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CESARE PAVESE

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Title: CESARE PAVESE


1
  • CESARE PAVESE
  • Santo Stefano Belbo (Cuneo) 1908
  • Torino 1950

2
La Vita
1908 Nasce a S. Stefano Belbo
1930 Laurea in Letteratura Inglese
1935/36 Confino in Calabria
1936 Esce Lavorare stanca
1937 Lavoro presso lEinaudi
1940 Esce Paesi tuoi
1945 Iscrizione al PCI
1947 Esce Il Compagno
1947 Esce i Dialoghi con Leucò
1949 Esce La casa in collina
1950 Esce La luna e i falò
1950 Vince il Premio Strega
1950 Muore suicida a Torino
3
Le Poesie
  • Lavorare stanca
  • Edita per la prima volta nel 1936 presso
    lEditore Solaria di Firenze.
  • Successivamente venne ripubblicata,ampliata,da
    Einaudi nel 1943.
  • Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
  • Raccolta di 10 poesie,di cui 2 in inglese,tutte
    dedicate allattrice americana
  • D. Dowling. Venne pubblicata postuma nel 1950.

4
La poesia e i principali temi dellopera di Pavese
  • 1936 pubblicazione della raccolta Lavorare
    Stanca
  • Originalità della raccolta, il tentativo di
    costruire ogni testo come poesia- racconto,
    rifiuto della chiusura dellio, come nella poesia
    ermetica, ampio rapporto di comunicazione con il
    lettore.
  • Uso del verso lungo, immagine-racconto.

5
Antitesi e costanti tematiche
  • La poesia di Pavese è prefigurazione del Pavese
    narratore. Le tematiche ritorneranno nei testi
    narrativi.
  • Motivi fondamentali sono campagna-città,
    ozio-lavoro,evasione-impegno, infanzia-maturità,
    individualismo-socialità.
  • Infanzia-maturità la prima intesa come
    esperienza privilegiata nella scoperta dei sensi
    e delle cose, la seconda come difficile
    aspirazione ad un equilibrio interiore.
  • Uomo donna visti come antagonisti, nemici in un
    contrasto che presenta motivi autobiografici.

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Temi
  • Città-campagna la città luogo della solitudine e
    dellinautenticità. La campagna luogo della vita,
  • con la collina, simbolo di affettività materna,
    di rifugio, di nutrimento.
  • La solitudine, una sofferta solitudine di un uomo
    sensibile a tal punto da sentire
    lincomunicabilità del suo essere con il mondo
    reale, il dolore della guerra, linettitudine di
    non saper affrontare come molti sui compagni
    lesperienza partigiana. Temi che diventeranno
    più profondi nellesperienza narrativa.

7
Ultima fase poetica
  • La solitudine sarà il vero problema di Pavese,
    comune a tutti gli intellettuali del 900.
    cercherà di uscire da ciò attraverso lamore e
    limpegno sociale. Ma il fallimento di questi lo
    porteranno alla morte.
  • Gli autori che egli traduceva erano gli
    interpreti della crisi di solitudine e impotenza
    che ossessiona luomo moderno, come Melville e
    Joyce.
  • Impropriamente viene definito un autore realista
    ma egli esprime un profondo senso di decadentismo
    dellessere dalla sensibilità moderna.
  • La scoperta del mito è lesperienza più
    importante dellinfanzia. Conoscere significa
    ricordare, riandare attraverso la memoria ad una
    nuova genuinità puerile per rivivere nuovamente.
  • Il disagio dellautore si consuma nella
    spasmodica ricerca di una ragione della vita,
    ripercorrendo il mito nel tentativo di trovare
    una nuova religione delluomo.

8
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
  • è una delle raccolte poetiche più originali e
    dalla fortuna più particolare di tutto il
    Novecento letterario. Verrà la morte e avrà i
    tuoi occhi è una storia che è anche un destino.
  • Soltanto dieci liriche in tutto -otto in italiano
    e due in inglese- ritrovate in ordine allinterno
    di una cartellina rossa, dopo la tragica morte
    del poeta, Cesare Pavese, allindomani del suo
    suicidio avvenuto il 26 agosto del 1950 in una
    camera al secondo piano dellHotel Roma di Torino.

9
  • Un destino evidenziato dal tenore, dallo stile e
    dal contenuto di queste dieci liriche, la prima
    delle quali, contiene già al quinto verso il
    riferimento a quel vizio assurdo, che ha dominato
    come un demone in agguato, la vita di Cesare
    Pavese, anche dopo la sua morte.
  • Il vizio assurdo è infatti il titolo della
    biografia di Pavese scritta qualche anno più
    tardi dallamico scrittore Davide Lajolo, portata
    al grande successo di pubblico negli anni 70,
    grazie alla interpretazione magistrale, a teatro
    e poi in televisione, di Luigi Vannucchi,
    lattore nisseno che, al termine di un percorso
    di totale identificazione con lo scrittore, finì
    per seguirne tragicamente il destino,
    suicidandosi anchegli nel 1978, dopo aver
    completato la registrazione televisivo del dramma
    di Lajolo.

10
  • Il vizio assurdo, cioè il suicidio, lombra
    minacciosa della morte, che perseguitò in vita
    sotto forma di depressione Pavese, ritorna con un
    tono lirico essenziale, assoluto, nella raccolta
    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, dieci
    disperate liriche dedicate allultimo amore per
    lattrice americana Costance Dowling. Si erano
    conosciuti verso le fine del 49, si erano amati
    per tutta la primavera seguente, poi la storia
    era finita. La fine di questo amore è il preludio
    (la causa ? loccasione?) per il gesto definitivo
    da tanto tempo immaginato vagheggiato. Verrà la
    morte rappresenta con esattezza spoglia la
    concezione di Pavese della vita, come avventura
    senza speranza. Quellultimo verso -Scenderemo
    nel gorgo muti- sembra non lasciare illusioni.

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Costance Dowling
12
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
  • Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-questa morte
    che ci accompagnadal mattino alla sera,
    insonne,sorda, come un vecchio rimorsoo un
    vizio assurdo. I tuoi occhisaranno una vana
    parola,un grido taciuto, un silenzio.Così li
    vedi ogni mattinaquando su te sola ti
    pieghinello specchio. O cara speranza,quel
    giorno sapremo anche noiche sei la vita e sei il
    nulla
  • Per tutti la morte ha uno sguardo.Verrà la morte
    e avrà i tuoi occhi.Sarà come smettere un
    vizio,come vedere nello specchioriemergere un
    viso morto,come ascoltare un labbro
    chiuso.Scenderemo nel gorgo muti.

