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Comune di Forl

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Comune di Forl Politiche di Welfare Programma di prevenzione del disagio negli adolescenti e nei giovani (rientrante nel Programma finalizzato regionale ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Comune di Forl


1
Comune di ForlìPolitiche di WelfareProgramma
di prevenzione del disagio negli adolescenti e
nei giovani (rientrante nel Programma
finalizzato regionale Dipendenze e utenza
multiproblematica in attuazione della
Deliberazione C.R. 615/04) (a cura di Graziano
Pinigpini_at_ausl.fo.it)
2
la verità ha in sé un paradossoè vera ma lo
è anche il suo contrarioHerman Hesse
3
IL PROGETTO
4
Il progetto è composto di tre sottoprogetti1)
progetto di educazione fra pari (peer education)
volto a rendere più efficaci gli interventi di
prevenzione e promozione delle strategie di
coping (capacità utili ad affrontare le
difficoltà) negli adolescenti che frequentano le
scuole superiori del nostro comprensorio. Il
progetto intende mettere in rete tutte le realtà
che agiscono nelle scuole.2) Progetto di
accompagnamento alla maggiore età rivolto a tutti
quegli adolescenti che necessitano di un supporto
per giungere alla maggiore età nel modo più
sereno possibile. 3) Progetto di intervento di
strada per contenere fenomeni di disagio e
devianza.
5
Progetto consta di1) IL FENOMENO2) DIAGNOSI
DEL TERRITORIO 3) RIFERIMENTI TEORICI (MODELLI
INTERPRETATIVI, RICERCHE DI SFONDO)4) ANALISI
DELLA DOMANDA 5) DESTINATARI DEGLI INTERVENTI6)
FINALITÀ7) OBIETTIVI SPECIFICI8) AZIONI9) IL
METODO DI INTERVENTO10) PIANIFICAZIONE DELLA
VALUTAZIONE
6
IL FENOMENO
7
IL FENOMENO LA SOCIETASocietà del rischio
vissuto come pericolo ma anche
come opportunità, Società frammentata, incerta e
allo stesso tempo bersagliata e iper
sollecitante, Società bulimia, Società
costruita per la maggior parte da adulti, da
anziani e fatta su misura dei primi, Società
televisiva e complessa,Società lontana da valori
chiari, Società centrata sul piacere, Società
fondata sui consumi, Società iperrazionale che
sopprime la soggettività, Società opulenta che
crea indifferenza ed apatia sociale, Società
fondata sul numero e sulla qualità delle
prestazioni individuali. Società senza padri
8
IL FENOMENO LA FAMIGLIAFamiglia tradizionale
.. Nuclearefamiglia di fatto famiglia
ricostruita.Famiglia frammentata e in
difficoltà, abbandonica .. assente,autoritaria
.. autorevole (nelleducazione),permissiva,resp
onsabile,che crea dipendenza (legame), no
autonomia,paritaria (siamo amici).Comunque
genitori con la loro storia
9
Tendenze evolutive degli adolescenti e dei
giovani proiezione nel presente, caduta dei
modelli di riferimento forti, imporsi di canali
a doppia moralità, diffusione dellaccettabilità
del rischio, reversibilità delle scelte,
rinuncia allassunzione di responsabilità,
sfiducia nellaltro IARD, 2002
10
Bisogni degli adolescenti di sicurezza, di
poter contare su qualcuno, di essere importante
per i genitori di riconoscimento di poter
esprimere le proprie risorse e capacità di
responsabilità di comunicazione dialogo,
ascolto, confronto di dare un senso, un
significato (profondo) alle esperienze che si
vivono. Don Luigi Ciotti
11
Bisogni degli adolescenti- essere
accompagnati nel cambiamento (fisico,
relazionale, di struttura mentale, desideri,
bisogni) - essere accompagnati nel processo di
costruzione dellidentità (individuazione e
socializzazione)- necessità del gruppo come
foresta- ricerca dellautonomia(attraverso
ricerca e sperimentazione)
12
Gli adolescenti- livello di mentalizzazione e
simbolizzazione,- elaborazione della
frustrazione- senso dellautorità,
autorevolezza- senso del limite,regole e norme-
ruoli sociali- ritualizzazione
dellaggressività- intelligenza emotiva-
equilibrio fra autonomia e dipendenza-
percorso di individuazione
13
RIFERIMENTI TEORICI
14
RIFERIMENTI TEORICI la teoria dei flussi di
coscienza, sostiene che il benessere soggettivo
dipenda dal coinvolgimento in attività
interessanti, in cui vi sia un equilibrio fra le
sfide poste dallattività e le abilità possedute
dal soggetto per affrontarle. Queste attività
piacevoli che generano uno stato soggettivo
definito flow (poiché forniscono un livello
ottimale di informazioni nuove) è diverso dalla
noia (risorse superiori alla sfida), allansia
(risorse insufficienti ad affrontare le sfide
poste dallattività) e dallapatia (scarse sfide
e scarse risorse). Csikszentmihalyi
15
APPROCCI PEDAGOGICI1) la pedagogia della
crescita si esprime nel lasciare fare, tollerare
lerrore, far leva sulla persona, sulla sua
originalità e libertà. Tende ad individualizzare
i percorsi affinché ciascuno trovi la sua
strada.2) La pedagogia della trasmissione è
legata alladdestramento, allinsegnamento di
competenze e abilità. Lenfasi è riposta sui
contenuti da trasmettere siano essi valori o
nozioni. Contenuti che di per sé sarebbero in
grado di formare la persona.3) La pedagogia
delliniziazione fa leva sul gruppo, sulla
comunità e rimanda al senso di appartenenza,
vincola rispetto alle regole del gioco, sfida in
continuazione a superare se stessi.
16
IL RISCHIO E I COMPORTAMENTI A RISCHIO possono
essere percepiti e vissuti come un mezzo per
provare il proprio valore per la ricerca della
propria identità, contropartita dellautonomia
accordata allo individuo nella società del
rischio. Questo rispecchia lambivalenza della
concezione del rischio inteso sia come pericolo e
sia come opportunità per mettersi alla prova .
17
IL RISCHIO è un incrocio tra un compito
evolutivo e un rito di passaggio,è una
psicodinamica tra rischio e piacere / ebbrezza e
trasgressione.
18
  • RISCHIO .
  • Nella logica costruttivista i comportamenti a
    rischio rappresentano la ricerca attiva e
    continua di adattamento dellindividuo ad un
    particolare contesto consentendo, anche con
    condotte non salutari, ad alcuni compiti di
    sviluppo, dallaffermazione e sperimentazione di
    sé alla ricerca delladultità. Si potrebbe
    parlare infatti di equivalenza funzionale nel
    senso che ladolescente, per dimostrare la
    propria indipendenza, in un percorsi di crescita,
    può assumere un comportamento dannoso, come
    fumare sigarette, oppure assumere un
    comportamento positivo come la capacità di
    argomentare i propri convincimenti con altri
    giovani, adulti. Lobiettivo rimane lo stesso, ma
    il modo di raggiungerlo completamente diverso.

