Title: Presentazione di PowerPoint
1Gabriele d'Annunzio
- Motti Andrea, Negri Gabriele e Pontedera Simone
- Vita e personalità
- -Evoluzione letteraria
- -Caratteristiche stilistiche e linguistiche
- Opere
- Vittoriale
2vita
- Infanzia e adolescenza
- - 12 marzo 1863 Nasce Gabriele dAnnunzio
- - Carattere forte e ambizioso
- - 1879 pubblicazione del primo vere
- - Primo contatto con Giosuè Carducci
3Periodo romano
- -1881 trasferimento a Roma
- Primo impiego Redattore presso la Tribuna
- dirigerà in seguito la Cronaca bizantina
- Avvicinamento allestetismo decadente
- Stile di vita dispendiosa e inizio della
- Costruzione della propria immagine pubblica
- 1889 pubblicazione de Il piacere
4Periodo Napoletano
- 1881 trasferimento a napoli
- periodo di splendida miseria
- 1892-93 processo per adulterio
- -1893 morte del padre e breve ritorno in abbruzzo
5Periodo fiorentino
- 1894 Eleonora Duse e trasferimento a Firenze
- Fama a livello europeo primi incontro con
Pascoli - 1896-97 avvicinamento al teatro, componimento di
diversi drammi, inizio della stesura de le
Laudi - Componimento de lAlcyone
6Periodo francese
- -1904 separazione da Eleonora Duse in seguito a
un (altro) tradimento - -1910 trasferimento in Francia, prima a Parigi
poi - ad Arcachon
- Incontro con Claude Debussy
- -1911 presentazione de il martirio di san
Sebastiano, il vescovo di Parigi si oppone alle
opere di dAnnunzio
7Il ritorno in Italia e il pensiero politico
- Maggio 1915 dannunzio guida del movimento
interventista - Radiose giornate di Maggio
- Il vate parte volontario per il fronte
- ottimo aviatore partecipa a diverse imprese
(perde un occhio sbattendo contro una
mitragliatrice) - 9 agosto 1918 il volo su Vienna Limpresa
inutile - Fine della prima guerra mondiale inizio del
sodalizio con mussolini
8Impresa di Fiume
- La Vittoria mutilata
- 1919 Occupazione della città di Fiume
- Intervento armato da parte del governo italiano,
appoggiato da Mussolini - Viene a incrinarsi il rapporto tra il Vate e il
Duce
9Il ritiro a vita privata e gli ultimi anni
- 1921 ritiro a vita privata nel Vittoriale degli
italiani - Indifferenza rispetto al governo fascista, che lo
tiene sotto stretta sorveglianza - Depressione e malinconia dominano i suoi ultimi
- anni
- 1838 morte per emorragia cerebrale
10Il Vittoriale degli italiani
11(No Transcript)
12(No Transcript)
13(No Transcript)
14Personalità
- Carattere forte, stravagante e ambizioso ricerca
del successo - Stile di vita dispendioso ed estetico
costruzione della proprioa immagine publica - Divismo Gabriele dAnnunzio primo poeta che
capisce limportanza del pubblico
15Rapporto con la donna
- Rapporto intenso che è finalizzato a seguire la
figura dellestetico, la bellezza assoluta, fino
ad arrivare al valore dannunziano principale il
piacere - la donna viene conquistata attraverso il fascino
e le parole, non vi è alcuna differenza tra
esercizio letterario e vita le donne ispirano la
creatività e curiosita del Vate
16Fase pànica -Emulazione di Giosuè Carducci e
intenso vitalismo Primo vere e Canto
novo -Influenza verista e naturalista Verità
deformata in chiave espressionistica Terra
vergine e Novelle della Pescara
17Fase esteta -Tentativo di rappresentazione
aristocrazia romana DAnnunzio personaggio Legam
e arte-vita Sperimentalismo lessicale e
metrico Il piacere, La Chimera e Elegie
romane Immagine scelta da gabriele negri e
simone pontedera
18Fase di ripiegamento Bisogno di tregua e
raccoglimento Aspirazioni a ideali di purezza e
innocenza Nuovi modelli letterari Linnocente,
Giovanni Episcopo e Poema paradisiaco
19Fase del superomismo -Riferimento a Nietzsche
(Ubermensch) Recupero dei valori
delluomo Indipendenza da istituzioni religiose o
politiche Volontà di potenza Ideologia
nazionalista e antidemocratica Ciclo della
Rosa, Ciclo del Giglio e Ciclo del
Melograno Immagine inserita su richiesta
esplicita di Andrea Motti
20Fase notturna Raccoglimento interiore Atteggiam
ento allusivo e simbolico Abbandono di ambizioni
narrative e oratorie Notturno, Le faville del
maglio e Libro segreto
21Lingua e stile Continuo sperimentalismo Alternanz
a di forme classiche e originali Stile musicale,
raffinato ed erudito (Amor sensuale della
parola) Lessico aulico
22Le stirpi canore da Alcyone I miei carmi son
prole fervide come le vene
labili come i profumi delle foreste,
degli
adolescenti, diffusi, altri
dellonde,
ispide come i dumi, vergini come i
calici altri delle arene,
confuse come i fumi appena
schiusi, altri del Sole,
confusi,
notturne come le rugiade altri del vento
Agreste. nette come i
cristalli dei cieli, Le mie parole
del monte,
funebri come gli
asfodeli sono profonde
tremule come le fronde
dellAde, come le radici
del pioppo,
pieghevoli come i salici terrene,
tumide come le
narici dello stagno, altre serene
dei cavalli
tenui come i teli come
i firmamenti, a
galoppo, che fra due
steli
tesse il ragno.
