- Tossisce,
- tossisce,
- un poco
- Si tace...
- di nuovo
- Mia povera
- fontana,
- il male
- che hai
- il cuore
17IL VERSO
- Oppure molto lunghi, come in questa lirica di
Guido Gozzano - Loreto impagliato ed il busto dAlfieri, di
Napoleone - i fiori in cornice (le buone cose di pessimo
gusto), - il caminetto un po tetro, le scatole senza
confetti, - i frutti di marmo protetti dalle campane di
vetro, - un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di
valve, - gli oggetti col monito salve, ricordo, le noci di
cocco, - Venezia ritratta a musaici, gli acquerelli un po
scialbi, - le stampe, i cofani, gli albi dipinti danemoni
arcaici, - le tele di Massimo dAzeglio, le miniature,
- i dagherrotipi figure sognanti in perplessità...
- In entrambi i casi, brevi o lunghi che siano, i
versi che formano le due liriche, con le loro
righe che non raggiungono mai i margini laterali
della pagina e lasciano sul foglio ampi spazi
bianchi, producono un effetto ottico che colpisce
anche il lettore più distratto.
18LA PARAFRASI
- La parafrasi (parola prestata dal greco
pa??f?as??, letto paràphrasis e traducibile con
riformulazione) indica la transcodificazione di
un testo scritto nella propria lingua ma in un
registro linguistico distante (sia esso arcaico,
elevato o poetico). - Il processo di parafrasi prevede dunque
operazioni come la - ricostruzione sintattica, la sostituzione degli
arcaismi, - l'esplicitazione delle figure retoriche e la
riscrittura in prosa del testo poetico. - Possono anche essere operati dei chiarimenti di
alcuni punti del testo. Una buona parafrasi
include tutti i dettagli e rende il testo
originale più semplice da comprendere dato che
il testo risultante è normalmente più ampio del
testo di partenza questa operazione si oppone a
quella del riassunto. - Come necessaria effetto collaterale della
parafrasi, finisce normalmente sacrificato il
profondo rapporto tra significante e significato,
tipico della comunicazione letteraria e fulcro
dei testi poetici.
19SIGNIFICANTE
- In linguistica con significante si indica il
piano dell'espressione, correlato al significato,
o piano del contenuto, all'interno di un segno.
Il significante è la forma, che rinvia a un
contenuto. L'unione di forma e contenuto, la
relazione fra significante e significato,
definisce il segno. - Significante e significato sono legati da un
rapporto di presupposizione reciproca la forma
espressiva articola il contenuto il contenuto
può essere manifestato solo attraverso una forma
significante. Per questo si dice che significante
e significato siano come i due lati di uno stesso
foglio.
20Livello fonico musicalità e ritmo
- Gli elementi sonori della poesia provocano un
effetto di grande suggestione allinterno di un
testo. - RIMA Luguaglianza di suoni terminali in parole
collocate alla fine dei versi consecutivi si
chiama RIMA. - La rima può stare alla fine di un verso o
allinterno di versi successivi rima interna. - Assonanza quando alcuni versi presentano nelle
ultime sillabe le stesse vocali. Oro\rosa\mimosa - Consonanza quando i versi finali presentano
consonanti simili stelle\grilli\trilli
21IL SIGNIFICATO
- In semantica il significato è un modo di indicare
una porzione di realtà o di idea per mezzo di una
o più espressioni linguistiche (significante). - Per quanto riguarda la porzione di realtà
indicata, si distingue in genere tra - denotazione, ovvero ciò che una parola indica in
quanto tale (uomo, e il suo significato di
animale razionale) - Connotazione , ovvero ciò che una parola indica
in una frase determinata (quell'uomo è alto).
