Title: DIABETE MELLITO
1DIABETE MELLITO
2DIABETE MELLITO
Si definisce diabete mellito la sindrome
metabolica caratterizzata da iperglicemia
disordine del metabolismo glucidico causato da
carenza assoluta o relativa di insulina -
Glicemia a digiuno gt 126 mg/dl - Glicemia random
gt 200 mg/dl con sintomatologia diabetica -
Glicemia gt 200 mg/dl a 2 ore dal test da carico
orale di glucosio
3DIAGNOSI DIFFERRENZIALE TRA INTOLLERANZA E
DIABETE MELLITO
Test Glicemia in mg/dl Intolleranza al glucosio Diabete Mellito
Glicemia a digiuno lt 126 mg/dl gt 126 mg/dl
Glicemia 2 ore dopo il carico orale 140 - 200 gt 200
Glicemia random gt 200
4Proposed model of the pathogenesis and natural
history of type 1 DM. IAA, insulin
autoantibodies GADA, glutamic acid decarboxylase
antibody ICA, islet cell antibody IVGTT,
intravenous glucose tolerance test. (Adapted from
Atkinson MA, Eisenbarth GS Type 1 diabetes New
perspectives on disease pathogenesis and
treatment
5CLASSIFICAZIONE
- Nei bambini la forma piú frequente é costituita
dal diabete mellito di tipo I, in cui vi é una
carenza assoluta di insulina, ormone (prodotto da
alcune cellule del pancreas) necessario per
mantenere normale il livello di glicemia. - Esistono altre forme di diabete che, in misura
minore, possono interessare letá pediatrica - Diabete mellito di tipo II, che, tipico delletà
adulta, presenta unincidenza in aumento anche
nei bambini - MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young),
forma genetica familiare - Diabete secondario ad altre patologie (fibrosi
cistica, malattie endocrinologiche, etc.) o
legato allassunzione di terapia cortisonica
cronica
6DIABETE MELLITO TIPO 1
- Origina dalla distruzione autoimmune delle
cellule beta del pancreas, con conseguente
deficit di insulina - Eziologia genetica, ambientale, immunologica.
Reazione immunologica talvolta innescata da uno
stimolo infettivo o ambientale - Età 0 15 anni maggiore in F
- Clinica quando 80-90 della massa cellulare è
distrutta - Poliuria
- Polidipsia
- Perdita di peso
- Polifagia
- Chetoacidosi (nel 25 dei casi è la
manifestazione iniziale)
7EZIOLOGIA
- La causa del diabete di tipo I non è ancora nota
(si fanno solo ipotesi su cause genetiche e/o
cause ambientali). È invece noto il meccanismo
specifico che porta alla carenza di insulina si
tratta di un processo di autodistruzione delle
cellule pancreatiche che producono insulina - In particolare, alcune cellule del sistema
immunitario (i linfociti) iniziano ad aggredire
(così come fanno normalmente contro i virus e i
batteri che causano le comuni malattie infettive)
alcune cellule del pancreas (solo quelle che
producono insulina) fino a distruggerle
completamente - Di conseguenza, vengono prodotti nel sangue
alcuni autoanticorpi, anticorpi diretti contro
particelle specifiche del proprio organismo, che
sono importanti indicatori di malattia o
pre-malattia. Per tali motivi il diabete
mellito di tipo I viene classificato tra le
patologie cosiddette autoimmuni
8EZIOLOGIA
- DM1 è una malattia conseguente alla reazione
autoimmune contro le beta-cellule pancreatiche.
