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Prof. Maurizio Pietro Faggioni

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... i prodotti trans-genici sembrano cadere sulle nostre tavole all improvviso, circon-dati dal sospetto di derivare da orribili commistioni genetiche. – PowerPoint PPT presentation

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Title: Prof. Maurizio Pietro Faggioni


1
Accademia Alfonsiana
La Vita nelle nostre mani
Corso di bioetica teologica
  • Prof. Maurizio Pietro Faggioni

Parte terza Le sfide della medicina Capitolo
quarto Le biotecnologie genetiche
2
Panoramica delle biotecnologie
3
(No Transcript)
4
Dati biomedici fondamentali
  • informazione genetica linsieme delle
    informazioni necessarie per la differenziazione,
    lo sviluppo ed il funzionamento di un organismo.
  • acidi nucleici in ogni cellula vivente questa
    informazione - sotto forma di un particolare
    linguaggio chimico - si trova contenuta in lunghe
    molecole lineari dette acidi nucleici (in sigla
    DNA e RNA),
  • doppia elica gli acidi nucleici si presentano
    come due filamenti paralleli avvolti a formare
    una doppia elica.

5
(No Transcript)
6
CROMOSOMI
  • Il DNA, di solito associato con particolari
    proteine, si organizza lunghi filamenti visibili
    anche al microscopio ottico e denominati
    cromosomi.

7
DNA e informazione genetica
Il genoma umano è racchiuso in 23 coppie di
cromosomi, che si trovano nel nucleo di ogni
cellula. Ciascun cromosoma è composto da una
doppia elica di DNA avvolta attorno a rocchetti
proteici, gli istoni. I complessi DNA-istoni si
avvolgono con spire singole e doppie formando i
cromosomi.
8
CROMOSOMI UMANI
  • I cromosomi sono appaiati e in numero costante in
    ogni specie.
  • Nella specie umana ci sono 46 cromosomi
  • 44 cromosomi somatici
  • Una coppia di cromosomi sessuali
  • XY nel maschio
  • XX nella femmina

9
NUCLEOTIDI
  • Lunità chimica base degli acidi nucleici si
    chiama nucleotide.
  • Nel DNA si alternano, secondo un codice molto
    preciso, quattro tipi di nucleotidi
  • Citosina
  • Timina
  • Adenina
  • Guanina
  • Ad una Citosina del primo filamento della doppia
    elica corrisponde una Timina.
  • Ad una Guanina una Adenosina.

10
GENE
  • gene è un tratto determinato di DNA che
    contiene l'informazione per una specifica
    proteina la quale, una volta sintetizzata, svolge
    una precisa funzione nell'organismo.
  • gene ? proteina
  • genoma è l'insieme di tutte le sequenze di geni
    allineate sui cromosomi.

11
CODICE GENETICO
  • Lordinata sequenza, scandita in triplette o
    gruppi di tre nucleotidi, rappresenta lelemento
    essenziale con cui è veicolata linformazione
    genetica.
  • Questo linguaggio chimico è detto codice
    genetico ad ogni tripletta corrisponde un certo
    aminoacido che formerà una determinata proteina.

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Sintesi delle proteine
13
Duplicazione del DNA
14
Dati biomedici fondamentali
  • Con il termine ingegneria o manipolazione
    genetica si intende linsieme degli interventi
    sul patrimonio genetico degli esseri viventi
  • e, più precisamente,
  • il complesso di principi, metodologie e
    procedimenti tecnici per lanalisi, la sintesi e
    la modificazione di geni e di genomi, mediante
    determinazione delle sequenze nucleotidiche,
    isolamento e trasferimento di frammenti di DNA
    entro uno stesso organismo o tra organismi
    diversi.

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Manipolazione del DNA
  • I successi dellingegneria genetica sono stati
    possibili grazie alluso integrato di biochimica,
    microbiologia e genetica e alla scoperta di
    enzimi che permettono di manipolare il DNA
  • gli enzimi di restrizione o endonucleasi
    permettono di tagliare in siti ben precisi il DNA
    e, isolando determinate sequenze geniche, si
    comportano come veri bisturi genetici.
  • le ligasi sono capaci di saldare fra loro i
    tratti di DNA dopo che sono stati tagliati
  • la polimerasi consente di moltiplicare infinite
    volte tratti di DNA.

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DNA RICOMBINANTE
  • Si chiama DNA ricombinante una sequenza di DNA
    prodotta artificialmente riunendo frammenti di
    DNA da diversi organismi.
  • Questa tecnica ha reso possibile produrre
    sequenze di DNA formate da frammenti di materiale
    genetico provenienti da diversi organismi, anche
    molto lontani dal punto di vista filogenetico, e
    così creare in laboratorio geni del tutto nuovi
    (geni chimerici).
  • Tali geni possono essere introdotti in un
    organismo e qui condurre allespressione di
    particolari proteine.


