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Gli Ebrei

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Title: Gli Ebrei


1
Gli Ebrei
  • Il popolo della Terra Promessa

2
  • La storia
  • I libri sacri
  • Dio
  • Gli oggetti liturgici
  • I gruppi principali

3
Il Signore disse ad Abramo vattene dal tuo
paese, dalla tua patria, dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò
Ma chi erano gli Ebrei?
4
La storia
  • La religione ebraica è strettamente collegata al
    Medio Oriente antico, zona estremamente vasta e
    variegata, che va dallAssiria al Golfo Persico,
    dalla Palestina allEgitto, si estende dal Nord
    verso Oriente, comprende i fertili territori fra
    il Tigri e lEufrate la Mesopotamia, in cui
    Sumeri, Assiri e Babilonesi hanno fondato i
    loro grandiosi imperi. Il teatro vero e proprio
    della storia ebraica fu nelle regioni
    nord-occidentali e nella fascia costiera tra il
    deserto e il mare. È una lingua di terra il cui
    tratto di fertilità non si allarga oltre i 120
    chilometri e i cui fiumi, poveri dacqua,
    faticano ad abbeverare le colture. In
    questarea, la cultura e la civiltà irradiavano
    da due grandi potenze quella sorta in
    Mesopotamia (lattuale Iraq), e quella sorta
    nella valle del Nilo, il regno dei faraoni
    dEgitto. Tra questi due gradi Paesi, il
    corridoio siro-palestinese era un attivissimo
    crocevia di commerci, di eserciti in movimento e
    di vivaci incroci etnici e culturali. Queste
    terre sono sempre state abitate da genti ibride,
    miste, con vicissitudini politiche travagliate.
    Proprio il territorio che si estende dal Golfo
    Persico è quello in cui si muovevano gli antichi
    gruppi patriarcali, dai quali il popolo dIsraele
    trae le proprie origini.

5
  • Nel testo biblico, in particolare nel libro della
    Genesi, la storia ha inizio con la creazione del
    mondo, da parte di Dio, e delluomo da Lui,
    modellato a propria immagine somiglianza. Dio,
    poi, affida, alluomo il creato, dunque anche
    luomo deve collaborare con il Creatore. Questa
    collaborazione deve avvenire in due modi con
    lequità, ossia il riconoscimento dei diritti
    umani, e con la giustizia, ovvero laccettazione
    dei doveri. Intorno al 2000 a.C. si muovevano
    clan patriarcali seminomadi, spostandosi da un
    confine allaltro della mezzaluna fertile e
    intrattenendo con le città incontrate lungo il
    percorso rapporti commerciali, religiosi e
    culturali. Erano tribù semite, la cui religiosità
    si fondava soprattutto sul culto del
    Dio-del-Padre, un Dio riconosciuto come
    sovrano. Uno di questi capostipiti è Abramo.
    Lantico padre degli Ebrei (il nome Ebreo
    deriva da Eber, discendente di Sam, figlio di
    Noè). Abram (il cui nome, almeno inizialmente, è
    Abram) lasciò alletà di 75 anni la casa paterna
    per trasferirsi in una terra lontana, la Terra
    Promessa, dopo che il Signore gli aveva parlato,
    assicurandogli un grande popolo e la sua
    benedizione.

6
  • Figlio di Abramo e di Sara fu Isacco da Isacco
    nacque Giacobbe, terzo e ultimo patriarca, sarà
    chiamato Israele e pertanto i suoi discendenti
    potranno essere chiamati senza differenza Ebrei o
    Israeliti. Secondo la Bibbia,tutti gli Ebrei
    discendono da 12 tribù fondate da altrettanti
    figli di Giacobbe.

7
Essi furono liberati da Mosè, sfuggito alla
strage dei figli maschi degli ebrei ordinata dal
faraone, che gli condurrà nella loro terra.
Vagheranno nel deserto per 40 anni ed ancor oggi
si commemora lEsodo del popolo e la traversata
del Mar Rosso nella festa di Pesah. Mosè
ricevette Le Tavole Della Legge sul Monte Sinai,
cioè i Dieci Comandamenti. Morendo, Mosè affidò
gli ebrei a Giosuè. Linsediamento nella terra
promessa non fu tuttavia pacifico, poiché le
popolazioni locali non si rassegnarono a far
posto ai nuovi venuti ed a convivere
pacificamente con essi. Perciò gli ebrei
dovettero lottare a lungo. Gli scontri più
sanguinosi furono quelli con i Filistei.
  • A causa di una terribile carestia che aveva
    colpito la loro terra si trasferirono in Egitto
    ma diventano presto schiavi, conservando però i
    loro costumi e le loro tradizioni.