22Le figure retoriche possonointeressare
Il significato delle parole
La disposizione delle parole
Il suono delle parole
Similitudine metafora Sinestesia sineddoche
analogia Ossimoro Antitesi Litote Iperbole
Personficazione
Asindeto Polisindeto Iperbato Chiasmo Anafora cli
max
Assonanza Consonanza Allitterazione Onomatopea
23Figure di significato
- Similitudine è un paragone istituito tra
immagini, cose, persone e situazioni - Achille è forte come un
leone - Metafora sostituzione di un termine con un
altro che con il primo intrattiene un - rapporto di
somiglianza Achille è un leone - Sinestesia associazione di termini che si
riferiscono a dati provenienti da organi - sensoriali
diversi profumi freschi come carni di bimbo,
dolci come oboe, - verdi come prati
- Sineddoche Indicazione di una parte di un
oggetto, che viene scelta per indicare linsieme
- a cui
appartiene ma io deluse a voi le palme (le
mani)tendo - Analogia accostamento di immagini
apparentemente di significato logico - balaustrata di brezza
- Ossimoro unione di due termini di
significato opposto è lestate fredda dei morti - Iperbole esagerazione per eccesso o per
difetto è un secolo che non ci vediamo - Personficazione raffigurazione di cose o entità
astratte come fossero persone - viene
adagio la sera camminando..e silenziosa preme le
sue guance - fredde
alle finestre, per spiare.
24Figure di suono o fonetiche
- Assonanza somiglianza di suono tra le
ultime sillabe di due parole che - hanno identiche
vocali una bianca pollastra in terra raspa - Consonanza somiglianza di suono tra le ultime
sillabe di due parole che - hanno identiche
consonantiparlotta la maretta - Allitterazione ripetizione della stessa lettera
allinizio o allinterno di due o - più parole
successive m illumino d immenso - Onomatopea vocabolo o frase che suggerisce il
suono o il rumore della cosa o - dellanimale che si
vuole indicare cè un breve gre gre di ranelle
25Figure dellordine
- Asindeto associazione di frasi senza luso di
congiunzioni canta, suona, balla - Polisindeto associazione di frasi con largo uso
di congiunzioni - e mangia e
beve e dorme e veste panni - Iperbato inversione dellordine normale delle
parole in un verso - mille di fior
al ciel mandano incensi - Chiasmo disposizione incrociata di diversi
elementi - le donne, i
cavalier, larmi, gli onori - Anafora ripetizione di una o più parole
allinizio di versi - per me si va
nella città dolente - per me si va
nelleterno dolore - per me si va
tra la perduta gente - Climax disposizione di parole o frasi in una
gradazione ascendente discendente - il rombo cresce, mi
percote, massorda.
26Il ritmo
- La musicalità oltre dalla presenza di rime
dipende anche dal ritmo del verso connesso con
gli accenti delle parole. - Le scelte ritmiche non sono mai casuali, il poeta
crea un sistema ritmico in cui le cadenze , le
rime e i versi cadono secondo alcune regole che
solo nel 900 con il verso libero verranno
alterate.
27METRICA
- disciplina che studia le regole che
caratterizzano la struttura del verso e della
strofa. - latina quantitativa
- Tìtyre, tù patulaè recubàns sub tègmine fàgi
- sìlvestrèm tenuì Musàm meditàris avèna.
