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CORSO INTEGRATO DI

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UNIVERSIT DEGLI STUDI CHIETI Clinica Psicologica e Psicopatologia Psicosomatica Il Burn-out e il senso di autoefficacia CORSO INTEGRATO DI PSICOLOGIA CLINICA – PowerPoint PPT presentation

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Title: CORSO INTEGRATO DI


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Clinica Psicologica e Psicopatologia
PsicosomaticaIl Burn-out e il senso di
autoefficacia
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI CHIETI
  • CORSO INTEGRATO DI
  • PSICOLOGIA CLINICA
  • Prof. Salvatore Sasso
  • a.a.2009-2010

Per alcuni bambini mettere piede a scuola è una
tragedia. I capricci però non centrano
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Il Burn-out e il senso di autoefficacia
  • In collaborazione con Silvia Gileno

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DEFINIZIONE DI AUTOEFFICACIA
  • La nostra vita è guidata dal nostro Senso di
    Autoefficacia che costituisce un importante
    fondamento per lazione.
  • Questo costrutto fu formulato per la prima volta
    da Albert Bandura che definì il Senso di
    Autoefficacia come
  • le convinzioni circa le proprie capacità di
    organizzare ed eseguire le sequenze di azioni
    necessarie per produrre determinati risultati.
    (Bandura, 2000).
  • Non si tratta di una generica fiducia in se
    stessi, ma della convinzione di poter affrontare
    efficacemente determinate prove, di essere
    allaltezza di determinati eventi, di essere in
    grado di cimentarsi in alcune attività o di
    affrontare specifici compiti.
  • Lautoefficacia, non è dunque una misura delle
    competenze possedute, ma la credenza che la
    persona ha in ciò che è in grado di fare in
    diverse situazioni con le capacità che possiede
    (Borgogni,2001).

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LE PERSONE CHE HANNO UN BASSO SENSO DI EFFICACIA
  • Si allontanano intimidite dalle attività
    difficili.
  • Hanno basse aspirazioni e investono uno scarso
    impegno nel raggiungimento degli obiettivi che
    scelgono per se stesse.
  • Di fronte a compiti difficili, indugiano a
    considerare le proprie carenze personali, gli
    ostacoli che incontreranno e tutte le conseguenze
    avverse possibili piuttosto che concentrarsi su
    cosa fare per riuscire.
  • Riducono il proprio impegno e rinunciano
    facilmente trovandosi di fronte a difficoltà.
  • Sono lente nel recuperare il loro senso di
    efficacia in seguito a insuccessi e regressioni.
  • Siccome attribuiscono le prestazioni scadenti
    alla mancanza di capacità e doti loro personali,
    non hanno bisogno di molti insuccessi per perdere
    fiducia nelle proprie capacità.
  • Sono facili prede dello stress e della
    depressione.

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LE PERSONE CON UN ALTO SENSO DI AUTOEFFICACIA
  • Affrontano i compiti difficili come sfide da
    vincere piuttosto che come pericoli da evitare.
  • Si pongono obiettivi ambiziosi e restano
    fortemente impegnate nel loro raggiungimento.
  • Di fronte alle difficoltà intensificano il
    proprio impegno e lo mantengono costante.
  • Recuperano velocemente il proprio senso di
    efficacia in seguito a insuccessi o regressioni.
  • Attribuiscono linsuccesso a un impegno
    insufficiente o a una mancanza di conoscenze o di
    abilità che possono comunque essere acquisite.
  • Affrontano le situazioni minacciose con la
    sicurezza di poter esercitare un controllo su di
    esse.
  • Un atteggiamento efficace procura successi
    personali, riduce lo stress e limita la
    vulnerabilità alla depressione.

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I PROCESSI ATTIVATI DAL SENSO DI AUTOEFFICACIA
  • Le convinzioni di Autoefficacia regolano il
    funzionamento umano attraverso 4 processi
    principali cognitivi,motivazionali, affettivi e
    di scelta.
  • 1. I PROCESSI COGNITIVI
  • Gli effetti delle convinzioni di Autoefficacia
    sui processi cognitivi assumono svariate forme.
  • Gran parte del comportamento umano, essendo
    intenzionale, viene regolato dal porsi obiettivi
    dotati di valore soggettivo. La scelta degli
    obiettivi personali viene a sua volta influenzata
    dalla stima soggettiva delle proprie capacità
    quanto maggiore è lAutoefficacia percepita,
    tanto più elevati sono gli obiettivi che le
    persone si pongono e limpegno che dedicano al
    loro raggiungimento.
  • La maggior parte delle linee di azione viene in
    un primo momento pianificata mentalmente. Le
    convinzioni delle persone circa la propria
    efficacia disegnano il tipo di scenari futuri che
    vengono costruiti ed esplorati nellimmaginazione.
  • Coloro i quali possiedono un alto senso di
    efficacia visualizzano mentalmente immagini in
    cui si vedono vincenti. Queste immagini
    forniscono una guida e un sostegno per lazione
    utili e costruttivi.
  • Invece, coloro i quali dubitano della propria
    efficacia visualizzano immagini di fallimento e
    immaginano in modo selettivo tutto quello che
    potrà andare storto.

