Title: IL%20POSTMODERNO:%20L
1IL POSTMODERNO LERA DELLA COMPLESSITÀ
- Alcune riflessioni sul valore formativo dellarte
contemporanea - Dott.ssa Federica Goffi
- Federica.goffi_at_email.it
2- Il modello complessità è emerso con forza
(quasi con prepotenza) nella riflessione
culturale degli ultimi ventanni, imponendosi
come neoparadigma per pensare, ormai, tutti i
saperi e, nel contempo, la realtà. (F. Cambi,
La complessità come paradigma formativo, in M.
Callari Galli, F. Cambi, M. Ceruti, Formare alla
complessità, Carocci, Roma, 2003, p. 127). - Gli aspetti, che dal punto di vista sociale
riguardano tale paradigma sono lo sviluppo
tecnologico e massmediale, e un concetto
allargato di cittadinanza in seguito
allintensificarsi dei fenomeni migratori. Così
cresce lincertezza, il nomadismo, una forma
plurale di coscienza, che sono insieme
elementi positivi o negativi (Ivi, p. 125)
3-
- Come teorizzato da E. Morin in Francia a
partire dalla Testa ben fatta, lo scenario appena
delineato implica una riforma del pensiero e
dellinsegnamento per educare luomo postmoderno
a formarsi alla complessità, appunto, a partire
da un diverso approccio verso la conoscenza. - (Cfr. E. Morin, La testa ben fatta, cit., p. 6,
dove è scritto che la sfida della globalità è
dunque nello stesso tempo una sfida di
complessità. In effetti, cè complessità quando
sono inseparabili le diverse componenti che
costituiscono un tutto e quando cè un
tessuto indipendente, inter-retroattivo fra le
parti e il tutto e fra il tutto e le parti). - In seguito allelogio da parte del sociologo
francese del disordine e del caos, accanto ad
unastratta razionalità, incapace appunto di
rappresentare la complessità umana, leducazione
deve avere come obiettivo anche quello di
stimolare il pensiero divergente e la creatività,
al fine di agevolare la transdisciplinarietà, e
tale aspetto rende ancora più pertinente la
validità e il contributo delleducazione
estetica, che dovrebbe concentrare il proprio
punto di forza sulla comunicazione. - (Cfr. E. Morin, Educare nellera planetaria,
Raffaello Cortina, Milano, 2001, dove a p. 54 fa
notare che da un punto di vista etimologico la
parola complessità deriva da complectere, la
cui radice è plectere, che significa intrecciare,
collegare. Dal rapporto, invece, tra le parole
perplesso e complesso (perplexus significava
anche ingarbugliato, aggrovigliato, ecc.) Morin
afferma che la complessità si presenta sotto
laspetto inquietante della perplessità, vale a
dire di ciò che è ingarbugliato, inestricabile,
del disordine, dellambizione e dellincertezza
(Ivi, p. 55).
4 LIDENTITÀ DELLUOMO POSTMODERNO
- Come evidenzia Cambi, lidentità della persona ha
perduto unità e stabilità, ha acquistato
debolezza, così che al centro del suo farsi
etico si pone la responsabilità, la scelta di sé,
la volontà di volersi, lazione formativa, ma nel
suo aperto proiettarsi nel mondo, dove abitano
altri io e proprio nella loro diffrattiva
differenza, si valorizza la tensione del
dialogo. (F. Cambi, La complessità come
paradigma formativo, in M. Callari Galli, F.
Cambi, M. Ceruti Formare alla complessità, cit.,
p. 127 -
- Per uneducazione allera planetaria cè
dunque da chiedersi se esista un nucleo
essenziale di saperi e comportamenti, un nucleo
etico che possa accomunare e avvicinare la specie
umana, ed è a questa domanda che la scuola
dovrebbe cercare di rispondere.
5LA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA COME SOCIETÀ
DELLA COMPRENSIONE.
- Si dovrebbe, pertanto, riflettere sul fatto che
la società della conoscenza rischia
lasservimento alle regole ed agli imperativi del
tecnopolio, se non è finalizzata e può trovare la
sua motivazione profonda nella società della
comprensione. - Lelemento che consentirebbe al soggetto di far
fronte al disorientamento provocato dalla
globalizzazione sarebbe proprio il mantenere vivo
il senso dellumanità, sviluppare una forma di
intenzionalità etica che abbia per oggetto ciò
che accomuna popoli e culture. (G. Mollo,
Globalizzazione ed espansione della coscienza, in
Rassegna di pedagogia, LXIII, luglio-dicembre,
2005, p. 255).
6- Il sentimento etico profondo di cui si parla è
allora la volontà di comprensione, allo sviluppo
del quale la società odierna potrebbe frapporre
degli ostacoli se, ad esempio, si tengono
presenti le seduzioni del mondo dellimmagine e
le continue istigazioni al disimpegno, indotte
anche dai pervasivi messaggi centrati
sullapparire e sul consumare. (Ivi, p. 256) - Difatti, lestetico può esercitare una funzione
di opposizione nei confronti di una realtà
mortificante in quanto i modelli esistenziali che
esso contiene si dimostrano capaci sia di
denunziare una realtà da respingere sia di
contribuire apprezzabilmente a progettare una
realtà umana da inventare. (B. Rossi, Parole e
linguaggi delleducazione, p. 100) - Il rischio del nuovo macchinismo sollecitato
dallinformatica, dalla telematica ecc. sarebbe
quello di stimolare la formazione delluomo
technologicus che sopprime e mortifica la
propria essenziale ricchezza interiore.
7 LARTE CONTEMPORANEA COME ARTE ERMETICA.
- Per coscienza estetica, dunque, si intende una
coscienza che si oppone al vivere allinsegna
dello stereotipo, delluniformità,
dellirrazionalismo, traendo invece dallarte e
dagli artisti la volontà e il desiderio di una
rigenerazione integrale della personalità.
8- La forma artistica, di solito, si comunica
mediante la sua stessa struttura ma, come
sostiene G. Dorfles, può risultare pienamente
comprensibile proprio attraverso la conoscenza
del contesto in cui è inserita, che ne enfatizza
il valore informativo. - Come conseguenze dello sviluppo delle tecnologie
nella società contemporanea, linvolontarietà
della fruizione e la diffusione di opere darte
false sarebbero responsabili di quella sorta di
ascolto disattento da parte del fruitore che,
in tal, senso andrebbe educato. - La comunicazione e dunque la stessa
comprensione dellarte in definitiva è solo in
parte istintiva, autonoma . Anche larte,
invece, deve essere imparata anche la
comunicazione attraverso larte per avvenire
presuppone la presenza di un codice in parte
almeno istituzionalizzato. (G. Dorfles, Le
oscillazioni del gusto, Lerici, Milano, 1966, pp.
81-82).
9- Dallaltro lato, però, data la tendenza di
rinnovarsi costantemente, di tendere
allastratto, al complicato, larte contemporanea
viene spesso considerata come unottima
giustificazione per non incontrare larte, poiché
ritenuta incomprensibile. - Può, al riguardo, apparire legittima lipotesi
di una mancata o errata educazione o di una
insufficiente attenzione alla funzione
dellartista oggi. (G. Dorfles, Le oscillazioni
del gusto, Lerici, Milano, 1966, pp. p. 108)
10LEDUCAZIONE ESTETICA COME EDUCAZIONE AD
APPRENDERE AD APPRENDERE.
