Title: Chimica Fisica Biologica Determinazione della struttura delle proteine
1Chimica Fisica BiologicaDeterminazione della
struttura delle proteine
Gaetano M.M. Izzo
2Introduzione
- Per lo studio della struttura di molecole
proteiche vengono utilizzate diverse tecniche - Metodi Biochimici
- Struttura Primaria (determinazione
diretta della sequenza aa o indirettamente
dalla sequenza nucleotidica del
gene) - Struttura Quaternaria Microscopia Elettron.
- di grosse proteine (informazioni con
- o aggregati (virus, risoluzioni molto
basse o - ribosomi, etc.) prive di
dettagli, in alcuni - casi il percorso della catena
polipeptidica)
3- La determinazione della struttura secondaria e
terziaria richiede una informazione dettagliata
sulla disposizione degli atomi in una proteina. - Le strutture proteiche a livello di struttura
secondaria e terziaria vengono determinate
mediante metodi fisici di cui i principali sono - Cristallografia a RX
- Metodi NMR
- La maggior parte delle strutture proteiche viene
determinata mediante cristallografia a raggi X,
mentre sono stati sviluppati metodi NMR per
ottenere modelli tridimensionali di piccole
molecole proteiche (informazioni sulle distanze
tra gli atomi, NMR bidimensionale, spettri COSY e
NOE).
4Cristallografia a Raggi X
- La diffrazione di RX (o cristallografia RX) è la
principale tecnica di determinazione strutturale
per le proteine (80 strutture proteiche presenti
in PDB, 95 di quelle con più di 80aa). - Principio fisico Scattering dei RX da parte
degli elettroni - Richiede la disponibilità di cristalli.
- Permette di avere una risoluzione atomica.
- Si possono studiare proteine con PM fino a
ca.10000KDa - Applicazioni piccole molecole, proteine,
virus, ribosomi
5Cristallografia RX di proteine
- Cristallizzazione
- Raccolta dati
- Risoluzione, affinamento e analisi strutturale
(determinazione della fase e model building).
6Cristalli di proteine - Caratteristiche
- La cristallizzazione di una proteina è
generalmente difficile, la crescita dei cristalli
può essere molto lenta ed ottenere cristalli
sufficientemente grandi (gt0.5mm) può richiedere
diversi mesi. - Ciò che rende i cristalli proteici diversi da
quelli di una piccola molecola è il contenuto in
solvente nei cristalli delle molecole tutti gli
atomi possono essere descritti in termini di
reticolo regolare, mentre per i cristalli
proteici un reticolo cristallino coesiste con un
elevata quantità di materia allo stato liquido.
La soluzione madre, il cui contenuto nel
cristallo può variare ca. dal 30 all80, ha una
forte influenza sul comportamento dei cristalli
stessi determinandone pregi e difetti
caratteristici tra cui il principale è il fatto
che i cristalli proteici sono molto meno ordinati
dei cristalli classici, sia per lelevato
contenuto di materiale disordinato presente
allinterno del cristallo, ma anche perché i
gruppi sulla superficie della macromolecola in
contatto con il solvente possono avere una forte
mobilità.
7Cristalli di proteine - Caratteristiche
- Per questo motivo, i dati di diffrazione non
possono essere misurati con la risoluzione che
normalmente si può ottenere con le piccole
molecole. -
- Daltra parte, però, lambiente in cui si trova
la macromolecola nel cristallo non è molto
diverso da quello della soluzione da cui è stato
ottenuto (non va sottovalutata linfluenza del
solvente sulla conformazione della proteina) e si
può trarre vantaggio dalla presenza di solvente
per la preparazione di derivati di atomi pesanti
della proteina (MIR). I cristalli proteici sono
quindi molto fragili e morbidi. - Inoltre, nei cristalli proteici non sono
permessi gli elementi di simmetria che implicano
inversione, per cui il numero di possibili gruppi
spaziali scende da 230 a 65.
