Title: La Medicina del Lavoro
1La Medicina del Lavoro
- E una disciplina a contenuto elettivamente di
tipo preventivo - Finalità prevenzione dellinsorgenza di malattie
professionali o tecnopatie - Seconda finalità promozione ed il mantenimento
del più alto livello di benessere fisico, mentale
e sociale dei lavoratori.
2Definizioni
- Pericolo caratteristica intrinseca di ambiente
ed agenti chimici, fisici, biologici, nonché di
attrezzature impianti ecc., che nel luogo di
lavoro, hanno la possibilità di causare danni
alla salute ed alla sicurezza delle persone. - Rischio possibilità di conseguenze dannose o
negative, che alterano le funzioni psicofisiche
del lavoratore allontanandolo dallo stato di
benessere.
3LA PREVENZIONE
- Prevenzione primaria interventi di tipo tecnico
ed organizzativo che, una volta individuati e
valutati i fattori di rischio presenti
nellambiente di lavoro, consentono di eliminarli
o contenerli entro livelli accettabili, limitando
lesposizione dei lavoratori - eliminazione dei fattori di rischio
(prevenzione tecnico-ambientale e - personale)
4LA PREVENZIONE
- Prevenzione secondaria attività di tipo
sanitario volta al controllo dello stato
psicofisico del lavoratore, finalizzata alla
diagnosi precoce di alterazioni dello stato di
salute - individuazione effetti subclinici,
presintomatici (sorveglianza sanitaria -
monitoraggio biologico) - Prevenzione terziaria diagnosi di malattia
professionale - terapia - riabilitazione
5MALATTIA PROFESSIONALE
- Definizione si intende per malattia
professionale un evento che determina danno alla
persona (morte o invalidità lavorativa permanente
totale o parziale), che si verifica per ragioni
di lavoro nellambiente di lavoro determinato da
una causa lesiva diluita nel tempo.
6INFORTUNIO SUL LAVORO
- Evento morboso che insorge acutamente per causa
violenta (esterna all'organismo) in occasione di
lavoro e che provoca la morte o una invalidità al
lavoro permanente (parziale o totale), oppure una
inabilità temporanea che comporti l'astensione
dal lavoro per più di 3 giorni.
7DIFFERENZE TRA M.P E I.L.
- Nella Malattia professionale
- Â
- Â Â Â Â Â Â Â - non sussiste laccidentalitÃ
imprevista - Â - non sussiste la causa concentrata nel
tempo - Â - non esiste loccasione di lavoro
infatti è legata - direttamente al lavoro stesso da un
rischio specifico. - Esistono delle Tabelle di malattie
professionali divise in - Â Â Â Â Â Â Â Â Tabella delle Malattie Professionali
dellindustria - Tabella delle Malattie Professionali
dellagricoltura
8(No Transcript)
9Fattori di rischio in ambiente sanitario
- Fattori di rischio fisico Rx ionizzanti, Rx non
ionizzanti, Vibrazioni, Elettricità , Rumore - Fattori di rischio chimico Farmaci, Gas
anestetici, Farmaci antiblastici, Ossido di
etilene, Formaldeide, Sostanze sensibilizzanti ed
allergizzanti - Fattori di rischio biologico Epatite virale,
TBC, AIDS - Fattori di rischio legati allorganizzazione del
lavoro Rischio infortunistico, Rischio
ergonomico, Stress, VDT
10Vibrazioni
Movimenti periodici di un corpo più o meno
elastico in direzioni alternate ed opposte
rispetto ad una posizione di equilibrio.
- Caratteristiche
- Frequenza
- Ampiezza
- VelocitÃ
- Accelerazione
- IntensitÃ
11I movimenti oscillatori possono essere
Le vibrazioni si distinguono in
Vibrazioni a bassa frequenza Vibrazioni a media
frequenza Vibrazioni ad alta frequenza
12Vibrazioni a bassa frequenza
0/2-3 Hz
Navi, autobus, aerei
Manifestazioni cliniche
Chinetosi o mal di mare o mal dei trasporti
(vertigini, prostrazione profonda, sudorazione,
pallore, scialorrea, nausea e vomito)
La durata varia da minuti a ore. Nelle forme
lievi cessa dopo qualche minuto nelle forme
severe persiste a lungo.
13Vibrazioni a media frequenza
2-3/20-30 Hz
Es. grù, scavatrici, locomotive ferroviarie
Secondo la frequenza della v. sarà interessato un
apparato diverso ogni parte del corpo subisce
una influenza diversa della v. avendo una sua
frequenza di Risonanza.
- Fenomeni sensoriali o psico-sensoriali (dolori
addominali, dolore toracico, sconforto, turbe del
carattere) - Modificazioni del tono muscolare
- Turbe respiratorie (aumento del volume corrente,
aumento della ventilazione polmonare, aumento del
consumo di ossigeno) - Turbe cardiache (aumento della frequenza
cardiaca, precordialgia) - Esagerazione o abolizione dei riflessi
- Turbe visive ed uditive
- Alterazioni del ciclo mestruale
- Ipo-infertilità maschile
- Alterazioni renali
- Manifestazioni osteoarticolari a carico della
colonna vertebrale
14Le v. a bassa ed a media frequenza agiscono su
tutto il corpo, il quale risponde come una massa
unica ed omogenea in tal caso si parla di WHOLE
BODY VIBRATION.
Le v. ad alta frequenza agiscono sul sistema
spalla-braccio-mano in tal caso si parla di
SEGMENTAL VIBRATION.
15Vibrazioni ad alta frequenza
gt 30 Hz
- Strumenti vibranti
- A percussione
- A rotazione
- Tipo misto
16Disturbi circolatori
Fenomeno di Raynaud reversibile e monolaterale
Disturbi osteo-articolari
Azione diretta sulle ossa del cingolo scapolare e
dellarto superiore artrosi
Azione indiretta per insulto vascolare,
vasomotorio, ischemia limitata dellosso
osteomalacia, osteonecrosi (es. malattia di
Kienboeck o necrosi asettica del semilunare
malattia di Kholer o necrosi asettica dello
scafoide)
Disturbi neurologici
Disturbi tendinei
17DIAGNOSI
Anamnesi, esame clinico
Rx
FPG basale e con prove caloriche
Velocimetria doppler
EMNG
18Prevenzione
- Guanti imbottiti e/o materiale ammortizzante tra
la mano del lavoratore e limpugnatura dello
strumento vibrante - Allungamento delle pause
- Limitazione dei tempi di esposizione
- Astensione dal fumo, alcool
- Controllo del metabolismo glicidico
- Sorveglianza sanitaria visite preventive e
periodiche (annuali) ai sensi del D.Lgs. 81/2008,
art. 199-205.
19Il rischio rumore
20Il rischio rumore
- Definizione
- - il rumore è prodotto da onde di compressione
e rarefazione dellaria provocate dalle
vibrazioni di un corpo sul suo asse che vengono
recepite - dallorecchio come sensazione sonora.
