Title: Ciclo Bretone e Carolingio
1Ciclo Bretone e Carolingio
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- LOrlando Furioso Di L.Ariosto
- LOrlando Innamorato Di M.Boiardo
- La Gerusalemme Liberata Di T. Tasso
3Cicli narrativi
- Tutta la materia narrativa francese del medioevo
si svolse in una serie di poemi e romanzi che si
collegano all'uno o all'altro di tre così detti
cicli carolingio, bretone e classico. - Al ciclo carolingio appartengono canti epici
(chansons de geste) che trovieri o giullari
recitavano nei castelli e nelle piazze, al suono
della viola canti che esaltavano la figura di
Carlo Magno e le imprese compiute dalla famiglia
(gesta) dei suoi paladini.Il poema più antico
(seconda metà del sec.XI) e più famoso è la
Chanson de Roland, rimaneggiamento fantastico,
non senza l'intento nazionale, dell'episodio di
Roncisvalle (778). - Al ciclo bretone (o di Artù) appartengono molti
romanzi lavorati sulle leggendarie avventure dei
cavalieri di re Artù dei quali i più noti sono
il Chevalier De Lion e il Lancelot di Chretien De
Troyes. - Al ciclo classico appartengono narrazioni in
prosa e in verso su talune tradizioni mitologiche
e storiche dell'antichità classica, attinte a
rifacimenti della decadenza tali sono il Roman
de Troie di Benedetto Di Sante More, il Roman de
Julies Cèsar di Giulio De Forest, il Roman
d'Alexandre, in versi di quattordici sillabe
(onde più tardi il nome di alessandrini),forse di
Lamberto Le Tort.
4Lingua D oc
- La letteratura in lingua d'oc è composta
prevalentemente di opere in poesia. Si sviluppa
nelle zone della Francia meridionale ed avrà una
profonda influenza sulla poesia lirica italiana.
La lirica cortese ha prevalentemente carattere
amoroso, e trae i modelli di comportamento e di
linguaggio dall'ambiente feudale. Il poeta è un
"vassallo" che si sottomette alla donna amata, la
serve e attende da lei il beneficio. I suoi
ideali sono la fedeltà, il coraggio, l'eroismo,
ma altra diventa la loro destinazione il poeta
si consacra alla dama, la onora e le è devoto
fino al sacrificio. Lo stile della poesia
trobadorica (scritta cioè da trovatori), mostra
un sorprendente livello di raffinatezza è
evidente la capacità di dominare la materia
narrata, ricorrendo alle più ardite
sperimentazioni linguistiche e retoriche. La
produzione cortese è ricchissima e non è
esclusivamente maschile si contano infatti
almeno diciassette poetesse in Lingua DOc.
5Lingua D oil
- La letteratura d'oil è costituita, per la gran
parte, dalle chansons de geste ("canzone di
gesta"), raccolte nei cicli carolingio e bretone.
Nel ciclo carolingio spicca la Chanson de Roland
(Canzone di Rolando), che risale alla prima metà
dell'Xl secolo. Nel ciclo bretone si narrano
invece le gesta dei cavalieri della Tavola
Rotonda e del loro re, Artù. Fra le loro imprese
leggendarie occupa un posto preminente la ricerca
del Santo Graal, la coppa dove Giuseppe d'
Arimatea raccolse il sangue di Gesù crocifisso.
Le forme in cui sono raccontate le gesta dei
cavalieri sono varie canti con accompagnamento
musicale, poemetti, romanzi in prosa. Idealità
cavalleresche, audacia e spirito di sacrificio
ricorrono nel ciclo bretone come in quello
carolingio, con in più la presenza di altri
elementi, tra i quali spiccano in particolare il
soprannaturale e il magico. Ma, soprattutto, il
ciclo bretone è contraddistinto da un fortissimo
senso dell' avventura. I protagonisti s'
impegneno in azioni nelle quali l' alto rischio
personale permette di misurare le proprie
capacità e di raggiungere la gloria individuale,
per lo più con lo scopo di conquistare la donna
amata. Nel ciclo bretone comincia a prendere
forma il modello del cavaliere errante, che avrà
una larga diffusione nelle letterature dei secoli
successivi in tutta Europa. L'autore più noto del
ciclo è Chrétien de Troyes, vissuto tra il 1135
circa e il 1190 circa, cui sono attribuiti cinque
romanzi cavallereschi, tra i quali 'Lancelot' e
'Perceval', che hanno per protagonisti i due
celeberrimi eroi della Tavola Rotonda.