- Da qui lesigenza, insomma, di sostenere la
pertinenza delleducazione estetica nelle
istituzioni scolastiche, cercando innanzitutto di
coniugare lestetico allapprendimento,
intendendolo come proattività creativa. - Tale concezione dellapprendimento delinea un
soggetto protagonista del processo apprenditivo,
impegnato totalmente, coinvolto nelle sue
funzioni più profonde, orientato allaffermazione
del suo Io. (B. Rossi, Parole e linguaggi
nelleducazione, cit., p. 111.) B. Rossi, Parole
e linguaggi nelleducazione, cit., p. 111.
11- La questione dellapprendere ad apprendere, in
particolare, viene connessa allesperienza
estetica, in quanto con Varchetta possiamo
ritenerla una metacompetenza che si avvale della
capacità negativa, cioè passerebbe attraverso la
capacità di persistere nel sopportare
lincertezza, il mistero, il dubbio . (G.
Varchetta, Organizzazione e management delle
istituzioni dellarte e della cultura la sfida
delle meta-competenze, in U. Morelli, G. De Fino
(a cura di), Management dellarte e della
cultura, Franco Angeli, Milano, 2010, p. 139). -
- È dunque interessante notare come la
capacità negativa, nella prospettiva bioniana,
venga esplicitamente connessa alla capacità di
sostenere lambiguità, lo stupore e la
meraviglia. Si vuole, attraverso la capacità
negativa, preservare lautonomia di un pensiero
orientato da una ragione possibile, contro ogni
totalizzante positività. Attraverso tali
prospettive si salvaguardia la suggestione
meta-razionale di un pensiero narrativo, di un
qualcosa non parcellizzato compiutamente e capace
di nutrire un residuo non completamente
analizzabile. (Ivi, p. 141). -
12- Affinché, dunque, leducazione estetica possa
costituirsi come uno strumento con cui impedire
luniformità del gusto, con cui sviluppare una
certa dose di giudizio critico, che spinga
leducando a reagire contro il conformismo e la
consumazione passiva di forme, è importante che
le forme dellarte ma anche quelle offerte dai
paesaggi della vita quotidiana non vengano
decodificate secondo schemi prefissati ma in base
alla propria intelligenza creativa. - Si afferma insomma lesigenza di uneducazione al
potere di discernimento e di apprezzamento della
forma, alla conoscenza dei più svariati linguaggi
artistici, anche quelli ritenuti minori come
dunque larte contemporanea può assumere in tal
senso un ruolo significativo?
13 IL CONCETTO DI FORMA NELLETÀ POSTMODERNA
- Il concetto di forma, con i suoi paradigmi, si
trova ad essere il vero protagonista della nostra
condizione postmoderna, ma cosa si intende con
questo termine? - Secondo alcuni il postmoderno va identificato
col nichilismo (e omologando il nichilismo
stesso) e va visto come lultima tentazione di
una secolarizzazione che produce derive, rovine,
perdite Per altri il postmoderno è un tempo
da accogliere e proprio perché libera, certo,
anche da governare, rimettendo al centro un
impegno sociale (la solidarietà) o la formazione
dei soggetti (il soggetto-come-persona), in modo
da eclissare ogni lettura del postmoderno come
deriva. In altri ancora la postmodernità è
lavvento della Tecnica, o nel bene o nel male
. (F. Cambi, Abitare il disincanto, Utet,
Torino, 2006, p. 26.) -
- La società postmoderna, nellaccezione appena
esposta, è dunque caratterizzata dallavvento
della complessità, fatta di pluralismi, di
progettazioni, di confronti, di tensioni e di
aperture, un tempo di de-costruzioni e di
ri-costruzioni, come sottolinea Cambi, che vede
come protagonista un soggetto che si fa carico
del proprio orientamento di senso e lo fa
formandosi nellautonomia/responsabilità/progettua
lità. (Ibidem)
14- È in questo panorama che si è affermata unidea
di forma nuovissima, fatta di squilibri e di
lacerazioni. Si può parlare, allora, ancora di
forma? Sì, poiché dà struttura e ha struttura.
Anche se il modello è radicalmente altro rispetto
al passato, storicamente inedito, proiettato sul
possibile, lincerto, lirraggiungibile anche.
Una forma tragica? Sì, se si vuole. Ma senza
annichilimenti e frustrazioni. - Cambi traduce questa situazione, che si sarebbe
delineata a partire dallIlluminismo, con il
trionfo della ragione e del giudizio critico, con
il termine di dis-incanto, preso a prestito da
M. Weber. (F. Cambi, Abitare il disincanto, cit.,
p. 28).
15 - Se larte astratta tendeva a rappresentare
lessenza del fenomeno artistico, larte
contemporanea vede la scomparsa graduale
delloggetto con il fine di mettere in
discussione larte stessa come istituzione. - Lapparenza dellopera e delloggetto estetico
in generale si presenta ai nostri occhi nei
termini di una forma o struttura indecidibile,
edificata spesso con unoperazione di bricolage
sui resti della tradizione passata . (F.
Carmagnola, M. Senaldi, Synopsis. Introduzione
alleducazione estetica, Guerini, Milano, 2005,
p. 57). - Questi concetti, con cui M. Senaldi e F.
Carmagnola definiscono il concetto di forma
ricavabile da tante opere darte contemporanea,
sono dunque strettamente collegati alla tematica
della morte di Dio e del nichilismo, il mondo
ultraterreno perde di significato, i valori
razionali moderni cercano di predominare sulla
vita e sul mondo e soddisfano il bisogno di
verità insito nelluomo.
16 CHE CI VUOLE, POTEVO FARLO ANCHIO!
- Cercherò di mostrarvi perché non tutti possiamo
essere artisti, anche se può sembrare facile fare
certi obrobri. -
- Vi invito a guardare allarte contemporanea
come a unespressione necessaria della realtà del
mondo che ci circonda e del tentativo di
comprenderla. - (F. Bonami, Lo sapevo fare anchio,
Mondadori, 2007, p. 5) - In una società che considera geniali dei
programmi televisivi i cui protagonisti hanno un
quoziente dintelligenza più basso di quello di
un bruco, possiamo adirarci se esiste qualcuno
capace di trasformare la banalità in arte?. - (Ivi, p. 15)
17R. Ryman Untitled, 1970
G. De Chirico, Enigma di un pomeriggio
Dautunno, 1909
P. Manzoni, Merda dartista, 1961
G. De Dominicis, Mozzerella in carrozza, 1970
18- GIORGIO DE CHIRICO molto più di un quadro
- La metafisica in realtà con la pittura ha ben
poco a che fare, laveva inventata il filosofo
Aristotele De Chirico prende a prestito il
termine solo per capire se un dipinto può anche
raccontare qualcosa dinvisibile, qualcosa che,
come unidea, sta solo dentro la mente. (F.
Bonami, Lo sapevo fare anchio, p. 142) - Poi comincerà ad invecchiare davvero
dichiarandosi antimoderno, senza rendersi conto
che stava anticipando il postmoderno, uno strano
termine diventato di moda verso la metà degli
anni 70 e che non si è mai ben capito cosa
volesse dire, se non la possibilità di mescolare
un po tutti gli stili creando delle cose un po
di cattivo gusto. - GINO DE DOMINICIS e PIERO MANZONI trovate o
capolavori? - espose mozzarelle in carrozza, che altro non
era se non quanto descritto dal titolo, una bella
bufala seduta dentro una carrozza. Il problema
di questa arte è che si basa sullidea, non sulla
tecnica. (Ivi, p. 14 16) - Piero Manzoni voleva dirci che essere artisti
significa trasformare tutta la propria vita in
arte, comprese le proprie scorie. - ROBERT RYMAN il nulla che precede ogni
creazione. - Dipinge le sue tele interamente di bianco.
