Title: RETI MOBILI E MULTIMEDIALI
1RETI MOBILI E MULTIMEDIALI
Università degli Studi di Roma La Sapienza
Dipartimento INFOCOM
- Aldo Roveri
- Lezioni dell a.a. 2009-2010
1
2Appendici
- A. Tecniche di trasmissione wireless
- B. Accesso wireless e mobilità
- C. Modelli di propagazione
-
3A. Tecniche di trasmissione wireless
Aldo Roveri, RETI MOBILI E MULTIMEDIALI Univ.
di Roma La Sapienza - a.a. 2009-2010
4Contenuti
- A.1 Segnali SS
- A.2 Trattamento DS-SS
- A.3 Trattamento FH-SS
- A.4 Immunità allinterferenza di un sistema SS
- A.5 Trasmissione multi-portante e lOFDM
- A.6 Trattamenti OFDM in banda-base
- A.7 Guida allimplementazione OFDM
- A.8 Opportunità offerte dallOFDM
5Appendice A
6Sistema a spettro espanso
- Indichiamo con
- m(t) il segnale-dati agente come modulante
- c(t) il segnale di espansione
- s(t) il segnale risultante dalla modulazione e
trasmes- so sarà qui chiamato segnale SS
(Spread-Spectrum). - In un sistema a spettro espanso sono verificate
due condizioni - la banda del segnale s(t) deve essere molto
maggiore di quella del segnale m(t), - lincremento di banda del segnale s(t) è prodotto
dal segnale c(t) indipendente da m(t) e noto al
ricevitore in modo da consentire a questo la
rivelazione di m(t).
7Segnale SS (1/3)
- Come per qualunque modulazione, il segnale SS,
che è di tipo passa banda, è esprimibile con - in cui
- Re indica la parte reale di
- è linviluppo complesso di s(t)
- f0 è la frequenza della portante.
8Segnale SS (2/3)
- Linviluppo complesso dipende da m(t) e da
c(t) una dipendenza usuale è data da -
- dove e sono i consueti inviluppi
complessi ottenuti da modulazioni aventi m(t) e
c(t) come modulanti. - Gli elementi di segnale (impulsi) che compongono
c(t) sono chiamati chip per distinguerli dai bit
che compon-gono m(t).
9Segnale SS (3/3)
- Se
- Tb è lintervallo di bit in m(t)
- Tc è lintervallo di chip in c(t),
- affinchè il segnale di espansione svolga il suo
ruolo, occorre che la sua larghezza di banda sia
molto maggiore di quella del segnale - dati. - Deve cioè essere
- Rc gtgt Rb
(3) - in cui Rc 1/Tc e Rb 1/Tb sono i ritmi degli
elementi di segnale in c(t) e in m(t),
rispettiva-mente.
10Tipi di segnali SS (1/3)
- Supponiamo che m(t) sia bipolare con valori 1 e
che si utilizzi una BPSK come sua modulazione ne
segue che - Con questa ipotesi, i segnali SS sono
classificati in base al tipo di modulazione
utilizzata per . - Si distinguono segnali SS
- a Sequenza Diretta (Direct Sequence - DS)
- a Salto di Frequenza (Frequency Hopping - FH).
11Tipi di segnali SS (2/3)
- Segnale DS-SS (Direct Sequence-Spread Spectrum)
- è un segnale c(t) binario NRZ
bipolare, ottenuto da una sequenza di espansione
c(n),(n 0,1,,) linviluppo complesso del
segnale DS-SS è allora espresso da
12Tipi di segnali SS (3/3)
- Segnale FH-SS (Frequency Hopping-Spread Spectrum)
- è di tipo FSK con 2k frequenze
determinate da gruppi di k bit in corrispondenza
con una sequenza di espansione c(n), (n
0,1,).
13Appendice A
14Trattamento DS-SS
- Vantaggi
- riduce leffetto del fading selettivo in
frequenza - nelle reti cellulari
- le SRB possono usare la stessa banda di frequenze
- varie SRB possono rivelare e ricostruire il
segnale - è possibile un soft handover
- Svantaggi
- è necessario un preciso controllo di potenza.
15Trattamento DS-SS in trasmissione (1/3)
- Si effettua, come in Fig. A.1, un XOR del
segnale-dati (dati di utente) con il segnale di
espansione in questa operazione molti chip per
bit (ad es. 128) danno luogo a una più larga
banda del segnale risultante (segnale SS). - Il segnale SS viene inviato ad un modulatore che
lo trasforma in un segnale a radio frequenza. - La formazione del segnale SS a partire dai dati
di utente e con lutilizzazione del segnale di
espansione è mostrata in Fig. A.2
16Trattamento DS-SS in trasmissione (2/3)
17Trattamento DS-SS in trasmissione (3/3)
18Trattamento DS-SS in ricezione (1/3)
- Dal segnale a radio frequenza si passa con una
demodulazione ad un segnale filtrato passa-basso. - Questultimo è lingresso ad un correlatore che
opera sul segnale di espansione. - Luscita del correlatore è inviata ad un
dispositivo di decisione, che restituisce i dati
di utente. - Questa catena di trattamenti del segnale ricevuto
sul canale a radio-frequenza è illustrata in Fig.
A.3. - la formazione del segnale dati a partire dal
segnale a valle del demodulatore è mostrata in
Fig. A.4.
19Trattamento DS-SS in ricezione (2/3)
20Trattamento DS-SS in ricezione (3/3)
21Correlatore (1/2)
- Il cuore del ricevitore DS-SS è quindi un
correla-tore che opera un filtraggio passa-basso
sul risultato delloperazione di compressione
(de-spreading) e che equivale a un filtro
adattato al segnale di espansione. - È infatti noto che, in presenza di particolari
condizioni di disturbo (rumore additivo bianco),
questo filtro adattato può essere realizzato
nella forma di un correlatore che opera sul
segnale espanso s(t) uscente dalla sezione RF e
sullo stesso segnale di espansione c(t)
utilizzato in trasmissione.
22Correlatore (2/2)
- Se il canale tra trasmettitore e ricevitore può
essere modellato con un filtro ideale e con un
rumore additivo bianco, la ricezione ottima di un
segnale DS-SS si attua integrando nel tempo il
prodotto s(t)c(t) dei segnali s(t) e c(t), con il
vincolo che questultimo sia sincronizzato con il
primo lintervallo di integrazione per la
rivelazione dell n-esimo bit del segnale di
utente è quello nTb(n1)Tb, avendo indicato con
Tb lintervallo di bit. - Questo integratore e il dispositivo che effettua
la moltiplicazione s(t)c(t) costituiscono il
correlatore di un ricevitore per segnale DS-SS.
23Operatività del correlatore (1/7)
- Per fornire una illustrazione intuitiva
delloperatività del correlatore come componente
di base in un ricevitore DS-SS, facciamo
riferimento ai casi illustrati nelle Figg. A.5,
A.6 e A.7, che riguardano - un trasferimento di una sequenza di dati di
utente nella quale si ha alternanza regolare di 1
e - 1 e assenza di rumore additivo - segnale di espansione c(t) con intervallo di chip
Tc, che è uguale a 1/8 dellintervallo di bit Tb.
