Title: CENNI DI METRICA E FIGURE RETORICHE
1CENNI DI METRICA EFIGURE RETORICHE
2METRICA
IL VERSO "andare a capo, è un insieme di
parole caratteriz- zate da una regola la sua
struttura metrica. Es endecasillabo
LA RIMA consiste nellidentità dei suoni nella
parte finale della parola fiore/amore
LA STROFA Periodo metrico di due o più versi,
costruito secondo uno schema prestabilito e in
genere ripetuto all'interno di un componimento.
Es quartina
I METRIIl metro è l'insieme delle regole,
stabilite dalla tradizione, che definiscono
quanto viene ritenuto obbligatorio per realizzare
un certo tipo di testo. Es sonetto
3IL VERSO
Endecasillabo Verso di undici sillabe Un dì,
sio non andrò sempre fuggendo(Foscolo)
Senario verso di sei sillabe Che pace la sera!
(Pascoli)
Settenario verso di sette sillabe Siepi di
melograno (Pascoli)
Ottonario verso di otto sillabe Dolcemente muor
febbraio (DAnnunzio)
4LA RIMA
BACIATA AA BB ALTERNATA ABAB INCROCIATA
ABBA INCATENATA ABA BCB RIPETUTA ABC ABC
5GLI ACCENTI
la rima piana che presenta accento sulla
penultima sillaba ed è quella considerata
normale. la rima tronca tra parole con accento
sull'ultima sillaba la rima sdrucciola tra
parole con accento sulla terzultima sillaba, come
in "se Macometto vieta il mosto e biàsima
credo che sia il sogno e la fantàsima" (Luigi
Pulci, Morgante)
6LA STROFA
- Le più importanti strofe con schema fisso nella
tradizione italiana sono - il distico (AA BB CC)
- la terzina (ABA BCB CDC)
- la quartina (ABAB o ABBA)
- la sestina (ABABCC)
- l'ottava (ABABABCC)
7I METRI
un sonetto, il metro impone di scrivere un
componimento di quattordici versi di undici
sillabe, suddivisi in due quartine e due terzine,
con un limitato numero di scelte per quanto
riguarda la posizione delle rime.
Ballata La sua struttura metrica comprende un
ritornello o ripresa, che espone in breve il
motivo conduttore e si ripete fra una stanza e
l'altra, e un numero variabile di strofe o
stanze. I metri usati sono l'endecasillabo e il
settenario,
Canzone perfezionata da Dante e Petrarca. I
versi della canzone sono generalmente
endecasillabi o settenari. La sua struttura
tradizionale comprende un numero variabile di
strofe o stanze (da due a nove), divise al loro
interno in una prima parte detta "fronte" e in
una seconda detta "sirma".
8LE METAFORE
Procedimenti stilistici del linguaggio letterario
e poetico, che lo allontanano dall'uso comune e
gli conferiscono maggiore espressività e
pregnanza.
figure di morfologia (allitterazione, assonanza
ecc.) figure di sintassi (ipotassi e paratassi,
asindeto e polisindeto, endiadi, chiasmo,
anacoluto, enjambement, anafora, anastrofe,
ellissi, iperbato, parallelismo, enallage e
ipallage, ecc.) figure di significato
(similitudine, sineddoche, metafora, sinestesia,
metonimia, antonomasia ecc.) figure di pensiero
(iperbole, climax e anticlimax, ironia, antitesi,
ossimoro, litote, eufemismo, apostrofe,
epifonema, ipotiposi ecc.) figure di parola
(omoteleuto, onomatopea, paronomasia, tmesi ecc
9SIMILITUDINE
E un paragone e stabilisce un confronto tra
concetti o immagini attraverso connettivi quali
"come", "così... come", "simile a", oppure verbi
quali "pare", "sembra".
"Cesare è infido come una serpe"
Se togliamo laggettivo e il connettivo otteniamo
una metafora
Cesare è una serpe
10METAFORA
consiste nello spostamento di significato da un
ambito proprio a uno non proprio in base a un
rapporto di somiglianza.