13
  • il poeta nelle ultime lettere a Constance
    Dowling Carissima, non sono più in animo di
    scrivere poesie. Le poesie sono venute a te e se
    ne vanno con te. Questa lho scritta qualche
    pomeriggio fa, durante le lunghe ore allHotel in
    cui aspettavo, esitando, di chiamarti. Perdonane
    la tristezza, ma ero anche triste. Vedi, ho
    cominciato con una poesia in inglese e finisco
    con un'altra. Cè in esse tutta lampiezza di
    quel che ho sperimentato in questo mese lorrore
    e la meraviglia.
  • Nessuna sintesi renderebbe in modo migliore il
    contenuto di queste ultime poesie di Pavese.
  • Some one has diedlong time ago some one who
    triedbut didnt know.Qualcuno è mortotanto
    tempo fa qualcuno che tentòma non seppe.

14
Alcuni Romanzi
  • Il Carcere
  • E un romanzo breve scritto poco dopo il
    confino,nel 1939,ma pubblicato solo
  • nel 1949,e appunto riecheggia fortemente
    lesperienza del confino a Brancaleone
    Calabro,dal 1935 al 1936,per ordine del regime
    fascista.
  • La casa in collina
  • E un romanzo breve scritto tra il 1947 e il
    1948,e pubblicato nel 1949 allinterno della
    raccolta Prima che il gallo canti. Vi si
    affronta il tema della solitudine esistenziale e
    dellimpossibilità di prendere parte agli
    avvenimenti comuni.

15
Prima che il gallo canti
  • I due romanzi raccolti nel volume prima che il
    gallo canti e pubblicati nel 1949, già nel
    titolo si esprime con una espressione evangelica
    il tradimento del protagonista verso gli altri.
    Questo a causa della solitudine, della
    incomunicabilità con gli altri e la realtà
    esterna. Così il carcere non è quello fisico ma
    limpossibilità soggettiva di partecipare alla
    vita.

16
Paesi tuoi
  • E un romanzo breve scritto nel 1939 e pubblicato
    due anni dopo. Il tema principale è una
    trasfigurazione ferale e primitiva della campagna
    vista attraverso gli occhi del cittadino Berto.
  • Inaugura con questo testo la narrativa
    neorealista, adottando un dialogo asciutto, con
    periodi brevi, una lingua duso,che in parte
    mutuava dagli scrittori americani che aveva
    tradotto in precedenza.
  • Da questo testo nasce il Pavese più autentico,
    che ha le radici nellItalia di provincia.
  • La mirabile rappresentazione del paesaggio, il
    racconto condotto in prima persona, la traduzione
    in italiano di un linguaggio misto di dialettismi
    e termini italianizzati, che Pavese non ripropone
    in modo speculare ma sarebbe il modus loquendi
    del protagonista se parlasse correttamente
    lItaliano.

17
La luna e i falò
  • Pubblicato nel 1950,è considerato il capolavoro
    di Pavese,in quanto riesce ad unire riflessione
    storica,viaggio nella memoria collettiva e
    personale con suggestioni legate alle Langhe,la
    sua terra natale.
  • Leggendo il testo si ha limpressione di essere
    davanti ad unopera finale, è ricercata la
    sintesi, la ricerca delle proprie radici, il mito
    della fanciullezza, la conoscenza appassionata
    per i lavori dei campi, la sensualità della
    natura mescolata con le stagioni.
  • I temi si uniscono perfettamente in equilibrio
    allo stile , il sapiente alternarsi dei dialoghi
    con il monologo interiore, il compenetrarsi tra
    realtà e simbolo, presente e passato.

18
  • Dialoghi con Leucò
  • Sono una serie di 27 brevissimi racconti in forma
    di dialoghi,che hanno come protagonisti
    personaggi della mitologia e della letteratura
    greca,come Saffo,Edipo,Endimione,Meleagro e
    altri. Scritti dal 1945 al 1947,vennero
    pubblicati nel 1949 presso Einaudi.

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Raccolte di romanzi brevi
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Il mestiere di vivere e del poeta
  • Dibattuto tra gli estremi di una orgogliosa
    affermazione di sé e della constatazione di una
    sua inadattabilità alla vita, Pavese sceglie fin
    da ragazzo la letteratura come schermo
    metaforico della sua condizione esistenziale
    (Venturi), in essa cercando la risoluzione dei
    suoi conflitti interiori.

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Cronologia delle opere
1931-32 Ciau Masino
1936 Lavorare stanca
1941 Paesi tuoi
1942 La spiaggia
1946 Feria dagosto
1947 Il compagno
1947 Dialoghi con Leucò
1949 Prima che il gallo canti
1949 La bella estate
1950 La luna e i falò
1951 Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
1952 Il mestiere di vivere
1966 Vita attraverso le lettere
22
Lattività di traduttore
  • Moby Dick di Hermann Melville tradotto nel 1932
    per led. Frassinelli
  • Riso nero di Sherwood Anderson tradotto per
    Frassinelli nel 1932
  • Dedalus di James Joyce tradotto nel 1933 per
    led. Frassinelli
  • Un mucchio di quattrini di J.Dos Passos tradotto
    nel 1938 per Mondadori
  • Uomini e topi di J. Steinbeck tradotto per
    Bompiani nel 1938
  • David Copperfield di C. Dickenstradotto per
    Einaudi nel 1939
  • Benito Cereno di H.Melville tradotto nel 1940
    sempre per Einaudi

23
Webliografia
  • http//it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Pavese
  • . www.centrostudipavese.it
  • www.fondazionecesarepavese.it
  • www.la-poesia.it/italiani/fine-1900/pavese
  • www.parcoletterario.it/it/autori/pavese.htm

24
Bibliografia
  • L . Mondo - Quell'antico ragazzo.
  • Vita di Cesare Pavese, Rizzoli, 2006, 239 p.
  • Davide Lajolo - Il vizio assurdo.
  • Storia di Cesare Pavese (1960),
  • Mondadori, 1978
  • N.Ginzburg - Le piccole virtù,
  • Einaudi, 1962, 134 p

25
È bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si
sente liberi e responsabili. Una forza tremenda
è in noi,la libertà. Si può toccare l'innocenza.
Si è disposti a soffrire.
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Il realismo lirico e simbolico
  • Pavese e Vittorini

27
AL DI LÀ DEL NATURALISMO OTTOCENTESCO
  • Negli anni trenta e quaranta, e poi nel corso del
    dopoguerra, è difficile individuare, nella
    narrativa, una linea di sviluppo univoca e
    dominante

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Alla ricerca di una letteratura nuova, Cesare
Pavese (1908-50) ed Elio Vittorini (1908-66)
  • Prendendo le distanze dal Naturalismo
    ottocentesco, essi osservano la realtà adottando
    un punto di vista insieme lirico e simbolico.
  • il testo letterario non può essere ridotto a
    rispecchiamento mimetico del mondo esterno
  • per entrambi uno dei fini principali della
    scrittura è la capacità di illuminare la realtà.
    (tensione gnoseologica)
  • deriva alla scrittura limpegno (lengagement,
    secondo il termine proposto più tardi dalla
    cultura francese) che le fa cogliere la
    dimensione esistenziale e antropologica.

