Chimica Fisica Biologica Determinazione della struttura delle proteine - PowerPoint PPT Presentation

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Chimica Fisica Biologica Determinazione della struttura delle proteine

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Title: Determinazione struttura proteine Subject: lezione chim fis biol Author: Gaetano Izzo Last modified by: DCCI Created Date: 12/23/2002 12:48:43 PM – PowerPoint PPT presentation

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Title: Chimica Fisica Biologica Determinazione della struttura delle proteine


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Chimica Fisica BiologicaDeterminazione della
struttura delle proteine
Gaetano M.M. Izzo
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Introduzione
  • Per lo studio della struttura di molecole
    proteiche vengono utilizzate diverse tecniche
  • Metodi Biochimici
  • Struttura Primaria (determinazione
    diretta della sequenza aa o indirettamente
    dalla sequenza nucleotidica del
    gene)
  • Struttura Quaternaria Microscopia Elettron.
  • di grosse proteine (informazioni con
  • o aggregati (virus, risoluzioni molto
    basse o
  • ribosomi, etc.) prive di
    dettagli, in alcuni
  • casi il percorso della catena
    polipeptidica)

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  • La determinazione della struttura secondaria e
    terziaria richiede una informazione dettagliata
    sulla disposizione degli atomi in una proteina.
  • Le strutture proteiche a livello di struttura
    secondaria e terziaria vengono determinate
    mediante metodi fisici di cui i principali sono
  • Cristallografia a RX
  • Metodi NMR
  • La maggior parte delle strutture proteiche viene
    determinata mediante cristallografia a raggi X,
    mentre sono stati sviluppati metodi NMR per
    ottenere modelli tridimensionali di piccole
    molecole proteiche (informazioni sulle distanze
    tra gli atomi, NMR bidimensionale, spettri COSY e
    NOE).

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Cristallografia a Raggi X
  • La diffrazione di RX (o cristallografia RX) è la
    principale tecnica di determinazione strutturale
    per le proteine (80 strutture proteiche presenti
    in PDB, 95 di quelle con più di 80aa).
  • Principio fisico Scattering dei RX da parte
    degli elettroni
  • Richiede la disponibilità di cristalli.
  • Permette di avere una risoluzione atomica.
  • Si possono studiare proteine con PM fino a
    ca.10000KDa
  • Applicazioni piccole molecole, proteine,
    virus, ribosomi

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Cristallografia RX di proteine
  • Cristallizzazione
  • Raccolta dati
  • Risoluzione, affinamento e analisi strutturale
    (determinazione della fase e model building).

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Cristalli di proteine - Caratteristiche
  • La cristallizzazione di una proteina è
    generalmente difficile, la crescita dei cristalli
    può essere molto lenta ed ottenere cristalli
    sufficientemente grandi (gt0.5mm) può richiedere
    diversi mesi.
  • Ciò che rende i cristalli proteici diversi da
    quelli di una piccola molecola è il contenuto in
    solvente nei cristalli delle molecole tutti gli
    atomi possono essere descritti in termini di
    reticolo regolare, mentre per i cristalli
    proteici un reticolo cristallino coesiste con un
    elevata quantità di materia allo stato liquido.
    La soluzione madre, il cui contenuto nel
    cristallo può variare ca. dal 30 all80, ha una
    forte influenza sul comportamento dei cristalli
    stessi determinandone pregi e difetti
    caratteristici tra cui il principale è il fatto
    che i cristalli proteici sono molto meno ordinati
    dei cristalli classici, sia per lelevato
    contenuto di materiale disordinato presente
    allinterno del cristallo, ma anche perché i
    gruppi sulla superficie della macromolecola in
    contatto con il solvente possono avere una forte
    mobilità.

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Cristalli di proteine - Caratteristiche
  • Per questo motivo, i dati di diffrazione non
    possono essere misurati con la risoluzione che
    normalmente si può ottenere con le piccole
    molecole.
  • Daltra parte, però, lambiente in cui si trova
    la macromolecola nel cristallo non è molto
    diverso da quello della soluzione da cui è stato
    ottenuto (non va sottovalutata linfluenza del
    solvente sulla conformazione della proteina) e si
    può trarre vantaggio dalla presenza di solvente
    per la preparazione di derivati di atomi pesanti
    della proteina (MIR). I cristalli proteici sono
    quindi molto fragili e morbidi.
  • Inoltre, nei cristalli proteici non sono
    permessi gli elementi di simmetria che implicano
    inversione, per cui il numero di possibili gruppi
    spaziali scende da 230 a 65.