Sono diversi i fattori che rientrano
nellinduzione di questo fenomeno, sebbene il
primum movens e lesatta successione di eventi
rimanga ancora sconosciuto. - FATTORI SCATENANTI LA DISTRUZIONE BETACELLULARE
- Latte vaccino e altre proteine
- Assunzione di nitrati/nitriti
- Deficit di vitamina D
- Infezioni virali rosolia, enterovirus
- FATTORI che possono accelerare o far precipitare
la distruzione betacellulare - Temperatura ambientale
- Pubertà
- Stress
9Schematic representation of the autoimmune
response against pancreatic ßcells. An insult to
the pancreas leads to the release of ß-cell
antigens (GAD65), which are taken up by
antigen-presenting cells (APCs) and the epitopes
presented to the CD4 T cells. Type and stages of
activation of APCs as well as the cytokine
environment, in which the CD4 T cell priming
takes place, dictate the differentiation of
autoreactive T cells toward diabetogenic T
helper-1 (Th1) cells, Th2 cells, or
antigen-specific regulatory T cells. A
predominant Th1 autoimmune response results in
the recruitment and differentiation of cytotoxic
CD8 cells, which attack the pancreatic ßcells,
leading to a massive release of ß-cell antigens
(Ag), epitope spreading, and destruction of the
pancreatic islets. B, B lymphocyte DC, dendritic
cell M, macrophage CTL, cytotoxic cell TGF-ß,
tumor growth factor-ß INF?, interferon-? IL,
interleukin.
10CLINICA
- Poliuria
- aumento della quantità di urine con aumento della
frequenza delle minzioni - Polidipsia
- sete eccessiva con aumento dellassunzione di
liquidi - Polifagia
- fame eccessiva con aumento dellassunzione di
cibo - Dimagrimento
- Dolori addominali non riconducibili ad altre
patologie - Nei casi più gravi può essere presente uno stato
confusionale, lalterazione di alcune funzioni
mentali, fino al coma - coma chetoacidosico
11NB
POLIURIA Volume urinario nelle 24 ore lt 10 anni
volume urinario gt 50-60 ml/Kg/24 h gt 10 anni
volume urinario gt 30-40 ml/Kg/24 h
12DD POLIURIA
- Volume urinario nelle 24 ore poliuria
- lt 10 anni volume urinario gt 50-60 ml/Kg/24 h
- gt 10 anni volume urinario gt 30-40 ml/Kg/24 h
- MISURAZIONI AL MATTINO
- Na plasmatico
- Osmolarità urinaria
- Osmolarità plasmatica
- NEFROGENICA o CENTRALE
- Na gt 143 mEq/l
- Osm plasma gt 295 mOsm/Kg/H2O
- Osm urinaria lt Osm plasma
- POLIDIPSIA PRIMARIA
- valori plasmatici normali o ridotti
13il genitore
- Un genitore che individui nel proprio bambino i
sintomi sopra citati (aumento della sete, aumento
della quantità delle urine, aumento della fame,
etc.) deve rivolgersi al proprio pediatra di
famiglia oppure direttamente ad un centro
specializzato di diabetologia o endocrinologia
pediatrica. Nei casi piú seri è bene rivolgersi
direttamente ad un DEA o Primo Soccorso - La diagnosi é semplice, essendo inizialmente
sufficiente la valutazione della glicemia. Per
confermare ed approfondire la diagnosi possono
essere utili altri esami piú specialistici
(Autoimmunitá pancreatica, Peptide C,
Emogasanalisi, etc.)
