Diapositiva 1 - PowerPoint PPT Presentation

1 / 43
About This Presentation
Title:

Diapositiva 1

Description:

Title: Diapositiva 1 Last modified by: Velkar Document presentation format: Presentazione su schermo Other titles: Corbel Arial Consolas Wingdings Wingdings 2 ... – PowerPoint PPT presentation

Number of Views:29
Avg rating:3.0/5.0
Slides: 44
Provided by: uJimdoCom92
Category:

less

Transcript and Presenter's Notes

Title: Diapositiva 1


1
Immunologia
2
Reazione Antigene-Anticorpo
Immunocomplesso reazione dellantigene con il
corrispondente anticorpo con formazione di un
complesso tenuto insieme da legame chimico , non
covalente che si forma tra i residui
amminoacidici dellAg (antigene) e quelli del
sito combinato dellanticorpo.
  • Tipi di legame
  • Legame idrogeno atomo di idrogeno è condiviso
    da due atomi elettronegativi
  • Legame elettrostatici attrazione di carice
    elettriche di segno opposto
  • Forze di Van der Waals movimento degli
    elettroni di una molecola che la inducono a
    comportarsi in maniera temporanea come un dipolo
    , attraendole molecole vicine
  • Legami idrofobici determinati quando una
    molecola idrofobica si trova in acqua. Le
    molecole idrofobiche si aggregano per evitare il
    solvente.

3
Reazione Antigene-Anticorpo
  • Fattori che influenzano limmunocomplesso
  • Ph del mezzo
  • forza ionica
  • concentrazione dei due reagenti

Affinita somma algebrica delle forze attrattive
e repulsive tra antigene ed anticorpo
Avidità insieme delle forze dinterazione tra i
singoli siti combinatori dellanticorpo e
lantigene
4
Immunoprecipitazione
Rappresenta la formazione di un complesso
tridimensionale detto lattice che determina un
precipitato visibile. Può essere utilizzata sia
in modo qualitativo che quantitativo
5
Precipitazione quantitativa
Si ottiene facendo reagire quantità costanti di
anticorpo con quantità crescenti dantigene. La
precipitazione è dovuta alla formazione di un
reticolo di molecole antigene-anticorpo.
  • Se riportiamo su coordinate cartesiane la
    quantità di precipitato in funzione della
    concentrazione crescente dantigene, otterremo un
    curva in cui è possibile individuare tre zone
  • zona deccesso dellanticorpo qui è inibita la
    precipitazione si ha un eccesso di anticorpo nel
    solvente
  • zona di equivalenza qui la precipitazione è
    massima
  • zona deccesso dellantigene qui si ha
    linibizione della precipitazione si ha un
    eccesso di antigene nel solvente

6
Reazione di precipitazione
Le reazioni di precipitazione sono utilizzate per
evidenziare la presenza dellantigene oppure
dellanticorpo. Vengono utilizzati reazioni in
mezzi semisolidi (agar)
7
Immunodiffusione doppia
  • Metodo di Ouchterlony viene utilizzato per la
    determinazione qualitativa tra gli antigeni,
    ossia se essi sono identici o se hanno in comune
    alcuni epitopi od al contrario se sono diversi .
    Il metodo consiste
  • Si stratifica lagar in capsule petri
  • Si praticano un determinato numero di pozzetti
    rotondi ad una determinata distanza gli uni dagli
    altri
  • Si aggiungono nei pozzetti adiacenti lantigene o
    lanticorpo e si lasciano diffondere luno verso
    laltro
  • Si effettua la lettura

8
Immunodiffusione doppia
  • Se gli antigeni sono identici si forma una
    linea continua del precipitato
  • Se gli antigeni sono diversi si hanno due
    linee di precipitato che si incrociano
  • Se lantigene A possiede degli epitopi in
    comune con lantigene B si forma una linea di
    precipitato non continua