8
Le continue lotte con le popolazioni locali
indussero gli ebrei a riunire le 12 tribù ed a
costituire un unico Stato il regno dIsraele. Il
primo re fu Saul e ad egli seguì David, noto per
aver battuto con la fionda il gigante Golia.
Famosa anche la sua stella che è diventata
simbolo della religione ebraica.
  • La stella è composta da due triangoli opposti
    intrecciati. Quello con la base verso il basso
    rappresenta il legame delluomo verso Dio e
    quello dallalto verso il basso la ricerca di Dio
    verso luomo, anche elementi naturali come il
    fuoco e lacqua luomo e la donna.

9
Alla morte di David divenne re il figlio
Salomone, sotto cui ci fu un prospero periodo per
il regno e per Gerusalemme. A Gerusalemme
Salomone sulla collina di Sion costruì il celebre
tempio che divenne il punto di riferimento
nazionale del popolo, su cui fu riposta lArca
dellAlleanza, ossia il Tabernacolo in cui erano
conservate le tavole della Legge.
Alla morte di Salomone dieci delle dodici tribù
di Israele si separarono due tribù restarono
fedeli al figlio di Salomone , formarono il regno
di Giuda o Giudea (da cui viene la parola giudeo)
. Le dieci tribù settentrionali costituirono un
regno a parte che conservò la denominazione di
regno di Israele e in seguito furono conosciuti
come samaritani.
10
(No Transcript)
11
(No Transcript)
12
Nel 587 a.C. Gerusalemme venne distrutta dal re
babilonese Nabucodonosor. Il tempio fu bruciato e
gli ebrei furono esiliati in Babilonia. Lesilio
di Babilonia diede il via alla diaspora, ovvero
alla dispersione del popolo ebraico nel mondo.
Con la distruzione del tempio, si pone il
problema dellarca dellAlleanza, infatti essa
non fu più citata dalla Bibbia, sono sorte una
serie una serie di leggende su di essa
Quando i persiani conquistarono Babilonia, un
editto di Ciro il Grande permise il loro ritorno
in Giudea e la ricostruzione del Tempio. Il
crollo dellImpero persiano ad opera di
Alessandro Magno inserì la Palestina nel regno
ellenistico dei Tolomei dEgitto infatti ad
Alessandria si insediò una numerosa comunità
ebraica.
13
I futuri sovrani cercheranno di imporre la
cultura ellenistica e Antioco IV, dichiarando
fuori legge la religione degli ebrei, fece
collocare nel Tempio un altare in onore di Zeus
da cui si scatenarono varie reazioni di
protesta.Linstabilità politica raggiunse il suo
culmine nel I secolo a.C. con la lotta tra i
fratelli Ircano II e Aristobulo II, entrambi
aspiranti al trono Aristobulo, tramando
segretamente con i romani, aprì la strada
allesercito di Pompeo che entrò a Gerusalemme
nel 63 a.C.
Precedentemente, il Tempio fu ricostruito ed ebbe
nel corso dei secoli modifiche ma fu
definitivamente distrutto dai Romani nel 70 d.C.
come vedremo dopo.
14
  • Il famoso Muro del pianto che attualmente
    rappresenta il monumento più significativo degli
    ebrei, era un muro della spianata sulla quale
    sorgeva il Tempio ricostruito e sulla quale si
    trova attualmente la moschea La splendente
    dove, secondo la tradizione islamica, Maometto
    sarebbe asceso al cielo. Nessun legame quindi con
    lAntico Tempio di Salomone del quale nulla
    rimane, come daltronde nulla rimane (eccetto il
    Muro del Pianto) del secondo Tempio.