19
  • I DINTORNI DEL RISCHIO .
  • Francois Anserment sostiene che ladolescente
    spesso si cura attraverso il proprio disturbo sia
    esso iperattivismo, panico, anoressia, bulimia,
    obesità fenomeni psicosomatici. Anche la violenza
    può essere considerata un tentativo di
    restaurazione soggettiva, una ricerca vitale
    giocata allinsaputa di chi la mette in atto. Il
    disturbo è la soluzione che fino a quel momento
    egli è riuscito a trovare per far fronte alla
    sofferenza.

20
LA SOCIETÀ DEL RISCHIO
  • Gli uomini e le donne che vivono nella società
    contemporanea non hanno paura di nulla a parte
    il cibo che mangiano, lacqua che devono. Laria
    che respirano, la terra in cui abitano e le
    energie che utilizzano. Questa frase
    apparentemente paradossale ci fa capire
    limportanza e la pervasività di ciò che
    chiamiamo rischio.
  • Il rischio è legato alla paura, il medico spiega
    ad una donna in gravidanza che recentemente si è
    sottoposta ad un esame clinico che cè un
    problema su duecento che il suo bambino sia
    affetto dalla sindrome di down e che per
    accertarlo dovrebbe fare lamniocentesi che però
    ha probabilità su cento di danneggiare il feto.
    Che fare? Quale decisione prendere? Come
    affrontare il rischio?
  • Bucchi Neresini 2001181.
  • Nel rischio quindi troviamo una inevitabile
    assunzione di responsabilità, anche per il solo
    fatto di mettersi in situazioni in cui lesito
    non è scontato. È una spinta a mettersi alla
    prova, sperimentare altri se, mettersi in gioco
    che si esplica in un comportamento fra pericolo
    ed opportunità di crescita.

