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Documenti e fonti

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Documenti e fonti Gli strumenti dello storico DOCUMENTO FONTE Documento = tutto ci che porta in s traccia dello spirito e della mano umana (K. G. Droysen ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Documenti e fonti


1
Documenti e fonti
  • Gli strumenti dello storico

2
DOCUMENTOFONTE
  • Documento è tutto ciò che porta in sé traccia
    dello spirito e della mano umana (K. G. Droysen)
  • Fonte si definisce solo in rapporto alle
    conoscenze che possiamo attingere dal documento
    documento rispetto al passato, fonte rispetto al
    futuro.

3
LE FONTI
  • FONTI PRIMARIE testimonianze dirette
  • FONTI SECONDARIE testimonianze indirette

4
LE FONTI SCRITTE
  • MANOSCRITTE
  • intenzionali
  • - non intenzionali
  • A STAMPA
  • sempre intenzionali

5
LE FONTI NON SCRITTE
  • OGGETTI
  • arte
  • uso quotidiano
  • TRACCE
  • cultura materiale
  • lingua, tradizioni, ecc.
  • FATTI
  • istituzioni
  • usi e costumi
  • lingua

6
FONTI E BIBLIOGRAFIA
  • FONTI tutto ciò che si riferisce al mio
    problema storico sono lOGGETTO della mia
    ricerca
  • BIBLIOGRAFIA tutto ciò che è stato scritto sul
    mio problema storico o su ciò che lo può
    illuminare sono lo STRUMENTO della mia ricerca

7
LA BIBLIOGRAFIA
  • BIBLIOGRAIA PRIMARIA libri frutto di un lavoro
    di ricerca diretta sui documenti (es. una
    monografia originale su un problema storico
    particolare)
  • BIBLIOGRAFIA SECONDARIA libri scritti lavorando
    su altri libri (es. un manuale o una sintesi
    interpretativa)

8
LE SCIENZE AUSILIARIE DELLA STORIA
  • Filologia ( ricostruzione critica di un testo)
  • Codicologia ( studio dei codici antichi)
  • Paleografia ( studio delle antiche scritture,
    per lo più latine medievali)
  • Diplomatica ( studio formale degli antichi
    diplomi e documenti istituzionali)
  • Grafologia ( studio delle forme di scrittura
    antiche o moderne)
  • Epigrafia ( studio delle antiche epigrafi su
    pietra o marmo)
  • Sfragistica ( studio degli antichi sigilli)
  • Numismatica ( studio delle antiche monete)
  • Araldica ( studio degli antichi emblemi e stemmi)

9
I LUOGHI DI LAVORO DELLO STORICO
  • LARCHIVIO vi si conservano i documenti
  • LA BIBLIOTECA vi si conservano i libri e le
    collezioni di fonti a stampa
  • IL MUSEO vi si conservano fonti iconografiche o
    materiali
  • IL MONDO osservando tutto ciò che è prodotto
    umano

10
LARCHIVIO
  • Larchivio è la fotografia dellistituzione che
    lo ha costituito, la memoria organizzata di
    unistituzione.
  • Lordinamento originario corrisponde sempre a
    criteri pratici (non a criteri conservativi o di
    studio) bisogna sempre entrare nellottica
    dellepoca per comprenderne il senso.

11
LARCHIVIO
  • Larchivio non è mai organizzato per argomenti,
    come può esserlo una biblioteca.
  • E quasi sempre organizzato per funzioni.
  • Es. Corte, Casa reale, Senato, Interni, Esteri,
    Marina, Finanze, Materie religiose, Lettere
    private, ecc.

12
GLI ARCHIVI
  • Archivi pubblici (ma purtroppo non sempre aperti
    al pubblico!) statali, comunali o di enti
    pubblici
  • Archivi privati (spesso confluiti in archivi
    pubblici) archivi di grandi famiglie nobili,
    borghesi o di aziende
  • Archivi notarili o giudiziari
  • Archivi ecclesiastici Diocesani, parrocchiali,
    di enti ecclesiastici

13
ARCHIVI DI STATO
  • Sono gli archivi delle capitali degli antichi
    stati italiani
  • Torino, Milano, Venezia, Parma, Modena, Mantova,
    Bologna, Firenze, Vaticano, Roma, Napoli,
    Palermo, Cagliari
  • Oggi quasi ogni capoluogo di provincia ha un
    archivio di stato.