24Operatività del correlatore (2/7)
- Ciascuna delle tre figure riporta nellordine,
dallalto verso il basso, la forma donda del - segnale espanso s(t) allingresso del
correlatore - segnale di espansione c(t) allingresso del
correlatore - segnale alluscita delloperazione di prodotto
s(t)c(t). - Infine lultima forma donda nelle figure
riguarda il risultato dellintegrazione - mentre il segno rappresenta il valore
sottoposto al rivelatore di soglia.
25Operatività del correlatore (3/7)
Fig. A.5
26Operatività del correlatore (4/7)
Fig. A.6
27Operatività del correlatore (5/7)
28Operatività del correlatore (6/7)
- Entrando nello specifico
- nella Fig. A.5, la correlazione è effettuata sul
segnale espanso s(t) e sul suo pertinente segnale
di espan-sione c(t) supposto in condizioni di
sincronismo - nella Fig.A.6, la correlazione è effettuata sullo
stesso se-gnale espanso considerato nella Fig.
A.5 e su un segnale di espansione che è
ortogonale a quello utilizzato nella Fig. A.5 e
che quindi non è pertinente a s(t) - nella Fig.A.7, la correlazione è effettuata su un
segnale espanso che, rispetto a quello
considerato nella Fig.A.5, è ritardato di Tb/8 e
su un segnale di espansione che è lo stesso
considerato in Fig.A.5 e che quindi è pertinente
a questultimo.
29Operatività del correlatore (7/7)
- Come si vede dalla Fig.A.5, se si correlano un
segnale espanso e il suo pertinente segnale di
espansione, tra loro in condizioni di
sincronismo, il decisore è in grado di rivelare
correttamente la sequenza di dati trasferita. - Se invece, come appare in Fig.A.6, la
correlazione è effettuata su un segnale espanso e
su un segnale di espansione che è ortogonale a
quello pertinente, non è consentito al decisore
di rivelare valori corretti. - Infine se, come in Fig.A.7, si correlano un
segnale espanso e il suo pertinente segnale di
espansione senza condizio-ni di sincronismo, il
risultato è ancora una decisione er-rata.
30Appendice
31Trattamento FH-SS (1/5)
- Variazioni discrete della frequenza portante.
- la sequenza di cambiamenti di frequenza
de-terminata attraverso una sequenza PN - Due versioni (cfr. Fig.A.8)
- salto veloce varie frequenze per bit di utente
- salto lento vari bit di utente per frequenza.
32Trattamento FH-SS (2/5)
Fig. A.8
33Trattamento FH-SS (3/5)
- Vantaggi.
- fading selettivo in frequenza e interfe-renza
limitati a breve periodo - implementazione semplice
- usa solo una piccola porzione dello spettro ad
ogni istante. - Svantaggi
- non robusto come il DS SS
- più semplice da intercettare
34Trattamento FH-SS (4/5)
Fig A.9
35Trattamento FH-SS (5/5)
Fig.A.10
36Appendice A
- A.4 Immunità allinterferenza di un sistema SS
37Immunità allinterferenzadi un segnale DS-SS
(1/3)
- Supponiamo che il segnale DS-SS s(t) sia
disturbato da un segnale n(t) intenzionalmente
interferente. - Allingresso del ricevitore si ha allora
- r(t) s(t) n(t) Ac m(t) c(t) cos ?0t nJ
(t) - nJ (t) AJ cos ?0t
- Al ricevitore si effettua una compressione
spettrale (Despreading) pilotata da un generatore
di codice PN sincrono con il segnale ricevuto.
38Immunità allinterferenzadi un segnale DS-SS
(2/3)
- Luscita del compressore è
- v1 (t) Ac m(t) cos ?0t AJ c (t) cos ?0t
- dato che
- c2 (t) ( 1)2 1
- Il segnale BPSK DS-SS è tornato ad essere un
segnale BPSK e quindi la banda passante è passata
dal valore 2Rc allingresso del ricevitore al
valore 2 Rb con un fattore di compressione - Rc /Rb.
39Immunità allinterferenzadi un segnale DS-SS
(3/3)
- A valle delloperazione di demodulazione e
allingresso del filtro passa-basso, risulta - v2 (t) Ac m(t) AJ c (t).
- Alluscita del filtro passa-basso la potenza
della componente di disturbo è -
- mentre quella allingresso del filtro è uguale a
40DSP (approssimata)di un segnale BPSK-DS-SS (1/2)
- Nella figura A.11 viene mostrato lo spettro di
densità di potenza (DSP) in forma approssimata
come convoluzione dei DSP - Pm (f) del segnale-dati m(t) con ritmo binario Rb
- Pc (f) del segnale di espansione c(t) con ritmo
di chip Rc.
41DSP (approssimata)di un segnale BPSK-DS-SS (2/2)
Fig.A.11
42Effetto dellespansione sullinterferenza (1/3)
- La Figura A.12 mostra leffetto dellespansione
su interferenze a banda stretta e larga. - Le Figg. i) e ii) riguardano loperatività del
trasmettitore e mostrano i DSP (in forma
appros-simata) del segnale di utente a monte e a
valle dellespansione.
43Effetto dellespansione sullinterferenza (2/3)
- Invece le Figg. iii), iv) e v) si riferiscono al
ricevitore in particolare - la Fig. iii) mostra la sovrapposizione,a monte
della compressione dei DSP del segnale SS
ricevuto e di interferenze a larga banda e a
banda stretta - le Figg. iv) e v) considerano leffetto della
compressione e della successiva operazione di
filtraggio passa-basso.
44Effetto dellespansione sullinterferenza (3/3)
Fig. A.12
45Appendice A
- A.5 Trasmissione multi-portante e lOFDM
46Trasmissione multi-portante e lOFDM (1/4)
- In una trasmissione multi-portante un singolo
flusso di dati (segnale di ingresso) è trasmesso
su un certo numero di sotto-portanti a banda
stretta tra loro adiacenti, in modo che la banda
complessiva così occupata non sia sostanzialmente
modificata rispetto a quella richiesta per
trasferire lo stesso segnale di ingresso su una
singola portante. - Il vantaggio di questa tecnica risiede nel fatto
che il segnale trasferito su ogni sotto-portante,
se la banda da questa resa disponibile è
sufficientemente stretta, può subire una
distorsione lineare talmente ridotta da non
richiedere operazioni di equalizzazione.
47Trasmissione multi-portante e lOFDM (2/4)
- L OFDM (Orthogonal Frequency Division
Multiplexing) è una particolare tecnica di
trasmissione multi-portante nella quale,con
unaccorta scelta della distanza tra
sotto-portanti adiacenti, si riesce a - minimizzare tale distanza a parità
dellintervallo tra i simboli del flusso di dati
attribuito a ogni sotto-portante - evitare, al tempo stesso, linterferenza tra le
sotto-portanti in cui viene suddivisa la banda
disponibile.