17
(No Transcript)
18
Transgenesi
  • Lintroduzione di geni esogeni o transgeni
    allinterno di una cellula di specie diversa può
    avvenire mediante
  • micropipette di vetro (microiniezione)
  • microparticelle rivestite di DNA sparate da un
    apposito cannone (elettroporazione) soprattutto
    nel caso di cellule vegetali
  • un vettore, sia esso un virus (retrovirus e
    adenovirus) o un plasmide batterico (è una forma
    circolare autoreplicante di DNA, presente in
    alcune specie batteriche, utilizzabile come
    vettore per il trasferimento di geni ricombinanti
    in altre specie).
  • Con il trasferimento genico è possibile dare a
    una cellula di una specie caratteristiche che
    altrimenti essa non avrebbe e quindi creare in
    laboratorio organismi che non esistono in natura
    detti transgenici ovvero organismi geneticamente
    modificati (OGM).

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(No Transcript)
20
Vettore virale
21
Plasmidi batterici
22
Plasmidi batterici
23
(No Transcript)
24
Organismi geneticamente modificati
  • Ci sono ormai molti vegetali transgenici, che
    hanno acquisito particolari resistenze a fattori
    nocivi o altre caratteristiche utili per luso
    umano.
  • Esistono animali transgenici i primi furono
    creati nel 1982 quando fu inserito in uova
    fecondate di topo il gene dellormone della
    crescita del ratto, ottenendo topi di grossa
    taglia.
  • Una applicazione importante della tecnica del DNA
    ricombinante si ha nellindustria farmaceutica.
    Si può tagliare in siti ben precisi il DNA di un
    batterio (di solito Escherichia Coli), introdurvi
    materiale genetico di una cellula umana, e quindi
    reinserirlo nella cellula batterica che comincerà
    a sintetizzare anche le proteine codificate dal
    nuovo gene presente nel suo DNA.
  • Così vengono prodotte in grande quantità proteine
    umane (insu-lina, somato-statina, calcitonina,
    ormone luteinizzante) a prezzi competitivi e
    perfettamente compatibili con lorganismo umano.

25
Applicazioni del DNA ricombinante
? Escherichia coli (16.500 ingrandimenti)
batterio che, geneticamente mo-dificato, viene
utilizzato per la produzione di in-sulina umana.
26
? Tecniche tradizionali per la selezione di nuove
varietà resistenti alle malattie.
Tecniche basate sulla ? ingegneria genetica
prevedono lisolamento di singoli geni in grado
di conferire la resistenza.
27
(No Transcript)
28
(No Transcript)
29
Polly è un clone transgenico di pecora Poll
Dorset, portatrice del gene per una proteina
umana (fattore IX).
30
(No Transcript)
31
Dati biomedici fondamentali
  • Con la tecnica del DNA ricombinante vengono anche
    preparate speciali sequenze oligonucleotidiche
    dette sonde molecolari che sono in grado di
    evidenziare tratti alterati della sequenza
    nucleotidica e di diagnosticare la presenza di
    geni anomali.
  • Sono in corso sperimentazioni per applicare la
    tecnica del DNA ricombinante nella terapia
    genetica, inserendo un gene sano al posto di
    quello malato.
  • Infine ricordiamo la tecnica della fusione
    cellulare, attraverso la quale si può ibridizzare
    il patrimonio genetico di due cellule diverse.
    Con questa tecnica si sono ottenuti, nel 1975,
    gli anticorpi monoclonali si fecero fondere
    linfociti immunizzati e cellule di mieloma di
    topo e si ottenne così una nuova linea cellulare
    (ibridoma) in grado di crescere con la stessa
    efficienza del mieloma e insieme di produrre
    lanticorpo prodotto dal linfocita, in quantità
    elevate e di grande purezza.

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  • Interventi sulla vita non umana
  • Questioni etiche

33
  • Fra ottimisti ingenui o in mala fede e
    catastrofisti apocalittici a oltranza,
    latteggiamento mentale più corretto e fruttuoso
    nei confronti delle biotecnologie è quello del
    realismo critico.
  • Non possiamo eludere le domande e le sfide
    etiche, politiche e culturali che ci vengono dal
    mondo delle biotecnologie, bloccan-do la ricerca
    e precludendoci la possibilità di migliorare la
    qualità di vita della gente.
  • Dobbiamo piuttosto essere capaci di assumerci con
    cognizione di causa e chiarezza di prospettive
    tutta la responsabilità che deriva dallo sviluppo
    e lapplicazione delle biotecnologie.
  • Le biotecnologie, se saggiamente sfruttate,
    porteranno grandi benefici allumanità, anche se
    non possiamo dimenticare gravi interrogativi
    etici riguardanti giustizia e solidarietà
    salvaguar-dia dellambiente tutela della salute
    rispetto degli animali.

