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La Relativit

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isac newton il principio di relativita risale agli inizi del 600 con galileo galilei. nella seconda meta de 600 newton scrive philosophiae naturalis ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: La Relativit


1
La Relatività
2
ISAC NEWTON
  • IL PRINCIPIO DI RELATIVITA RISALE AGLI
    INIZI DEL 600 CON GALILEO GALILEI. NELLA SECONDA
    META DE 600 NEWTON SCRIVE PHILOSOPHIAE
    NATURALIS PRINCIPIA MATEMATICACHE POI SARA IL
    FONDAMENTO DELLA FISICA CLASSICA E NEL QUALE
    AFFERMA
  • LO STUDIO DEL MOVIMENTO DEI CORPI RICHIEDE
    NECESSARIAMENTE L INTRODUZIONE DI UN SISTEMA DI
    RIFERIMENTO
  • LE LEGGI DELLA MECCANICA SONO VALIDE QUANDO IL
    MOVIMENTODEI CORPI E RIFERITO AD UN SISTEMA DI
    RIFERIMENTO INERZIALE
  • LA LUNGHEZZA DI UN SEGMENTO AB NON DIPENDE DAL
    SISTEMA DI RIFERIMENTO DA CUI E MISURATA
    QUINDI LA LUNGHEZZA DI UN REGOLO CHE SI MUOVE CON
    VELOCITA V RISPETTO AL SISTEMA S ELA STESSA SIA
    QUANDO E MISURATA DA UN OSSERVATORE C, CHE VEDE
    IL REGOLO MUOVERSI, SIA QUANDO E MISURATA DA UN
    OSSERVATORE C1, RISPETTO AL QUALE IL REGOLO E
    FERMO

3
ALBERT EINSTEIN
  • FINO ALLA FINE DELL 800 NESSUNO AVREBBE MESSO IN
    DISCUSSIONE QUESTE LEGGI .
  • MA POI GIUNSE ..

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  • EINSTEIN VOLEVA COMPRENDERE LE LEGGI DELLA
    NATURA E FU MOLTO INCURIOSITO DALLA LUCE. LA LUCE
    HA SEMPRE RISCOSSO CURIOSITA NEI VARI
    SCIENZIATI, PER ESEMPIO GALILEI, IL QUALE VOLEVA
    SCOPRIRE LA VELOCITA DELLA LUCE E PER TENTARE DI
    MISURARLA SI RECO DI NOTTE SULLE COLLINE TOSCANE
    CON UN ASSISTENTE, ENTRAMBI AVEVANO UNA LAMPADA
    CON UN OTTURATORE, UNO DEI DUE DOVEVA SOLLEVARE
    LOTTURATORE E LALTRO, SISTEMATO AD UNA CERTA
    DISTANZA, AVREBBE SOLLEVATO IL SUO NON APPENA
    RICEVUTO IL SEGNALE LUMINOSO DAL RITARDO DEL
    RICEVIMENTO DELLA LUCE DI RITORNO DA PARTE DEL
    PRIMO OSSERVATORE, CONOSCENDO LA DISTANZA TRA LE
    DUE POSIZIONI , GALILEI SPERAVA DI POTER
    CALCOLARE LA VELOCITA DELLA LUCE
  • G . GALILEI