14
Per studiare letà moderna in Veneto
  • Si debbono utilizzare gli archivi di Stato di
  • Venezia (periodo medievale, 1517-1797)
  • Milano (1805-1814, 1815-1859)
  • Vienna (1815-1866)
  • Oltre agli archivi locali e comunali

15
ARCHIVI COMUNALI
  • Atti delle antiche amministrazioni comunali, dai
    liberi comuni medievali ad oggi.
  • Vi si trovano
  • Referati, Estimi locali, Libri delle mutazioni,
    anagrafi

16
ARCHIVI NOTARILI
  • Raccolgono gli archivi dei singoli notai del
    distretto, solo dopo la cessazione della loro
    attività.
  • Vi si trovano
  • Contratti, doti, testamenti, inventari post
    mortem.
  • Utilissimi per la storia della vita quotidiana.

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ARCHIVI DI ENTI
  • Ospedali
  • Ospizi
  • Orfanotrofi
  • Accademie
  • Università
  • Conservano prevalentemente carte amministrative.

18
ARCHIVI ECCLESIASTICI
  • Diocesani
  • Documenti sullattività dei vescovi, visite
    pastorali, seminari, inquisizione locale, stati
    delle anime
  • Parrocchiali
  • Registri (battesimi, matrimoni, sepolture), stati
    delle anime
  • Enti ecclesiastici
  • Abbazie, monasteri, Confraternite

19
ARCHIVI PRIVATI
  • Famigliari
  • Aristocratici, borghesi e mercanti (più rari),
    intellettuali
  • Aziendali
  • Manifatture, imprese commerciali o industriali
    (solo nel XX secolo si incomincia a tutelarli)

20
Veridicità delle fonti storiche
  • Il problema dei falsi storici

21
PERCHE I FALSI STORICI?
  • Il testimone puo mentire (e spesso mente)
  • Il testimone non riferisce tutto ciò che sa
  • Il testimone riferisce tutto ciò che sa e ciò che
    non sa lo inventa
  • Il testimone riferisce la sua verità
    (interpretata)

22
I FALSI STORICI UNA TIPOLOGIA
  1. falso deliberato e intenzionale
  2. falso onesto
  3. plagio
  4. correzione del presunto errore
  5. rimaneggiamento sornione di un testo
  6. errore involontario
  7. deformazione della realta secondo schemi mentali
  8. le voci
  9. errata attribuzione
  10. nome falso attribuito a testo autentico
  11. testo falso attribuito a un nome noto
  12. testo falso e nome falso

23
Il falso deliberato e intenzionale
  • Il falso depoca
  • Il falso posteriore (la falsa donazione di
    Costantino, svelta da L. Valla)
  • I falsi darte
  • I falsi diari di Hitler

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I falsi depoca medievali
  • Il falso depoca di poco posteriore allepoca
    del documento è un falso giuridico (o politico)
    con la fabbricazione del quale si intendeva
    tutelate la posizione di una persona o di un ente
    (città, monastero) contro qualche altra persona o
    ente, oppure si intendevano legittimare delle
    pretese di dominio territoriale, di godimento di
    beni ecc., che ad un certo punto della sua
    esistenza un comune, un principe, un monastero,
    si sentiva abbastanza forte per avanzare.
  • Diversamente dai falsi moderni, che interessano
    solo per le vicende del falsificatore, i falsi
    depoca medievale (coeve) sono importanti per la
    storia dellepoca e chiariscono molte ragioni
    delle dispute successive.

