Presentazione di PowerPoint - PowerPoint PPT Presentation

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Presentazione di PowerPoint

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Title: Presentazione di PowerPoint


1
Storia del teatro dai modelli greci e latini
alla sperimentazione contemporanea
2
Introduzione
Il teatro ha origini antichissime è una delle
prime manifestazioni culturali delluomo Nelle
prime civiltà, infatti, il teatro è legato a
questi due termini rito e mito Tutti i popoli
dellantichità celebravano feste e riti
accompagnandoli spesso con canti, danze e parti
recitate.
3
Le origini del teatro greco classico
In Occidente la storia del teatro parte dalla
Grecia, la culla della nostra civiltà, e in
particolar modo nella città di Atene. Lorigine
probabilmente è legata ad alcune cerimonie che si
svolgevano, fin dal VII secolo a.C., in onore di
Dioniso, dio della natura e della fertilità della
terra. Durante questi riti i partecipanti
danzavano, cantavano e recitavano in coro
ricoperti con pelli di capra ed erano detti,
perciò, tragoi, che significa capri.
Maschera di Dioniso conservata al museo del
Louvre a Parigi
4
Dal rito alla rappresentazione
Il termine tragedia (canto del capro) deriva,
quindi, dai canti rituali (chiamati ditirambi)
che venivano intonati durante le processioni in
onore del dio Dioniso. In principio i
partecipanti al rito erano riuniti in un gruppo,
o meglio in un coro, che agiva contemporaneamente.
Poi i ruoli hanno cominciato ad essere ben
definiti, per cui il rito è diventato
gradualmente una rappresentazione, cioè non più
qualcosa cui si partecipa agendo in prima
persona, ma qualcosa cui si partecipava
osservando. Alcuni individui si sono distaccati
dal gruppo per assumere dei ruoli più precisi e
diventare attori, altri hanno continuato a
partecipare da spettatori.
5
La funzione del Coro
Dioniso attorniato dai satiri
La funzione del gruppo era così importante che in
seguito il coro è rimasto quasi come fosse un
solo personaggio. Esso era costituito da un
gruppo di attori, spesso guidati da un capo, il
corifeo. Il coro rappresentava un vero e proprio
personaggio a più voci che dialogava con i
protagonisti, esprimeva commenti e riflessioni,
raccontava al pubblico alcuni fatti. Il coro,
insomma, era la voce dellautore.
6
I primi autori
La tradizione attribuisce la rappresentazione
teatrale più antica al poeta greco Tespi, il
quale avrebbe composto nel 534 a.C. il primo
dialogo tra un attore e un coro. Secondo il
poeta latino Orazio, Tespi si spostava da una
città allaltra dellAttica con un carro sul
quale innalzava un palco due attori con i visi
dipinti cantavano dei cori di argomento storico.
Dopo qualche tempo vi aggiunse un terzo attore,
il quale separatamente dai cori recitava dei
versi. Dopo Tespi, seguirono altri autori come
Frinico, Cherilo e Pratina.
7
Le forme del teatro greco tragedia e commedia
Il teatro di Epidauro
Nel teatro greco si rappresentavano due forme di
spettacolo la tragedia, considerata la forma
artistica più elevata, e la commedia, che
presentava fatti della vita quotidiana con
personaggi popolari e si concludeva quasi sempre
con un lieto fine.
8
Il teatro ad Atene/1
Gli spettacoli erano organizzati dallo Stato come
veri riti religiosi e si svolgevano durante le
feste Dionisie (dedicate al dio Dioniso)
allinizio della primavera. Lo Stato affidava la
messinscena delle tragedie a cittadini ricchi che
provvedevano a pagare gli autori, gli attori, i
musicisti e i danzatori. La tragedia antica non
era solo uno spettacolo, come lo intendiamo oggi,
ma piuttosto un rito collettivo della pòlis. Si
svolgeva durante un periodo sacro, in uno spazio
consacrato (al centro del teatro sorgeva laltare
del dio).
Il teatro di Doniso ad Atene (illustrazione del
1891).
9
Il teatro ad Atene/2
  • Le feste durante le quali avvenivano ad Atene le
    rappresentazioni teatrali, dunque, erano
  • Le Lenee, feste popolari che si tenevano in
    inverno, caratterizzate dalla rappresentazione di
    commedie e a volte di tragedie.
  • Le Dionisie, che si dividevano in Grandi Dionisie
    e Dionisie rurali. Le prime erano le feste più
    importanti, celebrate allinizio della primavera,
    in cui venivano messe in scena sia tragedie sia
    commedie, e a cui potevano assistere i cittadini
    di tutte le città della Grecia (ad eccezione, si
    può supporre, delle città nemiche di Atene). Le
    Dionisie rurali erano invece feste di minore
    importanza, organizzate durante linverno nei
    paesi attorno ad Atene, aperte solo ai cittadini
    ateniesi e nelle quali venivano rappresentate
    solo commedie.