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I PROCESSI COGNITIVI
  • Un sistema di convinzioni che può favorire o
    ostacolare il funzionamento cognitivo è il
    concetto di capacità.
  • Alcune persone considerano le capacità come
    unabilità acquisibile che può migliorare con
    laumento delle conoscenze e il perfezionamento
    delle competenze.
  • Linsuccesso induce questi individui a cercare di
    raccogliere maggiori informazioni sulle proprie
    capacità e a utilizzare tali informazioni come
    una guida per uno sviluppo personale ulteriore.
  • Invece le persone che vedono la capacità come
    unattitudine più o meno intrinseca, innata e
    immodificabile, considerano il livello di
    prestazione come un indice delle proprie doti.
  • Queste persone tendono a misurare la loro
    capacità attraverso il confronto sociale e a
    sminuire le loro prestazioni quando sono
    inferiori a quelle altrui.
  • Le due diverse concezioni della capacità
    condizionano il modo in cui le prestazioni
    carenti vengono elaborate cognitivamente.
  • Il fatto di costruire le prestazioni di basso
    livello come indicatori di difetti personali
    intrinseci riduce il senso di efficacia mentre il
    fatto di considerare le stesse prestazioni come
    informazioni istruttive, che possono favorire un
    aumento delle competenze personali, sostiene e
    rafforza il senso di efficacia.

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1. I PROCESSI COGNITIVI
  • Un altro sistema di convinzioni importante, che
    influisce sul modo in cui le informazioni di
    efficacia vengono elaborate cognitivamente, è la
    convinzione circa il grado di influenzabilità o
    controllabilità del proprio ambiente.
  • Le persone devastate dallinsicurezza prevedono
    che ogni tentativo di modificare la loro
    situazione di vita sarà inutile,quindi,hanno una
    probabilità molto minore di avviare e continuare
    azioni di miglioramento rispetto a coloro che
    credono fermamente nella loro capacità di
    provocare cambiamenti sociali significativi.
  • 2. I PROCESSI MOTIVAZIONALI
  • Le convinzioni di efficacia rivestono un ruolo
    chiave nellautoregolazione della motivazione. La
    gran parte della motivazione umana è generata
    cognitivamente.
  • Le persone motivano se stesse e dirigono le
    proprie azioni anticipatamente attraverso la
    formulazione di previsioni.
  • Si formano delle convinzioni riguardo a quello
    che sanno fare, anticipano i risultati probabili
    di azioni future, si pongono degli obiettivi e
    pianificano il corso di azioni designato a
    realizzare scenari futuri dotati di valore
    soggettivo.
  • Infine, mobilitano le risorse disponibili e la
    quantità di impegno necessario per riuscire.

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2. I PROCESSI MOTIVAZIONALI
  • Le convinzioni sullAutoefficacia determinano gli
    obiettivi che le persone si pongono, la quantità
    di impegno che attivano, quanto a lungo
    perseverano di fronte alle difficoltà e lentità
    delle capacità di recupero in seguito agli
    insuccessi.
  • Le persone che mancano di fiducia nelle proprie
    capacità, quando incontrano ostacoli o
    insuccessi, riducono limpegno o rinunciano
    prematuramente e si accontentano di soluzioni
    mediocri.
  • Quelle che invece credono fortemente nelle loro
    capacità intensificano i loro sforzi quando non
    riescono a raggiungere ciò a cui aspirano e
    persistono fino a che non vi riescono.
  • Di solito, una forte perseveranza ripaga gli
    sforzi fatti con un miglioramento della
    prestazione.
  • 3. I PROCESSI AFFETTIVI
  • La convinzione delle persone nelle proprie
    capacità di gestione efficace determina, oltre al
    loro livello di motivazione, anche la quantità di
    tensione e depressione che provano in situazioni
    pericolose o difficili.
  • LAutoefficacia percepita nel controllo degli
    stressors riveste un ruolo preponderante
    nellinsorgenza dellansia.
  • Ciò accade in diversi modi.

