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FISIOLOGIA UMANA

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Title: FISIOLOGIA UMANA


1
FISIOLOGIA UMANA
  • Dott. Ernesto Rampin
  • ANNO ACCADEMICO 2007-2008

2
APPARATO DIGERENTE E DIGESTIONE
3
GENERALITÀ-1
  • Lapparato digerente ha la funzione di
  • assumere,
  • scindere (digerire),
  • assorbire,
  • elaborare le sostanze nutritizie di cui abbisogna
    il nostro organismo ed
  • eliminare le sostanze di rifiuto e tossiche
  • Le principali sostanze assunte sono carboidrati,
    proteine, lipidi, sali minerali, vitamine, acqua.

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GENERALITÀ-2
  • Lapparato digerente è formato dal
  • Tubo digerente vero e proprio dove avviene la
    assunzione, la digestione e lassorbimento delle
    sostanze assunte (cibo), leliminazione delle
    sostanze di rifiuto
  • Da alcuni organi annessi necessari per la
    elaborazione delle sostanze assunte fegato, vie
    biliari e pancreas.

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APPARATO DIGERENTE (INSIEME)
6
TUBO DIGERENTE
  • È costituito da
  • Bocca
  • Esofago
  • Stomaco
  • Duodeno
  • Intestino tenue (digiuno e ileo)
  • Colon

7
TUBO DIGERENTE
8
BOCCA
  • La bocca ha la funzione di triturare il cibo e,
    attraverso la saliva, umettarlo e omogeneizzarlo
    per prepararlo alla successiva digestione.
  • La saliva è prodotta da tre coppie di ghiandole
    salivari parotidi, sottomascellari,
    sottolinguali.
  • La saliva è costituita da acqua (in quantità
    prevalente) e da sostanze attive quali
  • Ptialina (amilasi salivare) che inizia la
    digestione dei carboidrati
  • Mucina glicoproteina con effetto lubrificante
  • Sostanze antibatteriche
  • La produzione di saliva è un atto riflesso sotto
    controllo del sistema nervoso autonomo

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FARINGE ESOFAGO
  • Il cibo preparato nella bocca, con atto riflesso
    viene deglutito e introdotto nel faringe
    originando, per via riflessa, unonda di
    propulsione involontaria che spinge il materiale
    nellesofago. Nello stesso tempo si blocca il
    respiro e si chiude la glottide per impedire
    lingresso del materiale nella trachea.
  • Il riflesso della deglutizione è sotto il
    controllo del sistema nervoso autonomo.
  • Nellesofago il materiale viene spinto nello
    stomaco attraverso unonda peristaltica originata
    dalla muscolatura liscia dellorgano che si
    contrae a monte e si rilassa a valle.
  • Tra esofago e stomaco si trova il cardias,
    sfintere che impedisce il reflusso del cibo
    digerito dallo stomaco

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STOMACO
  • Ha la funzione di
  • rimescolare il materiale che proviene
    dallesofago,
  • digerire le proteine e i carboidrati,
  • scindere zuccheri semplici in glucosio,
  • assorbire molecole semplici quali alcol e
    glucosio
  • preparare alcuni sali minerali per lassorbimento
    successivo (riduce il ferro trivalente a
    bivalente)
  • Per merito dellacidità, sterilizza i cibi
  • Tali funzioni sono svolte da varie sostanze
    secrete dalle numerose ghiandole che tappezzano
    la superficie gastrica

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STOMACO
  • HCl 1) attiva la pepsina
  • 2) scinde gli zuccheri
  • 3) scinde le fibre collagene
  • 4) scinde le nucleo proteine
  • 5) facilita lassorbimento di
  • ferro, calcio, fosforo
  • 6) Sterilizza il cibo
  • Pepsinogeno come pepsina
  • digerisce le proteine
  • Gastrina ormone che innesca
  • la catena digestiva
  • Muco protegge la mucosa
  • gastrica


