Title: CONTAMINAZIONI BIOLOGICHE
1CONTAMINAZIONI BIOLOGICHE
2(No Transcript)
3- BATTERI RESPONSABILI DI INFEZIONI
4Enterobacteriacaea
- Escherichia
- Shigella
- Salmonella
- Citrobacter
- Klebsiella
- Enterobacter
- Serratia
- Proteus
- Providencia
- Morganella
- Yersinia
5(No Transcript)
6- INFEZIONI ALIMENTARI da Enterobacteriaceae
7Infezioni primitivamente ed esclusivamente
intestinali
- Enteriti da enterobatteri fanno parte di una
vasta gamma di sindromi morbose ad eziologia
multipla - I principali sintomi sono DIARREA (emissione di
materiale fecale a frequenza e liquidità anormale
ed elevata) e/o DISSENTERIA (processo
infiammatorio della mucosa del colon accompagnato
da tenesmo, dolori addominali ed emissione di
muco e/o sangue con le feci)
8Infezioni primitivamente ed esclusivamente
intestinali
- Dal punto di vista del meccanismo dazione
patogena gli enterobatteri enteropatogeni si
dividono in INVASIVI e non INVASIVI - INVASIVI sono Shigelle, Salmonelle e alcuni tipi
di E.coli - si localizzano nella regione distale
dellintestino, penetrano nella mucosa e
provocano alterazioni isto-patologiche
evidenti Dissenteria o- diarrea - Il digiuno presenta una mucosa intatta, ma in uno
stato secretivo rispetto al trasporto di fluidi
ed elettroliti - NON INVASIVI sono alcuni stipiti di E.coli
- si localizzano nellileo ed elaborano delle
ENTEROTOSSINE le quali agiscono stimolando
lattività secretoria della mucosa intestinale,
senza danni ai tessuti Unicamente diarrea
(modello patogenetico del COLERA)
9Enteriti da E.coli
- Alcuni stipiti di E.coli sono agenti eziologici
di enteriti, particolarmente gravi nei bambini
nella prima infanzia - Si conoscono 4 gruppi di E.coli enteritogeni
- EPEC
- ETEC
- EIEC
- EHEC
- Ciascuno possiede peculiari fattori di
patogenicità e ciascun fattore è codificato da
geni, spesso plasmidici, in molti casi già
clonati e utilizzati per la produzione di sonde
specifiche
10O157H7
- E coli O157 rappresenta il prototipo dei ceppi
entero-emorragici - E stata descritta per la prima volta come causa
di malattia nel 1982 negli USA - Focolai di diarrea emorragica associati a consumo
di humburger - Il CDC di Atlanta identificò un ceppo di E.coli
con antigene somatico O157 e antigene flagellare
H7 - Si trattava del primo ceppo patogeno per luomo
MAI segnalato - Rappresenta uno dei più temibili patogeni
zoonotici a trasmissione alimentare
11(No Transcript)
12Ecologia nelle specie animali
- Numerosi studi hanno dimostrato che i ruminanti e
i bovini in particolare rappresentano il
principale serbatoio naturale di E.coli O157 - La colonizzazione del tratto gastrointestinale
presenta una prevalenza maggiore nei soggetti
giovani - E asintomatica e transiente con periodi di
colonizzazione spesso inferiori ai 2 mesi - La colonizzazione intestinale e leliminazione
con le feci sono soggette a stagionalità (aumento
in estate e inizio autunno) - Eventi di stress aumentano la prevalenza (pH
alterato?)
13Trasmissione alluomo
- Consumo di alimenti contaminati, in particolare
carne macinata - Consumo dacqua contaminata
- Negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni
di trasmissione attraverso consumo di vegetali - Le vie di trasmissione emergenti dipendono
probabilmente dalla capacità di E.coli O157 di
persistere e moltiplicarsi nelle deiezioni di
ruminanti utilizzate come fertilizzanti o
disperse nellambiente - Nellacqua il batterio sopravvive per diverse
settimane specialmente a basse temperature,
richiedendo nutrienti minimi per la sopravvivenza
14E.Coli O157 negli alimenti
- Carne macinata, hamburger, carne di origine
bovina, insaccati, latte crudo sia caprino che
bovino, latte trasformato, vegetali, succhi di
frutta non pastorizzati - In genere nella carne e latte la contaminazione è
di tipo primario - Negli altri casi è di tipo secondario
15E.Coli O157 negli alimenti
- E.coli O157 sopravvive e si moltiplica in
numerosi alimenti, inclusi alcuni che per
caratteristiche di pH o Aw potrebbero essere
ritenuti microbiologicamente sicuri - Sopravvive a pHlt a 2,5 per più di 2 ore
- Sopravvive a fermentazione, asciugatura e
stoccaggio degli insaccati a media stagionatura
(pH 4,5) per 2 mesi a 4C, diminuendo di 1, 2 log - Sopravvive nella maionese conservata a 5C per
5-7 settimane e 1-3 settimane se conservata a
20C - Si sviluppa a temperature fra i 10C e i
43C.Alcuni ceppi anche ad 8C - Sopravvive nella carne macinata a temperature di
congelazione - E invece poco alotollerante
- La dose infettante è MOLTO bassa (lt 700 organismi
per humberger prima della cottura) - Il parere unanime è che siano sufficienti 50 cfu
per indurre un quadro clinico
16Le infezioni da E.coli O157 in Italia
- Il primo caso è stato descritto nel 1988
- Attualmente lIstituto Superiore di Sanità
coordina il sistema di sorveglianza delle
infezioni da E.coliO157 e da altri EHEC
nellambito del progetto Enternet - Oltre a E.coli O157 che risulta essere il
sierogruppo prevalente, gli altri ceppi
enteroemorragici diagnosticati frequentemente
sono O26, O145 e O111. In particolare O26 e O111
sono risultati coinvolti anche in episodi
epidemici
17Campylobacter
- Bastoncino elicoidale Gram negativo
- Non sporigeno
- Mobile
- Aerobio/microaerofilo (cresce bene in atmosfera
contenente CO2 al 5-10) - Ossidasi positivo
- Esigente
- Temp. min. 32C,,Temp. ott. 42-43C,Temp. max.