48Trasmissione multi-portante e lOFDM (3/4)
- Lattuale successo di questa tecnica, che si
manifesta nella sua adozione in sistemi di
comunicazione wireless a larga banda, operanti in
presenza di fenomeni di fading a breve termine di
elevata entità, risiede - nella sua possibilità di realizzazione
relativa-mente agevole impiegando un noto
algoritmo della tecnica di elaborazione numerica
dei segnali - nella sua possibilità di fronteggiare con
successo la dispersione dei ritardi (delay
spread) prodotta da cammini multipli.
49Trasmissione multi-portante e lOFDM (4/4)
- Circa la capacità trasmissiva che un sistema OFDM
è in grado di assicurare, occorre conside-rare
che, in ogni intervallo di simbolo del segnale di
ingresso, si trasmette in parallelo un elevato
numero di bit, dato dal numero di bit che
ciascu-na sotto-portante trasferisce in un
simbolo (pos-sono essere due con una modulazione
4PSK fino a 6 con la modulazione 64QAM)
moltiplicato per il numero di sotto-portanti
utilizzate. - Si possono così raggiungere capacità trasmis-sive
di valore anche molto elevato.
50Appendice A
- A.6 Trattamenti OFDM in banda-base
51Trattamento OFDM in trasmissione (1/10)
- Per chiarire le linee guida del trattamento in
trasmissione, utilizziamo la Fig. A.13, ove è
rappre-sentato lo schema di principio di un
trasmettitore per la parte riguardante
lelaborazione del se-gnale di ingresso in banda
base e, quindi, per la formazione del segnale
OFDM. - Precisiamo però subito che trattasi di uno schema
puramente funzionale, che, come sarà chiarito
successivamente, non corrisponde a una
rappresentazione delle modalità realizzative di
un trasmettitore OFDM.
52Trattamento OFDM in trasmissione (2/10)
53Trattamento OFDM in trasmissione (3/10)
- Il segnale di ingresso m(t) nella Fig.A.13 è
descritto da una sequenza di simboli (sequenza di
ingresso) in generale complessi, risultanti (ad
esempio) da una codifica di canale su un flusso
informativo binario e da una modulazione
multi-livello del tipo QPSK o QAM. - Indichiamo con
- Td lintervallo di simbolo tra gli elementi della
sequenza di ingresso - N il numero di sotto-portanti del sistema.
54Trattamento OFDM in trasmissione (4/10)
- In Fig. A.13, un convertitore serie-parallelo
prov-vede a suddividere la sequenza di ingresso
in blocchi (blocchi OFDM), ciascuno dei quali - è formato da N simboli
- è emesso a intervallo regolare uguale a T.
- I simboli componenti ogni blocco vengono
paral-lelizzati sulle N uscite del convertitore.
55Trattamento OFDM in trasmissione (5/10)
- Indichiamo con
- bk il blocco OFDM emesso al passo temporale kT,
(k 0,1,) - bk(n) il simbolo n-esimo (n 0,1,, N-1) del
blocco bk. - Conseguentemente bk(n) è la sotto-sequenza
n-esima, i cui elementi bk(n), al variare
dellindice k, hanno un inter-vallo T che è
uguale a N volte lintervallo Td della sequen-za
di ingresso - T NTd . (6)
- A valle del convertitore serie-parallelo cè un
banco di N modulatori, ln-esimo dei quali opera
sulla sequenza bk(n) ed è pilotato da una
sotto-portante di frequenza fn.
56Trattamento OFDM in trasmissione (6/10)
- Supponiamo che
- tutti i modulatori utilizzino un unico impulso
wT(t) di durata finita non superiore a T - le frequenze sotto-portanti siano scelte con
spaziatura ?f uniforme nellintorno della
frequenza f 0 e nellintervallo - cioè
57Trattamento OFDM in trasmissione (7/10)
- Per effetto di queste posizioni, linviluppo
complesso delluscita delln-esimo modulatore in
corrispondenza del blocco bk è dato dalla
relazione - che, per lipotesi sulla durata massima di
wT(t), ha validità limitata allintervallo - Dato che le uscite degli N modulatori vengono
aggregate per formare il segnale OFDM,
linviluppo complesso di questo segnale associato
al blocco bk è esprimibile con
58Trattamento OFDM in trasmissione (8/10)
- Il generico blocco OFDM di indice k è quindi
rappresentato in modo completo da un segnale (in
forma di inviluppo complesso) che occupa un
intervallo di tempo Ik avente durata limitata T
poiché i simboli bk(n) si susseguono, al variare
dellindice k, senza soluzione di continuità,
lunione di tutti gli intervalli Ik copre
lintero asse dei tempi.
59Trattamento OFDM in trasmissione (9/10)
- Nel seguito, per semplicità notazionale, viene
considerata la trasmissione del solo blocco OFDM
di indice k 0 si potrà quindi omettere nella
(9) lindice del blocco la (9) diventa allora - ove I indica lintervallo I0 definito dalla (8)
e ove - è una famiglia di N segnali in forma di
inviluppo com-plesso, che sono caratterizzanti
per il trattamento OFDM in trasmissione
60Trattamento OFDM in trasmissione (10/10)
- I segnali definiti dalla (11)
- sono di durata limitata T nella cosiddetta
finestra in trasmissione - a meno del termine wT(t) e in base alla (7), sono
periodici di periodo uguale a 1/?f. - Queste due proprietà si riflettono ovviamente
anche sul segnale s(t) espresso dalla (10).
61Trattamento OFDM in ricezione (1/11)
- In ricezione, come mostrato in Fig. A.14, il
segnale ricevuto a valle della sezione RF, viene
sottoposto a un banco di N correlatori, che
calcolano la correlazione mutua dellinviluppo
complesso del segnale ricevuto con una famiglia
di N segnali, in forma di inviluppo complesso,
definita da -
- in cui wR(t) è un impulso comune a tutti i
segnali della famiglia e supposto di durata
limitata T1 inferiore a T - T1 lt T .
(13)
62Trattamento OFDM in ricezione (2/11)
- La famiglia di segnali definita dalla (12) svolge
un ruolo analogo a quello della famiglia (11), ma
con riferimento al trattamento in ricezione
circa le loro proprietà, i segnali forniti dalla
(12) - sono di durata limitata T1 nella cosiddetta
finestra in ricezione - a meno del termine wR(t), sono periodici di
periodo 1/?f.
63Trattamento OFDM in ricezione (3/11)
64Trattamento OFDM in ricezione (4/11)
- Naturalmente per loperatività di questo
ricevito-re, occorre assicurare che tra il
generatore dei segnali gR(t,n) e lintegratore
che compone cia-scun correlatore sia assicurato
un sincronismo di blocco, per identificare
linizio e la fine dellintervallo I.