10
La funzione e le forme del teatro ad Atene/ 1
Il teatro assunse la funzione di cassa di
risonanza per le idee, i problemi e la vita
politica e culturale dellAtene democratica la
tragedia parla di un passato mitico, ma il mito
diventa immediatamente metafora dei problemi
profondi della società ateniese. Durante le
Dionisie si svolgeva un agone tragico, cioè una
gara tra tre poeti, scelti dallarconte eponimo
(uno dei magistrati più importanti ad Atene),
ognuno dei quali doveva presentare una tetralogia
composta di tre tragedie e un dramma satiresco.
Spesso lautore era anche attore, componeva le
musiche e dirigeva le danze.
11
La funzione e le forme del teatro ad Atene/ 2
Le rappresentazioni tragiche duravano tre giorni,
mentre il quarto giorno era dedicato alla messa
in scena di tre commedie. Alla fine dei tre
giorni di gara si attribuiva un premio al miglior
coro, al miglior attore e al miglior
poeta. Tutti erano invitati a partecipare
lingresso era gratuito e ai cittadini più poveri
era offerto un contributo, in sostituzione della
paga giornaliera persa per assistere alla
rappresentazione. Il pubblico, che assisteva per
tutto il giorno alle rappresentazioni, si portava
da casa cibo e bevande e manifestava vivacemente
il suo giudizio fischiando o battendo mani e
piedi.
12
La tragedia
La tragedia metteva in scena eventi importanti e
drammatici, i cui protagonisti erano figure di
altro rango eroi, principi, re. Le vicende
rappresentate spesso si concludevano in modo
violento, con la morte del protagonista e di
altri personaggi, e avevano lo scopo di suscitare
sentimenti di pietà e terrore negli
spettatori. Assistendo alle conseguenze dei
comportamenti negativi dei personaggi, gli
spettatori riflettevano sui misteri
dellesistenza e cercavano di sfogare le passioni
umane per raggiungere una più alta serenità. La
tragedia si diffuse col diffondersi delle grandi
feste in onore del dio Dioniso e inizialmente si
svolgevano in uno spazio nei pressi del tempio a
lui dedicato.
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Letimologia di tragedia
Per quanto riguarda letimologia della parola
trago(i)día si distinguono in essa le radici di
capro (trágos) e cantare (á(i)dô), sarebbe
quindi il canto del capro, forse in riferimento
al premio che in origine era consegnato al
vincitore dellagone tragico (per lappunto, un
capretto), o al sacrificio di questo animale,
sacro a Dioniso, che spesso accompagnava le feste
in onore del dio. Una teoria più recente fa
derivare tragedia dal vocabolo raro traghìzein,
che significa cambiare voce, assumere una voce
belante come i capretti, in riferimento agli
attori. Una terza ipotesi suggerisce che
tragoidía significhi più semplicemente canto dei
capri, dai personaggi satireschi che componevano
il coro delle prime azioni sacre dionisiache.
14
La tragedia greca classica
La tragedia fiorì in Grecia tra il VI e il V
secolo a.C. I più importanti e riconosciuti
autori di tragedie furono Eschilo, Sofocle ed
Euripide, che in diversi momenti storici,
affrontarono i temi più sentiti della loro
epoca. La tragedia greca inizia generalmente con
un prologo (da prò e logos, discorso
preliminare), che ha la funzione di introdurre il
dramma segue la parodo (pàrodos) che consiste
nellentrata in scena del coro attraverso dei
corridoi laterali, le pàrodoi lazione scenica
vera e propria si dispiega quindi attraverso tre
o più episodi (epeisòdia), intervallati dagli
stasimi, degli intermezzi in cui il coro
commenta, illustra o analizza la situazione che
si sta sviluppando sulla scena la tragedia si
conclude con lesodo (èxodos).
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Gli autori tragici
Molte opere sono andate perdute o sono giunte
fino a noi solo in frammenti. I tre più grandi
autori greci di tragedie appartengono al V secolo
a.C., quando la città di Atene visse il suo
momento di maggiore splendore letà di
Pericle. Eschilo (545 456 a.C.), Sofocle (496
406 a.C.) ed Euripide (485 406 a.C.)
rappresentano nella storia del teatro antico
modelli difficilmente ripetibili e le loro
tragedie ancora oggi vengono messe in scena nei
teatri di tutto il mondo.
Eschilo
Euripide
16
Eschilo
Eschilo (525 a.C. 456 a.C.) viene unanimemente
considerato liniziatore della tragedia greca
nella sua forma matura ed è il primo dei poeti
tragici dellantica Grecia di cui ci siano
pervenute opere per intero. Regista, oltre che
poeta, a lui viene attribuita lintroduzione di
maschera e coturni, inoltre è con lui che prende
lavvio la trilogia, o trilogia legata.
Introducendo un secondo attore, rese possibile
la drammatizzazione di un conflitto. Da questo
momento fu infatti possibile esprimere la
narrazione tramite dialoghi, oltre che
monologhi. Nonostante i personaggi di Eschilo
non siano sempre unicamente eroi, quasi tutti
hanno caratteristiche superiori allumano e sono
assolutamente fedeli alla divinità.
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Le tragedie di Eschilo
  • Eschilo scrisse probabilmente una novantina di
    opere, ma di queste ne sono giunte ai giorni
    nostri solo sette
  • I Persiani (rappresentata nel 472 a.C.)
  • Sette contro Tebe (rappresentata nel 467 a.C.)
  • Supplici (rappresentata nel 463 a.C.)
  • Prometeo incatenato (rappresentata tra il 470 e
    il 460 a.C.).
  • Orestea - trilogia (rappresentata nel 458 a.C.),
    costituita da
  • Agamennone
  • Coefore
  • Eumenidi

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Sofocle
  • Sofocle (496 a.C. 406 a.C.) introdusse alcune
    innovazioni che riguardarono molti aspetti della
    rappresentazione tragica
  • fece utilizzare i calzari bianchi e i bastoni
    ricurvi,
  • abolì lobbligo della trilogia legata,
  • introdusse un terzo attore, che permetteva alla
    tragedia di moltiplicare il numero dei personaggi
    possibili,
  • aumentò a quindici il numero dei coreuti,
  • ruppe lobbligo della trilogia, rendendo
    possibile la rappresentazione di drammi autonomi,
  • introdusse luso di scenografie,
  • ridusse il ruolo del coro, che si defila
    dallazione, partecipa sempre meno attivamente e
    diventa piuttosto spettatore e commentatore dei
    fatti,
  • introdusse il monologo, che permetteva allattore
    di mostrare la sua abilità e al personaggio di
    esprimere compiutamente i propri pensieri.

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Le tragedie di Sofocle
  • Sofocle scrisse, secondo la tradizione, ben
    centoventitré tragedie, di cui ne restano solo
    sette
  • Antigone (442 a.C.)
  • Aiace (intorno al 445 a.C.)
  • Trachinie (data incerta)
  • Edipo Re (circa 430 a.C.)
  • Elettra (data incerta)
  • Filotette (409 a.C.)
  • Edipo a Colono (406 a.C., ma rappresentata
    postuma nel 401 a.C.).
  • Infine possediamo circa la metà di un dramma
    satiresco
  • I cercatori di tracce (data incerta).

Sofocle
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Euripide
Le caratteristiche delle tragedie di Euripide
(480 a.C. 406 a.C.) sono la ricerca di
sperimentazione tecnica e la maggiore attenzione
che egli pone nella descrizione dei sentimenti,
di cui analizza levoluzione che segue il mutare
degli eventi narrati. La novità assoluta del
teatro euripideo è rappresentata dal realismo con
il quale il drammaturgo tratteggia le dinamiche
psicologiche dei suoi personaggi. Leroe
descritto nelle sue tragedie non è più il
risoluto protagonista dei drammi di Eschilo e
Sofocle, ma una persona problematica ed insicura,
non priva di conflitti interiori. Le
protagoniste femminili dei drammi sono le nuove
figure tragiche di Euripide, il quale ne
tratteggia sapientemente la tormentata
sensibilità e le pulsioni irrazionali che si
scontrano con il mondo della ragione.
21
Le tragedie di Euripide
Di Euripide si conoscono novantadue drammi
sopravvivono diciotto tragedie e un dramma
satiresco.
Alcesti (438 a.C.) Medea (431 a.C.) Gli
Eraclidi (forse 430 a.C. circa) Ippolito ( 428
a.C.) Troiane ( 415 a.C.) Andromaca (forse 423
a.C. circa) Ecuba ( 423 a.C.) Supplici ( 414
a.C.) Ifigenia in Tauride (forse 414 a.C. o 411
a.C. o 409 a.C.)
Elettra (forse 413 a.C.) Elena ( 412
a.C.) Eracle (data incerta) Fenicie (410 a.C.
circa) Ifigenia in Aulide (410 a.C.) Ione
(forse 410 a.C.) Oreste (408 a.C.) Le Baccanti
(406 a.C.) Ciclope (data incerta, dramma
satiresco) Reso (data incerta, probabilmente
apocrifo).
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Il dramma satiresco
Il dramma satiresco era una delle forme, insieme
alla tragedia e alla commedia, in cui si
articolava il teatro greco classico e si
caratterizzava per una struttura abbastanza
semplice in cui il coro era costituto da elementi
travestiti da satiri caprini che si muovevano
sulla scena alternando momenti di recitazione
teatrale a momenti di vivace danza chiamata
sìkinnis. Le storie erano di tipo comico, a
volte addirittura parodie di episodi mitologici,
che presentavano i satiri nelle situazioni più
disparate. A noi è pervenuto un solo dramma
satiresco integro, ossia il Ciclope di Euripide,
ma anche parte di due drammi satireschi di
Eschilo (i Pescatori con la rete e gli Spettatori
o atleti ai giochi istmici) e di uno di Sofocle
(I cercatori di tracce), oltre a vari frammenti.
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La commedia
Una commedia è un componimento teatrale dalle
tematiche leggere o atto a suscitare il riso,
perlopiù a lieto fine. La commedia, nella sua
forma scritta, ha origine in Grecia nel VI secolo
a.C. e assunse una struttura autonoma durante le
feste dionisiache. La prima gara teatrale fra
autori comici si svolse ad Atene nel 486 a.C. In
altre città si erano sviluppate forme di
spettacolo burlesche come le farse di Megara,
composte di danze e scherzi, e simili spettacoli
si svolgevano alla corte del tiranno Gerone in
Sicilia, di cui non ci sono pervenuti i
testi. Secondo Aristotele, che nella Poetica
attribuisce ai siciliani Formide ed Epicarmo i
primi testi teatrali comici, la commedia
siracusana precedette quella attica. Di Epicarmo
ci restano pochi frammenti di unopera comica
(mimo).
24
Letimologia di commedia
La parola greca comodìa, composta di kòmos
(corteo festivo) e odè (canto), indica come
questa forma di drammaturgia sia lo sviluppo in
una forma compiuta delle antiche feste
propiziatorie in onore delle divinità elleniche,
con probabile riferimento ai culti dionisiaci. A
differenza della tragedia greca, che iniziò il
suo declino negli anni immediatamente successivi
alla morte di Euripide, il genere comico continuò
successivamente a mantenere per molto tempo la
propria vitalità, sopravvivendo fino alla metà
del III secolo a.C., adattandosi ai cambiamenti
politici, culturali e sociali.
Aristofane, il più grande commediografo antico
greco
25
Periodi della commedia greca
  • I commentatori antichi distinsero tre fasi della
    commedia greca
  • commedia antica (archàia), nel periodo che va
    dalle origini fino al IV secolo a.C.
  • commedia di mezzo, fino allinizio dellEllenismo
    (323 a.C.)
  • commedia nuova, che coincide con letà
    ellenistica.
  • Dopo questultima fase il genere comico non
    scomparve, ma si trasferì a Roma, allinterno
    della cultura latina, con i commediografi latini
    di palliatae, cioè commedie latine di argomento
    greco.