9
Immunodiffusione radiale
Viene detto anche metodo di Mancini . Usato per
la determinazione quantitativa dei livelli delle
immunoglobuline e dei componenti del complemento
presenti sia nel siero che in altri liquidi.
  • Il metodo consiste
  • Stratificare lagar in cui è stato aggiunto un
    antisiero specifico in piastre di petri
  • Si effettuano dei pozzetti
  • Si aggiunge lantigene
  • Lantigene diffondendo dà origine ad un alone di
    precipitazione
  • Il diametro dellalone è proporzionale alla
    concentrazione dellantigene

10
Immunoelettroforesi
Metodo utilizzato per lanalisi delle proteine
del siero . Essa si basa su una reazione di
precipitazione preceduta da una migrazione
elettroforetica del siero.
  • Il metodo si basa
  • Si stratifica lagar su un vetrino porta oggetto
  • Si crea un pozzetto in cui si pone il siero da
    esaminare
  • Si applica un campo elettrico
  • Le proteine migreranno secondo la loro carica
    elettrica e la loro mobilità
  • Separate le proteine si pratica un altro
    pozzetto parallelo al senso di migrazione e vi si
    aggiunge lantisiero
  • Si lascia diffondere lantisiero
  • Nella zona di incontro tra antigene ed anticorpo
    si forma la banda di precipitazione

11
Western Blot ( Immunoblot )
Questo metodo viene utilizzato per identificare e
caratterizzare gli Ag sia nella ricerca sia nella
clinica.
  • Il metodo consiste nel
  • Separare gli antigeni attraverso lutilizzo di
    un gel di poliacrilammide
  • Trasferire il gel su una membrana di
    nitrocellulosa
  • Aggiungere un anticorpo specifico per lAg
    ricercato marcato con un marcatore enzimatico
  • Lanticorpo si collocherà solo dove la reazione
    sarà avvenuta permettendo di analizzare con
    facilità la quantità e la presenza dellAg
  • In alternativa può essere utilizzato un
    anticorpo marcato con un tracciante radioattivo.

12
Western Blot ( Immunoblot )
13
Agglutinazione
Linterazione tra un anticorpo e un antigene
corpuscolato ( presente su batteri, eritrociti,
leucociti, ecc) determina la formazione di
aggregati visibili, definita agglutinazione.
Lanticorpi in questo caso prenderanno il nome
di agglutinine.
  • Possiamo distinguere
  • agglutinazione batterica per individuare la
    presenza nel siero di anticorpi specifici contro
    i batteri
  • agglutinazione passiva per individuare
    anticorpi specifici contro antigeni solubili (
    proteici, polisaccaridi , apteni ) adsorbiti a
    biglie di lattice ,usate come matrici per la
    reazione di agglutinazione
  • titolo anticorpale del siero serve a
    valutare la quantità di anticorpo presente in un
    antisiero

14
Titolo anticorpale del siero
  • Modalità di esecuzione
  • si aggiunge ad una serie di provette un ugual
    volume di danticorpo a diluizione crescente
  • si aggiunge una quantità costante di antigene
    corpuscolato
  • si lascia incubare e si attende lagglutinazione
  • lultima reazione in cui avviene
    lagglutinazione viene chiamata titolo del siero
  • nella prima fase lanticorpo si lega agli
    antigeni situati nella membrana delle cellule
  • nella seconda le cellule rivestite
    dallanticorpo si legano luna con laltra
    formando aggregati tridimensionali.