In questo momento gli ebrei vivevano divisi in
diversi imperi in quello romano che più tardi
cominciò a diventare Cristiano, e in quello
persiano che cominciò invece a diventare
Musulmano.
15
La rivolta antiromana promossa nel 66 d.C. fu
domata dalle truppe guidate prima da Vespasiano
poi da Tito, e si concluse come si è già
accennato con la distruzione del Tempio di
Gerusalemme nel 70. LEbraismo fu praticamente
sradicato dalla Giudea e dopo una ulteriore
fallita rivolta ci fu un successivo inasprimento
delle misure contro gli ebrei ormai posti davanti
ai divieti di praticare la loro fede nella loro
patria e di entrare in Gerusalemme.
In questo bassorilievo dellArco di Tito a Roma,
è raffigurato il corteo trionfale che percorre la
capitale con le spoglie del Tempio di Gerusalemme
dopo la sua conquista ad opera dei Romani nel 70
d.C.Si può notare la Menorah, il candelabro
simbolo dellEbraismo usato per illuminare, nel
Tempio, il Tabernacolo dellArca
16
Successivamente con laffermazione del
Cristianesimo in Europa gli ebrei incontrarono i
maggiori problemi e vennero accusati di essere
assassini di Cristo, inviati del diavolo e
praticanti di arti magiche. Spesso fu imposto
loro il Battesimo e furono confinati -dopo il
divieto della Chiesa del prestito ad interesse
perché ritenuto un peccato- al ruolo di
banchieri, commercianti o usurai.
  • Ad ogni singolo fatto, tra i quali le diffusioni
    di peste, gli ebrei furono ritenuti colpevoli e
    per questo torturati o uccisi. Ben presto
    dovettero vivere in quartieri separati e portare
    segni di riconoscimento, per esempio le donne
    furono costrette ad indossare un velo giallo sul
    capo come le prostitute. È lantisemitismo.

17
  • Da allora, per secoli e secoli appoggiati a
    momenti di tregua gli ebrei rimasero oggetto di
    persecuzioni e massacri e di continue migrazioni,
    fino alle porte della II Guerra Mondiale con
    lantisemitismo nazista che uccise 6 milioni
    circa di ebrei e indusse i sopravvissuti alla
    formazione di uno Stato nella loro antica e
    spesso negata

Terra Promessa
Nacque così, il 14 maggio del 1948, lo Stato
dIsraele, che avrebbe dovuto accogliere gli
ebrei da secoli sparsi in tutto il mondo a causa
della diaspora. Ma gli scontri continuano ad
imperversare con i Paesi limitrofi e il governo
israeliano è riuscito a giungere ad accordi
solamente con lEgitto e con la Giordania, mentre
Siria e Libano non riconoscono i suoi confini e
resta irrisolta la questione della Striscia di
Gaza,territorio reclamato dalla Palestina.
18
I libri sacri
  • Il Testo sacro più importante per l'ebraismo è la
    Torah scritta, che corrisponde al Pentateuco, che
    fa parte della raccolta nota sotto il nome di
    Tanach, la (cosiddetta) Bibbia ebraica, chiamata
    dai cristiani Antico Testamento.
  • In essa sono presenti tutte le regole che un
    ebreo deve seguire nella sua vita, regole che
    vengono poi spiegate e discusse in una tradizione
    orale codificata in varie raccolte
  • Il Talmud, a sua volta diviso in Mishnah e
    Ghemarah, consiste in una raccolta di discussioni
    avvenute tra i sapienti e i maestri dentro e
    fuori il Sinedrio.
  • Il termine Mishnah proviene dalla parola ebraica
    sh n nah, ripetere (da cui studiare, insegnare),
    "mishnah" (M.) suggerisce ciò che è imparato a
    memoria, per ripetizione e designa l'insieme
    della Legge orale e il suo studio (per
    opposizione a Miqra' che si riferisce alla
    Scrittura e al suo studio). Può anche designare
    l'insieme della halakhah (parte legislativa) o
    ancora una forma d'insegnamento di quella, non
    più partendo dal testo biblico, ma a partire
    dalle sentenze dei Maestri della tradizione
    riguardo a problemi concreti.

