Title: Presentazione di PowerPoint
1IL PAZIENTE NEOPLASTICO
Indipendentemente dal tipo di neoplasia è
possibile riconoscere alcune condizioni cliniche
comuni che richiedono particolare attenzione dal
punto di vista medico ed infermieristico.
2IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- I fattori che condizionano il quadro clinico
generale del paziente sono rappresentati da - TIPO DI NEOPLASIA
- STADIO DELLA MALATTIA
- GRADO DI MALIGNITA
- COESISTENZA DI SDR PARANEOPLASTICHE
- COESISTENZA DI ALTRE PATOLOGIE
- ASPETTI PSICOLOGICI DEL PAZIENTE
- SITUAZIONE SOCIO-FAMILIARE
3BIOLOGIA DELLA CELLULA TUMORALE
- Caratteristiche delle cellule tumorali
- CRESCITA INCONTROLLATA
- CAPACITA DI METASTATIZZARE
- Entrambe queste caratteristiche sono dovute a
particolari modificazioni genIche della cellula. - Attivazione di oncogeni ed inattivazione di geni
oncosoppressori.
4IL CICLO CELLULARE
Fase S (sintesi del DNA)
Fase G1 (crescita che precede la sintesi del DNA)
Fase G2 (crescita tetraploide)
Fase M (mitosi)
Fase G0 (quiescenza)
5LA CHEMIOTERAPIA ANTIBLASTICA
Alcuni farmaci antitumorali sono specifici per
alcune fasi del ciclo cellulare. Alcuni schemi
di chemioterapia tengono in considerazione questo
aspetto per sincronizzare la somministrazione del
farmaco con il ciclo di replicazione cellulare.
6FARMACI ANTINEOPLASTICI
AGENTI ALCHILANTI ? Aggiungono gruppi alchilici
alla guanina ANTIMETABOLITI ? Inibiscono la
sintesi di DNA o RNA TOSSICI SULLA TUBULINA ?
Bloccano la polimerizzazione e depolimerizza
zione dei tubuli ANTIBIOTICI ? Meccanismi
diversi INIBITORI DELLA TOPOISOMERASI ?
Interferiscono con lo svolgimento del DNA
durante la duplicazione. ENZIMI ?
(l-asparaginasi) ALTRI ? Interferon alpha,
carboplatino, cis-platino, flutamide, IL-2,
leuprolide, tamoxifene.
7COMPLICANZE DELLA TERAPIA ANTINEOPLASTICA
Nonostante gli effetti della terapia antitumorale
siano diretti principalmente sulle cellule
neoplastiche, tutti i protocolli antitumorali
attualmente utilizzati hanno importanti effetti
anche sui tessuti normali.
Complicanze ACUTE Complicanze TARDIVE E
PERMANENTI (sterilità, cardiotossicità,
fibrosi polmonare) TERATOGENICITA
8FARMACI ANTINEOPLASTICI effetti collaterali
AGENTI ALCHILANTI ? nausea, vomito, depressione
midollare, fibrosi polmonare, sterilità,
cistiti emorragiche, neoplasie secondarie,
alopecia ANTIMETABOLITI ? nausea, vomito,
depressione midollare, ulcerazioni orali e
gastrointestinali, tossicità epatica, alopecia,
alterazioni neurologiche TOSSICI SULLA
TUBULINA ? nausea, vomito, dolore in sede di
stravaso, depressione midollare, neuropatia
periferica, alopecia, SIADH, ileo
paralitico ANTIBIOTICI ? nausea, vomito,
depressione midollare, cardiotossicità,
fibrosi polmonare, ipocalcemia, alopecia
INIBITORI DELLA TOPOISOMERASI ? nausea, vomito,
depressione midollare, necrosi in sede di
stravaso, febbre, brividi, cardiotossicità ENZI
MI ? nausea, vomito, febbre, reazione
anafilattiche, alterazioni del SNC,
pancreatite, trombosi, tossicità epatica e
renale. ALTRI ? nausea, vomito, depressione
midollare, febbre, brividi, tossicità renale,
ginecomastia, impotenza, vampate di calore
9LA DEPRESSIONE MIDOLLARE POST-CHEMIOTERAPICA
Effetto collaterale frequente nel corso di
chemioterapia antiblastica. Si verifica dopo
7-10 gg dal ciclo chemioterapico (soprattutto per
quanto riguarda la linea leucocitaria) Nella
maggior parte dei casi, dopo il nadir, vi è un
ecuparo spontaneo della funzione midollare,
mentre a volte è necessario stimolare
farmacologicamente la produzione di leucociti dal
midollo osseo.