29
IL MITO AMERICANO
  • La scoperta degli autori americani, che, per
    impulso di Pavese e Vittorini, vengono tradotti e
    diffusi nella cultura italiana degli anni trenta
    e quaranta, contribuisce a fornire una nuova
    lente attraverso cui guardare e interpretare il
    reale, con
  • nuovi strumenti espressivi (dialogo)
  • bisogno di concretezza e esigenza di
    universalità
  • LAmerica eroica e leggendaria di Pavese e
    Vittorini, è celebrata, a livello non solo
    letterario ma anche civile e politico, come luogo
    della libertà (contro limmobilismo dalla
    dittatura fascista).

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AMERICANA
  • una antologia della letteratura USA, fondata su
    classici ottocenteschi (Poe, Hawthorne, Melville)
    fino ai contemporanei (Faulkner, Hemingway,
    Steinbeck), viene subito bloccata dalla censura
    fascista, perché presenta commenti da parte del
    curatore, Vittorini, che risultano sgraditi al
    regime.
  • America del New deal rooseveltiano emblema della
    dimensione a cui deve tendere chiunque sia deciso
    a difendere la dignità della condizione umana.
  • La nuova edizione, approntata nel 1942 e
    depurata delle note critiche di Vittorini, esce
    con una prefazione di Cecchi, i cui toni
    antiamericani nel denunciare la violenza, gli
    onori, la trasandatezza dello stile degli autori
    antologizzati sono giudicati eccellenti dal
    ministro della Cultura popolare fascista.

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UNA FORMA DI DISSENSO
  • LAmerica costituisce per molti scrittori la
    patria di una letteratura moderna e
    antitradizionale
  • Rispetto al provincialismo della cultura
    italiana ufficiale, la celebrazione del mito
    americano diventa unespressione di critico
    dissenso contro la cultura autarchica del regime
    fascista
  • Vittorini (e Vasco Pratolini) maturano simile
    atteggiamento negli ambienti fiorentini del
    fascismo di sinistra
  • Pavese nella Torino antifascista e gobettiana di
    Giustizia e libertà

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LA GUERRA
  • Dopo l8 settembre 1943 la nazione sembra
    sullorlo della disfatta, occupata in parte dagli
    eserciti tedeschi e in parte dalle truppe
    angloamericane.
  • lorganizzazione della Resistenza per liberare
    lItalia dai nazifascisti incide in profondità
    sulle idee e sugli atteggiamenti degli uomini di
    cultura, obbligandoli a una sorta di esame di
    coscienza, nella consapevolezza di trovarsi alle
    soglie di unepoca nuova.

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LA SMANIA DI RACCONTARE
  • La guerra e la Resistenza, come ha osservato
    Italo Calvino nel 1964 (nella Prefazione aggiunta
    a una nuova edizione della sua opera desordio,
    il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, 1947),
    generano unautentica smania di raccontare,
    frutto della ritrovata libertà dopo il tempo
    della dittatura.
  • desiderio di testimoniare
  • nella forma immediata del documento (la lettera,
    il diario, lappunto, il resoconto)
  • o per mezzo di scritture più elaborate (il
    romanzo o il racconto).

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esprimere quello di cui ci sentivamo depositari
-Calvino
  • era un senso della vita come qualcosa che può
    ricominciare da zero, un rovello problematico
    generale, anche una nostra capacità di vivere lo
    strazio e lo sbaraglio. Lessere usciti da
    unesperienza che non aveva risparmiato nessuno,
    stabiliva unimmediatezza di comunicazione tra lo
    scrittore e il suo pubblico si era faccia a
    faccia, alla pari, carichi di storie da
    raccontare, ognuno aveva avuto la sua, ognuno
    aveva vissuto vite irregolari drammatiche
    avventurose, ci si strappava la parola di bocca.

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LE NUOVE COORDINATE DELLA NARRATIVA POSTBELLICA
  • Linteresse per il documento, per la storia
    vissuta
  • concorso bandito dalla rivista Il politecnico,
    diretta da Vittorini, nel numero dell8 dicembre
    1945, far conoscere agli italiani lItalia al di
    fuori di qualsiasi retorica o leggenda.
  • lattenzione, la semplicità, la precisione, la
    verità diventano le coordinate della narrativa
    italiana

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modelli
  • lesempio del realismo ottocentesco
  • la lezione di autori affermatisi in Italia sul
    finire degli anni venti, come Moravia, Alvaro,
    Silone

37
Neorealismo. UNETICHETTA CRITICA
  • Lespressione, calco dellequivalente tedesco
    Neue Sachlichkeit (Nuova oggettività), con coi si
    designa il movimento artistico sorto in Germania
    negli anni venti come reazione allEspressionismo,
    viene usata in Italia per la prima volta in
    ambito cinematografico, per indicare la novità
    del film Ossessione (1943) di Luchino Visconti
    (1906-76), tratto dal romanzo Il postino suona
    sempre due volte (1934) dello scrittore americano
    James Cain.
  • Ma è negli anni del dopoguerra che il termine si
    diffonde, per designare la tendenza del cinema
    italiano dellepoca, con capolavori come Roma
    città aperta (1945), Paisà (1946) e Germania anno
    zero (1947) di Roberto Rossellini (1906-77) e
    Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948) di
    Vittorio De Sica (1901-74).
  • protagonista del nuovo cinema diventa la
    rappresentazione (in chiave morale e politica)
    della realtà quotidiana e popolare, spesso
    affidata ad attori anonimi e non professionisti.

38
il termine viene applicato anche in ambito
letterario 1943 e il 1950
  • non tanto una scuola o una corrente, quanto una
    serie di costanti tematiche e formali peculiari
    della narrativa.
  • Il Neorealismo non fu una scuola. Fu un insieme
    di voci, in gran parte periferiche, una
    molteplice scoperta delle diverse Italie, anche o
    specialmente delle Italie fino allora più inedite
    per la letteratura. Calvino, Prefazione del 1964
  • limiti cronologici
  • Maria Corti nel 1943 ha inizio la Resistenza,
    così vitale e produttiva ... agli effetti dello
    strutturarsi di una scrittura neorealistica,
    mentre nel 1948 prende avvio linvoluzione
    politica italiana con le conseguenti delusioni
    degli intellettuali e il declino della narrativa
    fiduciosamente impegnata.

39
PUNTI DI VISTA SULLA REALTÀ
  • comune attenzione, sul piano tematico, alla
    recente storia italiana
  • in Vittoriani prevale la ricerca di soluzioni
    espressive liriche e musicali
  • mentre in Pavese e in Fenoglio la
    rappresentazione della realtà è piegata a
    riflessione sul significato universale
    dellesistenza umana.