6LOrlando Furioso Di Ludovico Ariosto
- 1
- Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,le
cortesie, l'audaci imprese io canto,che furo al
tempo che passaro i Morid'Africa il mare, e in
Francia nocquer tanto,seguendo l'ire e i
giovenil furorid'Agramante lor re, che si diè
vantodi vendicar la morte di Troianosopra re
Carlo imperator romano. - 2Dirò d'Orlando in un medesmo trattocosa non
detta in prosa mai, né in rimache per amor
venne in furore e matto,d'uom che sì saggio era
stimato primase da colei che tal quasi m'ha
fatto,che 'l poco ingegno ad or ad or mi
lima,me ne sarà però tanto concesso,che mi
basti a finir quanto ho promesso.
7LORLANDO FURIOSO DI LUDOVICO ARIOSTO
- 3Piacciavi, generosa Erculea prole,ornamento e
splendor del secol nostro,Ippolito, aggradir
questo che vuolee darvi sol può l'umil servo
vostro.Quel ch'io vi debbo, posso di
parolepagare in parte e d'opera d'inchiostroné
che poco io vi dia da imputar sono,che quanto io
posso dar, tutto vi dono. - 4Voi sentirete fra i più degni eroi,che nominar
con laude m'apparecchio,ricordar quel Ruggier,
che fu di voie de' vostri avi illustri il ceppo
vecchio.L'alto valore e' chiari gesti suoivi
farò udir, se voi mi date orecchio,e vostri alti
pensieri cedino un poco,sì che tra lor miei
versi abbiano loco.
8LORLANDO FURIOSO DI LUDOVICO ARIOSTO
- 5Orlando, che gran tempo innamoratofu de la
bella Angelica, e per leiin India, in Media, in
Tartaria lasciatoavea infiniti ed immortal
trofei,in Ponente con essa era tornato,dove
sotto i gran monti Pireneicon la gente di
Francia e de Lamagnare Carlo era attendato alla
campagna, - 6per far al re Marsilio e al re
Agramantebattersi ancor del folle ardir la
guancia,d'aver condotto, l'un, d'Africa
quantegenti erano atte a portar spada e
lancial'altro, d'aver spinta la Spagna inantea
destruzion del bel regno di Francia.E così
Orlando arrivò quivi a puntoma tosto si pentì
d'esservi giunto
9LORLANDO FURIOSO DI LUDOVICO ARIOSTO
- 7Che vi fu tolta la sua donna poiecco il
giudicio uman come spesso erra!Quella che dagli
esperi ai liti eoiavea difesa con sì lunga
guerra,or tolta gli è fra tanti amici
suoi,senza spada adoprar, ne la sua terra.Il
savio imperator, ch'estinguer volseun grave
incendio, fu che gli la tolse
10Autori
- Ludovico Ariosto
- Torquato Tasso
- Matteo Boiardo
11Commenti
- Quali sono le caratteristiche dell'ottava
dell'Innamorato?Il Boiardo riorganizza la
struttura del tradizionale poema in ottava rima
nel costante tentativo di far coincidere
l'aspetto metrico-fonico e quello semantico. Si
tratta di una riforma di un certo rilievo se si
pensa allo schema rigido e monotono dei cantari,
la cui ottava presenta un procedere di tipo
oppositivo scandito per distici, ciascuno dei
quali fornisce notizie diverse e autonome. Lo
schema astratto dell'ottava trova nell'Innamorato
diverse possibilità di realizzazione, che vanno
dalla più solida struttura 62 al verso frase. La
prima tipologia, che sarà sfruttata maggiormente
dall'Ariosto, supera il frammentismo
dell'arcimodello definendosi in una struttura
dalla straordinaria solidità, che conserva spesso
al distico finale uno stacco anche tematico, sede
di proverbi e iperboli funzionali al
distanziamento ironico. Più ricorrente è lo
schema 44, con cui il Boiardo porta a un massimo
di fusione la frammentazione interna dei cantari.