34
Salvaguardia dellambiente
  • La creazione di organismi transgenici e il loro
    rilascio nellambiente può produrre una notevole
    perturbazione degli equilibri ecologici e questo
    pone il problema della sicurezza ambientale e del
    cosiddetto inquinamento genetico.
  • I motivi di questi squilibri sono riconducibili a
    tre fattori
  • mancanza di nemici naturali degli organismi
    transgenici
  • dannosità diretta per altri organismi o per
    lecosistema particolare
  • scambio di materiale genetico con altri organismi
    (es. geni di resistenza, da vegetale transgenico
    ad una infestante).
  • Secondo gli esperti, potrebbe bastare una piccola
    modifica genetica della specie naturale per
    rendere lorganismo molto invasivo nellambiente
    o innescare un catastrofico squilibrio.

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Salvaguardia dellambiente
  • Le nostre conoscenze sulle interazioni e i
    dinamismi che regola-no lecosistema sono ancora
    piuttosto approssimative per poter prevedere con
    sufficiente affidabilità tutte le implicazioni a
    lungo termine del rilascio di questi organismi.
  • Dal punto di vista etico la tutela dellambiente
    e quella della salute umana costituiscono il
    principio cardine delle nostre scelte in
    riferimento alla sicurezza biotecnologica.
  • Va sottolineato il principio etico di
    responsabilità da parte delle istituzioni
    Infatti, se è vero che il potere politico non può
    non incoraggiare linnovazione tecnologica come
    strumento di sviluppo, di progresso e di
    liberazione umana, è anche vero che spetta
    allautorità pubblica definire i limiti
    dellintervento umano sulla natura ponendo come
    base i criteri di sicurezza. COMITATO
    NAZIONALE PER LA BIOETICA, Documento sulla
    sicurezza delle biotecnologie, Roma
    1991, 19.

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Tutela della salute
  • Un aspetto etico giustamente molto sentito
    dallopinione pubblica è quello della sicurezza
    delle biotecnologie nei confronti della salute
    della gente.
  • Non desta particolari preoccupazioni il
    mantenimento in ambien-te confinato di specie
    transgeniche, salvo i rischi connessi con i
    microorganismi manipolati che possono mettere in
    pericolo la salute degli operatori o possono
    fuggire allesterno dei laboratori.
  • Il vero problema consiste nella non provata
    innocuità per il con-sumatore dei cibi che
    provengono da organismi modificati. Nono-stante
    la garanzia che mais e soia transgenici sono
    sostanzial-mente equivalenti ai corrispondenti
    prodotti naturali i consuma-tori europei si
    dimostrano alquanto sospettosi verso i prodotti
    transgenici. Questo timore ricorda le resistenze
    che circondarono la patata che, importata
    dallAmerica verso il 1570, entrò nella dieta
    europea soltanto un secolo più tardi.

37
Tutela della salute
  • Mentre i prodotti cosiddetti naturali sono stati
    collaudati da secoli di esperienza alimentare su
    vaste popolazioni, i prodotti trans-genici
    sembrano cadere sulle nostre tavole
    allimprovviso, circon-dati dal sospetto di
    derivare da orribili commistioni genetiche.
  • Nella maggior parte dei paesi non è ancora
    possibile conoscere esattamente se e in qual
    misura un alimento contenga OGM.
  • Tabù e paure non possono guidare le nostre
    scelte, ma dobbia-mo cercare di evitare ogni
    precipitazione nellintrodurre nellali-mentazione
    sostanze la cui innocuità non è ancora provata.
  • I dati disponibili e la loro circolazione
    corretta sono ancora con-trastanti lo sconcerto
    è diffuso la stampa cerca lo scandalo e il
    sensazionalismo i provvedimenti governativi sono
    spesso incoe-renti esiste una sfasatura notevole
    fra i tempi delleconomia e i tempi del
    monitoraggio biomedico degli effetti sulla salute.

38
Rispetto degli animali
  • Lapplicazione delle biotecnologie alla vita
    animale si scontra con un quadro culturale del
    rapporto uomo-animale alquanto mutato rispetto al
    passato.
  • Nel pensiero occidentale il mondo dellanimale è
    ritenuto normal-mente il mondo della
    irrazionalità, della carnalità, della
    incoscien-za e, tranne eccezioni isolate, nessuno
    ha mai pensato di poter attribuire allanimale
    diritti simili a quelli umani.
  • Il fondamento metafisico dei diritti e del
    diritto alla vita in primis sta nella
    spiritualità e razionalità delluomo rispetto
    allanimale. Mentre la vita umana è ritenuta
    portatrice di un valore in sé, in quanto sacra,
    la vita animale possiede un valore semplicemente
    strumentale, subordinata ai diritti e
    allinteresse delluomo.
  • La filosofia animalista ha condotto a rivedere
    questa posizione e a considerare la questione del
    valore intrinseco della vita animale e del
    riconoscimento di alcuni diritti agli animali.