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Cristallizzazione
  • Il processo di cristallizzazione di una
    macromolecola è molto complesso ed una
    spiegazione teorica di tutti i suoi aspetti è
    impossibile. Tuttavia dallesperienza su di un
    elevato numero di proteine idrosolubili
    cristallizzate e con la disponibilità di una
    quantità di proteina sufficiente e ad elevata
    purezza, si hanno buone probabilità di ottenere
    cristalli utilizzabili per i RX.
  • Molto più complessa la situazione per le
    proteine di membrana.
  • La crescita di cristalli proteici avviene da una
    soluzione soprasatura della macromolecola
    attraverso uno stato termodinamicamente stabile
    nel quale la proteina è distribuita tra una fase
    solida e la soluzione. Il tempo necessario per
    raggiungere questo equilibrio ha una forte
    influenza sul risultato finale che può andare da
    un precipitato amorfo o microcristallino a grandi
    cristalli singoli. Le condizioni di
    soprasaturazione possono essere ottenute
    aggiungendo agenti precipitanti o modificando
    alcuni parametri interni alla soluzione come pH e
    T. Vanno tuttavia evitate le condizioni estreme
    poiché la proteina e una molecola labile.
  • Per comprendere meglio le proprietà biologiche e
    fisiologiche della macromolecola attraverso la
    determinazione della struttura 3D è molto meglio
    crescere i cristalli in condizioni non troppo
    lontane da quelle fisiologiche in cui la molecola
    svolge la sua attività.
  • Per studiare il processo di cristallizzazione si
    può far riferimento ai diagrammi di fase.

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Cristallizzazione Diagrammi di fase
  • La solubilità di una proteina può essere
    rappresentata con un diagramma di fase (Curva di
    solubilità della proteina).
  • Asse orizzontale parametro che viene variato (di
    solito la conc. di precipitante)
  • Asse verticale Conc. proteina.
  • La saturazione si ottiene quando la velocità con
    cui la proteina passa nella fase solida è uguale
    a quella
  • con cui passa in soluzione ed
  • il sistema è allequilibrio.
  • Salting-out sulla destra del diagramma
  • dove la solubilità della proteina diminuisce
  • con laumento della conc. salina.
  • Salting-in sulla sinistra del diagramma
  • dove la solubilità della proteina aumenta
  • allaumentare dela conc. del sale.

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  • Come può diventare soprasatura una soluzione
    proteica? Perché la proteina non precipita
    immediatamente appena si raggiunge la saturazione
    della soluzione?
  • Perché per permettere ad una proteina di
    cristallizzare deve essere superata una barriera
    energetica analoga a quella delle reazioni
    chimiche.
  • Esiste una barriera energetica da superare per la
    cristallizzazione
  • Il nucleo critico di cristallizzazione
    corrisponde allintermedio.
  • Più elevata è la barriera energetica, minore è la
    velocità di nucleazione.

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  • La probabilità di nucleazione aumenta
    allaumentare della soprasaturazione
  • Piu soprasatura è la soluzione proteica,
    maggiore è la probabilità che si formi un centro
    di nucleazione e minore sarà il numero di nuclei
    necessari per indurre la formazione di un
    cristallo.
  • Tutto ciò si può rappresentare su un diagramma
    di fase suddividendo la zona di soprasaturazione
    in diverse regioni di probabilità crescente di
    nucleazione e precipitazione.

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Cristallizzazione Agenti precipitanti
  • I precipitanti comunemente utilizzati possono
    essere suddivisi in 3 categorie
  • Sali (inorganici AS, Na2SO4, NaCl, KCl, NH4Cl,
    MgSO4, CaCl2, NH4NO3, LiCl, etc. organici
    Citrato, Acetato, Formiato, etc.)
  • Solventi organici (EtOH, Isopropanolo, Acetone,
    Diossano, 2-metil-2,4-pentandiolo (MPD), etc.)
  • PEG ( da 200 a 20K e PEG MME).

