Title: Tracce e schemi di memoria
1Tracce e schemi di memoria
- a cura di
- Eleonora Bilotta
2Tracce di memoria e schemi di memoria
- La nozione di traccia di memoria è stata
considerata con maggior favore dalle prime teorie
della memoria che dalle teorie successive. - Le tracce di memoria sono simili a repliche delle
esperienze precedenti. Paul (1967) ha notato che
lidea di traccia di memoria è coerente con
lipotesi che concepisce la memoria come un
dispositivo di registrazione. - Un tale dispositivo non è solo in grado di creare
delle copie degli eventi, ma anche di conservare
questa copia per un periodo di tempo
indefinitamente lungo.
3Tracce di memoria e schemi di memoria
- In principio gli eventi registrati possono essere
rivisti un numero illimitato di volte, e
possiedono le stesse caratteristiche ogni volta
che vengono rivisti. Con il tempo, però, la
qualità della registrazione può in qualche modo
deteriorarsi, anche se questo non impedisce, in
linea di principio, il recupero di una grande
quantità di informazioni a proposito dellevento
originale. - Questo sarebbe un buon modello della memoria se
la rievocazione delle nostre esperienze
precedenti fosse accurata.
4Tracce di memoria e schemi di memoria
- Se le tracce di memoria, esistessero veramente,
allora esse sarebbero depositate in memoria come
copie ben definite delle esperienze precedenti. - Da questo punto di vista ricordare significa fare
nuovamente esperienza delle esperienze del
passato. - Questa ipotesi è stata chiamata da Neisser (1967)
lipotesi della riapparizione (reappearance
hypothesis) essa implica che lo stesso ricordo
possa scomparire e riapparire molte volte. In
contrapposizione con questa concezione, la
nozione di schema non fa riferimento a copie di
eventi mentali conclusi, ma piuttosto a
frammenti usati a sostegno di una nuove
costruzione.
5Flash di memoria
- Brown e Kulik hanno chiamato flash di memoria i
ricordi che risultano essere vividi e dettagliati
e hanno proposto un modello per spiegarne la
formazione. La loro teoria è chiamata Now Print
Theory e costituisce un adattamento del lavoro di
Livingston (1967). - In primo luogo, è necessario giudicare il valore
di sorpresa di un evento. Se si tratta di un
evento consueto è possibile che ad esso non venga
rivolta attenzione alcuna. Daltra parte, invece,
se si tratta di un evento straordinario allora
viene considerato con molta attenzione. - È anche possibile che un evento sia talmente
traumatico da non venire elaborato affatto, il
che ha come conseguenza una totale amnesia. - In secondo luogo, è necessario valutare quanto un
evento sia importante. Se un evento viene
considerato sorprendente o importante allora il
terzo stadio è quello della formazione di un
flash di memoria.
6Flash di memoria
- I flash di memoria hanno un carattere più o meno
vivido o completo a seconda di quanto
sorprendenti e importanti sono stati giudicati
gli eventi a cui si riferiscono. - Gli individui tendono a pensare ai flash di
memoria più spesso che ai ricordi e tendono a
creare per loro un resoconto verbale, ciò
determina il quarto stadio ossia quello della
reiterazione. - A loro volta, le reiterazioni producono il quinto
stadio, quello dei resoconti dei flash di memoria
che vengono raccontati ad altre persone.
7Flash di memoria
- Now Print Theory si concentra sul terzo stadio,
quello della produzione dei flash di memoria. È
come se gli individui fossero in grado di creare
una copia di certe esperienze nello stesso modo
in cui una pagina può essere riprodotta per mezzo
di una fotocopia. - Forse ciò avviene quando gli individui si trovano
di fronte ad un evento che risulta
sufficientemente sorprendente ed emotivamente
significativo, per cui esiste un meccanismo che
ci consente di depositare in memoria una
testimonianza permanente e durevole di
unesperienza. - In questo senso, dunque, i flash di memoria
potrebbero costituire la prova dellesistenza di
tracce di memoria altamente specifiche a
proposito di eventi particolari.