23- Leducazione di un esteta
- da Il piacere
- Bisogna fare la propria vita, come si fa
unopera darte. - Bisogna conservare ad ogni costo intiera la
libertà, fin nellebrezza Habere, non
haberi. - Il rimpianto il vano pascolo duno spirito
disoccupato. - Il sofisma è in fondo ad ogni piacere e ad
ogni dolore umano.
24La pioggia nel pineto da Alcyone Taci. Su le
soglie del bosco non odo parole che dici umane
ma odo parole più nuove che parlano gocciole e
foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole
sparse. Piove su le tamerici salmastre ed
arse, piove su i pini
scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le
ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri
folti di coccole aulenti, piove su i nostri
volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su
i nostri vestimenti
leggieri, su i freschi pensieri che lanima
schiude novella, su la favola bella che
ieri tilluse, che oggi millude, o
Ermione. Odi? La pioggia cade su la
solitaria verdura
25con un crepitio che dura e varia
nellaria secondo le fronde più rade, men
rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle
cicale che il pianto australe non impaura, né il
ciel cinerino. E il pino ha un suono, e il
mirto altro suono, e il ginepro altro ancora,
stromenti diversi
sotto innumerevoli dita. E immersi noi siam nello
spirto silvestre, darborea vita viventi e il
tuo volto ebro è molle di pioggia come una
foglia, e le tue chiome auliscono come le chiare
ginestre, o creatura terrestre che hai
nome Ermione. Ascolta, ascolta. Laccordo
delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa
sotto il pianto che cresce ma un canto vi si
mesce più roco che di laggiù sale, dallumida
ombra remota. Più sordo e più fioco sallenta, si
spegne. Sola una nota ancor trema, si
spegne, risorge, trema, si spegne. Non sode su
tutta la fronda crosciare
26largentea pioggia che monda, il croscio che
varia secondo la fronda più folta men
folta. Ascolta. La figlia dellaria è muta ma la
figlia del limo lontana, la rana, canta
nellombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E
piove su le tue ciglia, Ermione. Piove su le tue
ciglia nere
sì che par tu pianga ma di piacere non bianca ma
quasi fatta virente, par da scorza tu esca. E
tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor
nel petto è come pesca intatta, tra le palpebre
gli occhi son come polle tra lerbe, i denti
negli alveoli son come mandorle acerbe. E andiam
di fratta in fratta, or congiunti or disciolti (e
il verde vigor rude ci allaccia i malleoli
cintrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! E
piove su i nostri volti silvani, piove sulle
nostre mani ignude, su i nostri
vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che
lanima schiude novella, su la favola bella che
ieri milluse, che oggi tillude, o Ermione.
27La sera fiesolana
- Fresche le mie parole ne la sera
- ti sien come il fruscío che fan le foglie
- del gelso ne la man di chi le coglie
- silenzioso e ancor s'attarda a l'opra lenta
- su l'alta scala che s'annera
- contro il fusto che s'inargenta
- con le sue rame spoglie
- mentre la Luna è prossima a le soglie
- cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
- ove il nostro sogno si giace
- e par che la campagna già si senta
- da lei sommersa nel notturno gelo
- e da lei beva la sperata pace
- senza vederla.
28- Laudata sii pel tuo viso di perla,
- o Sera, e pè tuoi grandi umidi occhi ove si tace
- l'acqua del cielo!
- Dolci le mie parole ne la sera
- ti sien come la pioggia che bruiva
- tepida e fuggitiva,
- commiato lacrimoso de la primavera,
- su i gelsi e su gli olmi e su le viti
- e su i pini dai novelli rosei diti
- che giocano con l'aura che si perde,
- e su 'l grano che non è biondo ancóra
- e non è verde,
- e su 'l fieno che già patì la falce
- e trascolora,
- e su gli olivi, su i fratelli olivi
- che fan di santità pallidi i clivi
- e sorridenti.
29- Laudata sii per le tue vesti aulenti,
- o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
- il fien che odora!
-
- Io ti dirò verso quali reami
- d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti
- eterne a l'ombra de gli antichi rami
- parlano nel mistero sacro dei monti
- e ti dirò per qual segreto
- le colline su i limpidi orizzonti
- s'incúrvino come labbra che un divieto
- chiuda, e perché la volontà di dire
- le faccia belle
- oltre ogni uman desire
- e nel silenzio lor sempre novelle
- consolatrici, sì che pare
- che ogni sera l'anima le possa amare
- d'amor più forte.
-