65Trattamento OFDM in ricezione (5/11)
- La scelta di segnali del tipo definito dalla (12)
come ingresso di una mutua correlazione con il
segnale ricevuto nellintervallo I consente di
estrarre da questultimo gli elementi del blocco
b per questo scopo è però necessario assumere la
spaziatura ?f delle frequenze sotto-portanti data
da -
- ove T1 è la già definita larghezza della
finestra in ricezione.
66Trattamento OFDM in ricezione (6/11)
- Infatti, supponiamo che
- valga la (14)
- i due impulsi wT(t) e wR(t) siano scelti di forma
rettangolare, con ampiezze uguali a 1 e 1/T1
rispettivamente e con le durate precedentemente
precisate cioè, come mostrato in Fig.A.15, sia - in cui
- TG T - T1
-
- è la durata del cosiddetto intervallo di
guardia, avente lo scopo chiarito nel seguito.
67Trattamento OFDM in ricezione (7/11)
68Trattamento OFDM in ricezione (8/11)
-
- Con queste ipotesi le famiglie gT(t,r) e gR(t,s),
definite dalle (11) e (12) rispettivamente, se in
accordo con la (14) risulta ?f 1/T1, sono
ortonormali su un intervallo Iort definito da - e chiamato nel seguito intervallo di
ortonormalità .
69Trattamento OFDM in ricezione (9/11)
- Infatti, se si indica con loperazione di
coniugazione su un numero complesso e se si tiene
conto delle (11), (12), (14), (15) e (16) risulta
70Trattamento OFDM in ricezione (10/11)
- La ortonormalità delle famiglie (11) e (12)
assicura che il simbolo b(r), (r 0,1,,N-1)
affidato alla sotto-portante di indice r è
semplicemente dato dalla correlazione mutua tra
s(t) e gR(t,r) sullintervallo Iort per
convincersene basta osservare che dalle (10),
(12) e (17) si ottiene
71Trattamento OFDM in ricezione (11/11)
- Quanto ora detto può essere così sintetizzato
scegliendo la spaziatura delle portanti in modo
da rispettare la (14) è possibile, almeno in
condizioni di trasferimento ideale (abbiamo
implicitamente sup-posto che il segnale emesso
sia anche quello rice-vuto), rivelare i simboli
relativi alle varie sotto-por-tanti senza che
nascano problemi di interferenza inter-canale.
72Appendice A
- A.7 Guida allimplementazione OFDM
73Il problema dellimplementazione (1/2)
- La realizzazione del trasmettitore e del
ricevito-re, basata sulla (10) e sulla (18)
rispettivamente, può risultare ardua se il numero
di sotto-portanti è elevato, come normalmente
accade infatti, in questa condizione, il numero
dei modulatori richiesti in trasmissione e dei
correlatori neces-sari in ricezione è troppo
elevato ai fini di una implementazione
praticabile.
74Il problema dellimplementazione (2/2)
- La realizzazione può essere affrontata più
agevolmente tenendo conto che - la generazione dei campioni del segnale OFDM
effettuata in trasmissione - la correlazione, effettuata in ricezione, dei
campioni del segnale ricevuto con i toni di
riferimento definiti dalla (12) - possono essere efficientemente realizzate
utiliz-zando il noto algoritmo FFT (Fast Fourier
Tran-sform).
75Trasmettitore OFDM (1/8)
- Circa il campionamento della (10), si osserva
che, come appare dalle (7) e (14), la larghezza
di banda bilatera del segnale (10) è
approssimativamente uguale a N?f N/T1, se si
trascurano i contributi dei primi e degli ultimi
simboli del blocco OFDM. - Possiamo quindi scegliere un intervallo di
campiona-mento uguale a
76Trasmettitore OFDM (2/8)
- Allora, se
- nella (10) si sostituisce la (7) e si pone t
m?t - si tiene conto delle (11), (14) e (19),
- si ottengono i campioni del segnale s(t), che
sono dati da -
- in cui lindice m esplora, a passo ?tT1/N, la
durata T dellimpulso wT(t) e quindi è compreso
nellintervallo -
- avendo indicato con
- NG TGN/T1 il numero di campioni
nellintervallo di guardia - N T1N/T1 il numero di campioni in Iort .
77Trasmettitore OFDM (3/8)
- Conseguentemente, dato che, in base alla (15)
wT(mT1/N) è diverso da 0 e uguale a 1, solo
nellinterval-lo (21), la (20) può essere così
riscritta - in cui
- La (23) fa corrispondere alla sequenza b(n) di
N numeri complessi una nuova sequenza B(m)
anchessa di numeri complessi e ottenibile da
b(n) con una DFT inversa (IDFT).
78Trasmettitore OFDM (4/8)
- Daltra parte, in base alla (22), gli elementi
della sequenza B(m) forniscono, a meno del
segno, i campioni temporali del segnale OFDM se,
come si verifica, si desiderano i soli campioni
di tale segnale nellintervallo di ortonormalità,
è sufficiente restringere lindice m
nellintervallo - 0 m N - 1 .
- Se quindi B(m) è una sequenza rappresentativa
dei campioni temporali di s(t) assunti con
intervallo ?t T1/N, la sequenza b(n) è
descrittiva dei campioni spettrali dello stesso
segnale assunti con intervallo ?f 1/T1.
79Trasmettitore OFDM (5/8)
- Inoltre (come è immediato verificare) la sequenza
B(m) è periodica di periodo N, come del resto
lo è la sequenza b(n) - pertanto gli NG elementi di B(m)
nellintervallo dato da - -NG m -1
- sono ordinatamente uguali a quelli in egual
numero nellintervallo - N -NG m N -1
- i primi sono gli elementi corrispondenti
allintervallo di guardia, mentre i secondi
appartengono alla parte conclusiva
dellintervallo di ortonormalità e costitui-scono
il cosiddetto prefisso ciclico.
80Trasmettitore OFDM (6/8)
- Conseguentemente, determinati i campioni del
segnale OFDM nellintervallo di ortonormalità e
quindi, in partico-lare, quelli nel prefisso
ciclico, i campioni nellintervallo di guardia
sono posti uguali a quelli del prefisso ciclico. - Si conclude che i campioni di s(t) nellintera
finestra in trasmissione sono ricavabili
effettuando una IDFT della sequenza b(n) - per gli N campioni appartenenti allintervallo di
ortonormalità, la determinazione è diretta, a
meno della variazione di segno imposta dalla
(22) - per gli NG campioni nellintervallo di guardia si
procede con la replica dei campioni nel prefisso
ciclico (cfr. Fig. A.15).
81Trasmettitore OFDM (7/8)
- Ottenuti in tal modo i campioni dellinviluppo
complesso s(t) su tutta la durata T di questo
segnale, il convertitore parallelo-serie dello
sche-ma di Fig. A.16, riorganizza tali campioni
in un flusso seriale e li invia alla sezione RF
del trasmettitore.
82Il trasmettitore OFDM (8/8)
83Il ricevitore OFDM (1/4)
- Per una linea guida dellimplementazione del
ricevitore si parte dalla (18) operando la
correla-zione mutua sui campioni di s(t) e dei
segnali di riferimento gR(t) nellintervallo di
ortonormalità. - Lintervallo di campionamento ?t è posto uguale a
T1/N come nella (19) e la spaziatura ?f, in
accordo con la (11), è fissata uguale a 1/T1.
