Biagio Pecorino

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Convenienza (convenience food) ... La congiuntura attuale ha riportato in grande evidenza il fattore prezzo nelle preferenze dei consumatori sia in Italia che all ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Biagio Pecorino


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Università degli Studi di Catania Dipartimento di
Gestione dei Sistemi Agroalimentari ed Ambientali
  • Biagio Pecorino
  • LA SFIDA DELLAGROALIMENTARE DI QUALITA

Conferenza interistituzionale EUROPA 2020
SFIDE ED OPPORTUNITÀ PER UN NUOVO SVILUPPO IN
SICILIA E NELLA PROVINCIA DI ENNA Enna - 3, 4
aprile 2013
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  • La Sicilia, ubicata al centro del Bacino del
    Mediterraneo, è stata da sempre il crocevia della
    cultura e della civiltà mediterranea (molteplici
    ritrovamenti archeologici e pluralità di fonti
    storiche)
  • Le produzioni agro-alimentari siciliane
    rappresentano un insieme composito ed unico nel
    panorama internazionale, offrendo una variabilità
    significativa di specie vegetali, di produzioni
    animali e di alimenti.
  • Questi mesi risultano strategici per le scelte,
    perché
  • crisi finanziaria, economica e, temo, anche
    sociale
  • prospettive di crescita in altre aree del paese
  • Risorse pubbliche decrescenti ma buone
    prospettive finanziarie per la Sicilia grazie ai
    fondi europei nel periodo 2014-20.
  • Il sistema agroalimentare siciliano è pronto ad
    affrontare la sfida? e le imprese delle aree
    interne?

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  • Le politiche della qualità e per la qualità,
    quali elementi strategici di competitività e/o
    valorizzazione delle produzioni agro-alimentari
    seguono dagli anni 90 un percorso dicotomico
    inerente la
  • qualità-standardizzazione derivata
    dallomologazione dei modelli di consumo nei
    paesi industrializzati
  • qualità-tipicità, al fine di valorizzare gli
    elementi che caratterizzano positivamente le
    specificità locali.
  • Per affrontare il tema assegnato (La sfida
    dellagroalimentare di qualità) è necessario
    effettuare lanalisi del mercato dei prodotti
    agroalimentari, e bisogna considerare
  • soggetti economici ed i loro comportamenti
  • scambio e le relative caratteristiche (modalità,
    quantità, qualità e vincoli istituzionali)
  • formazione del prezzo come sintesi delle scelte
    dei soggetti economici e della realizzazione
    dellatto di scambio.

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Mercato agroalimentare complesso di rapporti e di interdipendenze per tentare di interpretare il processo di trasferimento che consente alla produzione agricola di giungere al consumatore finale nei modi e nei tempi desiderati.ta prezzo ma risulta carente sul comportamento contrattuale dei soggetti coinvolti e sullinfluenza dellambiente economico-istituzionale. Sarebbe, quindi, opportuno considerare il mercato una variabile del sistema che dipende dal comportamento dellimpresa ed influenzato prevalentemente dallinnovazione tecnologica e dallinformazione Nel mercato di prodotti agroalimentari (segnato sempre più da agenti di dimensioni economiche, localizzazioni, livelli di conoscenza differenti) vi è conoscenza completa delle possibili alternative di scelta (imperfetta informazione)? vi è la possibilità di controllare i risultati associati a ciascuna alternativa? vi è la possibilità di risolvere convenientemente ogni problema di scelta (unico prezzo)?
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  • Principali aspetti che ne derivano
  • Centralità degli aspetti organizzativi del
    mercato rispetto a quelli allocativi
  • Influenza marcata dellevoluzione delle regole
    dettate dalle istituzioni pubbliche e degli
    incentivi
  • Cambiamento, quindi, del concetto della
    concorrenza fra le imprese - prima legato alle
    quantità dei beni e servizi oggetto di scambio e
    al numero delle imprese oggi al comportamento
    delle imprese
  • Disponibilità e struttura dellinformazione
  • Caratteristiche della tecnologia adottata anche
    nel rispetto della tradizione e della tipicità
  • Capacità di comunicazione e promozione.