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Rispetto degli animali
  • Dal riconoscimento agli animali soprattutto a
    quelli che sem-brano dotati di barlumi di
    autocoscienza, come le scimmie antro-pomorfe di
    un valore che è distinto e irriducibile alla loro
    utilità relativa agli interessi degli altri, ne
    consegue il principio che anchessi devono essere
    trattati sempre in modi che mostrino rispetto per
    il loro valore intrinseco.
  • Nei secoli passati non veniva messo in dubbio il
    diritto delluomo di servirsi liberamente degli
    animali per i suoi fini, incluso il diritto di
    selezionare, attraverso opportuni incroci, le
    caratteristiche più vantaggiose.
  • Oggi, senza giungere a negare la legittimità
    delluso degli anima-li, un senso di rispetto per
    le creature senzienti più elevate nella scala
    zoologica inducono a considerare con maggior
    attenzione le condizioni di eticità per gli
    interventi volti alla costruzione di animali
    transgenici.

40
Rispetto degli animali
  • MAIALE TRANSGENICO ottenuto inserendo il gene
    per lormo-ne della crescita. Si sono ottenuti
    maiali più grossi e con una riduzione percentuale
    del grasso a vantaggio del contenuto pro-teico
    della carne, ma liperincrezione dellormone
    causa nellani-male lo sviluppo di gravi
    patologie. Se è lecito cercare di miglio-rare la
    produttività o la qualità di un animale, ciò non
    deve comportare inutili e prolungate sofferenze.
  • ONCOTOPO DI HARVARD (1998) portatore di un gene
    oncolo-gico umano che lo rende utile per la
    ricerca sul cancro. Una posizione estrema
    tenderebbe a negare la accettabilità morale di
    creare in laboratorio un animale il cui destino è
    la sofferenza. Una posizione più moderata è che
    in linea di principio la finalità diagnostica o
    farmacologica, giustifica dal punto di vista
    etico lapplicazione dellingegneria genetica
    sugli animali, purché venga evitato, ove
    possibile, di provocare sofferenza.

41
Le biotecnologie nel contesto del rapporto
uomo-natura
  • Lumanità si era sempre posta nei confronti del
    pianeta in un atteggiamento più o meno
    selvaggiamente predatorio, ma, men-tre qualunque
    danno ambientale del passato colpiva solo unarea
    relativamente piccola, oggi luomo è in grado di
    disturbare il sistema ecologico globale e causare
    danni irreparabili.
  • È forse esagerato propugnare che il biocentrismo
    o lecocentri-smo sostituiscano
    lantropocentrismo classico, dal momento che il
    nostro modo di conoscere e interpretare i dati
    naturali è pur sempre condizionato dal nostro
    essere uomini e quindi dal nostro punto di vista
    umano. Non si esce dalla propria ombra!
  • Ma è certo che il modello cosmoantropologico di
    riferimento che ha accompagnato luomo fino ad
    ora ha bisogno di una seria revisione per essere
    idoneo ad affrontare le sfide che ci attendono.

42
Le biotecnologie nel contesto del rapporto
uomo-natura
  • Luomo moderno padrone e signore della natura
    (Cartesio) si era incamminato sicuro sui sentieri
    della Terra con lambizioso progetto di
    sottometterla al suo benessere.
  • Profeta di questa avventura esaltante era stato
    F. Bacone (1561-1626) che aveva vagheggiato
    lavvento del Regnum hominis attraverso la
    scienza e la tecnica e aveva concepito il
    rapporto dell'uomo con la natura come una lotta
    tesa a sottomettere le forze della natura al
    servizio del benessere umano.
  • Nel XIX sec. A. Comte e i Positivisti canteranno
    questo trionfo umano e, dopo il salto di qualità
    compiuto dalle scienze nel XX sec., oggi
    lumanità ha piena coscienza delle dimensioni del
    suo potere sul mondo.
  • Lo sviluppo delle biotecnologie è un momento
    altamente significativo di questa marcia
    inarrestabile e la conferma di una consapevolezza
    che pervade la letteratura bioetica.

43
Le biotecnologie nel contesto del rapporto
uomo-natura
  • Nella bioetica laica, negato ogni valore assoluto
    al presente ordine naturale e quindi annullata o
    limitata la differenza etica fra naturale e
    artificiale, si tende ad estendere la liceità
    dellinterven-to umano al fenomeno vita in tutta
    la sua vastità, piegando il dato di natura ai
    desideri umani e ad assoggettare tutta la vita
    umana e non umana alla competenza etica
    delluomo.
  • Nella bioetica teologica si parte
    dallaffermazione che tutto lesistente trova la
    sua ragion dessere in Dio, per cui Dio è lunico
    signore, il referente ultimo di ogni esistenza e
    di ogni divenire. Luomo, in quanto immagine di
    Dio, è fatto partecipe della stessa signoria di
    Dio ed esercita un dominio reale sul mondo e
    sulla vita che non si oppone, ma anzi presuppone
    il dominio supremo del Creatore. La
    giustificazione morale della manipolazione
    biotecnologica della vita sta proprio in questa
    signoria partecipata o ministeriale.
    (cfr. Evangelium Vitae, n. 42).