- italiana Accentuativa
28I PIÙ IMPORTANTI VERSI DELLA POESIA ITALIANA
verso sillabe accento esempi
Bisillabo 2 1 Dìe-tro/qùal-che/vè-tro
Trisillabo 3 2 Fon-tà-na/ma-là-ta
Quadrisillabo 4 3 Da-mi-gèl-la/tut-ta-bèl-la
Quinario 5 1o 2-4 Gòb-ba a-po-nèn-te
Senario 6 2 - 5 Se-rè-sto sul-lì-do
Settenario 7 4 - 6 Me-ra-vi-gliò-sa-mèn-te
Ottonario 8 1-3-5-7 Bàt-te il-so-le a/mèz-zo-giòr-no
Novenario 9 2 - 5 - 8 E-sà-pro-no i-fiò-ri-not-tùr-ni
Decasillabo 10 3 - 6 - 9 So-de a-dè-stra u-no-squìl-lo-di-tròm-ba
Endecasillabo 11 6 - 8- 10 Nel-mez-zo-del-cam-mìn /di-nò-stra-vì-ta
29DI SOLITO I VERSI SONO RIUNITI IN STROFE
SULLA BASE DELNUMERO DEI VERSI CHE LA COMPONGONO
LA STROFA PUÒ ESSERE DEFINITA
- distico 2 versi
- terzina 3 versi
- quartina 4 versi
- sestina 6 versi
- ottava 8 versi
- libera numero variabile
La strofa è costituita da un gruppo di versi
(variabile per numero di solito da due a otto)
che formano ununità metrica caratterizzata dalla
presenza di rime o di assonanze o consonanze
30La Rima
E luguaglianza dei suoni finali di parole poste
alla fine di verso
rime esempi
Baciate (AA) Meriggiare pallido e assorto /presso un rovente muro dorto
Alternate (ABAB) Dovera la luna? Chè il cielo / notava in unalba di perla ed ergersi il mandorlo e il melo/ sembravano a meglio vederla
Incrociate (ABBA) Tanto gentile e tanto onesta pare /la donna mia quandella altrui saluta Che ogne lingua deven tramando muta /e gli occhi no lardiscon di guardare
Incatenate (ABA BCB CDC) Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/chè la dritta via era smarrita/Ahi quanto a dir era cosa dura/esta selva selvaggia ed aspra e forte/che nel pensier rinnova la paura
Invertite (ABC ACB) Mostrasi s piacente a chi la mira/che dà per gli occhi una dolcezza al core/che intender non la può chi non la prova/ e par che de la sua labbia si mova /uno spirito soave e pien damore che va dicendo aallanima sospira
Interne Le stelle lucevano rare/ sentivo il cullare del mare
Equivoche Per altra via per altri porti Più lieve legno convien che ti porti
31LE FIGURE METRICHE
- Le figure metriche
- Sinalefe
- Dialefe
- Sineresi
- Dieresi
32SINALEFE
- Consiste nel computare come una sola sillaba
metrica la vocale finale di una parola e la
vocale iniziale della successiva - Dol-ce e-chia-ra è-la-not-te e-sen-za-ven-to
- 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
33dialefe
- Consiste nel considerare due vocali di parole
contigue come sillabe metriche separate - Che-la-di-rit-ta-via-e-ra-smar-ri-ta
- 1 2 3 4 5 6 / 7 8 9 10 11
34Sineresi
- Consiste nel computare come ununica sillaba
due o tre vocali contigue allinterno della
stessa parola che avrebbero pronuncia separata - Ed-er-ra-lar-mo-nia-per-que-sta-val-le
- 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
35dieresi
- Consiste nel computare come due sillabe
metriche diverse due vocali che allinterno della
stessa parola avrebbero pronuncia unita
solitamente la dieresi è segnata da (due
puntini) sulla vocale interessata - For-se-per-ché-del-la-fa-tal-quï-e-te
- 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
36Laccento metrico
- Laccento metrico determina il ritmo del verso
e mette in rilievo alcune parole rispetto ad
altre - Dìn su la vétta della tórre antìca,
- pàssero solitàrio, alla campàgna
- cantàndo vài finché non mòre il giórno
37Laccento e il computo delle sillabe
- Laccento metrico normalmente ha posizioni
fisse, ma non sempre. - Laccento che occorre sempre calcolare per il
computo delle sillabe è quello sulla penultima
sillaba - Din-su-la-vet-ta-del-la-tor-re an-tì-ca
- 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
38LACCENTO RITMICO
- Se il verso finisce con una parola tronca e
quindi laccento - cade sullultima sillaba, occorre aggiungere una
sillaba - La-ter-ra al-nun-zio-stà
- 1 2 3 4 5 6 1 7
- Se il verso finisce con una parola sdrucciola e
quindi laccento cade sulla terzultima sillaba,
occorre togliere una sillaba - Stet-te-la-spo-glia im-mè-mo-re
- 1 2 3 4 5 6 7 8 - 1 7
39PAUSA O CESURA
- La pausa, o cesura, si ha quando allinterno di
un verso si trova un segno di punteggiatura forte
(. ! ?) - Negli azzurri mattini
- le file svelte e nere
- dei collegiali. Chini
- sui libri poi. Bandiere
- di nostalgia campestre
- gli alberi alle finestre
40RIMA
- Si definisce Rima la presenza di suoni uguali a
partire dallaccento tonico. - La rima ha la funzione di
Mettere in relazione significante e significato
Scandire il ritmo
Stabilire rapporti fonici
41RIMA
- Rima semantica somiglianza di vocaboli in rima
esempio- lasciato e commiato - Opposizione semantica quando il poeta inserisce
termini in opposizione - Lo schema delle rime allinizio di ogni poesia
prevede - Lettere maiuscole AB,C,D con versi
dallottonario allendecasillabo. - Lettere minuscole a,b,c,d, con versi dal
bisillabo al settenario
42Tipi di rima
- I tipi di rima più frequenti sono i seguenti
- rima baciata AA, BB, CC...