45C - pH min. 4.9, pH ott. 6.5-7.5, pH max. 9
- Aw min. 0.987, Aw ott. 0.997
18Introduzione
- Dal 1977 lenterite da Campylobacter assume
unindubbia rilevanza clinica - E un patogeno di origine zoonosica (serbatoio
numerose specie animali, in particolare aviarie
principale veicolo di trasmissione alimenti di
origine animale) - E insieme a Salmonella e rotavirus la causa più
frequente di diarrea acuta in Italia, con quadri
clinici variabili, talora piuttosto gravi, con
possibili complicanze neurologiche - In alcune nazioni europee è la prima causa di
enterite infettiva, soprattutto in età pediatrica
19Tassonomia e classificazione
- Costituisce una famiglia (Campylobacteriaceae)
comprendente 3 generi - Campylobacter, Arcobacter, Helicobacter
- C. jejuni e in minor misura coli sono le specie
più frequentemente associate ad enterocolite
umana
20Serbatoio ed ecologia microbica
- Tratto alimentare di unampia varietà di animali
sia selvatici che domestici a sangue caldo - Isolato nel pollame, nei bovini, nei suini, negli
uccelli e nei cani - Anche lacqua rappresenta una parte importante
della sua ecologia e può essere isolato da acque
superficiali, fiumi, laghi (prevalenza intorno al
50) - Inoltre è stato isolato dalla sabbia di spiagge
balneabili (prevalenza 45) - Viene introdotto nelle acque attraverso liquami e
feci di animali e uccelli - Nelle acque può trovarsi in uno stato non
vitale la cui importanza nella trasmissione
dellinfezione è dibattuta
21Serbatoio ed ecologia microbica
- C. jejuni e coli sembrano avere un serbatoio
preferenziale. - C. jejuni è associato in maniera predominante al
pollame - C. coli ai suini
- Compylobacter è un comune componente della flora
intestinale degli animali a sangue caldo - La carne viene inevitabilmente contaminata
durante la macellazione e leviscerazione (il
numero di batteri diminuisce nei processi di
macellazione soprattutto grazie alle procedure di
refrigerazione forzata)
22Serbatoio ed ecologia microbica
- Compylobacter cresce a 37C, C.jejuni e C.coli
hanno il loro optimum a 42-45C e non
sopravvivono alla cottura - Non crescono sotto i 28C, non si moltiplicano
negli alimenti conservati tra -18C e 28C - Sopravvivono nellacqua e nel latte mantenuti a
4C per parecchie settimane e nel pollame
congelato per diversi mesi - Sono sensibili alla disidratazione e a bassi
valori di pH (sotto 5,1)
23Caratteristiche cliniche dellinfezione
- Diarrea febbre sono sintomi comuni a tutte le
enteriti batteriche - Nei paesi in via di sviluppo lenterite da
C.jejuni/coli è solitamente senza febbre,
leucociti e sangue nelle feci - Il periodo di incubazione è da 3 a 5 giorni
- Il bambino presenta generalmente un quadro
clinico più preoccupante rispetto alladulto, con
sangue nelle feci, febbre, dolori addominali,
disidratazione - Il dolore addominale può essere confuso con
peritonite acuta - La batteriemia è frequente
24Fattori patogenetici
- La patogenesi comprende fattori specifici del
microrganismo e dellospite - Lo stato di salute dellospite, letà, limmunità
umorale influenzano landamento dellinfezione - Fattori di virulenza hanno un ruolo non ancora
completamente chiarito - Il batterio aderisce sulla mucosa intestinale e
la danneggia mediante invasione cellulare e/o
produzione di tossine - Anche meccanismi indiretti legati alla risposta
infiammatoria sono implicati
25Determinanti della virulenza
- Molecole di adesione e di invasione
- Proteine della membrana esterna
- Interferenza con il metabolismo del Ferro
- Fattori citotossici
26Dose infettante e popolazione a rischio
- La dose infettante dipende da numerosi fattori
(ceppo, veicolo di ingestione, suscettibilità
individuale dellospite) - Sono a rischio soggetti anziani, bambini,
soggetti immunocompromessi, giovani adulti (15-25
anni) - Il veicolo è molto importante. La presenza di
sostanze in grado di tamponare lacidità gastrica
favoriscono la colonizzazione e linfezione
27Alimenti contaminati
- Pollame, ma anche carne bovina, suina e altri
prodotti carnei - Pesce e mitili
- Latte non pastorizzato, prodotti lattei
- Acqua non adeguatamente trattata
28Prevenzione e controllo
- Il numero di casi sembra aumentare in tutti i
paesi europei - Unefficace prevenzione della campilobacteriosi
