Title: Diapositiva 1
1IL BUDDHISMO
2gli otto raggi stanno per il nobile ottuplice
sentiero Buddhismo
.
3SIMBOLO
4Buddha insegna che la retta via si trova nella
via di mezzo (MEDIANA) . Il buddismo originario
non è una religione nel senso proprio, infatti
non si pone il problema di Dio, quanto piuttosto
quello delluomo.
5IL SIGNIFICATO DEL NOME Buddhismo proviene dallo
spirito dellinduismo attraverso Siddhiartha
denominato Buddha (Buddha illuminato). Questa
religione sorse nella seconda metà del VI secolo
A.C.
6DIFFUSIONE
Si ritiene che i buddhisti siano circa 350
milioni (il 6 della popolazione mondiale), e ciò
fa del Buddhismo la quarta religione più diffusa
nel mondo.
7Le varie scuole buddhiste si raggruppano in due
tradizioni principali, le quali divergono nel
modo di intendere la dottrina del Buddha
il Theravada, o Insegnamento degli Anziani
il Mahayana, o Grande Veicolo
Tibet, in Cina, in Corea, in Vietnam, in Mongolia
e in Giappone
Sri Lanka, in Birmania, in Laos, in Bangladesh e
in Cambogia
8STORIA
La letteratura buddista attribuisce la nascita
del movimento al principe indiano Siddartha, poi
conosciuto col nome di Gotama, che sarebbe
vissuto nel VI secolo a.C (pare sia nato intorno
al 536 a.C.
9Vita di Buddha
Siddartha era figlio del governatore di uno dei
piccoli e bellicosi regni dell'India del nord,
tra il Gange e il Nepal. La stirpe guerriera era
quella degli Sakya ("potenti"). Egli trascorre la
prima parte della sua esistenza nel lusso e nella
mondanità della casa paterna, dove riceve
un'educazione legata al suo rango, acquisendo
anche nozioni di legislazione e di
amministrazione. A 16 anni il padre lo fa sposare
e dopo 13 anni ha un figlio, ma proprio all'età
di 29 anni decide di abbandonare tutto e tutti.
10Infatti, non avendo mai conosciuto alcun aspetto
veramente negativo della vita, in quanto non era
mai uscito dai confini del proprio palazzo,
rimase un giorno letteralmente sconvolto al
vedere, in un villaggio, un vecchio decrepito, un
malato grave e un corteo funebre. Improvvisamente
capì che esistevano anche le malattie, la
vecchiaia e la morte come destino universale
degli esseri umani. Infine incontrò un povero
asceta che aveva rifiutato volontariamente ogni
ricchezza e piacere della vita e che errava
felice per la campagna decise così di seguire il
suo esempio.
11Il Buddha dunque visse per sette anni nella
foresta, sottoponendosi - sotto la guida di vari
maestri -a digiuni, sofferenze e privazioni
d'ogni genere, al fine di conseguire la pace
interiore e la conoscenza della verità. Ma non
rimase soddisfatto di questa vita.
12Abbandonò ogni maestro e decise di ricercare da
solo la via della Liberazione (mukti). A 35 anni,
giunto alla soglia della morte per esaurimento,
una notte -secondo la tradizione-, mentre era
seduto ai piedi di un albero, sprofondò nei suoi
pensieri pervenendo allIlluminazione" (Buddha
infatti significa "illuminato" o "risvegliato").
Essa consisteva nel rifiutare sia una vita di
piaceri, perché troppo effimera, che una vita di
sofferenza volontaria, perché fonte di orgoglio.
13DOTTRINA Partendo da alcuni concetti induisti (ma
anche intervenendo su di essi in maniera
radicale), come quelli del ciclo delle rinascite
(samsara), dellanima eterna di ogni essere
vivente (atman), e dellatto con le sue
conseguenze sulle vite successive (karma), il
Buddhismo pone al centro del suo insegnamento la
via per raggiungere la cessazione della
sofferenza e la fine delle trasmigrazioni di
esistenza in esistenza.
14La condotta morale dei buddhisti è inoltre
regolata da cinque precetti, o panchasila (non
uccidere esseri viventi, non rubare, non
commettere atti impuri, non mentire, non
consumare bevande inebrianti), a cui si
aggiungono altri cinque precetti che valgono
soprattutto per i monaci (non mangiare cibo nei
tempi non dovuti, astenersi dal canto, non usare
sedili alti e lussuosi, non adoperare letti
grandi e confortevoli, non commerciare cose doro
e dargento).
15Il nucleo centrale della dottrina buddhista si
articola nelle tradizionali Quattro Nobili
Verità - la prima Verità è luniversalità della
sofferenza (o dukkha) la vita è dolore,
rimpianto (per ciò che abbiamo avuto e non
abbiamo più), insoddisfazione (per ciò che
desideriamo e non abbiamo) e inquietudine (per
linconsistenza di ciò che abbiamo) soffriamo
perché ci rendiamo conto che tutto è effimero.