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  • La continua evoluzione dei consumi alimentari
    causa mutamenti strutturali del mercato dei
    prodotti agro-alimentari.
  • Lalimento non solo bene primario per assicurare
    un sostentamento ma strumento per soddisfare
    altri bisogni legati alla dimensione
    socio-psicologica del consumatore
  • Edonistici
  • Salutistici
  • Ambientali
  • Etici.
  • Mutamento degli stili di vita e di consumo
  • Struttura e composizione famiglia (diminuzione
    componenti)
  • Ruolo e condizione professionale della donna
  • Stili di vita (urbanizzazione, aumento distanza
    casa-lavoro, pasti fuori casa, destrutturazione
    dei pasti, minor tempo destinato agli acquisti e
    loro concentrazione nel tempo, sempre più spesso
    nella GDO).

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  • Consumi alimentari prodotti tradizionali o
    innovativi
  • Contraddizione apparente anche i prodotti
    tradizionali sono permeati dalle innovazioni, ad
    esempio nelle modalità in cui vengono presentati
    al consumo (certificazioni, tracciabilità,
    confezionamento, ecc.)
  • Nel prossimo futuro la domanda si articolerà in
    tre direzioni
  • Naturalità (prodotti biologici, tipici, ecc.)
  • Funzionalità (functional food, ecc.)
  • Convenienza (convenience food)
  • Negli ultimi anni si osserva che non è facile
    parlare di scenari alternativi ma di fermento
    innovativo che parte dalla domanda e, quindi, da
    consumatori evoluti che richiedono prodotti nuovi
    che inglobano tutte e tre le funzioni
  • La congiuntura attuale ha riportato in grande
    evidenza il fattore prezzo nelle preferenze dei
    consumatori sia in Italia che allestero.
  • Anche in questa fase, non si può ignorare che la
    segmentazione dei consumi consente di innestare
    processi virtuosi per valorizzare i prodotti, per
    esempio quelli della dieta mediterranea, olio di
    oliva, frutta, verdure, pane, pasta e cereali
    integrali, ecc.
  • Dalle nostre interviste con alcuni operatori
    italiani ed importatori stranieri emerge che,
    oggi, il mercato europeo richiede un alimento
    naturale, sicuro (certificato), funzionale e con
    un prezzo contenuto (esistono alcune eccezioni
    mercato Russo, Arabo, ecc.).

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  • Per parlare dellagroalimentare siciliano e del
    mercato bisogna fare riferimento al (sub)sistema
    agroalimentare allinterno del quale si
    instaurano rapporti di interdipendenza modalità
    di produzione, rapporti sociali, scambi di beni e
    servizi.
  • Linsieme delle attività economiche e delle
    reciproche relazioni, con decine di definizioni
    ed ambiti di riferimento (non solo imprese ma
    aggregati)
  • agribusiness (Davis e Goldberg, 1958 Saccomandi,
    1991)
  • filiera agro-alimentare (Malassis, 1978 Combris
    P., Nefussi J., 1984 Malassis, Ghersi, 1995
    Cesaretti et al, 1994)
  • Negli anni novanta, si pone laccento sulle
    relazioni e sui modelli organizzativi, che
    consentono alle imprese di migliorare la loro
    competitività e prevalgono le analisi attraverso
    la supply chain catena del valore costituita da
    una rete di organizzazioni connesse ed
    interdipendenti che insieme controllano,
    gestiscono e migliorano il flusso di beni,
    servizi ed informazioni dai fornitori ai
    consumatori finali attraverso accordi di
    reciprocità e cooperazione.
  • Lattenzione prevalente degli studiosi migra
    dallanalisi delle attività a quella delle
    relazioni fra i diversi attori che intervengono
    nel processo fino al consumatore finale.