15
Inibizione dellagglutinazione
E un saggio altamente sensibile per evidenziare
piccole quantità di Ag ( es. droghe) oppure per
determinare se un soggetto è stato esposto ad
alcuni virus che causano lagglutinazione dei
globuli rossi ( es. rosolia , influenza, ecc)
In pratica se nel siero del paziente sono
presenti Ab contro un virus , essi reagiranno con
questo, quindi il virus non sarà più in grado di
agglutinare i globuli rossi aggiunti in un
secondo momento
Le reazioni dagglutinazione sono utilizzate
anche per determinare i gruppi sanguigni di un
paziente (emoagglutinazione) oppure per ricercare
un anticorpo legato ad un antigene ( test di
Coombs).
16
Emoagglutinazione
Viene utilizzata per determinare il gruppo
sanguigno utilizzando anticorpi anti-A, anti-B,
anti-AB
17
Test di Coombs
  • Si basa sullutilizzo del siero di Coombs, ossia
    lutilizzo di gammaglobuline eterologhe
    (anti-immunoglobuline) ottenute immunizzando un
    coniglio o una capra con immunoglobuline umane.
  • Si possono distinguere
  • Test diretto si esegue per evidenziare gli
    anticorpi incompleti legati alle emazie del
    soggetto ,presenti in seguito a
  • malattie emolitiche nel neonato
  • anemia emolitica autoimmune
  • reazioni trasfusionali
  • sensibilizzazione a farmaci
  • Test indiretto si esegue per la determinazione
    degli autoanticorpi anti-IgG nel siero del
    paziente in esame. Si ricercano in particolare le
    eventuali emolisine nel sangue materno in caso di
    gravidanza a rischio (per malattia emolitica nel
    neonato).

18
Test di Coombs diretto
  • I globuli rossi del paziente vengono lavati per
    allontanare le IgG non legate alla membrana
  • I globuli rossi vengono posti direttamente a
    contatto con il siero di Coombs
  • Si stabilisce cosi se i globuli rossi sono
    stati ricoperti in vivo da IgG , come accade
    nelle malattie emolitiche autoimmuni
  • Test positivo le emazie agglutinano ,
    significa che gli Ab del coniglio si sono legati
    agli Ab adesi sulla membrana degli eritrociti .

19
Test di Coombs indiretto
  • Gli eritrociti vengono lavati per rimuovere le
    IgG non legate alle membrane .
  • Si incubano i globuli rossi del paziente o degli
    eritrociti compatibili con il siero del paziente
    e successivamente con il siero di Coombs.
  • Il test viene detto indiretto perche il siero
    del paziente è incubato con eritrociti normali
    per far aderire gli eventuali anticorpi
    anti-eritrocitari.
  • Test positivo i globuli rossi agglutinano ,
    quindi nel siero testato vi è la presenza di Ab.

20
Immunoflorescenza
  • Permette di legare ad alcuni anticorpi delle
    sostanze fluorescenti , senza alterarne la
    capacità di legarsi agli antigeni
  • Le sostanze fluorescenti in questione sono
  • La fluorosceina
  • La rodamina
  • Le sostanze fluorescenti coniugate agli anticorpi
    possono evidenziare al microscopio a fluorescenza
    la presenza di
  • Antigeni di superficie di cellule viventi in
    sospensione
  • Antigeni presenti nel citoplasma
  • Antigeni presenti nei nuclei
  • Il metodo viene utilizzato per identificare
  • fenotipi cellulari
  • i componenti del complemento
  • antigeni tissutali
  • antigeni tumorali
  • batterici
  • virali

21
Immunoflorescenza diretta ed indiretta
  • Esistono due metodi
  • Metodo diretto lanticorpo specifico
    coniugato al fluorocromo si fa direttamente
    aderire agli antigeni cellulari
  • Metodo indiretto lanticorpo specifico (
    anticorpo primario) non coniugato si fa aderire
    agli antigeni cellulari , in una seconda fase ,
    si aggiunge un anticorpo anti- anticorpo
    primario, coniugato con il fluorocromo.