Poco frequente è, invece, l'articolazione in
versi frase, che oppone alla forma aurea in due
quartine l'autonomia sintattica e semantica dei
singoli versi, che possono assumere funzione di
commento, valore anaforico (sintesi di ciò che è
già stato detto) o cataforico (anticipazione di
ciò che verrà detto). Anche in quest'ultima
tipologia, nonostante le apparenze, l'ottava
risulta fortemente coesa attraverso legami
retorici, logici, sintattici e semantici.
12Commenti
- Che rapporto lega l'Orlando Furioso di Ariosto
all'Innamorato di Matteo Maria Boiardo?Ariosto
si dichiara esplicitamente continuatore
dell'opera del Boiardo in una lettera del 1512 a
Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, che gli
chiedeva notizie sul testo che si diceva lo
scrittore stesse componendo. L'incompiutezza
narrativa (le storie vengono costantemente
annunciate e poi troncate) e strutturale (l'opera
è mutila) dell'Innamorato, che termina
bruscamente con il canto IX del III libro,
innesca un meccanismo di serialità, diventando
per alcuni letterati un invito a proseguire la
storia con nuovi sviluppi. Le gionte
dell'Orlando Innamorato sono sei, per mano di
quattro autori diversi, di cui l'Ariosto è
appunto l'ultimo. La sovrapposizione delle
successive aggiunte genera, almeno all'inizio,
una certa vischiosità, come afferma Cesare
Segre, nel senso che il Furioso per un certo
periodo trascina con sé il pacchetto di opere
precedenti, spesso confuso con l'Innamorato, e
percepito come opera autonoma solo dopo la
seconda edizione (1521), per diventare
successivamente prototipo unico del genere
cavalleresco.
13Commenti
- Nel rinnovare il genere cavalleresco col suo
Orlando Boiardo tiene conto delle esigenze del
pubblico cortigiano a cui si rivolgeva?Venire
incontro al gusto dei suoi lettori era
naturalmente fondamentale per Boiardo, anche per
il ruolo sociale che occupava nella vita
politica. Le novità che egli introduce nel genere
di cavalleria, riformandolo profondamente, sono
quindi motivate anche dalle aspettative del
pubblico la commistione dei cicli bretone (le
gesta di Artù e dei cavalieri della tavola
rotonda) e carolingio (Carlo Magno e i suoi
paladini) l'importanza assegnata agli ideali
cortesi e all'amore accanto alla forza delle
armi il nuovo valore della letteratura classica
riscoperta dall'Umanesimo il racconto
dell'epopea dei cavalieri come fondamento degli
eventi storici l'agilità nel volgere in parodia
alcuni aspetti della tradizione cavalleresca.
Negli ideali e nei comportamenti che la
narrazione suggerisce devono rispecchiarsi i
lettori della corte perciò Boiardo, oltre a
rappresentare personaggi e imprese che sappiano
intrattenere il lettore e, insieme, siano modelli
di riferimento civile, inserisce il suo pubblico
nel poema attraverso la costruzione di una
cornice che avvolge la storia e l'accompagna.
L'effetto è quello d'uno specchio che riflette
un'immagine ideale della civiltà della corte
quattrocentesca, permettendo al poeta di
trasmettere valori e codici di comportamento e al
pubblico di riconoscersi in quegli stessi valori
cavallereschi.