8Cristallizzazione
- Il processo di cristallizzazione di una
macromolecola è molto complesso ed una
spiegazione teorica di tutti i suoi aspetti è
impossibile. Tuttavia dallesperienza su di un
elevato numero di proteine idrosolubili
cristallizzate e con la disponibilità di una
quantità di proteina sufficiente e ad elevata
purezza, si hanno buone probabilità di ottenere
cristalli utilizzabili per i RX. - Molto più complessa la situazione per le
proteine di membrana. - La crescita di cristalli proteici avviene da una
soluzione soprasatura della macromolecola
attraverso uno stato termodinamicamente stabile
nel quale la proteina è distribuita tra una fase
solida e la soluzione. Il tempo necessario per
raggiungere questo equilibrio ha una forte
influenza sul risultato finale che può andare da
un precipitato amorfo o microcristallino a grandi
cristalli singoli. Le condizioni di
soprasaturazione possono essere ottenute
aggiungendo agenti precipitanti o modificando
alcuni parametri interni alla soluzione come pH e
T. Vanno tuttavia evitate le condizioni estreme
poiché la proteina e una molecola labile. - Per comprendere meglio le proprietà biologiche e
fisiologiche della macromolecola attraverso la
determinazione della struttura 3D è molto meglio
crescere i cristalli in condizioni non troppo
lontane da quelle fisiologiche in cui la molecola
svolge la sua attività. - Per studiare il processo di cristallizzazione si
può far riferimento ai diagrammi di fase.
9Cristallizzazione Diagrammi di fase
- La solubilità di una proteina può essere
rappresentata con un diagramma di fase (Curva di
solubilità della proteina). - Asse orizzontale parametro che viene variato (di
solito la conc. di precipitante) - Asse verticale Conc. proteina.
- La saturazione si ottiene quando la velocità con
cui la proteina passa nella fase solida è uguale
a quella - con cui passa in soluzione ed
- il sistema è allequilibrio.
- Salting-out sulla destra del diagramma
- dove la solubilità della proteina diminuisce
- con laumento della conc. salina.
- Salting-in sulla sinistra del diagramma
- dove la solubilità della proteina aumenta
- allaumentare dela conc. del sale.
10- Come può diventare soprasatura una soluzione
proteica? Perché la proteina non precipita
immediatamente appena si raggiunge la saturazione
della soluzione? - Perché per permettere ad una proteina di
cristallizzare deve essere superata una barriera
energetica analoga a quella delle reazioni
chimiche. - Esiste una barriera energetica da superare per la
cristallizzazione - Il nucleo critico di cristallizzazione
corrisponde allintermedio. - Più elevata è la barriera energetica, minore è la
velocità di nucleazione.
11- La probabilità di nucleazione aumenta
allaumentare della soprasaturazione - Piu soprasatura è la soluzione proteica,
maggiore è la probabilità che si formi un centro
di nucleazione e minore sarà il numero di nuclei
necessari per indurre la formazione di un
cristallo. - Tutto ciò si può rappresentare su un diagramma
di fase suddividendo la zona di soprasaturazione
in diverse regioni di probabilità crescente di
nucleazione e precipitazione.
12Cristallizzazione Agenti precipitanti
-
- I precipitanti comunemente utilizzati possono
essere suddivisi in 3 categorie - Sali (inorganici AS, Na2SO4, NaCl, KCl, NH4Cl,
MgSO4, CaCl2, NH4NO3, LiCl, etc. organici
Citrato, Acetato, Formiato, etc.) - Solventi organici (EtOH, Isopropanolo, Acetone,
Diossano, 2-metil-2,4-pentandiolo (MPD), etc.) - PEG ( da 200 a 20K e PEG MME).
13Cristallizzazione Fattori che la influenzano
- Parametri che influenzano la cristallizzazione
- pH il suo valore ha forte influenza sulla
solubilità, la quale ha un minimo a pH vicini al
punto isoelettrico della mm. - Conc. Salina La forza ionica può avere effetti
opposti sulla solubilità della proteina, ad
esempio la solubilità diminuisce allaumentare
della forza ionica (salting-out), ma ha anche un
minimo a forza ionica molto bassa (salting-in).