umana potrà essere messa in atto solamente dopo
che lepidemiologia dellinfezione nelle
popolazioni animali verrà compresa completamente - Bisogna infatti individuare tutte le possibili
vie di trasmissione del patogeno e definire
limportanza epidemiologica di ciascuna di esse
29Le vibrionaceae
- La famiglia delle Vibrionaceae comprendeva fino
ad alcuni anni fa i generi Vibrio, Aeromonas,
Pseudomonas - Attualmente comprende il solo genere Vibrio e
alcuni generi meno importanti nellambito dalla
microbiologia degli alimenti (Catenococcus,
Listonella, Moritella, Photobacter,
Photobacterium) - Il genere Vibrio comprende numerose specie
(almeno 40) tra le quali alcune sono responsabili
di infezioni talvolta anche di grave entità.
30Il genere Vibrio
- Comprende bacilli Gram-negativi di dimensioni fra
i 0.5-0.8 mm di larghezza e 2-3 mm di lunghezza - La forma è talvolta curva e la mobilità è
assicurata da un flagello polare monotrico o
multitrico racchiuso in un rivestimento continuo
con la membrana esterna della parete cellulare
31Schema classificativo dei vibrioni di interesse
medico
classico
Biotipo Sierotipi Tipi fagici
El Tor
Ogawa
Sierogruppo O1 Sierogruppo O139 Sierogruppo
O2-O138
Inaba
Hikojima
V. cholerae
Genere Vibrio
V. parahaemolyticus V. vulnificus
Altre specie
32Casi sporadici
- Casi sporadici di colera sono stati riportati
anche in alcuni Paesi non endemici (USA e
Australia) - V.cholerae O1 esiste, infatti, in modo autoctono
in riserve ambientali (ambienti costieri,
estuari) privi di contaminazione fecale - Lingestione di acque di fiume o molluschi
contaminati sono il veicolo primario di questo
tipo di casi
33Vibrio cholerae Outbreak in ItalyLuca Cavalieri
d'Oro, Elisabetta Merlo, Eugenio Ariano,
Maria Grazia Silvestri, Antonio Ceraminiello,
Eva Negri, and Carlo La Vecchia Istituto di
Ricerche Farmacologiche "Mario Negri," Milan,
Italy Azienda Sanitaria Locale della Provincia
di Lodi, Lodi, Italy and Università degli Studi
di Milano,
June 1999, p. 2748-2753, Vol. 65, No. 6
Occurrence, Diversity, and Pathogenicity of
Halophilic Vibrio spp. and Non-O1 Vibrio cholerae
from Estuarine Waters along the Italian Adriatic
Coast Elena Barbieri,1, Loredana Falzano,2
Carla Fiorentini,2 Anna Pianetti,1 Wally
Baffone,1 Alessia Fabbri,2 Paola Matarrese,2
Annarita Casiere,3 Mohammad Katouli,4 Inger
Kühn,4 Roland Möllby,4 Francesca Bruscolini,1 and
Gianfranco Donelli2 Istituto di Scienze
Tossicologiche, Igienistiche e Ambientali,
University of Urbino,1 Department of
Ultrastructures, Istituto Superiore di Sanità,
Rome,2 and Istituto Zooprofilattico Sperimentale
dell'Umbria e delle Marche, Fano,3 Italy, and
Microbiology and Tumorbiology Center, Karolinska
Institute, Stockholm, Sweden4
34Trasmissione attraverso gli alimenti
- Acqua
- Vegetali
- Piatti di carne, pesce, cereali cotti e poi
consumati freddi contaminazione secondaria - Alcune bevande analcoliche non gassate ( pH solo
leggermente acido succhi di frutta, latte di
cocco) contaminazione al momento della
preparazione con acqua contaminata
35Listeria monocytogenes
- E un microrganismo ubiquitario, responsabile di
infezioni opportunistiche in diverse specie
animali, compresa la specie umana - La listeriosi umana interessa generalmente
pazienti con sistema immunitario alterato (donne
in gravidanza, neonati, anziani, HIV) - Dal 1960 in poi si è assistito ad un aumento
consistente dei casi di listeriosi
36Listeria monocytogenes
- Laumento di incidenza dipende probabilmente da
una serie di fattori (allungamento della vita
media, aumentata richiesta di alimenti pronti o
da consumare dopo breve riscaldamento) - Econsiderata una patologia emergente
- Suscita attenzione delle autorità sanitarie non
solo perché può essere causa di epidemie con
elevato numero di soggetti colpiti, ma anche per
lalta percentuale di mortalità
37Caratteristiche del genere
Listeria
- Gram
- Corti bastoncelli di 0.5um di larghezza e 1-2 um
di lunghezza con estremità arrotondate - Si presentano singoli o in corte catenelle
- Asporigeno, mobile per ciglia peritriche
(movimento rototraslatorio) - Anaerobio facoltativo - Ossidasi e catalasi
positivo - Temp. min 1C, Temp. max 45C, Temp. ott 30-37C
- pH min 4.8, pH max 9, pH ott. 6-7