14ESAMI EMATICI ENDO-PED BOLOGNA
- Glicemia, HbA1c, insulina, C-peptide,
fruttosamina - Colesterolo tot, HDL, LDL, Trigliceridi
- Azotemia, creatinina
- Anticorpi AIA, ICA, GAD, Transglutaminasi
- Immunocomplessi, Ig sieriche, IgE
- TSH, FT3, FT4, anticorpi anti-TPO, anti-TG,
anti-recettore TSH - Cortisolo
- Ig sieriche, IgE
- ESAMI STRUMENTALI
- ECG
- Rx carpo
- FOO
- Dietista
- Consulenza psicologica
15MARKER IMMUNOLOGICI
- ICA anticorpi anti-betacellule
- IAA anticorpi anti-insulina
- PTP anticorpi anti-protein tirosin fosfatasi
- Poiché il DM è una patologia autoimmune, associa
anche tutti gli altri markers dellautoimmunità
OS, NOS, anti-TG, anti-TPO, anti-TTG,
anti-recettore TSH - Test di tolleranza glicemico endovenoso
- Glicemia, insulina, C-peptide, fruttosamina, HbA1c
MARKER METABOLICI
16DIAGNOSI
- Glicemia elevata gt 126 mg/dl a digiuno gt 200
mg/dl dopo un pasto - Gasanalisi pH acido
- Chetonemia
- Elettroliti alterazioni di potassiemia
- Autoanticorpi contro le cellule insulari, ICA
- Emoglobina glicata HbA1c indica landamento
glicemico nei 2-3 mesi precedenti, valori fisio
7, nei diabetici con buon controllo metabolico
6-9, con discreto controllo 9-12, scarso
controllo gt 12 - Esame urine glicosuria, peso specifico
aumentato, chetonuria, lieve proteinuria
17TERAPIA
- La terapia insulinica deve avere come obiettivo
primario quello di ristabilire un soddisfacente
equilibrio glicemico, vale a dire di riportare e
mantenere le glicemie il piú possibile in un
ambito di normalità. - Leducazione alla gestione autonoma del diabete
da parte delle famiglie dei bambini affetti si
pone, invece, lobiettivo principale di
migliorare sensibilmente la qualità di vita - Si avvale di
- Insulina
- Dieta
- Attività fisica
18TERAPIA DM TIPO 1
- ALIMENTAZIONE
- NORMOCALORICA quantità di carboidrati (in
massima parte di tipo complesso cioè es. amido,
in minima parte da zuccheri semplici) pari a
circa il 55 delle calorie previste - PROTEINE metà di origine animale e metà di
origine vegetale, corrispondenti a circa il 15 - LIPIDI in prevalenza di origine veggetale, ad
alto contenuto di acidi grassi mono e
poliinsaturi, corrispondenti a circa il 30 - FIBRE utili per ottenere il controllo della
glicemia - DOLCIFICANTI utilizzare aspartame in quantità
minima/die di 40 mg/Kg/die saccarina per la
preparazione di dolci cotti in quantità massima
di 500 mg/Kg/die NON usare sorbitolo, xilitolo - ASSUNZIONE CALORICA TOTALE deve essere suddivisa
in modo da fornire il 20 delle calorie a
colazione, il 20 a pranzo e il 30 a cena,
lasciando il 10 a disposizione rispettivamemente
degli spuntini di metà mattina, pomeriggio e
sera, se graditi.
19TERAPIA DM TIPO 1
- ATTIVITA FISICA
- Nessun tipo di esercizio fisico dovrebbe essere
proibito tuttavia gli sport subacquei,
motociclismo e alpinismo vengono maggiormente
evitati a causa della loro pericolosità in caso
di insorgenza di ipoglicemia - In vista di una forte attività, fare assumere una
quota addizionale di carboidrati prima o durante
lesercizio comunque praticare sport dopo 1 ora
dalliniezione di insulina - Lesercizio prolungato può richiedere una
riduzione della dose di insulina. - ? Il tessuto muscolare utilizza il glucosio
senza lintervento dellinsulina!
20TERAPIA DM TIPO 1
- TERAPIA INSULINICA
- Lobiettivo è ricalcare, con lutilizzo
dellinsulina esogena, la quantità e i ritmi
dellinsulina fisiologicamente sintetizzata e
liberata nel soggetto normale. - Le insuline attualmente utilizzate sono prodotte
mediante tecnica del DNA ricombinante, con
formazione di molecole uguali a quella umana e di
analoghi dellinsulina in cui la molecola
dellinsulina è stata modificata di uno o più
aminoacidi. Attualmente sono disponibili - Analoghi ad azione ultrarapida inizio veloce in
5-15 minuti, durata dazione 3-4 ore vantaggiose
poiché possono essere somministrate al momento
del pasto o subito dopo, utili in situazioni in
cui può essere difficile prevedere la quantità di
cibo ingerita (es bimbi piccoli) - Analoghi ad azione ultralenta cinetica molto
lenta, senza picco, durata dazione di circa 24
ore, una sola iniezione al giorno
21- Somministrazione per via sottocutanea con
siringhe monouso o sistemi a penna o
microinfusori sede periombelicale per insulina
regolare faccia esterna della coscia o deltoide
o glutea per insulina ad azione molto lenta - In caso di urgenza (es coma chetoacidosico) si
somministra insulina per ev - Dosaggio deve essere individualizzato, tenendo
conto della residua capacità di produzione
insulinica, attività fisica giornaliera,
necessità alimentari, eventual eesistenza di
malattie intercorrenti e soprattutto nello
sviluppo fisico. - DOSE QUOTIDIANA 0,5-1 UI/Kg allesordio
successivamente periodo di remissione per
mese-anno in cui necessaria insulina lt 0,25
UI/Kg/die poi nuovamente 0,5-1 UI/Kg - Età puberale incremento della dose fino a
1,2-1,5 UI/Kg/die - Automonitoraggio della glicemia durante la
giornata pre-prandiale deve essere tra 70-140,
post-prandiale 200-240 mg/dl
22- INSULINA
- Prodotta dalle cellule beta del pancreas
- Secreta sotto lo stimolo di glucosio,
amminoacidi, ormoni (glucagone, enteroglucagone,
ACTH, gastrina) - Dopo la secrezione, quando linsulina si trova in
circolo, si divide in due molecole insulina
attiva e peptide C inattivo - Recettori dellinsulina,..