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3. I PROCESSI AFFETTIVI
  • Le convinzioni di efficacia influenzano la
    vigilanza verso potenziali pericoli, la loro
    percezione ed elaborazione cognitiva.
  • Le persone che considerano i pericoli potenziali
    come inaffrontabili vedono molti pericoli nel
    loro ambiente, si soffermano a lungo a
    considerare i propri limiti, amplificano la
    gravità dei pericoli possibili e temono
    eventualità che raramente si verificano.
    Tormentandosi con questo modo di pensare
    problematico danneggiano il proprio livello di
    funzionamento.
  • Viceversa, chi ritiene di saper esercitare un
    controllo sui potenziali pericoli non individua
    in anticipo tutte le possibili minacce, né si
    crea pensieri angoscianti su di esse.
  • Lesercizio del controllo sulle ruminazioni
    mentali e i pensieri disturbanti è un secondo
    mezzo attraverso il quale le convinzioni di
    efficacia modulano linsorgenza dellansia e
    della depressione.
  • La maggiore fonte di stress non è costituita
    dalla frequenza dei pensieri disturbanti, ma
    dalla percezione della propria incapacità di
    interromperli.
  • Coloro che possiedono un forte senso di
    Autoefficacia hanno un maggior controllo su
    questo tipo di pensieri.

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3. I PROCESSI AFFETTIVI
  • Il terzo modo in cui le convinzioni di efficacia
    riducono o eliminano lansia è promuovendo
    modalità di comportamento efficaci, in grado di
    modificare lambiente facendolo diventare, da
    minaccioso, sicuro.
  • Qui le convinzioni di efficacia modulano lo
    stress e lansia attraverso il loro impatto sul
    comportamento concreto di gestione.
  • Quanto più forte è il senso di efficacia, tanto
    più le persone sono vigorose nellaffrontare
    situazioni problematiche stressanti e tanto
    maggiore è il loro successo nel modificarle.
  • Un basso senso di efficacia nelle proprie
    capacità di esercitare un controllo sulle
    situazioni problematiche alimenta, oltre
    allansia, anche la depressione in vari modi.
  • Una strada che conduce alla depressione è quella
    delle aspirazioni frustrate.
  • Le persone che si sentono valide solo se
    raggiungono determinati standard autoimposti, che
    sanno di non poter raggiungere, si spianano la
    strada a un episodio di depressione.
  • Una seconda via che conduce alla depressione è un
    basso senso di efficacia sul piano delle
    relazioni sociali. Il sostegno sociale riduce la
    vulnerabilità allo stress, alla depressione e
    alla malattia fisica. Il sostegno sociale non è
    unentità che si sviluppi da sé, le persone
    devono impegnarsi per trovare o crearsi delle
    relazioni capaci di fornire loro sostegno. Ciò
    richiede un forte senso di Autoefficacia in campo
    sociale.

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3. I PROCESSI AFFETTIVI
  • La terza via che conduce alla depressione passa
    attraverso lincapacità di controllare il
    pensiero. Gran parte della depressione umana è
    generata cognitivamente mediante ruminazioni
    mentali dalleffetto demoralizzante.
  • Un basso senso di Autoefficacia nel controllo
    della ruminazione mentale contribuisce alla
    comparsa, alla durata e alla recidività degli
    episodi di depressione.
  • Quanto più debole è lefficacia percepita
    nellinterrompere le ruminazioni mentali, tanto
    maggiore risulta la depressione.
  • Lumore e lAutoefficacia si influenzano
    reciprocamente in modo bidirezionale un basso
    senso di Autoefficacia circa la capacità di
    procurarsi ciò che nella vita conduce alla
    soddisfazione di sé e alla sensazione di valore
    personale dà luogo alla depressione, e lumore
    depresso, a sua volta, diminuisce la fiducia
    nella propria efficacia personale, in un circolo
    vizioso che porta a una demoralizzazione sempre
    maggiore.

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4. I PROCESSI DI SCELTA
  • Le convinzioni di efficacia personale possono
    modellare il corso che la vita assume anche
    determinando il genere di attività che si
    intraprendono e i contesti ambientali a cui si
    sceglie di accedere.
  • In questo processo ognuno modella il proprio
    destino, scegliendo il tipo di ambiente che
    ritiene adatto a coltivare certe potenzialità e
    determinati stili di vita.
  • Le persone evitano le attività e gli ambienti che
    considerano al di là delle proprie capacità di
    gestione e scelgono invece attività stimolanti e
    ambienti che giudicano alla propria portata.
  • Attraverso le scelte che compiono, le persone
    coltivano diversi tipi di competenze, interessi e
    relazioni sociali che determinano il loro corso
    esistenziale.
  • Qualsiasi fattore che influenzi il comportamento
    di scelta può influenzare profondamente la
    direzione dello sviluppo personale.
  • Le persone precludono la realizzazione di certe
    loro potenzialità scartando le attività per cui
    non si sentono abbastanza competenti.
  • La capacità delle convinzioni di efficacia di
    influire sul corso della vita attraverso i
    processi di scelta emerge nel modo più evidente
    dagli studi sulla scelta e lo sviluppo della
    carriera.
  • La forza dellAutoefficacia è correlata
    positivamente al numero di possibilità di
    carriera considerate possibili, linteresse
    dimostrato per esse, la qualità della
    preparazione scolastica per diverse carriere
    lavorative e la determinazione con cui vengono
    perseguite le attività scelte.