44
Le biotecnologie nel contesto del rapporto
uomo-natura
  • Un tempo totalmente sottomesso alle forze della
    natura, oggi luomo vede accrescersi il suo
    effettivo dominio sulla natura e si va
    trasformando in manipolatore della vita o
    addirittura in pilota del processo evolutivo.
  • Questa nuova autocomprensione è di incalcolabile
    portata soprattutto per quanto riguarda la
    relazione fra evoluzione naturale ed evoluzione
    culturale, la continuità o discontinuità fra
    natura e artificio, la liceità degli interventi
    sullevoluzione naturale e le specie viventi, nel
    quadro di quella che viene ormai detta evoluzione
    pilotata.
  • La vita è nelle nostre mani e noi sperimentiamo
    lebbrezza di poter guidarne il flusso secondo i
    nostri fini e insieme la responsabilità terribile
    di poter coltivare giardini come anche di creare
    deserti. Sta a noi impiegare questo potere con
    saggezza e imitare lagire del Creatore ispirato
    a sapienza e amore.

45
Giustizia e solidarietà
  • Aspetto economico delle biotecnologie il numero
    di industrie impegnate nel settore sono circa
    3000, con più di 100.000 addetti di esse circa
    una metà sono USA e laltra metà è ripartita
    principalmente fra Europa e Giappone. Il mercato
    dei prodotti farmaceutici ottenuti con
    lingegneria genetica ha un fatturato di 10
    miliardi di dollari e le quotazioni in borsa
    delle società fanno registrare aumenti in un solo
    anno del 1000-2000 dati 1993.
  • I fautori più convinti delle biotecnologie
    sottolineano limpatto positivo delle
    biotecnologie sulle economie dei paesi in via di
    sviluppo e ritengono che esse permetteranno alle
    generazioni future di raggiungere una definitiva
    sicurezza alimentare.
  • Gli alti costi delle ricerche, fanno sì che non
    sia possibile mettere a disposizione le
    biotecnologie senza un giusto profitto per le
    multinazionali, ma ciò rende difficile usufruirne
    proprio a quei paesi poveri che più ne avrebbero
    bisogno.

46
Giustizia e solidarietà
  • Spinose e controverse sono poi le questioni della
    brevettabilità dei viventi e dello sfruttamento
    commerciale dei brevetti con particolare riguardo
    alla possibilità che i contadini usufruiscano più
    volte, in diversi cicli produttivi, delle sementi
    di piante transgeniche acquistate dalle
    multinazionali.
  • Si richiede, pertanto, un ripensamento della
    nozione stessa di giustizia e di solidarietà.
  • In una visione globale delleconomia, i beni
    della terra devono essere considerati
    originariamente come beni al servizio di tutti.
    La stessa proprietà privata non è un diritto
    assoluto, ma ha per sua natura una funzione
    sociale, che si fonda sul principio
    dell'universale destinazione dei beni della
    terra.
  • Lo scopo del lavoro umano è quello di persuadere
    la terra a sfamare l'uomo e trasformare la terra
    in pane sulla mensa dei poveri.

47
Biotecnologie e vita umana.Questioni etiche
48
  • La nuova genetica, in tumultuosa crescita negli
    ultimi anni, ha aperto grandi prospettive per la
    diagnosi e la terapia di molte condizioni
    patologiche e sta influenzando la stessa
    autocom-prensione che luomo ha di sé e della sua
    vita.
  • Le moderne biotecnologie hanno reso infatti
    possibili interventi a livello del patrimonio
    genetico della persona, alle radici stesse della
    sua integrità e individualità biologica.
  • Consideriamo i problemi etici connessi con gli
    interventi sul patrimonio genetico delluomo in
    base alle diverse finalità perseguite 
  • Finalità conoscitive
  • Finalità diagnostiche
  • Finalità terapeutiche

49
Finalità conoscitive
  • Si sta completando la mappatura di interi genomi
    (posizione dei geni sui cromosomi) e il loro
    sequenziamento (lettura delle sequenze
    nucleotidiche lettera per lettera).
  • Progetto genoma umano progetto di sequenziamento
    dellintero genoma umano.
  • Nel 2002 completato il 97 del sequenziamento.
  • Questione della brevettabilità delle sequenze
    umane.