- Â La differenza tra rumore e suono sta nella
periodicità e regolarità delle onde sonore,
essendo quelle del rumore assolutamente
irregolari e non - sinusoidali.
- Le caratteristiche fisiche del rumore sono
la frequenza (da 16 Hz a 20.000 Hz), la lunghezza
donda, la potenza sonora, la potenza sonora, la
pressione acustica.
21Il rischio rumore
- Unità di misura lunità di misura della
pressione acustica sullorecchio è il decibel
(dB). La misura dellintensità del rumore viene
effettuata mediante apparecchiature di
precisione, costruite secondo norme
internazionali dette fonometri in grado di poter
analizzare lo spettro di frequenza del rumore. - Tipologia del rumore
- continuo quando le variazioni della pressione
acustica istantanea si mantengono entro il range
che non supera i 5 dB - intermittente se tale variabilità è superiore ai
5 dB - impulsivo caratterizzato da una rapida
variazione du pressione superiore ai 40 dB per un
tempo inferiore ad 1 secondo (prodotto da presse,
mazze, martelli, mulini a palle).
22Il rischio rumore
 Sensibilità dellorecchio umano ha una
possibilità uditiva tra 0 dB e  130 dB.   Â
23DANNI DA RUMORE
- Effetti uditivi
- - Un rumore molto forte (es. scoppio) può
provocare dolore e - talvolta lacerazione del timpano trauma
acustico acuto. - - Un rumore meno forte, ma gt a 80-85 dB può
determinare una - riduzione delludito che si sviluppa in 4
fasi -  a) ridotta capacità uditiva
temporanea(sensazione di orecchie ovattate) - b)Â apparente stato di benessere
- c)  difficoltà nella percezione dei toni
acuti - d)  difficoltà a percepire la
conversazione - ? Ipoacusia da rumore
24DANNI DA RUMORE
- -Â A livelli superiori ai 70 dB, tramite i centri
di integrazione cerebrale, determina linsorgenza
di una reazione neurovegetativa aspecifica,
predisponente a malattie cardiovascolari e
gastro-enteriche. - Disturbi
- a) aumento dellacidità gastrica
- b) aumento della peristalsi intestinale (colon
irritabile) - c) riduzione del battito cardiaco
- d) aumento della pressione arteriosa
- e) riduzione del campo visivo
- f) riduzione dei riflessi
- g) sensazione di disagio e noia
- h) senso di affaticamento
25Prevenzione dellipoacusia da rumore
- ? conoscendo il livello di rumorosità si devono
attuare misure di prevenzione adeguate -  Il datore di lavoro procede alla valutazione
del livello di emissione sonora durante
lattività lavorativa tramite misure eseguite con
fonometri rapportate al tempo di esposizione
quotidiana per stabilire se lesposizione
personale quotidiana in media è gt di 80 dB. - In base al valore di rumorosità misurato si
applicano diverse misure di prevenzione previste
dal D.Lgs. 81/2008.
26Prevenzione dellipoacusia da rumore
- Â
- 1)Â Â riduzione del rischio alla fonte
- 2)  riduzione della possibilità di propagazione
nellambiente - 3)Â Â isolamento dei lavoratori in cabine silenti
o riduzione del tempo di permanenza - 4) informazione e formazione dei lavoratori
27Prevenzione dellipoacusia da rumore
- 5)Â Â utilizzazione dei mezzi personali di
protezione (DPI) - Vanno utilizzati quando non è possibile evitare
in altro modo unesposizione dannosa - -Â inserti auricolari (sagomati, non
sagomati e selettivi attenuano il passaggio
delle alte frequenze non alterando la
comprensione dei messaggi verbali) per
esposizioni lt di 90 dB abbattimento di 8-30 dB - - cuffie per esposizioni prolungate,
permettono di ascoltare la voce parlata
abbattimento di 25-40 dB - - caschi per attività molto rumorose,
impediscono di ascoltare la voce parlata
abbattimento di 45-50 dB
28Prevenzione dellipoacusia da rumore
- D.Lgs. 81/2008 art. 187-188
29- I valori limite di esposizione e i valori di
azione sono fissati a - a) valori limite di esposizione rispettivamente
- LEX 87 dB(A)
- b) valori superiori di azione rispettivamente
- LEX 85 dB(A)
- c) valori inferiori di azione rispettivamente
- LEX 80 dB(A).
30- Il datore di lavoro sottopone a sorveglianza
sanitaria i lavoratori la cui esposizione al
rumore eccede i valori superiori di azione. - La sorveglianza viene effettuata periodicamente,
di norma una volta l'anno o con periodicitÃ
diversa decisa dal medico competente, con
adeguata motivazione riportata nel documento di
valutazione dei rischi e resa nota ai
rappresentanti per la sicurezza di lavoratori in
funzione della valutazione del rischio. - L'organo di vigilanza, con provvedimento
motivato, può disporre contenuti e periodicitÃ
della sorveglianza diversi rispetto a quelli
forniti dal medico competente. - La sorveglianza sanitaria è estesa ai lavoratori
esposti a livelli superiori ai valori inferiori
di azione, su loro richiesta e qualora il medico
competente ne confermi lopportunità .
31DANNI DA RUMORE
- Effetti extrauditivi
- - A livelli superiori ai 70 dB, tramite i
centri di integrazione cerebrale determina
linsorgenza di una reazione neurovegetativa
aspecifica, predisponente a malattie
cardiovascolari e gastro-enteriche. - -        Disturbi
- a) aumento dellacidità gastrica
- b) aumento della peristalsi intestinale (colon
irritabile) - c) riduzione del battito cardiaco
- d) aumento della pressione arteriosa
- e) riduzione del campo visivo
- f) riduzione dei riflessi
- g) sensazione di disagio e noia
- h) senso di affaticamento
32IL RISCHIO ELETTRICO
33Patogenesi
- Causa diretta quando le lesioni riportate sono
dovute allazione della sola corrente
elettrica per contatto diretto con elementi
normalmente in tensione (turbe del ritmo, ustione
ecc.) - Causa semidiretta quando le lesioni riportate
sono dovute a fenomeni che la corrente elettrica
determina e che agiscono sulluomo (es. caduta
dallalto perché respinti da conduttore) - Â
- Causa indiretta quando le lesioni riportate sono
dovute a fenomeni che la corrente elettrica
determina intorno alluomo e che agiscono
sulluomo (cortocircuiti in vicinanza di
materiale infiammabile o di miscele esplosive)
34Effetti sul corpo umano
- 1)Â Â Â Tipologia della corrente
- Â
- 2)   Intensità della corrente elettrica
- 3) Resistenza elettrica del corpo umano
- Â
- 4)Â Â Â Tensione della corrente elettrica
- Â
- 5)Â Â Â Frequenza della corrente elettrica
- Â
- 6)Â Â Â Tempo di contatto
- Â
- 7)Â Â Â Tragitto della corrente elettrica
351) Tipologia della corrente
- Corrente continua passaggio di cariche
elettriche nei conduttori costante ed uniforme. - Corrente alternata il passaggio delle cariche
elettriche nei conduttori è alternativo, in un
senso o nellaltro opposto, ma ad intervalli di
tempo regolari e costanti.ù - Corrente ad impulso deriva da un corpo caricato
elettrostaticamente o da un condensatore (non dÃ
tetanizzazione) - La pericolosità della corrente alternata è 2
volte superiore a quella della corrente continua
362) Intensità della corrente
- E il numero di cariche elettriche che attraversa
la sezione di un conduttore nellunità di tempo. - Unità di misura Ampère (A)
-
- I V/R (legge di Ohm)
- Aforisma di Arsonval non sono i volt che
uccidono ma gli amperes. - ? è pericolosa la corrente alternata gt 30 mA
- la corrente
continua gt 60 mA - ? è mortale la corrente alternata gt 60 mA
- la corrente continua
gt 120 mA - A parità di voltaggio la corrente alternata ha
una pericolosità doppia di quella continua
373) Resistenza elettrica del corpo umano (R)
- Dipende da
- a) Fattore biologico la resistenza globale e
determinata dalla resistenza del mezzo interno
(600-800 Ohm) e della cute (molto variabile). - - zona di contatto zone a bassa resistenza
(fronte e giugulo), ad alta resistenza (dorso
delle mani e dei piedi, superficie estensoria
dellavambraccio) - -Â condizioni cutanee ispessimenti cutanei,
abrasioni, ferite. - - temperatura tessutale laumento determina una
riduzione della resistenza, a causa della
produzione di sudore. - - età del soggettolaumento causa un aumento
della resistenza attribuibile alla riduzione
della perfusione ematica ed alla disidratazione. - b)     Fattore fisico è legato allestensione,
alla pressione ed alla durata del contatto, alla
tensione della corrente ed alla frequenza. - c)Â Â Â Â Â Natura del contatto con la terra dipende
dalle condizioni del suolo (asciutto, bagnato),
del tipo di calzatura.
