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Applicazione dei permessi negoziabili nella lotta contro il cambiamento climatico Dott.ssa Stefania Anghinelli Gioved 14 ottobre 2004 Gas considerati biossido di ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Nessun titolo diapositiva


1
Applicazione dei permessi negoziabili nella lotta
contro il cambiamento climatico Dott.ssa
Stefania Anghinelli Giovedì 14 ottobre 2004
2
Lo scenario dellIPCC
  • Lo scenario individuato dallIPCC
    (Intergovernmental Panel on Climate Change) nel
    terzo Rapporto sul cambiamento climatico (2001)
    indica
  • un aumento medio della temperatura globale di
    0,6C nel ventesimo secolo
  • una diminuzione dellestensione di nevai e
    ghiacciai
  • un aumento medio del livello globale del mare
    compreso tra 10 e 20 cm.

3
La posizione dellUS National Academy
  • La posizione dellIPCC è stata messa in
    discussione da una parte della comunità
    scientifica la US National Academy of Science
    sottolinea, per esempio, come
  • non bisogna sottovalutare la variabilità
    naturale del clima
  • non tutti i gas serra sono in aumento
  • le irregolarità nellandamento delle temperature
    non sono state sufficientemente spiegate.

4
Il dibattito scientifico sul cambiamento climatico
  • Le principali incertezze della comunità
    scientifica riguardano
  • entità della variabilità naturale dei sistemi
    climatici
  • capacità previsiva e laccuratezza dei modelli
    climatici
  • affidabilità dei dati utilizzati nei modelli e
    nelle previsioni.

5
Precauzione e no regret policies
Principio di precauzione esprime la necessità di
perseguire la tutela dellambiente anche quando
non sussista interamente levidenza di un
collegamento tra situazione potenzialmente
dannosa e conseguenze lesive dellambiente o
quando la conoscenza scientifica non sia
completa. No regret policies una politica di
mitigazione delle emissioni di gas serra produce
vantaggi collaterali tali da giustificarla a
prescindere dal cambiamento climatico stesso
6
Il Protocollo di Kyoto
  • Gli elementi chiave del Protocollo di Kyoto,
    sottoscritto da 121 Paesi nel dicembre 1997,
    sono
  • la definizione degli obiettivi di riduzione
    delle emissioni
  • la previsione di una scadenza temporale per la
    verifica del raggiungimento degli obiettivi
  • il ricorso a strumenti di mercato per garantire
    il raggiungimento degli obiettivi.

7
Gas considerati
  • biossido di carbonio, CO2
  • metano, CH4
  • protossido di azoto, N2O
  • idrofluorocarburi, HFC
  • perfluorocarburi, PFC
  • esafluoruro di zolfo, SF6

8
I target di riduzione
BLOCCO TARGET DI RIDUZIONE
UE - 8 PVS Nessuno
PET Vari Giappone -
6 Canada - 6 UG Australia
8 Russia 0 USA - 7
9
LAccordo di Burden Sharing
Riduzione Riduzione
AU -13 IT
-6,5 BE -7,5 NL
-6 DK -21 PO
28,0 FI 0 SP
15 FR 0
SV 4 GE
-21 UK -12,5 GR
25 EU -8,0 IR
13
10
I meccanismi flessibili
  • Joint Implementation consente a Paesi dellAll.
    I di raggiungere obiettivi di riduzione
    implementando progetti in altri Paesi dellAll. I
  • Clean Development Mechanism consente a Paesi
    dellAll. I di raggiungere obiettivi di riduzione
    implementando progetti in Paesi non appartenenti
    allAll. I
  • Emissions Trading scambio di quote di emissioni
  • (oltre ai carbon sink pozzi di assorbimento
    di carbonio)

11
Obiettivi dei meccanismi flessibili
  • facilitare il raggiungimento degli obiettivi
    quantitativi di riduzione delle emissioni di gas
    serra contenuti nel Protocollo di Kyoto
  • minimizzare i costi di conformità connessi
    allapplicazione del Protocollo di Kyoto
  • il loro inserimento nel Protocollo di Kyoto era
    stato particolarmente sollecitato da USA,
    Giappone e Canada per tre motivi...

12
Potenzialità dei meccanismi flessibili
  • 1) la realizzazione di progetti industriali (es.
    fonti rinnovabili) nei PVS comporta costi
    inferiori rispetto a quelli realizzati in Paesi
    avanzati
  • 2) il trasferimento di tecnologie avanzate può
    ridurre il rischio di dumping ambientale
  • 3) JI e CDM possono costituire un potente fattore
    trainante di cooperazione economica e rafforzare
    il posizionamento competitivo di alcuni Paesi.