- IN COSTRUZIONE
23Meals are shown as rectangles below time axis. A,
The following relative peak effect and duration
units are used lispro/aspart, peak 20 for 4
hours regular, peak 15 for 7 hours NPH/Lente,
peak 12 for 12 hours Ultralente, peak 9 for 18
hours glargine, peak 5 for 24 hours. Though
Lente and Ultralente are no longer manufactured,
they are shown to give historical comparison to
newer insulin analogs. ?, Injection time. B, Two
Ultralente injections given at breakfast and
supper. Note overlap of profiles. C, Composite
curve showing approximate cumulative insulin
effect for the 2 Ultralente injections. This
composite view is much more useful to the
patient, parents, and medical personnel because
it shows important combined effects of multiple
insulin injections with variable absorption
characteristics and overlapping durations.
PROFILI INDICATIVI DELLEFFETTO INSULINICO
24A given patient has varying rates of absorption
depending on the injection site, physical
activity, and other variables. A, L or A
pre-meal glargine at bedtime. The rapid onset
and short duration of L or A reduce overlap
between pre-meal injections, and there is no
extended nighttime action. This reduces the risk
of hypoglycemia. Glargine provides a steady basal
profile that simplifies prediction of bolus
insulin effect. B, L or A pre-meal Ultralente at
breakfast and supper. Ultralente produces a basal
profile similar to that seen with glargine. Some
excessive insulin effect, however, is seen before
supper and at nighttime. C, L or A pre-meal NPH
or Lente at breakfast and supper. The broad peak
of NPH or Lente produces substantial risk of
hypoglycemia before lunch and during the early
hours of the night. The waning insulin effect
before supper and breakfast may also allow
breakthrough hyperglycemia. D, L or A pre-meal
NPH or Lente at breakfast and bedtime. Moving the
evening long-acting insulin helps to cover the
pre-breakfast hours, but the risk of nighttime
lows persists. E, Regular and NPH or Lente at
breakfast and supper. This produces the least
physiologic profile, with large excesses before
lunch and during the early night, combined with
poor cove
PROFILI INDICATIVI DELLEFFETTO INSULINICO
COMPOSTO
Meals are shown as rectangles below time axis.
Injections are shown as labeled triangles. L/A,
lispro or aspart. Even though the fast- and
long-acting insulins are shaded differently to
show the addition of one insulin effect to
another, the profile is changed to show the
combined effect. For example, in the breakfast
injection in C, the quick decline of L/A effect
is blunted by the rising NPH/Lente effect,
producing a broad tail, which slowly declines to
baseline at supper. All profiles are idealized
using average absorption and clearance rates. In
typical clinical situations, these profiles vary
among patients.
25quali sono i rischi?