5
  • LA VELOCITA DELLA LUCE FU PERO CALCOLATA
    SOLO SUCCESSIVAMENTE DA ALCUNI SCIENZIATI CHE
    LAPPROSSIMARONO A 300.000 Km/sec . PUR ESSENDO
    MOLTO ELEVATA LA VELOCITA DELLA LUCE PERO NON
    E INFINITA, CIOE NON SI PROPAGA ISTANTANEAMENTE
    E ANCHE SE QUESTO A LIVELLO MACROSCOPICO (QUANDO
    ABBIAMO A CHE FARE CON VELOCITA MOLTO PIU
    PICCOLE RISPETTO A QUELLE DELLA LUCE) PUO
    SEMBRARE VERO A LIVELLO MICROSCOPICO (QUANDO
    ABBIAMO A CHE FARE CON VELOCITA PROSSIME A
    QUELLE DELLA LUCE) CI RENDIAMO CONTO CHE IN
    REALTA NON E COSI INFATTI ANCHE I RAGGI EMESSI
    DAL SOLE PRIMA DI RAGGIUNGERE LA TERRA VIAGGIANO
    NELLO SPAZIO PER 8 MINUTI. MENTRE IL SUONO SI
    PROPAGA SOLO NELL ARIA LA LUCE SI PROPAGA ANCHE
    NEL VUOTO QUESTA COSA NON POTEVA SEMBRARE REALE
    AGLI SCIENZIATI DEL TEMPO E COSI SI INIZIO A
    PENSARE CHE IL VUOTO IN REALTA NON FOSSE DEL
    TUTTO VUOTO, MA CHE IN TUTTO LO SPAZIO CI FOSSE
    UNA SOSTANZA INVISIBILE CHE PERMETTESSE ALLA LUCE
    DI PROPAGARSI, QUESTA SOSTANZA FU CHIAMATA ETERE
    (DAL GRECO AITHEIN BRILLANTE).

6
MAXWELL
  • SEMPRE IN QUESTO PERIODO MAXWELL SCOPRI
    CHE AD UNOSCILLAZIONE ELETTRICA CORRISPONDEVA
    UNOSCILLAZIONE MAGNETICA, E CHE QUESTE ONDE SI
    PROPAGAVANO NELLO SPAZIO SEMPRE ALLA STESSA
    VELOCITA PARI A 300.000 Km/sec, SI PENSO COSI
    CHE LA LUCE FOSSE UNONDA ELETTROMAGNETICA CHE SI
    PROPAGAVA ATTRAVERSO LETERE TUTTAVIA QUESTE
    ONDE SI PROPAGANO IN UN CORPO SOLIDO E LA
    VELOCITA DIPENDE DALLA RIGIDITA DEL CORPO
    (QUANTO MAGGIORE E LA RIGIDITA DEL CORPO TANTO
    MAGGIORE SARA LA VELOCITA DELLONDA) ED ESSENDO
    LA VELOCITA DELLA LUCE MOLTO ELEVATA LETERE
    SAREBBE DOVUTA ESSERE LA SOSTANZA PIU RIGIDA
    DELLUNIVERSO, INOLTRE SAREBBE DOVUTO ESSERE
    TRASPARENTE, DISTRIBUITO UNIFORMEMENTE IN TUTTO
    LUNIVERSO E INFINITAMENTE LEGGERO ED ELASTICO
    INFATTI NON PONE FRENO AGLI OGGETTI CHE
    LATTRAVERSANO (ES. UNAUTOMOBILE CHE VA A
    100Km/h E FRENATA DALLA RESISTENZA DELLARIA, LA
    TERRA CHE INVECE SI MUOVE A GRAN VELOCITA
    NELLETERE NON E FRENATA PUR AVENDO LETERE CHE
    LE SOFFIA CONTRO, INOLTRE LETRE DOVEVA ESSERE
    PRESENTE ANCHE NEI CORPI SOLIDI PERCHE LA LUCE
    ANCHE IL VETRO E I MATERIALI PIU DENSI

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MICHELSON MORLEY
  • IL CONCETTO DI ETERE CROLLO POI CON
    LESPERIMENTO DI MICHELSON E MORLEY CHE IN
    REALTA FU PROGETTATO PER DIMOSTRARE LESISTENZA
    DELLETERE ED IL SUO INFLUSSO SULLA PROPAGAZIONE
    DELLA LUCE SULLA TERRA, I DUE SCIENZIATI
    AFFERMAVANO CHE LA LUCE PER PROPAGARSI AVEVA
    BISOGNO DELLETERE, CHE LA TERRA RUOTAVA
    NELLETERE QUINDI SU DI NOI SOFFIAVA UN VENTO
    DETERE E CHE LA LUCE DOVEVA NECESSARIAMENTE
    RISENTIRE DELLEFFETTO DEL VENTO CAMBIANDO LA SUA
    VELOCITA A SECONDA DELLA DIREZIONE.