50
Finalità conoscitive
  • Lingegneria genetica costituisce uno strumento
    molto potente per allargare le nostre conoscenze
    nel campo delle scienze della vita,
    dallembriologia, alla fisiologia, alla
    patologia.
  • Limpiego delle sonde molecolari ha aperto la
    possibilità di analizzare interi genomi.
    Lobiettivo più ambizioso è la mappa-tura
    dellintero genoma umano a questo stupefacente
    progetto, detto progetto genoma, si dedicano
    decine di istituti di ricerca in tutto il mondo
    coordinati a livello internazionale.
  • Non va dimenticato che gli interessi economici e
    politici intorno allingegneria genetica sono
    enormi, in vista delle possibili appli-cazioni
    pratiche sfruttabili commercialmente. Lo stesso
    progetto genoma che ha un indubbio valore
    scientifico e fa prevedere molti benefici in
    campo terapeutico e preventivo, ha messo in moto
    anche ingenti interessi economici, inducendo
    alcuni ricercatori a brevettare particolari
    sequenze geniche individuate.

51
Finalità diagnostiche
  • Diagnosi prenatale
  • ?
  • aborto eugenetico
  • Screening genetico (di massa)
  • Tutela della privacy
  • Comunicazione dei risultati.


52
Finalità diagnostiche
  • Problemi del counselling genetico
  • prematrimoniale
  • gestazionale
  • neutralità assiologica (non direttività)
  • couselling valoriale

53
Finalità diagnostiche
  • Diagnosi di malattia genetica
    a comparsa tardiva
  • es. Corea di Huntington
  • grave malattia neurologica ereditaria che compare
    fra i 30 e i 50 anni.
  • Impossibilità di gestire una verità così lontana
    nel tempo.

54
Finalità diagnostiche
  • Poter diagnosticare una malattia genetica in un
    embrione o un feto è utile quando si può curarla,
    soprattutto se le cure possono iniziare nel
    periodo prenatale, ma questo non può mai
    giustifica-re un aborto eugenetico.
  • Una prevenzione efficace sarà possibile quando
    lanalisi del genoma di un soggetto permetterà di
    individuare in sede di counseling prematrimoniale
    la condizione di portatore sano di malattia
    geneticamente trasmessa.
  • Una evenienza non immaginaria è che si arrivi ad
    uno screening genetico di massa, con la creazione
    di una anagrafe o scheda-tura genetica questo
    sarebbe un beneficio per quanto riguarda la cura
    e la prevenzione, ma potrebbe essere fonte di una
    indebita violazione della privacy se le
    predisposizioni ereditarie della persona
    potessero essere conosciute dai datori di lavoro
    prima di unassunzione o dalle società di
    assicurazioni.

55
Finalità terapeutiche
  • Nellambito terapeutico, ancora in fase
    sperimentale, si aspetta-no grandi risultati per
    debellare le 2000 malattie genetiche e
    cor-reggere le disposizioni ereditarie a
    contrarre svariate patologie.
  • Sono terapeutici in senso stretto gli interventi
    volti a correggere un qualsiasi difetto genetico
    configurante una situazione patolo-gica
    dellorganismo (forme di anemia o di emofilia).
  • Gli interventi terapeutici sono di per sé leciti,
    collocandosi nella categoria dellartificio
    necessario già nel 1982 Giovanni Paolo II
    manifestava il suo compiacimento perché le
    ricerche della biologia moderna permettono di
    sperare che il trasferimento e la mutazione dei
    geni potranno migliorare lo stato degli ammalati
    colpiti da malattie cromosomiche in questo modo
    gli esseri umani più piccoli e più deboli
    potranno essere curati durante la loro vita
    intrauterina o nel periodo che segue
    immediatamente la loro nascita. Discorso ad un
    gruppo di biologi sperimentatori, 23-10-1982.

56
Finalità terapeutiche
  • Terapia genica germinale (rivolta allo zigote o
    alle cellule totipo-tenti dellembrione precoce)
    almeno per ora è eticamente improponibile per
    linadeguatezza dei mezzi a nostra disposi-zione
    e per laltissimo rischio di distruzione degli
    embrioni.
  • In futuro, superate le difficoltà tecniche e il
    rischio per lembrione, si dovranno ritenere
    giustificati solo gli interventi veramente
    terapeutici e dovranno essere esclusi tutti gli
    interventi che com-portano manipolazione del
    patrimonio genetico della persona e che quindi
    ledono la sua dignità e identità, nonché quegli
    interventi che prevedano una dissociazione fra
    concepimento della persona e unione coniugale.
  • Terapia genica somatica (riguardante cioè le
    cellule somatiche di un organismo ben
    differenziato) il giudizio è in linea di
    principio favorevole se vengono rispettate le
    norme che regolano ogni procedura terapeutica.