25
I falsi cassinesi
  • Pietro, diacono nellabbazia di Montecassino, è
    autore di un Regesto del XII secolo dove sono
    raccolti gli atti che riguardano il monastero
    (nellordine le bolle pontificie, i diplomi
    degli imperatori e dei re, dei duchi e dei
    principi, i documenti privati) molti dei quali
    falsi, dettati quasi sempre dal desiderio di
    aumentare la gloria del monastero e di sancire
    con atti ufficiali il suo potere ed i suoi
    privilegi. Fra i falsi documenti vi è, ad esempio
    latto con il quale Tertullio dona al monastero
    dei beni in Sicilia

26
I falsi di Ravenna (secc. XI-XII)
  • Risalgono al periodo della lotta per le
    investiture (1080-1084) si tratta di quattro
    documenti prodotti dal partito dellantipapa
    Clemente III (Guiberto, già arcivescovo di
    Ravenna) allo scopo di contrastare le pretese
    della Curia Romana e sostenere le rivendicazioni
    imperiali.
  • Papa Adriano I, unitamente al clero e al popolo
    di Roma, concede a Carlo Magno il diritto di
    eleggere il papa, la dignità di patrizio romano e
    linvestitura degli arcivescovi e dei vescovi.
  • Papa Leone VIII rinnova a Ottone I imperatore il
    diritto di eleggere il pontefice e di investire
    arcivescovi e vescovi.
  • Papa Leone VIII rinnova ancora a Ottone gli
    stessi diritti.
  • Papa Leone VIII restituisce a Ottone I una serie
    di donazioni fatte da vari signori e re
    anticamente alla Chiesa (tutto lo Stato della
    Chiesa, lItalia meridionale).

27
Il Privilegium maius (1156, ma 1360)
  • Nel 1156 limperatore Federico Barbarossa pareva
    aver concesso ad Enrico II di Babenberg, duca
    dAustria, un privilegio, il Privilegium Minus,
    conosciuto però solo attraverso la cronaca di
    Ottone di Frisinga.
  • Fra il 1369 e il 1370 le cancellerie ducali di
    Rodolfo IV dAsburgo rendevano noto un altro
    privilegio, il cosiddetto Privilegium Maius,
    concesso dal medesimo Barbarossa il 17 settembre
    1156, con il quale si concedevano ai duchi
    dAustria il titolo di Arciduca palatino,
    elevandoli così al di sopra degli altri principi
    elettori, e la più ampia indipendenza
    dallimperatore. Limperatore Carlo IV di
    Lussemburgo (1354-1378) negava validità al
    privilegio che veniva però successivamente
    riconosciuto dallimperatore Federico III
    dAsburgo nel 1453. In realtà si trattava di un
    falso composto fra il 1356 e il 1359, teso a
    sancire con un atto ufficiale le pretese della
    casa dAsburgo nellambito dellimpero.

28
Da cosa si riconosce il falso?
  • Nel documento si parla della marchia a superiori
    parte fluminis Anasi, cioè dellalta Austria,
    che sarebbe stata aggregata nel 1156 al ducato
    dAustria. Ma lalta Austria venne aggregata al
    ducato solamente nel 1254 e il 1254 diviene così
    il termine a quo per la composizione del
    Privilegium.
  • In un altro punto del documento troviamo
    menzionati i principes electores, ma questa
    espressione è ignota ai documenti prima del 1273
    ecco un altro termine a quo.
  • In un altro punto ancora il documento proclama
    che solo al primogenito della casa dAustria
    spetta il dominio, in aperta contraddizione con
    la legge di famiglia del duca Alberto II
    dAsburgo (1355), che stabilisce invece
    luguaglianza di tutti i figli.
  • Un ulteriore confronto con la Bolla doro
    dellimperatore Carlo IV (25 dicembre 1356)
    dimostra che il Privilegium non può essere stato
    redatto se non dopo la Bolla della quale tiene
    conto. Ecco quindi il termine a quo condotto in
    avanti sino al 1356.
  • Per definire il termine ad quem basta constatare
    che in un documento del 18 giugno 1359 Rodolfo IV
    dAsburgo si fa già chiamare Palatinus Archidux
    Austriae, riprendendo il titolo coniato dal
    Privilegium il Privilegium, inoltre, è citato,
    tradotto in tedesco, in un documento 2 settembre
    1359.