26
La commedia antica
  • Con lespressione commedia antica sintende la
    prima fase della commedia attica che va dalle
    origini fino al IV sec. a.C. e ha come massimo
    esponente Aristofane.
  • La commedia nasce cinquantanni dopo la tragedia,
    ma si afferma solo quando essa è già decaduta. Si
    divide in 5 parti
  • Prologo, recitato da una divinità che spiegava
    agli spettatori quale era lazione scenica
  • Parodos, cioè lingresso nel coro
  • Agone, cioè lintroduzione del fulcro della
    narrazione
  • Parabasi, cioè quando lattore andava verso le
    prime file del teatro, dove solitamente sedevano
    i personaggi politici e illustri, e incominciava
    a scherzare su di loro e a fargli delle domande
    calde
  • Esodo, cioè luscita del coro e la conclusione

27
Aristofane
Aristofane (450 a.C. circa 388 a.C. circa) è
lunico commediografo di cui ci siano pervenute
alcune opere complete. Di straordinaria fantasia
creativa, mescolò abilmente tutte le forme del
comico (allusioni scurrili, insulti,
travestimenti, disquisizioni accademiche ecc.)
dandoci così uno dei massimi esempi di
quellampia libertà di parola (in greco
parresía), che fu lessenza stessa della commedia
antica, comprensibile solo allinterno del clima
culturale della democrazia ateniese. Le sue due
prime commedie sono state rappresentate nel 427.
In quegli anni Atene combatteva Sparta nella
Guerra del Peloponneso per mantenere legemonia
sulla Grecia.
28
Le commedie di Aristofane
  • Delle oltre quaranta commedie da lui scritte,
    solo undici sono giunte intere sino a noi.
  • Acarnesi (425 a.C.)
  • I cavalieri (424 a.C.)
  • Le nuvole (423 a.C.)
  • Vespe (422 a.C.)
  • Pace (421 a.C.)
  • Uccelli (414 a.C.)
  • Lisistrata (411 a.C.)
  • Tesmoforiazuse (411 a.C., titolo che significa
    Le donne alla festa di Dèmetra)
  • Ecclesiazuse (393 a.C., Le donne a parlamento)
  • Rane (405 a.C.)
  • Pluto (388 a.C.)

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I temi di alcune commedie di Aristofane
  • Tra le commedie più note citiamo
  • Gli Acarnesi, in cui un cittadino, stanco della
    guerra del Peloponneso che sembra non finire mai,
    riesce a stipulare una pace personale con Sparta
  • Le nuvole (423 a.C.), lopera più significativa
    del grande commediografo, offre, attraverso la
    grottesca satira del filosofo Socrate, una
    spassosa caricatura degli eccessi della scuola
    socratica, chiamata in modo irriverente il
    Pensatoio e volutamente confusa con quella dei
    sofisti
  • Uccelli in cui due ateniesi stanchi delle liti
    in Atene fondano una città tra la terra e il
    cielo, disturbando perfino la tranquilla
    esistenza degli dei
  • Lisistrata, in cui le donne proclamano lo
    sciopero del sesso per far terminare la guerra
    del Peloponneso.

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Gli altri autori della commedia antica
Tra gli autori della commedia antica annoveriamo
Epicarmo (524 a.C. circa 435 a.C. circa), al
quale erano attribuite più di quaranta commedie,
di cui ci restano solo alcuni titoli. Cratino
(dopo il 520 a.C. dopo il 423 a.C.), cui sono
attribuite trentuno commedie, non pervenuteci
viene considerato il fondatore della commedia
politica Eupoli (446 a.C. circa 411 a.C.
circa), che scrisse quattordici commedie, di cui
restano soltanto brevi frammenti in esse
lautore levava la sua voce di critica nei
confronti della corruzione del presente. Cratete
(450 a.C. circa ... ), di cui restano dieci
titoli e vari frammenti. Ferecrate (seconda metà
V secolo a.C.), di cui sono rimasti 18 titoli e
250 frammenti.
31
La commedia di mezzo
I grammatici alessandrini raggrupparono nella
commedia di mezzo tutte quelle opere che, pur
conservando elementi della commedia antica,
anticipavano anche motivi della commedia nuova.
Dei numerosi poeti che la coltivarono - i più
famosi furono Antifane (388 a.C. circa 311 a.C.
circa), Anassandride (400 a.C. circa - ), Alessi
(IV III sec. a.C.) e Eubulo (IV sec. a.C.) - a
noi sono giunti solo frammenti, i quali ci
possono consentire solo di cogliere pensieri,
riflessioni, scherzi raffinati e spunti comici,
ma data la loro breve estensione sono scarsamente
indicativi per delineare la struttura drammatica
delle singole opere. Nella commedia di mezzo
scomparvero la parabasi e il coro, a volte
presente come semplice ornamento. Gli argomenti e
i personaggi erano tratti dalla vita comune.
32
La commedia nuova
Storicamente coincide pressappoco con letà
ellenistica, in cui il cittadino è ridotto al
rango di suddito, ininfluente dal punto di vista
politico. I temi della commedia si adattano
alla nuova realtà, spostandosi dallanalisi dei
problemi politici alluniverso dellindividuo.
I personaggi non riproducono che dei tipi
secondo uno schema poi divenuto classico e
adattato dalla commedia romana e, più tardi,
dalla commedia dellarte i giovani innamorati,
il vecchio scorbutico, lo schiavo astuto, il
crapulone. Il maggior esponente della commedia
nuova pervenutoci è Menandro. Gli altri
commediografi della nea sono Difilo (342 a.C.
-291 a.C.) e Filemone (361 a.C. 263 a.C.).
33
Menandro
  • Con Menandro (342 a.C. ca. 291 a.C. ca.) la
    commedia perde del tutto la dimensione fantastica
    e la natura mordace e satirica della fase più
    antica, per assumere, pur nella finzione
    teatrale, caratteri di maggiore aderenza alla
    realtà quotidiana e di più spiccata attenzione
    alla psicologia e ai sentimenti dei personaggi.
  • Egli fu autore di un centinaio di testi teatrali,
    dei quali sono pervenuti soltanto cinque, ma non
    per intero
  • Aspis (Lo Scudo pervenuta per circa una metà)
  • Dyskolos (Il Misantropo, lunica opera pervenuta
    nella sua interezza)
  • Epitrepontes (LArbitrato pervenuta in gran
    parte)
  • Perikeiromene (La ragazza tosata)
  • Samia (La donna di Samo)