13
Joint Implementation e Clean Development Mechanism
  • JI e CDM sono caratterizzati dal principio
    secondo cui il Paese investitore attua un
    progetto che, generando crediti di emissione in
    un Paese diverso da quello di origine,
    contribuisce al soddisfacimento dellobiettivo di
    riduzione nazionale
  • Le emissioni di gas serra costituiscono
    unesternalità globale e le riduzioni sono
    efficaci indipendentemente dal luogo in cui
    originano

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Joint Implementation
  • La JI si concretizza nellimplementazione di un
    progetto attuato tra Paesi dellAllegato I (Paesi
    industrializzati e con economie in transizione).
  • Attraverso MOU (Memorandum of Understanding) e
    LOU (Letter of Understanding) tra Paesi si
    definiscono le modalità generali allinterno
    delle quali le imprese possono muoversi.
  • LItalia ha già stipulato, per esempio, un MOU
    con Serbia, Croazia e Romania e una LOU con la
    Romania.

15
Clean Development Mechanism
  • Il CDM consente a Paesi dellAll. I di ottenere
    riduzioni di emissione attraverso
    limplementazione di progetti in Paesi non
    appartenenti allAll. I.
  • Un comitato esecutivo e enti operativi, da questo
    accreditati, controllano la rispondenza dei
    progetti ai requisiti previsti e certificano le
    riduzioni di emissione da essi generate.

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Carbon sinks
  • I carbon sink sono pozzi di assorbimento del
    carbonio e permettono alle Parti di conteggiare,
    ai fini della verifica del raggiungimento degli
    obiettivi di riduzione, la quota di carbonio
    catturata dallatmosfera grazie alle attività
    di silvicoltura e di uso del suolo.

17
Emissions Trading
  • LET consiste nello scambio di permessi di
    emissione di gas serra in cui unentità che
    emette gas serra in quantità inferiore a quella
    consentita dai permessi che detiene, può vendere
    leccedenza sul mercato ottenendone un profitto.

18
Caratteristiche dellEmissions Trading
  • dimensioni del mercato
  • modello di funzionamento
  • meccanismo di assegnazione delle quote
  • strategia di intervento sul ciclo del carbonio
  • gas interessati.

19
Condizioni per partecipare allo scambio
internazionale (Marrakech)
  • essere una Parte del Protocollo di Kyoto
  • avere una quota assegnata di emissioni (per UE,
    attraverso laccordo di Burden Sharing)
  • avere impostato un sistema nazionale di stima
    delle emissioni
  • aver predisposto un registro nazionale per
    contabilizzare i movimenti delle quote
  • elaborare annualmente linventario delle
    emissioni.

20
Direttiva UE sullET
  • prima fase gennaio 2005 - dicembre 2007
  • seconda fase gennaio 2008 - dicembre 2012
  • in seguito, a regime, è prevista
  • la revisione del sistema ogni cinque anni

21
Caratteristiche sistema di ET comunitario / 1
  • Cap and trade obbligatorio per i settori
    identificati.
  • Possibilità di opt out solo nella prima fase e
    dietro esplicita approvazione della Commissione.
  • Possibilità di opt in sia in termini di settori
    che di gas serra aggiuntivi.
  • Possibilità di pooling tra imprese fino al 2012.

22
Caratteristiche sistema di ET comunitario / 2
  • Allocazione gratuita delle quote nel primo
    periodo e possibilità di mettere allasta fino
    al 10 delle quote nel secondo periodo.
  • Sanzioni pari a 40 euro per tonnellata di CO2
    emessa in eccesso rispetto alle quote nel primo
    periodo e 100 euro nel secondo periodo.

23
Assegnazione e rilascio delle quote
  • Ciascuno Stato membro
  • adotta un Piano nazionale di assegnazione che
    definisce le quote globali di emissioni assegnate
    e stabilisce in merito allassegnazione al
    gestore di ciascun impianto
  • provvede affinché le quote di emissioni
    rilasciate da un altro Stato membro vengano
    riconosciute ai fini delladempimento degli
    obblighi di ciascun gestore
  • provvede affinché ogni anno il gestore di ciascun
    impianto restituisca un numero di quote di
    emissioni pari alle emissioni totali di tale
    impianto nel corso dellanno precedente e
    affinché tali quote vengano soppresse.

24
Settori interessati (all. I)
  • attività energetiche (combustione gt 20 MW,
    raffinerie, cokerie)
  • produzione e trasformazione metalli ferrosi
  • industria dei prodotti minerali (es. cementifici
    gt 500 t/g, vetrerie gt 20 t/g)
  • prodotti ceramici gt 75 t/g
  • cartiere gt 20 t/g
  • numero di impianti stimato 4-5.000

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Valutazione dellimpatto sulle imprese
  • Secondo la Commissione
  • il costo di una quota dovrebbe collocarsi nel
    2010 entro una forcella compresa tra 20 e 33 Euro
    a fronte di transazioni per 70 milioni di t/CO2
  • i settori coinvolti dovrebbero realizzare un
    risparmio medio sui costi di conformità pari al
    35, con punte di 50 per lindustria dei
    metalli, 38 per lind. mineraria (cemento, vetro
    e ceramica), 36 per quella della pasta da carta

26
Dati aggiornati sulle emissioni di gas serra a
livello nazionale e regionale www.sinanet.apat.it
Per maggiori informazioni stefaniaang_at_yahoo.co
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