29
Il falso onesto
  • latto retrodatato
  • il documento formalmente corretto ma non
    corrispondente al vero

30
Il plagio (non sempre disonesto)
  • Copiare lopera altrui senza dichiarare la fonte
    ( prestito)
  • Frequentissimo fino a metà ottocento (interi
    libri sono collages di citazioni di altri libri)
  • Compito dello storico e del filologo e
    ricostruire le fonti (luniverso delle letture
    di quellautore)

31
La correzione del presunto errore
  • Testi antichi mal compresi o mal intesi e
    corretti dai copisti.
  • Molte correzioni successive creano un testo falso.

32
Interpolazione o rimaneggiamento sornione di un
testo
  • Aggiunta di testi o di parti apocrife allinterno
    di testi originali (per attribuire ai grandi del
    passato idee contemporanee)
  • Manipolazioni, tipiche delle edizioni
    ottocentesche (censure, correzioni, sunti,
    integrazioni) ad opera dei curatori
  • (es. gli insulti e le parolacce censurate nelle
    prime edizioni delle lettere di Massimo
    dAzeglio)

33
Le false correzioni shakespeariane e la doppia
frode di Collier e Madden
  • John Payne Collier è un intellettuale di umili
    origini che inizia la sua carriera come
    giornalista e critico teatrale agli inizi del XIX
    secolo diviene quindi unautorità sulla storia
    delle origini del teatro inglese vive infine gli
    ultimi anni della sua vita in completa disgrazia,
    dopo che alcuni dei suoi rivali avevano lo
    avevano smascherato come falsario, rivelando che
    gran parte dei documenti citati nelle sue opere
    erano inventati. I
  • l suo falso più celebre è l in-folio di
    Shakespeare commentato dal cosiddetto Vecchio
    correttore, ossia un commentatore cinquecentesco
    le cui correzioni al testo shakespeariano furono
    ritenute autentiche da Collier ed inserite nelle
    sue pubblicazioni.
  • Gli avversari di Collier dimostrarono che il
    Vecchio correttore era un testo che presentava
    pochi commenti e correzioni depoca, cui Collier
    aveva aggiunto moltissima note di suo pugno
    (prima a matita, poi a inchiostro), imitando
    quasi alla perfezione la grafia antica.

34
..ossia di come il falsario finì falsato
  • Collier ammise di aver falsificato, in passato,
    alcuni testi, ma negò di essere lautore delle
    correzioni e si difese invano accusando altri di
    aver ingannato la sua buona fede.
  • In realtà è assai probabile che in questo caso
    Collier fosse innocente e che il palinsesto del
    Vecchio correttore sia stato confezionato per
    distruggere la reputazione di Collier da uno dei
    suoi principali nemici lillustre bibliotecario
    ed erudito sir Frederick Madden, conservatore
    della sezione manoscritti del British Museum.
    Madden odiava Coller per vari motivi e lo
    disprezzava inoltre aveva libero accesso al
    manoscritto da lui conservato la sua
    preparazione in campo paleografico era nota (e la
    sua grafia più simile a quella del Vecchio
    correttore rispetto a quella di Collier).

35
Lerrore involontario (frequentissimo)
  • Tipico per i dati anagrafici
  • errore di data (6/7/37 per 6/7/57)
  • errore di nome (es. Romagnoli o Carmagnani per
    Romagnani
  • errore di luogo (Trino (VC) per Torino)
  • errore di grafia (es. Giampaolo, Gianpaolo per
    Gian Paolo)

36
La deformazione della realtà secondo i propri
schemi mentali
  • I sogni, le apparizioni
  • Gli animali mitici (es. le sirene, i ciclopi)
  • le voci danno forma alle nostre paure
  • (M. Bloch, La guerra e le false notizie )