- Aw 0.93-0.99
38Classificazione
- Al genere Listeria appartengono 7 specie
- Solo due specie hanno importanza clinica
- Listeria monocytogenes (serovar 1/2, 1/2b e 4b)
- Listeria ianovii
39Caratteristiche differenziali di Listeria
40Listeria monocytogenes
- Si tratta di un microrganismo ubiquitario
sensibile ai più comuni disinfettanti. - Caratterizzato da una spiccata psicrotrofia
(sopravvive sino ad 0,1C), è invece molto
sensibile alla pastorizzazione (71C per 15
secondi). - Si moltiplica bene in condizioni aerobie e
microaerofile a valori di pH elevati (fino a 9,6) - Resiste al congelamento e la carica si riduce
solo di 1 log dopo 10 mesi a -18C in varie
matrici alimentari - Sopravvive anche allo scongelamento e
allessiccamento
41Habitat
- E ampiamente distribuita nellambiente da cui
può diffondersi alla catena alimentare
42Habitat
- Isolata frequentemente da materiale vegetale in
decomposizione - Presente nelle feci di animali sani
- Anche fa gli uomini non è raro lisolamento da
feci di individui sani senza precedenti
manifestazioni cliniche - In un 5 della popolazione adulta il batterio è
un normale componente della flora intestinale o
vaginale (portatori sani)
43Modalità di trasmissione
- La principale fonte di contaminazione umana con
Listeria (OMS 1988) è rappresentata dal consumo
di alimenti contaminati - Rari i casi di trasmissione materno-fetale
- Ancora più rare le trasmissioni uomo-uomo
- Linfezione contratta da animali è una malattia
professionale - Non si conosce la dose minima infettante
nellindividuo sano esperimenti su primati sani
sembrano indicare gt109 batteri - Indagine epidemiologiche e sui casi sporadici
indicano una dose di 103/g negli alimenti - E stato dimostrato che la frequenza con cui si
consumano alimenti contaminati con bassa carica è
sicuramente superiore allincidenza di casi di
listeriosi
44Incidenza
- La listeriosi è soggetta a notifica nei vari
paesi europei (anche in Italia) - I dati fra il 1993 e il 1998 indicano che la
malattia è piuttosto rara nel nostro paese (30-50
casi allanno) - Sottostima (meningite da agente eziologico
sconosciuto e anche casi di listeriosi
gastroenterica non sono stati notificati come nel
1997) - In altri paesi come il Regno Unito e la Francia
ci sono un numero superiori di casi (300-1000
allanno), con unincidenza di 2,2 e 13 casi per
milione di abitanti - Dati del CDC indicano un grado di infezione annua
gt2-12 casi per milione di abitanti (1700 casi con
450 morti circa allanno)
45Presenza negli alimenti
- Isolamento da una grande varietà di alimenti
crudi o sottoposti a trattamenti blandi (latte
crudo, latte pastorizzato, prodotti lattiero
caseari fermentati e non, carni avicole uova,
prodotti ittici, alimenti di origine vegetale,
prodotti carnei, prodotti di salumeria) - Il microrganismo sopravvive e moltiplica in
diversi alimenti durante la conservazione
46Presenza negli alimenti
- Nel latte crudo Listeria monocytogenes è stata
isolata fino a concentrazioni di 103
microrganismi/ml la contaminazione è
prevalentemente dovuta al materiale fecale negli
ambienti in cui il latte è manipolato - Formaggi (1-10) contaminazione dovuta ad
aggiunta di latte crudo al pastorizzato e
contaminazione ambientale - In alcuni tipi di formaggi si è riscontrata una
carica molto elevata per le condizioni favorevoli
alla moltiplicazione del microrganismo (pH più
elevato)
47In Italia
- Unindagine fra 1988 e 1989 su 7961 campioni di
diversi tipi di formaggio e 4712 campioni di
latte la contaminazione è risultata pari al 4.3
per Listeria spp e 0,9 per Listeria
monocytogenes nei formaggi nessuno dei campioni
di latte opportunamente trattati è risultato
contaminato, mentre Listeria spp è stata
riscontrata nell1 dei campioni di latte crudo e
listeria monocytogenes nello 0,5 degli stessi
campioni - Ad eccezione del formaggio duro tutti i formaggi
si sono dimostrati suscettibili alla
contaminazione
48Listeria monocytogenes nella carne
- E stata isolata da carne ovina, suina ed avicola
con concentrazioni da 10 a 104 organismi/g - Studi condotti negli impianti di macellazione
dimostrano che il 45 dei suini presenta Listeria
nelle tonsille, il 24 dei bovini è contaminato a