84Il ricevitore OFDM (2/4)
- La (18), se
- si approssima lincremento infinitesimo dt con
quello finito ?t - si tiene conto della seconda delle (15),
- può essere così riscritta
- La (24) può essere interpretata come la (23)
lelemento n-esimo della sequenza b(i), (i
0,1,,N -1) è ottenibile come DFT della sequenza
B(m), (m 0,1,,N -1) - questa, a sua volta e come già visto, è
costituita, a meno del se-gno, dai campioni del
segnale OFDM nellintervallo di ortonor-malità.
85Il ricevitore OFDM (3/4)
- Conseguentemente lo schema del trattamento in
banda base in un ricevitore OFDM è quello
rappresentato in Fig. A.17, ove si opera
sulluscita della sezione RF con una conversione
serie-parallelo, che consente di parallelizzare
gli elementi della sequenza B(m) e ove le
uscite delloperatore DFT forniscono gli elementi
della sequenza b(n). - Da questi ultimi in forma parallela si passa alla
versione seriale con una conversione
parallelo-serie.
86Il ricevitore OFDM (4/4)
87Intervallo di guardia
- Linserimento, in testa a ciascun simbolo, di un
intervallo di guardia consente al simbolo
precedente, nel caso in cui esso arrivi anche
ritardato da cammini multipli, di invadere
linter-vallo di simbolo attuale, senza però
interferire sulla ricostruzione
dellinformazione, almeno fin-chè i ritardi dei
cammini multipli sono minori del-lintervallo di
guardia. - Lintervallo di guardia è quindi scelto in modo
che le componenti multi-path di un simbolo non
interferiscano con il simbolo successivo.
88Prefisso ciclico
- La presenza del prefisso ciclico nellimpulso
associato ad ogni simbolo trasmesso rende più
agevole la sincronizzazione del segnale OFDM al
ricevitore, in particolare se le sotto-portanti
arri-vano al ricevitore con differenti ritardi.
89Commenti conclusivi (1/2)
- Riassumendo
- le due sequenze B(m) e b(n), entrambe
comprendenti N elementi, costituiscono una
cop-pia di Trasformazione Discreta di Fourier
(DFT) - B(m) ? b(n)
- la prima sequenza è rappresentativa dei campioni
temporali del segnale OFDM presi con intervallo
?t dato dalla (19) la seconda è rappresentativa
dei campioni spettrali dello stesso segnale presi
con intervallo ?f dato dalla (11)
90Commenti conclusivi (2/2)
- il passaggio dalla sequenza b(n) a quella
B(m), e cioè la trasformazione dal dominio
della frequenza in quello del tempo, è ottenibile
in trasmissione con una IDFT, che è sostitutiva
del banco di N modulatori nello schema di Fig.
A.13 - il passaggio dalla sequenza B(m) a quella
b(n), e cioè la trasformazione dal dominio del
tempo in quello della frequenza, è ottenibile in
ricezione con una DFT, che è sostitutiva del
banco di N correlatori nello schema di Fig.
A.14 - entrambe le trasformazioni sono effettuabili
applicando lalgoritmo FFT lunico vincolo per
questa applicazione è che N sia una potenza
intera di 2.
91Appendice
- A.8 Opportunità offerte dallOFDM
92Vantaggi e svantaggi dell OFDM (1/2)
- I principali vantaggi dell OFDM sono
- alta efficienza spettrale
- semplicità implementativa, grazie
allutilizza-zione della FFT, che riduce la
complessità del modem, specialmente in ricezione - alta resistenza nei confronti del fading
selet-tivo e delle interferenze.
93Vantaggi e svantaggi dell OFDM (2/2)
- Gli svantaggi sono invece
- alta sensibilità nei confronti degli offset
fre-quenziali, dovuti ad esempio agli
oscillatori - conseguenti problemi di interferenza
inter-canale - un elevato rapporto picco-media, poiché la
di-namica dei segnali nel dominio del tempo
au-menta insieme al numero delle portanti.
94B. Accesso wireless e mobilità
Aldo Roveri, RETI MOBILI E MULTIMEDIALI Univ.
di Roma La Sapienza - a.a. 2009-2010
95Contenuti
- B.1 Tecniche di duplicazione
- B.2 Tecniche di accesso multiplo
- B.3 Sistemi di accesso
96Appendice B
- B.1 Tecniche di duplicazione
97Ruolo della duplicazione
- Un servizio di comunicazione, se non è puramente
diffusivo, deve consentire uno scambio
bidirezionale di informazione. - Con riferimento a un accesso wireless, la
bidirezio-nalità dello scambio deve essere
assicurata innanzi-tutto a livello
dellinterfaccia radio tra terminale di utente
(UE) e stazione radio-base (SRB), quindi per ciò
che riguarda il collegamento da UE a SRB (uplink)
e il collegamento nel verso contrario (down-link).
98Modi di duplicazione (1/2)
- Sulle modalità secondo cui luplink e il downlink
sono attuati sullinterfaccia radio di un accesso
wire-less in tecnica numerica, si distinguono - la soluzione FDD (Frequency Division Duplexing)
per la quale uplink e downlink sono divisi nel
dominio della frequenza utilizzano infatti
frequen-ze portanti distinte e quindi possono
trasferire informazione senza soluzione di
continuità
99Modi di duplicazione (2/2)
- la soluzione TDD (Time Division Duplexing) per la
quale uplink e downlink sono divisi nel dominio
del tempo utilizzano infatti la stessa portante
e devono quindi alternare le due direzioni di
trasferi-mento utilizzando IT diversi sulla trama
sostenuta dalla portante.
100Appendice B
- B.2 Tecniche di accesso multiplo
101Accesso multiplo (1/3)
- Per ogni canale di comunicazione attivo, la
soglia minima del rapporto C/I deve essere
rispettata su entrambi i versi trasmissivi. - Limitando la considerazione agli interferenti
legati ad altri canali di comunicazione
contemporaneamente attivi, la distinzione
dellinformazione utile da quella interferente
richiede lintroduzione di una chiave di canale,
e cioè limpiego di una opportuna tecnica di
accesso multiplo.
102Accesso multiplo (2/3)
- Obiettivo di ogni strategia di accesso multiplo è
di consentire a una molteplicità di utenti di
accedere a un mezzo trasmissivo (e in particolare
a una risorsa radio) in modo da massimizzare
luso del mezzo e minimizzare linterferenza tra
gli utenti.
103Accesso multiplo (3/3)
- Laccesso multiplo, se è applicato a
comunicazioni inizializzate su base chiamata, è
di tipo statico, cioè la risorsa elementare, che
può essere in uno dei domini della frequenza, del
tempo o della potenza, o in due di questi domini, - viene pre-assegnata agli utilizzatori allinizio
della comunicazione - mantenuta per tutta la durata di questa
- rilasciata quando la comunicazione ha termine.