16- la seconda Verità è che la sofferenza ha
origine dentro di noi, nel nostro tentativo -
destinato allinsuccesso - di cercare la felicità
in ciò che è transitorio, spinti dalla
bramosia/avidità/desiderio allettante (o tanha
sete) di far nostre delle cose, o delle
situazioni, che consideriamo attraenti
17- la terza Verità è che potremo porre fine alla
sofferenza solo se impareremo a liberarci dalla
scala di valori ingannevole per abbandonare ciò
che nella vita è soltanto provvisorio (i
desideri, le passioni, lidea errata che esista
un sé permanente), estinguendo la sete
18- lultima nobile Verità riguarda la strada da
intraprendere per avvicinarsi al nirvana
(allestinzione del ciclo delle rinascite), che
il Buddha indica come Nobile ottuplice
sentiero retto pensiero, retta intenzione,
retta parola, retta azione, retti mezzi di
sussistenza, retto sforzo, retta attenzione e
retta concentrazione (dove retto significa
conforme agli insegnamenti buddhisti e ai
precetti esplicitati dalle varie scuole).
19La dottrina è raccolta in due canoni, cioè
libri scritti in pali e in sanscrito. Può essere
cosi riassunta
1 La vita è dolore ciò si manifesta nei momenti
più importanti della vita umana. La nascita, la
malattia, la vecchiaia, la morte.
2 La sofferenza è causata dallattaccamento alla
vita e ai suoi piaceri.
3 Per guarire dalla sofferenza, bisogna quindi
spegnere ogni desiderio ed ogni attaccamento alla
vita al piacere e ai beni terreni.
4 Percorrendo gli otto sentieri, si giunge al
nirvana, cioè allesistenza impersonale che non
conosce dolore e sofferenza.
20LUOGO SACRO
Stupa termine con il quale si indicano tipici
monumenti risalenti al 3a.C destinata a
conservare le reliquie del Buddha.
21I LIBRI SACRI
Linsegnamento di Buddha allinizio fu tramandato
oralmente, solo in seguito fu fissato per
iscritto la sua dottrina. Il canone, lelenco
ufficiale dei testi sacri, fu ridotto in lingua
pali (dialetto sanscrito ) nel I secolo a.C
sotto il re Ceylon. Il Tripitaka (i tre
canestri), cosi chiamato perché gli scritti di
pergamena erano raccolti entro canestri, o
Triplice Canone delle scritture Buddiste, si
compone in tre raccolte di libri Suttapitaka,
che contiene prediche, discorsi massimi, parabole
del Buddha Vinaya Pitaka, che contiene le
regole della comunità monastica Abhidhamma
Pitaka, commento ai Sutta e agli altri testi più
antichi.
22LUOMO SACRO Alla sua morte Buddha lascia una
comunità monastica che costituisce uno dei perni
fondamentali della dottrina. I membri maschi sono
chiamati Bhiksu e le donne Bhikicum. In Tibet si
chiamano lama e in Giappone bonzi.
A15 anni laspirante novizio viene ammesso alla
comunità con la recita della formula tre gemme.
A 20 anni laspirante può diventare monaco e
dovrà rispettare tre regole fondamentali -assolut
a povertà -non essere mai causa di dolore per
nessun vivente -astensione totale dai rapporti
sessuali.
23Il monaco vive allinsegna della massima
semplicità e non possiede che gli 8 oggetti
dellasceta due sottovesti e una tunica, una
spilla, un rasoio per mantenere rasato il capo,
una cintura con 108 grani infilati, un colino,
una ciotola per lelemosina. Il monaco mangia
solo una volta al giorno nutrendosi delle offerte
dei laici che ne vengono gratificati.
24Il monaco è un viandante a continuo contatto col
prossimo e con la natura, eccetto i tre mesi
monsonici in cui è vietato uscire dal monastero
per non arrecare danno ad esseri viventi, insetti
o germogli appena nati. Uno dei riti più
importanti della vita monastica è il
patimokkha, una sorta di confessione
collettiva, in coincidenza coi giorni del digiuno
ricorrenti ad ogni plenilunio e novilunio.
25Secondo i buddhisti, per 49 giorni dopo la morte
lindividuo va errando tra il mondo dei morti e
quello dei vivi dopodiché il meccanismo del
karma decide in quale corpo si reincarnerà. Come
per gli induisti, lobiettivo ultimo dei
buddhisti è di porre fine al ciclo ininterrotto
delle rinascite per raggiungere lestinzione
delle sofferenze, o nirvana.
26PREGHIERA Nella casa cè in genere un altare in
cui è posta unimmagine del Buddha, a cui ogni
giorno vengono presentate delle offerte
simboliche (frutti, acqua, incenso). Accanto
alla statua del Buddha vengono esposte le
fotografie o le tavolette dei parenti defunti.
Per meditare, i buddhisti assumono la posizione
del loto (seduti a terra con la schiena dritta e
le gambe incrociate).
27 .
TEMPO SACRO Linizio dell era
Buddhista coincide con il momento in cui il
Buddha storico giunse al Paranirvana, questo
evento viene collocato 543-544 anni prima della
nascita di Cristo, data che tuttavia non coincide
con quella a cui storicamente si fa risalire la
morte del Buddha, il 483 a.C.
28Non esiste tuttavia una uniformità di
calendario ciascuna nazione tiene infatti conto
anche di scansioni del tempo e di riti indigeni e
prebuddhisti. Il calendario delle festività
buddhiste segue lanno lunare e non quello
solare, tranne in Giappone. Le festività cadono
sempre in un plenilunio.