. Linsegnante in questo caso dice
allallievo Non ho idee oltre la tela bianca, e
tu?. Lallievo quindi deve affrontare un problema
che non riguarda solo Ryman, ma tutti noi, vale a
dire il dramma del vuoto e del modo in cui può
essere colmato, nellarte ma anche nella nostra
vita quotidiana. - Su un quadro di Ryman la nostra fantasia può
proiettare tutto. - (Ivi, p. 16 p. 17)
- Potevo farlo anchio, ma non ci ho pensato!
19E ANCHE LA FOTOGRAFIA DIVENTA CONTEMPORANEA
Bernd and Hilla BecherCharleroi-Montignies,
B1971
Gabriele Basilico, Roma
U. Mulas, Eugenio Montale, 1962
D. Perrone, I pensatori di buchi, 2002
Luigi Ghirri
20LESTETIZZAZIONE DELLA VITA
- G. Vattimo, trattando della fine della modernità
e della morte dellarte in seguito al generale
processo di estetizzazione della vita quotidiana,
nota come già le avanguardie novecentesche
avessero provocato lesplosione dellarte fuori
dai limiti imposti dalla tradizione, mentre le
neoavanguardie negano i luoghi ufficialmente
deputati allarte lopera, insomma, mette in
discussione il proprio statuto. Questo perché con
laffermarsi della società tecnologica si assiste
allidentificazione dellestetica con i media,
che distribuiscono informazioni e che creano
anche il consenso, uniformando i gusti e il
sentire comuni - Larte, dunque, nella contemporaneità sembra
diventare lantidoto della forma, o come direbbe
Adorno si eguaglia al mondo mimando lapparenza
più squallida e banale, a causa
dellestetizzazione della Lebenswelt. Nellarte
contemporanea si assiste insomma
allindistinguibilità formale dellartefatto
rispetto alla merce o al consumo, poiché è lo
stesso soggetto che si compone piuttosto come un
bricolage di comportamenti, solo alcuni dei
quali, una minoranza, sono effettivamente
motivabili alla luce di scelte coscienti. (F.
Carmagnola, Il consumo delle immagini, Mondadori,
Milano, 2006, p. 152). - Se il concetto di lifestyle, per intendere la
progressiva estetizzazione della vita, riempie di
senso eccessivo lesistenza quotidiana, larte si
pone come un antidoto allavvelenamento da stile
attraverso lindifferenza o linapparente
inespressività. La nostra società è dominata
dallapparenza, dalla superficie dei prodotti
duso che non dipendono più dalla funzione che
svolgono anche in questo caso lestetico
predomina rispetto alleffettiva sostanza del
prodotto dal punto di vista tecnologico e
strutturale. La forma diventa lelemento che
cerca insomma di colpire il fruitore,
indipendentemente dal reale valore funzionale
delloggetto.
21DAL READY-MADE E ALLA POP ART
- Il postmoderno è caratterizzato dalla
decostruzione del gusto e la sfera estetica si
allarga sino a raggiungere il mondo delle merci.
Duchamp sposta lo sguardo dellartista su
determinati oggetti, non li produce, poiché il
ready- made stabilisce unequivalenza tra
scegliere e fabbricare, consumare e produrre.
(N. Bourriaud, Postproduction. Come larte
riprogramma il mondo, trad. it., Postmedia Books,
Milano, 2004, p. 17). - Ciò che il ready-made mette in evidenza non è
solo lassenza di originalità della produzione in
serie, ma anche il fatto che tale produzione
produce un eccesso di originalità, una serie
potenzialmente infinita di originali . (M.
Senaldi, Enjoy! Il godimento estetico, Meltemi,
Roma, 2006, p. 45). -
- Un caso emblematico in tal senso è rappresentato
dalla Pop art che è una reazione a una domanda
filosofica sulla natura dellarte perché
qualcosa è arte quando qualcosa di esattamente
uguale non lo è?. (A. Mecacci,
Impercettibilmente pop. La second-hand reality
estetica di Wharol, in F. Desideri , G. Matteucci
(a cura di), Estetiche della percezione,
University Press, Firenze, 2007, p. 199).
22- Possiamo prendere come oggetto di analisi larte
di Wharol. Chi non ha presente le opere che
ritraggono in serie il volto di Marylin, le
lattine di coca-cola o della minestra Campbell? - Larte di Wharol ha sempre a che fare con il
Merchandising perché è la nostra stessa vita che
si confronta con la superficie del mondo noi non
vediamo mai le zuppe, ma loggetto o la marca di
un cibo che non è più unelaborazione culturale
della natura da parte delluomo, ma qualcosa
prodotto dalle macchine. (Ivi, p. 200) -
- Laltro aspetto interessante è che lopera di
Wharol conduce anche alla tematica della
maschera, dellidentità dellindividuo, che è
esemplare negli stessi ritratti di Marylin, di
cui ne viene rappresentato in serie solo il volto
in quanto simbolo del suo essere diva o star,
resa tale dalla stessa cultura di massa di
qualsiasi media si tratti, lintervistato indossa
sempre la propria personalità pubblica e
mediatica, (A. Warhol, America, Donzelli
Editore, Roma, 2009, p. 20.) - I nostri modelli quindi possono essere
considerati delle persone a metà. I media
possono trasformare chiunque in una persona
dimezzata, e possono spingere chiunque a pensare
che dovrebbe provare a diventare una persona
dimezzata. (Ivi, p. 22).
23- Wharol insomma sembra farci riflettere sul fatto
che ogni esperienza, oggi, è mediata dalla forza
iconica dei nuovi mezzi di comunicazione, così
come lartista contemporaneo usa larte per
riflettere sulla condizione umana dettata dalla
contemporaneità. - Noi infanti simbolici riusciamo forse a
narrarci, attraverso larte contemporanea, come
non ci siamo mai narrati e ci stupiamo di
vederci ci stupiamo di smettere almeno per un
po di non vedere di non vedere. (U. Morelli,
La mente del fruitore darte. Lesperienza
estetica come avventura affettivo-cognitiva e i
paesaggi mentali del fruitore darte, in U.
Morelli (a cura di), Management dellarte e della
cultura, cit., p. 88) -
- F. De Bartolomeis, quando afferma che contro
ogni apparenza anche la pop resta fedele, ma con
un rovesciamento, al compito di sempre dellarte
rendere visibile linvisibile. E se linvisibile
fosse proprio ciò che continuamente abbiamo sotto
gli occhi o abitualmente adoperiamo? È
sostanzialmente invisibile in quanto dispone di
noi, sopprime in noi scelta e invenzione. (Cfr.
F. De Bartolomeis, Lesperienza dellarte, La
Nuova Italia, Scandicci, p. 289).
24M. Duchamp, Scolabottiglie, 1914M. Duchamp,
Duchamp come Rose Sélavy (foto di Man Ray,
1920) M. Duchamp, Fountain, 1917
A. Wharol, Marylin Monroe, 1962 A. Wharol,
Minestra in scatola Campbell, 1968
A. Wharol, foto di R. Mappelthorpe
25- DUCHAMP il maestro dellironia
- Marcel Duchamp, il padre di tutto ciò che vi
farà esclamare Ma sarà arte questa?. - Larte per Duchamp era il già fatto, quello che
egli stesso definiva ready made, una sorta di
arte precotta. - (F. Bonami, Lo sapevo fare anchio, pp.