38Â
Resistenza di alcuni tessuti (tratto da Gobbato,
1976)
394) Tensione della corrente elettrica (V)
- Per lalta tensione si ha la probabilità di
essere respinti violentemente dal conduttore - Per la bassa tensione la contrazione muscolare
può impedire i movimenti ed aumentare il tempo di
contatto
405) Frequenza della corrente elettrica
- Gli effetti diminuiscono con laumentare della
frequenza. - A frequenze inferiori a 50 Hz si hanno danni
evidenti. - Â
- Con frequenze tra 50 e 105 Hz si hanno lievi
danni - Â
- A frequenze maggiori di 105 Hz non si hanno
danni. - Â
- Da 20.000 Hz rimane solo leffetto termico
(diatermia)
416) Tempo di contatto
- Se il tempo di contatto è breve si ha solo
fibrillazione muscolare. - Â
- Se il tempo di contatto è lungo si ha
tetanizzazione dei muscoli respiratori ed
ustione.
427) Tragitto della corrente elettrica
- Il più pericoloso è quello che interessa il cuore
ed i centri bulbari. - mano destra mano sinistra
- mano - piede
- Â testa piede
- Â
- La corrente elettrica percorre il corpo
attraverso le vie a minore resistenza come
muscoli, nervi e vasi tessuto osseo e adiposo
oppongono maggiore resistenza.
43Patogenesi del danno elettrico
- Soglia di sensazione o percezione intensità di
corrente elettrica al di sotto della quale il
passaggio di questa è impercettibile - Reobase intensità minima di corrente capace di
provocare la stimolazione muscolare ( 2 mA) - Soglia di tetanizzazione intensità minima di
corrente capace di provocare la tetanizzazione
muscolare - Soglia di rilascio o liberazione dal contatto
(let go current) massima intensità di corrente
che ancora permette ad un soggetto normale di
lasciare la presa del conduttore (10 mA M 17 mA,
F 12 mA) - Tetanic Ratio rapporto tra lintensità della
soglia tetanizzante e quella minima efficace
(reobase), va da 7 a 13. - Corrente di asfissia entità di corrente che
determina asfissia per tetanizzazione dei muscoli
respiratori (18-20 mA)
44Meccanismi fisiopatologici della corrente
elettrica
- effetto elettrochimico si realizza una
migrazione di ioni nel tessuto attraversato
verso il polo di segno opposto, con
conseguenti variazioni del pH e del
grado di polarizzazione delle membrane - effetto termico (effetto Joule) quando una
corrente di intensità I passa per un
tempo T in un circuito con resistenza R, viene
prodotto calore secondo la legge di
Joule - effetto meccanico i flussi di liquidi possono
alterare gravemente le strutture
endocellulari sovvertimento strutturale degli
organi interni attraversati - effetto eccitatorio stimolazione di tessuti
specializzati,come muscoli e nervi la CE
provoca fenomeni di eccitazione neuromuscolare
che si manifestano con scosse
muscolari violente o tetano generalizzato - effetto elettromagnetico (effetto Oersted) la CE
crea un campo magnetico attorno al
conduttore che attraversa
45ORGANI BERSAGLIO
- Apparato cardiovascolare
- Muscoli
- Sangue
- Apparato respiratorio
- Sistema nervoso centrale e periferico
- Organi di senso
- Cute
46Apparato cardiovascolare
- Soglia di fibrillazione ventricolare
- intensità della corrente
- aumenta con laumentare del peso (30 mA nella
cavia 250 mA nel montone) - diminuisce con laumentare della durata del
contatto se la durata scende al di sotto di un
valore critico, la FV insorge solo se limpulso
elettrico cade in un tempuscolo della
ripolarizzazione ventricolare (periodo
vulnerabile di Wiggers e Wegria) della durata di
30 msec. Iscriventesi nella branca discendente
dellonda T. - per la corrente continua è più elevata
- è influenzata dal tipo di contatto e quindi dal
tragitto mano-mano, mano-piede risultano più
pericolosi - - è influenzata dal sistema neurovegetativo le
situazioni ipersimpaticotoniche
47Apparato cardiovascolare
- Blocchi atrio-ventricolari
- intensa stimolazione vagale
- fenomeni di claudicatio A-V
- ad origine asfittica
- Lesioni miocardiche di tipo ischemico
- angiospastica (vasospasmo delle coronarie)
- trombogena
- - effetto Joule diretto sul muscolo cardiaco
- Vasi
- vasospasmo sia per azione diretta sulla
muscolatura liscia dei vasi, sia per stimolazione
del simpatico - azione trombogena per alterazioni delle pareti
vasali - - coagulazione intravasale massiva
48Apparato cardiovascolare
- Alterazioni cardiache
- ipertensione arteriosa (contrazione spasmodica
dei vasi) - turbe del ritmo di tipo ipercinetico (flutter e
fibrillazione atriale, fibrillazione
ventricolare) ed ipocinetico (BAV di vario grado) - sindromi anginose
- - infarto del miocardio
49Morte elettrica
- Morte cardiaca
- Arresto primitivo del cuore, determinato o
dalla paralisi dei centri circolatori bulbari
oppure dalla fibrillazione ventricolare. Secondo
altri AA. secondaria a insufficienza coronarica
acuta.