14Torquato Tasso
aUTORI
- Torquato Tasso,nato l'11 marzo 1544 a Sorrento da
famiglia principesca, il padre Bernardo, anche
lui insigne poeta, apparteneva ai Della Torre
mentre la madre, Porzia De Rossi, bella e
virtuosa, era di nobile stirpe. Le doti di
Bernardo si trasferirono copiose e ancor più
potenziate in Torquato il quale a diciotto anni
esordì con il poema "Rinaldo", splendida opera
dedicata al cardinale Luigi D'Este. La sua vita
tuttavia può considerarsi distinta in due
periodi quello che va dalla nascita fino al 1575
e quello successivo dal 1575 in poi.Dagli otto
ai dieci anni dovette assistere all'esilio del
padre, alle persecuzioni politiche, alla
cupidigia dei parenti ed all'allontanamento
dell'amata madre che non rivedrà più. Studiò a
Napoli e Roma per poi seguire il padre grazie al
quale conobbe letterati insigni fu questo il
periodo più felice della sua vita durante il
quale compose quel capolavoro che è la
"Gerusalemme liberata".Nella seconda metà del
1574 è colpito da una violenta febbre e dal 1575
compie una serie di azioni che possono trovare
spiegazione solo nella sua ossessione di essere
perseguitato e nella sua sensibilità morbosa uno
stato d'animo che lo getterà nella solitudine più
estrema e vicino allo squilibrio mentale totale
(il duca Alfonso lo fece rinchiudere
nell'ospedale di S. Anna, dove rimase per sette
anni).Negli ultimi anni vagò così di corte in
corte, di città in città ritornando, nel 1577,
vestito da pastore a Sorrento presso la sorella
Cornelia. Alla fine del suo pellegrinare, durante
il quale continuò a comporre, si trovò a Roma
dove accolse l'invito del Papa di recarsi al
Campidoglio per ricevere l'alloro solenne. Morirà
il 25 aprile 1595 alla vigilia dell'incoronazione
che avverrà postuma.
15Ludovico Ariosto
aUTORI
- Primo di dieci figli, Ludovico Ariosto nasce a
Reggio Emilia l'8 settembre 1474 da Daria
Malaguzzi Valeri e dal conte Niccolò Ariosto,
capitano della rocca di quella città. La famiglia
si trasferisce prima, nel 1481, a Rovigo, dove
Niccolò è stato inviato dal duca I d'Este con
l'incarico di comandante della guarnigione poi,
a seguito della guerra scoppiata tra Ferrara e
Venezia, a Reggio, infine nel 1484, a Ferrara. E
ferrarese, poi l'Ariosto amò sempre dirsi, tanto
che, oramai vecchio, dichiarava che avrebbe
ucciso chi gli avesse impedito di passeggiare
ogni giorno sulla piazza di Ferrara, tra la
facciata del duomo e le due statue dei marchesi
Niccolò e Borso. In mezzo a quellItalia
sconvolta dalle guerre tra Spagna e Francia,
Ferrara rappresentava per lui la stabilità. - Tra il 1489 e il 1494, contro voglia, per volere
del padre, e con esiti piuttosto modesti, studia
diritto presso l'Università di Ferrara. Ma
intanto partecipa alla vivace vita della corte di
Ercole I, dove entra in contatto con vari e
prestigiosi letterati e umanisti (Ercole Strozzi,
Pietro Bembo e molti altri). Lasciato finalmente
libero dal padre di dedicarsi ai prediletti studi
letterari, abbandona la giurisprudenza e
intraprende lo studio della letteratura latina,
impegnandosi anche in una produzione poetica sia
latina (liriche amorose, elegie, De diversis
amoribus, De laudibus Sophiae ad Herculem
Ferrariae ducem primum, Epithalamium, epitaffi ed
epigrammi) sia volgare, le Rime (pubblicate
postume 1546).
