Modelli e simulazioni - PowerPoint PPT Presentation

1 / 38
About This Presentation
Title:

Modelli e simulazioni

Description:

Modelli e simulazioni Cos un modello. Simulazioni Logo - Excel Modello Cos un modello fisico/matematico ? Che genere di strumento di lavoro ? – PowerPoint PPT presentation

Number of Views:76
Avg rating:3.0/5.0
Slides: 39
Provided by: Gius151
Category:

less

Transcript and Presenter's Notes

Title: Modelli e simulazioni


1
Modelli e simulazioni
  • Cosè un modello.
  • Simulazioni
  • Logo - Excel

2
Modello
  • Cosè un modello fisico/matematico ?
  • Che genere di strumento di lavoro è ?
  • Che valore cognitivo ha ?
  • Che ruolo ha nel processo di apprendimento ?
  • Che ruolo ha nel processo di insegnamento?
  • La risposta non è né semplice né univoca.

3
Riferimenti
  • Giorgio Israel, Modelli Matematici
  • John von Neumann, citazioni
  • Conrad Waddington, Strumenti per pensare
  • Richard P. Feynmann, sui modelli
  • Altri

4
Una citazione da John von Neuman
  • Le scienze non cercano di spiegare, a malapena
    tentano di interpretare, ma fanno soprattutto dei
    modelli. Per modello sintende un costrutto
    matematico che, con laggiunta di certe
    interpretazioni verbali, descrive dei fenomeni
    osservati. La giustificazione di un siffatto
    costrutto matematico è soltanto e precisamente
    che ci si aspetta che funzioni cioè descriva
    correttamente i fenomeni in unarea
    ragionevolmente ampia. Inoltre esso deve
    soddisfare certi criteri estetici cioè, in
    relazione con la quantità di descrizione che
    fornisce, deve essere piuttosto semplice.

5
Conrad Waddington ( Biologo )Modello Matematico
  • Se già molto è noto sul funzionamento del sistema
    in questione, oppure se è accettabile un modello
    molto semplificato di un sistema poco noto, è
    possibile escogitare un modello comprendente
    insiemi di equazioni che lo rappresentano .
    Una semplice equazione non può ovviamente
    descrivere con tutta precisione la complessità
    del sistema considerato .I modelli matematici
    di sistemi sociali e tecnologici sono di solito
    adatti esclusivamente alla detrminazione di
    effetti massicci che comportano popolazioni molto
    vaste

6
Conrad Waddington Modello Fisico
  • Per poter fare previsioni circa lattività di un
    sistema reale è talvolta possibile costruire un
    modello fisico del sistema sottoponibile poi ad
    una varietà di condizioniI modelli fisici si
    possono costruire solo in un numero limitato di
    condizioni

7
E. MalinvaudMéthode Statistique de leconometrie
  • Un modello matematico è la rappresentazione
    formale di idee o conoscenze relative ad un
    fenomeno.

8
Richard P. Feynman
  • Sulla relazione tra matematica e Fisica
  • Un modello matematico è uno schema che consente
    di interpretare le leggi fisiche
  • (Interpretazione da La legge Fisica)
  • Un modello puo anche essere un modello di
    ragionamento.
  • Es. Ipotesi che la natura sia causale ? Legge di
    Newton.
  • Ipotesi che la natura obbedisca a un principio di
    minimo ? Principio di Minima Azione.
  • Ipotesi che la natura delle leggi fisiche sia
    locale ? Concetto di Campo.
  • Una delle caratteristiche sorprendenti della
    natura è la varietà dei possibili schemi
    interpretativi, dovuta al fatto che le leggi sono
    così speciali e delicate.
  • Nel caso dei modelli fisici...
  • In altre parole i matematici preparano un
    ragionamento astratto pronto per essere usato
    appena si ha una serie di assiomi sul mondo
    reale. Il fisico invece dà un significato a tutte
    le sue frasi

9
Per i matematici
  • Questa è una cosa assai importante che molte
    persone che giungono alla fisica dalla matematica
    non apprezzano.
  • La fisica non è matematica e la matematica non è
    fisica. Una aiuta laltra, ma in fisica si deve
    capire la connessione tra le parole e il mondo
    reale.Alla fine è necessario tradurre, quello che
    si è dedotto, in italiano, cioè, nel mondo, nei
    blocchi di rale e di vetro con cui si faranno gli
    esperiementi solo in questo modo potremo vedere
    se le conseguenze non sono giuste. Questo è un
    problema che in matematica non esiste affatto.