40
LA FINE DELLE ILLUSIONI
  • dal 1948, con le elezioni del 18 aprile risoltesi
    in una netta vittoria della Democrazia cristiana
    contro le sinistre alleate nel Fronte popolare e
    tutti i partiti minori, inizia in Italia una fase
    di politica moderata e di radicale scontro
    ideologico.
  • Franco Fortini, lagonia ingloriosa della più
    grande speranza nazionale dopo il Risorgimento
  • sfiducia e la delusione degli scrittori
    neorealisti circa la possibilità di contribuire
    con il proprio lavoro alla rappresentazione della
    realtà e al progresso della vita civile.

41
IL RITORNO AL PRIVATO
  • a partire dalla fine degli anni cinquanta la
    narrativa prende a cercare soluzioni nuove.
  • come testimonia linchiesta sul romanzo promossa
    nel 1959 dalla rivista Nuovi argomenti, dopo
    loggettività corale del Neorealismo e le memorie
    personali subentra il ritorno alla soggettività
    del racconto in prima persona. È il caso, per
    esempio, di scrittori come Carlo Cassola
    (1917-87) e Giorgio Bassani (1916-2000)

42
Cesare Pavese
  • LINCONTRO CON GLI SCRITTORI AMERICANI
  • Dalla fine degli anni venti traduce alcuni
    capolavori della moderna letteratura inglese e
    americana le opere di Sinclair Lewis, Moby Dick
    di Herman Melville, Riso nero di Sherwood
    Anderson, Dedalus di James Joyce, Il 42 parallelo
    di John Dos Passos.
  • una letteratura legata al fare degli uomini,
    alla pesca delle balene o ai campi di granturco o
    alle città industriali, creando miti nuovi della
    vita moderna che avevano la forza di simboli
    primordiali della coscienza, creando dalla lingua
    parlata un nuovo linguaggio poetico tutto cose.
    La letteratura doltreoceano gli si presenta come
    un grande laboratorio, dove ciò che conta è
    creare un gusto, uno stile, un mondo moderni, un
    nuovo linguaggio, materiale e simbolico, Calvino

43
I MOTIVI ARCHETIPICI DELLESORDIO POETICO
  • Nel 1936 Pavese esordisce come poeta con la
    pubblicazione, presso le Edizioni di Solaria,
    di Lavorare stanca
  • raccolta di liriche di stampo narrativo in netto
    contrasto, sotto laspetto stilistico e
    lessicale, con la linea dellErmetismo allora
    dominante.
  • Loriginalità dellopera
  • scelte metrico-formali influenzate dal verso
    lungo del poeta statunitense Walt Whitman
    (1819-92)
  • linguaggio dimesso e prosaico, incline al
    racconto

44
temi
  • lopposizione tra città e campagna
  • il contrasto fra infanzia e maturità
  • il conflitto tra uomo e donna
  • la solitudine e lo sradicamento
  • la ricerca di un contatto impossibile con
    laltro
  • nel componimento in apertura del libro la matrice
    di una delle costanti tematiche dellintera opera
    pavesiana limmagine archetipica e fondamentale
    del nostos, del ritorno al luogo delle origini,
    come termine e approdo di ogni esistenza nomade e
    avventurosa, destinato a essere sviluppato e
    approfondito fino al romanzo conclusivo La luna e
    i falò (1950).

45
LAPPRODO ALLA NARRATIVA ANTINATURALISTICA
  • Tra 1935 e 1936, per motivi politici, Pavese è
    costretto dalla polizia fascista a trasconere un
    periodo di confino a Brancaleone Calabro qui
    inizia a scrivere un diario privato, che,
    ritrovato fra le sue carte allindomani della
    morte, verrà pubblicato nel 1952 col titolo Il
    mestiere di vivere.
  • Da queste pagine risulta linteresse che, intorno
    alla metà degli anni trenta, Pavese comincia a
    rivolgere alla narrativa (racconto o romanzo
    breve), con lintenzione di piegare questa forma
    espressiva in direzione antinaturalistica.

46
PAESI TUOI
  • romanzo breve apparso nel 1941
  • colpisce i lettori per il ritmo rapido e
    diretto, per lo stile crudamente realistico.
  • Al centro del romanzo è lavventura del giovane
    Berto, un meccanico di Torino, che, abbandonata
    la città, va a lavorare in campagna, scoprendo un
    mondo intriso di violenza, sangue e sesso.

47
IL MITO
  • Negli anni della guerra Pavese approfondisce lo
    studio delle tradizioni folkloristiche e
    popolari.
  • numerose fonti (la Scienza nuova di Vico, le
    opere dei filosofi romantici, i più recenti testi
    di psicoanalisi, antropologia ed etnologia, fra
    cui specialmente quelli di Carl Gustav Jung e di
    Ernesto De Martino Lucien Lévy-Bruhl, Kàroly
    Kerényi, James Frazer), egli arriva a scoprire
    nel mito una forma di conoscenza e
    rappresentazione della realtà superiore a quella
    attingibile mediante la logica razionale.
  • Lo sforzo di elaborazione teorica di una poetica
    del mito trova spazio nei racconti e nei saggi
    pubblicati da Pavese nelle raccolte Feria
    dagosto (1946) e Dialoghi con Leucò (1947).

48
Mito-LINFANZIA
  • valore del passato - importanza dei ricordi
  • centralità dellinfanzia come età di
    straordinaria forza e intensità percettiva,
    durante la quale ogni individuo si forma un
    proprio codice interpretativo, destinato a durare
    per tutta la vita.
  • Pavese Larte moderna è - in quanto vale - un
    ritorno allinfanzia. Suo motivo perenne è la
    scoperta delle cose, scoperta che può avvenire,
    nella sua forma più pura, soltanto nel ricordo
    dellinfanzia. E in arte si esprime bene soltanto
    ciò che fu assorbito ingenuamente. Non resta agli
    artisti che rivolgersi e ispirarsi allepoca in
    cui non erano artisti, e questa è linfanzia.

49
IL COMPITO DELLA POESIA
  • importanza della memoria (individuale e
    collettiva), come strumento di recupero
    dellautenticità perduta.
  • conoscere è sempre riconoscere (Le cose si
    scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno),
    è vedere le cose una seconda volta, è ricordare.
  • spetta alla poesia il compito di risalire
    allindietro e illuminare la matrice remota da
    cui deriva il senso della storia e della vita.

50
Dal mythos al logos
  • Attraverso i ricordi si può raggiungere l
    assoluto, la radice stessa dellessere, il suo
    nucleo mitico assoluto è il selvaggio che
    sedimenta al fondo della civiltà, è il proibito
    (la natura torna selvaggia quando vi accade il
    proibito sangue o sesso), è lirrazionale, è il
    mistero.
  • Tuttavia, come il mito (per poter essere
    comunicato) deve essere ridotto a logos
  • Poesia è ora lo sforzo di afferrare la
    superstizione il selvaggio il nefando e
    dargli un nome, cioè conoscerlo, farlo innocuo.