livello dei noduli retrofaringei
49Listeria monocytogenes nei vegetali
- La presenza del microrganismo è dovuta alluso di
concimi organici e acque nere per lirrigazione - La bassa concentrazione nei vegetali pronti per
il consumo è considerata un rischio per il
consumatore perchè la conservazione a bassa
temperatura non ostacola la crescita del
microrganismo
50Alimenti ready to eat
- Malgrado lampia presenza su matrici alimentari
diversi, sono comunque gli alimenti processati
che supportano la crescita di Listeria
monocytogenes la principale fonte di infezione - In particolare gli alimenti conservati per lungo
tempo a temperature di refrigerazione e consumati
senza essere sottoposti a cottura (ready to eat) - Questi alimenti devono soddisfare il requisito di
ASSENZA di Listeria monocytogenes in 25 g di
prodotto analizzati - In Italia oltre a questo requisito è prevista una
tolleranza di 110/g per gli alimenti che vengono
consumati DOPO cottura
51- Intossicazioni alimentari
52(No Transcript)
53Il botulismo
- Responsabile di questa gravissima intossicazione,
quasi sempre mortale, è Clostridium botulinum, il
cui habitat naturale è rappresentato dal suolo e
dalla polvere - La sua prima descrizione risale al 1897 quando
Van Ermengem isolò un batterio ANAEROBIO e
dimostrò - Che produceva una sostanza termolabile negli
alimenti non adeguatamente conservati - Che il BOTULISMO è unintossicazione alimentare
54Varianti antigeniche della neurotossina del Cl.
botulinum
- Attualmente sono state identificate 7 varianti
antigeniche della neurotossina botulinica (A-G) - A, B, E e più raramente F provocano il botulismo
nelluomo - C, D sono associate a botulismo nellanimale
- G non è ancora stata associata al botulismo
55La neurotossina botulinica
- Viene sintetizzata allinterno della cellula
batterica durante la crescita anaerobica, dopo la
germinazione delle spore - Sono tutte di natura PROTEICA e di struttura
simile - Vengono rilasciate esternamente in combinazione
con altri componenti proteici non tossici, alla
fine della fase di crescita conseguentemente alla
lisi cellulare - I composti proteici non tossici proteggono la
tossina dalla denaturazione da alte temperature e
agenti chimici - E questo il motivo per cui SUPERANO la barriera
gastrica
56(No Transcript)
57I fase legame
Fase I e II legame e internalizzazione
- Durante la prima fase la porzione COOH della
catena H riconosce specifici recettori sulla
membrana presinaptica, legandoli (LEGAME) - In seguito a processi di endocitosi, la tossina
botulinica entra nei terminali presinaptici dei
neuroni, allinterno di vescicole
(INTERNALIZZAZIONE)
58III e IV fase traslocazione e attività
endopeptidasica
- Lambiente acido allinterno delle vescicole
favorisce - La scissione del legame disolfuro tra le due
catene - loligomerizzazione delle porzioni N-terminali
delle catene H che formano così dei pori - La catena L verrebbe liberata attraverso questi
porti nel citoplasma (TRASLOCAZIONE) - Qui si esplicherebbe la IV fase o ATTIVITA
ENDOPEPTIDASICA
59Attività catalitica della neurotossina di Cl.
botulinum
- E stata scoperta nellultimo decennio
- E stata identificata una sequenza di 5 aa
allinterno di un segmento altamente conservato
in tutte le catene L - Questa sequenza è in grado di chelare lo Zn ed è
identica alla sequenza in grado di chelare lo Zn
di tutte le Zn-endopeptidasi - La neurotossina ha infatti attività
ENDOPEPTIDASICA
60(No Transcript)
61Botulismo alimentare
- E unINTOSSICAZIONE che consegue allingestione
di alimenti in cui i clostridi neurotossigenici
si sono sviluppati e hanno elaborato sufficienti
quantità di tossina - Il 90 circa di tutti i casi segnalati nel mondo
è legato al consumo di conserve casalinghe
62Moltiplicazione del batterio
- Le condizioni che determinano la moltiplicazione
del microrganismo e quindi la produzione della
tossina sono - Assenza di aria (condizioni di anaerobiosi)
- Temperatura gt 10C
- Aw gt 94
- pH gt 4.5
- Concentrazione di NaCl lt 7-8
- Assenza di nitrati
- Presenza di altre forme microbiche che,
attraverso la loro attività metabolica, possono
realizzare condizioni idonee alla crescita e
moltiplicazione del patogeno anche in ambienti
originariamente inadatti (conserve acide).