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Elevato tasso di autoapprovvigio-namento
Maggiore apertura al mercato (29,7 nel 2000)
Minore dipendenza dallestero (-19,9
nel 2000)
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Incidenza ai prezzi di base della branca
agricoltura in Sicilia sul totale nazionale
(valori correnti 2010)
La Sicilia occupa una posizione di leadership
nellagricoltura italiana, incidendo per l8,3
sul valore della produzione agricola.
Produzione dell'agricoltura ai prezzi di base,
per principali gruppi di prodotti, in Sicilia
(2010) (000 euro)
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Pur in presenza di saldo norma-lizzato negativo
(-11,5) le esportazioni nel 2010 superano le
importazioni per i prodotti destinati al consumo
alimentare diretto
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Il made in Italy si impone nei mercati
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  • Consistenza stabile ma crescono le esportazioni
    saldo 37 in quattro anni.

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lofferta ed i suoi protagonisti - la produzione
e la distribuzione
  • Propensione allexport . . . anche negli ultimi
    mesi.

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lofferta ed i suoi protagonisti - la produzione
e la distribuzione
Export industria alimentare (dati ISMEA 2011)
Cina crescita del 26 nel 2011 (quota 0,9)
Nel 2011 lexport raggiunge 23 miliardi di euro .
. . e continua a cambiare la geografia degli
scambi (- Grecia, Russia, Paesi del Nord Europa
ma anche i tradizionali partner europei.)
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Accentuato disagio economico del settore primario
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Lo scenario dei prodotti tipici
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I prodotti agroalimentari italiani a marchioDOP
e IGP
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I prodotti siciliani a marchio DOP e IGP
20
Il mercato delle produzioni DOP e IGP in Italia
vale intorno a 3,5 mld euro alla produzione e
8,5 mld euro, al consumo. Il business del
sistema vitivinicolo 12-13 miliardi euro, al
consumo La Sicilia, nonostante la numerosità dei
riconoscimenti, ha un ruolo marginale sul mercato
delle produzioni di qualità
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(No Transcript)
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  • Dinamismo con il passaggio da prodotti locali, a
    prodotti regolamentati con la definizione dei
    marchi, per poi arrivare al mercato globale .
  • La letteratura in materia afferma che
    allinteresse per il prodotto tipico, si
    contrappone in molti casi una scarsa
    organizzazione di filiera e lesigenza di servizi
    uniti al prodotto
  • I prodotti tipici iniziano ad essere richiesti,
    lontano dalla zona di produzione, in nuovi
    mercati, e nella distribuzione moderna allargando
    i potenziali clienti dei singoli prodotti tipici

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  • La parabola evolutiva inerente agli interventi
    normativi in tema di qualità ha registrato il
    proprio avvio a partire dalla Convenzione di
    Lisbona (31 ottobre 1958)
  • Il paniere agro-alimentare italiano di qualità è
    rappresentato da
  • Vini (DOC, DOCG e IGT ora DOP-IGP)
  • Prodotti a denominazione (DOP-IGP)
  • Prodotti agroalimentari tradizionali (PAT)
  • Prodotti biologici

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Le politiche di qualità prendono avvio, con
lemanazione del Reg. CEE 2247/73 relativo
allintroduzione delle denominazioni dei vini di
qualità prodotti in specifici territori (VQPRD)
Il Reg. CE n.607/2009 (24 luglio 2009), in
applicazione del Reg. CE n. 479/2008, entrato in
vigore l1 agosto 2009 Il nuovo regolamento,
sulla base di quanto previsto dallOCM vino,
detta le regole per le DOP (vini DOCG e DOC), le
IGP (vini IGT), le menzioni tradizionali e
letichettatura e la presentazione dei prodotti
vitivinicoli
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  • La vera rivoluzione copernicana a favore della
    qualità si realizza con lemanazione dei Regg.
    CEE n. 2081/92 e 2082/92, nei quali viene
    riconosciuta la possibilità di fare emergere le
    peculiarità delle produzioni agro-alimentari
    legandole al territorio nel quale sono state
    realizzate (DOP e IGP) o alle tecniche di
    produzione utilizzate (STG)
  • Regolamenti, successivamente sostituiti dai più
    recenti Regg. CE 509/2006 e 510/2006