21
  • IL RISCHIO È
  • per il 31 paura, pericolo
  • per il 28 sfida con se stessi
  • per il 7 eccitazione
  • per il 14 elemento del vivere (dato
    esistenziale)
  • per il 6 provocazione rispetto agli altri
  • Promeco, ricerca sui giovani ferraresi

22
IL DISAGIOesistenziale può avere una sua
utilità una funzione difensiva per migliorare le
capacità generali della persona cosi come lansia
serve ad attivare meccanismi di attenzione, di
reattività fisica e mentale. In altre parole il
disagio accompagna una fase evolutiva e può
essere superato o divenire conclamato o
patologico a seconda delle risorse personali
dellindividuo e delle opportunità che incontrerà
nel suo percorso di crescita.In questo modo
possiamo distinguere fra un disagio evolutivo che
nasce dalla crisi di transizione fra infanzia ed
età adulta ed in particolare dalla necessità da
parte del soggetto di far fronte ad alcuni
compiti di sviluppo cambiamento corporeo,
relazione con il gruppo e con laltro sesso,
partecipazione sociale, indipendenza ed
autonomia, definizione di un proprio sistema di
valori, capacità di progettare la propria vita e
il proprio futuro. un disagio socio-culturale
che nasce dal disorientamento delladolescente di
fronte ai condizionamenti della società
complessa disintegrazione sociale, eccedenza o
scarsità delle possibilità, disintegrazione
spazio-temporale.
23
La devianza non è una condizione acquisita e
definita ma è un percorso che riduce
inevitabilmente la possibilità del soggetto fino
a favorirgli il formarsi di una identità deviante
che si rafforza proporzionalmente alla sua
capacità di sottrarsi alla possibilità di crearsi
altre identità specifiche.
24
UN ALTRO APPROCCIO ladolescente spesso si
cura attraverso il proprio disturbo sia esso
iperattivismo, panico, anoressia, bulimia,
obesità fenomeni psicosomatici. Anche la
violenza può essere considerata un tentativo di
restaurazione soggettiva, una ricerca vitale
giocata allinsaputa di chi la mette in atto. Il
disturbo è la soluzione che fino a quel momento
egli è riuscito a trovare per far fronte alla
sofferenza. Francois Anserment
25
ANALISI DELLA DOMANDA DEGLI ADOLESCENTI
26
ANALISI DELLA DOMANDA DEGLI ADOLESCENTI di
FORLI - hanno meno risorse che nel passato, le
sanno riconoscere ed usare di meno - temono la
normalità e la maggiore età soprattutto perché si
sentono inadeguati ai compiti di sviluppo (e/o a
quelli esplicitamente richiesti), ai livelli di
prestazione che devono assolvere, alla
competitività diffusa. Lo sport spesso richiede,
per loro, livelli di prestazione molto alti. I
modelli del proprio corpo fisico sono troppo alti
rispetto a quello che sono e/o rispetto a quello
che si sentono. - Famiglie assenti fisicamente
e/o emotivamente, psicologicamente (in altre
parole non esercitano la loro genitorialità).-
Famiglie maltrattanti che piuttosto che essere
tutelanti usano un linguaggio maltrattante a
volte fenomeni di bullismo e più in generale di
devianza nascono da quelle dinamiche come a voler
risarcirsi dei danni subiti. - Scuola esperienza
fortemente fallimentare, da tutto ciò che sa di
scuola fuggono.- Oscillazione fra voler essere
adulti e nello stesso tempo averne paura e
rifugio in comportamenti devianti spesso il
voler essere adulti si manifesta in comportamenti
devianti.- Ricorso a sostanze legali ed illegali
e ad altri comportamenti devianti come autocura
e autoterapia e dove la tossicodipendenza può
essere considerata una prova didentità.
27
Tab. 1 - ragazzi e ragazze (15-18 anni) segnalati
allUfficio Tutela Minori del Comune di Forlì,
per domicilio, nel 2004
DOMICILIO Bertinoro Castrocaro e Terra del sole Civitella di Romagna Dovadola Forlì Forlimpopoli Galeata Meldola Modigliana Predappio Rocca S.Cassiano S.Sofia Altri comuni TOTALE
Solo con problematiche familiari 5 7 3 2 122 19 3 6 3 2 4 2 3 181
Straniero non accompagnato 2 0 0 0 81 4 0 0 0 0 0 1 4 92
Coinvolti in procedure penali 1 2 0 0 30 7 1 0 2 3 0 2 0 48
Disabili 4 2 1 0 23 7 1 2 0 3 0 2 0 45
Con disagio relazionale o scolastico 0 0 1 0 18 12 0 2 1 0 0 1 1 36
Straniero irregolare 0 0 0 0 4 2 0 1 0 1 0 0 0 8
Abusato 0 0 0 1 6 0 0 0 1 0 0 0 0 8
Tossicodipendente 0 0 0 0 3 1 0 0 1 0 0 0 0 5
In stato di adattabilità 0 0 0 0 3 2 0 0 0 0 0 0 0 5
Con gravi patologie (Psichiatriche o fisiche) 0 0 0 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 3
Gestanti e madri 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 2