27-28) - WHAROL un ciarlatano?
- Wharol è un ciarlatano, allora, quando con la
sua arte insiste nel farci credere che la
superficie delle cose e la superficialità delle
persone sono le uniche cose che veramente
contano? - Partendo dalla banalità, invece, Wharol riesce
alla fine a farci afferrare con più chiarezza di
cosa la nostra vita, oggi, sia veramente fatta e
quali rischi corriamo. - (Ivi, p. 43)
26- A. Danto, rifacendosi allopera Fountain di
Duchamp, si chiede Ma allora qual è il fulcro
concettuale di questopera ancora tanto
controversa? La mia idea è che risieda
nellinterrogativo che lopera pone - Duchamp non si limitò a porre la domanda che
cosè larte?, ma piuttosto chiese perché una
certa cosa è opera darte quando unaltra
esattamente uguale non lo è?. (A. Danto, La
destituzione filosofica dellarte, p. 54)
27- Poiché oggi loggetto artistico ha perduto la
sua forma, così come la cultura stessa è
diventata un aggregato di reperti disomogenei, è
opportuno riflettere sul concetto di educazione
estetica, che esce dai suoi confini alti, si
configura come una riflessione rispetto ad un
averci a che fare, un orientarsi dellessere
umano adulto rispetto alla complessità iconica e
narrativa del mondo delle merci e dei media, là
fuori, oltre il testo, oltre lopera e la sua
chiusura formale (F. Carmagnola, M. Senaldi,
Synopsis. Introduzione alleducazione estetica,
cit., p. 60.) -
- Dal periodo delle avanguardie storiche, a
partire da Duchamp, entra in crisi la nozione
kantiana di gusto, che può essere sostituita da
quella che precedentemente abbiamo definito
lifestyle, collegabile al concetto di
macdonaldizzazione coniato da G. Ritzer nel suo
saggio, del 1996, intitolato Il mondo alla
McDonalds, un termine del marketing
postindustriale, per il quale le merci sono
valori duso ma portatrici di mondi di senso, e
pertanto nulla rimane al potenziale emancipativo
del gusto in questa visione. - Persino limmaginario sembra alimentarsi
dalle merci, a partire dalla forma stessa
delloggetto e, poiché si parla di omologazione
del gusto, risulta particolarmente significativo
riflettere di nuovo sul concetto di senso comune
kantiano, e su che cosa esso possa significare
nella società odierna. Lo stile e il gusto
presentano due facce, una socializzata e unaltra
individualizzata, pertanto leducazione estetica
in questo senso può anche significare
uneducazione a riflettere sul proprio stile, a
quanto cioè di indotto e di autentico ci sia
nelle nostre scelte. - La figura del giudizio riflettente kantiano
assume qui tutta la sua importanza come una sorta
di comportamento cognitivo e di auto-orientamento
per determinare lapprendimento come un processo
di scoperta accentrato e reticolare. (F.
Carmagnola, M. Senaldi, Synopsis. Introduzione
alleducazione estetica, cit., p. 60).
28- Quanto detto sembra sufficiente per tentare un
discorso incentrato sugli aspetti pedagogici
dellarte contemporanea, che rifletta sul tipo di
rapporto che cè tra questultima e lodierna
società consumistica - caratteristiche quali la reiterabilità, la
riproducibilità, la seriabilità non possono,
infatti, non riversarsi sul comportamento e i
gusti del consumatore, bisognoso oggi più che mai
anche di uneducazione allapprezzamento
estetico. - Larte si assume compiti pedagogici si vuole
insegnare a vedere e perciò si presentano forme
che di solito si è portati a trascurare più
banale è il soggetto e più accurata, si presume,
è la funzione dellarte che attira lattenzione
su di esso. (F. De Bartolomeis, Larte
contemporanea e noi, p. 428).
29- I principi della ristorazione fast food vanno
imponendosi sempre più in un numero crescente nei
settori della società americana e del resto del
mondo (Ivi, p. 135), provocando laffermarsi di
aspetti quali la prevedibilità, lefficienza e il
calcolo che si riflettono anche nel mondo
delleducazione, quando ad esempio si prediligono
dei test a scelta multipla, lezioni e libri di
testo tutti uguali, e lo stesso diffondersi della
computerizzazione rischia di rendere
lapprendimento povero di esperienza,
contribuendo a formare delle menti tuttaltro che
creative. -
- Lattività creatrice dipende dalla precedente
esperienza dellindividuo, per questo,
esperienze in serie, tutte uguali a se stesse,
hanno in realtà poco del valore di esperienza.
(Ivi, p. 142). Quello a cui si sta assistendo,
secondo Regni, è una progressiva perdita di
esperienza, un fenomeno provocato dalla moda,
dallo scambio tra illusione e realtà, tra
desideri e bisogni il consumo è infatti uno dei
diversi surrogati, in cui il guadagno di
esperienza è esonerato dallesperienza stessa,
allontanato dallesperienza in quanto tale.
(Ivi, p. 183) -
- La tendenza al continuo cambiamento,
generata dallalternarsi delle mode, produrrebbe
un indebolimento di quelle caratteristiche della
personalità come il gusto, la critica, la
capacità di giudicare. Dunque laumento della
potenza tecnologica porta ad un mondo
disincantato, oggettivizzato, razionalizzato (R.
Regni, Geopedagogia, cit., p. 138) con il rischio
di produrre un deficit etico.
30- La felicità come godimento totale o interiore,
quella felicità indipendente da segni che
potrebbero manifestarla agli occhi degli altri e
ai nostri, quella felicità di prove è dunque
decisamente bandita dallideale del consumismo,
in cui la felicità è soprattutto esigenza di
uguaglianza (o ben inteso) di distinzione e deve
perciò sempre significarsi con riguardo a criteri
visibili. (J. Baudrillard, La società dei
consumi, p. 39, Il Mulino, Bologna, 1976). - Il colmo è raggiunto dallespressione
personalizzate voi stessi, il vostro appartenere
a voi stessi! Quel che dice tutta questa
retorica è che non cè più nessuna persona. La
persona in valore assoluto, con i suoi tratti
irriducibili, con le sue passioni, la sua
volontà, il suo carattere è assente, spezzata
via da questo universo funzionale. Ed è questa
persona assente che si intende personalizzare
(Ivi, p. 90). - Una delle categorie più importanti delloggetto
moderno, oltre al gadget, è il kitsch. Loggetto
kitsch è comunemente tutta quella massa di
oggetti senza gusto, in stucco, fasulli, di
accessori, di souvenir (Ivi, p. 120) - Mentre tutta larte sino alla Pop si fonda su
una visione del mondo in profondità, la Pop vuole
essere omogenea a questordine immanente di
segni omogenea alla loro produzione industriale
e seriale (ivi, p. 128)
31- Nella panoplia del consumo vi è un oggetto più
bello, più prezioso, più splendente di tutti
ancora più ricco di connotazione dellautomobile
che tuttavia li riassume tutti il corpo (ivi,
p. 152). - Il corpo così riappropriato lo è prima di tutto
in funzione di obiettivi capitalistici (Ibidem). - Con la Body art lopera si incarna nel corpo
dellartista stesso. Questultima corrente in
particolare, che vede tra i principali esponenti
artisti come G. Pane, V. Acconci, B. Nauman ecc.,
mette in scena lossessione nevrotica
estetizzante della società contemporanea o la
normalizzazione della patologia, che si nota ad
esempio nellattenzione eccessiva diretta verso
lidentità come apparenza e aspetto fisico. Pane,
ad esempio, infliggendosi ferite sul proprio
corpo vuole coinvolgere lo spettatore in
unautentica esperienza
Vito Acconci e Gina Pane
32LA TRISTE SCIENZA, OVVERO LA CRISI
DELLIMMAGINARIO
- Larte contemporanea mette in luce la crisi del
reale e dellimmaginario in quanto non ha
unalterità a cui rapportarsi lAltro dellarte,
come suggerisce Senaldi, è larte stessa come
istituzione. Il miscuglio che dunque si è venuto
a creare tra vita quotidiana e arte ha provocato
una totale immersione dello spettatore nella
non-arte. - Lesperienza estetica nellera contemporanea
(Cfr. M. Carboni, P. Montani, Lo stato dellarte.