22
FACS ( fluorescence- activated cell sorter )
Si basa sul principio della citometria a flusso .
Viene utilizzato un raggio laser e un rivelatore
di luce per contare le cellule
23
FACS ( fluorescence- activated cell sorter )
  • La citometria a flusso si basa sul seguente
    principio
  • Un campione, contenente le cellule,è incubato
    con un Ab monoclonale marcato con un fluorocromo
  • Le cellule che hanno legato ai loro antigeni di
    membrana lAb fluorescinato vengono eccitati dal
    raggio laser ed emettono la luce
  • Il rilevatore della luce misura sia la grandezza
    sia il numero delle cellule che hanno legato lAb
    marcato
  • Un computer analizza questi parametri e crea un
    diagramma in cui sono riportate il numero delle
    cellule e la loro tipologia

24
RIA ( saggio radioimmunologico)
E una tecnica molto sensibile che può rivelare
la presenza di un antigene o di un anticorpo a
concentrazioni inferiori a 0,001 pg/ml. Il test
RIA si basa sulla competizione tra un antigene
radio marcato ed uno non marcato per un anticorpo
specifico ad alta affinità. Lantigene è
marcato generalmente con piccole quantità di un
isotopo radioattivo ( per es. I251 ) che emette
raggi gamma ( g )
25
RIA ( saggio radioimmunologico)
  • Se si vuole determinare la concentrazione di un
    antigene X , presente nel siero , lo si purifica
    e lo si marca con I 251
  • Si allestiscono una serie di provette
    contenenti una quantità costante dantigene X
    radiomarcato e di anticorpi anti-antigene X
  • Si aggiunge una quantità crescente del siero
    in esame , in cui è presente lantigene da
    testare.
  • Lanticorpo si può legare sia allantigene
    marcato sia allantigene non marcato, quindi i
    due tipi dantigene competono per legare
    lanticorpo.
  • Si misura con un contatore gamma la quantità
    dantigene marcato rimasto in soluzione e quindi
    per differenza si può determinare la
    concentrazione di antigene non marcato.

26
ELISA ( enzyme-linked immunosorbent assay)
  • E una tecnica simile al RIA ma è più sicuro è
    meno costoso
  • Viene utilizzata per evidenziare la reazione
    antigene -anticorpo
  • Si utilizza un marcatore enzimatico
    contrariamente al RIA in cui si utilizza un
    marcatore radioattivo
  • Sono impiegati vari enzimi tra cui
  • la b-galattosidasi
  • La fosfatasi alcalina
  • La perossidasi di rafano
  • Il test si basa sul fatto che un enzima coniugato
    ad un anticorpo reagisce con un substrato
    incolore, detto substarto cromatogenico, e dà
    origine a un prodotto di reazione colorato.
  • Lintensità del colore è proporzionale alla
    quantità danticorpo marcato che si lega
    allantigene.

27
ELISA (metodo indiretto)
  • Viene utilizzato per determinare la quantità di
    anticorpi. Si basa sul seguente procedimento
  • In un micropozzetto ricoperto dantigene si
    aggiunge il campione da analizzare ( siero o un
    altro campione , in cui è presente lanticorpo da
    testare, detto Ab primario e lo si lascia reagire
    con lantigene.
  • Si aggiunge un anticorpo secondario anti-Ab
    primario, coniugato ad un enzima.
  • Si lava via lAb secondario libero e si aggiunge
    il substrato per lenzima.
  • La quantità di prodotto di reazione colorato,
    che si forma , viene valutata mediante speciali
    lettori spettrofotometrici
  • I lettori spettrofotometrici possono misurare
    lassorbanza di una piastra a 96 pozzetti .