34
Gli attori
Solo agli uomini era consentito di recitare e
infatti essi interpretavano anche le parti
femminili. Per dare maggior rilievo ai
personaggi e per esser visti bene anche dagli
spettatori più lontani, gli attori indossavano
speciali calzature, i coturni, che li rendevano
più alti. Andavano in scena solo in tre,
recitavano più ruoli e, quindi, indossavano
maschere di cuoio e costumi che rendevano
immediatamente riconoscibili i vari
personaggi. Le maschere avevano la funzione di
amplificare la voce infatti lapertura per la
bocca era ampia e costruita come un piccolo
megafono. Anche gli attori delle commedie
portavano costumi, mai travestimenti e le
maschere dovevano accentuare gli aspetti ridicoli
e grotteschi dei personaggi.
35
Lo spazio scenico
Inizialmente le rappresentazioni avvenivano in
uno spiazzo circolare, lorchestra, vicino al
tempio del dio Dioniso. In seguito i pochi
sedili di legno, riservati alle persone più
importanti della comunità, furono aumentati e
disposti intorno allorchestra, sfruttando
talvolta la pendenza naturale delle colline. Col
tempo i sedili vennero sostituiti da gradinate
costruite in muratura lungo i fianchi di una
collina, in modo che tutti potessero vedere e
sentire bene (la cavea). Di fronte alla cavea,
oltre lorchestra, si trovava il palcoscenico
rialzato dove si muovevano gli attori.
36
La tragedia romana in età repubblicana
Il processo di aemulatio (consapevole
imitazione), che la letteratura latina operò nei
confronti della letteratura greca, portò i romani
ad assumere come modelli teatrali la tragedia e
la commedia greche. Pochissimi sono però i
frammenti delle tragedie dargomento romano
(fabulae pratextae) o greco (fabulae cothurnatae)
che ci sono rimasti. Sappiamo tuttavia che molti
tra i maggiori autori delletà arcaica si
cimentarono nel genere tragico da Livio
Andronico (284 circa a.C. - 204 a.C.) a Gneo
Nevio (270 circa a.C. - 201 circa a.C.) a Quinto
Ennio (239 a.C. - 169 a.C. circa) a Pacuvio (220
a.C. - 130 circa a.C.) ad Lucio Accio (170 a.C. -
85 circa a.C.).
37
Lo stile tragico romano
La produzione di questi autori era caratterizzata
da unestrema solennità nella lingua e nello
stile, ed era sentita come qualcosa di superiore
rispetto ad altre esperienze letterarie
contemporanee. Mancavano però nella Roma
repubblicana arcaica strutture teatrali
paragonabili a quelle del mondo greco, fatto che
costrinse i tragici latini fare a meno della
presenza del coro.
Maschera romana
38
La tragedia romana in età imperiale
Le uniche tragedie romane integralmente
pervenuteci sono quelle molto più tarde di Lucio
Anneo Seneca (4 ca. a.C. - 65 d.C.). Basate sul
mito greco, hanno come nucleo drammaturgico la
presenza di un dilemma morale e spesso indugiano
su situazioni macabre e sanguinarie
limpressione che suscitano è di essere state
scritte per la pubblica declamazione o per la
lettura privata, più che per essere messe in
scena. Di Seneca ci sono pervenute nove tragedie,
le uniche conservate integralmente del teatro
latino (di sicura attribuzione sono Hercules
furens, Phaedra, Troades, Phoenissae, Medea,
Oedipus, Agamennon, Thyestes, forse non autentica
Hercules Oeteus) si richiamano ai miti greci e
che attingono prevalentemente a Euripide. Una
decima tragedia, lOctavia non è considerata
autentica.
39
La commedia romana
Assai maggiori sono le documentazioni relative
alla commedia romana. Anchessa annovera drammi
dargomento romano (fabulae togatae) e greco
(fabulae palliatae), ma è solo di questultimo
genere che abbiamo numerose e importanti
testimonianze. Alla commedia infatti si
dedicarono molti dei grandi poeti latini già
menzionati, come Livio Andronico, Gneo Nevio e
Quinto Ennio senza dubbio, però, i maggiori
comici latini furono Plauto, Cecilio Stazio e
Terenzio.
40
Plauto
Tito Maccio Plauto (254 ca. - 184 a.C.) innestò
sul modello della commedia attica lesuberanza
espressiva della farsa italica. Dei 130 testi
teatrali attribuitigli, gli studiosi hanno
certificato lautenticità di ventuno commedie,
giunte complete fino a noi, e parte una, la
Vidularia, di cui resta un solo frammento di un
centinaio di versi. Le trame delle commedie di
Plauto erano direttamente ispirate ai modelli
greci (Menandro, Filemone, Difilo e altri) e
rielaborate con assoluta libertà e con un ritmo
comico straordinario, sottolineato dai tempi ben
calibrati del dialogo.
Tito Maccio Plauto
41
Le commedie di Plauto
  • Gli intrecci presentano di solito storie d'amore
    complicate da tranelli, fraintendimenti ed
    espedienti furbeschi.
  • I protagonisti delle commedie plautine sono
    generalmente personaggi privi di sfumature
    psicologiche tra i tipi più ricorrenti,
    esemplari sono il soldato spaccone, il bugiardo,
    l'avaro, lo schiavo astuto, il parassita.
  • Fra le sue commedie più note ricordiamo
  • Amphitruo (Anfitrione),
  • Asinaria (La commedia degli asini),
  • Aulularia (La commedia della pentola),
  • Bacchides (Le Bacchidi),
  • Menaechmi,
  • Miles gloriosus (Il soldato spaccone),
  • Pseudolus.