Lesperienza estetica nellera della tecnica,
Laterza, Roma-Bari, 2005) è caratterizzata da
una labile separazione tra reale e immaginario,
che viene emblematicamente definito da Carmagnola
con lespressione di triste scienza
limmaginario con come sporgenza utopica, motivo
di speranza rispetto alleffettuale, ma come velo
o sintomo spettrale. (F. Carmagnola, La triste
scienza, Meltemi, Roma, 2002, p. 42.) -
-
- Dietro tutto il movimento convulsivo dellarte
contemporanea cè una specie di inerzia, qualcosa
che non riesce più a superare se stessa Larte
oggi non ci invita più alla dimensione estetica
dello sguardo, ma ad un assorbimento
vertigionoso, esattamente come il mondo che ci
circonda. (J. Baudrillard, La sparizione
delllarte, p. 45).
33J. Pollock, n. 5, 1948
R. Rauschenberg, Combines, 1960 ca.
R. Rauschenberg, Rebus, 1955
C. Oldenburg, Giant Hamburger, 1962
34- JACKSON POLLOCK la pittura è azione
- Capisce che non può più stare, come un gonzo,
davanti alla tela ma deve entrarci dentro, come
si entra nella vita e nel mondo. Nasce così
quella che sarà chiamata la pittura dazione,
dove lartista si getta sopra la sua creazione. - Pollock seguiva un percorso spirituale, un
istinto, una direzione precisi, sapendo benissimo
quando era giunto il momento dellultima goccia
da lasciar cadere sulla tela distesa sul
pavimento. La poderosa energia che ha
sprigionato sulla tela è come un vortice che lo
risucchia negli abissi - (F. Bonami, Lo sapevo fare anchio, p. 38
p. 39) - ROBERT RAUSCHENBERG guardatevi intorno!
- Esperimenti sullorigine del mondo che ci
circonda, fatto di cose, di aggeggi, ammennicoli
vari, che tolleriamo se li troviamo sul
cassettone di casa nostra ma che disprezziamo se
li vediamo esposti in un museo. - (Ivi, p. 67)
35LA DIDATTICA DELLARTE CONTEMPORANEA
- Merita rimarcare, inoltre, che approcci
costruttivisti nella didattica si pongono in
linea con il paradigma della complessità, si
configurano ovvero come quella metodologia capace
di prospettare applicazioni didattiche che
traducono nella pratica il pensiero complesso. - Per i metodi va fissato il valore del metodo
costruttivista che guarda allimpresa della
conoscenza fondata sul principio della ricerca, e
di una ricerca che tiene costantemente aperta la
rosa dei propri metodi, implicando una costante
meta-cognizione di se stessa. (F. Cambi, La
complessità come paradigma formativo, in M.
Callari Galli, F. Cambi, M. Ceruti, Formare alla
complessità, cit., p. 133.) - Quanto affermato basta per evidenziare il ruolo
attivo del soggetto nella formazione delle sue
conoscenze, in quanto il soggetto che conosce è
proteso non ad accumulare informazioni, ma a
coglierne lorganizzazione le parti vengono
coniugate con il tutto. (Ivi, p. 61) -
- Numerose e tra le più svariate sono state le
esperienze didattiche con larte contemporanea
che si sono svolte in Italia, tanto per ritornare
al contesto dei nostri studi nazionali.
Esemplificativa in tal senso lesperienza narrata
da C. Francucci presso la galleria darte Moderna
di Bologna, e che pone lenfasi proprio sulluso
dei materiali anomali, di cui si sono avvalsi gli
artisti soprattutto a partire dagli ultimi
quarantanni si pensi ai sacchi di A. Burri, ai
tagli di L. Fontana.
36A. Kapoor, Cloudgate, 2004, Millenium Park,
Chicago.
A. Kapoor, Untitled, 2007
A. Kapoor, Leviathan, 2011, Parigi, Grand Palais
L. Fontana, Concetto spaziale, 1961
37- ANISH KAPOOR langoscia si trasforma in
meraviglia - Il suo successo è dovuto al fatto che una sua
opera, in un sol colpo, si presenta come un
monumento, architettura, quadro monocromo e
attrazione da luna park - Si potrebbe dire che Kapoor parla, con la sua
arte, della superficialità dellanima e della
voragine del pensiero. -
- (F. Bonami, Lo sapevo fare anchio, pp. 54
55) - LUCIO FONTANA che ci vuole a fare un taglio?
- Avere il coraggio di distruggere il proprio
lavoro trasformandolo in qualcosa di migliore non
è cosa da poco! - Lidea di concetto spaziale rinvia chiaramente
al fatto che tagliando una superficie si crea uno
spazio, quello che attraversa da una parte
allaltra la tela. -
- (Ivi, p. 34 35)
38- Da questi esempi insomma risulta palese come la
nozione di quadro sia ormai ristretta e obsoleta,
e che lartista contemporaneo desideri più che
altro avere a che fare con il dato reale, allo
stesso modo anche le esperienze didattiche che si
ispirano allarte contemporanea accantonano
matite, colori e pennelli, o meglio, questi
strumenti sono applicati ad oggetti e materiali
reali, ad ambienti, a spazi veri e propri. - Ecco allora che lapproccio allarte
contemporanea sarà plurisensoriale dovremmo,
davanti a unopera, riaprire tutti i nostri
sensi, perché per poter entrare in contatto con
lei potremmo doverla ascoltare, toccare, odorare,
gustare o vedere -
- Queste esperienze plurisensoriali consentono, tra
le altre cose, di considerare da altri punti di
vista quegli oggetti e materiali di uso comune
che ormai fanno parte dei nostri contesti
quotidiani, tanto che Francucci può concludere
che se da queste esperienze didattiche con larte
contemporanea, svolte con bambini delle scuole di
ogni ordine e grado, dovesse consentire anche
solo ad alcuni di loro, di toccare, guardare e
ascoltare gli oggetti che quotidianamente li
circondano, dopo aver partecipato a questa
esperienza, riscoprendoli come nuovi, noi avremmo
vinto una grande scommessa. - (C. Francucci, Spazio, in M. Dallari, C.
Francucci (a cura di), Lesperienza
pedagogica dellarte, cit., p. 144. Cfr. anche,
M. Squillaciotti, Laborarte, Meltemi Roma, 2004
S. Gori, B. Guarducci, Il bambino e larte
contemporanea, Gli ori, Prato, 2005).
39D. HirstFor the love of God, 2007.