28
ELISA (metodo indiretto)
Il test ELISA è utilizzato anche per determinare
la presenza di anticorpi sierici diretti contro
il virus dellimmunodeficienza umana ( HIV),
antigene eziologico dell AIDS. In questo caso
le proteine ricombinanti dellinvolucro e del
core dellHIV (Ag) vengono adsorbite nei
micropozzetti. E possibile evidenziare la
presenza di anticorpi sierici diretti contro
lHIV, mediante lELISA indiretto , entro 6
settimane dallinfezione
29
ELISA (a sandwich)
  • Viene utilizzato per determinare la quantità
    dellantigene.
  • ELISA sandwich
  • il micropozzetto è ricoperto con lanticorpo
    primario
  • Viene aggiunto il campione contenente lantigene
    da misurare
  • Dopo un periodo di incubazione si aggiunge un
    anticorpo specifico per lantigene coniugato con
    un enzima.
  • Si lava via lAb secondario libero e si aggiunge
    il substrato dellenzima.
  • Lintensità del colore è proporzionale alla
    quantità di anticorpo secondario marcato che si
    lega allantigene, e quindi alla concentrazione
    dellAg.

30
ELISA (competitivo)
  • ELISA competitivo
  • E un test di inibizione la concentrazione
    dellAg è inversamente proporzionale al colore
    sviluppato.
  • Si incuba lanticorpo primario con il campione
    contenente lAg da misurare
  • Si aggiunge la miscela Ag-Ab formatasi ai
    micropozzetti contenenti lAg.
  • Maggiore è la quantità di Ag, presente nel
    campione , minore sarà la quantità di anticorpo
    primario libero.
  • Si aggiunge lanticorpo secondario, specifico
    per lAb primario, coniugato con un enzima.
  • Dopo aver lavato via lAb secondario si aggiunge
    il relativo substrato e si misura il prodotto di
    reazione colorato

31
Complemento
  • E formato da un complesso sistema
    multifattoriale, costituito da oltre 20 proteine
    sieriche , che ha la funzione di distruggere i
    batteri tramite la lisi o la fagocitosi.
  • Soggetti affetti da deficit quantitativo o
    funzionale del complemento pur avendo livelli
    normali di Ig, sono particolarmente esposti a
    ripetute infezioni.
  • Le molecole del complemento si trovano nel
    sangue o nei liquidi biologici, in forma inattiva
    finche non sono attivati da microrganismi o altri
    fattori.
  • Il meccanismo di attivazione è un meccanismo a
    cascata, in cui il primo elemento agisce sul
    successivo , rendendolo attivo e quindi capace di
    agire sullelemento successivo.
  • Lattività è localizzata nella zona dinnesco
    con una emivita degli elementi di un millesimo di
    secondo.
  • Le molecole del complemento sono indicate con
    una numerazione , che va da C1 al C9 , oppure con
    le lettere maiuscole (B,D,P).
  • I frammenti derivati dalla molecola che ha
    subito lazione enzimatica dellelemento che lo
    precede nella cascata, sono indicati con le
    lettere minuscole (es. C5a, C5b) .
  • Il meccanismo terminale dellazione del
    complemento è la formazione di un complesso
    litico, detto complesso dattacco alla membrana
    (MAC), costituito dai fattori che vanno dal C5 al
    C9.

32
Complemento
  • Il sistema del complemento può essere attivato ,
    nelle sue fasi iniziali fino al fattore centrale
    C3 , mediante 3 vie
  • Via classica viene attivata dallinterazione
    fra l immunocomplesso ( formato da antigeni ed
    anticorpi delle classi IgG ed IgM ), oppure fra
    complessi formati da Ig aggregate o denaturate, e
    il primo componente , il C1q.
  • Via alternativa o properdinica viene attivata
    dalla presenza di particolari prodotti dorigine
    batterica o virale, che interagiscono con il
    componente C3 . Viene innescata in assenza di
    anticorpi.
  • Via lectinica attivata dallinterazione tra
    una proteina della fase acuta (lectina legante il
    mannosio, MBL) e i residui di mannosio, presenti
    nelle glicoproteine o carboidrati della
    superficie dei microrganismi.