104Accesso multiplocon allocazione statica (1/3)
- In relazione al dominio utilizzato si distinguono
accessi multipli - a divisione di frequenza (FDMA - Frequency
Division Multiple Access) - a divisione di tempo (TDMA Time Division
Multiple Access) - a divisione di codice (CDMA Code Division
Multiple Access).
105Accesso multiplocon allocazione statica (2/3)
- Sono state inoltre utilizzate tecniche ibride, ad
esempio del tipo FDMA/TDMA, CDMA/TDMA, - È anche di interesse attuale la multiplazione a
divisione di spazio (SDMA Space Division
Multiple Access), il cui impiego è in unione con
una delle tecniche sopra citate.
106Accesso multiplocon allocazione statica (3/3)
- Come verrà chiarito nel seguito
- con laccesso FDMA gli utenti sono
approssi-mativamente ortogonali in frequenza. - con il TDMA gli utenti sono ortogonali nel
tem-po - con il CDMA gli utenti sono approssimativa-mente
ortogonali nello spazio dei codici.
107FDMA (1/5)
- Nella tecnica FDMA, la banda passante del mezzo
condiviso è suddivisa in sotto-bande di frequenza
aventi uguale larghezza (come in una
multiplazione statica a divisione di frequenza) e
centrate su altrettante frequenze portanti
equidistanziate sullasse delle frequenze. - Ad ogni coppia di utenti tra i quali deve essere
inizializzata una comunicazione, viene
pre-assegnata, per tutta la durata di questa
comunicazione, una di tali sotto-bande (banda di
utente) ovvero la relativa frequenza portante.
108FDMA (2/5)
- In tal modo, nellambito di questa comunicazione,
- la parte emittente può trasmettere
- in modo tempo-continuo il segnale che è di
supporto allinformazione da trasferire - con lutilizzazione della sola frazione della
banda passante del mezzo condiviso indivi-duata
dalla banda di utente assegnata alla
co-municazione - la parte ricevente può estrarre il segnale ad
essa pertinente con una operazione di filtraggio
passa-banda centrata sulla banda di utente
assegnata alla comunicazione.
109FDMA (3/5)
- Tra le parti emittente e ricevente viene così
instaurato un canale che è di trasferimento per
le informazioni da scambiare. - Quindi, nella tecnica FDMA, la risorsa elementare
è identificabile con una portante radio scelta
nellin-sieme delle portanti rese disponibili
nella banda passante.
110FDMA (4/5)
- Le bande di utente ripartiscono (cfr. Fig.B.1) la
banda passante del mezzo condiviso con un
intervallo tra due sotto-bande adiacenti
ciascuno di questi inter-valli costituisce una
banda di guardia e ha lo scopo di facilitare
loperazione di filtraggio in ricezione,
consentendo così di contenere le interferenze tra
i segnali trasferiti in bande di utente adiacenti.
111FDMA (5/5)
112TDMA (1/5)
- Nella tecnica TDMA, lasse dei tempi, relativo
allintera banda passante del mezzo condiviso o a
una sua frazione nellintorno di una frequenza
portante (banda di lavoro), è suddiviso in
intervalli temporali (IT) di ugual durata,
organizzati in trama, come in una multiplazione
statica a divisione di tempo - in relazione al mezzo trasmissivo utilizzato, la
banda di lavoro può anche essere quella base
(cioè nellintorno della frequenza zero). - Ad ogni coppia di utenti tra i quali deve essere
inizializzata una comunicazione, viene
pre-assegnato, per tutta la durata della
comunicazione, un IT a periodicità di trama.
113TDMA (2/5)
- In tal modo, nellambito di questa comunicazione
- la parte emittente
- trasmette solo in modo tempo-discreto, e cioè
nelle frazioni del suo asse dei tempi che
corrispondono periodicamente all IT che le è
stato assegnato - utilizza lintera banda di lavoro
- la parte ricevente
- può estrarre il segnale ad essa pertinente con
una operazione di finestratura temporale centrata
perio-dicamente sullIT assegnato alla
comunicazione - deve, per questo scopo, essere sincronizzata in
frequenza e fase con quella emittente (condizione
di sincronismo di cifra e di trama).
114TDMA (3/5)
- Tra le parti emittente e ricevente viene così
instau-rato un canale che è di trasferimento per
le informa-zioni da scambiare. - Quindi nella tecnica TDMA la risorsa elementare è
identificabile con un IT a periodicità di trama
scelto tra gli IT che compongono questultima.
115TDMA (4/5)
- In relazione al mezzo condiviso che si utilizza,
gli IT in ogni trama possono o meno essere
separati temporalmente da intervalli di guardia
(cfr. Fig. B.2), aventi lo scopo (quando
presenti) di contenere le interferenze che
possono determinarsi tra i segnali che sono
tra-sferiti in IT adiacenti. - La presenza degli intervalli di guardia è
necessaria quando il mezzo trasmissivo è quello
radio.
116TDMA (5/5)
117Accesso TDMA/FDMA
- Nellaccesso ibrido TDMA/FDMA la banda passante
del mezzo è suddivisa tra diverse portanti FDMA,
ognuna delle quali è condivisa dagli utenti del
sistema con tecnica TDMA. - La risorsa elementare di questa modalità di
accesso è quindi la coppia IT - portante radio.
118OFDMA (1/4)
- LOFDMA (Othogonal Frequency Division Multiple
Access) è una tecnica di accesso multiplo di tipo
multiportante in cui - le sottoportanti dividono la banda utilizzata con
il vincolo di una reciproca ortogonalità (come
nel caso dellOFDM) ottenuta con una spaziatura
legata alla durata del simbolo - le sottoportanti, singole o multiple, son
oassegnate a ciascuna stazione fissa o mobile in
relazione alla capacità di sottocanale richiesta
dalla stazione.
119OFDMA (2/4)
- Ad esempio le sottoportanti comprese nella banda
utilizzata sono suddivise in gruppi e in
sottocanali, ognuno con una sottoportante per
gruppo in ogni gruppo è presente un tono pilota. - Codifica FEC e modulazione possono essere
assegante separatamente per ogni sottocanale in
base alle condizioni del canale disponibile.
120OFDMA (3/4)
- Per una corretta operatività, è richiesta una
accurata spaziatura tra le portanti assegnate a
differenti utenti e una precisa temporizzazione
dei simboli in ogni sottocanale le unità
trasmittenti delle stazioni accedenti sono
sincronizzate in frequenza e nel tempo alle
stazioni radio-base da cui ricevono segnali
appositi
121OFDMA (4/4)
- Lassegnazione delle sottoportanti a ogni singola
stazione può essere fissa o dinamica per
aumentare la robustezza del sistema nei confronti
dei fenomeni di fading selettivi in frequenza, è
preferibile la soluzione dinamica attuata, ad
esempio, con una assegnazione del tipo frequency
hopping.