50Morte elettrica
- Morte respiratoria
- Subentra alla paralisi dei centri respiratori
bulbari o la tetanizzazione dei muscoli
respiratori
51Alterazioni neuro-psichiche
- Patogenesi
- Ischemia o anossia anossica secondaria a paralisi
respiratoria e/o deficit circolatori - Azione diretta sulle cellule nervose con
conseguente disorganizzazione dellattivitÃ
elettrica dei neuroni - - Azione angiospastica a livello dei distretti
circolatori cerebrali
52Alterazioni neuro-psichiche
- Disturbi motori (contratture, crampi, rigiditÃ
muscolare, convulsioni, tremori, tremori,
paralisi) - Disturbi della sensibilità (anestesia,
iperestesia) - Disturbi su base psicogena o neurovegetativa
(paura della corrente)
53Alterazioni neuro-psichiche
- Anche a distanza di tempo dallevento acuto, è
possibile osservare semplice obnubilamento del
sensorio o paralisi transitorie con disturbi
della parola. - E da segnalare che anche in assenza di
sintomatologia è possibile il reperto di
alterazioni elettroencefalografiche, a volte di
tipo epilettico.
54Altre alterazioni
- Apparato uropoietico alterazioni della
funzionalità renale legate alla natura della
lesione (presenza di mioglobina, proteinuria
marcata con ematuria, batteriuria, presenza di
muco-pus) - Apparato visivo (unilaterali)
- quadri precoci opacità corneale, emorragie ed
edema della retina, trombosi della vena centrale. - quadri tardivi sindrome di Behcet
(uveonevrassite), alterazioni della funzionalitÃ
pupillare, turbe dei muscoli extraoculari,
degenerazione del nervo ottico, cataratta - Apparato uditivo la sintomatologia è
rappresentata da deficit uditivo che è di tipo
percettivo, da turbe dellequilibrio e da
vertigini.
55Principi di prevenzione
- Manutenzione periodica delle apparecchiature
elettriche - Non effettuare mai riparazioni se non in possesso
delle caratteristiche di professionalità previste
dalla legislazione vigente - Non utilizzare componenti non conformi alle norme
- Non utilizzare componenti elettrici o macchine
per scopi non previsti dal costruttore - Non utilizzare apparecchiature elettriche in
condizioni di rischio elettrico accresciuto (mni
bagnate, piedi immersi in acqua o in ambienti
umidi - Non lasciare apparecchiature elettriche (cavi,
prolunghe, trapani, ecc.) abbandonate sulle vie
di transito.
56Legislazione sulla prevenzione degli infortuni di
origine elettrica
- D.P.R. 27 Aprile 1955 n. 547 Norme generali per
la prevenzione sugli infortuni sul lavoro - Legge 1 Marzo 1968 n. 186 Disposizione
concernenti la produzione di materiali,
apparecchiature, macchinari, installazioni ed
impianti elettrici ed elettronici - Legge 5 Marzo 1990 n. 46 Norme per la sicurezza
degli impianti
57RADIAZIONI IONIZZANTI
- Determinanti ionizzazione della materia
- Corpuscolate (alfa, beta, neutroni, protoni)
- Elettromagnetiche (raggi X e gamma)
- Esposizione professionale applicazioni
radiodiagnostiche, controllo industriali,
sterilizzazione. - Organi bersaglio tessuti in attiva replicazione
(midollo osseo, cute, intestino tenue, gonadi) e
cristallino (cataratta)
58RADIAZIONI IONIZZANTI
- Clinica
- leucemie e tumori solidi
- Radiodermite
- InfertilitÃ
- Cataratta
- Mutazioni geniche e cromosomiche
59RADIAZIONI NON IONIZZANTI
- n ELF ( Estremely Low Frequency) 30 - 300 Hz
- n RF (Radiofrequenze) e MW (Microonde) 300 MHz -
300 GHz - n UV-A e UV-B (Radiazioni ultraviolette)
- n Radiazioni infrarosse
- nLuce visibile
60Esposizione professionale
- Industria alimentare (forni a microonde,
sterilizzatori, precottura, distruzione di
insetti, e larve nei cereali e nel tabacco ecc.) - Industria elettronica (raffinazione
semiconduttori, fibre ottiche, saldatura) - Industria della carta (essiccamento)
- Industria del legno (incollaggio, stagionatura,
fabbricazione dl legno compensato) - Industria siderurgica (tempera superficiale,
stampaggio a caldo e saldatura) - Industria delle materie plastiche (riscaldamento
delle resine termoindurenti) - Radiotelecomunicazioni
- Applicazioni mediche e di ricerca
61Danni da esposizione a Rx non ionizzanti (effetti
termici)
- Opacità del cristallino. Cataratta
sottocapsulare anteriore o posteriore. - Opacità corneali, congiuntivite, lesioni
retiniche, aumento della pressione endoculare. - Necrosi, atrofia e fibrosi testicolare con
quadri di dispermia. - Alterazioni dellEEG
- Aumento del corticosterone plasmatico, riduzione
del TSH e diminuzione della montata lattea, - Bradicardia e labilità pressoria, alterazione
dellECG (allungamento del tratto P-Q e del
complesso QRS), acrocianosi. - Cefalea, nausea, vertigini, insonnia,
irritabilità , astenia, diminuzione della libido,
riduzione dellattività sessuale, dolori
toracici, malessere generale, disturbi della
memoria, riduzione dei processi di ideazione.
62Danni da esposizione a Rx non ionizzanti (effetti
non termici)
- Sindrome astenica (sintomatologia astenica,
modificazioni vascolari a tendenza vagotonica,
modificazioni EEG, reversibilità ) - Sindrome astenico-vegetativa-vascolare
(dermografismo, iperidrosi, ipertensione
arteriosa, iperreattività vascolare periferica,
reversibilità ) -  Sindrome diencefalica (alterata funzionalitÃ
del SNV simpatico, diffusi fenomeni
angiospastici, ipertensione arteriosa di origine
centrale, crisi simpatico-adrenergiche,
alterazioni dellEEG, andamento talora
irreversibile)
63Esposizione professionale
- Industria alimentare (forni a microonde,
sterilizzatori, precottura, distruzione di
insetti, e larve nei cereali e nel tabacco ecc.) - Industria elettronica (raffinazione
semiconduttori, fibre ottiche, saldatura) - Industria della carta (essiccamento)
- Industria del legno (incollaggio, stagionatura,
fabbricazione dl legno compensato) - Industria siderurgica (tempera superficiale,
stampaggio a caldo e saldatura) - Industria delle materie plastiche (riscaldamento
delle resine termoindurenti) - Radiotelecomunicazioni
- Applicazioni mediche e di ricerca
64Danni da esposizione a Rx non ionizzanti (effetti
termici)
- Opacità del cristallino. Cataratta
sottocapsulare anteriore o posteriore. - Opacità corneali, congiuntivite, lesioni
retiniche, aumento della pressione endoculare. - Necrosi, atrofia e fibrosi testicolare con
quadri di dispermia. - Alterazioni dellEEG
- Aumento del corticosterone plasmatico, riduzione
del TSH e diminuzione della montata lattea, - Bradicardia e labilità pressoria, alterazione
dellECG (allungamento del tratto P-Q e del
complesso QRS), acrocianosi. - Cefalea, nausea, vertigini, insonnia,
irritabilità , astenia, diminuzione della libido,
riduzione dellattività sessuale, dolori
toracici, malessere generale, disturbi della
memoria, riduzione dei processi di ideazione.