10LA DEPRESSIONE MIDOLLARE POST-CHEMIOTERAPICA
LEUCOCITOPENIA Infezioni opportunistiche
gravi che richiedono terapia antibiotica
ad ampio spettro TROMBOCITOPENIA rischio
emorragico ANEMIA ipossia tissutale
generalizzata, in particolare cuore e cervello
11LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
Quando è necessaria ?
- In condizioni di anemizzazione acuta o cronica
o in condizioni - di shock ipovolemico.
- Durante interventi chirurgici per ricostituire
le perdite - ematiche dovute allatto chirurgico.
- In condizioni di grave piastrinopenia con
manifestazioni - emorragiche.
- In situazioni di ipocoagulabilità del sangue.
12LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
COSA SI TRASFONDE ?
- SANGUE INTERO
- EMAZIE CONCENTRATE
- PIASTRINE CONCENTRATE DA DONAZIONE O DA AFERESI
- PLASMA FRESCO RICCO DI FATTORI DELLA
COAGULAZIONE - ALBUMINA
- AUTOTRASFUSIONE
13LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
La compatibilità ABO ed Rh
- Ciascuna persona possiede sulla superficie dei
globuli rossi delle proteine specifiche che
conferiscono il gruppo sanguigno. Inoltre
ciascuna persona possiede in circolo anticorpi
diretti contro gli altri gruppi sanguigni. - Esistono 2 sistemi antigenici principali sugli
eritrociti -
- Il sistema AB0 ed il sistema Rh
14LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
La compatibilità ABO
Gruppo A
Gruppo B
anticorpi anti-A
anticorpi anti-B
15LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
La compatibilità ABO
Gruppo AB
Gruppo 0
Nessun anticorpo anti A ed anti B
anticorpi anti-A ed anti-B
16LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
Il fattore Rh
Rh Positivo
Rh Negativo
Nessun anticorpo anti-Rh
anticorpi anti-Rh
17I GRUPPI SANGUIGNI
Anticorpi circolanti
Gruppo AB0
Fattore Rh
Gruppo A Rh positivo anti B Rh negativo anti
B, anti Rh Gruppo B Rh positivo anti A Rh
negativo anti A, anti Rh Gruppo AB Rh
positivo nessun anticorpo Rh negativo anti
Rh Gruppo 0 Rh positivo anti A, anti B Rh
negativo anti A, anti B, anti Rh
18LA TRASMISSIONE DEL GRUPPO AB0
Gli antigeni A e B segregano in modo indipendente
durante la meiosi.
Esempio 2. Generazione del gruppo AB0 da coppia
ABxB
Esempio 1. Generazione del gruppo AB0 da coppia
ABx0
A
B
A
B
B
AB
B
A
B
0
AB
B
B
B
A
0
19LA TRASMISSIONE DEL FATTORE Rh
Il fattore Rh() è determinato da diverse
proteine denominate c/C d/D e/E f/F
variamente combinate fra loro per cui la
previsione del fattore Rh è più complessa.
20LA TRASMISSIONE DEL FATTORE Rh
Madre Rh(-) Padre Rh()
Figlio Rh()
Rischio di malattia emolitica del neonato
21LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
- E indicato quando unemorragia acuta è in
grado di produrre ipovolemia. - E in grado sia di correggere la volemia, sia
di trasportare lossigeno. - In caso di emorragia acuta lematocrito potrebbe
non riflettere correttamente lentità della
perdita ematica nelle prime 48 ore.
22LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
- Emazie provenienti da donazioni, purificate e
separate dagli altri elementi cellulari e dal
plasma e concentrate (Hct 80). - INDICAZIONI
- Anemizzazione acuta e cronica (Hb lt 7) da
qualunque causa (anemia sideropenica, M. Cooley,
emorragie gastro-intestinali, displasie midollari
primitive e secondarie, anemie emolitiche,
perdite intraoperatorie, etc).