37
Lerrata attribuzione
  • Galleria Nazionale di Dresda
  • il ritratto di Ludovico il Moro a lungo
    attribuito a Leonardo da Vinci,
  • poi rivelatosi
  • (in seguito al ritrovamento dello schizzo
    autografo nel 1846)
  • il ritratto dellorafo Morett di Basilea di Hans
    Holbein

38
La falsa attribuzione
  • Operata da altri
  • Voluta dallautore
  • per coprirsi dietro un nome autorevole
  • per coprirsi dietro a un defunto

39
Erasmo da Rotterdam e lo pseudo Cipriano
  • Anche un intellettuale irreprensibile come Erasmo
    da Rotterdam è autore di un clamoroso falso,
    fabbricato per meglio sostenere le proprie tesi.
  • Nel 1530 Erasmo pubblicò la quarta edizione delle
    opere di san Cipriano, cui era stata inclusa,
    allultimo momento, un ulteriore trattato fino
    ad allora sconosciuto De duplice martyrio. Il
    trattato elogiava le virtù dei martiri intesi nel
    senso tradizionale del termine, coloro che erano
    morti per essere stati testimoni di verità esso
    però proseguiva elogiando anche altre forme di
    vita cristiana equivalenti, per merito, al
    martirio quella di quanti erano pronti a morire,
    ma non erano chiamati a farlo quello della
    vergine che lotta per non cadere in peccato
  • Ersamo aveva sempre disprezzato il genere di
    cristianesimo di chi equiparava la sofferenza
    alla virtù, preferendo di gran lunga limmagine
    di Cristo uomo che spera di evitare la morte nel
    Getsemani. Il testo di san Cipriano rispecchiava
    alcuni elementi chiave del pensiero di Erasmo, in
    quegli anni in polemica sia con lortodossia
    cattolica, sia con Lutero. Il testo è inoltre
    scritto un una splendido latino, ma appesantito
    da citazioni bibliche e patristiche, poco
    consuete in autori antichi. Questi elementi ed
    altri vezzi letterari rendono lopera
    riconoscibile come farina del sacco del grande
    umanista fiammingo. Con quel falso egli cercava
    di dimostrare lassenso della chiesa delle
    origini alla propria visione della teologia.

40
C. M. Pfaff, Scipione Maffei e i falsi frammenti
di santIreneo
  • Il tologo tedesco Cehristoph Matthäus Pfaff,
    dellUniversità di Tubinga, allinizio dl
    Settecento sostenne di aver scoperto nella
    biblioteca ducale di Torino quattro frammenti
    attribuibili a santIreneo dai quali venivano
    confermate le tesi pietiste secondo cui il fulcro
    del cristianesimo era costituito dal semplice
    verbo di Cristo, mentre le dispute dogmatiche non
    sarebbero state che il frutto di malintesi.
  • Poco tempo dopo lerudito veronese Scipione
    Maffei, trattenutosi per ragioni di studio a
    Torino, dimostrò linesistenza, nella biblioteca,
    dei frammenti di santIreneo, accusando Pfaff di
    falsificazione, sebbene il teologo tedesco
    difendesse ad oltranza la sua scoperta
    attribuendo la scomparsa ad un incendio.

41
La falsa data
  • Luogo di edizione falso o immaginario (es.
    Cosmopoli)
  • Artificio frequentissimo fra XVI e XVIII secolo
    per evitare ritorsioni contro gli autori e gli
    stampatori di testi proibiti

42
Il nome falso attribuito a testo autentico
  • il Piano di spartizione della Polonia di Pietro
    il Grande (1710)
  • Il Testamento politico di Richelieu, edito nel
    1688, subito contestato, denunciato come falso da
    Voltaire tra il 1737 e il 1749, riabilitato da G.
    Hanotaux nel 1880 in base a nuovi documenti. Ora
    considerato autentico nella sostanza, ma non
    redatto da Richelieu, bensì assemblato dai suoi
    collaboratori, dopo la morte del cardinale, sulla
    base di appunti e lettere autentiche.

