Title: Raimondo Di Sangro e il Cristo velato
1Raimondo Di Sangro e il Cristo velato
Sangermano Tommasina Scognamiglio
Antonio Serafino Saverio
2- La Cappella dei Sansevero,che racchiude le
spoglie dei membri della famiglia,si trova a
Napoli, nelle vicinanze della Piazza S. Domenico
Maggiore, attigua al palazzo di famiglia dei
Principi di Sansevero, da questo separata da un
vicolo una volta sormontato da un ponte sospeso
che consentiva ai membri della famiglia di
accedere al luogo di culto direttamente. Fatta
costruire da Giovan Francesco nel 1590 come luogo
in cui venerare una statua della Vergine della
Pietà che, rispondendo alle sue preghiere, lo
aveva guarito da una grave malattia.
- Per questo, oltre che a essere conosciuta
come Cappella Sansevero dei Sangro, lo è anche
come Santa Maria della Pietà dei Sangro, o più
semplicemente come La Pietatella. Secondo una
leggenda, una notte vi sarebbe stato arrestato un
ladro che, per ottenere la libertà, aveva chiesto
pietà alla Vergine e, poi liberato e da questo
evento il nome della cappella. Era una sorta di
tempietto dedicato probabilmente a quellordine
clandestino della massoneria che, seppur
ostacolato da editti e proibizioni, non avrebbe
mai cessato di esistere.
3-
- I passanti occasionali che attraversano la
piazza, oggi, non accelerano il passo, abbassano
il capo, né furtivamente fanno il segno della
croce passando di fronte a quella che una volta
era la dimora del leggendario principe di San
Severo.
4-
- Raimondo de Sangro nasce , in provincia di
Foggia,nel 1710. Egli fu il settimo principe
della casata di Sansevero de Sangro, che ebbe
come capostipite e primo principe Gianfrancesco,
Cecco de Sangro. Sua madre, Cecilia, muore però
dopo appena un anno. E presto Raimondo viene
abbandonato anche dal padre. A soli vent'anni
Raimondo, già insignito del titolo di Principe Di
San Severo, rimette piede nel palazzo dei suoi
avi, a Napoli. Nel suo palazzo il principe volle
la sua officina di alchimista-scienziato, dove
sperimentò dallimpermeabilizzazione dei tessuti
a stoffe mai viste , alla cera fatta senza
api, al sistema per rendere potabile l'acqua
marina e a quel Lume Eterno che avrebbe dovuto
per sempre rifulgere nella cripta sotterranea ai
piedi del Cristo morto.
5- Il "lume eterno" è una fiamma che arde
consumando piccolissime quantità di materiale.
Probabilmente si tratta di un composto chimico a
base di fosfato di calcio e di fosforo ad alta
concentrazione. Le invenzioni che la tradizione
popolare attribuisce al principe appartengono ai
campi più disparati. Per il Re Carlo III di
Borbone inventa un mantello di tessuto
impermeabile una novità assoluta per l'epoca.
Infine stupisce tutta Napoli attraversando con
una speciale carrozza galleggiante il golfo da un
capo all'altro. Ma le opere che più di tutte
hanno reso leggendaria la figura del principe di
San Severo si trovano all'interno della cappella
di famiglia de Sangro. La sua leggenda comunque
nasce da verità scomode. La sua cultura superiore
si impone su quella della stragrande maggioranza
dell'aristocrazia napoletana, considerata rozza
ed ignorante.
6- Datato e firmato dal Sammartino, il Cristo
ha un precedente nel bozzetto in creta del
Corradini, conservato nel museo di Sammartino.
Dopo la morte di Corradini, Raimondo de Sangro
commissionò lopera al giovane scultore
napoletano che tenne poco conto del precedente
bozzetto. Il Cristo morto,in origine,doveva
essere collocata in una cripta sotterranea ma
costatatone la splendida esecuzione fu collocata
al centro della cappella Sansevero. - Un Cristo morto nell'atto della
resurrezione, interamente avvolto nel sudario,un
velo leggero, naturale, impalpabile,
straordinariamente aderente alla pelle. La pietra
diventa liquida, grazie allarte dello scultore,
la trasparenza è perfetta, inesistente il peso
del sudario, anche perché in realtà, fisicamente,
non cè, eppure è visibile per magia ottica, per
incantesimo della materia allocchio. Il corpo
stesso genera, piegando il marmo,morbidissime
onde.