23IL PAZIENTE NEOPLASTICO ASPETTI CLINICI COMUNI
DI DIVERSE NEOPLASIE
- METASTASI OSSEE (TUMORI SECONDARI DELLOSSO)
- MASSE CEREBRALI PRIMITIVE E SECONDARIE
- MASSE POLMONARI PRIMITIVE E SECONDARIE
- MASSE EPATICHE PRIMITIVE E SECONDARIE
- OCCLUSIONE INTESTINALE
- IL DOLORE NEOPLASTICO
- SINDROMI PARANEOPLASTICHE
24IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- METASTASI OSSEE (TUMORI SECONDARI DELLOSSO)
Colonizzazione secondaria dellosso da parte di
cellule neoplastiche che puo avvenire per
continuità, contiguità o, più frequentemente, per
diffusione a distanza per via ematica
Determinano riassorbimento della componente
minerale dellosso (sono possibili metastasi
osteoaddensanti nel caso di carcinoma mammario e
prostatico).
25IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- METASTASI OSSEE (TUMORI SECONDARI DELLOSSO)
- Il quadro clinico è caratterizzato da
- DOLORE
- FRATTURE PATOLOGICHE
- IPERCALCEMIA
26IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- METASTASI OSSEE (TUMORI SECONDARI DELLOSSO)
- TERAPIA
- TERAPIA DELLIPERCALCEMIA
- DIURETICI, BISFOSFONATI
- PREVENZIONE DELLE FRATTURE
- BISFOSFONATI
- TERAPIA ANTIDOLORIFICA
27IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- MASSE CEREBRALI PRIMITIVE E SECONDARIE
Il cranio, per le sue caratteristiche di rigidità
della struttura ossea, comporta gravi conseguenza
in caso di crescita di masse neoplastiche, che
portano ad un rapido aumento della pressione
intracranica ed a compressione delle strutture
nervose.
28IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- MASSE CEREBRALI PRIMITIVE E SECONDARIE
- Il quadro clinico è caratterizzato da
- CEFALEA
- DEFICIT NEUROLOGICI
- ALTERAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA
- EDEMA CEREBRALE
- QUADRI CLINICI SPECIFICI (es.danno ipofisario)
29IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- MASSE CEREBRALI PRIMITIVE E SECONDARIE
- TERAPIA
- NEUROCHIRURGIA
- ANTIEDEMIGENI OSMOTICI E STEROIDEI
- TERAPIA ANTIDOLORIFICA
30IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- MASSE POLMONARI PRIMITIVE E SECONDARIE
Le localizzazioni polmonari sono tra le più
frequenti in tutte le neoplasie. Spesso
interessano non solo il polmone, ma anche la
cavità pleurica.
31IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- MASSE POLMONARI PRIMITIVE E SECONDARIE
- Il quadro clinico è caratterizzato da
- INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
- DISPNEA, CIANOSI, ORTOPNEA, POLIPNEA, ACIDOSI
- VERSAMENTO PLEURICO (SIERO-EMATICO)
- EMOTTISI
32IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- MASSE EPATICHE PRIMITIVE E SECONDARIE
- Il quadro clinico è caratterizzato da
- ALTERAZIONE DELLA FUNZIONALITA EPATICA
- AUMENTO TRANSAMINASI, DEFICIT COAGULAZIONE,
IPOPROTEINEMIA - IPERTENSIONE PORTALE, EMATEMESI, MELENA
- SINDROME EPATORENALE
- DOLORE
- INSUFFICIENZA EPATICA ? ENCEFALOPATIA EPATICA
33IL PAZIENTE NEOPLASTICO
Legato a diversi meccanismi Compressione Fratt
ure Tensione delle capsule Infiltrazione Intere
ssamento fibre sensitive Dolore neuropatico
34IL PAZIENTE NEOPLASTICO
TERAPIA
- Dose Minima Efficace
- Gradualità dellimpiego dei farmaci
- Copertura completa della sintomatologia
- dolorosa
35IL PAZIENTE NEOPLASTICO
TERAPIA
FANS per os FANS i.m. ed e.v. Oppiacei atipici
(tramadolo) Oppiacei (transdermici, sc, e.v.,
epidurale)
36IL PAZIENTE NEOPLASTICO
- LE SINDROMI PARANEOPLASTICHE
ENDOCRINE Sdr di Cushing, Acromegalia,
Ipoglicemia, etc IPERCALCEMIA IPONATRIEMIA Sdr
da inappropriata secrezione di ADH TROMBOSI
VENOSA PROFONDA