10
Sempre Feynman sui modellie sulla loro
costruzione
  • Quando sapete quello di cui state parlando, che
    alcuni simboli rappresentano le masse, altri le
    forze, linerzia, e così via, allora potete usare
    abbondantemente il buon senso, e i ragionamenti
    terra-terra. Avete visto varie cose e sapete più
    o meno come il fenomeno si comporterà. Ma il
    povero matematico lo traduce in equazioni, e
    poiché i simboli non gli dicono niente, non ha
    nessuna guida nella deduzione se non la
    precisione del rigore matematico. Il fisico,
    invece, che sa più o meno quale risultato verrà
    fuori, può allincirca tirare a indovinare per
    una parte, e così procedere abbastanza
    rapidamente. Lassoluta precisione del rigore
    matematico non è molto utile in fisica. Tuttavia
    non bisogna criticare i matematici per questo
    non è necessario che solo perché una cosa sarebbe
    utile in fisica la debbano fare in qualche modo,
    essi fanno il loro mestiere, e se volete qualche
    altra cosa dovete farvela da soli.

11
Come indovinare una nuova legge fisica ?
  • Problema nella costruzione di un modello
    matematico di un sistema fisico si devono usare
    delle idee e delle convinzioni acquisite grazie
    alla cultura personale e alla cultura in cui lo
    scienziato è immerso. Quindi per indovinare una
    nuova legge si devono usare preconcetti e
    principi filosofici, come per esempio non
    mipiace il principio di minimo, mi piace il
    principio di minimo, o non mi piace lazione a
    distanza. Insomma
  • Fino a che punto servono i modelli ?
  • Molto spesso i modelli aiutano e molti docenti di
    fisica, a livello universitario, cercano di
    insegnare ad usare i modelli, e ad avere un buon
    senso fisico per predire come le cose andranno a
    finire.
  • Ma succede sempre che le scoperte più grandi
    sono ottenute astraendo dal modello e che questo
    non serve mai a niente (???).
  • La scoperta di Maxwell dellelettrodinamica fu
    fatta prima servendosi di molte ruote e
    ingranaggi immaginari nello spazio. Ma quando vi
    liberate da tutti gli ingranaggi e gli aggeggi
    nello spazio tutto va bene.
  • Dirac scoprì le leggi giuste della meccanica
    quantistica relativistica semplicemente
    indovinando lequazione.

12
(No Transcript)
13
  • Il metodo di cercare di indovinare lequazione
    sembra essere un modo piuttosto efficace di
    scoprire nuove leggi. Questo fa di nuovo vedere
    che la matematica è un modo profondo di esprimere
    la natura, mentre qualsiasi tentativo di
    esprimerla in principi filosofici o affermazioni
    vagamente meccanicistiche non è un mezzo
    efficace.
  • RUOLO DELLA SIMULAZIONE
  • La simulazione di un modello fisico consente di
    sperimentare il modello, metterlo alla prova
    cambiandone i parametri che lo caratterizzano. La
    simulazione di un modello consente quindi di
    sperimentare le varie possibilità del modello
    oltre che i suoi limiti, in un certo qual modo
    il modello fa da impalcatura per la
    sperimentazione e lorganizzazione delle nostre
    idee. Quando alla fine il modello funziona è
    possibile togliere limpalcatura, magari si
    scopre che sta in piedi lo stesso, si scopre
    qualcosa di nuovo.

14
  • Trattare di modelli è difficile.
  • Definire il concetto di modello è difficile (
    Giorgio Israel).
  • Un modello ha uno schema logico ma non è
    riducibile ad uno schema logico ( del tipo flow
    chart)
  • Burkhardt, Learning to use mathematics, Bulletin
    of IMA, ottobre 1979.