51
Feria dagosto
  • Tutti questi temi sono sviluppati in questopera
  • opera composita formata da racconti, pagine
    saggistiche e riflessive, dichiarazioni di
    poetica
  • da un lato esplora il mito del ritorno quale
    esperienza paradigmatica dellumanità che, dopo
    essersi staccata dalla natura, ritrova il
    selvaggio nel cuore della civiltà, come ladulto
    ritrova nellinconscio il bambino, che sopravvive
  • dallaltro, metaletterariamente, racconta
    loperazione stessa del raccontare.

52
Dialoghi con Leucò
  • scritti tra il dicembre del 1945 e il settembre
    del 1946 unopera ardua e difficile, ma ritenuta
    dallautore il suo libro più significativo.
  • Pavese adotta la forma dialogica sul modello
    delle Operette morali leopardiane e reinterpreta
    la mitologia classica alla luce delle moderne
    scoperte etnologiche, con una prospettiva insieme
    ironica e drammatica.
  • ventisette brevi dialoghi in cui gli eroi e gli
    dèi del mito greco rievocano lincontro con i
    mostri che popolavano la terra prima del loro
    avvento.
  • Il passaggio dallinfanzia alla maturità, che
    significa assunzione di responsabilità ma anche
    accettazione dei propri limiti, viene qui
    rappresentato come passaggio dal mondo dei
    titani, caotico e irrazionale ma libero, a quello
    degli dèi e degli eroi, razionale ma pieno di
    obblighi e norme.

53
LO SCONTRO CON LA REALTÀ E CON LA STORIA
  • Tra ottobre e dicembre del 1946 Pavese lavora a
    un nuovo romanzo, Il compagno (edito nel 1947),
    lunica sua opera ascrivibile in qualche misura
    alla corrente neorealista
  • storia di Pablo, un giovane nullafacente,
    suonatore di chitarra, vagabondo, che approda
    alla maturità e allantifascismo.

54
La casa in collina
  • ricco di riferimenti autobiografici
  • La storia si svolge nel corso del 1943, allepoca
    della guerra partigiana e della caduta di
    Mussolini.
  • La collina, elemento costitutivo
    dellimmaginario pavesiano, appare allinizio del
    romanzo come il luogo del mito, dellassenza
    della storia, come il simbolo di un modo di
    vivere solitario, incline alla contemplazione più
    che allazione ma, nel corso dellopera, il
    protagonista scopre drammaticamente che soltanto
    nellincontro con la realtà, con la concreta
    società che lo circonda, egli può pervenire alla
    conoscenza di sé e del proprio destino.
  • Alla fine del romanzo, il ritorno di Corrado alla
    collina dellinfanzia, che ha le movenze di un
    viaggio fiabesco, di un cammino iniziatico, è un
    ritorno verso il luogo del proprio autentico
    essere, in contrapposizione alla città, spazio
    umano dellinautentico, del divenire caotico
  • ma diventa anche un procedere nel regno dei morti
    alla ricerca della propria identità infatti
    anche sulla collina è arrivata la guerra, che non
    ha risparmiato lo spazio mitico del passato, anzi
    ne ha sancito la distruzione, la morte.

55
IL VIAGGIO FALLIMENTARE DI ANGUILLA
  • Il rapporto tra mito e storia è centrale
    nellultimo romanzo pavesiano, La luna e falò
  • scritto nel 1949 e pubblicato lanno successivo
  • In esso viene ripreso il tema ulissiaco del
    nòstos, del ritorno ai luoghi natali, di cui si
    predicano, al contempo, la necessità e
    limpossibilità.
  • Il protagonista Anguilla, quarantenne, dopo
    avere fatto fortuna in America, decide di tornare
    nelle Langhe piemontesi dove è cresciuto, con la
    segreta speranza di ritrovare così le proprie
    radici. Ma la sua è una illusione, che viene
    smentita, come egli scopre presto, dai fatti e
    dalla storia la terra della sua infanzia è
    profondamente mutata, le persone sono cambiate o
    scomparse, e il passato appare per sempre
    irrecuperabile.

56
LULTIMO MESSAGGIO
  • La luna e i falò è lultima opera dello
    scrittore.
  • Nei primi mesi del 1950 finisce la storia con
    lattrice americana Constance Dowling (Connie)
  • Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, scrive in
    una poesia del marzo del 1950 e, negli stessi
    mesi, annota nel diario Sono entrato nel gorgo
    contemplo la mia impotenza .... La risposta è
    una sola suicidio.
  • Nella notte fra il 26 e il 27 agosto 1950, in un
    albergo torinese, Pavese si uccide con una dose
    massiccia di sonniferi.
  • Lultimo messaggio viene lasciato dallautore,
    manoscritto, sulla prima pagina di una copia di
    Dialoghi con Leucò Perdono tutti e a tutti
    chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi
    pettegolezzi.

57
Le ultime pagine del Mestiere di vivere
  • È la prima volta che faccio il consuntivo di un
    anno non ancor finito. Nel mio mestiere dunque
    sono re.
  • In dieci anni ho fatto tutto. Se penso alle
    esitazioni di allora.
  • Nella mia vita sono più disperato e perduto di
    allora. Che cosa ho messo insieme?..
  • Non ho più nulla da desiderare su questa terra,
    tranne quella cosa che quindici anni di
    fallimenti ormai escludono.
  • Questo il consuntivo dellanno non finito, che
    non finirò.
  • Ti stupisci che gli altri ti passino accanto e
    non sappiano, quando tu passi accanto a tanti e
    non sai, non tinteressa, qual è la loro pena, il
    loro cancro segreto?
  • 18 agosto.
  • La cosa più segretamente temuta accade sempre.
  • Scrivo o Tu, abbi pietà. E poi?
  • Basta un po di coraggio.
  • Più il dolore è determinato e preciso, più
    listinto della vita si dibatte, e cade lidea
    del suicidio.
  •  Sembrava facile, a pensarci. Eppure donnette
    lhanno fatto. Ci vuole umiltà, non orgoglio.
  •  Tutto questo fa schifo.
  • Non parole. Un gesto. Non scriverò più.

58
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi 
  •  
  • Verrà la morte e avrà i tuoi occhi  questa morte
    che ci accompagna  dal mattino alla sera,
    insonne,  sorda, come un vecchio rimorso  o un
    vizio assurdo. I tuoi occhi  saranno una vana
    parola,  un grido taciuto, un silenzio.  Cosí
    li vedi ogni mattina  quando su te sola ti
    pieghi  nello specchio. O cara speranza,  quel
    giorno sapremo anche noi  che sei la vita e sei
    il nulla.  
  • Per tutti la morte ha uno sguardo.  Verrà la
    morte e avrà i tuoi occhi.  Sarà come smettere
    un vizio,  come vedere nello specchio 
    riemergere un viso morto,  come ascoltare un
    labbro chiuso.  Scenderemo nel gorgo muti.    
    (Poesie, Einaudi, Torino 1961) 

59
(No Transcript)
60
Paesi tuoi
  • approfondimento

61
Paesi tuoi racconta una storia cupa e violenta di
passioni primitive
  • la racconta in prima persona Berto, un
    cittadino, un operaio uscito di galera, che è
    andato a lavorare in campagna con un suo compagno
    di prigionia, il contadino Talino.
  • Scopre così un mondo arcaico, selvaggio e
    irrazionale
  • in cui Talino, finito in carcere per aver dato
    fuoco alla cascina di un rivale, la Grangia, può
    avere avuto un rapporto incestuoso con la sorella
    Gisella.