TOTALI 12 11 5 3 295 54 5 11 8 9 4 8 8 433
28
DESTINATARI DEGLI INTERVENTIdel PROGETTO-
adolescenti in stato di disagio ed eventualmente
a rischio di disadattamento e devianza
riconducibile a carenza di relazioni affettive e
difficoltà di socializzazione nellambito
familiare, scolastico e del tempo libero-
adolescenti in carico presso LUfficio Tutela
Minori, Comune di Forlì (433 nel corso del
2004)- adolescenti dai 15-18 anni dellintero
comprensorio forlivese- adolescenti frequentanti
le scuole medie superiori della città e
comprensorio
29
  • DISTURBI, DISAGIO DEVIANZA
  • FATTORI DI RISCHIO

30
  • DISTURBI, DISAGIO DEVIANZA
  • Disturbi dellumore
  • Disturbi didentità
  • Disturbi di personalità
  • Disturbi psicologici
  • Disturbi psichiatrici

31
  • DISTURBI, DISAGIO DEVIANZA
  • bullismo
  • criminalità minorile e giovanile
  • suicidi e tentati suicidi
  • stragi del sabato sera e incidenti stradali
  • Depressioni
  • Fobie
  • attacchi di panico
  • Shopping compulsivo
  • comportamenti antisociali
  • comportamenti autolesionistici
  • condotte ossessive
  • Guida pericolosa
  • Rapporti sessuali precoci e non protetti
  • sindrome di Peter Pan
  • sindrome del viaggiatore
  • conflitti con il proprio corpo
  • aggressività
  • Insonnia

32
LE VARIE FACCE DELLA DEVIANZA MINORILE
  • Bullismo, inteso come prevaricazione del gruppo
    di ragazzi più forti sui compagni più deboli
    attraverso piccoli ricatti
  • Microcriminalità spicciola, che spesso viene
    incoraggiata dalle stesse famiglie e che si
    alimenta soprattutto di furti (vedi la devianza
    dei giovani zingari)
  • Manovalanza della delinquenza organizzata, tipica
    delle quattro regioni del sud, spesso attinta
    dallarea della microcriminalità con il
    reclutamento dei più capaci e affidabili, anche
    tra i minori stranieri
  • Devianza urbana, che si affianca oggi a queste
    forme "tradizionali" di devianza minorile, si
    esprime in gruppo e si manifesta con forme di
    violenza estrema. Non è ascrivibile allarea
    criminale tradizionale in quanto mancano gli
    elementi "classici", che da sempre hanno
    caratterizzato la delinquenza minorile in Italia
    lappartenenza alla famiglia svantaggiata, al
    quartiere degradato, alla fascia sociale
    culturalmente ed economicamente debole.
  • Sette religiose la partecipazione a gruppi che
    hanno a che fare con lesoterismo o lo
    scimiottamento dello stesso.
  • Bisessualità, comportamenti flessibili o
    liquidi rispetto alla fruizione dei
    comportamenti sessuali.

33
  • Nella lettura psicoanalitica le crisi del
    processo di crescita adolescenziale sono
    fisiologiche, sono crisi
  • Depressive
  • Narcisistiche
  • Legate a sostanze stupefacenti
  • Tendenze ad agire
  • Malattie psicosomatiche
  • Residui di sessualità infantile
  • Sintomi nevrotici
  • Controllo ossessivo
  • Quando queste si accompagnano a disorganizzazioni
    del contesto relazionale la ricerca didentità e
    ladolescenza si fanno a rischio.

34
  • Nella prospettiva soggettivista
  • il giovane non è soggetto di riproduzione o
    produzione sociale ma parte attiva del processo
    di selezione e scelta delle proprie opportunità
    di vita.
  • La condizione giovanile, sempre più differenziata
    al proprio interno e sempre meno differenziata
    rispetto agli adulti.
  • Ammette al suo interno tutto e il contrario di
    tutto!