63Rischi e norme preventive
- La difficoltà con cui si verificano
contemporaneamente tutte queste condizioni spiega
la scarsa diffusione di questa intossicazione - In particolare il rischio a livello di produzioni
industriali, se vengono rispettate tutte le
procedure, è nullo - Più pericolose sono invece le preparazioni
casalinghe, soprattutto nel caso di conserve poco
acide (verdure, carne) - E buona norma evitare il consumo di prodotti
provenienti da confezioni gonfie, indice di una
produzione di gas - Negli insaccati un campanello dallarme può
essere la presenza di zone verdastre ad indicare
una più o meno spinta proteolisi, talvolta
associata anche a fenomeni di rammollimento e a
cattivi odori.
64(No Transcript)
65Aspetti epidemiologici
- In Italia, lultima importante epidemia di
botulismo si è verificata nel 1996, quando una
quindicina di persone sono state ricoverate in
diversi ospedali con evidenti sintomi di
botulismo - La causa, poi accertata con diagnosi
microbiologiche, è stata attribuita a una partita
di mascarpone - tiramisù
- A causa della tradizione di preparazione
domestica di conserve il botulismo alimentare
rimane in Italia un problema di sanità pubblica,
con una media di 20-50 casi segnalati ogni anno -
66Aspetti epidemiologici
- Dal 1993-1999 259 casi di cui 156 confermati in
laboratorio - 55,1 dovuti al consumo di conserve casalinghe
(39,6 vegetali sottolio 29,1 conserve di
vegetali in acqua 22,1 prosciutto crudo 2,3
salame 1 formaggio 3 carne conservata 3,5
tonno sottolio) - 25,7 dovuti al consumo di prodotti industriali o
artigianali (mascarpone) - 19,2 da alimento non identificato
- 90 dei casi era dovuto a Cl. Botulinum B, il
rimanente 10 dallA
67Aspetti epidemiologici
- In Europa, secondo i dati 2003 dellUfficio
regionale OMS, il botulismo ha una elevata
incidenza - nella zona caucasica (in Armenia, Azerbaijan e
Georgia) principalmente a causa del consumo
elevato di verdure inscatolate e conservate a
livello domestico. - Uno studio pubblicato su Eurosurveillance nel
1999 presenta i dati sullelevata incidenza del
botulismo in Polonia (2172 casi)
68Aspetti epidemiologici
- Grazie allelevato consumo di cibo conservato, il
botulismo è una realtà importante negli Stati
Uniti, dove nel periodo 1899-1949, secondo i dati
dei CDC, sono stati registrati 477 epidemie di
botulismo alimentare, e altre 444 nel periodo dal
1950 al 1996, per un totale di 921 - I casi segnalati sono dovuti, in proporzioni
diverse, alla presenza delle tossine A, B, E e F
di Clostridium botulinum - Oggi, sempre negli Stati Uniti, vengono segnalati
in media 110 casi di botulismo ogni anno. Di
questi, il 25 è riconducibile a botulismo
alimentare - Tra i casi di botulismo alimentare, i 10-30
cluster riportati mediamente ogni anno sono
associati al consumo di cibi preparati e
conservati in modo non adeguato
69Alimenti maggiormente implicati nellinsorgenza
del botulismo
- Negli USA, Italia e Spagna gli alimenti
maggiormente implicati sono i vegetali conservati
sottolio (Cl. botulinum A in USA e B in Italia e
Spagna) - Francia e Polonia carne conservata e prosciutto
di produzione domestica (Cl. Botulinum B) - Cl. Botulinum E in preparazioni a base di pesce o
uova di pesce (Canada, Alaska, Danimarca, Iran,
Giappone, Ex URSS)
70Sintomi e trattamento
- Il botulismo alimentare può colpire a tutte le
età e non è trasmissibile da persona a persona. - I sintomi solitamente si manifestano molto
rapidamente (mediamente tra le 12 e le 36 ore). - Le persone che hanno ingerito la tossina
sperimentano tutti i sintomi tipici di una
paralisi neurale - annebbiamento e sdoppiamento della vista,
- rallentamento e difficoltà di espressione,
- fatica nellingerire,
- secchezza della bocca,
- debolezza muscolare che dalla parte superiore del
corpo, spalle e braccia, passa agli arti
inferiori, con paralisi successiva. - La paralisi dei muscoli coinvolti nella
respirazione può essere fatale. - Il trattamento della tossina botulinica è
possibile solo con la somministrazione di una
antitossina nelle primissime ore dalla comparsa
dei sintomi e il recupero è molto lento. - Data la rapidità con cui la malattia procede
lesito può essere fatale.