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LO SVILUPPO DELLAUTOEFFICACIA
  • Bandura (2000) ha analizzato attraverso numerose
    ricerche lo sviluppo della percezione di
    Autoefficacia nei diversi periodi della vita.
  • Il neonato viene al mondo privo di alcun senso di
    Sé, che deve essere costruito socialmente
    attraverso esperienze di interazione con
    lambiente.
  • Inizialmente il contesto principale in cui il
    bambino svolge esperienze di efficacia, di
    padronanza o meno, è la famiglia
    successivamente, man mano che il mondo sociale
    del bambino si espande, i pari assumono un ruolo
    sempre più ampio.
  • I coetanei, infatti, sono utili ad alcune
    importanti funzioni di efficacia.
  • Ogni periodo di sviluppo porta con sé nuove sfide
    alla propria efficacia nel fronteggiare gli
    eventi.

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LO SVILUPPO DELLAUTOEFFICACIA
  • Per ladolescente che si avvia a far parte del
    mondo adulto diventa molto importante rinforzare
    il senso di Autoefficacia per saper padroneggiare
    abilità e usanze della società adulta per lui
    nuove.
  • In età adulta le convinzioni di efficacia
    contribuiscono allo sviluppo professionale, alla
    gestione dei rapporti coniugali e delle esigenze
    familiari, alladempimento del ruolo genitoriale,
    alla costruzione e al mantenimento della rete dei
    rapporti sociali, così coloro che hanno raggiunto
    la mezza età valutano il proprio senso di
    efficacia nei vari settori della loro vita.
  • Infine, nella terza età, il processo di
    invecchiamento sembra mettere a dura prova
    lAutoefficacia di un individuo, se gli anziani
    perdono in maniera massiccia la fiducia nelle
    proprie capacità, rischiano di sentirsi inutili e
    di rassegnarsi ad unesistenza priva di qualsiasi
    iniziativa.
  • E importante poter mantenere un buon livello di
    Autoefficacia in ogni momento della nostra vita.

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AUTOEFFICACIA E CONCETTI AFFINI
  • Ci sono due costrutti, il concetto di sé e
    lautostima che a volte vengono erroneamente
    assimilati al senso di Autoefficacia, come se si
    trattasse di concetti intercambiabili quando, in
    realtà, riguardano fenomeni diversi.
  • IL CONCETTO DI SE
  • LAutoefficacia è stata spesso analizzata in
    termini di concetto di sé.
  • Il concetto di sé è unidea composita di se
    stessi che si costituirebbe attraverso
    lesperienza diretta e ladozione delle
    valutazioni di altre persone che si considerano
    importanti.
  • Anche se il concetto globale di sé è legato a
    certe aree di funzionamento, esso non rende
    giustizia alla complessità delle convinzioni di
    Autoefficacia, che variano a seconda delle
    diverse sfere di attività, del livello di
    difficoltà allinterno della stessa sfera e nelle
    diverse circostanze.
  • Nei test comparativi di capacità predittiva, le
    convinzioni di Autoefficacia si dimostrano
    altamente capaci di predire il comportamento
    laddove leffetto del concetto di sé è più debole
    e incerto.

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AUTOEFFICACIA E CONCETTI AFFINI
  • LAUTOSTIMA
  • I concetti di autostima e di Autoefficacia
    vengono spesso usati interscambiabilmente, come
    se rappresentassero lo stesso fenomeno. In
    realtà, si riferiscono a cose completamente
    diverse.
  • Il senso di Autoefficacia riguarda giudizi di
    capacità personale mentre lautostima riguarda
    giudizi di valore personale.
  • Una persona può giudicarsi irrimediabilmente
    inefficace in una data attività senza per questo
    perdere l autostima, se non investe tale
    attività del senso del proprio valore personale.
    Viceversa, ci si può sentire molto efficaci in
    una data attività senza per questo gloriasi delle
    proprie prestazioni.
  • Per mobilitare e mantenere limpegno necessario a
    riuscire, ci vuole un saldo senso di
    Autoefficacia.
  • Pertanto, in una certa attività, il senso di
    efficacia personale consente di prevedere quali
    obiettivi vengono scelti e la qualità della
    prestazione, mentre lautostima non ha un effetto
    su queste variabili.