62
Tra Berto e la ragazza nasce un idillio.
  • Quando, durante la trebbiatura, Talino scorge la
    sorella che offre a Berto un secchio dacqua,
    fuori di sé dalla gelosia e dalla stanchezza, la
    uccide per poi darsi alla fuga nei campi.
  • La lenta morte per dissanguamento della ragazza
    ha più il valore mitico di un rito arcaico (il
    sacrificio per le messi) che quello realistico di
    un documento sociale .

63
Il tema
  • lincontro-scontro tra città e campagna
  • lindividuazione nel mondo contadino di una
    forma di esistenza primordiale che continua a
    conservare tratti di una ritualità ancestrale
  • il suo naturalismo iniziale risente, più che di
    Verga, del DAnnunzio verista e di Nietzsche.

64
  • La campagna è colta dal punto di vista
    delluomo di città, dellintellettuale
  • In quei riti antichi di sangue e di sesso,
    vuole recuperare il senso vero dellesistenza e
    finisce ogni volta per riscoprire la propria
    solitudine
  • (R. Luperini, 1981).
  • una frattura incolmabile tra Pavese e la
    tradizione del naturalismo veristico
  • egli non rinuncia mai a immaginare un personaggio
    che esprima più o meno direttamente, il punto di
    vista dellautore.
  • Paesi tuoi cfr. J Steinbeck, Of mice and men e
    The sound and the fury di Faulkner
  • un romanzo nel quale la necessità di esprimere
    pensieri e parole di personaggi proletari e
    contadini immersi in una condizione di continua
    violenza costringe alla scelta di una lingua
    lontana dalla tradizione aulica e intessuta di
    dialettismi.

65
Paesi tuoi è anche il più americano dei libri
di Pavese
  • (evidente è linfluenza di Faulkner e di
    Steinbeck),
  • lessenzialità dei gesti e dei dialoghi
  • antiletterarietà. Per questo divenne poi un punto
    di riferimento fondamentale della giovane
    narrativa del Neorealismo.

66
Neorealista mamotivazioni completamente diverse
da quelle degli scrittori realisti
  • si rivolge ad una realtà che scandaglia con
    strumenti che risentono dellapproccio
    sociologico e antropologico anglosassone
  • Ha curiosità per la psicologia junghiana,
    tendente a far emergere gli archetipi culturali
    collettivi, particolarmente forti nellarcaica
    società contadina.

67
La casa in collina
  • approfondimento

68
La casa in collina -1948.
  • autoanalisi lintellettuale, messo di fronte
    alla tragedia della guerra e alle esigenze di
    impegno poste dalla Resistenza, rivela la propria
    ambiguità e incertezza.
  • Tema la solitudine
  • condizione esistenziale, ma anche frutto di una
    situazione storica

69
RIASSUNTO
  • Nel corso del 1943 Corrado, che insegna scienze
    in un istituto di Torino, scende in città solo
    per lavorare la sera torna sulla collina, dove
    vive in una stanza presa in affitto nella villa
    di proprietà di una vecchia e di sua figlia
    Elvira, zitella intorno alla quarantina.
  • è amorevolmente accudito da Elvira che non
    nasconde lambizione di accasarsi con lui
  • può ampiamente realizzare il suo desiderio di
    restare solo ed estraneo a quanto capita intorno
    a lui
  • ma non può sopportare le attenzioni di Elvira e
    della madre che hanno la tendenza ad
    impossessarsi di lui
  • non può eliminare un senso generale di
    insoddisfazione per il proprio astrarsi dalla
    vita.

La situazione di Corrado è soddisfacente sotto
alcuni aspetti sfugge ai pericoli dei
bombardamenti notturni
70
Una sera, girando sulle colline, capita in
unosteria isolata nella campagna lì incontra
Cate, una giovane donna con la quale qualche anno
prima aveva avuto una relazione finita male
  • Ciò che colpisce Corrado è che Cate abbia un
    figlio, Dino, che per letà potrebbe essere il
    suo sospetto reso più forte dal fatto che Dino è
    il diminuitivo di Corrado
  • Questo lo spinge a frequentare Cate, la quale
    nega che Dino sia suo figlio.
  • Corrado cerca lamicizia del bambino, l
    accompagna in lunghe passeggiate sulle colline,
    gli insegna alcune nozioni sulle piante e sugli
    animali, riconosce in lui alcuni tratti del suo
    carattere.

71
Le serate passate allosteria sono anche momenti
di discussione politica
  • i proprietari sono i nonni di Cate che, assieme
    al fratello e ad altri, sono impegnati
    nellattività antifascista.
  • La situazione sembra prendere una piega
    favorevole col 25 luglio del 1943
  • ma il governo Badoglio, insediatosi dopo la
    caduta di Mussolini, dichiara la prosecuzione
    della guerra a fianco dei nazisti
  • le cose precipitano l8 settembre, con la resa
    dellItalia e la formazione nella parte
    settentrionale del paese della Repubblica di
    Salò.

72
Comincia allora la guerra partigiana e le colline
vengono percorse da soldati sbandati che tentano
di rientrare alle loro case o di unirsi alle
formazioni partigiane.
  • Elvira gli procura un rifugio in un convento di
    Chieri dove, poco dopo, viene portato anche Dino.
  • Ma il bambino manifesta il desiderio di andare ad
    unirsi ai partigiani ed una mattina si allontana
    dal convento.
  • Inizia anche la repressione dei nazi-fascisti il
    fratello di Cate è imprigionato, e un giorno
    vengono arrestati tutti gli abitanti
    dellosteria, dove venivano nascoste delle armi.
  • Anche Cate viene catturata e lunico a scampare è
    Dino, raccolto da Corrado che lo affida ad
    Elvira lui stesso deve cambiare aria perché, per
    quanto non coinvolto, era un frequentatore
    dellosteria

73
Il nostos e la catabasi
  • Corrado continua a restare estraneo a quanto
    succede intorno, ma quando comincia a temere che
    i fascisti lo possano cercare anche nel suo
    rifugio, decide di rientrare a casa dei suoi
    genitori, nelle Langhe.
  • intraprende un viaggio attraverso le colline e
    le vallate, cercando di evitare i rastrellamenti
    e i posti di blocco
  • quando è già vicino a casa, assiste ad
    unimboscata di partigiani contro una colonna
    fascista la vista di quei giovani morti, di
    quelle vite spezzate gli fa improvvisamente
    prendere coscienza del fatto che non si può
    restare al di fuori, non è possibile rimanere
    neutrali a guardare, perché la guerra chiede
    conto a tutti del comportamento che ciascuno ha.