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  • Il quadro normativo generale si completa, nelle
    forme attuali, nel 1999 (DM n. 350) quando il
    Ministero per le Politiche Agricole e Forestali
    definisce la categoria dei Prodotti
    Agroalimentari Tradizionali (PAT) e pubblica
    lelenco nazionale nel 2000 (DM del 18 luglio
    2000) 11 revisioni-Guri n. 159 dell11/07/2011
  • I PAT sono frutto di pratiche produttive
    consolidatesi nel tempo (almeno 25 anni)

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Un altro insieme di prodotti che il mercato
premia (in termini di domanda e giro daffari)
quali elementi caratterizzanti di un
agro-alimentare daltri tempi ed oggi
recuperato sono i presìdi Slow Food (SF), che
nati da unidea di Carlo Petrini (1986) mirano a
conservare e/o riqualificare prodotti ormai
dimenticati attraverso ladozione di pratiche
produttive sostenibili e un approccio etico al
mercato. Il successo della formula proposta da
Oscar Farinetti con Eataly (numero magico 0.83
popolazione italiana su quella mondiale). Non
basta avere il tipico, anche riconosciuto, è
necessario saperlo vendere.
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  • Lagroalimentare ed i fallimenti di mercato
  • Modello di policy che ha contraddistinto la PAC
    fino ai primi anni novanta del secolo scorso
    attraverso un Meccanismo di intervento e
    regolazione dei mercati che ha favorito un
    modello intensivo fortemente protezionistico con
    gravi squilibri ed effetti distorsivi di natura
    finanziaria ed ambientale
  • Sicurezza alimentare scandali alimentari, frodi
    ed emergenze sanitarie crisi alimentari, frodi ed
    emergenze igienico-sanitarie con perdita di
    fiducia del consumatore
  • Peggioramento rapporto agricoltura ed ambiente a
    causa di esternalità negative
  • Asimmetria di potere lungo la filiera, maggiore
    peso contrattuale della Distribuzione rispetto
    agli altri segmenti della filiera ciò, a volte,
    ha vanificato gli sforzi di produttori che, pur
    impegnati in politiche di differenziazione
    (prodotto biologico, tipico, ecc.) hanno
    beneficiato poco o nulla del premium price a
    causa di un aumento dei costi della qualità
    (adattamenti processi produttivi, certificazioni,
    consulenze, ecc.
  • Si pongono almeno tre problemi la sostenibilità
    dei modelli di crescita, la tutela del
    consumatore e la concorrenza fra le imprese.

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  • TENDENZE CHE CARATTERIZZANO IL MERCATO
    AGROALIMENTARE IN ITALIA
  • Mercato interno stabile nelle quantità ma
    riduzione in valore
  • Maggiore attenzione ai mercati esteri (export con
    ritmi di crescita pari al 10 annuo dal 2010.
    Stime per il 2012 di 25 miliardi di euro). Nuovo
    ruolo dei mercati emergenti Russia, Cina,
    Brasile, Corea del sud.
  • Valore aggiunto in sensibile contrazione per
    lagricoltura sia in valore assoluto che sugli
    addetti (strutture rigide)
  • LI.A. accusa redditività in diminuzione negli
    ultimi anni anche a causa della variabilità dei
    prezzi dei prodotti agricoli non sempre assorbita
    dai listini di vendita.
  • Nellultimo anno anche la distribuzione
    alimentare è disorientata margini in flessione
    ed utili in calo non riesce più a compensare i
    maggiori costi di struttura con incrementi di
    prezzo (le campagne degli ultimi mesi sono
    orientate alle offerte con sensibili riduzioni di
    prezzo). Unica eccezione il soft discount