Si ricorda che il pepsinogeno è un proenzima che
viene attivato in pepsina dall HCl
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FASI DELLA DIGESTIONE
  • FASE CEFALICA stimoli psichici producono
    secrezione di saliva e di acido cloridrico.
    Lacido cloridrico attiva il pepsinogeno in
    pepsina che inizia la digestione delle catene
    proteiche
  • FASE GASTRICA il cibo introdotto nello stomaco
    libera lormone gastrina che mantiene viva la
    produzione di HCl e quindi di pepsina esaltando
    la digestione proteica
  • FASE INTESTINALE il cibo digerito passa nel
    duodeno, il pH diventa più acido e limita la
    produzione di gastrina che a sua volta riduce la
    secrezione di acido cloridrico con ritorno a
    riposo delle cellule oxintiche

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RICAPITOLAZIONE DIGESTIONE
stimoli psichici
cellule oxintiche
cibo nello stomaco
H Cl-
gastrina
blocca
pepsinogeno (proenzima)
pepsina (enzima)
digestione proteica e passaggio nel duodeno
aumenta lacidità gastrica ( H)
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MOVIMENTI GASTRICI
  • Lo stomaco presenta una muscolatura liscia,
    controllata dal sistema nervoso autonomo, che
    permette movimenti sia di avanzamento del
    materiale digerito (peristalsi) sia di
    rimescolamento del materiale, permettendo un
    contatto intimo tra prodotto ingerito e
    secrezioni gastriche necessarie alla digestione.
    La peristalsi è più accentuata nellantro
    gastrico e schizza il materiale nel duodeno
    attraverso lo sfintere pilorico.

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DUODENO
  • Il materiale trattato nello stomaco, attraverso
    il piloro, passa nel duodeno, dove affluisce
    anche
  • La bile, prodotta dal fegato,
  • enzimi digestivi, acqua e bicarbonato di sodio
    prodotti dal pancreas.
  • Queste sostanze sono basiche e neutralizzano
    lacidità gastrica.
  • Nel duodeno viene completata la digestione delle
    proteine e dei carboidrati e iniziata la
    digestione dei grassi che sarà completa alla fine
    del duodeno stesso.
  • Nel duodeno discendente compaiono alcune pliche e
    nel duodeno inferiore i primi villi e quindi si
    inizia lassorbimento delle sostanze nutritizie
    che verrà completato nel digiuno.
  • Nel duodeno, così come nel rimanente tubo
    digerente lavanzamento del materiale è dovuto
    alla peristalsi.

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DUODENO
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PRODOTTI DELLA DIGESTIONE
  • Allingresso dellintestino tenue, a digestione
    completata, troviamo
  • Acqua,
  • Aminoacidi e polipeptidi a catena corta,
  • Glucosio e fruttosio,
  • Acidi grassi
  • Glicerolo (proveniente dalla saponificazione dei
    grassi),
  • Sali minerali
  • Vitamine
  • Sali biliari (vedi fegato)

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INTESTINO TENUE
  • Lintestino tenue viene convenzionalmente diviso
    in digiuno e ileo.
  • Inizia in modo virtuale alla fine del duodeno e
    termina, con la valvola ileo cecale, nel cieco,
    prima porzione dellintestino crasso.
  • Lintestino tenue è preposto allassorbimento di
    tutte le sostanze nutritizie, parte dei sali
    minerali, parte delle vitamine, degradazione dei
    sali biliari.
  • Lassorbimento viene effettuato attraverso la
    mucosa disposta a villi con cellule aventi sulla
    superficie microvilli.
  • Il trasporto attraverso la membrana cellulare è
    sia attivo con consumo di energia, che passivo
    per osmosi e per diffusione.