"Giovanni è un fulmine veloce
come Ulisse è una volpe furbo come
11SINEDDOCHE
consiste nel trasferimento di significato da una
parola a un'altra in base a una relazione di
contiguità, nel senso di maggiore o minore
estensione, come la parte per il tutto.
"le vele" per "le navi "montone" per "la pelle
di montone "il pane" per "il cibo"
12METONIMIA
- Consiste nel trasferire un significato da una
parola a un'altra in base a un rapporto di
contiguità spaziale, temporale o causale. Si usa
cioè il nome del contenuto per il contenente.
"passami l'acqua" per "passami la bottiglia
dell'acqua"
"leggo Dante" per "leggo l'opera di Dante"
"bella gioventù" per "bei ragazzi"
13CHIASMO
Figura retorica di tipo sintattico che consiste
nella ripetizione in ordine inverso di due (o
più) membri di una frase secondo lo schema ABBA
(o ABCCBA). "Difficile (A) è la virtù (B), il
vizio (B) facile (A)", il chiasmo è in relazione
con l'antitesi e diventa un modo per renderla più
evidente. Il termine "chiasmo" deriva dal greco
chiasmós, che illustra graficamente la
disposizione incrociata degli elementi.
14POLISINDETO
consiste nel collegare due o più parole di una
frase oppure due o più frasi ripetendo la
congiunzione per ogni termine della serie. Il
polisindeto (dal greco polysýndeton, "legato
insieme molto") serve a rallentare il ritmo del
discorso mettendo in risalto ogni termine.
e mi sovvien leterno, e le morti stagioni, e
la presente e viva, e il suon di lei
15ALLITTERAZIONE
- Consiste nella ripetizione degli stessi suoni
(lettere o sillabe) all'inizio o all'interno di
due o più parole vicine. L'effetto fonico
prodotto dall'allitterazione (dal latino
adlitterare, "allineare le lettere") si
riflette sui significati, perché attraverso di
essa si stabiliscono rapporti privilegiati tra le
parole.
"di me medesmo meco mi vergogno" (Francesco
Petrarca, Canzoniere),
luso di vi (nelle prime due strofe di Giacomo
Leopardi, A Silvia).
16ONOMATOPEA
Figura retorica di parola che consiste
nell'imitazione di un suono naturale attraverso
un segno linguistico. "Tic-tac", imita il
rumore dell'orologio. In poesia anche il ritmo
può concorrere al processo espressivo
dell'onomatopea "volaron sul ponte che cupo
sonò", ( A. Manzoni,) ottiene l'imitazione del
rimbombo delle assi del ponte levatoio sotto gli
zoccoli dei cavalli con il ritmo e il gioco
fonetico delle parole impiegate
17ENJAMBEMENT
Modulo stilistico ricorrente nella poesia, sia
classica sia moderna, che consiste nel separare,
attraverso la pausa metrica, due parole
strettamente unite sul piano logico, collocandole
una alla fine di un verso e l'altra all'inizio
del successivo. In questo modo un verso non
costituisce un'unità sintattica indipendente, ma
la frase si prolunga nel verso successivo.
18IPERBOLE
Figura retorica di pensiero che consiste nel
ricorso a parole esagerate, per eccesso o per
difetto, oltre i limiti della verosimiglianza e
fino alla deformazione del reale. L'iperbole (dal
greco hypér, "oltre", e bállein, "gettare") è
comune anche nell'uso quotidiano per esprimere
espansività o per sottolineare stati d'animo o
giudizi. Può essere usata in funzione ironica per
sottolineare la sproporzione tra parole e realtà.
"è un secolo che aspetto "sei magra come uno
stecchino.
19ANAFORA
Figura retorica che consiste nella ripetizione
(anaphorá) di una parola o di un gruppo di parole
all'inizio di più versi o di più frasi
successive. Serve a sottolineare la parola o il
concetto ripetuti in posizione retoricamente
forte. "Per me si va nella città dolente, per
me si va nell'etterno dolore, per me si va tra
la perduta gente" (Dante, Inferno, III)