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La celebrazione eucaristica

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La celebrazione eucaristica La celebrazione eucaristica L eucaristia non un rito vuoto, non una forma di devozione o di piet , ma il momento forte nella ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: La celebrazione eucaristica


1
La celebrazione eucaristica
2
Leucaristia non è un rito vuoto, non è una forma
di devozione o di pietà, ma è il momento forte
nella vita del credente, nel quale lui sceglie di
rispondere a un invito di Dio. Dio vuole fare
alleanza con luomo, vuole realizzare un patto di
amicizia con lui.
Tramite la celebrazione il credente non fa altro
che rispondere e accettare di farsi alleato di
Dio. Quindi celebrare lEucaristia è compiere una
scelta radicale Dio dice Io sarò il tuo Dio
luomo risponde Voglio essere tuo figlio.
Così, la storia della salvezza, cominciata con
lantico popolo dellAlleanza, continuata con la
chiesa, nuovo popolo di Dio. Celebrare
lEucaristia è, allora, vivere realmente un
momento della storia della salvezza.
3
La celebrazione dellEucaristia fin dallinizio
ha caratterizzato e scandito la vita della
comunità cristiana.
Nel Nuovo Testamento diversi sono i testi che
confermano questo dato
Atti 2, 42 Erano assidui nell'ascoltare
l'insegnamento degli apostoli e nell'unione
fraterna, nella frazione del pane e nelle
preghiere. Si parla di frazione del pane che
comincia a diventare un termine tecnico per
indicare leucaristia.
Atti 20, 7.11 Il primo giorno della settimana ci
eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo
conversava con loro Poi risalì, spezzò il pane e
ne mangiò e dopo aver parlato ancora molto fino
all'alba, partì.
4
1Cor 10, 16 Il calice della benedizione che noi
benediciamo, non è forse comunione con il sangue
di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è
forse comunione con il corpo di Cristo?
1Cor 11, 23-26 Io, infatti, ho ricevuto dal
Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso
il Signore Gesù, nella notte in cui veniva
tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie,
lo spezzò e disse Questo è il mio corpo, che è
per voi fate questo in memoria di me. Allo
stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il
calice, dicendo Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue fate questo, ogni volta
che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta
infatti che mangiate di questo pane e bevete di
questo calice, voi annunziate la morte del
Signore finché egli venga. Si tratta di un testo
chiaro che ci parla direttamente di una
celebrazione vissuta nella comunità di Corinto.
5
Quando si celebra lEucaristia
Il Risorto appare ai suoi discepoli il primo
giorno dopo il sabato. Dopo otto giorni ritorna
in mezzo alla sua comunità riunita nel cenacolo.
Da quel giorno il Risorto continua ad apparire
ogni otto giorni rendendosi presente nella
comunità dei suoi discepoli che sono invitati a
radunarsi per riconoscere la sua voce nella
Parola e il dono di sé nel pane spezzato e nel
vino versato.
Dunque, la domenica è il giorno del Risorto e il
giorno dellEucaristia.
6
Dove si celebra lEucaristia
Il discepolo può incontrare il Risorto in ogni
comunità cristiana che si raduna per celebrare.
Tuttavia non bisogna dimenticare che lEucaristia
fa anche la comunità per cui sarebbe bello che
ognuno scegliesse una comunità concreta con la
quale incontrarsi ogni otto giorni per vivere
questo momento di fede. Fare come le api che
passano di fiore in fiore non è bello, né
opportuno.
7
Chi celebra lEucaristia
La liturgia è sempre azione di Cristo e del
popolo per cui è tutta la comunità radunata che
celebra leucaristia, nessuno escluso.
Naturalmente si tratta di una comunità
gerarchicamente ordinata laddove ognuno ha un
proprio compito
cè chi presiede, chi canta, chi proclama la
Parola di Dio, chi serve allaltare, ecc. Ma
tutto il popolo di Dio è coinvolto, e tutti
devono sentirsi parte attiva della celebrazione.
Anzi i fedeli sono invitati a una partecipazione
attiva, consapevole e piena, esterna ed interna,
ardente di fede, speranza e carità. La buona
riuscita celebrativa di ogni eucaristia, dunque,
dipende da tutti.
8
I Riti dintroduzione
SEGNO DI CROCE E SALUTO
I cristiani sanno di non essere semplicemente un
gruppo di amici o di simpatizzanti, ma
riconoscono di essere chiamati e convocati dal
Signore il quale li raduna per comunicarsi a
loro.
Attraverso il segno della croce lassemblea
liturgica prende coscienza di essere radunata nel
nome di Cristo e manifesta la sua identità.
Inoltre fa memoria del battesimo in forza del
quale può celebrare lalleanza con Dio. 
9
Il saluto del celebrante, poi, diventa un invito
a riconoscere la presenza nello Spirito del
Risorto in mezzo alla comunità, mentre la
comunità stessa riconosce, attraverso la
risposta, in colui che presiede la presenza di
Cristo sommo ed eterno sacerdote.
Con il saluto e la risposta, dunque, si manifesta
lassemblea, mistero della Chiesa radunata, in
cui si realizza la presenza di Cristo.
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ATTO PENITENZIALE
È il momento in cui si riconosce la santità di
Dio e il proprio peccato insieme
allinadeguatezza di stare davanti al Lui.
È pure il momento per risvegliare la dignità
battesimale di chi sta celebrando sottolineando
ancora una volta il bisogno di essere salvati non
senza la disposizione interiore personale.