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TENUE ULTRASTRUTTURA
20
DESTINO DEI NUTRIENTI
  • Superata la mucosa, allinterno dei villi, le
    sostanze digerite, esclusi i grassi, entrano nei
    vasi venosi, detti anche vasi chiliferi che
    anastomizzandosi tra di loro allesterno della
    parete intestinale, confluiscono in un grosso
    vaso la vena porta che trasferisce il materiale
    proveniente dal tenue al fegato, organo
    fondamentale per la elaborazione dei nutrienti
    introdotti.
  • I grassi entrano nei vasi linfatici dei villi e
    quindi prendono la via portale.
  • Alla vena porta affluiscono vasi che provengono
    dal duodeno, stomaco, milza oltre che
    dallintestino crasso.
  • Acqua, sali minerali, e scorie attraverso la
    valvola ileocecale passano nel colon.

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CIRCOLO PORTALE(vasi in colore giallo)
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COLON
  • Il colon è lultima porzione del tubo digerente.
  • La sua conformazione anatomica, con la presenza
    delle austre, permette un ottimo assorbimento
    dellacqua e di conseguenza dei sali minerali
    residui che, attraverso i villi presenti anche
    nel colon, entrano nel circolo portale e in parte
    nel circolo venoso.
  • Il materiale residuo di consistenza pastosa,
    costituisce il materiale di scarto non
    utilizzabile dal nostro organismo che, attraverso
    lampolla rettale il retto e lorifizio anale,
    viene espulso.

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AMPOLLA RETTALE E RETTO
  • Lampolla rettale ha la funzione di serbatoio del
    materiale di scarto le feci.
  • La distensione dellampolla rettale, esercitata
    dalla massa fecale, produce contrazioni riflesse
    sulla muscolatura liscia e quindi il bisogno di
    defecare.
  • Lo stimolo è sotto il controllo del sistema
    nervoso autonomo.
  • Lo sfintere anale,invece, è un muscolo volontario
    e quindi, entro certi limiti, la nostra volontà
    impedisce la defecazione involontaria.
  • La distensione gastrica esercitata dal cibo
    provoca una contrazione riflessa del retto con
    bisogno di defecare riflesso gastro-colico.

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FEGATO VIE BILIARI PANCREAS
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FEGATO PANCREAS
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FUNZIONI DEL FEGATO
  • Il fegato è un organo parenchimatoso, si trova
    nellipocondrio di destra e svolge complesse
    funzioni
  • Formazione e secrezione della bile
  • Regolazione del metabolismo dei carboidrati
  • Regolazione del metabolismo proteico
  • Regolazione del metabolismo lipidico
  • Funzione detossicante
  • Catabolismo degli ormoni steroidei
  • Azione immunitaria
  • Le varie funzioni vengono svolte per merito della
    sua complessa ultrastruttura
  • I prodotti della sua secrezione vengono inviati
    al duodeno attraverso le vie biliari

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FEGATO ULTRASTRUTTURA
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CIRCOLO PORTALE
  • Al fegato oltre alla arteria epatica, ramo del
    tripode celiaco, attraverso lilo entra la vena
    porta proveniente da tutte le porzione del tubo
    digerente a partire dalla stomaco e dalla milza
    (vedi).
  • Il sangue portale è ricco di tutte le sostanze
    provenienti dalla digestione e relativo
    assorbimento.
  • I prodotti dellassorbimento vengono elaborati
    dagli epatociti, cellule specifiche del fegato di
    origine epiteliale e quindi inviati, tramite le
    vene epatiche, al grande circolo.
  • Le sostanze di rifiuto, sono immesse nelle vie
    biliari.

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VIE BILIARI
  • Le vie biliari iniziano come canalicoli biliari a
    ridosso degli epatociti.
  • Riunendosi progressivamente formano i dotti
    biliari intraepatici i quali confluiscono nel
    dotto epatico di destra e di sinistra drenando
    rispettivamente la bile dal lobo destro e
    sinistro del fegato. Si uniscono poi nel dotto
    epatico comune dal quale si diparte il dotto
    cistico che porta alla colecisti o cistifellea.
  • Dalla diramazione del dotto cistico in
    continuazione con il dotto epatico comune si
    origina il coledoco che, unendosi al dotto
    pancreatico di Wirsung, sfocia nella C
    duodenale attraverso lo sfintere dellOddi della
    papilla del Vater