35
COMPORTAMENTO DEVIANTE (no persona deviante)
INTELLIGENZA EMOTIVA

LIFE SKILLS
36
  • DISAGIO nellambiente familiare
  • Conflitto familiare
  • Stili di disciplina incoerenti
  • Rifiuto da parte dei genitori
  • Mancanza supervisione adulta e di rituali
    familiari
  • Accadimento e comunicazione familiare scarsi
  • Genitori o fratelli che usano alcol o altre
    sostanze
  • Abuso psicologico e/o verbale
  • Abuso fisico e sessuale
  • Percezione di un inadeguato sostegno
  • Mancanza di regole chiare
  • Sovraccarico di responsabilità nella vita
    familiare
  • Figli contesi nelle famiglie che si dividono
  • Povertà economica (relazionale) della famiglia
  • Lavoro precoce

37
  • STILI EDUCATIVI
  • Quantità e qualità dellamore
  • Tipo di cura
  • Gestione dei comportamenti aggressivi
  • Uso del potere da parte dei genitori (es.
    punizione eccessive, violente esplosioni emotive,
    forti conflitti familiari
  • Gestione delle emozioni
  • Quantità e qualità della relazione e
    comunicazione

38
  • Fattori di rischio dellambiente scolastico
  • Mancanza di legami scolastici
  • Cattivo clima scolastico
  • Mancanza di occasioni di coinvolgimento
  • Mancanza di riconoscimenti
  • Norme rigide e spiacevoli
  • Basse attese di successo e realizzazione
  • Mancanza di confronto con gli insegnanti
  • Scarso rendimento

39
  • Fattori di rischio nellambiente comunitario
  • Scarsi legami di comunità
  • Mancanza di occasioni di coinvolgimento
  • Dintorni disorganizzati e privi di leadership
  • Aree con alta criminalità e uso di droghe
  • Povertà e mancanza di opportunità di lavoro
  • Legami con gruppi antisociali
  • Povertà e mancanza di opportunità formative
  • Essere a contatto con modelli che approvano o
    mettono in atto comportamenti a rischio
  • Mancanza di confronto con adulti

40
  • Modello costruttivista-interazionista
  • Ogni comportamento umano, anche il più semplice,
    non è riconducibile ad una o poche cause ma è la
    risultante delle interazioni di fattori
    individuali ed ambientali la cui particolare
    configurazione cambia nel corso del tempo dando
    luogo a molteplici percorsi di sviluppo
    largamente differenziati tra loro

41
  • LE DROGHE A FORLI
  • i ¾ dei nostri adolescenti hanno parlato con
    qualcuno che ha fatto uso di droghe
    (75) (gs 70,2)
    (IARD 69)
  • sicuramente hanno un amico 70,5
    (gs 52,9) (IARD 47,7)
  • qualcuno gli ha proposto qualche tipo di droga
    56,1 (gs 51,9) (IARD 46,1)
  • sente il desiderio di provare una droga (spesso o
    qualche volta) 40,2 (gs 26,8) (IARD 18,2)

42
  • LE DROGHE A FORLI
  • tutti i ragazzi (90,1) hanno provato almeno una
    volta il caffè
  • un ragazzo su due beve alcol spesso (tutti i
    giorni, volte la sett. o per il w.e.)
  • il 43 fuma abitualmente
  • il 22 usa hashish-mariuana con una certa
    regolarità, uno su due lha comunque provata
  • le smart drugs e affini sono provate, almeno
    una volta, da uno su due dei ragazzi e il 6,1 le
    usa abitualmente
  • anche la coca e leroina sono diffuse nei
    ragazzi/e rispettivamente 10,3 e 12,0 anche se a
    farne un uso abituale, sono molto meno 3,6 e
    1,4. Sono comunque sempre molto di più della
    prevalenza degli utenti Ser.T
  • anche gli psicofarmaci sono diffusi (5,6)

43
  • LE DROGHE A FORLI
  • Considerando la sola voce tutti i giorni abbiamo
  • Il 37,5 consuma caffè
  • Il 37,2 fuma sigarette
  • L8,8 beve alcolici
  • L8,6 consuma smart drugs e affini
  • Il 3,7 usa hashish-marjiuana
  • L1 consuma eroina
  • L1,1 assume psicofarmaci
  • L0,8 usa cocaina

44
  • I FATTORI PROTETTIVI
  • degli ADOLESCENTI e dei GIOVANI
  • EMPOWERMENT

45
  • I FATTORI PROTETTIVI
  • degli ADOLESCENTI e dei GIOVANI
  • I fattori protettivi sono elementi che si ritiene
    possano esercitare un'azione di tutela degli
    equilibri psicologici e comportamentali di un
    individuo.