71Controllo mediante additivi
- Nitrito è molto efficace, MA in funzione di una
complessa interazione con altri fattori (pH, aw,
T) - Acido sorbico e i suoi Sali
- Polifosfati
- Acido ascorbico
- Oli essenziali (aglio, cipolla, pepe nero, chiodo
di garofano, origano) o gli estratti alcolici
(noce moscata, rosmarino, timo, salvia) di molti
piante aromatiche - Nisina
72From food posoning to biological weapon to Botox
73Botulinum toxin and biological warfare
- Botulinum Toxin in Biowarfare......of course, it
has been thought of .......botulinum toxin is the
most potent poison known for humans 10 grams is
a lethal dose for the human population of Los
Angeles.
74OFF THE WALL
- JAMA Vol. 285, No. 21, June 6, 2001
- A historical incident illustrates a number of
features of botulinum toxin - During World War II, the US Office of Strategic
Services (OSS) developed a plan for Chinese
prostitutes to assassinate high-ranking Japanese
officers with whom they sometimes consorted in
occupied Chinese cities. Concealing traditional
weapons on the women at the appropriate time
would obviously be difficult. Therefore, under
the direction of Stanley Lovell, the OSS prepared
gelatin capsules "less than the size of the head
of a common pin" containing a lethal dose of
botulinum toxin. Wetted, a capsule could be stuck
behind the ear or in scalp hair, later to be
detached and slipped into the officer's food or
drink. The OSS recognized that the normal
background of botulism cases would deflect
suspicion from the women. - The capsules were shipped to Chunking, China. The
Navy detachment there, taking nothing for
granted, tested the capsules on stray donkeys.
The donkeys lived. Lovell was informed that the
capsules were faulty, and the project was
abandoned. Much later, Lovell learned of the
donkey test with, one imagines, some
consternation, since "donkeys are one of the few
living creatures immune to botulism. -
- This incident has been retold in other
publications. No source for the donkey-resistance
information is ever given. More recent experience
shows that botulism can occur in mules and
donkeys (R. H. Whitlock, DVM, PhD, written
communication, April 27, 2001). - Nevertheless, this incident raises 2 points (1)
botulism need not occur in epidemics when it is
being used as a bioweapon, and (2) botulism in
animals may be a sign of biowarfare.
75(No Transcript)
76(No Transcript)
77(No Transcript)
78(No Transcript)
79http//www.botoxcosmetic.com/
Via le rughe con il BOTOX. A cura del Dott.
Giulio Maria Maggi. Centro Patologia
dell'Immagine. Torino. Il trattamentoDura solo
15-20 minuti. Si effettua ambulatorialmente,
senza anestesia, e consiste nelliniettare, con
una piccola siringa, alcune gocce del prodotto
allinterno dei muscoli mimici, di quelli in
particolare da cui si originano le rughe
despressione che desideriamo eliminare.
80Intossicazione stafilococcica
- Rappresenta forse la più diffusa intossicazione
alimentare dei nostri tempi. - Responsabile è la specie Staphylococcus aureus,
cocco gram positivo, anaerobio facoltativo,
saprofita delle mucose e della cute di uomo ed
animali. - Alcuni suoi ceppi durante la crescita sono in
grado di produrre negli alimenti delle tossine,
responsabili di una gastroenterite, conseguente
il consumo di cibi contaminati. - Le condizioni ideali di produzione della tossina,
definita anche enterotossina, non sempre
coincidono con quelle della crescita, a sua volta
influenzata da temperatura, attività dellacqua,
concentrazione di NaCl, potenziale redox, pH
dellalimento
81Staphyle grappolo duva
82Staphylococcus aureus
Universalmente riconosciuto come la specie più
importante per le patologie nelluomo Giallo per
la produzione carotenoidi Diffuso in uomo e
animali. Luomo ospita stafilococchi
potenzialmente patogeni sulla cute, e a livello
naso-faringeo Lo stato di portatore può essere
transitorio o intermittente, anche se è stato
dimostrato che alcuni individui albergano il
microrganismo continuativamente o per periodi
lunghi
83Staphylococcus aureus i principali quadri
patologici
- Cute e tessuti molli foruncoli, favi,
- Apparato respiratorio polmonite
- Apparato scheletrico osteomielite
- Apparato genito urinario ascesso renale,
infezione basse vie urinarie
- Sistema nervoso centrale ascessi cerebrali ed
epidurali - Batteriemia complicata da ascessi mediastinici
- Sindrome da shock tossico TSS-1 e tossine
pirogene - Intossicazione alimentare gastroenterite
(enterotossina)
orzaiolo
sinusite
foruncoli
Diffusione ematica
endocardite
polmonite
impetigine
vomito
diarrea
TSS
SSS
osteomielite
cistite
84Citolisine (emolisine) a, b, g, d