D. Hirst, The physical impossibility of death
in the mind of someone living, 1991
D. Hirst, parte dellinstallazione Thousands
years, 1989
Christo, Impacchettamento del Reichstag di
Berlino, 1971
Christo, Impacchettamento del monumento a
Vittorio Emanuele II a Milano, 1970
40- CHRISTO la città si trasforma in atelier!
- Nel 1969 hanno impacchettato con tela di
plastica e corde il Museo darte contemporanea di
Chicago, nel 1970 il Monumento a Vittorio
Emanuele in piazza Duomo e quello di Leonardo da
Vinci in piazza della Scala, come se avesse
deciso di portarsi via un pezzo della storia
dItalia e un pezzo della storia dellarte. - Ma il più simbolico di tutti gli
impacchettamenti rimane il Reichstag di Berlino
. - Per Christo e Jeanne-Claude la natura diventa la
tela dove ambientare il gesto dei loro astratti
interventi dove noi diventiamo per un attimo,
se ci va, i protagonisti. - (Ivi, p. 75 p. 77 p. 78)
- DAMIEN HIRST la tensione tra la vita e la morte
- Lo squalo e le teste marce di Hirst forse
appartengono a questo tipo di storia, quella che
ci guida in un territorio sconosciuto e poi ci
abbandona alla nostra curiosità, alle nostre
emozioni e ai nostri ricordi. - Hirst in ogni suo lavoro si assume il compito di
far emergere la vita dal marcio, mettendo a nudo
lassurdità della nostra esistenza, fatta delle
più banali idiozie e delle più terribili
tragedie. - (Ivi, p. 85)
41R. Mappelthorp,
R. Prince
M. Barney, 1996-2003
42- ROBERT MAPPELTHORPE lamore per il corpo
- Le visioni superfinite di Mappelthorpe, invece,
provano a farci scordare che solo pochi fortunati
muscoli non sono sostenuti da quello scheletro,
unisex, che il tempo fa venire inevitabilmente
alla luce. Negli anni Ottanta le anime e i
corpi venivano smerciati allingrosso. - (Ivi, p. 58 p. 59)
- RICHARD PRINCE la pubblicità diventa arte
- La serie di fotografie più belle e riuscite sono
quelle copiate dalla pubblicità delle Marlboro,
quelle con i cowboy Rifotografando quella
pubblicità ed esponendola ingrandita e
incorniciata in un museo e in una galleria
lartista la trasforma in arte. - La società contemporanea è diventata schiava di
una mitologia del consumo e ha perso i suoi miti
originari, quelli che lavevano spinta, oltre che
a consumare, anche e soprattutto a costruire. - (Ivi, p. 61 p. 62 p. 63)
- MATTHEW BARNEY il cinema come arte
- La sua saga di cinque film intitolata
Cremaster si riferisce al muscolo - cremastico che fa salire i testicoli di un
maschio. Lartista è quindi - interessato allincertezza dellidentità,
allambiguità del genere. - (Ivi, p. 80)
43IL RUOLO ATTIVO DELLO SPETTATORE
- Quello che ci interessa comunque dellarte
contemporanea è tende a sollecitare un certo
sforzo interpretativo da parte del fruitore ,
la collaborazione nel portare a termine,
nellesplicitare e fare emergere il senso di quel
pezzo semilavorato che viene prodotto da parte
dellautore. (F. Carmagnola, M. Senaldi,
Synopsis. Introduzione alleducazione estetica,
cit., p. 169). -
- Lopera darte contemporanea non può essere
fruita senza anche essere agita, si parla dunque
del carattere performativo delle arti che, come
vedremo, può essere sfruttato anche a livello
didattico. Quello che importa è che lessenza
dellopera, non essendo più necessariamente
legata ad artefatti materiali, si identifica con
il processo, può cioè essere costituita anche da
gesti, eventi, azioni. -
44G. Paolini, Senza Titolo, 1962
M. Merz, Igloo, 1962 ca.
J. Kounellis, Senza titolo, 1988
L. Fabro, Il giorno mi pesa sulla notte, 1995
45- MARIO MERZ , JANNIS KOUNELLIS, GINO PAOLINI
il movimento dellarte povera - Nel 1967 G. Celant lanciava il movimento
dellarte povera, nome che di per sé garantiva un
certo risparmio di mezzi e di spese. Alcuni
sostengono che il nome fosse un riferimento ai
materiali usati dagli artisti come il
carbone, la paglia, lacqua, un cesto di
insalata, la terra - Jannis Kounellis usava il cotone grezzo, Mario
Merz che usava il suo impermeabile e la sua
macchina Giulio Paolini che esponeva il retro
delle tele. - A volte rimanevano ermetici e intraducibili
tra i lavori che hanno attraversato loceano
troviamo gli Igloo di Mario Merz, che si vede
proprio che sono degli Igloo . -
- (Ivi, pp. 108-110)
46- Larte contemporanea ha un carattere
performativo a partire ad esempio dagli
happenings di J. Cage, che portarono alle estreme
conseguenze lamplificazione del caso e della
non-intenzionalità duchampiana, superando la
frattura arte-vita. Con la sonata 4 33 del 52
anche ludire il silenzio diventa unesperienza
estetica, e nel 77, lopera teatrale Empty words
è costituita interamente da un monologo di
non-sense, rappresentando, così, il puro vuoto. -
- In tal senso risultano particolarmente
significative le considerazioni di Dorfles che
giustificano in qualche modo lesigenza del vuoto
espressa dallarte contemporanea, connettendola
al bisogno delluomo di recuperare quello che
egli definisce lintervallo perduto. Perdere
lintervallo (e, soprattutto, la coscienza
dellintervallo) significa ottundere la nostra
sensibilità temporale e accostarsi a una
situazione di annichilimento della propria
cronoestesia della propria sensibilità per il
passare del tempo e per la discontinuità del suo
procedere. -
- Recuperare dunque la capacità di ritrovare
il tempo per soffermarsi e riflettere, non
sarebbe solo congeniale per liberarsi dalle
continue sollecitazioni sensoriali offerte dalla
nostra società, ma anche per riappropriarsi di
quelle funzioni che non hanno nulla a che vedere
con il mondo consumistico che, invece, incute
nelluomo lhorror vacui e di conseguenza un
annichilimento dellimmaginazione, come
dimostrano molte opere di arte concettuale o di
Land art. - (G. Dorfles, Lintervallo perduto, Einaudi,
Torino, 1980, p. 3).
47- Larte contemporanea, quindi, richiede un
approccio e un impegno particolare da parte del
fruitore, che deve distaccarsi dagli stereotipi
della visione che condizionano il suo sguardo.
Lo strumento che aiuta però lo spettatore, il
fruitore darte contemporanea, a penetrare questo
senso, a dargli una direzione trasformandolo in
significato, è la didattica dellarte. (A.
Centonze, Arte contemporanea la ricerca
identitaria, in Quaderno di comunicazione,
volume 7, 2007, p. 89). - Insomma, interessanti percorsi di riflessione dal
punto di vista educativo potrebbero delinearsi
nel considerare il ruolo dello spettatore
richiesto da unopera darte contemporanea in
tal senso leducazione allarte si dimostra
indispensabile per acquisire il bagaglio
necessario per intraprendere dei percorsi di
interpretazione. In questo modo il
contemporaneo è aiutato a trasformare la propria
sensibilità in cognizione e larte può diventare
uno strumento di conoscenza della
contemporaneità. (Ibidem)
48- Il ruolo della mediazione sta nel guidare,
nellaccompagnare lo spettatore con tutta una
serie di informazioni che lo aiutino ad
instaurare una giusta relazione con lopera. Tali
interventi possono consistere nel diffondere
informazioni sullartista e lopera, oppure
nellincontrare lartista al lavoro, o in ultimo
nel lavorare sulla scenografia, ovvero
sullatmosfera in cui il fruitore percepisce
lopera. (Cfr. M. L. Ceva, Lart contemporain
demande-t-il de nouvelles formes de mediation?,
in Culture e Musées, 2004, in
www.persee.fr/.../pumus_1766-292..., accesso web
10/09/2012). - Su questo aspetto cfr. anche M. Giosi,
Attraversare i mondi dellarte, cit., in cui a p.