8Flash di memoria
- Secondo Brown e Kulik un meccanismo come quello
ipotizzato dalla Now Print Theory potrebbe
rappresentare una forma di memoria molto
primitiva, la quale poteva essere stata utile
quando le testimonianze degli eventi non potevano
essere conservate per mezzo di ausili artificiali
della memoria. Nei tempi preistorici forse poteva
risultare utile conservare in memoria il
corrispettivo di una testimonianza fotografica di
eventi sorprendenti e significativi. In seguito,
lutilità di questa forma di memoria è diminuita
a causa dellevolversi di altre forme di
documentazione. A sua volta, levoluzione della
memoria ha fatto in modo che la memoria
diventasse sempre meno concreta e specifica e
sempre più astratta e generale. In questo modo,
la trasformazione della memoria può essere
concepita come unevoluzione che conduce dalle
tracce di memoria agli schemi di memoria.
9Esiste un meccanismo per i flash di memoria?
- Secondo la teoria di McCloskey et al., i flash di
memoria non sono necessariamente più accurati dei
ricordi normali e non vi è alcun bisogno di
postulare uno speciale meccanismo per spiegarli. - I flash di memoria, piuttosto sono il prodotto
dei fattori che influenzano i ricordi normali. - A sostegno di questa ipotesi McCloskey et al.
hanno citato Neisser il quale ha sottolineato la
somiglianza che intercorre tra ricordare qualcosa
e raccontare una storia. - Da ciò ne deriva che la memoria spesso ha una
struttura narrativa.
10Esiste un meccanismo per i flash di memoria?
- Bohannon ha chiamato lapproccio di Neisser
Reconstructive-Script e lha contrastato con la
teoria Now Print, la quale sostiene che è
limpatto emotivo di un evento a determinare in
larga misura quanto il ricordo sia vivido e
accurato. - Secondo la teoria Reconstructive-Script, invece,
i resoconti più completi sono quelli accompagnati
da forti emozioni e, allo stesso tempo, reiterati
di frequente. Né lemozione né la reiterazione da
sole consentono la formazione di resoconti
completi e durevoli. - Allo stato presente non possiamo dire di
comprendere completamente i flash di memoria e,
senza dubbio, in futuro altre ricerche verranno
effettuate su questo argomento.
11Teoria di Bartlett
- La rilevanza che la nozione di schema ha assunto
allinterno della psicologia della memoria si
deve, in larga misura, al lavoro di Bartlett
(1932, trad. it.). Nei suoi famosi esperimenti ha
fatto uso di una tecnica chiamata modello delle
riproduzioni in serie. - Al soggetto A viene dato qualcosa da ricordare A
riproduce per iscritto tutti i particolari che
possono essere rievocati la versione fornita da
A a sua volta viene fatta leggere ad un soggetto
B che cerca di rievocarla. La versione fornita da
B viene presentata a C, e così via. - In questo modo ogni soggetto deve cercare di
rievocare la versione del materiale originale
fornita dal soggetto precedente.
12Teoria di Bartlett
- I risultati degli esperimenti condotti da
Bartlett segnalano due aspetti principali - rievocazioni successive riproducevano in maniera
sistematica la stessa struttura schematica, via
via depurata da particolari stilistici,
morfologici e sintattici - venivano alterati contenuti che non
corrispondevano con lo schema del soggetto. - Bartlett credeva che le trasformazioni osservate
usando il metodo delle riproduzioni in serie
rappresentassero le trasformazioni cui vengono
sottoposti i singoli ricordi nel corso del tempo.
13Teoria di Bartlett
- Sulla base dei suoi esperimenti Bartlett ha
concluso che - Il ricordo non è una rieccitazione di tracce
isolate, fisse e senza vita, ma una costruzione
immaginativa costruita dalla relazione del nostro
atteggiamento verso unintera massa attiva di
reazioni passate organizzate e verso qualche
dettaglio di rilievo che emerge sul resto,
apparendo in forma di immagine sensoriale o in
forma verbale. - Questa massa attiva di reazioni passate e
organizzate è ciò che Bartlett intendeva con la
nozione di schema. Come tale, uno schema
costituisce una struttura organizzata che guida
il nostro comportamento, un modello che può
essere modificato per adattarsi a circostanze
diverse.