7- Le fattezze del Cristo si intravedono con un
effetto molto suggestivola vena gonfia ancora
palpitante sulla fronte, le trafitture dei chiodi
sui piedi e sulle mani sottili, il costato
scavato e rilassato finalmente nella morte
liberatrice. La scelta del marmo paglierino
accentua nello spettatore la sensazione del
pallore della morte. Lo scultore minuziosamente
ricama i bordi del sudario poi si sofferma sugli
strumenti della Passione posti ai piedi del
Cristo come gettati luno sopra laltro ,eppure
tutto è conformato in un sol pezzo di marmo. Gli
strumenti della passione sono rappresentati con
una corona di spine,una tenaglia e chiodi. La
corona di spine che giace ai suoi piedi è un
oggetto che molti rimangono a osservare rapiti.
8Lo straordinario realismo dà limpressione che
un vero intreccio di rami spinosi sia stato
immerso in uno speciale smalto bianco,La
perfezione del sudario,i morbidi chiaroscuri
fecero sorgere le più assurde leggende circa la
sua esecuzione,fino al punto di asserire che il
velo fosse stato posto dopo l'esecuzione
dell'opera e marmorizzato con una sostanza
chimica. Nell'Archivio Notarile di Napoli
è stato rinvenuto il contratto tra il Principe e
Giuseppe Sammartino. Nel contratto questultimo
simpegnava ad eseguire l'opera. Il Principe si
impegnava,altresì,di procurare il marmo e di
realizzare una sindone,una tela da depositare
sulla la scultura. Il Sammartino simpegnava
inoltre di ripulirla per renderla un tutt'uno con
la statua stessa e di non svelare a nessuno il
modo escogitato dal Principe per la sua
realizzazione.
9- Sempre nell'Archivio Notarile di Napoli,la
giornalista Clara Miccinelli, affermò di aver
ritrovato un documento, rogato in data 25
novembre 1752, nel quale Raimondo de Sangro
indicò le istruzioni per marmorizzare un velo -
- ltltCalcina viva nuova 10 libbre, acqua
barilli 4, carbone di frassino. Covri la grata
della fornace co' carboni accesi a fiamma di
brace con ausilio di mantici a basso vento. Cala
il Modello da covrire in una vasca ammattonata
indi covrilo con velo sottilissimo di spezial
tessuto bagnato con acqua e Calcina. Modella le
forme e gitta lentamente l'acqua e la Calcina
Misturate. Per l'esecuzione soffia leve co'
mantici i vapori esalati dalla brace nella vasca
sotto il liquido composito. Per quattro dì ripeti
l'Opera rinnovando l'acqua e la Calcina. Con
Macchina preparata alla bisogna Leva il Modello e
deponilo sul piano di lavoro, acciocché il
rifinitore Lavori d'acconcia Arte. Sarà il velo
come di marmo divenuto al Naturale e il Sembiante
del modello Traspariregtgt
10- Allinterno della cappella dei San Severo
ogni cosa ha un suo preciso significato, un
messaggio che è rimasto immutato nel tempo. Le
statue sono quasi tutte femminili e probabilmente
rappresentano le virtù fondamentali della natura
umana tra cui la forza, la sapienza, la fede.
Lanciano il loro messaggio attraverso i vari
oggetti che tengono in mano o che giacciono ai
loro piedi(tutta la simbologia del tempio
sispira allantica simbologia dello studioso
RipaRaimondo de Sangro finanziò una ricca
edizione dell'Iconologia di Ripa. ). Libri,
compassi, fiori, cornucopie, caducei (sottili
verghe con le ali e due serpenti attorcigliati in
procinto di baciarsi, simbolo di pace usato da
Mercurio per sedare le liti) fiammelle e cuori. - Tutto comunica attraverso un doppio
linguaggio quello religioso-spirituale e quello
massonico-esoterico. Niente di ciò che vediamo è
stato plasmato, scolpito, decorato e dipinto come
semplice abbellimento. È il risultato del sapere
e della genialità di un uomo che non seppe
accontentarsi di quello che la sua epoca aveva da
offrire.