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  • NEL 1881 MICHELSON E MORLEY COSTRUIRONO UNA
    PIATTAFORMA DOTATA DI 1 SORGENTE DI LUCE, 2
    SPECCHI (B,C), 1 CANNOCCHIALE ED UN 30 SPECCHIO
    (A) CHE RIFLETTE UNA PARTE DELLA LUCE E LASCIA
    PASSARE IL RESTO, LA DISTANZA TRA B ED A E
    UGUALE A QUELLA TRA C ED A. LIMPULSO LUMINOSO
    PARTE DALLA LAMPADINA ED ARRIVA AD A DOVE UNA
    PARTE DI LUCE PASSA E LALTRA E RIFLESSA VERSO
    IL BASSO, I 2 RAGGI LUMINOSI ARRIVANO A C E A B,
    SI RIFLETTONO E RITORNANO A C ARRIVANDO POI AL
    RIVELATORE. SECONDO MICHELSON E MORLEY COME
    COSEGUENZA DEL VENTO DETERE LE BANDE LUMINOSE
    NEL CANNOCCHIALE SI SAREBBERO DOVUTE SPOSTARE ED
    INVECE, PUR FACENDO RUOTARE PERIODICAMENTE
    LAPPARECCHIO DI 3600 E PROVANDO LESPERIMENTO
    PIU VOLTE ALLANNO, LE BANDE FORMATE
    DALLINTERFERENZA DEI DUE FASCI DI LUCE NON SI
    SPOSTARONO. L ESPERIMENTO NON EBBE NESSUN
    RISULTATO
  • 1) O IL VENTO DETRE NON ESISTE
  • 2) O ESISTE MA NON HA NESSUN EFFETTO SULLA
    LUCE.
  • POI SUCCESSIVAMENTE EINSTEIN DIMOSTRO CHE
    LETERE NON ESISTE E CHE LA VELOCITA DELLA LUCE
    E SEMPRE LA STESSA.



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  • EINSTEIN DECISE DI AFFIDARSI A 2 POSTULATI
  • 1) LA VELOCITA DELLA LUCE E SEMPRE LA STESSA
    PER QUALSIASI OSSERVATORE
  • 2) LE LEGGI FISICHE CHE DESCRIVONO I FENOMENI
    DELLA NATURA HANNO LE STESSE FORZE PER TUTTI GLI
    OSSERVATORI INDIFFERENTEMENTE DAL SUO STATO DI
    MOTO
  • E PER DIMOSTRARE CHE C E COSTANTE
    SCARDINO LE PIU RADICATE LEGGI CLASSICHE SUL
    TEMPO E SULLO SPAZIO. NELLA SUA TEORIA DELLA
    RELATIVITA RISTRETTA (1905) (PER RISTRETTA
    SINTENDE CHE LA TEORIA ERA LIMITATA ALLA
    DESCRIZIONE DI OSSERVATORI IN MOTO UNIFORME GLI
    UNI RISPETTO AGLI ALTRISENZA CONSIDERARE I
    SISTEMI DI RIFERIMENTO INERZIALI ) EINSTEIN
    ESTENDE IL PRINCIPIO DI RELATIVITA ANCHE A
    SOGGETTI CHE SI MUOVONO A VELOCITA VICINE A
    QUELLE DELLA LUCE.

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  • UNALTRA NOVITA STA NEL FATTO CHE SECONDO
    LA FISICA TRADIZIONALE E LA VISIONE DELLA
    RELATIVITA DI GALILEO E DI NEWTON LE VELOCITA
    DEGLI OGGETTI SI SOMMANO, PER ESEMPIO SE SU UN
    TRENO CHE SI MUOVE A VELOCITA V Cè UN
    CONTROLLORE CHE CORRE A VELOCITA U IL
    CONTROLLORE SI MUOVERA A VELOCITA PARI A VU.
    EISTEIN HA SCOPERTO INVECE CHE LADDIZIONE DI 2
    VELOCITA DA SEMPRE UN RISULTATO MINORE ALLA
    LORO SOMMA INFATTI V (vu)
    /1uv/c2 , E CI DICE ANCHE CHE SE OSSERVIAMO LA
    LUCE EMESSA DA UNA SORGENTE CHE SI MUOVE RISPETTO
    A NOI MISUREREMO PER LA LUCE SEMPRE LA STESSA
    VELOCITA INDIPENDENTEMENTE DALLA VELOCITA DELLA
    SORGENTE CHE LHA EMESSA, ES. SE UNA MACCHINA SI
    MUOVE A VELOCITA V LA VELOCITA DELLA LUCE
    EMESSA DAI FARI DELLA MACCHINA SARA SEMPRE
    UGUALE A C E NON A CV. LA VELOCITA DELLA LUCE
    E UNA COSTANTE UNIVERSALE. QUESTO PORTA AL
    CROLLO DELLA SIMULTANEITA DEGLI EVENTI