FATTORI DI VIRULENZA
Leucocidina
Tossina epermolitica (solo alcuni stipiti)
Esotossine
Enterotossine (solo alcuni stipiti)
Tossina dello shock tossico TSS (solo alcuni
stipiti) Tossine pirogeniche (solo alcuni
stipiti)
Coagulasi, stafilochinasi, ialuronidasi,
proteasi, enzimi lipoliici, DNAsi
Esoenzimi
Componenti strutturali ed altre proprietà
biologiche
Capsula, proteina A, coagulasi legata alla
cellula, catalasi e superossido dismutasi
85Meccanismo Dellazione Patogena Le Tossine
- Tossina epidermolitica o tossina esfoliativa
provoca la cosiddetta sindrome della cute
ustionata (scalded skin syndrome) o necrolisi
epidermica acuta (prima infanzia). Scollamento
spontaneo di ampie zone degli strati superficiali
dellepidermide a causa della rottura dei
desmosomi
Aree di scollamento epidermico superficiale
86Meccanismo Dellazione Patogena Le Tossine
- Enterotossina (SE) resistente allazione di
numerosi enzimi proteolitici (tripsina,
chimotripsina, papaina) e mantiene inalterata la
sua azione anche dopo esposizione a 100C - Sintomatologia nelluomo vomito, accompagnato in
alcuni casi da diarrea, dopo 1-6 h
dallingestione del cibo. Inoltre salivazione,
crampi addominali e prostrazione - Le enterotossine sono essenzialmente degli
emetici, in grado di agire sui visceri addominali
dove lo stimolo raggiunge i nervi simpatici e il
vago. - Interagiscono con recettori presenti nel tratto
gastro-enterico e generano impulsi che
raggiungono i centri sottocorticali del vomito
attraverso afferenti vagali e simpatici
87Le enterotossine stafilococciche sono
superantigeni
88Sintomatologia
- I sintomi si manifestano rapidamente dopo
lingestione del cibo contaminato (tra le 2 e le
6 ore) - nausea, cefalea, forti e frequenti dolori
addominali e diarrea, la febbre è rara. - La quantità di tossina necessaria a determinare
lintossicazione è pari a quella prodotta da un
numero di cellule di St. aureus di 106 ufc/g di
prodotto, tuttavia esiste una certa sensibilità
individuale. - Il tutto si risolve in circa 24 ore, anche se può
persistere una sensazione di spossatezza nei
giorni immediatamente successivi. - La morte è rara e nel caso colpisce solo soggetti
particolarmente sensibili alla disidratazione
come bambini ed anziani. - Lunica cura adottata è il controllo della stato
di idratazione.
89Epidemiologia
- Lintossicazione stafilococcica è estremamente
diffusa ed anche molto frequente. - La reale incidenza è tuttavia molto difficile
perchè molti casi non sono dichiarati - Sono noti solo quelli più gravi che comportano un
ricovero ospedaliero e che coinvolgono un numero
elevato di persone, mentre i casi contratti a
livello familiare restano sconosciuti.
90Alimenti coinvolti
- Le preparazioni più comunemente implicate, sono
quelle piuttosto complesse, molto manipolate, a
elevato contenuto proteico, poco acide e non
propriamente sottoposte a refrigerazione dopo la
cottura carni (arrosti freddi), prodotti a base
di carne (pasticci vari) e salumi, prodotti a
base uova, pesci cotti ed affumicati. - Tra le carni quelle macinate presentano il
maggior rischio a causa delle numerose
manipolazioni cui sono sottoposte e della
maggiore superficie di esposizione. - Da non dimenticare inoltre che, essendo lo
stafilococco un microrganismo resistente ad alte
concentrazioni di sale, anche i prodotti
sottoposti a salagione possono essere fonte di
intossicazione. - La contaminazione dei cibi può avvenire prima o
dopo la cottura il periodo più pericoloso per la
produzione di tossina è comunque quello che
intercorre tra la cottura ed il momento della
distribuzione che nella ristorazione collettiva è
talvolta molto lungo. - In questo intervallo di tempo nella maggior parte
dei casi lalimento cotto viene lasciato a
temperatura ambiente ed esposto allaria, dando
così la possibilità al microrganismo, se
presente, di moltiplicarsi e di produrre tossina.
- Lintervallo di temperatura critico è quello tra
i 20 ed i 40C. - Infine se la contaminazione da parte del
microrganismo avviene dopo la cottura l'assenza
di altra microflora facilita la moltiplicazione
dello stafilococco che non ha più forme di
competizione.
91(No Transcript)
92Epidemie
- I principali fattori coinvolti nelle epidemie
sono quindi in ordine decrescente - inadeguato raffreddamento
- lungo intervallo di tempo tra la preparazione ed
il consumo - personale malato e/o in carenti condizioni
igieniche - inadeguata cottura.
93CONTROLLO RINOFARINGEO ?
addetti ai laboratori di ? pasticceria
? gelateria
? paste fresche ?
latticini ?
esercizi di ristorazione
?
CATEGORIE DI ALIMENTARISTI A
RISCHIO
94(No Transcript)