Si tratta di un momento personale e comunitario
per manifestare che si è tutti peccatori, che la
colpa di ognuno ricade sullintera comunità e che
è importante chiedere e accogliere insieme il
perdono di Dio. Questo momento dovrebbe aiutare a
vivere una sincera e profonda conversione
disponendo anche alla riconciliazione fraterna.
11
GLORIA
E un antichissimo canto che presenta in sintesi
la lode e la supplica al Padre e al Figlio e allo
Spirito Santo.
Si omette nelle domeniche di Avvento e di
Quaresima, mentre si canta in tutte le altre
domeniche, solennità e feste. Con questo testo si
esprime anche la gioia del perdono ricevuto.
12
COLLETTA
E la prima preghiera che il sacerdote rivolge a
nome di tutti e che introduce con linvito
Preghiamo.
A questo invito segue un momento si silenzio
durante il quale ogni singolo fedele dovrebbe
formulare nel proprio cuore una preghiera
personale.
Poi il sacerdote raccoglie tutte le intenzioni
dicendo lorazione prevista che prende il nome di
colletta proprio perché raccoglie le preghiere di
tutti i presenti.
LAmen conclusivo esprime lassenso del popolo e
lunità della preghiera. Con questa preghiera si
concludono così i riti di introduzione.
13
La Liturgia della Parola
La liturgia della Parola comincia con le Letture
bibliche e termina con la preghiera dei fedeli.
Essa ruota tutta attorno allambone che diventa
il fuoco verso il quale deve tendere lassemblea
in questa prima grande parte della celebrazione.
E, questo, il momento nel quale lassemblea
percepisce la presenza di Dio che vuole parlare
agli uomini intrattenendosi ancora con loro così
come nel passato avveniva con Mosè nella Tenda
del Convegno (cfr Es 33, 9-11). Tutto, dunque,
deve essere centrato sullascolto.
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La Liturgia della Parola è strutturata come un
dialogo tra Dio e il popolo.
Dio, infatti, prende liniziativa e rivolge la
sua Parola con la prima lettura il popolo
risponde con il salmo Dio riprende a parlare con
la seconda lettura mentre lassemblea risponde
acclamando e riconoscendo la vicinanza del
Risorto che viene a parlare nel Vangelo tale
presenza suscita una grande gioia che esplode nel
canto dellAlleluia. Dopo aver attualizzato
nellomelia quanto ascoltato, il popolo risponde
professando la sua fede e facendo diventare
preghiera la proposta di Dio.
Questo è pure il momento in cui vengono chiarite
le clausole dellAlleanza per cui chi non è
disponibile a viverle dovrebbe lasciare
lassemblea poiché non può firmare il patto con
Dio rifiutandone le condizioni.
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LETTURE BIBLICHE
Guardiamo alla celebrazione domenicale. Essa
prevede due letture prima del Vangelo.
La prima è tratta solitamente dallAntico
Testamento ed è collegata con il Vangelo diventa
lannuncio di una profezia che Gesù, quale
Messia, è venuto a compiere.
La seconda lettura, invece, è tratta dal Nuovo
Testamento e, durante il Tempo Ordinario, segue
la lettura continua di un testo indipendentemente
dal tema dominante nelle altre letture. Durante i
cosiddetti Tempi forti (Avvento, Natale,
Quaresima), invece, la seconda lettura è scelta
in base alle altre proponendone lattualizzazione
per la comunità che sta celebrando i divini
misteri.
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SALMO RESPONSORIALE
E il più antico canto della celebrazione con
esso il popolo risponde alla Parola ascoltata per
cui esso prevede sempre lintervento
dellassemblea mediante un ritornello (responsum
- risposta).
Essendo un canto dovrebbe essere sempre eseguito
in musica tuttavia può essere anche letto.
Naturalmente si proclama come un testo poetico
per cui non può essere affidato a chiunque.
Inoltre non può essere sostituito da un altro
canto liturgico che non contenga le stesse parole.
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VANGELO
La lettura del Vangelo costituisce il culmine
della Liturgia della Parola in quanto Colui che
parla è la pienezza della Rivelazione da questa
Parola tutti i testi biblici vengono illuminati e
interpretati.
Tale importanza si evince anche dalla processione
che, nelle solennità, accompagna
lintronizzazione dellevangelario,
dallincensazione del Libro e dal bacio da parte
di colui che proclama.
Tale lettura è preceduta dal canto che prevede un
versetto non è da trascurare poiché esso oltre a
richiamare la funzione di Cristo maestro, è pure
la chiave di lettura del testo che verrà
proclamato infatti suggerisce quale aspetto del
Vangelo la liturgia in atto vuole sottolineare.
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PROFESSIONE DI FEDE
Ha lo scopo di suscitare una risposta di assenso,
dopo lascolto delle letture, e di richiamare
alla mente la regola della fede, prima di
incominciare la Liturgia Eucaristica.
Attraverso la recita del simbolo lassemblea
dichiara anche la sua unità nella fede e si sente
in comunione con tutti coloro che la condividono.
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PREGHIERA DEI FEDELI
Fa da cerniera tra le due parti della Messa.
Essa viene chiamata preghiera universale per il
suo contenuto e preghiera dei fedeli poiché
appartiene a loro che, in questo momento,
manifestano lesercizio del loro sacerdozio
battesimale.
Questa preghiera dovrebbe prevedere intenzioni
per la Chiesa, i governanti, le diverse
emergenze, il suffragio per i defunti. Ogni
intenzione dovrebbe, inoltre, essere improntata a
sobrietà.
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Arrivederci al prossimo incontro su La
celebrazione eucaristica -Seconda parte-
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