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Esempio 1
  • IMMAGINIAMO IL VAGONE DI UN TRENO E AL
    CENTRO DEL VAGONE UNA LAMPADA CHE AVVIA LA LUCE
    AVANTI E INDIETRO A DUE SCHERMI SITUATI
    ALLESTREMITA DEL VAGONE. PER ME CHE STO A TERRA
    QUANDO IL TRENO E FERMO VEDO LA LUCE ARRIVARE
    INSIEME, QUANDO IL TRENO E IN MOVIMENTO VERSO
    SINISTRA VEDO ARRIVARE PRIMA IL FASCIO DI LUCE DI
    DESTRA E POI QUELLO DI SINISTRA IN QUANTO LO
    SPECCHIO DI DESTRA VA INCONTRO ALLA LUCE. COSI I
    DUE VENTI CHE CI SEMBRAVANO SIMULTANEI QUANDO IL
    TRENO ERA FERMO ORA CON IL TRENO IN MOVIMENTO NON
    LO SONO PIU. SE METTO LA LAMPADA A TERRA PER NOI
    CHE STIAMO A TERRA GLI EVENTI SONO SIMULTANEI PER
    CHI STA SUL TRENO IN MOVIMENTO E CHE VEDE LA
    TERRA MUOVERSI GLI EVENTI NON SONO PIU
    SIMULTANEI. COSI GLI AVVENOMENTI CHE SONO
    SIMULTANEI PER UN OSSERVATORE FERMO NON LO SONO
    PER UNO IN MOVIMENTO E VICEVERSA.

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Esempio 2
  • IMMAGINIAMO UN DIRIGIBILE CON SOPRA UN
    CRONOMETRO E IMMAGINIAMO DUE CRONOMETRI A TERRA,
    SE IL DIRIGIBILE E FERMO E POSSIBILE
    SINCRONIZZARE GLI OROLOGI MA, SE IL DIRIGIBILE SI
    MUOVE, PER NOI CHE STIAMO FERMI IL CRONOMETRO IN
    MOVIMENTO RITARDA RISPETTO A QUELLO FERMO, DAL
    PUNTO DI VISTA DEL DIRIGIBILE E INVECE IL
    TERRENO A SPOSTARSI E DI COSEGUENZA E IL
    CRONOMETRO A TERRA CHE RIMANE INDIETRO. GLI
    ORALOGI IN MOTO BATTONO IL TEMPO PIU LENTAMENTE.