33
Complemento
  • I fattori del complemento svolgono molteplici
    funzionalità biologiche
  • La capacità di lisi delle membrane cellulari ,
    batteriche e dellinvolucro lipoproteico di
    alcuni virus per azione del complesso litico
    (C5b-C9)
  • La capacità della risposta infiammatoria
    mediante liberazione di sostanze ad azione
    anafilattica (vasoattiva) e chemiotattica, che
    favoriscono il richiamo locale di cellule
    fagocitanti (C3a, C5a)
  • Lopsonizzazione delle cellule capaci di
    fagocitosi (C3b,C4b)
  • La rimozione degli immunocomplessi avviene
    tramite il legame tra un frammento del
    complemento (C3b) e i recettori presenti su
    alcune cellule.

34
(No Transcript)
35
Via classica
  • Il primo fattore attivato è C1 .
  • Il fattore C1 è costituito da un complesso
    tri-molecolare di 750 kDa legato in maniera non
    covalente , C1q, C1r, C1s , in un rapporto
    molare di 1/2/2 (C1qr2s2).
  • C1q è una proteina complessa, ricca in
    idrossiprolina, idrossilisina e glicina che per
    le sue caratteristiche elettroforetiche presenta
    delle analogie con le Ig, mentre per la sua
    struttura amminoacidica ricorda le proteine del
    collagene.
  • La molecola C1q è costituita da 6 unità ognuna
    costituita da tre distinte subunità A,B,C
  • E possibile distinguere una parte centrale
    compatta , che lega C1r e C1 s , ed una struttura
    più esterna che termina con una forma a calice.
  • La struttura a calice svolge la funzione di
    riconoscere e legare particolari siti presenti
    nelle Ig, i quali si evidenziano durante la
    formazione dellimmunocomplesso.
  • La sub-unità C1q si deve legare ai domini CH2 di
    almeno due anticorpi IgG adiacenti .
  • La sub-unità C1q si può legare ad un solo
    anticorpo IgM perche dotato di molti domini CH3.
  • Esistono 4 sottoclassi di IgG nelluomo ciascuna
    delle quali ha una differente affinità per C1q.
    La più affine è IgG3 , seguita dallIgG1 e IgG2
    mentre lIgG4 non attiva il complemento.

36
Via classica
  • C1s inattivo ha un peso molecolare intorno a 90
    kDa ed è costituito da una sola catena
    polipeptidica
  • Lattivazione di C1s comporta la formazione di
    due catene una più grande (a) ed una più piccola
    (b) , in cui si trova il sito enzimatico
    necessario per lattivazione dei componenti
    successivi .
  • Lattività enzimatica è di tipo serino-esterasi,
    ed agisce su due substrati C4 e C2 che vengono
    scissi rispettivamente in C4a e C4b , e in C2a e
    C2b dando origine al complesso C4b2a, denominato
    C3 convertasi che ha la capacità di attivare il
    fattore C3.

37
(No Transcript)
38
Via classica meccanismi di controllo
  • Le reazioni che caratterizzano la via classica
    sono soggette al controllo di diverse proteine
    solubili quali
  • C1 inibitore ( C1 INH ) questo fattore agisce
    su C1, bloccando lattività enzimatica di C1s (
    edema angioneurotico , dipende dallassenza di
    questo fattore)
  • C4bp ( C4 binding protein) questo fattore si
    lega al C4b, bloccando la formazione del
    complesso C4b2a e permettendo , cosi, il legame
    del fattore H, capace a sua volta di inattivare ,
    oltre che il C3b, anche il C4b.
  • Fattore I questo fattore inattiva il C3b,
    formando il C3b inattivo (iC3b).
  • Questi meccanismi sono necessari per mantenere
    gli effetti dellinnesco della cascata del
    complemento solamente a livello del sito
    dattivazione.