122CDMA (1/6)
- Nella tecnica CDMA si opera nel dominio dei
codici, consentendo agli utenti di comunicare
(cfr. Fig.B.3) - utilizzando contemporaneamente lintera banda
passante del mezzo condiviso - emettendo in modo tempo-continuo (e cioè senza
alcuna limitazione sugli istanti in cui iniziare
e ter-minare una emissione).
123CDMA (2/6)
124CDMA (3/6)
- A ciascuna coppia di utenti da porre in
comunicazione e quando ne viene fatta richiesta,
viene pre-assegnato per tutta la durata della
comunicazione, un codice e cioè una sequenza
binaria (sequenza di codice), che - è utilizzata nel trasmettitore per codificare in
modo univoco linformazione di utente che ha
origine nella sorgente emittente e per
trasformare il segnale di utente in quello
trasmesso con il risultato di produrre una
espansione dello spettro di densità di potenza
(SDP) del segnale di utente
125CDMA (4/6)
- è diversa da quelle assegnate agli altri utenti
che condividono il mezzo e scelta in modo che,
rispetto alle altre sequenze, sussista una bassa
correlazione - è utilizzata nel ricevitore per recuperare il
segnale di utente dal segnale ricevuto questo
recupero si effettua con una decodifica, che ha
come risultato la compressione dellSDP del
segnale ricevuto in modo da restituire un segnale
con SDP uguale a quello del segnale di utente. - Il recupero del segnale di utente è tanto più
adeguato allo scopo quanto più bassa è la
correlazione tra la sequenza di codice assegnata
e le sequenze di codice associate a comunicazioni
contemporaneamente attive.
126CDMA (5/6)
- Tra le parti emittente e ricevente in una
comunicazione viene così reso disponibile un
canale che è di trasferimento per le informazioni
da scambiare. - Quindi nella tecnica CDMA la risorsa elementare è
identificabile con un codice scelto nellinsieme
dei codici resi disponibili per laccesso.
127CDMA (6/6)
- Laccesso CDMA appartiene alla famiglia delle
tecniche a espansione di spettro (cfr. Cap.II)
dalle quali mutua la possibilità di multiplare un
insieme di comunicazioni contemporanee sulla
stessa banda di frequenze. - Tra le due alternative che la tecnica a
espansione di spettro prevede per effettuare la
codifica in emissione e la decodifica in
ricezione, la modalità normalmente impiegata
nella tecnica CDMA è quella a sequenza diretta,
nota in sigla come DS-SS (Direct Sequence Spread
Spectrum) a questa ci riferiremo costantemente
nel seguito
128Appendice B
129Sistemi FDMA
- Ai sistemi radio-mobile cellulari che adottano
lFDMA come tecnica di accesso multiplo
appartengono quelli analogici di prima
generazione tra i quali si può citare il TACS
(Total Access Communication Sy-stem).
130Sistemi TDMA, FDMA o ibridi (1/2)
- Nel caso di utilizzazione di schemi FDMA o
ibridi TDMA/FDMA, linterferenza isocanale è
usualmente troppo forte se a produrla sono
terminali mobili di celle adiacenti - non è allora possibile il riuso immediato dei
canali ma si devono formare gruppi (cluster) di
celle adiacenti, tra cui gli M canali
contemporaneamente attivi vengono divisi, in modo
che ogni canale sia utilizzato una sola volta
dentro il gruppo - la geometria di base che si ripete sul territorio
è allora costituita dal cluster.
131Sistemi TDMA, FDMA o ibridi (2/2)
- Se m sono le celle di un cluster (cluster size) e
se M è il numero massimo di canali
contemporaneamente attivi, ogni cella dispone di
un numero n di canali dato da - n M / m
-
- in queste condizioni e con opportune ipotesi
semplificative, si può dimostrare che il rapporto
C/I cresce con legge monotona al crescere del
numero m (come del resto ci suggerisce
lintuizione).
132Sistemi TDMA/FDMA (1/3)
- Laccesso TDMA/FDMA è la tecnica utilizzata
sullinterfaccia radio di sistemi radio-mobili
cellulari numerici di seconda generazione. - Tra questi il più diffuso è il sistema GSM
(Global System for Mobile Communication), che
opera in unione con il GPRS (General Packet Radio
Service) il primo sistema offre un servizio di
rete che è a circuito, mentre il secondo allarga
lofferta ai servizi di rete a pacchetto.
133Sistemi TDMA/FDMA (2/3)
- Il GSM opera in due gamme di frequenza
- nella gamma dei 900 MHz, con limpegno delle due
bande 890-915 e 935-960 MHz, ciascuna per 124
portanti spaziate di 200 kHz e con una capacità
di 992 canali fonici bidirezionali (124?8) - nella gamma dei 1800 MHz sulle due bande
1710-1785 e 1805-1880 MHz, ciascuna per 375
portanti anchesse spaziate di 200 kHz e con una
capacità di 3000 canali fonici bidirezionali
(375?8). - Nel sistema GSM, in entrambe le gamme di lavoro,
la duplicazione è di tipo FDD.
134Sistemi TDMA/FDMA (3/3)
- La tecnica di accesso TDMA/FDMA è impiegata anche
nel sistema DECT (Digital European Cordless
Telecommunication), che è il sistema cordless
nume-rico di standardizzazione relativamente più
recente. - Il DECT opera nella banda 1880-1900 MHz, con un
totale di 10 portanti spaziate di 2 MHz e con una
capacità di 120 canali fonici bidirezionali
(10?12). - Nel DECT la duplicazione è di tipo TDD.
135Sistemi CDMA fondamenti (1/2)
- La formula di Shannon,
- C B log2 (1S/N)
- esprime la capacità del canale in funzione della
banda utilizzata (B) e del rapporto
segnale/rumore (S/N), in condizioni di rumore
bianco Gaussiano. - Dalle variabili in gioco si può notare come una
data capacità di canale può essere raggiunta - assegnando al canale una banda stretta e
perseguendo alti valori di S/N - assegnando al canale una banda elevata ed
ammettendo valori di S/N molto più bassi .
136Sistemi CDMA fondamenti (2/2)
- Il secondo caso è quello adottato nella tecnica
CDMA tutti gli utenti mobili trasmettono e
ricevono sulle stesse frequenze ed ogni
comunicazione percepisce tutte le altre come
rumore. - La discriminazione tra le diverse comunicazioni è
assegnata a codici, in grado ognuno di
caratteriz-zare univocamente una singola
comunicazione. - Ogni codice è usato nella fase di trasmissione
sul se-gnale originario e in ricezione nella fase
di decodi-fica.
137Sistemi CDMA applicazioni (1/2)
- La tecnica CDMA, realizzata nella modalità DS-SS,
è impiegata sullinterfaccia radio di sistemi
radio-mobile cellulari di terza generazione e
precisamente dellUMTS (Universal Mobile
Telecommunication System).