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Esempio 3
  • PROPRIO PERCHE C E UNA COSTANTE
    UNIVERSALE EINSTEIN DECISE DI COSTRUIRE UN
    OROLOGIO UNIVERSALE. LA LAMPADINA EMETTE UN
    IMPULSO LUMINOSO CHE SALE ALLO SPECCHIO E
    RIFLETTE FINO AL FONDO DOVE CE UN CONTATORE CHE
    FA BATTERE UN TIC DELLOROLOGIO E FA PARTIRE UN
    NUOVO IMPULSO. QUEST OROLOGIO BATTE IL TEMPO IN
    BASE ALLA PROPAGAZIONE DELLA LUCE ED ESSENDO LA
    VELOCITA DELLA LUCE UNA COSTANTE IN QUALSIASI
    PUNTO DELLUNIVERSO SI TROVINO QUESTI OROLOGI
    BATTERANNO SEMPRE LO STESSO TEMPO. SE PERO
    ABBIAMO DUE OROLOGI UNIVERSALI E UNO LO METTIAMO
    IN MOVIMENTO SU UN CARRELLO DAL PUNTO DI VISTA DI
    CHI E FERMO LOROLOGIO SUL CARRELLO BATTE IL
    TEMPO PIU LENTAMENTE LE LUCE VIAGGIA SEMPRE
    ALLA STESSA VELOCITA MA DEVE COMPIERE UN
    TRAGITTO PIU LUNGO TRA UN TIC E LALTRO DI UN
    OROLOGIO. SE CI METTIAMO INVECE DAL PUNTO DI
    VISTA DELLOROLOGIO IN MOVIMENTO E LOROLOGIO
    FISSATO A TERRA A BATTERE PIU LENTAMENTE. IL
    TEMPO NON E ASSOLUTO MA QUANTO MAGGIORMENTE SI
    MUOVE LOROLOGIO TANTO PIU LENTO SARA LO
    SCORRERE DEL TEMPO.

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PARADOSSO DEI GEMELLI
  • CI SONO DUE GEMELLI TIM E LEE. LEE PARTE AD
    ESPLORERE LUNIVERSO SU UNASTRONAVE CHE VA A
    VELOCITA PROSSIME A QUELLE DELLA LUCE, POI LEE
    STUFATOSI DELLO SPAZIO DECIDE DI TORNARE A CASA E
    UNA VOLTA ARRIVATO TROVERA IL SUO GEMELLO MOLTO
    PIU VECCHIO DI LUI. IN REALTA QUESTO PARADOSSO
    HA UN ERRORE IN QUANTO LE IDEE DI EINSTEIN SONO
    VALIDE SOLO NEI MOTI RETTILINEI UNIFORMI E LEE
    NON HA COSTANTEMENTE UN MOTO RETTILINEO UNIFORME
    IN QUANTO NEL MOMENTO IN CUI DECIDE DI RITORNARE
    A CASA DECELERA E SI FERMA.

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Dimostrazione della dilatazione dei tempi
  • 2d c t
  • t 2d / c
  • SPOSTAMENTO CABINA 2 a v t1
  • SPOSTAMENTO LUCE 2 f c t1
  • f gt d t gt t1
  • t 2d / c f c t1 /
    2
  • t1 2f / c d c t
    / 2
  • f 2 a2 d2
  • c2 ( t1) 2 / 4 ( v2 t 2 ) / 4 (c2 t 2)
    / 4
  • c 2( t1) 2 v 2 t 2 c2 t 2
  • c 2 ( t1)2 v 2 ( t1)2 c 2 t 2
  • ( t1 )2( c 2 v 2 ) c 2 t2
  • ( t1 )2 c2 t 2 / ( c 2 v 2 )
  • ( t1 )2 t 2 / ( c 2 v 2 ) / c 2
  • ( t1 )2 t 2 / 1 v2 / c 2

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  • UNALTRA DIMOSTRAZIONE DELLA DILATAZIONE DEI
    TEMPI E IL DECADIMENTO DEL MUONE, I MUONI SONO
    PARTICELLE SUBATOMICHE CHE DECADONO IN POCHISSIMO
    TEMPO E SE NON CI FOSSE LA DILATAZIONE DEL TEMPO
    NON RIUSCIREBBERO MAI AD ARRIVARE SULLA TERRA.

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  • LA MISURA DELLA LUNGHEZZA DI UN OGGETTO IN
    MOVIMENTO RICHIEDE LA LOCALIZZAZIONE DEI SUOI
    ESTREMI ALLO STESSO ISTANTE E SICCOME LA
    SIMULTANEITA E RELATIVA ANCHE LE MISURE DELLA
    LUNGHEZZA SONO RELATIVE AL SISTEMA DI RIFERIMENTO
    IN CUI SONO ESEGUITE.