14Ricerche basate sulla teoria degli schemi mnestici
- Alba e Hasher (1983) hanno notato che il concetto
di schema è stato spesso usato nello studio della
memoria. - Altri ricercatori, però, hanno usato il concetto
di schema definendolo in termini piuttosto
generali. - Alba e Hasher (1983) hanno suggerito che le
teorie basate sugli schemi descrivono la memoria
nel seguente modo - a) selezione (lo schema seleziona le informazioni
che sono coerenti con i nostri interessi
correnti) - b) astrazione (linformazione viene trasformata
in una forma più astratta, viene estratto il suo
senso generale) - c) interpretazione (linformazione viene
interpretata facendo riferimento alle altre
informazioni contenute in memoria) - d) integrazione (linformazione viene integrata
in modo tale da renderla coerente con lo schema).
15Processo di selezione
- Il processo di selezione avviene
- quando le informazioni vengono ricevute
(Bransford e Johnson (1972), dimostrano che i
soggetti riescono a comprendere e a rievocare un
brano incomprensibile solo dopo aver visto una
illustrazione che attiva lo schema appropriato
per capire il materiale) - quando le informazioni vengono rievocate
(Anderson e Pichert (1978), dimostrano che i
soggetti rievocano il materiale letto in maniera
differente a seconda del punto di vista che hanno
in mente). - Presi insieme gli studi di Bransford e Johnson e
di Anderson e Pichert indicano che il processo di
comprensione richiede lattivazione di uno
schema. Questultima però non determina le
informazioni che un individuo è in grado di
rievocare. Infatti, assumendo un nuovo punto di
vista, possiamo rievocare più informazioni di
quanto potremmo pensare sia possibile.
16Astrazione,interpretazione e integrazione
- Uno studio di Jacqueline Sachs (1967) viene
spesso citato a sostegno dellipotesi che gli
individui ricordino il significato delle frasi
che sentono, ma dimenticando le parole che sono
state effettivamente pronunciate (Cofer 1973). - Gli individui interpretano linformazione che
hanno a disposizione facendo delle inferenze, per
poi ricordare queste inferenze come parte del
materiale originario (Alba e Hasher, 1983). - Il processo di integrazione costituisce
lelemento centrale delle teorie basate sulla
nozione di schema. Il significato che è astratto
da un evento viene combinato con le conoscenze
già a disposizione, in modo da formare un insieme
coerente (Alba e Hasher, 1983).
17Testimonianza
- Loftus e Palmer (1974) hanno condotto un famoso
studio sulla testimonianza oculare. Ai soggetti
veniva mostrato il filmato di un incidente
automobilistico. Ad alcuni veniva chiesto A che
velocità andavano quando le auto si sono
urtate?. Ad altri veniva chiesto A che velocità
andavano le auto quando si sono scontrate?. - Le stime della velocità erano superiori nel
secondo caso rispetto al primo, inoltre i
soggetti ritenevano di ricordare, dopo una
settimana, di aver visto vetri rotti nel secondo
caso rispetto al primo caso. - I soggetti integrano, quindi, due tipi diversi di
informazione - linformazione raccolta nel corso della
percezione dellevento originario - linformazione acquisita successivamente.
- In varie pubblicazioni successive, Elisabeth
Loftus ha sostenuto che informazioni fuorvianti
acquisite successivamente allevento vengono
spesso integrate con le informazioni originarie.
Se questo fosse corretto, significa che il
ricordo originario viene distrutto e sostituito
da un ricordo nuovo prodotto dalla fusione di
informazioni vecchie e informazioni nuove.
18Valutazione delle teorie basate sulla nozione di
schema
- Le ricerche che sono state condotte hanno messo
in evidenza il fatto che gli schemi possono
funzionare in modi diversi. Le ricerche empiriche
hanno messo pure in evidenza il fatto che le
tracce di memoria possono essere più importanti
di quanto ritenuto da Bartlett. - Con le parole di Alba e Hasher (1983), potremmo
concludere dicendo che le informazioni
immagazzinate a proposito di qualunque evento
sono di gran lunga più dettagliate di quanto le
teorie degli schemi prototipici sembrano
implicare. Le teorie contemporanee non possono
ignorare la ricchezza delle tracce di memoria
(ibidem, 225).
19Modello delle tacce di memoria di Hintzman
- Hintzman (1986) ha proposto un modello che
suggerisce che le tracce di memoria siano le
unità primarie della memoria. - Il modello delle tracce di memoria multiple
proposto da Hintzman è basato sullassunzione che
la traccia di ciascuna esperienza individuale
venga registrata in memoria. Se un evento si
ripete più volte, una nuova traccia viene
registrata ogni qualvolta leventi si ripete. - Le tracce di memoria sono dotate di proprietà
corrispondenti a quelle dellesperienza. Queste
proprietà inducono il tono emotivo
dellesperienza, le qualità sensoriali e altre
proprietà più astratte.