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Finalità terapeutiche
  • Debellare le oltre 2000 malattie genetiche
  • Intervenire sulle predisposizioni ereditarie.
  • Terapia somatica (organismo fetale o adulto)
  • Terapia germinale (gameti e embrioni precoci)

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Terapia genica
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  • Le ricerche della biologia moderna permettono di
    sperare che il trasferimento e la mutazione dei
    geni potranno migliorare lo stato degli ammalati
    colpiti da malattie cromosomiche in questo modo
    gli esseri umani più piccoli e più deboli
    potranno essere curati durante la loro vita
    intrauterina o nel periodo che segue
    immediatamente la loro nascita.
  • GIOVANNI PAOLO II, Discorso ad un gruppo di
    biologi sperimentatori, 23-10-1982, AAS 75
    (1983), 38.

60
Riplasmare lessere umano
  • Una delle sfide più grandi che lartificiale
    lancia oggi alletica è costituita proprio dalla
    possibilità di manipolare il patrimonio ge-netico
    umano, il datum originario della persona.
  • Sono certamente offensivi della dignità della
    persona e perciò proscritti tutti gli interventi
    alterativi che
  • mirassero a privare luomo di alcune sue qualità
    tipiche intervenendo sul genoma, per creare
    stirpi sub-umane da indirizzare a lavori
    pericolosi o noiosi
  • mortificassero la singolarità personale nella
    ripetitività della pro-duzione seriale,
    appiattendo su uno standard prefissato la
    natu-rale variabilità genetica. (Cfr.
    Carta degli Operatori Sanitari, n. 13).
  • Più articolato deve farsi il nostro discorso in
    tema di interventi con scopi migliorativi, nei
    quali il confine fra lalterazione illecita e la
    terapeuticità doverosa talvolta non è netto.

61
Riplasmare lessere umano
  • M. Cuyas distingue, a seconda degli scopi
    perseguiti, quattro tipi di interventi
    migliorativi
  • rimuovere una deficienza non patologica
  • determinare un potenziamento del soggetto
  • migliorare la progenie
  • attribuire prerogative aliene alla specie umana.
  • Il primo caso è al limite fra la terapia e il
    miglioramento (p. es. se si prevede che un
    bambino avrà una statura definitiva ai limiti
    inferiori della normalità, può essere
    giustificata una manipola-zione genetica che
    consenta di raggiungere una statura maggiore).
  • Analogo discorso nel caso del potenziamento,
    intervento praticato per portare alcune
    caratteristiche della persona ai livelli
    superiori la normalità (caratteri fisici o
    prestazioni intellettuali).

62
Si può riplasmare luomo?
  • Un intervento sul genoma deve rispettare la
    dignità fondamentale degli uomini e la natura
    biologica comune che è alla base della libertà,
    evitando manipolazioni che tendono a modificare
    il patrimonio genetico e a creare gruppi di
    uomini differenti, con il rischio di provocare
    nella società nuove emarginazioni.
  • Giovanni Paolo II Discorso alla Associazione
    Medica Mondiale, 29-10-1993, AAS 76 (1984), 394.

63
Si può riplasmare luomo?
  • In futuro la nostra capacità di forzare e
    manipolare la natura umana, per perseguire i fini
    stabiliti dalle persone, aumenterà. Quando
    svilupperemo la capacità di intervenire con
    lingegneria genetica non solo sulle cellule
    somatiche, ma anche su quelle germinali, saremo
    in grado di plasmare e creare shape and fashion
    la nostra natura umana a immagine e somiglianza
    dei fini scelti dalle persone.

64
Si può riplasmare luomo?
  • Se non vi è nulla di sacro nella natura umana (e
    nessun argomento puramente laico potrebbe
    dimostrare che sia sacra), non vi è alcuna
    ragione per la quale, per ragioni appropriate e
    con appropriata cautela, essa non debba essere
    radicalmente cambiata.
  • ENGELHARDT H. T. jr., Manuale di bioetica, 429.

65
Si può riplasmare luomo?
  • Luomo dovrebbe inserirsi ragionevolmente nei
    dinamismi della sua natura, potenziando e
    perfezionando le sue qualità in sintonia con
    essa.
  • K. Demmer parla di una integrazione sensata
    della natura biologica, che permette di
    sfuggire a quellatteggiamento materialistico e
    vitalistico di fondo che è convinto di poter
    creare un uomo migliore, invece di migliorare,
    come dovrebbe ritenersi giusto, le condizioni
    biologiche della sua esistenza personale.