46
  • Fattori protettivi
  • autostima,
  • autocontrollo,
  • aspettative e prospettive positive,
  • capacità di riconoscere e gestire le proprie
    emozioni
  • autoefficacia
  • strategie di coping
  • locus of controll
  • costruzione dellidentità
  • (sé reale, ideale, normativo/io e me secondo la
    Mead)

47
  • EMPOWERMENT
  • I progetti di intervento centrati
    sullempowerment mirano ad aumentare il senso di
    potere personale e le capacità di leggere i
    diversi sistemi sociali per poter capire i
    vincoli e i condizionamenti che essi pongono ma
    anche le risorse che offrono.
  • In una prospettiva di Psicologia di Comunità,
    Rappaport (1981) definisce lempowerment come un
    processo che permette a individui, gruppi e
    comunità di accrescere la capacità di controllare
    attivamente la propria vita.

48
  • LADOLESCENTE EMPOWERED è colui che
  • conosce se stesso e lambiente di vita
  • È integrato
  • sa relazionarsi e comunicare efficacemente con le
    persone che appartengono ai vari ambiti di vita
    (famiglia, amici, scuola, lavoro, tempo libero)
  • capacità di adattarsi nei vari ambiti
  • è attivo, o meglio proattivo piuttosto che
    reattivo
  • sa trovare le risorse necessarie per affrontare
    gli eventi ordinari della vita (magari legati
    ai compiti di sviluppo) e quelli imprevisti
  • sa essere risorsa per gli altri
  • sa essere empatico ed exopatico
  • riesce a relazionarsi a persone con un più alto
    empowered

49
  • Prevenzione vs Promozione
  • La prevenzione lavora sulla diminuzione dei
    fattori di rischio (ostacolare l'insorgenza di
    una situazione problematica).
  • La promozione lavora sullinnalzamento dei
    fattori protettivi (attivare processi positivi di
    amplificazione delle risorse personali e
    sociali).

50
  • Promozione
  • La promozione viene oggi considerata
    particolarmente rilevante, in quanto punta sugli
    aspetti positivi della partecipazione individuale
    (capacità personali) e delle relazioni sociali,
    allo scopo di evitare etichettamenti dei soggetti
    e di attivare processi positivi di amplificazione
    delle risorse personali e sociali (o di
    "empowerment"). Promuovere significa selezionare
    positivamente determinati aspetti personali e
    sociali che vengono considerati fattori di
    prevenzione dei comportamenti problematici o a
    rischio. La promozione viene osservata
    positivamente per la socializzazione individuale,
    in quanto agisce sia sulle capacità personali
    dell'individuo che sulle condizioni sociali che
    l'individuo si trova ad esperire.

51
  • LA RESILIENZA

52
(No Transcript)
53
Resilienza
  • È la capacità di resistere agli urti
  • di affrontare le avversità della vita, superarle
    e uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato
  • di resistere alla distruzione proteggendo il
    proprio io da circostanze difficili
  • di reagire positivamente a scapito delle
    difficoltà attraverso la voglia di costruire e la
    forza interiore
  • di usare lesperienza nata da situazioni
    difficili per costruire il futuro

54
Resilienza
  • Un adolescente è resiliente se è capace di
    chiedere aiuto, se è in grado di cercare una
    soluzione dei problemi quando è in difficoltà, se
    riesce a mantenere unimmagine integrata di sé
    quando sono colpite le ferite psichiche.
  • Gli adolescenti possono resistere agli urti in
    una situazione ma frammentarsi e scompensarsi in
    un altra.

55
  • FATTORI PROTETTIVI

56
  • Fattori protettivi del contesto sociale
  • capacità di interazione sociale (abilità
    comunicative, cognitive, sociali e assertive)
  • Integrazione nella comunità locale o in qualche
    gruppo sociale specifico
  • Inserimento nel mondo del lavoro o della scuola

57
  • Fattori protettivi a livello di comunità
  • Autonomia ma soprattutto interdipendenza
    delladolescente
  • Gestione competente delle influenze dei pari
  • Connessione alla scuola
  • Adeguamento alle norme
  • Opportunità di aggregazione e inserimento
    prosociale
  • Relazioni positive con adulti
  • Norme chiare sugli standard comportamentali in
    famiglia e a scuola (con nitida definziione delle
    conseguenze in caso di violazione)
  • Valori di realizzazione personale, di empatia e
    prosocialità
  • Abilità sociali (facilità a fare amici, resistere
    a pressioni sociali negative)

58
  • Fattori protettivi nel/del processo di crescita
  • avere dei buoni risultati scolastici ed essere
    impegnati in attività dopo-scuola traducibile in
  • sviluppare nel percorso di crescita unadeguata
    Health literacy, un insieme di abilità cognitive
    e sociali che mettono in grado di accedere,
    capire e usare le informazioni utili per il
    proprio benessere personale e sociale
  • sviluppare nel percorso di crescita unadeguata
    capacità di influenza e controllo (empowerment)
    rispetto alle risorse ed allambiente
  • sviluppare nel percorso di crescita un set
    adeguato di life skill, ossia attitudini,
    capacità di scelta, apprendimenti ad apprendere
    che permettano di sviluppare comportamenti
    positivi ed efficaci rispetto alle domande e alle
    sfide della vita quotidiana.