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INCREMENTARE LAUTOEFFICACIA
  • Riguardo allo sviluppo e allincremento
    dellAutoefficacia, è di fondamentale importanza
    prendere in considerazione da dove originano le
    convinzioni delle persone circa la propria
    efficacia. Esse si sviluppano sulla base di
    informazioni ricavate attraverso cinque fonti
    principali.
  • LE ESPERIENZE DI GESTIONE EFFICACE
  • Le esperienze di gestione efficace sono
    costituite dalle esperienze personali affrontate
    con successo mettendo in gioco le proprie
    risorse i successi determinano una solida
    fiducia nella propria efficacia personale.
  • Una volta sviluppato un forte senso di
    Autoefficacia attraverso la sperimentazione di
    ripetuti successi, occasionali fallimenti non
    avranno probabilmente grande effetto sui giudizi
    circa le proprie capacità, anzi è probabile che
    le persone certe delle loro capacità
    attribuiscano le cause dei loro fallimenti a un
    impegno insufficiente, a fattori situazionali o a
    strategie limitate.
  • Quando gli individui attribuiscono le prestazioni
    scadenti a strategie imperfette piuttosto che ad
    incapacità, il fallimento può aumentare la
    fiducia nel fatto che strategie migliori
    porteranno a futuri successi.

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LE ESPERIENZE DI GESTIONE EFFICACE
  • Affinché lesperienza passata possa incrementare
    la nostra Autoefficacia, si devono utilizzare in
    maniera corretta le attribuzioni causali, ossia
    i giudizi circa le cause degli eventi.
  • Le spiegazioni di ciò che accade sono determinate
    dai personali stili attributivi o esplicativi, i
    quali rappresentano il modo consueto e peculiare
    di ciascuno di interpretare le proprie esperienze
    di vita.
  • Lo stile esplicativo è il modo in cui
    abitualmente spieghi a te stesso perché accadono
    gli eventi. (Seligman, 1996).
  • Secondo Seligman, una persona con stile
    esplicativo ottimistico spiega gli eventi
    negativi con cause esterne, variabili e
    accidentali, mentre individua negli eventi
    positivi cause interne, generalizzate e stabili.
  • In risposta ad unesperienza negativa un
    pessimista, invece, è incline a costruire
    attribuzioni interne, generalizzate e stabili,
    mentre costruisce attribuzioni esterne, variabili
    e accidentali per eventi positivi.
  • Le persone con alta Autoefficacia difficilmente
    incorrono in vittimismi e inopportuni sensi di
    colpa di fronte a un fallimento, in quanto sono
    maggiormente in grado di riconoscere quando
    dipende da una mancanza di impegno o da alcune
    caratteristiche della situazione stessa.
  • Chi si considera inefficace ritiene molto spesso
    che la causa dei suoi insuccessi risieda nella
    propria carenza di capacità.

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2. LE ESPERIENZE VICARIE (MODELING)
  • Losservazione di altre persone che riescono a
    compiere unazione o svolgere un compito con
    successo può incrementare la propria
    Autoefficacia, in quanto può portare a credere di
    possedere le abilità necessarie per fare quanto
    osservato.
  • I modelli esperti, con il loro esempio,
    trasmettono conoscenze e insegnano a chi li
    osserva abilità e strategie utili per rispondere
    adeguatamente alle richieste dellambiente non
    solo attraverso la pratica (facendo vedere come
    si affronta quella situazione o quel compito), ma
    anche offrendo suggerimenti verbali (spiegano
    come si fa) e fisici (fanno vedere come si fa).
  • Vedere persone simili a sé che raggiungono i loro
    obiettivi grazie allimpegno e allazione
    personale, incrementa in chi osserva la
    convinzione di possedere le capacità necessarie a
    riuscire in situazioni analoghe.
  • Osservare, invece, persone che falliscono
    nonostante limpegno, diminuisce il senso di
    Autoefficacia di chi osserva e il suo livello
    motivazionale.