- Superata la fase critica ed acuta dellinizio
della malattia ed impostata una corretta terapia
insulinica, il bambino affetto da diabete di tipo
I puó continuare senza problemi tutte le attivitá
tipiche della sua etá, senza alcuna particolare
limitazione, fatta eccezione per lassunzione
smisurata di dolci. - È necessario mantenere buoni livelli di glicemia
(concentrazione di glucosio nel sangue) poiché
una glicemia elevata per lunghi periodi
(iperglicemia cronica), dovuta ad un diabete mal
controllato, puó causare dei danni più o meno
reversibili a carico dei piccoli vasi sanguigni,
soprattutto in alcuni distretti dellorganismo
(in particolare la retina, il rene, il sistema
nervoso). - Vengono così a determinarsi quelle che si
chiamano complicanze microvascolari del diabete
di tipo I, malattie importanti che danneggiano
locchio (retinopatia diabetica), il rene
(nefropatia diabetica) ed il sistema nervoso
(neuropatia diabetica). - Mantenendo un buon controllo delle glicemie ed
aiutando i piccoli pazienti e le famiglie a
gestire anche autonomamente la malattia, queste
complicanze possono essere prevenute e/o
rallentate.
26BASI FISIOPATO DELLESPRESSIONE CLINICA DEL DM 1
FINO A COMA
Ridotta formazione di glicogeno nel fegato e nei
muscoli
Alterato trasporto del glucosio attraverso la
membrana cellulare
Aumento di glicogenolisi Alterata utilizzazione
del glucosio nella cellula
Iperglicemia
Liberazione dalle cellule di K e PO4-
Glicosuria e ipersecrezione di acqua ed
elettroliti nelle urine
Ossidazione a ritmo repido di grassi e proteine
Disidratazione ed emoconcentrazione ipovolemia e
iperosmolarità
Aumento di chetonemia
Chetonuria
Danno funzionale renale
Acidosi
COMA
27CHETOACIDOSI DIABETICA
- Nel 20-60 dei bambini con DM1 si osserva la
chetoacidosi come condizione di esordio - È uno squilibrio metabolico caratterizzato da
- iperglicemia gt250 mg/dl)
- acidosi pH arterioso lt 7,3 e/o bicarbonatemia lt
15 mEq/l - iperosmolarità sierica e coma in pz con turbe
cerebrali e incapace di esprimere il senso della
sete - A volte si osserva in seguito a infezione
intercorrente - Sintomi vomito, dolore addominale,
disidratazione marcata, tachicardia, ipotensione,
oliguria/anuria, sete, polipnea e mucose aride,
obnubilamento del sensorio, diminuzione della
tensione oculare alla pressione - Polipnea di Kussmaul
- Alito chetonico
28IN REPARTO
- Es ematici
- Emocromo, glicemia, fx renale, elettroliti, EGA,
chetonemia, fosforemia, osmolarità plasmatica - Registrare glicemia, chetonemia, stick urine per
glicosuria e chetonuria, frequenza respiratoria - Posizionare via venosa periferica per
reidratazione ev - Monitorare glicemia ogni 2 ore
- Anamnesi famigliarità, episodi febbrili
precedenti, sintomatologia - Richiedere ECG se iperKemia onde T appuntite ed
elevate - Dietista
29OBIETTIVI TERAPEUTICI
- Correzione dellipovolemia e della disidratazione
- Terapia reidratante non bruscamente, ma nelle 24
ore! - Correzione della chetoacidosi
- Terapia insulinica
- DOPO la 1 ora di infusione liquidi
- Correzione degli squilibri elettrolitici
- Correzione degli ioni non bruscamente, ma nelle
24 ore! - DOPO la 1 ora di infusione liquidi
- Terapia delle cause es. evento infettivo
30TERAPIA CHETOACIDOSI DIABETICA PRIMA ORA-
- Terapia reidratante con soluzione salina 0,9 a
5-8 ml/Kg/ora - ? Nella pratica Soluzione fisiologica 10 cc/Kg/h
per 90 minuti - La disidratazione è una potenziale causa di
resistenza periferica allinsulina - La reidratazione
- promuove una caduta spontanea del livello di
glucosio sierico - promuove lutilizzazione dellinsulina circolante
- migliora la funzione dei recettori cellulari
- migliora il filtrato renale e quindi incrementa
lescrezione di glucosio e diminuisce i livelli
degli ormoni controregolatori che causano
iperglicemia - Soluzione normosalina perché
- Il plasma presenta unosmolarità relativamente
aumentata di fronte alla quale anche una
soluzione salina isotonica diventa ipotonica - Il ritorno alla normo-osmolarità plasmatica deve
avvenire con gradualità
Se diuresi presente inizia subito nella flebo !!!