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Esempio
  • SE VOLESSIMO MISURARE IL TEMPO CHE IMPIEGA
    UN DIRIGIBILE PER PERCORRERE LA DISTANZA TRA DUE
    BAMDIERE NOI CHE STIAMO A TERRA VEDREMO CHE
    IMPIEGHERA UN CERTO TEMPO T CHE MOLTIPLICATO PER
    LA VELOCITA DEL DIRIGIBILE CI DARA LA DISTANZA
    TRA LE BANDIERE CIOE LO SPAZIO PERCORSO
  • ( D V T ), TUTTAVIA SEMPRE DAL NOSTRO
    PUNTO DI VISTA IL CRONOMETRO CHE STA SUL
    DIRIGIBILE RITARDA E DI CONSEGUENZA ANCHE LO
    SPAZIO PERCORSO SARA MINORE ( d V t ). SE
    INVECE METTIAMO LE BANDIERE AGLI ESTREMI DEL
    DIRIGIBILE PER CHI STA SUL DIRIGIBILE E IL
    CRONOMETRO CHE STA A TERRA A RITARDARE, PER CHI
    STA A TERRA APPARE QUINDI RIDOTTA LA DISTANZA TRA
    LE BANDIERE E CIOE LA LUNGHEZZA DEL DIRIGIBILE.
    LA LUNGHEZZA DI UN SOGGETTO IN MOVIMENTO APPARE
    CONTRATTA.

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lvt la lunghezza di un soggetto in
movimento appare contratta.
  • DIMOSTRAZIONE
  • tt1/v1-(v/c)2
  • t1tv1-(v/c)2
  • l1vt1
  • l1vtv1-(v/c)2
  • vtl
  • l1lv1-(v/c)2
  • l1/lv1-(v/c)2

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  • Einstein inoltre è famosissimo per la sua
    formula Emc2. Uno scienziato dell800 ci avrebbe
    detto che nulla si crea e nulla si distrugge
    (unenergia si trasforma in unaltra ma lenergia
    totale resta uguale). Per Einstein non è così
    infatti lui afferma che per creare energia si
    perde una parte, se pur minima, di massa ed è
    proprio attraverso la formula sopra citata a
    dimostrare che anche una massa molto piccola se
    trasformata in energia libera un energia molto
    grande.

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CHE COSA SUCCEDE SE LASCIAMO CADERE INSIEME DUE
OGGETTI DI PESO DIVERSO?
  • Il primo a porsi questa domanda fu Galileo il
    quale, secondo la leggenda, fece cadere dalla
    torre di Pisa due oggetti ed osservò che essi
    arrivarono a terra nello stesso istante.
  • Lo stesso esperimento è stato ripetuto da
    alcuni astronauti americani sulla superficie
    della luna dove, senza gli effetti della
    resistenza dellaria e lontano da ogni forma di
    attrazione gravitazionale un sasso e una piuma
    arrivarono a terra contemporaneamente.

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  • Nel 600 Newton afferma che per accelerare un
    oggetto bisogna applicare una forza, ad un
    oggetto più pesante bisogna applicare una forza
    maggiore in quanto fa più resistenza, quindi la
    massa è la misura della resistenza di un oggetto
    alle spinte cioè la tendenza di un oggetto a
    rimanere in uno stato di inerzia.questo è proprio
    quello che dice Fma, cioè per una data forza
    laccelerazione è maggiore se la massa inerzialeè
    minima,per una massa inerziale invece
    laccelerazione è maggiore se applico una forza
    maggiore.

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  • Newton scoprì inoltre che la massa degli
    oggetti determina lattrazione di gravità. Il
    peso di un oggetto è dato infatti dalla sua massa
    per laccelerazione di gravità (Pmg).Ogni
    oggetto ha quindi due masse, una passiva (la
    massa inerziale) che è resistente alle spinte, ed
    una attiva (la massa gravitazionale) che invece
    attrae le altre masse. L accelerazione è appunto
    il rapporto tra la massa gravitazionale e la
    massa inerziale a(M/m)g . Newton scoprì che
    questo rapporto era uguale per tutti gli oggetti
    e che precisamente era 1 questo ci fa capire che
    le due masse sono uguali.Il perché però nessuno
    ha saputo spiegarlo.