16Ludovico Ariosto
- Nel 1500 si chiude bruscamente il periodo degli
studi tranquilli e dell'ozio letterario e si
colloca la prima e traumatica svolta nella vita
dell'Ariosto. Muore il padre, lasciando a lui che
è il primogenito, oltre a una non floridissima
situazione economica, la tutela delle cinque
sorelle e dei quattro fratelli (tre dei quali
minorenni e il maggiore Gabriele paralitico, che
rimane con lui tutta la vita). Per provvedere
alle necessità familiari, è costretto, pertanto,
ad assumere i più diversi incarichi pubblici e
privati, che a malincuore vengono continuamente a
distrarlo dall'attività letteraria, l'unica a lui
congeniale. E proprio a causa delle condizioni
economiche e materiali imposte dalla vita
cortigiana, l'Ariosto, a differenza del Boiardo,
avverte una forte contraddizione tra la sua
passione letteraria e il legame con la corte
estense. - Nel 1502 ottiene il capitanato della rocca di
Canossa. Intorno al 1503 ha un figlio,
Giambattista, dalla domestica Maria (più tardi
avrà un altro figlio, Virginio, da Olimpia
Sassomarino). Sempre nello stesso anno entra al
servizio del cardinale Ippolito d'Este, figlio di
Ercole I e fratello del duca Alfonso. Sotto il
giogo del Cardinal da Este, uomo gretto, avaro
e insensibile alla cultura e alla poesia, svolge
svariati, faticosi, mal retribuiti e ingrati
compiti dalle incombenze pratiche, quali aiutare
il signore a spogliarsi, alle faccende
amministrative, dalle funzioni di intrattenimento
e di rappresentanza alle delicate e rischiose
missioni politiche e diplomatiche. Tra il 1507 e
il 1515, periodo assai ricco di incidenti
diplomatici, è spesso costretto a fare viaggi a
cavallo per recarsi ad Urbino, a Venezia, a
Firenze, a Bologna, a Modena, a Mantova e a Roma.
17Ludovico Ariosto
- E così, mentre attende alla stesura dellOrlando
furioso, e si impegna nell'ambito del teatro di
corte, scrivendo e mettendo in scena i primi
importanti esperimenti del nuovo teatro volgare,
le commedie Cassaria e I Suppositi, l'Ariosto è
protagonista di una delle fasi più aspre delle
guerre d'Italia. - Nel 1509 segue il cardinale nella guerra contro
Venezia. Nel 1510 si reca a Roma per ottenere la
revoca della scomunica inflitta da papa Giulio II
al cardinale, ma viene minacciato di essere
gettato ai pesci. Nel 1512, insieme al duca
Alfonso, vive una romanzesca fuga attraverso gli
Appennini, per sottrarsi alle ire del pontefice,
deciso a non riconciliarsi con gli Estensi,
alleatisi con i francesi nella guerra della Lega
Santa - Nel 1513, alla morte di Giulio II, si reca
nuovamente a Roma per felicitarsi con il nuovo
papa Leone X, sperando, tuttavia invano, di
ottenere un beneficio generoso che gli permetta
una sistemazione più tranquilla. In quello stesso
anno torna a Firenze, dove dichiara il suo amore
alla donna della sua vita, Alessandra Benucci,
una fiorentina sposata con il ferrarese Tito
Strozzi. Morto il marito, nel 1515, la Benucci
verrà ad abitare a Ferrara, ma non vivrà mai con
lui, neppure dopo il matrimonio, celebrato in
gran segreto nel 1527 affinché lei non perda i
diritti all'eredità del marito e lui i suoi
benefici ecclesiastici. - Nel 1516 esce la prima edizione dell'Orlando
furioso, dedicata al cardinale Ippolito d'Este,
che tuttavia non dimostra alcuna gratitudine. E
quando, nel 1517, questi, eletto vescovo di Buda,
pretende che il poeta lo segua in Ungheria, egli
si rifiuta, rompendo ogni legame.
18Ludovico Ariosto
- Siamo a un'altra svolta nella vita dell'Ariosto.
Inizia un tormentato periodo di crisi non solo
per il poeta, in gravi difficoltà economiche,
familiari e giudiziarie (per certe proprietà
terriere della sua famiglia), ma anche per il
ducato Estense in lotta con il papato e per
l'Italia intera. Nel 1518, dunque, passa al
servizio o servitù del duca Alfonso, pur
senza migliorare la situazione economica.
Intanto, tra il 1517 e il 1525, attende alla
composizione delle sette Satire (pubblicate solo
nel 1534) realistica e amara meditazione sugli
ambienti cortigiani e sulla sorte degli uomini di
lettere. Questi sono probabilmente anche gli anni
a cui risale la stesura dei Cinque Canti,
composti in vista di un inserimento nel Furioso,
ma poi lasciati da parte a causa dei toni cupi e
perciò dissonanti rispetto al resto del poema.