65Danni da esposizione a Rx non ionizzanti (effetti
non termici)
- Sindrome astenica (sintomatologia astenica,
modificazioni vascolari a tendenza vagotonica,
modificazioni EEG, reversibilità ) - Sindrome astenico-vegetativa-vascolare
(dermografismo, iperidrosi, ipertensione
arteriosa, iperreattività vascolare periferica,
reversibilità ) -  Sindrome diencefalica (alterata funzionalitÃ
del SNV simpatico, diffusi fenomeni
angiospastici, ipertensione arteriosa di origine
centrale, crisi simpatico-adrenergiche,
alterazioni dellEEG, andamento talora
irreversibile)
66SORVEGLIANZA SANITARIA
- Lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti
- (ai sensi del DPR 185/64, D.L. 230/95, D.L.
241/2000) - Medico autorizzato visita preventiva e periodica
(semestrale per i lavoratori di Gruppo A) - M.A. o M.C. visita preventiva e periodica
(annuale per i lavoratori di Gruppo B) - emocromo con formula, glicemia, azotemia,
creatinina, elettroforesi proteica, transaminasi,
GGT, es. urine, ECG, visita oculistica
(biomicroscopia del cristallino)
67RISCHIO BIOLOGICO IN AMBIENTE SANITARIO
- Epatite B
- Epatite C
- Tubercolosi
- Infezione da HIV
- Antropozoonosi (Brucellosi, Rickettsiosi,
Leishmaniosi ecc.)
68RISCHIO BIOLOGICO
- Trasmissione diretta dallinfetto (cute, mucose,
contatto sessuale) - Trasmissione indiretta (flugge, vomito, feci,
urine, sangue, pus) - Trasmissione tramite vettore (zanzare, zecche,
ecc.) - Fattori favorenti
- Cute lesa
- Immunodeficienze congenite
- Immunodeficienze secondarie (leucemie, linfomi,
terapie antiblastiche, cortisoniche, radianti,
immunosoppressive, insufficienza epatica e renale)
69Epatite B
- Principale rischio infettivo in ambiente
ospedaliero - Virus a DNA di 42 nm
- Riproduzione virale a livello epatocitario
- Risposta immunitaria
- Co-infezione con virus D o delta
70Clinica dellinfezione con HBV
- Tempo di incubazione 6 sett.- 6 mesi
- Epatite acuta febbre, astenia, dispepsia,
ittero, feci ipocromiche, urine ipercromiche)
sindrome influenzale asintomatica. - Epatite acuta fulminante esito infausto
- Guarigione nel 95 dei casi
- Cronicizzazione in Epatite cronica persistente o
in Epatite cronica attiva (cirrosi ed
epatocarcinoma)
71Epidemiologia dellinfezione HBV
- Elevata frequenza in Africa Centrale, Sud-Est
asiatico, bacino amazzonico e Cina (70-90) - Europa Meridionale, Giappone, America latina,
Nordafrica 20-55 - Nordamerica, Australia, Europa Occidentale e
Settentrionale 5 - Italia Meridionale gt Settentrionale
- Personale sanitario 25-50
72Trasmissione dellinfezione HBV
- Trasmissione con sangue e suoi derivati
- Trasmissione con sperma, secrezioni vaginali,
saliva, lacrime, sudore - Trasmissione verticale da madre a feto e da
madre a neonato - Modalità più frequenti puntura con ago infetto,
tagli accidentali
73Prevenzione nellinfezione HBV
- Prevenzione generica per malattie a trasmissione
parenterale - Prevenzione specifica immunizzazione attiva
- Vaccinazione antiepatite
- Vaccino a DNA ricombinante
- Vaccinazione gratuita per personale sanitario
- Schema vaccinale0-1-6 mesi
74Epatite C
- Virus a RNA
- Meccanismo diretto di citotossicitÃ
- Minore potere infettante
- Trasmissione parenterale ( trasfusione di sangue
ed emoderivati) - Epatite acuta frequentemente cronicizzantesi
(50-60) cirrosi epatica e carcinoma epatico
75Tubercolosi (TBC)
- Mycobacterium tubercolosis
- Infezione polmonare o extrapolmonare (reni, cute,
ossa) - Primo contatto complesso primario asintomatico
- Periodo silente
- Formazione di ascessi freddi ad andamento torpido
(polmoni, reni, ossa) colliquantesi in condizioni
di immunosoppressione
76Rischio TBC per il personale sanitario
- Pazienti con tubercolosi polmonare aperta
(ascesso aperto che scarica nellalbero
respiratorio) colpi di tosse, starnuti - Reparti a rischio pneumologia, malattie
infettive, laboratori
77Prevenzione del rischio TBC
- Maschera facciale
- Test tubercolinico Tine test o
intradermoreazione di Mantoux - Se cutinegativi obbligo di vaccinazione (Legge
1088 del 14/12/1970)
78Infezione da HIV
- Retrovirus a RNA
- Clinica deperimento organico, linfoadenopatia,
infezione opportuniste, neuropatie - Categorie a rischio tossicodipendenti,
omosessuali, bisessuali, emofilici - Non esiste né prevenzione specifica, né terapia
- Minore resistenza ed infettività rispetto allHBV
- Numero limitato di infezioni a carico del
personale sanitario inoculazione di sangue
infetto, contaminazione di membrane mucose o
lesioni cutanee
79Note di prevenzione
- Lavaggio delle mani (accurato, frequente,
prolungato) - Uso di guanti
- Camici protettivi
- Maschere, occhiali e coprifaccia protettivi
80RISCHIO CHIMICO
- Farmaci antiblastici
- Anestetici
- Ossido di etilene
- Formaldeide e glutaraldeide
- Dermatiti da contatto
81Ossido di etilene
- Gas incolore, di odore dolciastro, infiammabile,
altamente esplosivo - Tendenza a disperdersi nellambiente
- Utilizzato per la sterilizzazione di materiali e
strumenti che non possono essere trattati con il
calore (endoscopi, raccordi in gomma, tubi di
drenaggio, suturatrici meccaniche)
82Ossido di etilene
- Sterilizzazione in tre fasi
- Esposizione degli strumenti ad elevate
concentrazioni di ossido di etilene - Desorbimento allontanamento del gas che rimane
sul materiale sterilizzato - Impacchettamento degli strumenti in polietilene o