20Memoria primaria e memoria secondaria
- Hintzman distingue tra memoria primaria e memoria
secondaria - la memoria primaria si riferisce a tutto ciò di
cui gli individui hanno esperienza in un dato
momento - la memoria secondaria si riferisce alle tracce di
memoria che sono state create dalle esperienze
avute dagli individui. Inoltre, essa può essere
attivata per mezzo di un probe (item di prova) a
partire dalla memoria primaria. - Le tracce di memoria vengono attivate nella
misura in cui esse sono simili al probe. - Si ritiene, inoltre, che le tracce di memoria
attivate restituiscano uneco alla memoria
primaria. Leco è costituita dai contributi di
tutte le tracce di memoria che sono state
attivate.
21Memoria primaria e memoria secondaria
- Una conseguenza interessante dellapproccio di
Hintzman è rappresentata dal fatto che, una volta
che uneco è stata esperita nella memoria
primaria, essa possa lasciare una traccia di sé
nella memoria secondaria. - In questo modo, anche esperienze relativamente
astratte possono esser rievocate direttamente. Se
ciò fosse vero, allora la rievocazione di
materiale astratto potrebbe dipendere dalle
tracce di memoria e non vi sarebbe alcun bisogno
di postulare lesistenza di uno schema.
22Frame
- La nozione di frame sta ad indicare un insieme di
principi di base che influenzano e controllano
il modo con cui gli individui vengono coinvolti
in una situazione e ne hanno esperienza(Reber
1985). - La nozione di frame, dunque, ha molte somiglianze
con quella di schema. Solitamente, però, alla
nozione di frame è attribuita una struttura più
precisa di quella che caratterizza la nozione di
schema. - La nozione di frame non viene intesa come un
amalgama slegato e in qualche modo accidentale di
elementi che possiedono una stretta relazione
temporale. Piuttosto, la nozione di frame è
costituita da un insieme di componenti
essenziali, le quali possiedono un arrangiamento
definito e stabili relazioni reciproche. Questi
elementi non vengono scelti in maniera arbitraria
ma rappresentano piuttosto gli elementi
costitutivi di un sistema (Gonos 1977).
23Frame
- In Frame Analysis Goffman definisce frames i
principi di organizzazione che regolano gli
eventi e il nostro coinvolgimento soggettivo al
loro interno. In questaccezione i frames e la
loro analisi diventano il fulcro del metodo di
indagine di Goffman, volto a individuare i vari
livelli di significato presenti nella realtà
sociale. - Benché nel corso degli anni settanta e ottanta il
concetto di frame sia al centro di importanti e
autonomi sviluppi anche nei campi
dellintelligenza artificiale (Minski, 1974) e
della pedagogia (Gardner, 1983), è soprattutto
grazie allopera di Goffman, che la nozione di
frame conosce un successo crescente, non più solo
in campo psicoterapeutico, ma anche negli ambiti
della microsociologia, dellanalisi della
conversazione, dellantropologia sociale e dei
cultural studies. - Secondo Minsky, invece, il frame è
sostanzialmente una "cornice" di attributi legati
al concetto che il nostro cervello manipola, con
tutto quello che dobbiamo aspettarci da questo.
E una cornice, abbastanza "flessibile che ci
permette di confrontare le nostre idee con
realizzazioni sempre nuove e mai identiche a se
stesse.
24Script
- Lo script è una struttura che descrive una
sequenza appropriata di eventi in un contesto
particolare, oppure una sequenza predeterminata e
stereotipica di azioni che definisce una
situazione ben conosciuta (Shank e Abelson, 1975,
1977). - Gli script sono rappresentasti in memoria in
maniera gerarchica a partire da quelli più
concreti a quelli più astratti - ricordi più concreti che riguardano esperienze
specifiche e hanno breve durata - memoria di eventi generalizzati
- memoria situazionale, la quale contiene
informazioni che riguardano i contesti generali
in cui si realizzano eventi specifici - memoria intenzionale la quale è ancora più
generale in quanto si riferisce alle regole per
il conseguimento degli scopi.