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  • PRINCIPALI CRITICITA DEL MERCATO AGROALIMENTARE
    ITALIAN0
  • Accesso al credito sempre più selettivo e costoso
    (probabilmente anche per la D.O. nel 2012)
  • Rapporti molto tesi negli ultimi anni fra i
    diversi attori della filiera per lallungamento
    dei tempi di pagamento dei fornitori da parte
    della distribuzione e linstaurarsi di pratiche
    commerciali scorrette
  • Direttiva 2011/7/UE (già adottata in Francia il
    30/12/2011 con operatività dal 1 marzo 2011)
  • In Italia, articolo 62 del D.L. emanato il
    24/01/2012 e convertito con L.n.27 del 24/03/2012
    - Recenti analisi valutano in 6 miliardi di euro
    la liquidità necessaria alla D.O. per pagare nei
    tempi previsti dalle norme emanate e che
    entreranno in vigore entro lanno.
  • Inasprimento del livello fiscale in Italia per
    tutte le imprese (quelle agricole...)

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  • Concentrazione e diversificazione funzionale
  • Maggiore enfasi alle strutture di coordinamento
    verticale, quali le forme intermedie (hybrids)
    dalle cooperative parziali alle reti di imprese
  • Quali strumenti
  • Mercati a termine o aste Contratti -
    Associazioni di produttori (fra queste le
    cooperative?) - Associazioni interprofessionali -
    Sistemi verticali di marketing -Agenzie pubbliche
  • Vantaggi delle forme ibride soprattutto in
    momenti di grande incertezza
  • In agricoltura, può diventare strategica e può
    consentire la permanenza dellimpresa familiare
    quale forma ottimale di coordinamento dei fattori
    produttivi, superando così le limitate capacità
    di proposizione a valle
  • Ruolo strategico nel mercato per rispondere alla
    domanda, da un alto, di differenziazione e,
    dallaltra, di sicurezza, tracciabilità e
    maggiori informazioni attraverso ladesione
    congiunta a modelli organizzativi
  • Costruzione, mantenimento e sviluppo della
    fiducia, elemento intangibile ma strategico per
    sviluppare rapporti nel mercato senza sostenere
    ingenti costi individuali per lorganizzazione ed
    il controllo.

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  • Efficienza e competitività non sono legate ad una
    singola impresa ma sono il frutto del
    coinvolgimento di tutte le attività connesse alla
    produzione del bene o del servizio finale non
    più competizione fra imprese ma fra supply chain,
    dove lorganizzazione nei rapporti entro e tra le
    imprese è in grado di facilitare il flusso delle
    informazioni e di adattare i comportamenti al
    mutare delle condizioni del mercato.
  • La catena del valore consente di rappresentare
  • -allinterno delle imprese processi
    organizzativi e meccanismi di funzionamento
    interni
  • -fra di esse collegamenti per la realizzazione
    del valore per il cliente finale.
  • Non si confrontano solo imprese sul mercato ma
    diverse supply chain con differenti proposte
    attraverso lanalisi delle opportunità di
    differenziazione da un lato per identificare le
    attività generatrici di valore e dallaltro per
    studiare i bisogni dei consumatori ed i loro
    comportamenti di acquisto.
  • Lanalisi del sistema del valore nelle filiere
    agroalimentari consente di
  • individuare le strategie di differenziazione e
    valorizzazione del prodotto
  • risolvere le problematiche della distribuzione
    del valore creato dal consumatore finale
  • Scegliere gli opportuni rapporti di rete fra
    imprese.

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  • Strategie e mercati agroalimentari non perfetti
  • Le imprese della filiera e/o i loro aggregati
    mettono in essere strategie competitive non solo
    scegliendo la quantità ed il prezzo ma puntando
    alla differenziazione reale o apparente del
    proprio prodotto o servizio.
  • Molteplici sono gli strumenti per la
    differenziazione dellofferta dei prodotti
    agroalimentari sul mercato fra questi
  • Ricerca e sviluppo per linnovazione
  • Comunicazione e marketing.
  • 1.INNOVAZIONE nel rispetto della TRADIZIONE
  • Le imprese intraprendo lattività di RS per
    (scoprire, o meglio) introdurre
  • nuove modalità per produrre (innovazione di
    processo),
  • nuovi beni (innovazione di prodotto),
  • nuove modalità gestionali (innovazioni
    organizzative).