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  • La tradizione ebraica insegna che anche la Legge
    orale fu trasmessa, insieme a quella scritta, da
    Dio a Mosè sul Monte Sinai, sette settimane dopo
    l'uscita dall'Egitto del popolo ebraico. Essa fu
    tramandata di generazione in generazione finché
    le persecuzioni ne misero in pericolo la corretta
    trasmissione. È in questo contesto che nasce la
    Mishnah. Redatta in ebraico tardo, è disposta
    secondo gli argomenti, in sei ordini e 60
    trattati.
  • Il termine Ghemarah ,che vuol dire studiare,
    indica la parte del Talmud contenente i
    commentari rabbinici e le discussioni sorte
    sull'interpretazione della Mishnah.
  • La Halacha non è un testo singolo, ma piuttosto
    un nome per definire il complesso delle norme
    codificate della legge ebraica e deriva dalla
    codificazione delle regole del Talmud.
  • Nel corso degli anni, molti sono stati i
    tentativi di riunire le norme rituali ed etiche
    dell'ebraismo in libri di tipo sinottico.
  • Il Midrash è un metodo di interpretazione della
    Scrittura che, andando al di là del senso
    letterale, scruta il testo in profondità per
    cercare di trarne applicazioni pratiche e
    significati nuovi. Esistono decine di raccolte di
    Midrashim.
  • Lo Sheeloth uTshuvoth (lett. domande e risposte),
    è il nome di una raccolta, tuttora in via di
    ampliamento, di tutte le domande che vengono
    poste e di tutte le risposte che sono fornite dai
    rabbini.

20
Il Dio ebraico
  • Nella religione ebraica e nell'Antico Testamento
    Dio è visto come l'Essere Supremo, creatore,
    autore e causa prima dell'universo, governatore
    del mondo e degli uomini, giudice supremo e
    padre, la cui giustizia è temperata dalla
    misericordia, i cui propositi sono realizzati da
    agenti prescelti che possono essere sia individui
    sia nazioni. Dio comunica la sua volontà
    attraverso profeti e altri canali stabiliti.
  • La fede del popolo ebraico è in un primo momento
    un culto di monolatria (conosciuto anche come
    enoteismo) ogni popolo ha il suo Dio, ma il Dio
    del popolo ebraico è l'unico che Israele adora e
    serve. Sono eco di questa concezione passi
    biblici come quelli che dicono "Il Signore è il
    nostro Dio, il più grande di tutti gli dei",
    riferendosi in questo caso ai 70 angeli principi
    delle 70 Nazioni. Ci si riferisce a lui come il
    "Dio dei nostri padri", "il Dio di Abramo, Isacco
    e Giacobbe".
  • È solo al tempo dell'Esilio babilonese (VI secolo
    a.C.) che Israele passa della monolatria al
    monoteismo c'è un solo Dio, tutti gli altri sono
    apparenza.

21
  • Il Dio degli ebrei è creatore di tutte le cose,
    che ha plasmato dal nulla. Il profeta Ezechiele,
    rappresentando la maestosità del Creatore e della
    sua perfetta organizzazione in un simbolico carro
    celeste, parlò della presenza di quattro creature
    viventi, cherubini, ai lati di questo carro. Ogni
    creatura aveva quattro facce che rappresentano i
    quattro principali archetipi angelici poi
    correlati nell'esegesi ebraica anche agli
    attributi di Dio. In particolare le figure
    descritte da Ezechiele sono
  • una faccia d'aquila, che simboleggia la profonda
    sapienza di Dio (Proverbi 26)
  • una faccia di toro, che con la sua leggendaria
    potenza raffigura l'onnipotenza di Dio (Giobbe
    3723)
  • una faccia di leone, simbolo della coraggiosa
    giustizia di Dio (Deuteronomio 324)
  • una faccia d'uomo, simbolo dell'amore di Dio, in
    quanto l'uomo è l'unica creatura in grado di
    manifestare intelligentemente questa qualità.

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  • Il Dio degli ebrei è un Dio impegnato in loro
    favore (all'inizio), e verso tutti gli uomini
    (tempi più tardi). Israele nasce come popolo
    quando sperimenta che Dio lo libera della
    schiavitù d'Egitto. Da quel momento in avanti Dio
    è colui che dice "presente" (la radice del nome è
    la stessa radice del verbo essere coniugato al
    presente indicativo Io sono Io sono qui con
    te), e gli è accanto per accompagnarlo e
    salvarlo. Anche le circostanze dolorose, come
    cadere in mano dei nemici o l'Esilio babilonese,
    sono interpretate come un'azione di Dio che
    corregge il suo popolo a causa dei suoi peccati.
  • Il Dio ebraico è indicato con vari nomi, poiché
    nell'ebraismo il nome proprio di Dio è
    considerato ineffabile.
  • Negli scritti esso è rappresentato dal
    tetragramma biblico o "tetragrammaton, che è la
    sequenza delle quattro (t?t?a, tetra in greco)
    lettere che compongono il nome proprio di Dio.
  • In passato era largamente attestata la
    traslitterazione "JHWHma, in epoca
    contemporanea, la traslitterazione più diffusa è
    "YHWH.
  • Gli Ebrei considerano dall'antichità il
    tetragramma troppo sacro per essere pronunciato
    nella lettura della Bibbia e nelle preghiere è
    sostituito in ebraico con HaShem ("il nome") o
    Adonai ("Signore"), nelle altre lingue con
    "Signore" o "Eterno".