138Sistemi CDMA applicazioni (2/2)
- Di UMTS per applicazioni in ambito terrestre,
sono state standardizzate due versioni - una prima, con duplicazione FDD, è collocata
nelle due gamme 1920-1980 MHz (per luplink) e
2110-2170 MHz (per il downlink), ciascuna di
larghezza uguale a 60 MHz - una seconda, con duplicazione TDD, è collocata
nella gamma 1900-1920 MHz o in quella 2010-2025
MHz. - In entrambe le versioni limpegno di banda per
ogni verso (nella modalità FDD) o per entrambi i
versi (nella modalità TDD) è di circa 5 MHz.
139Sistemi CDMA trasmissione (1/7)
- Sia ci(n), (n 0,1,,N-1) il codice attribuito
alla comunica-zione i-esima questo codice è
formato da una sequenza di N elementi bipolari
(chip) con valori uguali a 1. - Indichiamo con
- bi(t) il segnale di utente che si suppone
bipolare, avente ritmo binario Rb e formato da
impulsi rettangolari di larghezza Tb 1/Rb - ci(t) il segnale di espansione che supponiamo
binario NRZ, formato da una sequenza di impulsi
con intervallo Tc e quindi con un ritmo Rc
1/Tc, il cui valo-re (ritmo di chip) è assunto
molto maggiore di Rb - Rc gtgt Rb . (1)
140Sistemi CDMA trasmissione (2/7)
- Questa sequenza di impulsi è modulata in ampiezza
con i valori del codice ci(n), (n 0,1,,N-1),
che quindi assumono il ruolo di sequenza di
espansione conseguen-temente il segnale di
espansione è rappresentato da -
- in cui v(t) è limpulso elementare di ci(t).
141Sistemi CDMA trasmissione (3/7)
- Se la forma di v(t) è rettangolare, di durata Tc
uguale allintervallo tra due impulsi consecutivi
e di ampiezza uguale a ?1/ Tc in modo che la sua
energia sia unitaria, e cioè se -
- la durata della sequenza di espansione è uguale
a nTc Tb.
142Sistemi CDMA trasmissione (4/7)
- Detti
- bi un simbolo (bi 1) del segnale di utente
alluscita di una codifica di canale - Eb lenergia di questo simbolo,
- la moltiplicazione (cfr. Fig.4) del segnale di
utente bi(t) e del segnale di espansione ci(t) dà
luogo al segnale - che ha un contenuto spettrale con una larghezza
di banda che è decisamente maggiore di quella di
bi(t) e sostanzialmente determinata da quella
ci(t).
143Sistemi CDMA trasmissione (5/7)
- Al riguardo si osserva che, in base alle ipotesi
precedenti, le densità spettrali di potenza (DSP)
di ci(t) e di bi(t) sono entrambe del tipo
(senx)/x2 , ma con un primo lobo che ha
larghezza Rc nel caso di ci(t) e larghezza Rb per
ciò che riguarda bi(t) - daltra parte la DSP del segnale-prodotto
espresso dalla (4), tenendo conto che trattasi di
una moltiplicazione nel dominio del tempo di due
segnali indipendenti, è ottenibi-le come
convoluzione nel dominio della frequenza delle
DSP dei due segnali-fattore il risultato di
questa convoluzione è essenzialmente determinato
dal ritmo di chip Rc, dato che vale la (1).
144Sistemi CDMA trasmissione (6/7)
- In conclusione
- dato che la sequenza di espansione ci(n) ha una
lunghezza di N chip, ogni chip ha una durata
uguale a Tc Tb /N - dato che la larghezza di banda del segnale di
espansione è approssimativamente uguale
allinverso della durata di un chip, la larghezza
di banda del segnale espanso è anchessa uguale a
1/Tc e quindi uguale a N/Tb tale larghezza di
banda è cioè maggiore di quella del segnale di
utente per un fattore uguale a N - dato che, con le ipotesi fatte, la espansione non
modifica la potenza totale trasmessa, la SDP del
segnale di utente, per effetto della espansione,
diminuisce per un fattore uguale a N. - Il segnale spettralmente espanso viene quindi
modulato e trasmesso (Fig. B.4).
145Sistemi CDMA trasmissione (7/7)
146Sistemi CDMA ricezione (1/5)
- Nel ricevitore, dopo la demodulazione, il segnale
ricevuto deve essere sottoposto a una operazione
inversa a quella effettuata in emissione deve
cioè essere sottoposto a una compressione
spettrale. - Questa operazione si effettua, come in Fig. B.5,
- moltiplicando il segnale ricevuto dopo la
demodu-lazione e indicato con x(t) con lo stesso
segnale di espansione ci(t) utilizzato in
emissione, ma nella sua versione complessa
coniugata - integrando il prodotto sullintervallo
(0,Tb) di durata dellimpulso di utente. - Ciò equivale ad effettuare una correlazione tra
il segnale ricevuto x(t) dopo la demodulazione e
il pertinente segna-le di espansione ci(t).
147Sistemi CDMA ricezione (2/5)
- Il risultato di questa correlazione è il
seguente - il segnale desiderato viene restituito con una
larghez-za di banda uguale a 1/Tb - la larghezza di banda del rumore e degli
interferenti a larga banda non è influenzata
dalloperazione di com-pressione - gli interferenti a banda stretta sono
spettralmente espansi sulla larghezza di banda
1/Tc. - Ciò
- lascia il segnale desiderato sostanzialmente
invariato - riduce di un fattore 1/N la potenza del rumore e
degli interferenti sia a larga banda che a banda
stretta.
148Sistemi CDMA ricezione (3/5)
- Ovviamente questa operatività richiede che
- la sequenza di espansione assegnata a una
comuni-cazione sia nota, oltre che al
trasmettitore, anche al ricevitore di quella
comunicazione ciò può essere conseguito tramite
la segnalazione in fase di negozia-zione della
connessione - i segnali di espansione utilizzati in
trasmissione e in ricezione siano tra loro
allineati in frequenza e in fase e ulteriormente
con il segnale di utente.
149Sistemi CDMA ricezione (4/5)
- In conclusione, sullinterlavoro fra
trasmettitore e ricevi-tore in una catena
trasmissiva relativa a una specifica
comunicazione, si nota che - a ogni utente è assegnato un differente codice di
espansione, che determina il segnale omonimo da
mol-tiplicare in trasmissione con i simboli del
segnale di utente - segnali che pervengono al ricevitore da altri
utenti e che quindi sono modulati con un
differente segnale di espansione appaiono al
ricevitore come una interferen-za a larga banda - al ricevitore, il segnale desiderato è ottenuto
corre-lando il segnale ricevuto con il segnale di
espansione dellutente emittente altri utenti
diventano perciò in-terferenti a larga banda.
150Sistemi CDMA ricezione (5/5)
151Sistemi CDMAinterferenza da accesso multiplo
(1/4)
- Se
- le sequenze di espansione assegnate alle varie
comunicazioni contemporaneamente attive sono
de-bolmente correlate tra loro anche per larghe
deviazioni temporali o sono addirittura
ortogonali per una devia-zione nulla - i segnali pervengono al ricevitore avendo origine
da trasmettitori coordinati ed e