66
Riplasmare lessere umano
  • Giudizio negativo per lingegneria genetica posta
    al servizio delleugenetica il tentativo di
    creare una nuova razza superiore, agendo sia a
    livello somatico sia germinale, evoca aberranti
    progetti nazisti e pone le premesse per una
    società basata sulla disuguaglianza biologica.
  • Giovanni Paolo II ha affermato che un intervento
    sul genoma deve rispettare la dignità
    fondamentale degli uomini e la natura biologica
    comune che è alla base della libertà, evitando
    manipolazioni che tendono a modificare il
    patrimonio genetico e a creare gruppi di uomini
    differenti, con il rischio di provocare nella
    società nuove emarginazioni.
    Discorso alla Associazione Medica
    Mondiale, 29-10-1993.
  • Introdurre alcune caratteristiche nuove e creare
    un uomo trans-genico se la coscienza di sé passa
    attraverso la mediazione della corporeità, sarà
    ancora autocoscienza umana?

67
Riplasmare lessere umano
  • In questo campo le cautele sono dobbligo noi
    sappiamo poco del patrimonio genetico umano del
    suo funzionamento e regola-zione delle
    interrelazioni fra soma e psiche dei rapporti
    fra uomo e ambiente delle conseguenze a lungo
    termine.
  • Se pensiamo al disastro ecologico in corso,
    alluso manipolatorio dei media, agli abusi che
    accompagnano le tecniche di procrea-zione
    artificiale, diventiamo dubbiosi sulle capacità
    delluomo contemporaneo e delle strutture
    democratiche di gestire con responsabilità e
    saggezza lenorme potenziale offerto tecnologia
    dellartificiale applicata alla vita.
  • Dal punto di vista strettamente deontologico,
    sarebbero ammis-sibili alcuni interventi
    migliorativi sul patrimonio genetico umano, a
    condizione che non ledano lintegrità della
    natura biologica, ma ne sviluppino la plasticità
    intrinseca lungo le direzioni indicate dalla
    teleologia della persona, inscritta nella sua
    natura.

68
Riplasmare lessere umano
  • Si tratterebbe di interventi terapeutici in senso
    largo, in quanto tendenti ad acquisire un pieno e
    autentico benessere psicofisico.
  • Nessuna utilità sociale o scientifica e nessuna
    motivazione ideologica potranno mai motivare un
    intervento sul genoma umano che non sia
    terapeutico, cioè in se stesso finalizzato al
    naturale sviluppo dellessere umano.
    GIOVANNI PAOLO II, AllUnione Giuristi
    Cattolici Italiani, 5-12-1987.
  • Luomo si inserisce così ragionevolmente nel
    divenire della natura e lartificio diventa
    capace di una mìmesis sensata. K. Demmer parla di
    una integrazione sensata della natura
    biologi-ca, che permette di sfuggire a
    quellatteggiamento materialisti-co e vitalistico
    di fondo che è convinto di poter creare un uomo
    migliore, invece di migliorare, come dovrebbe
    ritenersi giusto, le condizioni biologiche della
    sua esistenza personale. Interpretare e
    agire. Fondamenti della morale cristiana,
    Cinisello Balsamo 1989, 146.

69
Riplasmare lessere umano
  • Il criterio ultimo delletica dellartificiale
    nel campo della vita umana sta nel riconoscimento
    della signoria di Dio e insieme nella
    consapevolezza che Egli chiama luomo a
    partecipare a questa signoria per portare a
    pienezza un progetto di amore e di sapienza non
    solo nelle creature, ma anche in se stesso.
  • La posizione cattolica, con il suo rispetto
    geloso per la persona, è lontana dallenfasi
    ingenua e terribile di certa bioetica laica che
    percepisce nellartificio la possibilità di
    emulare la potenza del Creatore e di plasmare
    anche noi, nuovelli demiurghi, luomo a nostra
    immagine e somiglianza, a immagine del nostro
    desiderio.

70
Riplasmare lessere umano
  • Quando si perde il riferimento delluomo a Dio e
    si percepisce la Sua volontà in opposizione e
    concorrenza con lautonomia umana, la centralità
    assiologica della persona viene meno e ogni
    manipolazione e oggettualizzazione diventa
    possibile.

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Conclusioni
  • Il comandamento di Dio si legge in uno dei
    passaggi fondamentali di Evangelium Vitae non è
    mai separato dal suo amore è sempre un dono per
    la crescita e la gioia delluomo... Luomo,
    immagine vivente di Dio, è voluto dal suo
    Creatore come re e signore... La sua, tuttavia,
    non è una signoria assoluta, ma ministeriale è
    riflesso reale della signoria unica e infinita di
    Dio. Per questo luomo deve viverla con sapienza
    e amore, partecipando alla sapienza e allamore
    incommensurabili di Dio. E ciò avviene con
    lobbedienza alla sua legge santa unobbedienza
    libera e gioiosa, che nasce ed è nutrita dalla
    consapevolezza che i precetti del Signore sono
    dono di grazia affidato alluomo sempre e solo
    per il suo bene, per la custodia della sua
    dignità personale e per il perseguimento della
    sua felicità. GIOVANNI PAOLO II, lett.
    enc. Evangelium Vitae, n. 52.

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