43
Il testo falso attribuito a un nome noto
  • La donazione di Costantino a papa Stefano
  • False edizioni si pubblicano documenti falsi
    (per lo più lettere o memorie) dei quali non
    esiste loriginale (es. le false lettere di
    Maria Antonietta edite da P. Vogt di Hunholstein
    nel 1864) tipica impostura erudita originata
    dalla vanità dellautore o da un disegno politico
    sotteso (es. le false lettere di vari
    intellettuali europei a Gregorio Leti, Amsterdam
    1700, opera dello stesso Leti)

44
Il testo falso attribuito a un nome noto
  • LHypomnesticon di santAgostino
  • LHypomnesticon, attribuito a santAgostino,
    divenne nel IX secolo oggetto di unaspra
    controversia.
  • Icmaro di Reims giudicò lopera autentica.
  • Prudenzio di Troyes la ritenne invece
    inattendibile, perché divergente per stile e
    contenuto dallopera agostiniana e perché non
    compariva nel Commentario redatto dallo stesso
    Agostino sulla propria opera, né veniva mai
    citato da altri autori coevi.
  • Un altro teologo dimostrò quanto fosse facile
    attribuire ad Agostino un libro che sosteneva
    argomenti a lui cari, attingendo alle sue opere e
    presentandosi come un compendio del suo pensiero,
    ma segnalò limpiego i stilemi non agostiniani,
    oltre alla citazione della Bibbia nella versione
    di san Girolamo, impensabile in Agostino.

45
Il testo falso attribuito a nome falso
  • Mcpherson e il falso Ossian
  • Nel XVIII secolo Thomas Chatterton e James
    Mcpherson ricorsero ai mezzi tradizionali
    (utilizzo di caratteri e grafia arcaica) per
    suffragare la loro affermazione di aver
    trascritto un poema epico da manoscritti
    originali e inaccessibili e da una lingua
    sconosciuta. In tal modo, con i Canti di Ossian,
    essi reinventarono una tradizione medievale e
    gotica che ebbe uno straordinario successo non
    solo in Inghilterra.

46
Thomas Chatterton e il medioevo ricostruito
  • Contempoaneo di Mcpherson e suo collaboratore in
    diverse occasioni, Thomas Chatterton (1752-1770)
    è una delle più interessanti figure di falsari
    del Settecento britannco. Nel corso della sua
    brevissima vita (morì suicida a soli
    diciottanni) produsse una quantità incredibile
    di documenti, poemi, trattati, cronache che egli
    pretendeva di ascrivere alla Bristol
    tardomedievale.
  • Lamore per la sua città e la passione per il
    medioevo fecero di lui un fabbricatore indefesso
    di falsi storici, quasi sempre abbastanza ben
    collocati nel loro ambiente. Chatterton si
    inventò di sana pianta unintera città con le sue
    enormi porte, limponente cinta muraria, le
    sontuose cattedrali, dando a ciascuna di queste
    strutture una precisa connotazione fisica
    mediante una serie di bozzetti (di suo pungo) e
    accompagnandone la storia con appropriati
    documenti (di sua produzione) a suo dire tratti
    dallarchivio di unantica chiesa abbandonata.

47
Il falso poema medievale del monaco Thomas Rowley
  • Il poema che lo rese celebre, pubblicato sotto il
    nome di Thomas Rowley, preteso monaco del
    Quattrocento, è una caso di imitazione quasi
    perfetta del linguaggio, dellortografia, dei
    caratteri dellinglese tardomedievale. Parte dei
    documenti furono addirittura scritti su pergamena
    ed invecchiati con bagni d thè.
  • Non è un caso che leditore delle sue opere
    postume (E. Tyrwhitt, 1777) abbia inserito nel
    volume anche la riproduzione del testo di una
    lirica medievale di Rowley-Chatterton così
    abilmente contraffatta nei caratteri e negli
    stemmi da apparire un vero reperto archeologico.
  • Lopera di Chatterton è sicuramente da collegare
    con il rigoglioso sviluppo degli studi di storia
    medievale nellInghilterra di metà Settecento,
    studi che abbracciavano ora anche la storia della
    vita quotidiana e non più solamante la storia di
    pricipi e sovrani. La stessa maggio raffinatezza
    dei falsi di Chatterton è conseguenza della
    maggior raffinatezza delle critica storica.