59
Fattori protettivi a livello familiare
  • Genitori psicologicamente equilibrati
  • Buona qualità della relazione coniugale
  • Modelli di ruolo parentale positivi
  • Sostegno, vicinanza emotiva e comunicazione tra
    genitori-figli
  • Stile educativo autorevole costituito da un buon
    equilibrio tra severità e sostegno

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  • Fattori protettivi a livello di empowerment
  • Svolgere ruoli di responsabilità
  • Essere coinvolti in processi decisionali
  • Sentirsi protagonisti della propria vita
  • Essere daiuto ad altri
  • valorizzare la solidarietà
  • Sentirsi parte di

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  • LE RISORSE DEGLI ADOLESCENTI E DEI GIOVANI
  • Amicizia
  • amore
  • Discoteca
  • Divertimento
  • Emozioni
  • Famiglia
  • Gruppo dei pari
  • Internet
  • Musica
  • New media
  • Old media
  • Partecipazione
  • politica
  • Sessualità
  • Sport
  • Tempo libero

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  • LIFE SKILLS (abilità)
  • problem solving,
  • pensiero creativo,
  • decision making,
  • pensiero critico,
  • comunicazione efficace,
  • relazioni interpersonali,
  • empatia,
  • autoconsapevolezza,
  • gestione delle emozioni.

63
  • . TORNANDO AL PROGETTO ..

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  • FINALITÀ del PROGETTO
  • accompagnare i ragazzi/e verso la maggiore età.
    Sia da un punto di vista anagrafico che
    simbolico assunzione di responsabilità e primo
    passo verso il mondo degli adulti
  • saper intervenire nel modo giusto e nel
    momento giusto per impedire che il disagio si
    cronicizzi o si trasformi in disadattamento e/o
    devianza
  • poter far fare a questi ragazzi esperienze
    gratificanti e non frustranti per poter
    supportare il loro processo di crescita e di
    costruzione dellidentità individuale e sociale
  • creare nuove opportunità per gli adolescenti e
    contemporaneamente la possibilità, per loro, di
    poter scegliere
  • favorire e potenziare i loro life skills,
    strategie di coping e resilienza
  • creare attorno a loro un clima accogliente che li
    faccia sentire accolti, accettati come sono,
    senza giudizi morali
  • promuovere leducazione di strada
  • accompagnarli ad immaginarsi un futuro diverso da
    quello che hanno vissuto fino ad ora.
  • stimolare, accompagnare gli adolescenti e i
    giovani a pensare a dei futuri possibili (in
    merito agli affetti, famiglia, casa, lavoro,
    scuola), progettarli e realizzarli.

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  • OBIETTIVI SPECIFICI del PROGETTO
  • fornire loro lopportunità di conoscere e
    sperimentare altri modelli relazionali e
    comunicativi oltre a quelli che gli derivano dal
    cotesto di appartenenza
  • favorire il completamento del processo educativo
    e formativo
  • sostenerli nelle relazioni e comunicazioni con il
    proprio ambiente parentale e genitoriale
  • accompagnarli in quegli step evolutivi che
    segnano il passaggio da una età allaltra lungo
    il percorso di una maggiore autonomia e
    responsabilità (per es. sostenerli nel
    conseguimento del patentino prima e della patente
    poi)
  • attraverso la definizione di percorsi
    individualizzati accompagnare i ragazzi nella
    ricerca di un lavoro e tenuta dello stesso (una
    sorta di tutoraggio)
  • favorire la relazioni con altri coetanei, sia in
    una relazione duale che gruppale
  • attivare una rete di giovani che sappia
    accogliere, contenere e valorizzare gli
    adolescenti destinatari del progetto
  • favorire la relazione con laltro genere nella
    costruzione di una coppia di vita
  • sostenerli, se necessario, nella ricerca di una
    autonomia abitativa
  • agganciare singoli e gruppi di adolescenti
  • promuovere micro-progettualità con adolescenti e
    gruppi di adolescenti