La correzione di K
31NB IDRATAZIONE
- Soluzione fisiologica al 0,9
- ? Nella pratica Soluzione fisiologica 10 cc/Kg/h
per 90 minuti - Soluzione salina ha il vantaggio di espandere il
volume plasmatico senza aumentare eccessivamente
losmolairtà plasmatica - Quando la quantità di liquidi infusi raggiunge il
tot di liquidi da reintegrare e la glicemia
raggiunge 250 mg/dl, passare a IP5
32Ore successive reidratazione terapia insulinica
- Insulina ad azione rapida 0,1 U/Kg in bolo ev
- RIDUZIONE GLICEMIA NELLE 2 ORE di infusione
liquidiinsulina - Soddisfacente riduzione di glicemia di circa
150-200 mg/dl - Se riduce lt 100 mg/dl aumenta insulina a 0,2
U/Kg - Se riduce gt 300 mg/dl riduci insulina a 0,5 U/Kg
- La successiva posologia oraria dellinsulina va
regolata in base ai valori glicemici - Protrarre infusione insulina per almeno 24-36 ore
per completa risoluzione della chetoacidosi e
ripristino di sufficiente stato di idratazione - ? Passi insulina sottocute
33- Correzione degli squilibri elettrolitici
- ACIDOSI
- Infusione di bicarbonati non raccomandata
- SI se dopo 1 ora di terapia il pH è lt 7 perché
acidosi peggiora la contrattilità del miocardio,
provoca vasodilatazione periferica e resistenza
allazione dellinsulina - NaHCO3 dose da somministrare 1-2 mEq/Kg in 3 ore
- Rapida alcalinizzazione può provocare
- Aritmie cardiache
- Depressione SNC
- Ipossia tessutale
- iperosmolarità
34- Correzione degli squilibri elettrolitici
- IPER/IPOPOTASSIEMIA
- Nel corso di chetoacidosi diabetica è
caratteristica una alterazione del metabolismo
del K - Alterazioni ECG
- Inizialmente K elevato onde T appuntite
- Dopo qualche ora possibile rilievo di K basso
- onde T basse, onde U, sottodislivellamento tratto
ST, prolungamento PQ - IpoKemia per escrezione urinaria,
iperaldosteronismo secondario alla
disidratazione, passaggio intracellulare del k
favorito dallinsulina - IMP prevenzione ipoKemia durante reidratazione ev
da SUBITO
Kemia Cosa fare
gt 5 mEq/l Niente
3,5 5 mEq/l 20 mEq in 1 litro infusione liquidi
lt 3,5 mEq/l gt20 ma lt 40 mEq/l monitorando ECG
35- Correzione degli squilibri elettrolitici
- IPOFOSFOREMIA/IPOCALCEMIA
- Ipofosforemia può alterare gli scambi gassosi
rendendo difficile il distacco di O2 da Hb
36- Complicanze della chetoacidosi diabetica
- Edema cerebrale
- si evidenzia dopo qualche ora (in genere 8 ore)
di distanza dallinizio della reidratazione e
dellinsulinoterapia - Fattori scatenanti marcata iperglicemia e sua
normalizzazione troppo rapida, iponatriemia grave
corretta con infusioni ipotoniche o povere di
NaCl, rapida alcalinizzazione con conseguente
aggravamento dellacidosi e dellipossia
cerebrale - Sintomi vomiti, cefalea improvvisa, agitazione,
disorientamento, alterazione del sensorio,
asimmetria papillare, edema papillare,
convulsioni - Cosa fare
- infusione rapida di Mannitolo 1-2 gr/Kg in 10-20
minuti - Desametazone 0,2 mg/Kg ev
- Restrizione di liquidi
Trasferimento in terapia intensiva
37Sorveglianza del bambino durante il trattamento
della chetoacidosi
- Ogni 60 minuti nelle prime 4 ore, poi ogni 120