15
Schema a flow chart
16
Modello e ragionamento scientifico
  • Ragionamento Scientifico ed Insegnamento della
    Scienza.
  • La sola costruzione di un modello matematico non
    garantisce che si sia costruito anche un
    ragionamento scientifico. Il modello matematico
    di per sé potrebbe essere ricondotto
    allapplicazione meccanica di una serie di
    procedure.
  • Talora ci si illude di poter ridurre la
    complessità di un fenomeno fisico ( e non solo )
    ad una sequenza di operazioni elementari
    logicamente coerenti ed organizzate in una
    struttura algoritmica. ( Visione algoritmica ).
  • Loperazione di simulazione prevede la messa in
    prova del modello e di chi lo controlla e/o lha
    costruito. Entrano in gioco altri criteri
    importanti
  • Il modello è stabile ?
  • Si è tenuto conto di tutte le variabili rilevanti
    ?
  • Quali sono le condizioni al contorno ?
  • Quali sono le condizioni iniziali del modello ?
  • Quali scelte determinanti e caratterizzanti ha
    fatto lestensore del modello?
  • Etc.

17
  • Lorientamento logico razionale del modello e
    della sua strategia di costruzione sono
    importanti ma
  • Il ragionamento scientifico ha un livello di
    complessità maggiore. La definizione di Malinvaud
    è molto più prossima a questo livello di
    ragionamento.
  • Questa definizione definisce in modo molto più
    appropriato cosa sia un modello matematico
  • a) Un modello matematico è la rappresentazione di
    un fenomeno.
  • b) questa rappresentazione non è discorsiva o a
    parole ma formale ed usa il linguaggio
    matematico.
  • c) Non esiste una via diretta cha va dalla realtà
    alla Matematica. Il fenomeno specifico studiato
    non detrmina la sua rappresentazione
    matematica. Vengono invece tradotti in formule
    idee e conoscenze relative al fenomeno.

18
il terzo punto
  • Lultimo punto è il più importante dei tre. Si fa
    riferimento alle idee e conoscenze grazie alle
    quali si rappresenta formalmente la realtà del
    fenomeno.
  • Un modello fa riferimento alle conoscenze ed idee
    di chi formula il modello stesso ( vedi Feynman
    ), perché non il principio di Minima Azione
    piuttosto che le leggi di Newton? Linfluenza
    delle proprie convinzioni, cultuta, stile, punti
    di vista, può essere cruciale.
  • Come non esiste un modo univoco di affrontare e
    risolvere i problemi, così non esiste un modo
    univoco di costruire i modelli che descrivono il
    comportamento di un dato fenomeno. La descrizione
    matematica della realtà fatica nel tenere
    considerazioni degli infiniti, complessi,
    correlati aspetti che rappresentano un fenomeno
    fisico. Se già la difficoltà è notevole per un
    fenomeno fisico, sarà ancor più grande nel caso
    si tratti di un fenomeno biologico.
  • La necessità di selezionare tra le variabili
    rilevanti e non rilevanti conduce alla
    discriminazione tra queste variabili. Questa
    scelta viene effettuata grazie alle idee, alla
    conoscenza, alla scuola da cui proviene chi
    lavora sul modello.

19
LOGO
  • Il Logo è un linguaggio di programmazione ideato
    con finalità didattiche dal matematico e
    informatico americano Seymour Papert. E' un
    linguaggio ormai diffuso nelle scuole di tutto il
    mondo. Papert, derivando alcune idee dalla teoria
    dell'apprendimento di Piaget ed altre dalla
    ricerca nel campo dell'Intelligenza Artificiale
    (settore nel quale è considerato uno dei massimi
    esperti), propone un ambiente di sperimentazione
    geometrica che coinvolge l'allievo, lo rende
    diretto costruttore di strutture, gli consente di
    apprendere operando. Una caratteristica
    importante del Logo è quella di favorire non solo
    l'apprendimento di una corretta tecnica di
    programmazione ma anche l'acquisizione di nozioni
    e concetti matematici profondi (in particolare
    geometrici, ma non solo si pensi ad esempio al
    concetto di variabile). Operare in ambiente
    Logo significa programmare una piccola tartaruga
    che si muove sullo schermo del computer in
    risposta a dei nostri comandi. La tartaruga, come
    entità geometrica, è caratterizzata dalla
    posizione nel piano e dall'orientamento (ad
    esempio la tartaruga può trovarsi in un dato
    punto P ed essere orientata verso Nord). ( Da
    Paolo Lazzarini, Introduzione al LOGO)

20
MIT e LOGO
  • Link http//el.media.mit.edu/Logo-foundation/log
    o/index.html.

21
MIT
22
(No Transcript)
23
(No Transcript)
24
MSW LOGO
  • Link http//www.softronix.com/logo.html
  • http//users.libero.it/prof.lazzarini/voce03.htm
  • Manuale www.mswlogo.org/introduzioneMSWLogo.pdf