42
Cecilio Stazio
Cecilio Stazio (230 circa a.C. - 168 a.C.) è un
commediografo latino, nato da una famiglia di
galli insubri e trasferito come schiavo a Roma
verosimilmente nel 222 a.C. Delle sue opere ci
restano 42 titoli di palliatae (commedie di
ambientazione greca) e frammenti per circa 300
versi. Sappiamo che la commedia Plocium (La
collana) aveva come modello il Plokion di
Menandro. Lopera di Cecilio Stazio potrebbe
essere collocata tra la commedia più propriamente
popolare e amante del gioco linguistico di Plauto
e quella più vicina al modello della commedia
nuova ateniese rappresentata da Terenzio.
43
Terenzio
Publio Terenzio Afro (190 circa a.C. - 159 a.C.)
esordì come autore di teatro nel 166 a.C., e
operò con alterne fortune fino al 160 a.C. Nel
teatro di Terenzio grande rilievo hanno i temi
della comprensione e del rispetto umano, della
disponibilità verso gli altri, quei valori cioè
che venivano riassunti dai latini con il termine
humanitas. Nei suoi testi importanza ha lo
scavo psicologico dei personaggi le loro
vicende, infatti, sono moderatamente realistiche
ed evocano contesti tuttaltro che fantastici,
rendendo le commedie terenziane, sulla scia del
modello menandreo, dei veri e propri drammi
borghesi.
44
Le commedie di Terenzio
Il suo primo testo teatrale fu Andria, messo in
scena nel 166 a.C. Seguendo l'artificio
retorico della contaminatio (tipico delle
esperienze comiche del teatro classico e già
utilizzato da Plauto) Terenzio attinse per le sue
commedie (sei in tutto, rappresentate fra il 166
e il 160 a.C.) a diversi originali greci della
commedia attica nuova, mescolando spunti
narrativi e personaggi di varie opere. Andria,
Heautontimorúmenos, Eunuchus e Adélphoi derivano
perlopiù da commedie di Menandro, mentre Phormio
ed Hécyra sono modellate su originali di
Apollodoro di Caristo.
45
Il teatro plautino
Il contributo più originale della commedia romana
sta nellevidente destrutturazione del modello
formale della commedia menandrea. Nel teatro di
Plauto, infatti, si osserva una rinnovata
importanza della dimensione musicale, ottenuta
accostando a parti recitate (diverbia) altre
cantate (cantica), nonché una rottura della ormai
canonica divisione in cinque atti. Sul teatro
plautino ebbero influsso anche forme teatrali
preletterarie tipicamente italiche, come i
fescennini e latellana, il che ne spiega la
natura assai composita e difficilmente
canonizzabile.
46
Il teatro terenziano
Al clima fantastico e chiassoso delle commedie
plautine Terenzio sostituì invece drammi assai
più realistici e raffinati, in cui
lintrospezione psicologica dei personaggi
ricorda da vicino quella di Menandro. Con
Terenzio il teatro da grande momento di
intrattenimento popolare divenne cassa di
risonanza dei nuovi valori espressi dal circolo
degli Scipioni. Successivamente il teatro comico
a Roma decadde, lasciando maggior spazio al mimo,
genere che ebbe notevole successo in età
cesariana - della quale si ricordano i mimografi
Decimo Laberio (106 a.C. - 43 a.C.), Publilio
Siro (data incerta, I secolo d.C.) e Gneo Mazio
(fine del II secolo a.C. inizio del I secolo
a.C.) - e anche in età romana imperiale.
47
Il teatro nel Medioevo/1
Nel Medioevo, la tragedia e la commedia, come
quasi tutti i generi letterari classici,
scompaiono, travolti in parte dal crollo del
mondo greco-romano, in parte dalla diffidenza
della Chiesa nei confronti delle opere di
carattere pagano. Non scompare, però, e non
poteva essere diversamente, il teatro, inteso
come azione scenica, cioè come rappresentazione
di eventi, anche di breve durata.
Il martirio di Santa Apollonia
48
Il teatro nel Medioevo/2
Il dramma di carattere religioso, quello che farà
rinascere il teatro, nasce in occasione di
particolari festività religiose (in particolare i
riti della settimana di Pasqua) al fine di
spiegare meglio il messaggio cristiano al popolo
che non comprendeva il latino. Gli autori sono
spesso anonimi, ma non mancano interessanti
figure di letterati, come la monaca tedesca
Rosvita (935 ca. - 973 ca.) e Jacopone da Todi
(1236 circa 1306). Gli aspetti fondamentali del
teatro medioevale furono la drammatizzazione, i
motivi teatrali religiosi, una componente
liturgica e didattica e uno sviluppo di una forma
drammatica in volgare.
49
Il teatro nel Rinascimento
Il Rinascimento fu letà delloro del teatro per
molti paesi europei (in particolare in Italia,
Spagna, Inghilterra e Francia), rinascita
preparata dalla lunga tradizione teatrale
medioevale. In questo periodo si assiste ad un
fenomeno di rinascita del teatro, preparata dalla
lunga tradizione teatrale medioevale che si era
manifestata nelle corti, nelle piazze e nelle
università in molteplici forme, dalla sacra
rappresentazione fino alle commedie colte
quattrocentesche.
50
La commedia rinascimentale in Italia
  • Autori di commedie in Italia furono
  • Niccolò Machiavelli (1469 1527), che scrisse La
    Mandragola e Clizia
  • il cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena (1470
    1520), che scrisse La Calandria
  • Donato Giannotti (1492 1573)
  • Annibal Caro (1507 1566), che scrisse Gli
    Straccioni
  • Anton Francesco Grazzini, detto il Lasca (1503
    1584
  • Alessandro Piccolomini (1508 1579)
  • Pietro Aretino (1492 1556), che scrisse La
    Cortigiana
  • Ludovico Ariosto (1474 1533)
  • Angelo Beolco detto Ruzante (1496 1542).