altro materiale
83Effetti biologici dellEtO
- Effetti aspecifici nausea e vomito
- Irritazione su cute e mucose respiratorie
- Effetti sul SNC narcosi, incoordinazione motoria
(dosi massicce) - Effetti sul SNP neuropatia sensitivo-motoria
(rara) - Effetto cancerogeno leucemie, K gastrico e K
pancreas (Gruppo 2A IARC)
84Formaldeide
- Gas incolore, infiammabile, di odore pungente,
molto solubile in acqua ed alcol - Sotto forma di monomero, tende ad aggregarsi in
polimeri paraformaldeide - In soluzione acquosa è definita formalina o
formolo
85Formaldeide
- Usi della formaldeide
- Disinfezione di pavimenti e superfici lavabili
- Disinfezione di ambienti tramite vaporizzazione
di formalina - Disinfezione di strumenti chirurgici e medicali
- Conservazione di campioni biologici
86Formaldeide
- Esposizione professionale
- laboratori di anatomia patologica
- servizi di medicina legale
- produzione di plastiche (resine urea-formaldeide,
melamino-formaldeide) - Esposizione extraprofessionale
- derivante da da processi industriali (combustione
incompleta degli idrocarburi) - mobili e accessori per la casa
87Formaldeide
- Bassa soglia di percezione
- A basse concentrazioni
- Forte irritante
- Occhi bruciore, lacrimazione ed iperemia
congiuntivale - Naso e gola rinorrea, tosse con espettorazione
88Formaldeide
- Ad alte concentrazioni
- broncospasmo
- laringospasmo
- dolore toracico in sede retrosternale
- Edema polmonare acuto
- Polmonite chimica
- Asma da formaldeide
89Formaldeide
- In caso di ingestione
- necrosi dei tessuti del tubo digerente, nefrite
emorragica con insufficienza renale. - In caso di contatto cutaneo
- irritazione e sensibilizzazione allergica
- Sospetto cancerogeno per la IARC
90Formaldeide
- Prevenzione
- preferenza della sterilizzazione termica (vapore
ad alta temperatura) - aerazione adeguata dellambiente
- chiusura immediata dei contenitori di formalina
dopo lutilizzo - utilizzo dei guanti in gomma
91RISCHIO DA MANIPOLAZIONE DI FARMACI
ANTIBLASTICI
92Â Â Â Sono un gruppo eterogeneo di sostanze che
inibiscono la proliferazione delle cellule
tumorali con meccanismi diversi, prevalentemente
genotossici. Sono molecole di sintesi
(chemioterapici), prodotti naturali (antibiotici,
alcaloidi, enzimi) o loro derivati semisintetici
che, interferendo con la sintesi o la funzione di
macromolecole biologicamente rilevanti,
determinano uninibizione della replicazione
cellulare e della crescita neoplastica. Oltre
che per i tessuti neoplastici sono anche lesivi
per alcuni tessuti normali, soprattutto i tessuti
ad alto turnover cellulare, come il midollo osseo
e le mucose del tubo digerente. Agenti
alchilanti Antimetaboliti Alcaloidi
vegetali alcaloidi della vinca,
epipodofillotossine, taxani,
camptotecine Antibiotici antitumoraliÂ
Complessi di coordinazione del platinoÂ
Miscellanei
Farmaci Antineoplastici
93Classi professionali maggiormente esposte al
rischio
- operatori incaricati del ricevimento e dello
stoccaggio - (nelle farmacie e nei luoghi di deposito
delle confezioni di farmaci antineoplastici non
integre) - ? personale medico ed infermieristico (addetti
alla preparazione ed alla somministrazione dei
farmaci) - ? personale addetto alla pulizia dei locali e
degli strumenti adibiti alla preparazione e
somministrazione dei farmaci (cappe, filtri,
piani di lavoro, pavimenti, ecc), dei servizi
igienici e degli effetti letterecci dei pazienti
ai quali tali farmaci vengono somministrati
(lenzuola, materassi, indumenti, ecc.) - personale addetto allo smaltimento del materiale
usato per - la preparazione e somministrazione dei
farmaci antiblastici (fiale, siringhe, camici,
guanti, filtri per cappe, deflussori, ecc).
94Effetti sugli operatori sanitari
Acuti irritazione della cute, occhi e mucose,
arrossamento del volto, alopecia, perdita
di peli, tosse, cefalea, vertigini, stordimenti,
dolori addominali, nausea e vomito, dermatiti
(fino a episodi di necrosi cutanea correlati
allutilizzo delladriamicina), flebiti,
allergie, shock. Â Cronici effetti mutageni,
teratogeni e cancerogeni. Esposizione del
personale sanitario rispetto a quella dei pz in
trattamento è molto diversa ? la dose assorbita
è più modesta sebbene la durata dellesposizione
sia potenzialmente molto più prolungata. Â
95Â
96Â
97Protocollo di esami ematochimici
- Emocromo con formula leucocitaria
- Piastrine
- Elettroliti sierici (Na, K)
- Colesterolemia
- Trigliceridemia
- Azotemia
- Creatininemia
- Transaminasi
- gammaGT
- Fosfatasi alcalina
- LDH
- CPK
- Pches
- Bilirubinemia totale e diretta
- Glicemia
- Proteine totali ed elettroforesi
- Amilasemia, lipasemia
- Striscio periferico
- IL-2 e IL-6
98ICC N dosi manipolate e/o somministrate N
ore di lavorazioneIndice di contatto citostatico
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
99I.C.C.lt 1Rischio casuale ed infrequente3Ris
chio probabilegt 3Rischio intenso e routinario
100DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
- Doppio paio di guanti in latex
- Camici monouso di tipo chirurgico
- Maschere a conchiglia
- Cuffie
- Occhiali dotati di protezione laterale
- Calzari
101GAS ANESTETICI
102Definizione
- si definiscono anestetici quei farmaci che
determinano abolizione dello stato di coscienza e
temporanea inibizione della sensibilitÃ
dolorifica, per il periodo di somministrazione.