- rima alternata ABAB, CDCD...
- rima incrociata o chiusa ABBA, CDDC...
- rima incatenata o terza rima ABA, BCB, CDC...
- rima ripetuta ABC, ABC...
- Rima invertita ABC-ACB
- Rima ipermetra quando una parola piana rima con
una sdrucciola e la sillaba in più viene
computata nel verso seguente. - Versi sciolti sono versi non legati a nessun
schema metrico - Tipi particolari di rima sono
- rima interna, che si ha quando la rima si trova
non alla fine ma allinterno di un verso se - la rima interna coincide con la cesura principale
del verso, prende il nome di rima al - mezzo, come nei seguenti versi de La quiete dopo
la tempesta di Giacomo Leopardi
43ESEMPIO DI RIME
- Passata è la tempesta
- odo augelli far festa, e la gallina
- rima equivoca, che si ha quando rimano tra loro
due parole che hanno stesso suono ma - diverso significato
- Scendea tra gli olmi il sole
- in fasce polverose
- erano in cielo due sole
- nuvole, tenere, rose
- rima ipèrmetra, che si ha quando una parola
piana rima con una parola sdrucciola e la - sillaba eccedente viene computata tra le sillabe
del verso successivo. Così nei versi - seguenti resta(no) rima con tempesta e la sillaba
-no viene computata nel verso - successivo
- E quella infinita tempesta
- finita in un rivo canoro.
- Dei fulmini fragili restano
- cirri di porpora e doro
- Citiamo,
44LE POESIE
- Un'aria d'oro
- mite e senza fretta
- s'intrattiene in quel regno
- d'ingranaggi inservibili fra cui
- il seme della noia
- schiude i suoi fiori arcignamente arguti
- e come per scommessa
- un carnevale di pietra
- simula in mille guise l'infinito.
- Vittorio bodini
45La musica e la poesia Il rapporto fra poesia e
musica è un rapporto damore fortemente
contrastato.
Il loro destino è cercarsi, ritrovarsi,
colloquiare, confondersi, come due amanti si
fondono alla luce del giorno o nel buio delle
notti per vivere poi vite separate.
La musica è il fuoco del mondo, la poesia vive
nellaria, alimenta il fuoco rendendolo unico
agli occhi del tempo sempre desideroso
demozioni.