51
La tragedia rinascimentale in Italia
Composero tragedie di carattere epico Gian
Giorgio Trissino (1478 1550), che scrisse la
Sofonisba Giambattista Giraldi Cinzio (1504
1573), che scrisse lOrbecche Sperone Speroni
(1500 1588), che scrisse la Canace Torquato
Tasso (1544 1595), che scrisse lAminta e Re
Torrismondo Giovan Battista Guarini (1538 -
1612), che scrisse il Pastor fido. In questo
periodo si assiste ad un fenomeno di rinascita
del teatro, preparata dalla lunga tradizione
teatrale medioevale manifestatasi nelle corti,
nelle piazze e nelle università in molteplici
forme, dalla sacra rappresentazione fino alle
commedie colte quattrocentesche.
52
La svolta cinquecentesca
La commedia cinquecentesca subì una svolta nel
1582, quando a Parigi venne pubblicato Il
Candelaio di Giordano Bruno ricco di
caratteristiche anomale e trasgressive. Con la
ripresa del teatro si cominciarono a costruire
anche degli spazi atti a contenere scenografie,
alle volte anche molto complesse in questo
periodo vennero costruiti nuovi teatri, l'esempio
più eclatante è il Teatro Olimpico di Andrea
Palladio che si trova a Vicenza dove ancora oggi
viene conservata la scenografia originale
cinquecentesca di Vincenzo Scamozzi dell'Edipo re
di Sofocle, opera con la quale fu inaugurato il
teatro nel 1585.
Giordano Bruno
53
Il teatro nel XVII secolo Francia
Il Seicento fu un secolo molto importante per il
teatro. In Francia nacque e si consolidò il
teatro classico basato sul rispetto delle tre
unità aristoteliche di tempo, di luogo e
dazione). La grandiosa opera drammatica di
Pierre Corneille (1606-1684) già delineò un gusto
teatrale francese e aprì le porte al siècle dor,
ben rappresentato dalla commedia di Molière
(1622-1673), di costume, ma soprattutto di
carattere, frutto di unacuta osservazione e
rappresentazione della natura umana e
dellesistenza, e dalla tragedia alta, umana e
tormentata di Jean Racine (1639 - 1699).
Molière
54
Pierre Corneille
Pierre Corneille (1606 1684) agli inizi della
carriera teatrale si dedica esclusivamente
cosiddetta commedia eroica. Nel 1635 esordisce
nel genere tragico con Medea, ma non tralascia
però la commedia, nella quale si prova nuovamente
con Lillusione comica (1636), uno dei suoi
capolavori. Le Cid, rappresentato allinizio del
1637, ritenuto tuttora il suo capolavoro
assoluto, lo consacra maggior poeta di teatro del
suo tempo. Una delle sue migliori commedie, Le
Menteur (Il bugiardo), scritta nel 1643,
influenzerà Goldoni e Molière. Seguono molte
tragedie, tra cui Rodoguna (1644) e Nicomede
(1650)dopo questo periodo, la sua vena si
esaurisce, lasciando sazio al suo giovane rivale
Jean Racine.
55
Molière
Molière, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin
(1622 - 1673), ricercò uno stile di scrittura e
recitazione meno legato alle convenzioni
dellepoca e proteso verso una naturalezza
realistica, che descrivesse al meglio le
situazioni e la psicologia dei personaggi.
Queste idee cominciano ad emergere con forza ne
La scuola delle mogli (1662) e ne Il misantropo
(1666) . Un nuovo stile che Molière accompagna
con una critica feroce della morale dellepoca,
cosa che impedì a lungo alla commedia Il tartufo
(1664) di essere rappresentata in pubblico. Tra
le altre opere famose annoveriamo Le preziose
ridicole (1659), La scuola dei mariti (1662),
Lavaro (1668), Il borghese gentiluomo (1670), Le
furberie di Scapino (1671) e Il malato
immaginario (1673).
56
Jean Racine
Jean Racine (1639 - 1699) nel 1664 rappresentò la
sua prima tragedia, Tebaide o i fratelli nemici e
lanno seguente Alessandro il Grande, mentre due
anni dopo rappresentò al Louvre
Andromaca. Nellarco di dieci anni Racine scrisse
opere immortali Berenice (1670), Mitridate
(1673), Ifigenia in Aulide (1674), Fedra (1677),
considerato il suo capolavoro. Dopo anni di
silenzio, nel 1689, compose un dramma sacro,
Esther, e nel 1691 la sua ultima opera, Atalia.
Nel teatro di Racine lazione si sviluppa
secondo la logica delle passioni lamore che si
trasforma in odio e in furore costituisce il tema
predominante.
Jean Racine
57
Il teatro nel XVII secolo Spagna
Non meno significativa fu limpronta lasciata dal
teatro seicentesco spagnolo, dalla imponente
produzione del maestro Lope de Vega (1562 -
1635), fondatore di una scuola che ebbe in Tirso
de Molina, pseudonimo di Gabriele Téllez (1579 -
1648) con il suo L'ingannatore di Siviglia e il
convitato di pietra, e in Pedro Calderón de la
Barca (1600 - 1681) con le sue vette poetiche
immerse nella realtà, nel sogno e nella finzione,
i migliori discepoli.
Lope de Vega
Monumento a Calderón de la Barca a Madrid
Tirso de Molina
58
La Commedia dellArte in Italia
Arlecchino
In Italia il teatro dei professionisti, i comici
della Commedia dellArte, soppiantò il teatro
erudito rinascimentale. Le rappresentazioni non
erano basate su testi scritti, erano tenute
allaria aperta con una scenografia fatta di
pochi oggetti. Gli spettacoli erano gratuiti e
finanziati tramite donazioni. Le compagnie erano
composte di dieci persone otto uomini e due
donne. Le maschere principali erano Arlecchino,
Balanzone, Brighella, Colombina, Pantalone,
Pulcinella e Stenterello.
Pulcinella
Sempre in Italia cerano anche tragediografi come
Federico Della Valle e Carlo de Dottori e anche
commediografi ancora legati alle corti come
Jacopo Cicognini alla corte fiorentina dei Medici.
59
Il teatro elisabettiano in Inghilterra
Il teatro elisabettiano è stato uno dei periodi
artistici di maggior splendore del teatro
britannico, collocato tradizionalmente fra il
1558 e il 1625, durante i regni dei sovrani
britannici Elisabetta I dInghilterra e Giacomo I
dInghilterra. Il teatro di tutto il periodo
viene tradizionalmente associato al drammaturgo
William Shakespeare (1564 1616). Altri
esponenti del teatro elisabettiano furono
Christopher Marlowe (1564 - 1593) e Thomas Kyd
(1558 -1594). Il vero rivale di Shakespeare fu
tuttavia Ben Jonson (1572 - 1637), le cui
commedie furono influenzate dalla Commedia
dellArte.
Christopher Marlowe
60
Marlowe, Kyd e Jonson
Nei drammi di Marlowe i personaggi risentono di
una brama insana di potere (come nel Tamerlano il
grande I e II), una sfrenata sensualità (Edoardo
II), nella sete infinita di potere (Doctor
Faustus). Della produzione drammaturgica di Kyd
rimane un solo testo, fondamentale per il teatro
inglese, La tragedia spagnola, nel quale Kyd
elabora i temi della tragedia di vendetta.
Jonson scrisse la commedia Ognuno nel suo umore,
il suo primo vero successo nel 1598 . Nel 1616
curò personalmente la pubblicazione delle sue
opere in un unico volume (The Works) Jonson sarà
l'unico drammaturgo elisabettiano ad
intraprendere una simile raccolta.
Ben Jonson
Frontespizio di The Spanish Tragedie, 1615
61
William Shakespeare
William Shakespeare (1564 - 1616) è il massimo
esponente del teatro elisabettiano ed è
considerato tuttora uno dei maggiori autori
teatrali a livello mondiale. Si ritiene che sia
uno dei pochi scrittori capaci di eccellere sia
nelle tragedie sia nelle commedie, e in grado di
combinare il gusto popolare con la complessa
caratterizzazione dei personaggi, poetica e
profondità filosofica. Le sue opere sono state
tradotte nelle maggiori lingue e inscenate in
tutto il mondo. È lo scrittore maggiormente
citato nella storia della letteratura inglese e
molte delle sue espressioni linguistiche sono
entrate nella lingua quotidiana inglese.
William Shakespeare
62
Le opere shakespeariane tragedie
  • Romeo e Giulietta (1591 - 1596)
  • Macbeth (1603 - 1606)
  • Re Lear (1603 1606)
  • Amleto (1599 - 1600)
  • Otello (1603)
  • Tito Andronico (1593)
  • Giulio Cesare (1599)
  • Antonio e Cleopatra (1606)
  • Coriolano (1607)
  • Troilo e Cressida (1602)
  • Timone di Atene (1607)

Lultimo bacio di Romeo e Giulietta di Francesco
Hayez, 1823
Lady Macbeth in un dipinto di George Cattermole,
1850
Frontespizio di Amleto
63
Le opere shakespeariane commedie
  • La commedia degli errori (1592)
  • Tutto è bene quel che finisce bene (1603)
  • La dodicesima notte (1602)
  • Come vi piace (1599)
  • Sogno di una notte di mezza estate (1595)
  • Molto rumore per nulla (1599)
  • Misura per misura (1603)
  • La tempesta (1611)
  • La bisbetica domata (1593)
  • Il mercante di Venezia (1596)
  • Le allegre comari di Windsor (1597 - 1600)
  • Pene d'amore perdute (1594)
  • I due gentiluomini di Verona (1594)
  • Pericle principe di Tiro (1608)
  • Cimbelino (1609)
  • Il racconto d'inverno (1594-1610)

Frontespizio di Sogno di una notte di mezza
estate
64
Le opere shakespeariane drammi storici
  • Riccardo III (1592)
  • Riccardo II (1595)
  • Enrico VI, parte I (1590)
  • Enrico VI, parte II (1590)
  • Enrico VI, parte III (1590)
  • Enrico V (1599)
  • Enrico IV, parte I (1597)
  • Enrico IV, parte II (1598)
  • Enrico VIII (1612)
  • Re Giovanni (1596)