Tra il 1519 e il 1520 prosegue la composizione
delle rime in volgare e compone, inoltre, due
commedie Il Negromante e I studenti (incompiuta). - Dopo aver ristampato nel 1521 il Furioso,
essendogli stato sospeso lo stipendio di
cortigiano, nel 1522 l'Ariosto è costretto,
seppur malvolentieri, ad accettare l'incarico
affidatogli dal duca Alfonso il commissariato
della regione montuosa e selvatica della
Garfagnana. Le Lettere, scritte per dovere
d'ufficio al duca, rivelano la grande fermezza,
serietà e sagacia amministrativa e politica con
cui l'Ariosto cercò di ricondurre la legge e
l'ordine in quel territorio di confine, infestato
dai banditi e dalle violenza delle fazioni
rivali.
19Ludovico Ariosto
- Lasciata la Garfagnana, nel 1525 si apre un
periodo più sereno e per il poeta e per il suo
ducato. Tornato a Ferrara, il duca gli affida
varie cariche amministrative ma anche incarichi a
lui più congeniali. Viene chiamato, infatti, a
far parte del Maestrato dei savi e viene nominato
sovrintendente agli spettacoli di corte. Riscrive
in versi la Cassaria e I Suppositi, rielabora Il
Negromante e nel 1528 scrive una nuova commedia,
la Lena. Nel 1532, tra l'altro, dirige le recite
di una compagnia padovana inviata a Ferrara dal
Ruzzante. Pochi sono i viaggi di questi anni. Nel
1528 è a Modena con il duca per scortare
l'imperatore Carlo V di passaggio nello Stato
estense. Nel 1531, dopo essere stato a Firenze,
ad Abano e a Venezia, il marchese del Vasto,
Alfonso d'Avalos, condottiero dell'esercito
imperiale, gli assegna, a Correggio, una pensione
di cento ducati d'oro. - L'Ariosto trascorre gli ultimi anni della sua
vita nell'amata casetta in contrada Mirasole, tra
l'affetto di Alessandra e del figlio Virginio e
la revisione del Furioso, la cui edizione
definitiva esce nel 1532. - Ammalatosi di enterite, muore il 6 luglio 1533.
Dal 1801 il suo corpo è tumulato nella sala
maggiore della Biblioteca Ariostea di Ferrara.
20Matteo Maria Boiardo
aUTORI
- Matteo Maria Boiardo nacque nel 1441 a Scandiano
(nellodierna Emilia) nel castello del nonno
paterno, feudatario degli Estensi. Trascorsa
linfanzia a Ferrara, alla morte del padre (1451)
Boiardo rientrò a Scandiano, dove proseguì gli
studi. Ereditato il titolo feudale, allattività
di amministrazione del feudo Matteo affiancò
presto lassidua frequentazione delle corti degli
Este, a Ferrara (dove, dal 1461, volle avere una
stabile residenza), a Modena e a Reggio
Emilia.Le prime opere in latino. La vita di
corte stimolò ben presto la vena poetica del
giovane Boiardo, di cui ci rimangono come
documento più antico i Carmina de laudibus
Estensium (Poesie in lode degli Estensi, composte
tra il 1462 e il 1474), quindici eleganti
componimenti latini in vario metro. Gli Amorum
libri, un canzoniere in volgare. Fin dalla
giovinezza Boiardo si esercitò anche nella poesia
volgare e loccasione per dare forma unitaria
alle sue prove venne nel 1469, quando si innamorò
della gentildonna reggiana Antonia Caprara.
Intorno alla figura di questa giovinetta,
descritta come bellissima e volubile, venne
aggregandosi il canzoniere di Boiardo, gli Amorum
libri tres (I tre libri degli amori).