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Cristallizzazione Fattori che la influenzano
  • Parametri che influenzano la cristallizzazione
  • pH il suo valore ha forte influenza sulla
    solubilità, la quale ha un minimo a pH vicini al
    punto isoelettrico della mm.
  • Conc. Salina La forza ionica può avere effetti
    opposti sulla solubilità della proteina, ad
    esempio la solubilità diminuisce allaumentare
    della forza ionica (salting-out), ma ha anche un
    minimo a forza ionica molto bassa (salting-in).
    In pratica si può avere precipitazione aumentando
    la conc. Salina o dializzando la soluzione di
    proteina contro acqua.
  • Solventi organici Le loro proprietà di
    precipitazione sono dovute al doppio effetto di
    sottrarre molecole dacqua dalla soluzione e dal
    diminuire la costante dielettrica del mezzo. Essi
    però possono avere anche effetti sulla
    conformazione della proteina e vanno quindi
    utilizzati con cautela.
  • PEG e un agente precipitante con proprietà
    peculiari è un polimero, il suo effetto sulla
    solubilità è dovuto alla proprietà del volume di
    esclusione il solvente viene ristrutturato e di
    conseguenza viene promossa la separazione di
    fase.
  • Molti altri parametri possono influenzare il
    processo di cristallizzazione la conc. di
    proteina, la temperatura, la presenza di cationi
    che a volte stabilizzano la conformazione della
    proteina, la purezza del campione. La presenza di
    contaminanti può essere molto importante
    nellimpedire la formazione di cristalli adatti
    allanalisi ai RX.

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Cristallizzazione - Metodi
  • Esistono diversi metodi per cristallizzare le
    proteine, i più usati sfruttano lequilibrio in
    fase vapore e la dialisi
  • Metodi di diffusione di vapore
  • Tecniche di dialisi
  • La crescita dei cristalli e la nucleazione non
    dipendono solo dai parametri visti, ma anche dal
    metodo utilizzato. Si usano incubatori termici
    per mantenere la T costante.

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Cristallizzazione Metodi di Diffusione di Vapore
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Cristallizzazione - Diffusione di vapore
  • Hanging drop (goccia sospesa)
  • Sitting drop
  • (goccia seduta)
  • Sandwich drop

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Cristallizzazione - Diffusione di vapore
  • In un esperimento di vapour diffusion uguali
    volumi (non sempre) vengono miscelati in una
    goccia, la conc. di proteina e la conc. di
    precipitante raddoppieranno.
  • Quando i cristalli iniziano a crescere, la conc.
    di proteina in soluzione diminuisce e si ha
    quindi la crescita dei cristalli.

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Setting esperimenti di cristallizzazione
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Cristallizzazione - Dialisi
  • Microdialisi Set up di un esperimento con un
    bottone di dialisi.

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Cristallizzazione - Dialisi
  • In un esperimento di cristallizzazione per
    dialisi la conc. di proteina è costante (se lo
    stiramento della membrana è trascurabile e la
    soluzione iniziale riempie completamente la
    camera di dialisi). In un esperimento salting-out
    la conc. di precipitante aumenta.
  • La dialisi può essere utilizzata anche nella
    regione del salting-in del diagramma di fase
    forzando la proteina a uscire dalla soluzione
    diminuendo la conc. di precipitante (desalting).

Nella dialisi si ha il vantaggio di poter
cambiare la conc. di precipitante nel corso
dellesperimento. Si può anche aumentare la conc.
di un precipitante mentre si diminuisce la conc.
di un altro. Cambiamento di tampone.
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Cristalli proteici
Poiché in un cristallo proteico vi sono poche
interazioni dirette di impaccamento tra le
molecole di proteina, piccole variazioni della
soluzione di cristallizzazione, come ad esempio
piccole variazioni nel pH, possono portare ad
avere impaccamenti diversi e si possono quindi
ottenere forme cristalline differenti. Le
strutture di alcune molecole di proteina (ad
esempio il lisozoma e la mioglobina) sono quindi
state determinate in diverse forme cristalline,
ma risultano sostanzialmente uguali, ad eccezione
di alcune catene laterali che sono coinvolte
nellimpaccamento. Proprio perché le interazioni
tra le molecole proteiche in un cristallo sono
poche, esse non modificano la struttura
complessiva della proteina anche avendo un
diverso impaccamento. Tuttavia, diverse forme
cristalline possono avere un diverso grado di
ordine e quindi dare un quadro di diffrazione di
diversa qualità. In generale, più le molecole
sono strettamente impaccate e quindi meno acqua
contiene il cristallo, migliore è la diffrazione
che si ottiene poichè le molecole nel cristallo
sono più ordinate.
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