Frontespizio di Enrico VI, parte I
Frontespizio di Enrico VI, parte II
Lattore David Garrick mentre interpreta Riccardo
III in un dipinto di William Hogarth, 1745
Frontespizio di Enrico VI, parte III
65
Il teatro nel Settecento in Europa
Fu un secolo buio per quanto riguarda la Spagna,
ben lontana dai fasti dei periodi precedenti,
transitorio per la produzione britannica ad
esclusione delle legitimate comedy, delle
commedie giovanili di Henry Fielding (1707-1754)
e delle innovazioni tecniche di David Garrick
(1717-1779), illuminista nei drammi tedeschi di
Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781), che scrisse
le commedie Minna von Barnhelm (1767), Miss Sara
Sampson (1775) e Nathan il saggio (1779), in cui
espone i suoi ideali di solidarietà e tolleranza,
e la tragedia Emilia Galotti (1772). In Francia,
invece, fu unetà ricca di riforme ed
innovazioni.
Gotthold Ephraim Lessing
David Garrick
66
Il teatro francese nel Settecento
Nel frattempo in Francia larte drammatica si era
evoluta con la comédie larmoyante di
Pierre-Claude Nivelle de La Chaussée (1692 -
1754), inventata dal drammaturgo elisabettiano
inglese Thomas Heywood (1570 circa - 1641), e il
dramma rivoluzionario di Pierre-Augustin Caron de
Beaumarchais (1732 1799), linventore del
personaggio di Figaro ripreso da Mozart. Il
Settecento pose le basi anche dello sviluppo
teorico della recitazione e della funzione
dellarte teatrale per la società. Il teorico di
maggior prestigio fu Denis Diderot (1713 1784),
filosofo illuminista, ma anche autore di tre
testi teatrali che sinseriscono nel nuovo filone
del dramma borghese.
Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Pierre-Claude Nivelle de La Chaussée
67
Il teatro italiano nel Settecento la commedia
La situazione italiana dopo un lungo secolo di
Commedia dellArte dedicò linizio di questo
secolo allanalisi delle forme teatrali e la
riconquista degli spazi scenici di una nuova
drammaturgia che oltrepassasse le buffonerie del
teatro allimprovviso. All'inizio del XVIII
secolo la commedia cortigiana s'avvale della
produzione della scuola toscana della commedia
detta pregoldoniana del fiorentino Giovan
Battista Fagiuoli (1660 - 1742) e dei senesi
Girolamo Gigli (1660 - 1722) e Jacopo Nelli
(1673-1767). Il teatro italiano riprese un ruolo
di primo piano all'interno del panorama europeo,
nel melodramma con Pietro Metastasio (1698-1782)
e nella commedia con Carlo Goldoni (1707-1793).
68
Carlo Goldoni
Il veneziano Carlo Goldoni (1707-1793) fu un
riformatore e uno sperimentatore, spaziando dalla
commedia di carattere a quella di ambiente, dalla
drammaturgia borghese a quella popolare, dal
commedia dialettale esaustiva alla
rappresentazione della realtà veneziana
focalizzata nelle contraddizioni sociali,
politiche e economiche. La sua carriera da
commediografo vanta, oltre a 200 opere teatrali
scritte nei dialetti e in italiano, la
responsabilità di una gran riforma del teatro
(dalla Commedia dellArte a una commedia basata
su testi interamente scritti).
Monumento a Carlo Goldoni in Campo S. Bartolomeo
a Venezia
69
Le commedie di Carlo Goldoni
  • Tra le commedie più note annoveriamo
  • Il servitore di due padroni (1745),
  • La bottega del caffè (1750),
  • La locandiera (1750),
  • Il teatro comico (1750),
  • Il campiello (1755),
  • I rusteghi (1760),
  • Il sior Todero brontolon (1762),
  • Le baruffe chiozzotte (1762),
  • Il ventaglio (1763).