46LA CITTÀ VECCHIA F. De Andrè
- Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà
i suoi raggi,ha già troppi impegni per scaldar
la gente d'altri paraggi.Una bimba canta la
canzone antica della donnaccia,quel che ancor
non sai tu lo imparerai solo qui fra le mie
braccia.E se alla sua età le difetterà la
competenzapresto affinerà le capacità con
l'esperienza.Dove sono andati i tempi d'una
volta, oh, per Giunone!quando ci voleva per fare
il mestiere anche un po' di vocazione? - Una gamba qua, una gamba là gonfi di vinoquattro
pensionati mezzo avvelenati al tavolino.Li
troverai là col tempo che fa estate e inverno,a
stratracannare, a stramaledir le donne, il tempo
ed il governo.Loro cercan là la felicità dentro
a un bicchiereper dimenticare d'esser stati
presi per il sedere.Ci sarà allegria anche in
agonia col vino forte,porteran sul viso l'ombra
d'un sorriso fra le braccia della morte. - Vecchio professore cosa vai cercando in quel
portoneforse quella che sola ti può dare una
lezione.Quella che di giorno chiami con
disprezzo pubblica moglie,quella che di notte
stabilisce il prezzo alle tue voglie.Tu la
cercherai, tu la invocherai più di una notte,ti
alzerai disfatto rimandando tutto al
ventisette.Quando incasserai, dilapiderai mezza
pensionediecimila lire per sentirti dire micio
bello e bamboccione.Se t'inoltrerai lungo le
calate dei vecchi moliin quell'aria spessa
carica di sale, gonfia di odori,Lì ci troverai i
ladri, gli assassini e il tipo strano,quello che
ha venduto per tremila lire sua madre a un
nano.Se tu penserai e giudicherai da buon
borgheseli condannerai a cinquemila anni più le
spese.Ma se capirai, se ricercherai fino in
fondose non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo.
47CITTÀ VECCHIAdi Umberto Saba
- Spesso, per ritornare alla mia casaprendo
un'oscura via di città vecchia.Giallo in qualche
pozzanghera si specchia qualche fanale , - e affollata è la strada.
- Qui tra la gente che viene e che vadall'osteria
alla casa o al lupanare,dove son merci ed uomini
il detritodi un gran porto di mare,io ritrovo,
passando, l'infinitonell'umiltà.Qui prostituta
e marinaio, il vecchioche bestemmia, la femmina
che bega,il dragone che siede alla bottegadel
friggitore,la tumultuante giovane
impazzitad'amore,sono tutte creature della
vitae del dolores'agita in esse, come in me,
il Signore.Qui degli umili sento in compagniail
mio pensiero farsipiù puro dove più turpe è la
via.
48da La luna dei Borboni
Un paese che si chiama Cocumola è come avere le
mani sporche di farina e un portoncino verde
color limone. Uomini con camicie silenziose fanno
un nodo al fazzoletto per ricordarsi del cuore
Vittorio Bodini
49Quando tornai al mio paese nel Sud, dove ogni
cosa, ogni attimo del passato somiglia a quei
terribili polsi dei morti che ogni volta
rispuntano dalle zolle e stancano le pale
eternamente implacati, compresi allora perché ti
dovevo perdere qui s'era fatto il mio volto,
lontano da te, e il tuo, in altri paesi a cui
non posso pensare.
50da Foglie di tabacco
- Viviamo in un incantesimo,
- tra palazzi di tufo,
- in una grande pianura.
- Sulle rive del nulla
- mostriamo le caverne di noi stessi
- qualche palmizio, un santo
- lordo di sangue nei tramonti, un libro
- lento, di pochi fatti che rileggiamo
- più volte, nell'attesa che ci dia
- tutte assieme la vita
- le cose che crediamo di meritare.
-
Vittorio Bodini
51Conosco appena le mani (da Metamor) Conosco
appena le mani, le scarpe che metto ai piedi.
Conosco il giorno e la notte e i terrori del
vento. Ma gli anni? Dove son gli anni, e tutti
i libri che ho letto? I volti amati si sfrondano
delle loro vicende, non restano che i nomi.
Tutto nella memoria cade a pezzi, sprofonda
senza rumore nelle botole dei morti. Ah, dove
sono le acute presenze del passato, le sue calde
forme, la cera su cui incidevano i miei
sentimenti? Dove si nasconde il senso delle
cose che ho vissuto, e i brividi lucenti e i
cieli dell'avventura?
Vittorio Bodini
52da La luna dei Borboni
- Qui non vorrei morire dove vivere
- mi tocca, mio paese,
- così sgradito da doverti amare
- lento piano dove la luce pare
- di carne cruda
- e il nespolo va e viene fra noi e l'inverno.