132 si tratta esplicitamente dellintellettualizza
zione dellarte contemporanea, ovvero della
tendenza di questultima di fondersi sempre più
con il pensiero critico sullarte, con
quellistanza metariflessiva che accompagna
lartista nellatto stesso del processo creativo.
- E questo è anche il risultato di quella perdita
del carattere di immediatezza dellopera
darte, ossia il suo darsi a noi come
oggetto/evento connotato da unorganica fusione
di forma e contenuto, e il subentrare di quella
mediazione che appare essere esattamente il
segno del superamento dellarte ad opera della
filosofia e che trasforma ogni atto di creazione
artistica in una riflessione critica nei riguardi
del suo stesso processo di produzione in atto
(Ibidem). - La situazione appena descritta contribuirebbe a
rendere larte contemporanea particolarmente
adatta ad instaurare uno spazio dialogico tra
autore, opera e fruitore, chiamati a loro volta
a sviluppare habitus di riflessività critica e
non soltanto di empatia e distanziamento nei
confronti delloggetto-arte (Ivi, p. 134). Tale
spazio dialogico sarebbe particolarmente carico
di implicazione pedagogiche, rispecchiando il
dialogo con se stessi e con gli altri, tipico di
ogni percorso educativo. Inoltre, il
lettore/fruitore viene chiamato ad assumere un
ruolo interpretativo attivo e compartecipe, di
cui possiede una chiara consapevolezza.
49- Il contributo a cui faccio riferimento colloca la
mediazione artistica non tanto in un oggetto
artistico, ma in un processo prendendo un
termine da A. Bonito Oliva, si parla, nellambito
di uneducazione attraverso larte, di Aesthetic
operations, diverse a seconda dellopera o
dellartista preso in considerazione quindi ad
esempio in ambito educativo possiamo attuare
lOperazione Duchamp, Operazione Warhol ecc., in
cui si sfrutta per lappunto il metodo, o meglio
il processo messo in pratica da un artista per
formare una mentalità estetica, quanto mai
necessaria per combattere la mentalità economica
e consumistica. Così si individua il metodo di un
artista e, usandolo, si può anche ottenere come
risultato quello di dirigersi in una direzione
totalmente opposta. (Cfr. P. Maset, Aesthetic
operations, in S. Sonvilla Weiss, (e) pedagogy,
Visual Knowledge Building, Peter Lang, 2005,
pp.59-66) -
- Il concetto di mediazione quando si parla di
arte contemporanea ed educazione risulta avere un
ruolo centrale perché il più delle volte certe
creazioni hanno un senso che si determina proprio
in rapporto ad un contesto e a delle situazioni
comunicative ben precise. Si può infatti
determinare un senso esplicito che è, possiamo
dire, quello letterale e mostrato dallopera, poi
vi sono i significati impliciti che necessitano
di alcune conoscenze supplementari, e in ultimo
lopera richiede unazione condotta con degli
interlocutori e non delle verità affermate
unilateralmente. - Le opere darte contemporanea si augurano di
agire sul mondo servendosi dellazione dello
spettatore lazione dellartista quindi si
trasforma in interazione, gli artisti cioè
chiamano gli spettatori a collaborare nella
costruzione del senso dellopera per
completarne il significato, che dunque si
costruisce in rapporto ad un mondo esterno sul
quale essa getta una sorta di sguardo critico in
grado di coinvolgere. La conseguenza per così
dire rischiosa di tale operazione è che se i
fruitori non comprendono ciò che vuole dire
lartista, lopera non è riuscita, ed è per
questo che un lavoro di mediazione tra larte
contemporanea e gli spettatori può diventare
necessario.
50- Larte contemporanea è infatti una forma darte
la cui intersoggettività forma il substrato e che
assume come tema centrale lessere-insieme,
lincontro tra osservatore e quadro,
lelaborazione collettiva del senso. (N.
Bourriaud, Estetica relazionale, Postmedia Books,
Milano, 2010, p. 11). Nellarte contemporanea è
proprio la relazione sociale che costituisce la
forma , non il materiale fisico eventualmente
impiegato. (Ivi, p. 9) - Bourriaud sostiene che unesposizione darte
contemporanea sarebbe capace di produrre quella
che lui stesso definisce la civiltà della
prossimità, delle zone di comunicazione che
favoriscono spazi e tempi diversi da quelli della
vita quotidiana. Questi concetti si comprendono
appieno se si intende la forma come un incontro
durevole che offre nuove possibilità di vita,
allo stesso modo larte attuale dimostra che non
vi è forma se non nellincontro Lindividuo
quando crede di guardarsi oggettivamente, in fin
dei conti non contempla nullaltro che il
risultato di perpetue transazioni con la
soggettività altrui. (Ivi, p. 21). - Il produrre una forma, così, si carica di
una forte intenzionalità etica, perché in tale
ottica può anche significare creare incontri
possibili, in quanto è la rappresentazione di un
desiderio che, a sua volta, attraverso lo sguardo
dello spettatore può portare a nuovi ed ulteriori
sviluppi. - Il co-creare relazioni, infatti, si configura
come uno dei principali punti di riferimento
della postmodernità. Lunica realtà a cui
possiamo appellarci non è il nostro dentro, ma il
nostro entrare in contatto con laltro, con il
diverso, è il farsi della relazione lunico punto
di riferimento possibile nella nostra società
post-moderna. (R.G. Romano, Ciclo di vita e
dinamiche educative nella società postmoderna,
Franco Angeli, Milano, 2005, p. 213.)
51M. Cattelan La nona ora, 1999
M. Cattelan, Him, 2001
J. Beyus, I like America and America likes me,
1974
A. Pomodoro, Sfera Grande, 1998
M. Cattelan, La rivoluzione siamo noi, 2000
52- MAURIZIO CATTELAN tra rivoluzione estetica e
sovversione sociale - Ha ripiegato su animali impigliati e scheletri.