minuti - Clinica stato di coscienza, frequenza cardiaca,
frequenza respiratoria - Biologici glicemia, azotemia, natriemia,
potassiemia, calcemia, beta-idrossibutirrato,
diuresi, glicosuria, chetonuria - Pressione arteriosa
- ECG
- FOO
- Ogni 4 ore
- Emogasanalisi
- Creatininemia
38 39DIABETE MELLITO TIPO 2
- Gruppo eterogeneo di disordini metabolici
caratterizzati da insulino-resistenza, riduzione
della secrezione insulinica, aumentata produzione
di glucosio. - Malatti apoligenica multifattoriale, in cui i
fattori ambientali (alimentazione, attività
fisica) ne mediano ulteriormente lespressione
fenotipica. - Fattore di rischio per i bambini è lobesità, più
frequente negli adulti
DIAGNOSI DIFFERENZ DM 1 DM2
Esordio clinico Improvviso Graduale, spesso asintomatico
Stato di nutrizione Magrezza Adiposità
Anticorpi anti-insula (alla diagnosi) 85 lt 5
Chetoacidosi Frequente Rara in assenza di stress
40TERAPIA DM TIPO 2
- IPERGLICEMIA MODESTA lt 200 mg/dl e HbA1c lt 8
- Terapia non farmacologica dieta ipocalorica e
attività fisica - IPERGLICEMIA PERSISTENTE O SIGNIFICATIVA
- Terapia con ipoglicemizzanti orali Metformina
(Glucophage) alla dose di 500 mg per 2 volte/die,
durante o dopo i pasti - In caso di acuzie o esordi critici insulina
41POSSIBILI CONDIZIONI CLINICHE
- Chetoacidosi
- Ipogllicemia
- Coma
42CHETOACIDOSI
- Caratterizza nel 25 dei casi è la manifestazione
acuta iniziale del diabete mellito - Costituita dalla perdita di fluidi, elettroliti e
calorie per cui lorganismo utilizza corpi
chetonici per energia - IN COSTRUZIONE.
- Terapia
- Idratazione abbondante
- Correzione elettrolitica
- Eventuale somministrazione di insulina
43IPOGLICEMIA
- Glicemia lt 45-50 mg/dl
- Eziologia
- Aumento insulina per adenoma, dismaturità
insulare da iperinsulinemia si ha un maggiore
consumo di glucosio in assenza di chetoni - Diminuzione glicemia per digiuno prolungato,
presenza di chetoni condizione più frequente - Endocrinopatie con diminuita secrezione degli
ormoni contro-insulari - Terapia somministrazione di glucosio per os /
ev
44COMPLICANZE
- DIABETE MELLITO
- IN ETA PEDIATRICA
45COMPLICANZE del diabete mellito
- VASCULOPATIA
- Dopo 15-20 anni dallesordio della patologia, più
precoci e gravi quando cè scarso controllo
metabolico della patologia - Ispessimento della membrana basale dei capillari
in diversi distretti anatomici - Glomerulo renale
- Retina
- Muscolo
- Cute
- GLOMERULOSCLEROSI
- Dopo 13-20 anni dallesordio della patologia
avviene nel 20 dei casi - Si manifesta con proteinuria intermittente,
edema, insufficienza renale con iperazotemia e
ipertensione arteriosa - NEUROPATIA
- Precoce
- Asintomatica per molti anni, più frequente agli
arti ineriori - Iporeflessia, debolezza muscolare
46COMPLICANZE del diabete mellito
- PATOLOGIE OCULARI DM è la causa più frequente
di cecità!!! - RETINOPATIA
- Dopo pochi anni o dopo 20 anni dallesordio nel
50-80 dei casi - Aneurismi, emorragie, neovascolarizzazioni
- Diagnosi con fluorangiografia
- Prevenzione con adeguato controllo glicemico
- CATARATTA
- Dopo 10 anni dallesordio della patologia
- COMA
- Diabetico
- Ipoglicemico