11- Nelle ultime volontà, Raimondo de Sangro
impose ai discendenti di non alterare il
complesso simbolismo insito negli arredi di varie
sculture(non modificandone ornamenti,
bassorilievi, iscrizioni e nomi) alcuni
studiosi,in ciò,leggono la conferma
dell'esistenza di un messaggio codificato. Il
messaggio è insito in gran parte dei dodici
sculture presenti nella cappe. Esse furono
appellate con nomi di virtù e stati d'animo il
Disinganno, la Pudicizia, il Decoro, la
Liberalità, l'Educazione, la Sincerità, la
Soavità del Giogo Maritale, il Dominio di Se
Stesso, lo Zelo della Religione, l'Amor Divino,
la Mestizia, l'Angelo. - Apparentemente,infatti,si tratta della
rappresentazione dei classici elementi della fede
cattolica come i vizi e le virtù cristiane.
Georges de La Tour(1593-1652) "Santa Maria
Maddalena medita davanti a un teschio"
12-
- Ma esiste anche un'altra possibilità. Il
principe era un affiliato della Massoneria e
molti studiosi sostengono che la sua cappella
fosse in realtà un tempio adibito ai riti
massonici. - Emanato un editto anti-massonico,il principe
non esitò a salvarsi dalla rovina rivelando al re
i nomi dei fratelli massoni per rendere evidente
la sua rinuncia allordine. In realtà Raimondo
non interruppe mai i rapporti con la loggia
napoletana e continuò imperterrito i suoi studi
esoterici. Alla sua morte, purtroppo, i parenti
distrussero tutti quei documenti che avrebbero
potuto collegare il nome di Raimondo agli
ambienti della Massoneria e del mondo
dellocculto. Sono andati persi testi di
inestimabile valore, invenzioni che forse
avrebbero facilitato e anticipato molte scoperte.
Domenico Fetti (1589-1624)La melanconia
13- Il cristo velato, il Disinganno la
Pudicizia tutte allegorie che potrebbero avere
un comune significato l'uomo che, con l'aiuto
della ragione, squarcia il velo delle false
verità. Questo è proprio un tipico ideale
massonico. Esiste però anche un'altra chiave di
lettura,la Pudicizia e il Disinganno
ritrarrebbero rispettivamente la madre e il padre
del Principe. In questa interpretazione, il
Cristo Velato sarebbe allora lo stesso Raimondo,
che cerca squarciare il velo dell'ignoranza sotto
lo sguardo dei due genitori, entrambi perduti
precocemente.
- Antonio De Perada (1611-1678) Allègorie
14- La scultura del Disinganno, che raffigura un
uomo che si libera da una rete, simbolo di
prigionia nel peccato. Sia pur nelle differenze
figurative, anche in tal caso il riferimento
all'Iconologia è immediato se Ripa rappresentò
l'Inganno con una rete in mano, il Principe fece
scolpire un Disinganno che si libera dalla
medesima rete.Al primo livello di lettura, così
com'è esplicitato nella dedica, esso ricorda il
padre di Don Raimondo, Antonio di Sangro. Questi
soltanto in tarda età, dopo una vita di
dissolutezze, si convertì rinunciando ai titoli
nobiliari e agli averi e trascorse gli ultimi
anni di vita da abate della Cappella.
15- A livello anagogico il Disinganno si
spersonalizza e diventa immagine di una Virtù, il
Dispregio del Mondo a favore delle cose celesti.
Nel livello analogico, però, oltre allo scultore
Francesco Queirolo che raffigurò il proprio volto
nella statua, nel monumento del Disinganno c'è
Raimondo de Sangro.
16- La Pudicizia,daltro canto,raffigura una
donna nuda coperta da un velo finissimo. La donna
ha tra le mani ha una lapide spezzata, che si
riferisce ad un cammino interrotto , mentre il
velo simboleggia lantica sapienza, velata poiché
intangibile per chi non sia iniziato ai suoi
misteri.
17Tommasina Sangermano Antonio Scognamiglio Saverio
Serafino