24
ALBERT EINSTEIN
  • Per capire il vero significato di queste
    osservazioni abbiamo dovuto aspettare.

25
EINSTEIN DICE
  • Me ne stavo seduto nell ufficio brevetti di
    Berna quando allimprovviso ho pensato se una
    persona cade liberamente non sentirà il proprio
    peso,questo semplice pensiero mi ha fatto un
    impressione profonda e mi ha dato l impulso
    verso una teoria della gravità
  • Da un intuizione così semplice nasce la
    Relatività Generale.

26
CHE COSE LA FORZA DI GRAVITA?
  • Per Newton il meccanismo con cui agiva questa
    forza era un mistero, si supponeva che fosse un
    azione a distanza e che i suoi effetti si
    sentissero istantaneamente .
  • Anche se nessuno era soddisfatto di questa
    spiegazione le leggi di Newton funzionavano a
    perfezione anche senza la spiegazione del
    meccanismo.

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  • Poi Einstein si rese conto , come abbiamo già
    detto prima , che se una qualsiasi persona è in
    un ascensore e la corda si spezza durante la
    caduta questa non sentirà più il suo peso. Il suo
    pricipio di equivalenza dice infatti che la
    gravità può essere simulata da un accelerazione
    e l accelerazione può essere interpretata come
    gravità. Secondo questo principio la materia
    deforma lo spazio incurvandolo e la deformazione
    dello spazio accelera gli oggetti nei dintorni.
    Questaccelerazione è quella che noi chiamiamo
    gravità.

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  • Un lenzuolo se non cè materia è piatto se
    mettiamo una sfera si forma un avvallamento e una
    pallina che si trova nelle vicinanze tende a
    cadere sulla sfera. Una massa attrae laltra
    perché lo spazio è incurvato, la pallina in
    assenza di altri corpi si muove in linea retta,
    se invece una più grande crea un avvallamento
    questa viene catturata e si formano i satelliti.
    L avvallamento è tanto più profondo quanto più
    piccola e densa è la materia che lo deforma, una
    stella di neutroni che può avere la massa del
    sole condensata in una sfera col raggio di pochi
    km crea una forte deformazione dello spazio,
    perfino la luce può essere deviata se passa
    vicino una stella di neutroni.

29
  • Quando la densità della materia supera un
    certo limite si arriva al punto in cui lo spazio
    ha una deformazione profonda, creando un
    avvallamento infinito, perfino la luce una volta
    catturata non può più uscire. In un punto del
    cielo dove prima cera una stella ora cè una
    sfera perfetta completamente nera che non emette
    radiazioni e che cattura definitivamente tutto
    ciò che gli si avvicina, è un buco nero.

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  • Se stessimo con una navicella nelle
    vicinanze di un buco nero e volessimo inviare un
    astronauta a controllare da vicino lo vedremmo
    scendere sempre più lentamente fino a scomparire
    e man mano che si avvicinerebbe al buco nero la
    caduta diventerebbe sempre più rapida e il corpo
    si deformerebbe allungandosi in quanto la gravità
    è più forte ai piedi che alla testa. Lastronauta
    invece vedrebbe man mano cade il cielo che si
    condensa in un piccolo oblò cambiando di colore.
    Per chi osserva da lontano il tempo vicino al
    bordo del buco nero sembra fermarsi ed inoltre la
    sua gravità vorrebbe rallentare le onde
    elettro-magnetiche ma non ci riesce la velocità
    della luce è sempre la stessa e le onde vengono
    stirate riducendone la frequenza, perciò la
    caduta sembra non finire mai, la sua immagine più
    rossa e la sua voce inviata via radio sempre più
    grave. Per chi sta vicino al buco nero il tempo
    scorre normalmente ma la caduta è sempre più
    rapida, la gravità curva la luce e cerca di
    accelerarla ma non ci riesce e si accontenta di
    aumentarne la frequenza, per questo tutto il
    cielo chiuso in un oblò ha le stelle di colore
    azzurro e la voce che arriva dallastronave via
    radio sembra più acuta.

31
MARIA MAZZOLA III A
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