In pratica si può avere precipitazione aumentando
la conc. Salina o dializzando la soluzione di
proteina contro acqua. - Solventi organici Le loro proprietà di
precipitazione sono dovute al doppio effetto di
sottrarre molecole dacqua dalla soluzione e dal
diminuire la costante dielettrica del mezzo. Essi
però possono avere anche effetti sulla
conformazione della proteina e vanno quindi
utilizzati con cautela. - PEG e un agente precipitante con proprietà
peculiari è un polimero, il suo effetto sulla
solubilità è dovuto alla proprietà del volume di
esclusione il solvente viene ristrutturato e di
conseguenza viene promossa la separazione di
fase. - Molti altri parametri possono influenzare il
processo di cristallizzazione la conc. di
proteina, la temperatura, la presenza di cationi
che a volte stabilizzano la conformazione della
proteina, la purezza del campione. La presenza di
contaminanti può essere molto importante
nellimpedire la formazione di cristalli adatti
allanalisi ai RX.
14Cristallizzazione - Metodi
- Esistono diversi metodi per cristallizzare le
proteine, i più usati sfruttano lequilibrio in
fase vapore e la dialisi - Metodi di diffusione di vapore
- Tecniche di dialisi
- La crescita dei cristalli e la nucleazione non
dipendono solo dai parametri visti, ma anche dal
metodo utilizzato. Si usano incubatori termici
per mantenere la T costante.
15Cristallizzazione Metodi di Diffusione di Vapore
16Cristallizzazione - Diffusione di vapore
-
- Hanging drop (goccia sospesa)
- Sitting drop
- (goccia seduta)
-
- Sandwich drop
17Cristallizzazione - Diffusione di vapore
- In un esperimento di vapour diffusion uguali
volumi (non sempre) vengono miscelati in una
goccia, la conc. di proteina e la conc. di
precipitante raddoppieranno. - Quando i cristalli iniziano a crescere, la conc.
di proteina in soluzione diminuisce e si ha
quindi la crescita dei cristalli.
18Setting esperimenti di cristallizzazione
19Cristallizzazione - Dialisi
- Microdialisi Set up di un esperimento con un
bottone di dialisi.
20Cristallizzazione - Dialisi
-
- In un esperimento di cristallizzazione per
dialisi la conc. di proteina è costante (se lo
stiramento della membrana è trascurabile e la
soluzione iniziale riempie completamente la
camera di dialisi). In un esperimento salting-out
la conc. di precipitante aumenta. - La dialisi può essere utilizzata anche nella
regione del salting-in del diagramma di fase
forzando la proteina a uscire dalla soluzione
diminuendo la conc. di precipitante (desalting).
Nella dialisi si ha il vantaggio di poter
cambiare la conc. di precipitante nel corso
dellesperimento. Si può anche aumentare la conc.
di un precipitante mentre si diminuisce la conc.
di un altro. Cambiamento di tampone.
21Cristalli proteici
Poiché in un cristallo proteico vi sono poche
interazioni dirette di impaccamento tra le
molecole di proteina, piccole variazioni della
soluzione di cristallizzazione, come ad esempio
piccole variazioni nel pH, possono portare ad
avere impaccamenti diversi e si possono quindi
ottenere forme cristalline differenti. Le
strutture di alcune molecole di proteina (ad
esempio il lisozoma e la mioglobina) sono quindi
state determinate in diverse forme cristalline,
ma risultano sostanzialmente uguali, ad eccezione
di alcune catene laterali che sono coinvolte
nellimpaccamento. Proprio perché le interazioni
tra le molecole proteiche in un cristallo sono
poche, esse non modificano la struttura
complessiva della proteina anche avendo un
diverso impaccamento. Tuttavia, diverse forme
cristalline possono avere un diverso grado di
ordine e quindi dare un quadro di diffrazione di
diversa qualità. In generale, più le molecole
sono strettamente impaccate e quindi meno acqua
contiene il cristallo, migliore è la diffrazione
che si ottiene poichè le molecole nel cristallo
sono più ordinate.