74
LA CASA IN COLLINA lo stile e la lingua
  • la vicenda narrata è chiara delineazione di
    alcuni nodi simbolici
  • al di là dei fatti, una riflessione generale sui
    grandi problemi esistenziali.
  • analisi ed autoanalisi del linguaggio
    testimonianza ne Il mestiere di vivere. Diario
    1935-1950
  • assoluta diffidenza di Pavese per tutte le
    avanguardie, o sperimentalismi fondati sulla
    forzatura o sulla distorsione dellespressione
    linguistica
  • Rifiuto della la prosa darte, del frammentismo
  • Vuole una lingua che sia insieme classica e
    parlata.

75
le soluzioni adottate
  • in Paesi tuoi ed ancora nel Compagno erano in
    massima parte improntate allinserimento di una
    certa quantità di termini dialettali nel contesto
    linguistico, soprattutto nei dialoghi
  • Qui un iposistema una specie di sistema
    linguistico profondo largamente regionale. Più
    che abbassamento della lingua al dialetto, o
    innalzamento del dialetto alla lingua,si tratta
    di unallusione al dialetto da parte della lingua
    (G.L. Beccaria, 1989).

76
Romano Luperini
  • Calvino è la meditazione che nasce dal
    contrasto tra storia e morale umana metastorica
    (I. Calvino, 1980).
  • La superiorità di La casa in collina sulle altre
    opere nasce dal coraggio di autoanalisi ancora
    una volta lintellettuale, messo di fronte alla
    Resistenza e alle esigenze di un impegno
    personale, rivela la propria ambiguità,
    unincertezza che gli nasce dalla provvisorietà
    stessa del suo ruolo e della sua collocazione di
    classe.
  • (R. Luperini, 1981).

77
La luna e i falò
  • nuclei tematici attorno ai quali si addensa la
    materia narrata.

78
  • Il protagonista e narratore

tempo
  • narrazione frantumata sull'asse del tempo, in un
    arco che comprende più o meno tutte le età del
    narratore che parla in prima persona
  • quarant'anni.
  • è un uomo di circa quarant'anni che inizia a
    parlare nel momento in cui è tornato al paese
    dove è cresciuto una località delle Langhe, di
    cui non si dice il nome, che è tuttavia
    identificabile con S. Stefano Belbo.
  • Egli risiede ancora a Genova, dove ha avviato
    un'attività commerciale dopo essere stato per
    parecchi anni negli Stati Uniti, e si reca al
    paese soprattutto durante l'estate.

79
bastardo
  • il bambino era stato messo a servizio alla Mora,
    una grossa tenuta del signor Matteo, dove era
    cresciuto ed era diventato un uomo capace di
    guadagnare la sua giornata
  • erano stati i contadini della Mora a dargli il
    soprannome col quale era conosciuto in paese,
    Anguilla.
  • era stato abbandonato e nell'ospedale di Alba
    da lì era stato tolto da una famiglia contadina,
    formata dal Padrino, da Virgilia e da due
    bambine, perché l'ospedale dava cinque lire al
    mese per il mantenimento del trovatello.
  • L'infanzia era trascorsa nella povertà e nel
    lavoro, fino a quando Padrino, non potendo più
    tirare avanti, aveva dovuto vendere il podere con
    la sua casa, Gaminella, e andare a lavorare
    come bracciante
  • .

80
La città
  • Arrivato il tempo del servizio militare, era
    stato mandato a Genova dove aveva fatto
    l'attendente di un ufficiale e si era messo con
    la serva di casa, Teresa. A Genova era rimasto,
    frequentando una scuola serale e divenendo amico
    di alcuni operai antifascisti
  • quando questi erano stati arrestati, Teresa gli
    aveva procurato un imbarco clandestino per gli
    Stati Uniti, dove Anguilla aveva fatto molti
    mestieri, spostandosi sempre più verso ovest,
    fino a stabilirsi in California.
  • Internato allo scoppio della guerra, in quanto
    cittadino di un paese nemico degli Stati Uniti,
    alla fine era tornato in Italia, a Genova.

81
Al paese ritrova Nuto, con il quale cerca di
capire il senso del, proprio andar via dalle
Langhe e del suo ritorno
  • Nuto, pur non avendo partecipato direttamente
    alla Resistenza è stato un fiancheggiatore delle
    bande partigiane, a spiegare il senso dello
    scontro e perché, alla fine, tutto sia tornato
    come prima i poveri sono sempre più poveri,
    mentre continuano a comandare i ricchi e i preti.
  • illuminante l'episodio del ritrovamento del
    cadavere di due spie fasciste, uccise durante la
    lotta armata dai partigiani
  • il parroco del paese ne approfitta per celebrare
    solennemente il loro funerale e fare una predica
    contro il pericolo del comunismo.

82
Gaminella nel passato e nel presente
  • La fine di Padrino
  • Nuto narra le vicende degli abitanti che sono
    morti durante l'assenza di Anguilla come siano
    scomparsi uno dopo l'altro i componenti della sua
    vecchia famiglia adottiva, Virgilia, le due
    sorellastre e, per ultimo, ridotto a chiedere la
    carità, Padrino.
  • Su questo si innesta il secondo nucleo tematico
  • ora alla Gaminella c'è una famiglia di
    mezzadri, formata dal Valino, sua cognata e sua
    suocera (la moglie è morta) c'è anche un
    bambino, nato storpio, Cinto.

83
Il degrado della miseria
  • A. con lui stabilisce un rapporto di amicizia,
    ha un sentimento quasi paterno, rivive in lui la
    sua fanciullezza
  • comincia a parlargli della possibilità di andar
    via dalla valle del Belbo
  • gli regala un coltello simile a quello che aveva
    avuto anche lui alla sua età. Parlando con Cinto
    si ricorda dell'usanza di accendere dei falò
    sulle colline nella notte di san Giovanni.
  • Anguilla va a rivedere la cascina e il podere
    dove è stato bambino, vede le condizioni di
    miseria estrema in cui vive la famiglia di
    Gaminella, nella quale la miseria e la
    disperazione fanno sì che tutti si comportino
    animalescamente
  • Valino ogni sera picchia le donne e Cinto.

84
Il falò di Gaminella
il ricordo della vita alla Mora
  • Anguilla, allora appena adolescente, aveva
    conosciuto lì Nuto
  • aveva avuto occasione di osservare la vita dei
    signori il Padrone Matteo, le sue due figlie di
    primo letto, Irene e Silvia, la seconda moglie e
    l'ultima figlia, una bambina, Santa.
  • Una sera, dopo che la padrona di Gaminella, ha
    fatto le parti del raccolto col Valino non
    lasciandogli neppure il cibo, questi, impazzito
    dalla disperazione, uccide le due donne e tenta
    di ammazzare anche Cinto, che lo minaccia col
    coltello e fugge alla fine, l'uomo dà fuoco alla
    cascina e si impicca nella vigna.