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  • 2. COMUNICAZIONE E MARKETING
  • Informare il consumatore per influenzare e
    modificare i bisogni e quindi le preferenze al
    fine di influenzare la domanda aumentando
    lentità e diminuendo lelasticità al prezzo.
  • Categorie di messaggio pubblicitario
  • Esperienza, collegata alle caratteristiche del
    consumo, quali quelle organolettiche (post
    acquisto possono essere evocate)
  • Ricerca, connessa agli aspetti del prodotto che
    possono essere giudicate prima dellacquisto,
    informazioni nutrizionali e/o duso in etichetta,
    ecc. (ante acquisto possono essere descritte)
  • Fiducia, difficile da misurare e valutare da
    parte del consumatore prima o dopo acquisto.
    Fanno riferimento alla reputazione di un marchio
    (privato o collettivo) o alla presenza di un
    segno di una autorità riconosciuta.
  • E possibile linnovazione e la comunicazione
    nelle imprese agroalimentari siciliane il mercato
    interno e, soprattutto, quello estero è
    interessato (e le imprese?).

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  • Raccomandazioni e proposte
  • Una politica per le aree interne ha bisogno di
    una strategia complessiva.
  • Interventi infrastrutturali (viabilità,
    comunicazioni, trasporti, risorse idriche) quali
    ed in che tempi
  • Sostegno agli investimenti materiali delle
    singole imprese
  • Sostegno agli investimenti immateriali su
    proposta di gruppi di imprese (distretti, reti,
    ATS) insieme a centri di ricerca pubblici e
    privati
  • Non bastano interventi settoriali ma è necessario
    un programma generale per evitare sprechi,
    duplicazioni, discontinuità (non si può ancora
    assistere a mancanza di dialogo fra autorità di
    gestione, dipartimenti regionali, assenza di
    coordinamento fra RS, trasferimento, formazione,
    investimenti, comunicazione e promozione, ecc.)
    esempio eclatante i distretti agroalimentari
    finanziabili con diverse misure del PO FERS
    2007-13 e del PSR Sicilia ma . Sullo sfondo la
    spesa insufficiente al 31-12-2012 pari a di 1,1
    mld (di cui 0,2 ai fondi J J) su oltre 6 mld
    previsti.
  • Si possono rilanciare le aree interne facendole
    divenire il volano dello sviluppo della Sicilia,
    utilizzando al meglio i fondi 2014-2020 a mio
    avviso due le direttrici
  • Marketing territoriale integrato per favorire
    lagroalimentare ed il turismo
  • Valorizzazione delle risorse residue del
    territorio per la produzione di energia da fonti
    rinnovabili.

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  • Qualche domanda finale
  • Opportunità intersistiali agli adattamenti da
    parte delle imprese agroalimentari siciliane -
    possibile essere piccoli e flessibili ma uniti
    per un progetto comune?
  • Maggiori sinergie per soddisfare il consumatore
    anche attraverso accordi di rete, quali?
  • Ruolo dellazione pubblica per la competitività
    non solo investimenti materiali (meglio in
    infrastrutture) ma anche immateriali (RS e
    comunicazione) sarà la strategia 2014-2020?
  • Vincoli di Bilancio UE, Stato, Regioni rendono
    difficili interventi a supporto ma è possibile
    liberare le imprese da vincoli burocratici
    vecchi e nuovi spesso incomprensibili ed
    adempimenti amministrativi lunghi ed estenuanti?
  • Si metteranno daccordo lUE, lo Stato e i
    singoli attuatori delle misure di sostegno?
  • Si ridurranno i costi esterni alle filiere
    agroalimentari?
  • Opportunità rilanciare lofferta delle aree
    interne legata allarte, alla cultura e alle
    specificità territoriali soprattutto nelle aree
    interne della Sicilia
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