21Matteo Maria Boiardo
- Il definitivo trasferimento a Ferrara. I doveri
di feudatario e di uomo di corte degli Estensi
impegnavano Boiardo in missioni diplomatiche e di
rappresentanza che gli impedivano di dedicarsi
integralmente allattività letteraria. Anche
occuparsi dei beni feudali richiedeva una vigile
attenzione e ciò indusse Boiardo ad allentare i
legami con il feudo di Scandiano e a trasferirsi
(dal 1476) a Ferrara, a stabile servizio presso
la corte di Ercole con la generica qualifica di
comes (compagno) del duca.LOrlando
innamorato. Il gusto per i romanzi cortesi e i
poemi epici era quasi un compiaciuto contrassegno
dellambiente estense e si traduceva in una ricca
biblioteca di codici dei cicli di poemi arturiani
e carolingi. Fu in questo clima che avvenne
lincontro del Boiardo con la materia narrativa a
lui più congeniale, e sono questi gli anni in
cui, con notevole celerità, prese forma il suo
capolavoro, l Orlando innamorato .Chiaro
riflesso della vita di corte, anche se di incerta
datazione, sono pure i Capitoli del gioco dei
tarocchi, settantotto terzine e due sonetti
composti per illustrare un mazzo di ottanta carte
ispirate a temi e simboli amorosi.
22Matteo Maria Boiardo
- Linterruzione del poema e la morte. Gravi
urgenze politiche, però, intervennero a
sconvolgere la vita della corte ferrarese e nel
1480, nel corso della guerra contro Venezia,
Boiardo venne nominato da Ercole governatore di
Modena. La pace del 1484 non riuscì a sancire un
ritorno del conte agli ozi letterari della vita
cortigiana, perché appena due anni dopo venne
nominato governatore di Reggio. Tra gli impegni
di governo, Boiardo tentò di proseguire con un
terzo libro le vicende dellInnamorato,
definitivamente interrotto dagli eventi che
seguirono la discesa in Italia del re di Francia
Carlo VIII (settembre 1494). Boiardo morì a
Reggio il 19 dicembre 1494.
23LOrlando Innamorato Di M.Boiardo
1.Signori e cavallier che ve adunatiPer odir
cose dilettose e nove,Stati attenti e quïeti, ed
ascoltatiLa bella istoria che 'l mio canto
muoveE vedereti i gesti smisurati,L'alta
fatica e le mirabil proveChe fece il franco
Orlando per amoreNel tempo del re Carlo
imperatore.2.Non vi par già, signor,
meravigliosoOdir cantar de Orlando
inamorato,Ché qualunche nel mondo è più
orgoglioso,È da Amor vinto, al tutto
subiugatoNé forte braccio, né ardire
animoso,Né scudo o maglia, né brando
affilato,Né altra possanza può mai far
diffesa,Che al fin non sia da Amor battuta e
presa.
24LOrlando Innamorato Di M.Boiardo
- 3.Questa novella è nota a poca gente,Perché
Turpino istesso la nascose,Credendo forse a quel
conte valenteEsser le sue scritture
dispettose,Poi che contra ad Amor pur fu
perdenteColui che vinse tutte l'altre coseDico
di Orlando, il cavalliero adatto.Non più parole
ormai, veniamo al fatto.4.La vera istoria di
Turpin ragionaChe regnava in la terra de
orïente,Di là da l'India, un gran re di
corona,Di stato e de ricchezze sì potenteE sì
gagliardo de la sua persona,Che tutto il mondo
stimava nïenteGradasso nome avea quello
amirante,Che ha cor di drago e membra di
gigante.
25LOrlando Innamorato Di M.Boiardo
- 5.E sì come egli avviene a' gran signori,Che
pur quel voglion che non ponno avere,E quanto
son difficultà maggioriLa desïata cosa ad
ottenere,Pongono il regno spesso in grandi
errori,Né posson quel che voglion
possedereCosì bramava quel pagan gagliardoSol
Durindana e 'l bon destrier Baiardo. -
- 6.Unde per tutto il suo gran tenitoroFece la
gente ne l'arme asembrare,Ché ben sapeva lui che
per tesoroNé il brando, né il corsier puote
acquistareDuo mercadanti erano coloroChe
vendean le sue merce troppo carePerò destina di
passare in FranzaEd acquistarle con sua gran
possanza.