103Classificazione degli anestetici per inalazione
- 1) Gassosi
- N2O
- Etilene
- Acetilene
- Ciclopropano
- Sono sostanze che a pressione e a temperatura
ambiente si trovano allo stato gassoso
104Classificazione degli anestetici per inalazione
- 2) Volatili
- Enflurano (o etrano) Isoflurano (o
forano) - Alotano (o fluotano) Etere etilico
- Cloroformio Tricloroetilene
- Metossifluorano Cloruro di etilene
- sono alcuni composti alogenati che, a
pressione e a temperatura ambiente, si
trovano allo stato liquido e vengono poi
vaporizzati in apparecchi termocompensati, ove si
miscelano al momento dellimpiego con una
corrente gassosa proveniente da un impianto
centralizzato
105Miscela di anestesia
- 60 protossido dazoto
- 40 ossigeno
- 4-5 eteri alogenati
106Assorbimento degli anestetici inalatori
- 1) concentrazione dellanestetico nel gas
inspirato - 2) durata della somministrazione
- 3) superficie corporea
- 4) ventilazione polmonare
- 5) gittata cardiaca
- 6) perfusione tissutale
- 7) gradiente di concentrazione tra aria alveolare
e sangue - 8) coefficiente di diffusione dellanestetico
attraverso la membrana alveolo-capillare - 9) solubilità dellanestetico nel sangue e nei
tessuti - 10) clearance metabolica
107PROTOSSIDO DAZOTO
- gas incolore, inodore, insapore
- bassa tossicità acuta, elevata stabilità , non
irritabilità , non infiammabilità - basso coefficiente di ripartizione sangue/gas
- scarsa solubilità nel sangue e nei tessuti
- rapida eliminazione per via urinaria e
respiratoria - trasformazione riduttiva con formazione di
radicali liberi (lt 38 mm di Hg di O2) - trasformazione ossidativa a ossido nitrico e ione
nitrito (alchilnitrosamine e diazoalcani)
108PROTOSSIDO DAZOTO
- Meccanismi patogenetici
- (in corso di esposizione
cronica)
1) formazione di radicali liberi
2) inattivazione della vitamina B12
109PROTOSSIDO DAZOTO
- Organi bersaglio
- Â
- ? SNC - cefalea
- - astenia
- - insonnia o sonnolenza
- - ansia o depressione
- - riduzione delle performance
audio-visive, - motorie, di vigilanza e di memoria (gt100
ppm) - Â
- ? SNP - polineuropatia sensitivo-motoria
- (? sintesi mielinica)
- Â
110PROTOSSIDO DAZOTO
- Organi bersaglio
- ? App. riproduttivo - infertilità maschile
- - aborti
spontanei - Â ? Sist. emopoietico - anemia megaloblastica
- -
leucopenia periferica
111ANESTETICI VOLATILI
- Meccanismo patogenetici degli anestetici
volatili - formazione di fluoro ionico
- formazione di bromo ionico
- meccanismo immunoallergico
- induzione enzimatica
112ANESTETICI VOLATILI
- formazione di fluoro ionico
- blocco della crescita cellulare
- inibizione della sintesi proteica e del DNA
- degradazione dellATP
- inibizione di sistemi enzimatici (enolasi,
creatinchinasi, fosfoglucosidasi) - inibizione a livello renale del riassorbimento di
acqua e soluti (ipotensione)
113ANESTETICI VOLATILI
- formazione di bromo ionico
- sintomi neuropsichici
- ipotiroidismo
- blocco della spermatogenesi (danno sulle cellule
del Sertoli)
114ALOTANO
- Epatite acuta fulminante autoimmune
- Cefalea, anoressia, malessere
- Febbre, ittero, letargia
- Epatomegalia
- Ipertransaminasemia, iperbilirubinemia, riduzione
del tempo di protrombina
115ALOTANO
- metabolismo
metabolismo
- ossidativo
riduttivo -
- Metabolita alchilante
Radicale libero - ?
? - risposta immunotossica
lesione diretta - (mecc. idiosincrasico)
(mecc. intrinseco) - ?
? - EPATITE
EPATOPATIA
- FULMINANTE
SUBAC. E CRONICA
116ENFLUORANO
- - Liquido trasparente, incolore
- - Non infiammabile, non irritante
- - Odore dolciastro
- - Eliminazione 80 per via respiratoria
- 15 per via
urinaria - 5 metabolismo
epatico - - Metaboliti ac. metossidifluoroacetico
- ac. Ossalico
- Fluoruri
- Cloruri
117ISOFLUORANO
- - Eliminazione per via respiratoria
- per via urinaria
-
- - Metaboliti ac. trifluoroacetico
- cloruri, fluoruri
118DESFLUORANO
- derivato dellisofluorano
- basso coefficiente di ripartizione sangue/gas
- metabolismo ossidativo
- acido trifluoroacetico
119SEVOFLUORANO
- alogenato fluorato metiliisopropilico
- trasparente, non infiammabile, non irritante,
stabile - metabolismo (1-4) ossidativo e
glucuronoconiugazione - basso coefficiente di ripartizione
- rapida eliminazione (ac. Trifluoroacetico,
fluorinati)
120ORGANI BERSAGLIO DEGLI ALOGENATI
- Fegato
- Epatite acuta e cirrosi (alotano)
- aumento della ?GT
- aumento delle transaminasi
121ORGANI BERSAGLIO DEGLI ALOGENATI
- Rene
- Alterazione del meccanismo di riassorbimento
tubulare (ipotensione)
122ORGANI BERSAGLIO DEGLI ALOGENATI
- Apparato cardiovascolare
- Aritmie (bradicardia sinusale, ritmo nodale)
- Alterazioni elettrocardiografiche
(allungamento del tratto P-R, del tratto
Q-T)
123INQUINAMENTO AMBIENTALE
124APPARECCHIATURE DI ANESTESIA
- - sistema di rifornimento dei gas
- - sistema di misura dei gas
- - sistema di vaporizzazione
125CONCENTRAZIONE DEI GAS ANESTETICI NEI REPARTI
OPERATORI
- 1) Fattori strutturali
- Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â forma
- Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â cubatura
- Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â sistema di ventilazione
-  2) Modalità di erogazione
-                 - qualità e quantitÃ
degli anestetici - Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â - concentrazione degli
anestetici nei gas - Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â - tecnica di anestesia
impiegata (entità dei flussi gassosi, - - percentuali di
vaporizzazione, adozione di valvole - deviatrici)
- Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â - tipo di apparecchiatura
di erogazione - Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â - caratteristiche
dellapparato di smaltimento - - tipo e durata
dellintervento
126FONTI DI INQUINAMENTO AMBIENTALE
- Â
- Â Imperfetta adesione della maschera facciale
- Â Diffusione dalla gomma delle apparecchiature
- Â Scarsa manutenzione dellimpianto di
condizionamento - Â Estubazione del paziente
- Â Espirio del paziente
- Perdite da tubi, raccordi, flussometri, valvole
127PREVENZIONE
128NORMATIVA DI RIFERIMENTO
- Â Â Â Â DPR 303 del 19/03/1956 Norme generali per
ligiene del lavoro - Art. 20 Difesa dellaria dagli inquinanti
con prodotti nocivi obbligo di predisporre
sistemi di aspirazione. -  Circolare del Ministero della Sanità n 403
- del 14/03/1989
- Esposizione professionale ad anestetici in
sala operatoria . - D.Lgs. 81/2008 art. 221-232
129VALORI LIMITE AMBIENTALI
- Nel III paragrafo della C.M. 403/89 sono
indicati i TLV-TWA raccomandati dallACGIH per
gli anestetici più utilizzati - Alotano 50 ppm pari a 400 mg/mc
- Enflurano 75 ppm pari a 575 mg/mc