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VIE BILIARI E CISTIFELLEA
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BILE
  • La bile è una soluzione colloidale costituita da
  • Acqua per il 95-97
  • Sali biliari (Sali degli acidi colico,
    desossicolico, chinodesossicolico, litocolico
    derivati dal colesterolo)
  • Pigmenti biliari (derivati della bilirubina)
  • Colesterolo
  • Sali inorganici (sodio potassio calcio magnesio)
  • Acidi grassi
  • Grassi esterificati
  • Composti detossificati dal fegato
  • La bile presenta un pH leggermente basico e le
    sostanze insolubili in questo ambiente sono
    disperse come colloidi.

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FUNZIONE DELLA BILE
  • La bile, attraverso i sali biliari, ha la
    funzione di emulsionare i lipidi in micelle,
    facilitando il loro assorbimento nellintestino.
  • Il pH basico, in concomitanza con i prodotti
    della secrezione pancreatica, facilitano
    lidrolisi dei trigliceridi in glicerolo e acidi
    grassi

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DESTINO DELLA BILE
  • La bile viene secreta dal fegato in modo
    continuo, ma è richiesta nel duodeno solo in
    presenza di un pasto, per cui, durante il
    digiuno, si accumula nella colecisti in quanto lo
    sfintere dell Oddi, parte terminale della
    papilla del Vater, è contratto.
  • La bile nella colecisti viene concentrata.
  • Quando nel duodeno entra un pasto, viene
    prodotto un ormone, la colecistochininpancreozimin
    a (CCK), che fa contrarre la colecisti, rilassare
    la plica spirale del dotto cistico e lo sfintere
    dellOddi, per cui la bile viene spinta nel
    coledoco e da qui nel duodeno.
  • La CCK stimola anche le cellule del pancreas a
    produrre enzimi digestivi (Vedi)

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METABOLISMO DELLA BILIRUBINA
  • Acquista particolare importanza il metabolismo
    della bilirubina quale indicatore della
    funzionalità epatica.
  • La bilirubina è prodotta dalla scissione della
    emoglobina secondo il seguente schema
  • Milza lisi enzimatica delle emazie
    vecchie con scissione delleme dalle molecole
    di globina
  • apertura dellanello delleme, distacco dello
    ione ferro e suo recupero
  • ossidazione dellanello aperto delleme a
    bilirubina
  • immissione della bilirubina nei rami della vena
    porta e quindi al fegato

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METABOLISMO DELLA BILIRUBINA-1
  • La bilirubina è lipofila e come tale insolubile
    in ambiente acquoso, nel sangue portale la sua
    molecola è protetta da molecole di proteine
    globulari che impediscono la precipitazione
    BILIRUBINA LIBERA O INDIRETTA.
  • A contatto con gli epatociti, sistemi enzimatici
    liberano la molecola dalle globine permettendo
    lingresso della bilirubina nella cellula
    epatica, dove viene salificata con due molecole
    di acido glicuronico.
  • La bilirubina glicuronata è solubile in acqua
    (idrofila) e pertanto può entrare nel pool della
    bile ed escreta attraverso le vie biliari
    BILIRUBINA CONIUGATA O DIRETTA.

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METABOLISMO DELLA BILIRUBINA-2
  • Nel tubo digerente la bilirubina glicuronata
    viene degradata e attraverso una serie di
    trasformazioni enzimatiche e biochimiche (in
    parte dovute alla flora batterica intestinale)
    trasformata in stercobilina ed eliminata con le
    feci, alle quali impartisce il colore brunastro.
  • Una piccola aliquota della bilirubina entra nel
    sistema portale, riinviata al fegato e
    trasformata in urobilina. Attraverso il sistema
    venoso sistemico viene inviata al rene ed
    eliminata con lurina alla quale impartisce il
    colore giallognolo.