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Usi e costumiGli oggetti liturgici
  • Tra gli oggetti liturgici e culturali più
    importanti nella religione ebraica vi sono
  • Menorah, candelabro 'a sette braccia', ne
    esisteva soltanto uno d'oro puro ed era situato
    nel Tempio di Gerusalemme, simbolo ebraico ed
    attualmente dello Stato d'Israele in quasi tutte
    le case ebraiche ne è presente una riproduzione.
    Quando ancora esisteva il Tempio veniva acceso un
    lume al giorno (la settimana partiva dalla
    domenica) fino a giungere a sette lo Shabbat.
  • Mezuzah, pergamena affissa (dentro un piccolo
    contenitore) agli stipiti delle porte e
    contenente due brani dello Shema (preghiera
    fondamentale dell'ebraismo, da recitare ogni
    giorno al mattino e alla sera), proprio quelli
    contenenti il precetto della Mezuzzah.

24
  • Tefillin, conosciuti come filattèri, sono scatole
    nere di cuoio indossate sul braccio e sulla
    fronte per mezzo di cinghie di pelle. Esse
    contengono le pergamene con i quattro brani della
    Torah che citano questo precetto.
  • Kippah, il copricapo indossato dagli Ebrei
    maschi.
  • Talled, scialle in tessuto bianco spesso con
    fasce, comunemente di colore scuro,
    caratterizzato da quattro lunghe sfrangiature di
    tessuto alle estremità, chiamate Tzitzit. La
    versione grande (talit gadol)è portata durante la
    preghiera del mattino e a Yom Kippur per tutto il
    lungo ciclo di preghiere, quella piccola (talit
    katàn) è indossata quotidianamente.
  • Hanukkiah, plurale Hanukkioth, candelabro ad
    'otto braccia' utilizzato per accendere i lumi
    durante la celebrazione della festa di Hanukkah
    (Festa delle luci) in ricordo della
    riconsacrazione del Tempio dopo la guerra
    maccabaica il cui casus belli fu il sacrificio di
    un maiale nel Tempio ad opera di un sacerdote
    elenizzante.

25
Usi e costumi lalimentazione
  • La Casherut è una serie di regole alimentari
    prescritte dalla Torah. Esse costituiscono un
    corpo di normative molto complesse, che forma il
    fondamento dell'alimentazione dell'ebreo, a casa
    come all'esterno.
  • Il termine kasher significa "adatto" e riguarda
    la purità degli alimenti la Torah distingue
    infatti anche tra animali puri ed animali impuri,
    quelli permessi e quelli proibiti. Molti ebrei
    usano la parola taref per indicare il contrario a
    quanto permesso nell'alimentazione casher.
  • Gli elenchi degli animali di cui è permesso
    cibarsi sono contenuti nella Bibbia, capitolo 11
    del Levitico, ed alcuni vengono ripetuti nel
    capitolo 14 del Deuteronomio.
  • Sono permessi i quadrupedi ruminanti con gli
    zoccoli bipartiti come, ad esempio, mucca,
    pecora, capra e cervo, ma non maiale, cammello,
    cavallo o coniglio viene fornito un elenco dei
    volatili proibiti, da cui deriva che tutti gli
    altri sono permessi, che contiene tutti i rapaci
    e gli uccelli notturni. Tranne alcuni casi, si
    possono mangiare i pesci con squame e pinne sono
    pertanto esclusi molluschi e crostacei (polpi,
    frutti di mare, granchi ecc.), oltre alle
    anguille, al pescecane e alcuni altri pesci che
    si ritiene non abbiano le squame complete.