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3. LA PERSUASIONE
  • Lincoraggiamento ricevuto da altri per tentare
    un compito ed essere convinti di possedere le
    capacità necessarie concorre allo sviluppo della
    propria Autoefficacia in misura proporzionale
    alla plausibilità e alla credibilità della fonte
    di persuasione.
  • E necessario che i messaggi persuasivi spingano
    verso azioni con un graduale rischio di
    fallimento e non accrescano irrealisticamente
    lAutoefficacia, altrimenti le esperienze
    negative cancelleranno rapidamente gli aumenti
    temporanei di efficacia.
  • Quando cè la necessità o la volontà di
    affrontare una situazione da soli oppure quando
    non è disponibile qualcuno che possa
    incoraggiarci, può essere utile
    lautopersuasione, per esempio ci si può dare
    sostegno ricordando a se stessi episodi
    precedenti di riuscita e successo.

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4. IL CONTROLLO DEGLI STATI EMOTIVI E
FISIOLOGICI
  • Le persone possono interpretare lattivazione di
    indicatori fisiologici (agitazione, tensione,
    stanchezza, affaticamento, dolore, ecc.) e la
    presenza di un umore negativo come spie della
    loro incapacità di affrontare una situazione,
    mentre la loro mancanza viene considerata come
    segnale della possibilità di gestione.
  • Il modo in cui questi stati vengono percepiti e
    interpretati, quindi, rafforza o meno la propria
    Autoefficacia. Gli individui dotati di un buon
    senso di efficacia considerano probabilmente il
    proprio stato di attivazione fisica ed emotiva
    come qualcosa che facilita lazione dando
    energia, mentre quelli sfiduciati vivono la
    stessa attivazione come debilitante.
  • Lo stesso dicasi per gli stati emotivi. La
    percezione del proprio stato danimo incide sulla
    costruzione delle proprie valutazioni di
    efficacia personale. Uno stato danimo negativo
    riduce il senso di efficacia, mentre uno stato
    danimo positivo lo aumenta.

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5. LIMMAGINAZIONE
  • La propria Autoefficacia può essere influenzata
    anche dallimmaginare di comportarsi in maniera
    efficace o inefficace in situazioni ipotetiche.
  • La nostra immaginazione è importante quanto il
    dialogo interiore è il campo di sperimentazione
    di situazioni possibili o reali, da esplorare
    prima in fantasia, per poi valutarne lutilità e
    lattuazione nel contesto reale.
  • Come nel caso dellautopersuasione, possiamo
    evocare/creare immagini fantastiche che
    rafforzano e sostengono la fiducia nelle nostre
    capacità in qualsiasi momento lo desideriamo.

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AUTOEFFICACIA E GESTIONE DELLO STRESS
  • Uno dei fattori che minacciano la nostra salute
    sono le condizioni di vita o gli eventi
    stressanti.
  • Gli studi hanno evidenziato che molti degli
    effetti benefici di una salda Autoefficacia si
    verificano proprio quando ci si trova a dover
    gestire lo stress. LAutoefficacia può essere una
    risorsa personale che protegge da esperienze
    nocive, emozioni negative e danni per la salute,
    in quanto favorisce lattivazione del sistema
    difensivo e reattivo dellindividuo (coping).
  • Nella seguente tabella vengono indicate le
    principali differenze tra chi ha bassa o alta
    Autoefficacia nella gestione di situazioni ed
    esperienze difficili e stressanti.

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IL SENSO DI AUTOEFFICACIA NEGLI INSEGNANTI
  • Il compito di creare condizioni ambientali
    favorevoli allapprendimento ricade pesantemente
    sulle capacità e sullAutoefficacia degli
    insegnanti.
  • I dati indicano che latmosfera che regna nelle
    aule scolastiche è in gran parte determinata
    dalle convinzioni degli insegnanti circa la
    propria efficacia come docenti.
  • Gli insegnanti fermamente convinti della propria
    efficacia nel ruolo di docente predispongono
    esperienze didattiche in cui gli alunni possano
    sperimentare la sensazione di padronanza. Quelli
    incerti sulla propria efficacia creano ambienti
    di cattiva qualità, che probabilmente si
    ripercuotono negativamente sul senso di efficacia
    e sullo sviluppo cognitivo degli studenti.
  • Le convinzioni degli insegnanti circa la propria
    efficacia personale determinano il loro
    atteggiamento generale verso il processo
    educativo così come le loro specifiche attività
    didattiche.
  • Quelli con un basso senso di efficacia
    prediligono un atteggiamento da guardiano che si
    avvale di incentivi esterni e punizioni per
    favorire lo studio.
  • Quelli che credono fermamente nella propria
    efficacia favoriscono lo sviluppo della
    motivazione intrinseca e dellautonomia degli
    studenti.