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CATABOLISMO EMOGLOBINA
38
BILIRUBINA
39
BILIRUBINA CICLO FISIOLOGICO
Bilirubina libera lt 1 mg/dl bilirubina
coniugata lt 0,2 mg/dl Urine assente
Feci assente
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ITTERO
  • Littero è una tipica colorazione giallognola
    della cute, delle mucose e delle sclere che si
    verifica quando il contenuto di bilirubina nel
    sangue è aumentato.
  • Si riconosce un ittero fisiologico del neonato in
    quanto la funzionalità epatica è ridotta e quindi
    non tutta la bilirubina viene allontanata con le
    feci e urina.
  • Nelladulto littero è sempre indice di una
    patologia che può riguardare il sangue oppure,
    nella maggioranza dei casi, una disfunzione
    epatica. (vedi schemi successivi)

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BILIRUBINA PRODUZIONE ESALTATA
  • Bilirubina libera gt 1 mg/dl bilirubina
    coniugata lt 0,2 mg/dl
  • Urine (urobilinogeno) Feci

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BILIRUBINA COLESTASI INTRAEPATICA
  • Bilirubina libera (ittero) Bilirubina
    coniugata (ittero)
  • Urine (bilirubina) Feci acoliche

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BILIRUBINA OSTRUZIONE EXTRAEPATICA
  • Bilirubina libera (ittero) Bilirubina
    coniugata (ittero)
  • Urine (urobilina bilirubina) Feci
    acoliche

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PANCREAS
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PANCREAS
  • Il pancreas è una ghiandola a secrezione esocrina
    ed endocrina.
  • Il pancreas esocrino produce proenzimi digestivi,
    acqua e bicarbonato di sodio che invia,
    attraverso un dotto comune (il dotto di Wirsung)
    nel duodeno, attraverso la papilla del Vater.
  • Il pancreas endocrino produce insulina (nelle
    isole del Langherans) e glucagone, ormoni
    indispensabile per il metabolismo degli
    zuccheri.I due ormoni vengono escreti nella
    corrente ematica.

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ENZIMI PANCREATICI
  • Proteasi per la digestione delle proteine a
    polipeptidi, peptoni fino ad aminoacidi semplici,
    completando la digestione gastrica
  • Amilasi per la digestione dei carboidrati (amidi
    e zuccheri)
  • Lipasi per la digestione dei trigliceridi
  • Inoltre produce enzimi per la scissione dei
    nucleotidi RNA (ribonucleasi) e DNA
    (deossiribonucleasi)
  • Gli enzimi vengono secreti come proenzimi su
    stimolazione della colecistochininpancreozimina e
    attivati da un enzima duodenoenterale, la
    enterochinasi, ambedue prodotti dallo stimolo
    provocato dal pasto duodenale.

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SECREZIONE PANCREATICA
  • Oltre agli enzimi, il pancreas produce
  • Acqua per diluire il pasto e portare la
    pressione osmotica allinterno del tubo digerente
    a valori vicini alla pressione osmotica del
    sangue.
  • Ione bicarbonato (come bicarbonato di sodio) per
    neutralizzare lacidità del pasto gastrico e
    portare lambiente a pH basico.

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METABOLISMO
49
METABOLISMO DEI CARBOIDRATI
  • I carboidrati sono delle macromolecole formate
    prevalentemente da catene di esosi (zuccheri
    semplici a sei atomi di carbonio), il più
    rappresentativo dei quali è il glucosio.
  • I carboidrati utilizzabili dalluomo sono gli
    amidi che vengono scissi in glucosio nel duodeno
    e nella prima parte del digiuno, da parte
    dellenzima amilasi.
  • Il glucosio ottenuto viene assorbito attraverso i
    villi e, con la corrente ematica portale, arriva
    al fegato. Una aliquota entra nella circolazione
    sistemica attraverso le vene epatiche e la parte
    rimanente viene elaborata dal fegato come
    deposito.