85
La dissoluzione della famiglia
  • le due figlie più grandi erano passate da un
    fidanzamento sbagliato all'altro, fino a fare
    entrambe una misera fine Irene era morta di
    tifo, Silvia aveva finito per sposare un
    fannullone dedito al gioco che, diventato padrone
    della Mora, se l'era mangiata in poco tempo.
  • Anguilla apprende tutto questo da Nuto, che però
    resta reticente riguardo alla sorte dell'ultima
    ragazza della Mora, Santa.

86
Nella conclusione del romanzo si ha il
ricongiungimento dei due temi, quello di Cinto e
di Gaminella, e quello della fine della Mora.
  • Nuto e Anguilla accompagnano Cinto sul luogo
    della tragedia. Nuto, a questo punto, vedendo
    che, Anguilla ha ormai capito in quale condizione
    di miseria e di ingiustizia vivono ancora gli
    abitanti della valle del Belbo, decide di
    rivelargli l'ultimo segreto
  • il falò del cadavere di Santa
  • Santa si era legata ad alcuni squallidi
    personaggi del fascismo locale
  • nel momento in cui era scoppiata la guerra
    partigiana si era messa a fare il doppio gioco
    forniva informazioni alle bande partigiane sulle
    colline. Ma alla fine si scoprì che Santa aveva
    anche fatto la spia per i fascisti
  • portata sulle colline era stata uccisa e il suo
    corpo bruciato, perché in quel tempo anche morta,
    poteva far gola a qualche sbandato che lavrebbe
    violentata. A tale livello di abiezione riduce la
    guerra.

87
Di fronte a tale realtà fallisce lo stesso
progetto di ritrovare unidentità e un paese
questultimo è anchesso diventato
irrimediabilmente straniero.
  • Anguilla riparte dopo aver dolorosamente
    sperimentato il crollo di ogni speranza di
    radicamento e didentità.

88
La luna e i falò
  • Un vero e proprio concentrato di archetipi
    tematici e narrativi

89
La ricerca delle proprie radici
  • il protagonista, attraverso i colloqui con
    l'amico d'infanzia Nuto, e attraverso i contatti
    con la gente del posto, riacquista a poco a poco
    il senso del suo attaccamento a quella terra, che
    egli percorre in lunghe passeggiate riscoprendo i
    luoghi e le sensazioni di quando era bambino e
    adolescente.

90
Leroe Anguilla bastardo - emigrante
-sradicato- cercatore -e ulisse
  • La solitudine e lestraneità del protagonista
    Anguilla sono già implicite nella sua nascita di
    bastardo e in una vita trascorsa da espatriato
    in America.
  • Quando ritorna, dopo anni, al paese natale, non è
    solo per ritrovare nostalgicamente le proprie
    origini, ma per la speranza di un nuovo
    radicamento e di una sicura identità.

91
Il bambino segnatoAnguilla incontra Cinto, un
ragazzo sciancato, in cui egli rivive la propria
infanzia.
  • Anche Cinto ha un destino simile al suo è
    diverso dagli altri a causa della sua infermità
    fisica.
  • CintoEdipo, lo zoppo segnato dal destino

92
Il topos del fuoco purificatore e ritualedue
incendi (ekpyrosis e palingenesi)
  • quello che brucia il cadavere di Santa, nella cui
    ambiguità (faceva la spia per conto dei
    partigiani ma anche dei repubblichini) si
    riflette quella stessa della borghesia che abita
    in villa sulle colline.
  • quello che Valino, padre di Cinto, vittima della
    povertà e preso da improvvisa follia, dà alla
    propria casa per sterminare la famiglia e poi
    suicidarsi

93
Questi incendi rievocano i falò mitici, quelli
visti nellinfanzia e accesi allora per
propiziare il raccolto
  • ma sono anche da essi irrimediabilmente diversi
    esprimono lonnipotenza dellorrore storico.

94
Su questo romanzo è grande l'influenza che
esercitò la letteratura americana
  • in particolare, quella grande allegoria che è il
    Moby Dick di Melville
  • Raccontare è monotono, saggio del 1949
  • Non crediamo che si dia racconto vivo senza un
    fondo mitico, senza qualcosa d'inafferrabile
    nella sostanza. La ragione ultima - e prima -
    per cui ci s'induce a comporre una favola, è la
    smania di ridurre a chiarezza l'indistinto
    irrazionale che cova in fondo alla nostra
    esperienza. Questa riduzione non è mai totale,
    altrimenti il risultato sarebbero concetti e
    astrazioni - scienza o filosofia (C. Pavese,
    1968).

95
Nucleo concettualeconflitto tra la tradizione
della cultura contadina (magica, fatalista, in
una parola pre-razionale) e la cultura della
modernità)
  • il romanzo non risolve tale contrasto, e in ciò
    si attua la sua dimensione mitica Pavese non
    vuole indicare una soluzione, piuttosto vuole
    rendere emblematico quel tipo di conflitto,
    fargli assumere il valore di simbolo di tutte le
    contraddizioni che nella cultura dell'uomo si
    aprono, tra passato e presente, tra tradizione e
    innovazione, tra nuovo e vecchio.

96
altri miti, altri conflitti
  • tra il restare e il partire, confronto tra i due
    protagonisti, Anguilla e Nuto
  • nel romanzo si dimostra come il partire possa
    essere niente altro che un prepararsi a tornare
  • anche a livello di conoscenza c'è una
    interscambiabilità tra il macrocosmo (l'America)
    e il microcosmo (la valle del Belbo).

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un romanzo in cui la Storia ha un ruolo preminente
  • l'autore in una pagina del suo diario Il mestiere
    di vivere datata 17 novembre 1949 (cioè pochi
    giorni dopo la fine della scrittura del romanzo)
    scriveva, ripensando alle tappe della sua
    narrativa 9 novembre finito La luna e i falò.
    Hai concluso il ciclo storico del tuo tempo
    Carcere (antifascismo confinario), Compagno
    (antifascismo clandestino), Casa in collina
    (resistenza), La luna e i falò (postresistenza).

98
Il presente, il dopoguerra, non offre se non
storie private di disperazione, di miseria o di
prepotenza
  • sono le assenze che segnano il passaggio della
    Storia
  • i borghesi della Mora non ci sono più,
  • non c'è più la famiglia di Padrino,
  • non ci sono più molti dei coetanei di Anguilla,
    morti durante la guerra.

99
la Storia è in una dimensione privata nella quale
le scelte morali riassorbono anche le scelte
politiche e ideologiche dei personaggi.
  • ( disillusione negli ambienti più conformisti del
    PCI, Pavese annota con amarezza nel Mestiere di
    vivere che di lui si diceva "Pavese non è un buon
    compagno")
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