- Pigro
- come una mezzaluna nel sole di maggio,
- la tazza di caffè, le parole perdute,
- vivo ormai nelle cose che i miei occhi guardano
- divento ulivo e ruota d'un lento carro,
- siepe di fichi d'India, terra amara
- dove cresce il tabacco.
- Ma tu, mortale e torbida, così mia,
- così sola,
- dici che non è vero, che non è tutto.
- Triste invidia di vivere,
- in tutta questa pianura
- non c'è un ramo su cui tu voglia posarti.
Vittorio Bodini
53ANCORA A SUD
- Tu non conosci il Sud,
- le case di calce
- da cui uscivamo al sole
- come numeri
- dalla faccia d'un dado.
Vittorio Bodini
54LE POESIE
Numeri, figure e libri, simboli di una
Misura Silenziosa e sicura,fanno che io riposi o
vibri vivo di sobri equilibri nellossame della
Natura. Cristalli di luce varia spaccano lozio
dei suoli per fecondarli di voli di cantici,
daromi e daria, e perché lansia del
dire sincanti delle matrici rocciose delle
radici nel loro sordo rifiorire
55POETI DEL SALENTO
GIROLAMO COMI
VITTORIO BODINI
56VITTORIO BODINI
- Vittorio Bodini è nato da genitori salentini il 6
gennaio del 1914 a Bari, ma ancora in fasce viene
portato a Lecce. A diciotto anni fonda un gruppo
futurista. Nel 1937 si iscrive alla Facoltà di
Filosofia di Firenze, dove si laurea nel 1940.
Qui diventa amico tra gli altri di Mario Luzi,
Alessandro Parronchi e Piero Bigongiari. Tornato
a Lecce, con Oreste Macrì, cura la terza pagina
di "Vedetta Mediterranea", storico periodico
fondato da Ernesto Alvino, poi collabora a
"Letteratura", pubblicando le prime poesie,
aderisce al movimento "Giustizia e Libertà" e si
inserisce in "Libera Voce". - Nel 1946 si trasferisce in Spagna come lettore
ditaliano e poi antiquario. Nel 1950 rientra a
Lecce e dopo due anni ha la cattedra di
Letteratura Spagnola presso lUniversità di Bari.
Nel 1954 fonda "Esperienza Poetica" che vive due
anni. Continua ad avere rapporti stabili con il
Salento, anche se negli ultimi dieci anni si è
trasferito a Roma, dove muore il 19 dicembre
1970. - Studioso del barocco, di Luis de Góngora e dei
surrealisti spagnoli, Bodini ha dato vita ad
eccellenti traduzioni del Don Chisciotte della
Mancia di Cervantes, del Teatro di Garcia Lorca,
uscite presso Einaudi, oltre che di riuscite
pagine di Francisco de Quevedo, Rafael Alberti,
Pedro Salinas ecc. - È autore di numerosi scritti in prosa, via via
dimenticati, ma oggi riscoperti grazie
allattento lavoro della casa editrice Besa e del
docente dell'Università di Lecce Lucio Antonio
Giannone, ma soprattutto Bodini è autore di
pochi, ma preziosi libri di poesia. - Da ricordare La luna dei Borboni (1952), Dopo la
luna (1956), Metamor (1967) e Poesie (1972,
raccolta postuma uscita per Arnoldo Mondadori
Editore e negli ultimi anni ripubblicata da
Besa). Una corretta interpretazione della poetica
di Bodini si può effettuare considerando la
continua attrazione tematica del Sud. Questo è
dimostrato dalle tante poesie in cui sono
menzionate diverse località del Salento, quali
Lecce, Torchiarolo, Cocumola ecc. - Bodini è poeta dalla sensibilità estrema, supremo
cantore di un sud mitico, ancestrale, ma, nel
contempo, limitante e castrante. I suoi versi
sono tra i migliori prodotti della poesia
meridionale del Novecento e si spera che la
critica letteraria presto renda merito ad una
voce che il peso del tempo ha seppellito senza
giusta ragione.