39
Via alternativa
  • La via alternativa differisce dalla via classica
    essenzialmente per due motivi
  • viene attivata in assenza di anticorpi
  • inizia dal componente C3
  • Costituisce un meccanismo di difesa
    anti-infettiva aspecifico ed immediato
  • Può essere innescata da diverse sostanze
  • lipolisaccaride (LPS) dei batteri gram-negativi
  • endotossine batteriche
  • particelle virali
  • Va tenuta in considerazione che il componente C3
    và in contro ad una lenta scissione spontanea
    perche presenta al suo interno un legame molto
    instabile , un legame tioestere.
  • Il C3 formatosi , alla presenza dei fattori
    diniziazione lega la proteina B, e forma il
    complesso C3bB.
  • Se C3b non si lega alle strutture estranee viene
    trasformato in una molecola inattiva, il iC3b,
    importante per l opsonizzazione.

40
Via alternativa
  • La proteina (fattore) B, una volta inserita nel
    complesso, è scissa dalla proteina D in Bb e Ba.
  • Il complesso attivo C3bBb ( C3 convertasi della
    via alternativa) , potenziato dalla properdina
    (P) , è capace di scindere il C3 in C3a e C3b.
  • C3b può rientrare nel ciclo, generando un
    meccanismo damplificazione del sistema , oppure
    legarsi al complesso precedente e dare origine,
    cosi , alla C5 convertasi della via alternativa
    (C3bBbC3b)
  • La via alternativa è regolata dallazione di due
    proteine solubili
  • la proteina H fattore di controllo anche nella
    via classica . Si lega al C3b della C3 convertasi
    occupando il posto di Bb, bloccando , cosi, la
    successiva attivazione della cascata
    complementare.
  • il fattore I cliva il C3b, legato al fattore
    H, in iC3b, C3c e C3d.

41
Via lectinica
  • Viene attivata in assenza di Ab .
  • E un meccanismo di difesa aspecifico
  • Viene indicata come MBL , ossia la via della
    lectina legante il mannosio
  • La sua attivazione dipende dal riconoscimento non
    specifico di sostanze estranee (carboidrati).
  • Presenta analogie strutturali alla via classica.
  • La MBL è simile al C1q, infatti dopo che si è
    legata ad un microrganismo si unisce, per formare
    un complesso attivo , ad un enzima , detto MASP
    (MBL-associated serine-protease) , che è simile
    al C1r e al C1s della via classica.
  • Il complesso MBL-MASP cliva il C4 e il C2 e porta
    alla formazione di una C3 convertasi che ha come
    conseguenza la formazione della C5 convertasi.

42
Formazione del complesso dattacco alla membrana
( MAC )
La C5 convertasi provoca la scissione del C5 in
C5a e C5b. La C5a liberato contribuisce con le
sue capacità anafilattiche e chemiotattiche alla
risposta infiammatoria locale La C5b si lega al
C6 e al C7 per formare il complesso C5b-7, che
presentano la capacità di legarsi alle membrane
biologiche. Il complesso C5b-7 lega una molecola
del fattore C8 e circa 10 molecole di C9,
formando il complesso dattacco alla membrana
(MAC), il C5b-9. Il complesso dattacco alla
membrana (MAC) ha attività litica sulle membrane,
causando la formazione di pori di circa 10 nm di
diametro Attraverso i pori avviene il passaggio
dacqua e di Sali che portano alla lisi osmotica
della cellula o del microrganismo. La proteina S
si lega al complesso C5b-9, la quale blocca
lattività di lisi e quindi regola lattività
biologica del MAC.
43
Fattori regolatori
  • Esistono molecole di membrana ad attività
    regolatoria tra cui
  • fattore accellerante il decadimento ( DAF) e la
    proteina cofattore di membrana (MCP), che
    agiscono sulla C3 convertasi della via classia e
    della via alternativa.
  • fattore di restrizione omologa (HRF) e l
    inibitore di membrana della reazione di lisi
    (MIRL/CD59), che lega il complesso C5b-8 e blocca
    il legame del C9 alle cellule autologhe.
Write a Comment
User Comments (0)
About PowerShow.com