25
Calcolo Ricorrente
  • 1.1) UNO STRUMENTO NUOVO DI CALCOLO
  • Affronteremo lo studio cinematico del moto
    accelerato, allo scopo di acquisire una tecnica
    di calcolo molto efficace con luso del foglio
    elettronico. Si tratta di risolvere il problema
    del moto senza usare le relative formule per le
    grandezze s, v ed a, ma utilizzando solo le loro
    definizioni elementari.
  • Nei corsi di Fisica si studiano le leggi del moto
    rettilineo uniforme, di quello uniformemente
    accelerato e forse di qualche altro tipo (moto
    circolare uniforme, moto armonico...).
  • Si è dunque in grado di utilizzare le formule di
    calcolo che si riferiscono a questi tipi di moto.
    Ma tali formule sono valide solo per i casi
    particolari a cui si riferiscono non sono valide
    nel caso generale di moti vari.
  • Potenza del metodo
  • Il metodo che qui si propone ha una validità del
    tutto generale e perciò è uno strumento molto
    potente. Il suo utilizzo è fortemente legato
    alluso del calcolatore, perché richiede lo
    svolgimento di parecchi calcoli ripetuti.
  • Esso presenta il vantaggio di un utilizzo molto
    elementare delle leggi della Fisica, anche in
    casi complessi. Gli strumenti matematici
    richiesti sono concettualmente semplici
    (sostanzialmente le quattro operazioni
    aritmetiche).
  • Limiti del metodo
  • È necessario però conoscere anche i limiti di
    questo strumento si tratta infatti di un metodo
    di calcolo approssimato, con gli inevitabili
    errori che ciò comporta.
  • Impareremo a conoscere gli errori di calcolo che
    il metodo introduce e soprattutto a valutarne
    lentità, in modo da capire e controllare la
    validità dei risultati che otterremo.

26
Idee
  • 1.2) IL CALCOLO RICORRENTE
  • Nel moto accelerato, la velocità di un corpo
    varia nel tempo la conoscenza di tale grandezza
    è legata a quella dellaccelerazione.
  • Lo spazio percorso da un corpo (o per meglio dire
    il suo spostamento) è legato sia alla velocità
    iniziale che alla accelerazione.
  • Come è noto, non è possibile calcolare la
    velocità istantanea di un oggetto conoscendo solo
    lo spazio percorso non si può usare la
    relazione , valida solo per il moto rettilineo
    uniforme.
  • In conclusione, spostamento e velocità nel moto
    accelerato sono legati allandamento
    dellaccelerazione del corpo. Rivediamo ora
    alcune definizioni delle grandezze fisiche della
    cinematica.

27
  • Definizione di accelerazione
  • Sappiamo che laccelerazione media di un corpo
    nellintervallo di tempo ?t è data da
  • (1)
  • dove v(t) indica la velocità allistante t
    (istante iniziale dellintervallo) e v(t ?t)
    quella allistante finale.
  • Sappiamo anche che quanto più piccolo è
    lintervallo ?t, tanto più questo valore si
    avvicina allaccelerazione istantanea.
  • Per cominciare con un caso semplice, supponiamo
    che il moto sia uniformemente accelerato.
  • In questo caso la relazione (1) appena vista
    fornisce proprio laccelerazione istantanea del
    corpo, che coincide con quella media.
  • Dalla (1) possiamo ottenere
  • (2)
  • La quantità a ?t rappresenta la variazione di
    velocità.
  • Se laccelerazione è costante, come nel nostro
    caso, la relazione (2) è esatta (cioè non dà
    luogo ad approssimazioni di calcolo) e si
    interpreta nel seguente modo
  • la velocità in un istante successivo allistante
    t è data dalla velocità allistante t più la sua
    variazione intervenuta nellintervallo di tempo
    ?t.