- Isoflurano 75 ppm (2 ppm se associato a N2O)
- N2O 50 ppm pari a 91 mg/mc per le
sale operatorie di - nuova costruzione o
ristrutturate - 100 ppm per le sale operatorie
esistenti -
- VALORI LIMITE RACCOMANDATI DAL NIOSH
- N2O 25 ppm
- Alogenati 2 ppm (TLV-C se usati da
soli) - 0,5 ppm (se
associati a N2O)
130MONITORAGGIO AMBIENTALE
- 1) Campionamento in posizione fissa
-
- a) istantanei ambientali o di area
- - flusso di aria 200-300 ml/min
- - fialette con carbone attivo
- - eseguite ad altezza di 1,5 metri
-
-
131MONITORAGGIO AMBIENTALE
- 1) Campionamento in posizione fissa
-
- b) campionamenti in continuo
-
- - analizzatori in continuo
(spettrofotometria allinfrarosso) - - valutazione di dispersioni zonali,
concentrazioni punta e variabilità - intraoperatoria
-
132MONITORAGGIO AMBIENTALE
- 2) Campionamento di tipo personale
- (flusso di captazione 130-150 ml/min)
133Linee di prevenzione ambientale
- Adeguata cubatura delle sale operatorie
- Efficiente impianto di condizionamento
centralizzato, completo di sistema di
ventilazione forzata e di sistema di aspirazione
allesterno - Adeguato numero di ricambi orari daria
- -Â Â 10 (C.M.LL.PP. n 13011 del 22/11/1974 e
norme tecniche UNI 5104) - -Â Â Â 17 per sale chirurgiche, 10 per camere di
induzione (NIOSH) - Sistema di umidificazione e deumidificazione, di
filtraggio e di regolazione del flusso
dariaSistemi di evacuazione dei gas espirati dal
paziente (attivi e passivi) - Controlli periodici dello stato di efficienza
delle macchine (semestrali o più frequenti in
caso di elevato inquinamento)
134Linee di prevenzione ambientale
- Istituzione di protocolli di comportamento per il
personale esposto ad opera dei responsabili delle
unità operative (V paragrafo della C.M. 403/89) - Informazioni sul funzionamento dei sistemi di
ventilazione ed evacuazione, sul tipo di
anestetici utilizzati e sulla loro frequenza
duso - Non impiegare anestetici inalatori prima
dellintubazione orotracheale - Assicurare la massima aderenza della maschera sul
viso - Caricamento dei vaporizzatori allesterno della
sala operatoria - Verificare prima dellinduzione dellanestesia
che siano attivati e ben raccordati i dispositivi
di allontanamento dei gas - Non aprire i flussometri prima dellinduzione
dellanestesia - Utilizzare flussi di gas più bassi possibili
- Ossigenare a lungo il paziente prima
dellestubazione.
135Patologia allergica ed irritativa del personale
ospedaliero
- Prevalenza nel personale ospedaliero tra il 10 ed
il 15,3 - Classificazione
- Dermatite da contatto irritativa
- Dermatite da contatto allergica
- Orticaria da contatto
- Asma professionale
136Dermatite da contatto irritativa
- Affezione cutanea prodotta da agenti chimici,
fisici e biologici, i quali ledono la cute nella
sede di contatto con meccanismo diretto - Elevata frequenza (70-80 delle dermopatie
professionali) - Reazioni cutanee di tipo infiammatorio insorgenti
o entro pochi minuti o a qualche ora dal contatto - Fattori favorenti condizioni cutanee, uso di
detergenti, macerazione, disidratazione
137Fattori causali
- Agenti irritanti forti
- Acido solforico
- Acido cloridrico
- Idrossido di sodio
- Ossido di etilene
- Ipoclorito di sodio
- Ammoniaca
- Agenti irritanti deboli
- Solventi (acetone, etere etilico)
- Saponi
- Disinfettanti (composti di ammonio quaternario)
- Contatto prolungato con acqua
138Lavorazioni a rischio
- Personale ausiliario addetto alle pulizie
- Personale addetto ai servizi
- Sanificazione ambientale
- Disinfezione
- Lavoratori domestici
139Quadri clinici
- Lesioni localizzate alle sole sedi di contatto
(mani) - Lesioni nella stessa fase clinico-evolutiva
- Frequenti sintomi bruciore e dolore (manca il
prurito)
140Quadri clinici
- Dermatite eritemato-vescicolare
- - secchezza e fissurazione della cute
- eritema, vescicolazione, essudazione e formazione
di croste - Dermatite ipercheratosica
- aumento di spessore dello strato corneo
- in sede palmare
141Quadri clinici
- Dermatite eritemato-vescicolo-bollosa
- da irritanti forti
- eritema
- edema
- bolle
- Ulcere da contatto
- - da irritanti primari forti
142Dermatite da contatto allergica
- Insorge con meccanismo allergico di tipo
ritardato, mediato dallimmunità cellulare, in
seguito a contatto con agenti chimici,
chimico-fisici o biologici - Fattori patogenetici
- tipo e struttura chimica dellagente
sensibilizzante - concentrazione della sostanza
- tempo di esposizione, sede, estensione del
contatto - fattori genetici
- condizioni della cute
143Fattori causali
- Metalli contenuti nei detersivi (nichel, cromo)
- Lattice (guanti in gomma)
- Sostanze disinfettanti e detergenti
(sanificazione ambientale) - Farmaci
144Lavorazioni a rischio
Chirurgia Guanti in gomma, sulfamidici, penicilline, antisettici, anestetici locali, metalli
Ortopedia Stessi allergeni, metilmetacrilato monomero
Anestesiologia Propanilide
Medicina Antibiotici, antistaminici, anestetici locali, antisettici
Pneumologia Antitubercolari (streptomicina, isoniazide)
Psichiatria Neurolettici, stimolanti
Oftalmologia Antibiotici, anestetici locali
ORL Guanti in gomma, anestetici locali
Odontostomatologia Anestetici locali, materie plastiche, metalli
145Quadri clinici
- Polimorfismo delle lesioni
- Andamento ciclico
- Sintomo principale prurito
146Quadri clinici
- Fase acuta
- eritema della cute
- edema
- vescicole
- rottura delle vescicole
- Fase subacuta
- croste
- squame
- Fase cronica
- cute ispessita, ipoelastica
- ipercheratosi, fissurazioni e ragadi
147Orticaria da contatto
- Manifestazioni eritemato-pomfoidi con prurito e/o
dolore ad insorgenza rapida di durata variabile - Meccanismi immunologici (orticaria allergica) o
non immunologici - Sostanze causanti Orticaria da contatto
- Polveri
- Acari
- Detersivi con sali di nichel
- Alcol etilico
- Formaldeide
- Ammoniaca
- Farmaci
148Orticaria allergica
- Comparsa dopo ripetuti contatti
- Inreressa solo pochi individui esposti
- Interessamento della cute esposta al contatto
- Successiva propagazione su cute non esposta e su
altri organi ed apparati
149Orticaria non immunologica
- Comparsa al primo contatto
- Circoscritta alla cute sede di contatto
- Lesioni prevalentemente eritematose
- Rapida risoluzione
- Reazione dipendente dalla concentrazione
dellagente, tempo di contatto, sfregamento,
grattamento
150Cenni di diagnosi della patologia allergica e
irritativa
- Anamnesi
- Esame clinico
- Diagnosi differenziale tra DIC e DAC
- Prove allergologiche
- Patch test (serie fisse di allergeni)
- Open test
- Prick test (test intradermico)
- Test interruzione-ripresa
- Dosaggi immunologici (RIA, ELISA, IgE tot