Dopo gli animali ha preso in giro se
stesso. Eccolo appeso a un attaccapanni con il
vestito di feltro del famoso artista Joseph
Beuys. - il povero Woytila, colpito da un meteorite su un
lungo tappeto rosso. Ha catturato Hitler
riducendolo a un povero bambino inerme che prega
con gli occhi gonfi e languidi. - Larte di Cattelan funziona perché davanti ad un
suo personaggio non ci colpisce la forma, ma la
psicologia, la sua anima, i suoi pensieri, i suoi
dubbi. (Ivi, p. 103 p. 104) - JOSEPH BEUYS limpegno nel sociale
- parlava di energia e spiritualità, piantava
alberi, dormiva con i coyote raccontava di
essere stato vittima di un incidente aereo in
Crimea, poi salvato dai tartari locali che lo
avevano coperto di grasso e avvolto nel feltro,
due materiali che avranno un ruolo fondamentale
nelle sue opere. (Ivi, p. 70). - ARNALDO POMODORO lo sfogo urbanistico
- se per sfogo urbanistico si intende una
specie di acne artistica che si manifesta in un
grande numero di piazze e viali dItalia
Forse Pomodoro piace perché ci ricorda sempre
qualcosa, che siano le antiche civiltà o i
caduti, di qualsiasi tipo (Ivi, p. 133)
53L. Freud, Riflesso con due bambini, 1965
R. Guttuso, Crocefissione, 1944
R. Botero, Ballerina In movimento, 1988
Mimmo Paladino, Medusa, 1984
54- LUCIAN FREUD non a tutti piace fare la
rivoluzione - Le pennellate, con le quali costruisce la creta
umana dei suoi soggetti, sono come i minuti che
si accumulano su di noi giorno dopo giorno in
ogni suo quadro Lucien Freud ci ricorda che
sinvecchia . (Ivi, pp. 45-46) - MIMMO PALADINO, ENZO CUCCHI, SANDRO CHIA la
transavanguardia - Mentre il linguaggio creativo dellarte povera
non ha mia cessato di influenzare gli artisti di
mezzo mondo, la Transavanguardia è stata una
brutta influenza di stagione incapace di
scrollarsi di dosso il peso della storia
dellarte passata. (Ivi, p.114). - RENATO GUTTUSO il pittore ufficiale della corte
del Pci - La Crocefissione del 1941 mandò su tutte le
furie il vaticano perché raffigurava Maria
Maddalena e la Madonna nude, intente a pulire il
corpo di Cristo sulla croce. - Il suo genuino bisogno di descrivere, più che
di rappresentare i dintorni della realtà - (Ivi, p. 137-138)
- BOTERO ci fa gonfiare, gonfiare, ma non ci fa
scoppiare! - Le sue figure, non grasse ma gonfie, danno pace
e tranquillità, ispirano simpatia come un tempo
lomino Michelin Di Botero invece ricordiamo
tutto quello che si vede, nulla, se mai ci fosse,
di ciò che rappresenta - (Ivi, p. 127-128)
55Alcuni artisti di Fluxus
Daniel Spoerri
B. Vautier,
W. Vostell
56- DANIEL SPOERRI i ristoranti e le cene con gli
amici si trasformano nel suo atelier! - Negli anni sessanta poteva succedere di vedere
appese alle pareti di una galleria darte tavole
apparecchiate con avanzi di cibo appiccicati
sopra. - Spoerri faceva parte del famoso gruppo di
Fluxus, ai cui esponenti piaceva improvvisare le
proprie opere lasciando che tutto fluisse, da
qui il nome fluxus. - LEAST VILLAGE
- Gli anni Ottanta si avviano alla fine e gli
artisti invece che in movimenti e gruppi
preferiscono radunarsi dentro un nuovo quartiere
LEast Village - Così nel giugno del 1981 aprì la Fun Gallery,
dove iniziarono ad esporre graffitari doc come
Kenny Scharf, Keith Haring e Samo, destinato a
diventare una celebrità con il nome di Basquiat.
57Kate Haring
M. Basquiait
Takashi Murakami
G. Richter, Eule, 1992
G. Richter, Confrontation, 2, 1988
58- KATE HARING un dolce tristissimo fumetto
- Nessuna parola, nessuna frase, solo tanti
geroglifici che anche gli analfabeti potevano
contemplare senza il timore di ritrovarsi poi a
saper leggere. - i graffiti realizzati sui vagoni della
metropolitana newyorkese. Immediatamente sente il
destino di immergersi negli intestini della
città e inventa il suo linguaggio di figurine,
cagnetti e dischi volanti. (Ivi, pp. 91-92) - MURAKAMI il super-flat
- la popolarità dei graffiti di Haring, dopo
quasi ventanni, sembrano trovare la loro
reincarnazione nel lavoro di Murakami.
Super-flat di cosa stiamo parlando? Un
orologio? Un cellulare? Superflat è una
società dove arte popolare e arte colta si
mischiano e si confondono, anzi non vengono quasi
mai divise. - I personaggi sono esseri ambigui, a metà tra
bestie mitologiche e animali domestici, eroi
della fanstascienza. fluttuano in questo
universo irreale, a metà tra programma televisivo
per bambini e fantascienza. Il pubblico di
Murakami è costituito da ragazzi che divorano
fumetti e comunicano solo con sms . (Ivi, pp.
97-98) - GERARD RICHTER luniverso delle immagini
- Ha capito che tutto quello che ci circonda
sarebbe diventato parte di una realtà parallela,
il mondo delle immagini e delle fotografie. - Richter realizza i quadri astratti con molteplici
tonalità di colore, mentre quelli figurativi
hanno toni grigi. - vi accorgerete della sua grandezza e di quanto
sia difficile oggi, rimbambiti da jpg e mms e dei
telefonini, fare un quadro, bello o brutto che
sia, che dica verità sulla vita. - (Ivi, p. 49, p. 52)
59LARTE CONTEMPORANEA E I NUOVI MEDIA
- Cè inoltre da considerare la medialità come
legittimo campo di esercizio della creatività e
della fruizione estetica la medialità
costituisce infatti lultima dilatazione del
territorio estetico. (Ivi, p. 143) - I media interattivi, e con essi lidea di
spazio virtuale o di cyberspazio, hanno infatti
contribuito ad abbattere la distanza della
contemplazione, propria dellesperienza estetica
tradizionalmente intesa, per favorire una forma
di immersione colpevole di provocare due
atteggiamenti contrapposti da una parte la
perdita di orientamento, dallaltra lo sviluppo
di un senso di onnipotenza, favorito dalla
sensazione di vivere in un tempo continuo, di
infinita prossimità. I confini tra vivente e
non vivente tendono a sfumare, con la
conseguenza che è ancora più difficile per il
soggetto pronunciare giudizi, anche per la
confusione tra sentire e capire. - Le nuove tecnologie hanno dunque lanciato una
nuova indagine sulla funzione delle immagini, si
veda ad esempio la Net art che sfrutta Internet
come materiale artistico. La teoria dellArt
education postmoderna si basa sullutilizzo di
software digitali che rendono più semplice luso
delle immagini, che spesso sono reinventate a
partire da altre.
60- La conseguenza è che lo spettatore non cerca più
il dialogo con le immagini offerte dai diversi
media, ma si abbandona ad esse, e tale fenomeno
sembra che sia stato messo in evidenza proprio
dalla video-arte, ovvero - luso artistico del video, le cui immagini
spesso evocano quegli effetti di deriva e di
dissoluzione, di fluidità che richiamano
loperazione di sfaldamento di senso e di
struttura messo in atto dalla neo-televisione. - (A. Piromallo Gambardella, Al di là dello sguardo
di medusa ovvero al di là del reale, in A.
Piromallo Gambardella (a cura di), Luoghi
dellapparenza. Mass media e formazione del
sapere, cit., p. 64).
61- Con Dallari, possiamo individuare uno stretto
rapporto tra il sapere narrativo e le nuove
tecnologie, quando per esempio afferma che il
sapere narrativo contemporaneo è senzaltro
rappresentato dal mondo della multimedialità e in
particolare della comunicazione massmediologica,
e definisce gli artisti, proprio per la capacità
che hanno di mediare tra lo spazio reale e
limmaginario, i tecnici della comunicazione di
massa. - Il pedagogista si concentra sullimportanza che
ha per il bambino assumere un occhio criti