57GIROLAMO COMI
- Girolamo Comi di nobili origini (era Barone di
Lucugnano, in provincia di Lecce), dopo aver
compiuto studi irregolari in Svizzera dal 1908 al
1912, esordì a Losanna con la raccolta Il
Lampadario (1912) e si trasferì a Parigi, dove
venne a contatto coi principali esponenti della
poesia simbolista del primo Novecento. Tornato in
Italia per il richiamo alle armi nel 1915, fu
presto riformato e dichiarato inabile alla guerra
grazie all'intercessione del potente zio Antonio
De Viti De Marco. Sposatosi nel 1918 con Erminia
De Marco, dimorò dal 1920 al 1946 a Roma, dove
entrò a far parte dei cenacoli poetici
orfico-misteriosofici che esistevano negli anni
venti nella Capitale, frequentando tra gli altri
Julius Evola e, in seguito, Nicola Moscardelli ed
Ernesto Buonaiuti. - Dapprima frequentò il salotto romano della
baronessa Emmelina De Renzis dove entrò in
contatto con le idee steineriane, rimanendone
influenzato, e dove conobbe Arturo Onofri
stringendo con lui un sodalizio poetico. In
seguito fece parte del sodalizio magico-esoterico
noto come Gruppo di Ur, pubblicando sulla rivista
del gruppo alcune parti della poesia Cantico del
tempo e del seme (oggi in Krur 1929. Roma,
Tilopa, 1981, pp. 274-276.). In seguito collaborò
con lo stesso Evola scrivendo per la rivista La
Torre e per Diorama Filosofico (inserto di Regime
fascista, diretto da Roberto Farinacci)1. - Dal 1920 aveva ripreso l'attività poetica, e al
1933 è databile la sua conversione al
cattolicesimo. Successivamente, il poeta sviluppò
un particolare concetto di "cattolicesimo
aristocratico" e si avvicinò all'ortodossia
fascista, alternando il prosieguo della scrittura
poetica a prose di carattere politico-filosofico-m
orale (Aristocrazia del cattolicesimo, 1937). Nel
1946, separatosi dalla moglie, tornò stabilmente
nella sua tenuta di Lucugnano, dove diede vita
all'Accademia Salentina e alla rivista letteraria
L'Albero, oltre al particolare esperimento
economico dell'Oleificio Salentino, un tentativo
di imprenditoria solidale che portò in breve
tempo il poeta alla rovina finanziaria,
nonostante la raccolta poetica Spirito d'Armonia
(1954) gli avesse conferito un discreto successo
di pubblico. - Oppresso da problemi economici, nel 1961 vendette
il palazzo avito alla Provincia di Lecce per
destinarlo a pubblica biblioteca, rimanendovi in
qualità di custode e bibliotecario, e nel 1965
sposò la sua domestica Tina Lambrini, al suo
servizio dal 1948 che col passare degli anni era
divenuta anche un affettuoso sostegno morale.
Morì confortato dall'affetto dei suoi paesani,
che lo avevano spiritualmente e materialmente
sostenuto durante gli ultimi poveri anni di vita. - Personalità minore ma complessa, nell'ambito
della letteratura italiana del Novecento, Comi
seppe soprattutto in gioventù recepire le più
vive istanze culturali europee, ma il
provincialismo della propria educazione gli
impedì di giungere a delle elaborazioni poetiche
realmente originali. Successivamente
l'architettura di una pretesa razionalità spesso
esasperata, la tendenza a una metafisica
eccessivamente complessa e, dopo ancora,
l'elaborazione concettuale di un cattolicesimo
elitario e sostanzialmente lontano dal moderno
evangelismo, costituirono altrettanti limiti
poetici di un autore che, tuttavia, non manca di
improvvise aperture a un lirismo d'immediata
efficacia, particolarmente quando la poesia offre
un richiamo alla radice culturale e naturale del
Salento.