Chioggia - Calli e canali di questa città della
laguna veneta meridionale fanno da scenario alle
Baruffe chiozzotte.
Tutto il mio piacere consiste in vedermi
servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia
debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte
le donne (Carlo Goldoni, La locandiera, 1750)
Carlo Goldoni
70
Il teatro italiano nel Settecento la tragedia
In Italia non era mai esistita una tradizione
tragica alla quale ricondursi, anche il
Cinquecento aveva espresso ben poco oltre
Trissino, Guarini e un Tasso decisamente minore
rispetto a quello della Gerusalemme liberata.
Uno dei migliori tragediografi italiani del
Settecento prima di Vittorio Alfieri (1749 -
1803) furono Antonio Conti (1677 - 1749), autore
di quattro tragedie di argomento romano (Cesare,
Giunio Bruto, Marco Bruto, Druso) e Scipione
Maffei (1675 - 1755), che scrisse La Merope, la
tragedia italiana più rappresentativa di questo
inizio secolo, e aprì le porte alla tragedia di
Alfieri. Va anche ricordato Pier Iacopo Martello
(1665 - 1727), che si rifà al teatro francese del
Seicento.
Scipione Maffei
Pier Iacopo Martello
71
Vittorio Alfieri
Vittorio Alfieri (1749 - 1803), terminata
lAccademia militare a Torino, e dopo un lungo
giovanile vagabondare in vari stati dellEuropa,
nel 1775 rientra nel capoluogo piemontese e si
dedica allo studio della letteratura completa
così la sua prima tragedia, Antonio e Cleopatra,
che registra un grande successo seguiranno poi
Antigone, Filippo, Oreste, Saul, Maria Stuarda,
Mirra. La fama delle sue tragedie è legata alla
centralità del rapporto libertà-potere e
allaffermazione dellindividuo sulla tirannia.
Una profonda e sofferta riflessione sulla vita
umana arricchisce la tematica quando il poeta si
sofferma sui sentimenti più intimi e sulla
società che lo circonda.
Vittorio Alfieri, ritratto di François-Xavier
Fabre
72
Il romanticismo in Germania
Il teatro europeo allinizio dellOttocento fu
dominato dal dramma romantico gli ideali
romantici vennero esaltati in modo particolare in
Germania. Nel romanticismo si situano Johann
Wolfgang von Goethe (1749 - 1832) e Friedrich
Schiller (1749 - 1832), che videro nellarte la
via migliore per ridare dignità alluomo. Degli
ideali romantici e neoclassici si nutrirono molte
tragedie di soggetto storico o mitologico. Di
Goethe ricordiamo i drammi Götz von Berlichingen,
Ifigenia in Tauride, Faust - Parte 1 e Faust -
Parte 2. Schiller è noto per i drammi I
Masnadieri, Don Carlos, la trilogia Wallenstein,
Maria Stuart, Guglielmo Tell.
Johann Wolfgang Goethe
Friedrich Schiller
73
Il romanticismo in Italia e Inghilterra
Al romanticismo teatrale fecero riferimento anche
gli autori italiani come Alessandro Manzoni (1785
- 1873) con tragedie come lAdelchi e Il Conte
di Carmagnola, oltre a Silvio Pellico (1789 -
1854) con la tragedia Francesca da Rimini. Molto
importante fu anche il teatro romantico inglese
fra i maggiori rappresentanti ci furono Percy
Bysshe Shelley (1792 - 1822), John Keats (1795 -
1821) e Lord George Gordon Byron (1788 -1824).
Alessandro Manzoni
John Keats
Lord George Byron
Percy Bysshe Shelley
Silvio Pellico
74
Anticonformismo e innovazione
LOttocento è anche il secolo degli
anticonformisti sia a livello artistico sia nella
giustizia sociale, ben rappresentati dal society
drama portato in scena da Oscar Wilde (1854 -
1900), di cui ricordiamo le commedie Il ventaglio
di Lady Windermere, Una donna senza importanza,
Un marito ideale, Limportanza di chiamarsi
Ernesto, e degli innovatori come Georg Büchner
(1813 - 1837), autore della tragedia La morte di
Danton e della commedia Leonce e Lena, che
precorsero il dramma novecentesco.
Statua di Oscar Wilde a Dublino, Merrion Square
Oscar Wilde
Tomba di Georg Büchner a Zurigo
Georg Büchner
75
Il teatro naturalista e verista
In Inghilterra, in Francia ed in Italia, in
concomitanza con la nascita del naturalismo e del
verismo (perenne ricerca della realtà in maniera
oggettiva), intorno alla metà del secolo le
grandi tragedie cedettero il posto al dramma
borghese, caratterizzato da temi domestici,
intreccio ben costruito e abile uso degli
espedienti drammatici. Il maggiore esponente del
teatro naturalista fu Victor Hugo (1802 - 1885),
che scrisse Cromwell, Hernani, Lucrezia Borgia,
Ruy Blas, I Burgravi. Il teatro verista fu
rappresentato da Giovanni Verga (1840 - 1922),
che scrisse I nuovi tartufi, La lupa, Mastro-don
Gesualdo, Cavalleria rusticana, Dal tuo al
mio. In America Latina largentino Florencio
Sánchez (1875 - 1910), che scrisse La straniera,
In famiglia, Giù per la china, seguì la loro
scuola e si mise in evidenza. 
76
Il primo Novecento
Il Novecento si apre con la rivoluzione
copernicana della centralità dellattore. Il
teatro della parola si trasforma in teatro
dellazione fisica, del gesto, dellemozione
interpretativa dellattore con il lavoro teorico
di Kostantin Sergeevic Stanislavskij (1863 -
1938) e dei suoi allievi, tra cui Vsevolod
Emilevic Mejerchold (1874 - 1940). Il
Novecento aprì anche una nuova fase che portò al
centro dellattenzione una nuova figura teatrale,
quella del regista che affiancò le classiche
componenti di autore e attore. Fra i grandi
registi di questo periodo vanno citati
laustriaco Max Reinhardt (1873 - 1943), il
francese Jacques Copeau (1879 - 1949) e
litaliano Anton Giulio Bragaglia (1890 - 1960).
77
Panoramica del primo Novecento
Nacquero nuove forme di teatro come il teatro
della crudeltà di Antonin Artaud (1896 - 1948),
la drammaturgia epica di Bertolt Brecht (1898 -
1956) e, nella seconda metà del secolo, il teatro
dellassurdo di Samuel Beckett (1906 - 1989) e
Eugene Ionesco (1909 - 1994) modificarono
radicalmente lapproccio alla messa in scena e
determinano una nuova via al teatro, una strada
che era stata aperta anche con il contributo di
autori del calibro di Jean Cocteau (1889 - 1963),
Robert Musil (1880 - 1942), Hugo von Hofmannsthal
(1874 - 1929), gli scandinavi August Strindberg
(1849 - 1912) e Henrik Ibsen (1828 - 1906) ma
coloro che spiccarono tra gli altri, per la loro
originalità furono Frank Wedekind (1864 1918)
con la sua Lulù e Alfred Jarry (1873 - 1907),
linventore del personaggio di Ubu Roi.
78
Bertolt Brecht
Bertolt Brecht (1898 - 1956) è considerato il più
influente drammaturgo, poeta e regista teatrale
tedesco del XX secolo. Le sue opinioni politiche
lo portarono a sviluppare la teoria di un teatro
epico-didascalico, in cui lo spettacolo era
messo al servizio dello spettatore che non doveva
immedesimarsi nella rappresentazione, ma veniva
stimolato a tenere una distanza critica per
riflettere su quello che si vedeva in scena. Tra
le opere più note citiamo Tamburi nella notte
(1922), LOpera da tre soldi (1928), Ascesa e
caduta della città di Mahagonny (1929), Madre
Coraggio e i suoi figli (1939), Vita di Galileo
(1938-43).
Bertolt Brecht
79
Samuel Beckett
Lopera di Samuel Beckett (1906 - 1989) è
caratterizzata da un immagine profondamente
pessimistica della condizione delluomo
nellodierna civiltà e il suo stile è essenziale
e attraversato da lampi di tragico
umorismo. Aspettando Godot (1953) è senza dubbio
la più celebre opera teatrale di Samuel Beckett
nonché uno dei testi più noti del teatro del
Novecento. Altri suoi testi sono Desideri umani
(1937), Eleutheria (1947), Finale di partita
(1957), Lultimo nastro di Krapp (1958), Giorni
felici (1961), Commedia (1963), Passi (1975). Nel
1969 ha vinto il premio Nobel per la letteratura.
Samuel Beckett
80
Eugène Ionesco
Attraverso il teatro Eugène Ionesco (1909 -
1994), scrittore e drammaturgo francese di
origini rumene, si interroga sulla vita e sulla
morte, esplora il reale. Debuttò con La
cantatrice calva (1950), commedia in un atto e 11
scene, definita dallo stesso autore
anticommedia. Nelle sue commedie Ionesco mostra
la società umana come priva di realtà e ne
rappresenta gli aspetti fenomenici solo per far
vedere il nulla che sta sotto di essa. In Il
rinoceronte (1959), la sua commedia forse di
maggior successo, il messaggio si fa esplicito,
ma intellettualizzandosi perde il fascino
dell'ambiguità e la forza rappresentativa.
Eugène Ionesco
81
Jean Cocteau e Robert Musil
Jean Cocteau (1889 - 1963) è stato un poeta,
romanziere e drammaturgo francese. Fu anche
designer, regista, sceneggiatore e attore. La sua
versatilità, la sua originalità e la sua enorme
capacità espressiva gli portarono il plauso
internazionale. Tra le sue opere teatrali
ricordiamo quelle dedicate al teatro classico
Antigone (1922), 1924 Roméo et Juliette (1924),
Orphée (1926), ma anche I parenti terribili
(1938).
Di Robert Musil (1880 - 1942) ricordiamo le
commedie I fanatici (1921) e Vinzenz e lamica
degli uomini importanti (1923).
Jean Cocteau
Robert Musil
82
Hugo von Hofmannstahl
Hugo von Hofmannsthal (1874 - 1929) dal 1901 si
volse al teatro, rielaborando in chiave moderna
due tragedie greche Elettra (1904) e Edipo e la
Sfinge (1906). In Ognuno, il dramma della morte
del ricco (1911) vi è linfluenza dei misteri
medievali e del teatro barocco. Da segnalare
anche Il cavaliere della rosa 1911) e Arianna a
Nasso (1912), drammi musicali in cui il testo
letterario ha una sua autonoma validità
poetica. Del 1921 è Luomo difficile, in cui un
aristocratico vede il proprio destino legato a
quello della monarchia asburgica ormai alla fine.
Il problema della responsabilità sociale del
singolo è affrontato ne Il gran teatro
salisburghese del mondo (1922) e La torre (1925),
ispirati al teatro di Calderón de la Barca.
83
August Strindberg
Per la vastità e la rilevanza della produzione lo
svedese August Strindberg (1849 - 1912) è
allapice della tradizione letteraria scandinava
e raggiunge per riconoscimento unanime un seggio
tra i massimi artisti letterati del mondo. Dopo
aver esordito come poeta e romanziere, si dedicò
al teatro con la pièce Il padre (1887) e altri
drammi critici delle realtà sociali come La
signorina Giulia ( 1888), Delitto e delitto
(1899) Danza di morte (1901), Il sogno (1902) e
Lisola dei morti (1907).
August Strindberg
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Henrik Ibsen i primi drammi
Henrik Ibsen (1828 - 1906), scrittore e
drammaturgo norvegese, è considerato il padre
della drammaturgia moderna, per aver portato nel
teatro la dimensione più intima della borghesia
ottocentesca, mettendone a nudo le contraddizioni
e il profondo maschilismo. Ibsen debutta con
drammi storici, Catilina (1850) e Il Tumulo  del
guerriero (1854). Seguono La Signora Inger di
Østråat (1855), La festa a Solhaug (1856), Olaf
Liliekrans (1856), I guerrieri a Helgeland
(1858), drammi  ispirati alle vecchie saghe
nazionali, La commedia dellamore (1862) e I 
pretendenti al trono (18
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