Title: 1. Presentazione docente e iscrizione studenti
1Facoltà di Lettere e Filosofia Cattedra
di Pedagogia della Comunicazione Tema
Annuale Cercasi disperatamente leader La
formazione della classe dirigente e leducazione
alla democrazia
La formazione delle elités I parte
2La formazione delle élite
3Cercasidisperatamente leader
La nostra società, complessa e policentrica,
presenta luoghi decisionali sempre più diffusi
con unorganizzazione orizzontale ed ampia che
richiede un numero crescente di leader.
4Cercasidisperatamente leader
La leadership significa valorizzare lapporto dei
singoli nellambito delle rispettive
organizzazioni, sia pubbliche che private,
creando opportunità, trasmettendo sicurezza,
indicando obiettivi ed adeguandoli costantemente.
5Leader e capitale sociale
Uno dei compiti principali della classe dirigente
democratica è quello di accrescere il capitale
sociale per aumentare il livello di benessere e
di democrazia. Ma il capitale sociale viene
trasmesso tramite la scuola e la famiglia?
Oppure, provocatoriamente, si può essere leader
ereditariamente?
6Leader e TV
La Televisione consente la comunicazione diretta
con gli elettori e personalizza la vita pubblica,
sia politica che istituzionale e sociale.
7Leader e TV
Non a caso è stato notato che la
personalizzazione della politica avviene
attraverso i media, con la conseguenza sempre più
marcata che gli elettori si identificano con i
leader, conseguenza di un processo di
semplificazione della politica, che, come tutti i
fenomeni sociali, si va facendo sempre più
complessa.
8La centralità della formazione della classe
dirigente
Un aspetto che emerge è quello della centralità
del problema della formazione della classe
dirigente, poiché una formazione inadeguata è,
contemporaneamente, causa ed effetto di una
comunicazione dello Stato in ritardo e di uno
sviluppo economico e civile limitato.
M. Salvati, Cittadini e governanti , 1997
9La centralità della formazione della classe
dirigente
In tale quadro, si richiede la centralità del
reclutamento della classe dirigente, politica e
non solo, che in assenza di partiti radicati e di
processi formativi adeguati diventa assai
problematico.
M. Salvati, Cittadini e governanti, 1997
10Elite ed istruzioneil caso francese
È soprattutto in termini di istruzioni che fu
meglio definita la distanza sociale. E gli ordini
religiosi, in particolare quello dei gesuiti,
hanno contribuito in modo rilevante alla
creazione di una coscienza di sé dellélite
sociale. Linsegnamento laico alla francese non
aveva un obiettivo diverso intendeva creare
unélite repubblicana.
A. Touraine, Se demecrazia e istruzione di massa
non coincidono, 1998
11I luoghi di formazione della classe dirigente
Ogni politica pubblica ha bisogno di classe
dirigente per essere attuata. In Italia, non ci
sono dei luoghi di formazione consolidati, come,
per esempio, lÉcole National dAdministration
francese oppure le università e I college
britannici e statunitensi, che forniscono al
Paese dirigenti politici, amministrativi ed
industriali.
12Interscambio tra classe dirigente pubblica e
privata
Il nostro Paese non è, come il Giappone o gli
Stati Uniti, proiettato verso la cultura
dellinterscambio tra imprese e pubblica
amministrazione che aumenta il livello di
competitività
13Necessità di una formazione immaginifica e
creativa
In un mondo non lineare, solo le idee non
lineari creeranno nuova ricchezza, ciò che conta
nella new economy non è il rendimento
sullinvestimento ma quello sullimmaginazione.
In tale scenario, una strada da percorrere
consiste nel formulare aspettative irragionevoli
perché lunico limite è limmaginazione
G. Hamel, Leader della rivoluzione , 2001
14I rendimenti crescenti
Le Università di Cambrige e Oxford, fondate più
di ottocento anni fa, costituiscono il più
vecchio esempio di rendimenti crescenti. Il loro
continuo dominio allinterno del sistema
educativo britannico è testimoniato dal fatto
che, spesso, si parla di Oxbridge come di
unaccoppiata che eclissa tutte le altre
università. Il meglio attrae i migliori questo è
il circolo virtuoso che ha permesso ad Oxford e
Cambridge di dominare il mondo accademico
britannico per quasi un millennio
G. Hamel, Leader della rivoluzione, 2001
15La classe dirigente italiana
NellItalia unita, la classe dirigente è stata in
prevalenza fornita dai partiti, prima da quelli
liberali, poi da quello fascista e infine da
quelli democratici. Con la transazione iniziata
nel 1992, si è affermata una classe politica in
parte proveniente da latri circuiti. Lesperienza
politica di Berlusconi, soprattutto nella fase
iniziale, è paradigmatica, in quanto ha reso
evidente il ruolo di supplenza svolto dalla
televisione, rispetto alla tradizionale raccolta
del consenso. Oggi, più che nei partiti, la
classe politica si sta formando direttamente
nelle istituzioni.