50
GLICOLISI
  • Il glucosio C6H12O6 dalla corrente ematica, entra
    in tutte le cellule, per azione dellormone
    insulina prodotta dal pancreas, dopo essere stato
    coniugato con il gruppo fosfato (glucosio-6
    fosfato).
  • Dopo una serie di reazioni enzimatiche, il
    glucosio-6 fosfato (sei atomi di carbonio) viene
    trasformato in due molecole di acido piruvico
    (tre atomi di carbonio). Dopo eliminazione di una
    molecola di anidride carbonica e dopo
    coniugazione con il Coenzima A si ottiene
    lacetil coenzima A che, nei mitocondri
    cellulari, entra nel ciclo di Krebs dove viene
    ossidato ottenendo energia, anidride carbonica e
    acqua.
  • Lenergia, in parte viene utilizzata per le
    esigenze metaboliche cellulari, in parte
    trasforma lADP (adenosindifosfato) in ATP
    (adenosintrisfosfato), composto ad alto
    contenuto, energetico come riserva

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GLICOLISI schema
  • ATP ADP
  • Glucosio
    glucosio 6 fosfato
  • C6
    C6
  • acido piruvico CH2 CH COOH
  • acetil-COenzina A CO2
  • C2

energia
ATP da ADP
CICLO DI KREBS
Accumulo di energia
CO2 H2O
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GLICOGENOSINTESI GLICOGENOLISI
  • Una ridotta richiesta energetica comporta un
    aumento del glucosio disponibile, in questo caso
    gli epatociti condensano varie molecole di
    glucosio e lo trasformano in glicogeno
    (glicogenosintesi, materiale di riserva che sarà
    idrolizzato a glucosio in caso di necessità
    (glicogenolisi)
  • - richiesta energia glucosio
    GLICOGENO
  • richiesta energia
  • glucosio

glicogenosintesi
glicogenolisi
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DESTINO DEL GLUCOSIO-3
  • Una eccessiva introduzione di carboidrati
    comporta un eccesso di glucosio disponibile, in
    questo caso lacetil CoenzimaA non entra nel
    ciclo di Krebs, ma viene deviato per sintetizzare
    acidi grassi i quali, legati a proteine di
    protezione, entrano nella corrente ematica e
    aumentano il deposito di tessuto adiposo.
  • In caso di necessità il tessuto adiposo viene
    mobilizzato a acetilCoA (vedi NEOGLUCOGENESI)

tessuto adiposo
acetilCoA
acidi grassi
Ciclo di Kreks
54
METABOLISMO DELLE PROTEINE
  • Le proteine sono costituite da catene di
    aminoacidi
  • H2N-R-COOH HN-R1-COOH
    H2N-R-CO-NR1-COOH
  • Durante la digestione le proteine introdotte con
    la dieta, vengono scisse nei vari aminoacidi e
    quindi assorbiti nel tenue. Con il sistema
    portale arrivano al fegato e, attraverso la
    grande circolazione, inviati a tutte le cellule
    dove vengono utilizzati per la sintesi proteica,
    oltre che essere utilizzati direttamente dagli
    epatociti per produrre sieroproteine ed enzimi.

- H20
H
H
55
CATABOLISMO DELLE PROTEINE
  • Nella dieta vengono assunti aminoacidi che luomo
    non è in grado di utilizzare. Negli epatociti,
    attraverso la transaminazione, laminoacido non
    utile viene transformato in uno utile con
    spostamento di gruppi attivi.
  • Nel caso laminoacido sia incompatibile, viene
    deaminato e trasformato in un composto chimico
    che si trova nella serie della glicolisi e quindi
    trasformato in acetilCoenzimaA. La deaminazione
    interviene anche quando vi sono necessità
    energetiche che non sono soddisfatte dallapporto
    di carboidrati e dalle riserve lipidiche, oppure
    quando lintroduzione di proteine è superiore al
    fabbisogno.
  • Nella deaminazione si libera NH3 (ammoniaca) che
    viene trasformata in urea ed eliminata attraverso
    i reni.