48
Come si inventa una religione
  • Il topos dellimprovviso e fortuito ritrovamento
    di un manoscritto dimenticato e rivelatore è
    anche alla base di una religione del nostro
    tempo, abbastanza diffusa negli Stati Uniti la
    Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi
    giorni, più nota come Chiesa Mormone, fondata
    nel 1830 dal profeta americano Joseph Smith
    (1805-1838), un semplice pioniere, sulla base di
    alcune visioni e del ritrovamento del Libro di
    Mormon, un antico testo profetico, inciso in
    caratteri sconosciuti (lalfabeto del deserto) su
    di una cinquantina di sottili tavolette dorate,
    rimasto sepolto per 1400 anni.
  • Due professori di New York Charles Anthon e
    Samuel I. Mitchell ai quali fu sottoposta una
    trascizione del testo interpretarono i caratteri
    con i quali esso era inciso come una variante del
    fenicio, con aggiunti caratteri geroglifici sul
    modello egizio. Ma nessuno era in grado di
    leggerlo e tradurlo. Fu così che il profeta
    Smith si accinse da solo alla traduzione,
    ispirato direttaente da Dio. Trascritto in
    inglese il testo si componeva di quasi 500 pagine
    dalle quale emergeva un nuovoo libro della Legge
    ed un appello divino a rifondare la Chiesa di
    Cristo. La Chiesa Cristiana, corrotta e divisa in
    Europa, sarebbe dunque rinata nel Nuovo Mondo per
    poi riprendere lopera di evangelizzazione
    mssionaria in Europa e in America..

49
La scoperta dellantico Libro di Mormon e
lorgine della Chiesa Mormone
  • Questo il contenuto del Libro di Mormon
  • Circa seicento anni prima di Cristo alcuni ebrei,
    avvertiti dellimminente distruzione di
    Gerusalemme, si rifugiarono sul continente
    americano, attraversando lOceano con una
    barchetta. Qui svilupparono una civiltà
    dividendosi presto in due gruoppi i Nephiti, di
    pelle bianca, pacifici e fedeli alle Sacre
    Scritture ebraiche, ed i Lamaniti, di pelle
    scura, ribelli, bellicosi e maledetti da Dio. I
    due popoli erano sovente in guerra fra loro.
    Quattrocento anni dopo il loro arrivo in America
    i Nephiti scoprirono i resti di un antico popolo,
    anchesso di origine ebraica, sfuggito alla
    distruzione di Babele e rifugiato come loro in
    America. I Nephiti credevano fermamente in un
    Messia che sarebbe venuto a Gerusalemme ed i loro
    profeti avevano stabilito anche la data precisa
    della sua veuta e della sua morte. Al momento
    della Crocifissione un cataclisma distrusse gran
    parte delle città dei Nephiti, ma al momento
    della Resurrezione Cristo comparve ai superstiti,
    in terra americana, annunciando loro la sua
    parola e scegliendo fra loro dodici discepoli che
    avrebbero ristabilito la sua Chiesa sulla terra.
    Iniziò così unera di prosperità e di pace fra i
    Nephiti che durò duecento anni. Ai duecento anni
    di pace segurono duecento anni di terribili
    guerre, scatenate dai Lamaniti, che distrussero
    la civiltà dei Nephiti e li dispersero. Poco
    prima della distruzione il generale e profeta
    nephita Mormon dettò gli annali del suo popolo
    che furono conservati da suo figlio Moroni fino
    allanno 420 d.C., quando furono nascosti in un
    luogo segreto, per essere ritrovati 400 anni dopo
    da Joseph Smith.
  • Pubblicata nel 1830, la traduzione del Libro di
    Mormon ebbe una rapida diffusione fra i pionieri
    americani e divenne la regola della nuova Chiesa
    fondata da Smith, successivamente costituitasi in
    comunità nel libero Stato dello Utah, sul
    territorio bonificato del Grande Lago Salato.
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