Title: ESOFAGO DI BARRETT
1ESOFAGO DI BARRETT
L esofago di Barrett, è caratterizzato dalla
sostituzione con epitelio colonnare metaplasico
dell epitelio squamoso che normalmente riveste
lesofago distale. Il reflusso gastrointestinale
sembra essere il fattore che danneggia le cellule
squamose esofagee mature e stimola alla
riparazione della mucosa mediante metaplasia
colonnare. Si può trovare nello 0,2-1 dei
soggetti sottoposti a gastroscopia e il 10 dei
pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo.
Lepitelio colonnare si estende variabilmente in
senso prossimale in forma di isole o lingue,
oppure in senso circonferenziale. Se lestensione
è limitata, la diagnosi endoscopica è difficile
in quanto la metaplasia è difficilmente
distinguibile dalla normale giunzione mucosa
esofago-gastrica (linea Z) si parla in questi
casi di esofago di Barrett solo quando la linea Z
appare a più di 3 cm dalle pliche gastriche
cardiali. In questa patologia sono relativamente
frequenti lesofagite, le ulcere, le stenosi ed
il sanguinamento.
2REFLUSSO GASTROESOFAGEO CRONICO
ESOFAGO DI BARRETT
3REFLUSSO GASTROESOFAGEO CRONICO
ESOFAGO DI BARRETT
Esofagite Ulcera Displasia
Stenosi
Dilatazione
Terapia medica per 3 mesi
4Il 10 dei pazienti con mucosa di Barrett
sviluppa una displasia epiteliale che, dal punto
di vista anatomopatologico, può essere distinta
in lieve (molto frequente) e grave (più rara).
Nonostante la storia naturale della displasia non
sia nota, viene considerata alla stregua di una
precancerosi e come tale oggetto di trattamenti
preventivi. Il rischio generico di carcinoma
associato alla displasia grave è 40 volte
maggiore rispetto alla popolazione sana rischi
specifici sono il fumo, il reflusso non
controllato, la presenza di mucosa intestinale ed
una estensione gt 5 cm. Il 40 dei pazienti
resecati per displasia grave rivela, allesame
istologico definitivo, focolai di carcinoma
invasivo.
Esofagite Ulcera Displasia
5La terapia medica ricalca i principi del
trattamento dellesofagite da reflusso in
particolare, il decorso dellesofagite,
dellesofagite, delle ulcere e delle stenosi
peptiche è sovrapponibile. Il controllo del
reflusso gastroesofageo rallenta o ferma
lestensione della metaplasia ma non ne modifica
in modo significativo levoluzione infatti anche
se il 65 delle displasie migliora, il 25
rimane invariato e il 10 evolve in carcinoma,
percentuale questultima sovrapponibile a quella
riscontrabile nei pazienti non trattati.
Terapia medica per 3 mesi
6Terapia medica per 3 mesi
SI
NO
Regressione sintomi
Endoscopia
Endoscopia
Regressione quadro endoscopico
NO
SI
Terapia di mantenimento
Displasia
Follow-up endoscopico
7Il follow-up endoscopico è una parte fondamentale
nella prevenzione e diagnosi precoce della
trasformazione neoplastica dellesofago di
Barrett, e deve essere personalizzato a seconda
della situazione clinica. Nei casi di esofago di
Barrett senza displasia associato a reflusso
controllato dalla terapia medica o chirurgica, la
frequenza di controlli endoscopici e bioptici è
biennale. In presenza di displasia lieve è
consigliabile impostare controlli annuali, mentre
in caso di displasia grave non trattata con
resezione, i controlli devono essere effettuati
ogni 3-6 mesi a seconda dei fattori di rischio
coesistenti. Lo stesso ritmo deve essere
osservato dopo resezione esofagea parziale per
displasia grave o carcinoma in situ, per il
rischio documentato di comparsa di neoplasie a
livello del moncone esofageo residuo.
Follow-up endoscopico
8SI
NO
Displasia
Lieve
Grave
Lieve
INTERVENTI ANTI-REFLUSSO
RESEZIONE
SUBTOTALE
TOTALE
Follow-up endoscopico
9Pur modificando, analogamente alla terapia
medica, il decorso della metaplasia, la chirurgia
antireflusso non ha un ruolo definito
nellevoluzione della displasia, essendo stato
segnalato un 10 di carcinomi su epitelio di
Barrett dopo trattamento chirurgico del reflusso.
Pertanto, la scelta conservativa in caso di
displasia grave implica un follow-up endoscopico
serrato a cadenza semestrale.
INTERVENTI ANTI-REFLUSSO
10La resezione esofagea totale per via transiatale
si pone come trattamento di scelta nei carcinomi
in situ e nelle displasie gravi qualora
sussistano sufficienti fattori di rischio
neoplastico e le condizioni del malato lo
permettano. Se questultimo motivo si esegue una
resezione parziale, sono stati descritti casi di
adenocarcinomi del moncone in caso di adozione
di tale tecnica, è quindi consigliabile un
follow-up endoscopico serrato.
RESEZIONE