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  • Possiamo riassumere che gli insegnanti privi di
    un saldo senso di efficacia
  • - dimostrano uno scarso impegno
    nellinsegnamento
  • - dedicano meno tempo a quelle materie che
    corrispondono alle loro aree di inefficacia
    percepita
  • - dedicano una quantità di tempo totale minore a
    ciò che ha pertinenza con la scuola
  • - sono particolarmente vulnerabili al Burn-out
    professionale.
  • LA RICERCA
  • Lobiettivo della ricerca a cui sto lavorando
    prevede di verificare empiricamente in che modo
    il diverso Senso di Autoefficacia degli
    insegnanti incida sul loro livello di Burn-out.
  • Numerose ricerche hanno mostrato che le persone
    con bassa Autoefficacia sono più inclini a
    sperimentare stress emotivi e a sopportare con
    difficoltà il sovraccarico lavorativo, rispetto a
    quelle con elevata Efficacia Personale che
    risultano più resistenti alle richieste del
    lavoro e allazione di agenti stressanti.

27
LA RICERCA
  • Lipotesi a cui si fa riferimento prende in
    considerazione il modello di Harrison (1983) che
    parte dallassunto che il Burn-out non è
    conseguenza inevitabile di certi tipi di lavoro
    ma è funzione della percezione della propria
    competenza/efficacia di agire sullambiente e di
    fronteggiare i suoi cambiamenti, di sviluppare
    risposte efficaci verso il lavoro.
  • Se lindividuo ritiene di non poter agire in modo
    efficace, la sua motivazione decresce fino ad
    annullarsi e si creano le premesse dello sviluppo
    del Burn-out.
  • Se i soggetti mantengono alta la percezione di
    competenza, ritenendo di avere determinato
    cambiamenti positivi negli utenti con la loro
    azione, il pericolo del Burn-out è allontanato.

28
LA RICERCA
  • Limportanza del Senso di Efficacia nel predire
    il Burn-out è stata evidenziata anche da Heifetz
    e Bersani (1983) che partono dalla premessa che
    tutti gli individui sono intrinsecamente dotati
    di una motivazione allEfficacia e in particolare
    questa è ancora più evidente in coloro che
    scelgono una professione daiuto.
  • Se questo Senso di Efficacia si traduce
    nelleffettiva capacità delloperatore di
    rispondere ai bisogni degli utenti si raggiungono
    due obiettivi fondamentali quello di portare
    benessere agli utenti e quello di poter crescere
    personalmente e realizzarsi nel lavoro.
  • Quando si verifica una rottura ad un punto
    qualunque di questo processo può verificarsi il
    Burn-out i cui sintomi non dipendono tanto dalla
    natura di questa interruzione quanto dalle
    caratteristiche individuali del soggetto e in
    particolare dalle sue capacità di coping.

29
LA RICERCA
  • Infine Brouwers e Tomic (2000) hanno indagato la
    relazione tra lAutoefficacia e le tre dimensioni
    del Burn-out individuate dalla Maslach (1982). E
    emerso che
  • lesaurimento emotivo influenza la percezione di
    Autoefficacia nella gestione della classe, in
    quanto riduce il numero delle esperienze di
    successo e il livello della prestazione. Poiché
    linsegnante forma le proprie credenze di
    Autoefficacia sulla base della valutazione della
    propria prestazione, a carente prestazione
    corrisponderà ridotta Autoefficacia
  • lAutoefficacia influenza la depersonalizzazione.
    Linsegnante che dubita della sue capacità di
    gestione degli allievi indisciplinati può
    incolpare gli allievi stessi delle sue
    difficoltà, sviluppando un atteggiamento negativo
    nei loro confronti
  • - lAutoefficacia influenza la realizzazione
    personale (intesa come il giudizio relativo alle
    conseguenze della propria prestazione). Quando
    linsegnante nutre poca fiducia nelle proprie
    capacità di mantenere ordine in classe, si
    arrende più facilmente agli alunni
    indisciplinati, in quanto percepisce
    linefficacia della propria prestazione. Di
    conseguenza, si impegnerà meno per risolvere i
    problemi.