28
  • Calcolo ricorrente della velocità
  • Vediamo ora come calcolare la velocità in un
    istante di tempo generico t usando la tecnica del
    calcolo ricorrente. Si utilizza la conoscenza di
    una grandezza fisica ad un certo istante per
    calcolarne il valore in un istante successivo.
  • Supponiamo che laccelerazione del moto sia a
    2 m/s2, la velocità iniziale v(0) 0 e
    lintervallo di tempo ?t 1 s.
  • Usando la (2) si ottengono i seguenti valori per
    la velocità negli istanti successivi (1, 2 , 3
    secondi dopo la partenza)
  • v(1) v(0) 21 2 m/s
  • v(2) v(1) 21 2 2 4 m/s
  • v(3) v(2) 21 4 2 6 m/s
  • In questo modo si può ottenere il valore della
    velocità in qualunque istante senza usare formule
    di calcolo che non siano le semplici definizioni
    delle grandezze in gioco.
  • In questo esempio il calcolo effettuato fornisce
    risultati esatti è possibile però applicarlo
    anche a moti con accelerazione non costante, nel
    qual caso dobbiamo pagare il prezzo di una certa
    approssimazione.
  • Per quanto riguarda lo spazio percorso dal corpo,
    si può procedere in modo analogo.

29
  • Definizione di velocità
  • La definizione di velocità media di un corpo
    nellintervallo di tempo ?t è la seguente
  • (3)
  • dove al solito s(t) indica lo spostamento
    allistante t (istante iniziale dellintervallo)
    ed s(t ?t) quello allistante finale. Dalla (3)
    si ottiene
  • (4)
  • La formula (4), applicata al caso di un moto
    accelerato, non è più esatta, come la (2), ma
    solo approssimata, poiché la velocità non è
    costante nel tempo.
  • Applicheremo ora il metodo del calcolo ricorrente
    utilizzando il foglio elettronico.

30
  • 2.1) REALIZZAZIONE DEL MODELLO IN EXCEL
  • ?
  • In ambiente Excel inserite le etichette e i
    numeri indicati nella tabella che segue.
  • ABCDEFG1MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO23tvss
    esattoa 2m/s24Dt 0,1s50000,5aA526A5DtB5a
    DtC5B5Dt0,5aA62?
  • Posizionatevi sulla cella F3 nel menù Inserisci
    selezionate Nome Definisci. Nella finestra di
    dialogo che appare, inserite a nella finestra
    Nomi nella cartella di lavoro, assicurandovi che
    la finestra Riferito a contenga lindirizzo
    della cella F3 cliccate infine su OK.
  • Nella Casella Nome (in alto a sinistra, sotto la
    barra dei pulsanti) compare ora il nome a,
    anziché lindirizzo di cella F3. Dora in poi
    potrete riferirvi a questa cella indicandola con
    tale nome.
  • ?
  • In modo analogo assegnate alla cella F4 il nome
    Dt. Inserite poi le formule indicate in tabella
    (nelle celle relative, naturalmente, comparirà il
    risultato della formula stessa).
  • ?
  • Copiate le celle 6A6D per 50 righe sotto.
  • ?
  • Costruite ora il grafico della velocità, dello
    spostamento approssimato e di quello esatto
    (calcolato con la formula del moto uniformemente
    accelerato ) in funzione del tempo.

31
(No Transcript)
32
(No Transcript)
33
(No Transcript)
34
(No Transcript)
35
Calcolo Ricorrente della Velocità
  • Calcolo ricorrente della velocità
  • Vediamo ora come calcolare la velocità in un
    istante di tempo generico t usando la tecnica del
    calcolo ricorrente. Si utilizza la conoscenza di
    una grandezza fisica ad un certo istante per
    calcolarne il valore in un istante successivo.
  • Supponiamo che laccelerazione del moto sia a
    2 m/s2, la velocità iniziale v(0) 0 e
    lintervallo di tempo ?t 1 s.
  • Usando la (2) si ottengono i seguenti valori per
    la velocità negli istanti successivi (1, 2 , 3
    secondi dopo la partenza)
  • v(1) v(0) 21 2 m/s
  • v(2) v(1) 21 2 2 4 m/s
  • v(3) v(2) 21 4 2 6 m/s
  • In questo modo si può ottenere il valore della
    velocità in qualunque istante senza usare formule
    di calcolo che non siano le semplici definizioni
    delle grandezze in gioco.
  • In questo esempio il calcolo effettuato fornisce
    risultati esatti è possibile però applicarlo
    anche a moti con accelerazione non costante, nel
    qual caso dobbiamo pagare il prezzo di una certa
    approssimazione.
  • Per quanto riguarda lo spazio percorso dal corpo,
    si può procedere in modo analogo.

36
(No Transcript)
37
(No Transcript)
38
(No Transcript)
Write a Comment
User Comments (0)
About PowerShow.com