26
  • No

27
  • Certi tipi di locusta sono permessi agli ebrei
    sefarditi residenti nei paesi arabi, ma non a
    quelli sia sefarditi sia ashkenaziti residenti in
    occidente a causa della proibizione di mangiare
    qualsiasi cosa possa suscitare disgusto (anche
    con riguardo agli usi locali). Gli animali ovini,
    bovini, caprini ed i volatili permessi non sono
    ritenuti kasher se non vengono uccisi con il
    metodo noto come shechitah. Lo shochet, che per
    eseguire la shechitah deve avere un apposito
    titolo di idoneità mozza con un coltello la
    trachea e l'esofago dell'animale, e così facendo
    recide le arterie principali causando una perdita
    di coscienza praticamente istantanea. Il sangue
    restante viene eliminato dalla carne attraverso
    un processo di lavatura, salatura e risciacquo
    oppure attraverso l'arrostitura per secoli il
    processo di lavatura, salatura e risciacquo della
    carne è stato prerogativa delle donne di casa, ma
    ormai è praticato soprattutto dal macellaio o dal
    fornitore kasher.
  • Una casa strettamente kasher avrà almeno due
    servizi di utensili per la preparazione ed il
    consumo dei cibi, uno è il servizio "da carne"
    (non intendendosi per carne il pesce), da
    utilizzare con la carne e i suoi derivati,
    l'altro è quello "da latte", che si usa con
    latticini, poiché è vietato mescolare latte e
    carne. È anche proibito mescolare carne e pesce,
    ma questa proibizione ha delle restrizioni minori
    e non implica dunque l'uso di servizi di
    stoviglie separati, ma soltanto la proibizione di
    ingerire insieme carne e pesce e di usare per
    l'uno stoviglie sporche dell'altro alimento.

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  • Una casa strettamente kasher avrà almeno due
    servizi di utensili per la preparazione ed il
    consumo dei cibi, uno è il servizio "da carne"
    (non intendendosi per carne il pesce), da
    utilizzare con la carne e i suoi derivati,
    l'altro è quello "da latte", che si usa con
    latticini, poiché è vietato mescolare latte e
    carne. È anche proibito mescolare carne e pesce,
    ma questa proibizione ha delle restrizioni minori
    e non implica dunque l'uso di servizi di
    stoviglie separati, ma soltanto la proibizione di
    ingerire insieme carne e pesce e di usare per
    l'uno stoviglie sporche dell'altro alimento.

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Gruppi principali
  • Gli ebrei aschenaziti (o, secondo la grafia
    inglese, ashkenaziti), detti anche Ashkenazim,
    sono i discendenti delle comunità ebraiche
    medievali della valle del Reno. Ashkenaz era
    infatti il nome, in ebraico medievale, della
    regione franco-tedesca del Reno e Aschenazita
    significa appunto abitante delle rive del Reno.
    Nel IX secolo la migrazione di numerosi ebrei
    dall'Italia meridionale dà origine a parte
    consistente delle numerose comunità Renane.
  • In epoche successive molti di essi emigrarono,
    formando, oltre alle comunità già esistenti in
    Germania e in Francia orientale, altre comunità
    in Boemia, Italia settentrionale, Paesi Bassi,
    Ungheria, Polonia, Russia Ucraina ed altri paesi
    dell'Europa orientale. Per tale motivo la parola
    aschenazita è per molti sinonimo di ebreo
    orientale ovvero d'ebreo del nord est Europa. A
    cavallo degli ultimi due secoli si registrò
    un'ingente emigrazione aschenazita negli Stati
    Uniti d'America.

30
  • Le lingue della cultura ebraica aschenazita sono
    principalmente l'ebraico e l'aramaico dei testi
    della tradizione ebraica e lo yiddish. In Europa
    centrale e orientale gli ebrei vivevano spesso in
    una situazione di trilinguismo, dove a ebraico,
    aramaico e yiddish si aggiungeva la lingua
    parlata dalla popolazione non-ebraica
    circostante, generalmente il polacco o altre
    lingue e dialetti slavi.
  • Se nell'XI secolo si calcola che gli aschenaziti
    costituissero solo il 3 della popolazione
    ebraica mondiale, essi giunsero, al massimo della
    loro espansione demografica (1931) a
    rappresentarne il 92, ed oggi sono grosso modo
    l'80 del totale (Elazar 1992). La maggior parte
    delle comunità ebraiche con una lunga tradizione
    in Europa sono aschenazite, ad eccezione di
    quelle delle regioni mediterranee. Una gran parte
    degli ebrei che negli ultimi due secoli hanno
    lasciato l'Europa diretti in altri continenti, in
    particolare verso gli Stati Uniti, sono
    Ashkenazim.
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