16Lo sguardo corto
Finora la classe dirigente si è dimostrata a
volte incapace di proiettare verso il domani le
scelte del presente, dimenticando che il futuro
è il tempo per eccellenza della politica
L. Ornaghi V. E. Parsi, Lo sguardo corto, 2001
17Classe dirigente e istruzione
Cè bisogno allora di una classe dirigente che
ponga al centro della sua attività laumento
dellistruzione e la diffusione delle conoscenze
in modo da esaltare, anche attraverso le nuove
tecnologie, il pensiero critico dei cittadini.
18Cybercultura
Molti dei discorsi che si presentano come
critici sono semplicemente ciechi e conservatori.
Misconoscendo le trasformazioni in corso, non
producono concetti originali, adeguati alla
specificità della cybercultura. Si critica
lideologia(o lutopia) della comunicazione
senza distinguere tra televisione e internet
P. Levy, Cybercultura, 1999
19Il rischio della non partecipazione
Si deplora la crescente confusione tra reale e
virtuale senza aver capito niente della
virtualizzazione che è tutto fuorché un
depotenziamento della raltà del mondo, anzi è
unestensione delle potenzialità dellumano.
P. Levy, Cybercultura , 1999
20Il rischio della non partecipazione
Lassenza di una visione del futuro, labbandono
delle funzioni immaginative e di anticipazione
del pensiero hanno per effetto di scoraggiare i
cittadini dallintervenire, lasciando in fin dei
conti il campo libero alla propaganda commerciale
P. Levy, Cybercultura, 1999
21Classe politica al rimorchio
Le innovazioni, le decisioni proiettate nel
futuro da un pezzo partono più dalla classe
politica. Al contrario soltanto quando unidea
nuova si è ridotta a banalità, partiti e governi
cominciano a pensarci
H. M. Enzensberger, Mediocrità e follia, 1991
22Lo sguardo lungo
È richiesta una leadership democratica avvertita
e cioè una classe dirigente dallo sguardo lungo
che sia espressione di una società civile con
alto senso civico, conseguenza di un capitale
sociale che anche le scuole e tutte le altre
agenzie educative contribuiscono a creare
23Élite democratica
La comunicazione pubblica consente che le élite
democratiche siano sostituibili e non invece una
sostanziale ripetizione delluguale, secondo al
visione della circolazione dellélite di Vilfredo
Pareto, peraltro seguita pure dai sostenitori dei
partiti visti come avanguardie delle masse.
24Élite democratica
In questo scenario, le élite debbono essere
espressione della democrazia reale e non dei più
ricchi, che detengono maggiori risorse,
economiche e anche formative. Non cè bisogno
però di élite più capaci, ma di espressioni di
reale democrazia.
25Una nuova democrazia
Diventa importante rilanciare lidea di una nuova
democrazia, per evitare che a dominare sia di
fatto il potere occulto, riducendo la democrazia
ad una serie di adempimenti formali ed
elettorali, svuotandola di valori e significati.
È questo perché senza educazione, a cominciare da
quella alla pace, non cè democrazia, senza la
trasparenza della comunicazione pubblica, che
evidenzia le ragioni delle scelte pubbliche, non
cè democrazia reale.
26Lequilibrio indispensabile
Lo scopo della democrazia evidentemente non è
allora quello di creare élite migliori, magari
tecnologiche, ma di promuovere un necessario
equilibrio tra élite e società civile.
K. Popper, La società aperta e i suoi nemici, 1996
27Lequilibrio indispensabile
In tale ottica, dobbiamo realizzare una nuova
democrazia e rendere quanto più trasparente il
ruolo delle élite, dimostrando che è possibile
costruire una democrazia dal basso evitando che
le classi dirigenti diventino dispotiche e siano
sostituibili senza spargimento di sangue.
K. Popper, La società aperta e i suoi nemici, 1996
28Saper decidere
Le decisioni vengono assunte in un contesto non
del tutto trasparente, da individui che non hanno
né il tempo, né i mezzi né la curiosità per
fornire a se stessi uninformazione completa
P. Claval, Levoluzione storica della geografia
umana, 1985
29Saper decidere
Per saper decidere occorre, perciò, possedere
informazioni adeguate. Il problema non è però
fornire le informazioni ma consentire a che deve
decidere di compiere le scelte migliori. Bisogna
pertanto essere formati a prendere decisioni,
utilizzando le informazioni in modo opportuno.