30
STRUMENTI UTILIZZATI
  • La ricerca è stata condotta su un campione
    complessivo di 150 insegnanti,ai quali sono stati
    somministrati due questionari, uno finalizzato
    alla valutazione dellincidenza del Burn-out e
    cioè il Maslach Burn-out Inventory (M.B.I.), e
    laltro finalizzato alla valutazione della
    percezione del Senso di Autoefficacia e cioè il
    Teachers Sense of Efficacy Scale (T.S.E.S.).
  • Il M.B.I. è un questionario messo a punto da due
    studiose americane e cioè Christina Maslach e
    Susan Jackson ed è uno strumento che valuta tre
    aspetti della sindrome del Burn-out
    lEsaurimento Emotivo (EE), la Depersonalizzazione
    (DP) e la Realizzazione Personale (PA). Ogni
    aspetto è misurato da una apposita sottoscala.
  • Il questionario è composto da 22 items (nella
    versione italiana), che sono delle affermazioni
    circa gli atteggiamenti e i sentimenti legati al
    proprio lavoro. Lintervistato deve rispondere
    indicando la frequenza con cui la situazione
    descritta viene vissuta nel lavoro su una scala
    di valori da 0 a 6 punti i cui estremi sono
    definiti da mai ed ogni giorno, in base
    allintensità del sentimento provato verso ogni
    items.
  • Per quel che riguarda le tre sottoscale che
    valutano gli aspetti della sindrome, la
    sottoscala Esaurimento Emotivo (EE) esamina la
    sensazione di essere inaridito emotivamente ed
    esaurito dal proprio lavoro. La scala ha 9 items
    di riferimento.
  • La sottoscala Depersonalizzazione (DP) misura una
    risposta fredda e impersonale nei confronti degli
    utenti del proprio servizio rispetto alla cura,
    al trattamento o alla prestazione. Gli items di
    riferimento sono 5.

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STRUMENTI UTILIZZATI
  • La sottoscala Realizzazione Personale (PA) valuta
    la sensazione relativa alla propria competenza e
    al proprio desiderio di successo nel lavorare con
    gli altri. La scala ha 8 items di riferimento.
  • Il questionario è stato elaborato in due
    versioni la prima forma (Servizi Socio-Sanitari)
    è destinata al personale dei servizi
    socio-sanitari, la seconda forma (Servizi
    Socio-Educativi), è destinata al personale
    insegnante, ed è quella che è stata utilizzata
    nella seguente ricerca.

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STRUMENTI UTILIZZATI
  • Il T.S.E.S, è un questionario elaborato da due
    studiose dellOhio State University Megan
    Tschannen-Moran e Anita Woolfolk Hoy (2001) per
    misurare il Senso di Efficacia degli Insegnanti,
    e valuta tre aspetti di questo costrutto che
    sono lEfficacia nellImpegno degli Studenti,
    lEfficacia nelle Strategie Educative e
    lEfficacia nella Gestione della Classe.
  • Ogni aspetto è misurato da unapposita sottoscala
    a 8 items ciascuna.
  • Il questionario è composto da 24 items (nella
    versione lunga, italiana) che sono delle domande,
    legate al proprio lavoro di insegnanti, circa le
    capacità in vari ambiti dellinsegnamento.
  • Lintervistato deve rispondere indicando la
    frequenza con cui si sente in grado di svolgere
    le mansioni scolastiche descritte dagli items su
    una scala di valori da 1 a 9 punti i cui estremi
    sono definiti da niente e moltissimo.
  • Per quel che riguarda le tre sottoscale, la
    sottoscala Efficacia nellImpegno degli Studenti
    esamina la sensazione che linsegnante ha di
    poter incrementare con il suo lavoro limpegno e
    la motivazione degli alunni.
  • La sottoscala Efficacia nelle Strategie Educative
    valuta il giudizio che linsegnante ha delle
    proprie capacità dinsegnamento.
  • La sottoscala Efficacia nella Gestione della
    Classe valuta il giudizio che linsegnante ha
    delle proprie capacità nel gestire il gruppo
    classe.
  • I questionari sono stati compilati singolarmente,
    chiedendo solo alcune informazioni di carattere
    personale quali il sesso, letà, lo stato
    civile, il numero dei figli conviventi, il titolo
    di studio, il tipo di scuola in cui si insegna,
    gli anni di insegnamento, gli anni di titolarità
    di cattedra, larea di insegnamento e il numero
    di allievi, mantenendo lanonimato del
    rispondente.

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OBIETTIVO DELLA RICERCA
  • Attraverso lutilizzo di due questionari il
    Maslach Burn-out Inventory (M.B.I.) e il
    Teachers Sense of Efficacy Scale (T.S.E.S.) lo
    scopo della ricerca è mostrare in che modo il
    senso di Autoefficacia e la Sindrome del Burn-out
    siano correlati nel campione di insegnanti preso
    in analisi.
  • In base alle ricerche precedentemente esposte,
    il risultato che mi attendo di trovare è che, il
    senso di Autoefficacia sia correlato
    negativamente con la sindrome del Burn-out.
  • Quindi un Alto Senso di Autoefficacia porti a
    Bassi livelli di Burn-out e un Basso Senso di
    Autoefficacia porti ad Alti livelli di Burn-out.
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