26LOrlando Innamorato Di M.Boiardo
- 7.Cento cinquanta millia cavallieriElesse di
sua gente tutta quantaNé questi adoperar facea
pensieri,Perché lui solo a combatter se
avantaContra al re Carlo ed a tutti guerreriChe
son credenti in nostra fede santaE lui soletto
vincere e disfareQuanto il sol vede e quanto
cinge il mare.
27La Gerusalemme Liberata Di T. Tasso
- 1 Canto l'arme pietose e 'l capitanoche 'l gran
sepolcro liberò di Cristo.Molto egli oprò co 'l
senno e con la mano,molto soffrí nel glorioso
acquistoe in van l'Inferno vi s'oppose, e in
vanos'armò d'Asia e di Libia il popol misto.Il
Ciel gli diè favore, e sotto a i santisegni
ridusse i suoi compagni erranti. - 2 O Musa, tu che di caduchi allorinon circondi
la fronte in Elicona,ma su nel cielo infra i
beati corihai di stelle immortali aurea
corona,tu spira al petto mio celesti ardori,tu
rischiara il mio canto, e tu perdonas'intesso
fregi al ver, s'adorno in parted'altri diletti,
che de' tuoi, le carte. - 3 Sai che là corre il mondo ove piú versidi sue
dolcezze il lusinghier Parnaso,e che 'l vero,
condito in molli versi,i piú schivi allettando
ha persuaso.Cosí a l'egro fanciul porgiamo
aspersidi soavi licor gli orli del vasosucchi
amari ingannato intanto ei beve,e da l'inganno
suo vita riceve.
28La Gerusalemme Liberata Di T. Tasso
- 4 Tu, magnanimo Alfonso, il quale ritoglial
furor di fortuna e guidi in portome peregrino
errante, e fra gli scoglie fra l'onde agitato e
quasi absorto,queste mie carte in lieta fronte
accogli,che quasi in voto a te sacrate i'
porto.Forse un dí fia che la presaga pennaosi
scriver di te quel ch'or n'accenna. - 5 È ben ragion, s'egli averrà ch'in paceil buon
popol di Cristo unqua si veda,e con navi e
cavalli al fero Tracecerchi ritòr la grande
ingiusta preda,ch'a te lo scettro in terra o, se
ti piace,l'alto imperio de' mari a te
conceda.Emulo di Goffredo, i nostri
carmiintanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi. - 6 Già 'l sesto anno volgea, ch'in orientepassò
il campo cristiano a l'alta impresae Nicea per
assalto, e la potenteAntiochia con arte avea già
presa.L'avea poscia in battaglia incontra
gentedi Persia innumerabile difesa,e Tortosa
espugnata indi a la reastagion diè loco, e 'l
novo anno attendea.
29La Gerusalemme Liberata Di T. Tasso
- 7 E 'l fine omai di quel piovoso inverno,che fea
l'arme cessar, lunge non eraquando da l'alto
soglio il Padre eterno,ch'è ne la parte piú del
ciel sincera,e quanto è da le stelle al basso
inferno,tanto è piú in su de la stellata
spera,gli occhi in giú volse, e in un sol punto
e in unavista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna. - 8 Mirò tutte le cose, ed in Sorias'affisò poi
ne' principi cristianie con quel guardo suo
ch'a dentro spianel piú secreto lor gli affetti
umani,vide Goffredo che scacciar desiade la
santa città gli empi pagani,e pien di fé, di
zelo, ogni mortalegloria, imperio, tesor mette
in non cale. - 9 Ma vede in Baldovin cupido ingegno,ch'a
l'umane grandezze intento aspiravede Tancredi
aver la vita a sdegno,tanto un suo vano amor
l'ange e martirae fondar Boemondo al novo
regnosuo d'Antiochia alti princípi mira,e leggi
imporre, ed introdur costumeed arti e culto di
verace nume
30La Gerusalemme Liberata Di T. Tasso
- 10 e cotanto internarsi in tal pensiero,ch'altra
impresa non par che piú rammentiscorge in
Rinaldo e animo guerrieroe spirti di riposo
impazientinon cupidigia in lui d'oro o
d'impero,ma d'onor brame immoderate,
ardentiscorge che da la bocca intento pendedi
Guelfo, e i chiari antichi essempi apprende.