30Capitale umano e valorizzazione dei talenti
31Cervelli export
Più che essere occasione di polemica, il
fenomeno, sempre più vistoso, dei ricercatori che
abbandonano il nostro Paese dovrebbe essere
motivo di analisi e riflessione, facendo
riferimento ai processi educativi e della
ricerca, ed al loro collegamento con le
istituzioni pubbliche e le imprese private.
32Linee guida
C. Di Giorgio, Cervelli export - 2003
33Problema storico
Nella storia alcuni luoghi hanno accolto
intelligenze qualificate che hanno contribuito a
renderli importanti e più competitivi rispetto
agli altri. Ciò di converso ha provocato un
impoverimento dei contesti di partenza
34Le caratteristiche della ricerca scientifica
La ricerca scientifica, per definizione, è
continua e globale, però i brevetti, cioè le
ricadute dei risultati scientifici, appartengono
solo al Paese dove sono stati prodotti e
determinano le condizioni di competitività.
35Le caratteristiche della ricerca scientifica
Pensiamo, per esempio, alla proprietà
intellettuale in settori come la sanità e
lagricoltura e ad argomenti di grande attualità
come i farmaci e lOgm.
36Le caratteristichedella ricerca scientifica
Quello che viene definito brain drain, drenaggio
di cervelli, vede lAfrica, lAmerica del Sud ma
soprattutto lAsia e LUnione Sovietica privarsi
delle risorse migliori, per la cui formazione
sono stati spesi in loco complessivamente milioni
di euro.
37Le caratteristichedella ricerca scientifica
La metà di questi ricercatori è, non casualmente,
negli Stati Uniti, che anche grazie ad essi hanno
rafforzato il proprio predominio scientifico ed
economico sul resto del mondo
38Il timore degli States
Gli Stati Uniti, non a caso, temono che nel
prossimo futuro questo flusso possa interrompersi
o addirittura invertirsi con il rientro in patria
dei ricercatori.
39Il timore degli States
La National Science Foundation ha proposto uan
serie di iniziative per valorizzare le risorse
nazionali migliorando la didattica nelle scuole
secondarie, promuovendo le iscrizioni nelle
facoltà scientifiche, incrementando le borse di
studio e favorendo laumento di investimenti
nella ricerca di base.
40In Italia negli anni 50
41In Italia negli anni 50
42In Italia negli anni 50
43Negli anni 60
Comitato Nazionale per lEnergia Nucleare
Un volano importante di tutto il sistema
italiano della ricerca
C. Di Giorgio, Cervelli export, 2003
44Negli anni 60
Negli anni Sessanta iniziò la scolarizzazione di
massa, un fortissimo segnale in direzione della
formazione dei cittadini a sostegno del processo
democratico che si andava sviluppando, con
lavvio dei governi di centro-sinistra. Si posero
le premesse per un aumento inedito e consistente
degli alfabetizzati, dei frequentanti della
scuola dellobbligo, dei diplomati e dei laureati.
C. Di Giorgio, Cervelli export, Adnkronoslibri
2003
45Negli anni 60
Tra quaranta o cinquantanni, uno studioso dei
problemi sociali che vorrà accertare le ragioni
dellarretratezza culturale ed economica del
nostro paese individuerà certamente nello
stentato sviluppo della ricerca scientifica una
delle cause determinanti.
C. Di Giorgio Cervelli export - 2003
C. Di Giorgio, Cervelli export , Adnkronoslibri
2003
46Negli anni 60
Rinvangando tra le testimonianze del passato,
questo ipotetico studioso riesumerà un curioso
processo che, avendo confuso peccati con delitti,
essendo stato imperniato su uninterpretazione
restrittiva di norme e leggi che preesistevano
allinserimento organizzato della scienza
economica, sarà riuscito a scoraggiare e
deprimere i ricercatori italiani, ed avrà colpito
alla radice uno dei fattori fondamentali dello
sviluppo economico.
C. Di Giorgio Cervelli export - 2003
C. Di Giorgio, Cervelli export , Adnkronoslibri
2003
47Negli anni 60
A metà degli anni Sessanta la classe politica
(con la complicità di una parte del potere
accademico) ha scelto un modello di sviluppo in
cui la ricerca scientifica di base ha una
posizione molto periferica a da allora in poi si
è quasi sempre disinteressata delle sorti
delluniversità e della ricerca
C. Di Giorgio, Cervelli export - 2003
48La crisi successiva
La ricerca, da quel periodo in poi, ha assunto
una posizione residuale nelle politiche di
sviluppo del Paese, nonostante rappresenti, comè
noto, lattività umana che produce il reddito più
elevato.