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DIGESTIONE DEI LIPIDI
  • I lipidi che interessano il metabolismo delluomo
    sono i trigliceridi, esteri del glicerolo con
    acidi grassi aventi un numero di atomi di
    carbonio pari.

CH2OH HOOC-R1 CH2-OOC-R1
CH OH HOOC-R2
CH- OOC-R2 CH2OH HOOC-R3
CH2-OOC-R3
- 3H2 O
TRIGLICERIDE
GLICEROLO
ACIDI GRASSI
La digestione avviene del duodeno per opera della
lipasi pancreatica e trasforma i trigliceridi in
monogliceridi e acidi grassi liberi che,
finemente emulsionati dai sali biliari, vengono
assorbiti dalla mucosa intestinale.
57
ASSORBIMENTO DEI LIPIDI
  • Gli acidi grassi con meno di 10-12 atomi di
    carbonio superano la mucosa e prendono la via
    portale come acidi grassi liberi.
  • Gli acidi grassi con più di 12 atomi di carbonio,
    nelle cellule della mucosa, vengono
    riesterificati a trigliceridi e avvolti da uno
    strato di lipoproteine, colesterolo e fosfolipidi
    formano delle micelle dette chilomicroni che
    passano nei vasi linfatici dei villi.
  • I chilomicroni passano direttamente dal sangue al
    tessuto adiposo e qui depositati per azione
    enzimatica.
  • Il glicerolo ottenuto nel lume intestinale
    dallazione della lipasi, in parte è utilizzato
    per la riesterificazione e il rimanente inviato
    al fegato.

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NEOGLUCOGENESI DEI LIPIDI
  • In carenza di apporto di carboidrati, i
    trigliceridi di deposito nel tessuto adiposo
    vengono immessi nel sangue come acidi grassi
    liberi e nel fegato vengono scissi ad
    AcetilCoenzima A con il distacco di due atomi di
    carbonio a partire dal gruppo carbossilico
  • Il glicerolo può essere trasformato in glucosio
    oppure ossidato direttamente ad acqua e CO2.

CH3 (CH2) n pari CH2COOH CH3 (CH)n
pari-2 CH2COOH AcCoA
59
RICAPITOLAZIONE METABOLISMO
60
FUNZIONE DETOSSICANTE
  • Il fegato trasforma sostanze tossiche non polari
    in sostanze polari (idrosolubili) più facilmente
    eliminabili con la bile o attraverso i reni (vedi
    ciclo della bilirubina), attraverso reazioni
    quali
  • La coniugazione con
  • - Acido glicuronico (glicuronazione),
  • - Ione solfato (solfonazione o solfatazione)
  • - Glutatione
  • Ossidazione
  • Riduzione
  • Idrolisi
  • Acetilazione
  • Metilazione

61
CATABOLISMO ORMONI STEROIDEI
  • Gli ormoni steroidei, derivati del colesterolo,
    sono prodotti prevalentemente dalle ghiandole
    surrenali, dai testicoli e dalle ovaie.
  • Per via ematica sistemica arrivano al fegato dove
    vengono trasformati in colesterolo e come tale
    eliminato con la bile.
  • Il colesterolo appartiene al gruppo dei lipidi e
    nella bile aiuta lemulsione dei trigliceridi per
    il loro assorbimento

62
AZIONE IMMUNITARIA
  • Il fegato rappresenta una importante barriera
    contro microrganismi patogeniche gli pervengono
    dal tubo digerente perchè è percorso da una rete
    linfatica assai sviluppata, ricca di linfociti,
    cellule della serie bianca che hanno funzione
    immunitaria.
  • Tale funzione si esplica nella capacità di
    riconoscere ed eliminare microrganismi e prodotti
    dannosi al nostro organismo (ad esempio proteine
    a basso peso molecolare che non appartengono al
    nostro codice genetico).
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