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  • AZIONI del PROGETTO
  • creare e/o consolidare una rete fra varie
    istituzioni Comune con i propri progetti
    integrati e i rispettivi servizi, Ser.T., Centri
    del Terzo settore
  • creare una rete di aziende produttive disponibili
    ad accogliere i ragazzi/e
  • leggere con le assistenti sociali del territorio
    i problemi e le risorse dei ragazzi/e e scegliere
    quelli da accompagnare allinterno di questo
    progetto
  • sostenerli nel completamento del processo
    formativo
  • partendo dagli interessi, competenze ed hobby
    degli adolescenti per consolidare le loro life
    skills ed entrare in una normalità che è fatta
    di relazioni sane e di competizione dalla quali
    loro tendono a fuggire
  • costruire assieme a loro obiettivi per la loro
    vita che non siano troppo alti (superiori alle
    loro capacità) ma neanche troppo bassi da
    svalutarli
  • fare attività ed esperienze assieme (il trovare
    il lavoro come organizzare attività che
    soddisfano i loro interessi, hobby) per
    rafforzare lidentità positiva e la fiducia in se
    stessi
  • sostenerli emotivamente e fattivamente nel
    conseguimento del patentino o della patente a
    seconda delle età e delle esigenze
  • sostenerli nelle relazioni intrafamiliari
  • mappatura, contatto, aggancio, consolidamento
    della relazione e microprogettualità con gli
    adolescenti segnalateci e/o con adolescenti
    individuati dallequipe.

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  • IL METODO DI INTERVENTO del PROGETTO
  • shadowing è un modo originale ed efficace,
    mutuato dallantropologia culturale, di rilevare
    dal vivo alcuni aspetti della vita quotidiana
    dei ragazzi e delle ragazze che vivono nella
    città di Forlì e del circondario.
  • Il metodo consiste nel fare da ombra e con ciò
    si indica una persona che si appiccica ad
    unaltra, appunto come unombra, seguendola per
    tutta la giornata e prendendo nota dei suoi
    spostamenti, delle sue azioni, di quanto dice e
    sente e delle situazioni imbarazzantiche, in
    questa relazione un po atipica, si generano.
    Allinizio può essere una osservazione
    partecipante ove i ruoli degli operatori non
    vengono dichiarati ma subito dopo la prima fase
    lo diverranno.
  • E unosservazione partecipata nella quale si
    ipotizza che il gioco continuo tra distanza ed
    avvicinamento tra due mondi culturali, possa
    produrre interessanti descrizioni dei modelli e
    delle premesse implicite che si incontrano o
    scontrano nella relazione tra due soggetti
    diversi.

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  • INTERVENTO DI STRADA del PROGETTO
  • 1) Mappatura
  • Topografica
  • Cognitiva
  • Dei bisogni
  • Relazionale
  • Dei risultati
  • 2) Contatto/Aggancio
  • Primo contatto
  • Aggancio
  • 3) Consolidamento della relazione
  • Costruzione di una relazione significativa
  • Riconoscimento dell'OdS come adulto
    significativo
  • 4) Micro-progettualità
  • Proposte - stimolo
  • Sviluppo delle competenze/potenzialità del
    gruppo
  • Sviluppo delle relazioni gruppo - territorio

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  • PEER EDUCATION, FINALITÀ del SOTTOPROGETTO
  • promuovere il benessere e la crescita
    dellindividuo e del gruppo allinterno della
    scuola prevenendo in questo modo il disagio
    socio-relazionale che può dilatarsi in forme di
    bullismo che a sua volta può portare alla
    dispersione scolastica dei ragazzi.
  • favorire un lavoro di rete tra adulti che hanno
    impegni educativi e formativi con i ragazzi
    genitori e insegnanti e un loro successivo
    confronto e incontro con i giovani allo scopo di
    affrontare insieme le problematiche
    delladolescenza come momento di transizione
    verso letà adulta.
  • trasmettere agli insegnanti informazioni sui temi
    presi in esame (gruppo dei pari, bullismo,
    disturbi alimentari, sessualità, sostanze
    psicoattive, disturbi dansia e dellumore),
    quella di approfondire con loro le dinamiche di
    gruppo e la gestione del gruppo.
  • fornire ai genitori informazioni sui temi scelti
    e sugli strumenti per la gestione dei conflitti

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  • Tutto questo.... verso la cocostruzione di
  • comunità educanti,
  • competenti e solidali
  • capaci di accompagnare i propri membri anche nei
    momenti critici dellesistenza ().
  • La crisi fa parte del vivere, rappresenta sempre
    una fase di passaggio e di cambiamento che può
    dare esiti creativi e migliorare la qualità della
    vita
  • di tutti i suoi membri
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