25Livelli di elaborazione
- Craik e Lockhart (1972) hanno proposto che
- uno stimolo può essere elaborato a tre diversi
livelli di profondità - percettivo una parola viene codificata come una
sequenza di lettere scritte con un certo
carattere tipografico - fonologico una parola viene codificata in
termini di proprietà acustiche - semantico una parola viene codificato sulla base
degli attributi del suo significato. - Secondo Craik e Lockhart, lattività cognitiva
costituisce un sistema volto alla percezione e
alla comprensione degli eventi. Tanto più
profonda è lelaborazione tanto maggiore è la
comprensione. La comprensione richiede
lelaborazione di un evento a livello più
profondo.
26Reiterazione di mantenimento e reiterazione
integrativa
- La reiterazione di mantenimento ha a che fare con
la ripetizione del medesimo procedimento, e viene
usata, per esempio, ogni qualvolta un individuo
continua a ripetere un numero di telefono per
cercare di ricordarlo. - La reiterazione integrativa, invece, sottopone un
evento ad una elaborazione più profonda. - R.L. Greene (1987) ha notato che sono state
proposte diverse definizioni per questi due tipi
di reiterazione. Greene ha suggerito che il
termine reiterazione di mantenimento sia usato
per fare riferimento alla ripetizione continua e
al mantenimento dellinformazione con un
dispendio minimo di risorse cognitive, mentre il
termine reiterazione integrativa sia usato per
tutte le altre forme di reiterazione.
27Reiterazione di mantenimento e reiterazione
integrativa
- La reiterazione di mantenimento può essere
esemplificata dal processo eseguito da un
individuo che cerca di ricordare un lista di
parole ripetendo semplicemente i diversi item
senza estrarne il significato. - La reiterazione integrativa, invece, può essere
esemplificata dal processo eseguito da un
individuo che cerca di ricordare una lista di
parole formando una frase con queste parole. - Naturalmente, ci sono vari processi che si
situano sul continuum tra reiterazione di
mantenimento e reiterazione integrativa. La
differenza importante risiede nel fatto che la
codifica di un item è molto più ricca se viene
usata la reiterazione integrativa piuttosto che
quella di mantenimento.
28Valutazione della teoria dei livelli di
elaborazione
- Larticolo di Craik e Lockhart (1972) ha
esercitato una notevole influenza nei confronti
della ricerca sulla memoria. Questi ricercatori
hanno osservato che lapproccio da loro proposto
è stato soggetto a numerose critiche. A tali
critiche hanno replicato che la loro teoria ha
stimolato un gran numero di ricerche le quali non
sarebbero state altrimenti eseguite. Queste
ricerche hanno portato, per esempio, allo
sviluppo dei concetti di complessità di
rielaborazione (elaboration) e distintività
(distinctiness). - La complessità della rielaborazione si riferisce
alla quantità di elaborazione ulteriore
effettuata dallindividuo che produce (materiali)
addizionali, associati o ridondanti (Reder
1980). - La distintività si riferisce invece alla
precisione con la quale un elemento è codificato.
- Craik e Lockhart hanno osservato che i concetti
di complessità della rielaborazione e di
distintività costituiscono delle alternative meno
vaghe della nozione di profondità di
elaborazione.
29Memoria di lavoro
- Lockhart e Craik (1990) hanno messo in relazione
la loro teoria con il concetto di memoria di
lavoro (working memory). - La memoria di lavoro è il sistema di memoria a
cui è affidato il compito di manipolare
contemporaneamente linformazione (Baddeley
1989). - Unimportante componente della memoria di lavoro
è rappresentata da un sistema esecutivo centrale,
il quale, coordina linformazione che viene
rappresentata allinterno di servosistemi come il
taccuino visuo-spaziale e il loop articolatorio.
Il taccuino visuo-spaziale è il sistema dove
linformazione viene rappresentata per mezzo di
immagini mentali, mentre il loop articolatorio è
il sistema che descrive linformazione per mezzo
del linguaggio. - Lockhart e Craik hanno sostenuto che la nozione
di memoria di lavoro sia simile in molto aspetti
alla teoria dei livelli di elaborazione, inoltre
hanno concluso che la teoria da loro proposta ha
esercitato una notevole influenza e ha stimolato
una grande quantità di ricerche. Queste ricerche,
a loro volta, hanno portato ad una maggiore
comprensione delle modalità di funzionamento
della memoria.