C. Di Giorgio, Cervelli export , Adnkronoslibri
2003
49La crisi successiva
I dati sono a dir poco sconfortanti rispetto ai
principali Paesi europei come numero di
ricercatori siamo agli ultimi posti, gli
investimenti sono calati sensibilmente, i
laureati rappresentano la metà della media
europea, le somme stanziate nel 2000 arrivano
appena all1 del PIL, letà media dei
ricercatori è ben oltre i 40 anni.
C. Di Giorgio, Cervelli export , Adnkronoslibri
2003
50Nonostante tutto
Pure in uno scenario desolante, non mancano le
luci siamo nelle posizioni di testa per numero
di pubblicazioni, per citazioni, per numero di
brevetti.
C. Di Giorgio, Cervelli export - 2003
51Lemigrazione dei cervelli
Secondo unindagine del CENSIS del 2002, il
motivo di questa emigrazione dei cervelli
potrebbe essere rappresentato dalla mancanza di
strategie favorevoli alla ricerca, mancanza di
finanziamenti e strutture adeguate, mancanza di
criteri trasparenti di valutazione.
C. Di Giorgio, Cervelli export - 2003
52Appeal minimo
Contemporaneamente, attraiamo pochissimi
ricercatori dallestero. Nel 2000 cerano
complessivamente 50 dottori di ricerca italiani
nella sola Francia erano oltre 1500.
53Appeal minimo
Non valorizziamo le capacità intellettuali degli
immigrati che risiedono nel nostro Paese molti
di loro sono diplomati e laureati ma vengono
sottoutilizzati in occupazioni low profile come
domestici ed affini
54La guerra dei talenti
Lutilizzo di un sempre maggiore capitale
intellettuale è la base della cosiddetta guerra
dei talenti rappresentata dallutilizzo dei
dirigenti adeguati nelle organizzazioni pubbliche
e private.
55Linvenzione deimanager pubblici
Molto spesso i manager pubblici vengono di fatto
inventati, non essendo realmente presenti sul
mercato, in cui cè invece una forte richiesta.
Si prevede dunque che nel futuro ci sarà una
concorrenza sempre più stringente per
accaparrarsi manager di talento, in quanto le
condizioni strutturale sono profondamente mutate.
56Power Shift
Il potere di contrattazione è adesso passato
dallimpresa pubblica o privata allindividuo, in
quanto sono le imprese che hanno bisogno delle
persone e non viceversa.
57Una mentalitàorientata al talento
Bisogna allora costruire, anche nel settore
pubblico, quella che è stata opportunamente
definita mentalità orientata al talento, che deve
coinvolgere tutta la struttura organizzativa,
ricercando, premiando e mettendo in condizione i
talenti di esprimersi al meglio
E. Michaels H. Hanfield Jones B. Axelrod,
La guerra dei talenti , 2002
58Il successo di un territorio
Il successo di un territorio dipende dalla sua
capacità di attrarre e fidelizzare i migliori
talenti. Sono costoro che, con la distintività
propria delle loro capacità e con lenergia
creativa della loro conoscenza, arricchiscono il
capitale sociale di una città
E. Valdani, La metropoli dei talenti , Corriere
della Sera del 13.5.2003
59Una città di talenti
una città di talenti è una città che possiede
innanzi tutto una straordinaria rete del sapere .
Scuole e università sono i naturali attrattori
dei migliori talenti.
E. Valdani, La metropoli dei talenti , Corriere
della Sera del 13.5.2003
60Una città di talenti
Occorre di conseguenza creare le condizioni per
una comunità dove ci sia unalta qualità della
vita, con offerte culturali e del divertimento in
una dimensione civica che organizzi le risorse
nel modo migliore e consenta di fruire al maggior
numero di persone.
E. Valdani, La metropoli dei talenti , Corriere
della Sera del 13.5.2003
61Attrazione fatale?
Il successo di un territorio dipende dalla sua
capacità di attrarre e fidelizzare i migliori
talenti. Sono costoro che, con la distintività
propria delle loro capacità e con lenergia
creativa della loro conoscenza, arricchiscono il
capitale sociale di una città
E. Valdani, La metropoli dei talenti , Corriere
della Sera del 13.5.2003
62Valorizzare le risorse umane
63Il circolo virtuoso
64Il sistema della formazione