Title: Diapositiva 1
1Colui che conosce gli altri è sapiente colui che
conosce se stesso è illuminato. Colui che vince
un altro è potente Colui che vince se stesso è
forte. Colui che agisce con forza ha
risolutezza Colui che sa soddisfarsi è
ricco. Colui che non si discosta dal suo giusto
posto sussiste a lungo Morire senza perire,
questa è la longevità. (dal Tao Te Ching)
2Complessità esogena
Per complessità esogena intendiamo la necessità
di stabilire relazioni strutturali fra lente
pubblico ( o azienda privata o studio di
progettazione) e soggetti esterni.
Per facilitare questi compiti si possono
conoscere sia le tecniche di negoziazione che le
analisi per definire gli obiettivi e le posizioni
degli stakeholders per favorire la creazione del
consenso
3Complessità Interna
Comunicazione Interculturale
Una situazione come quella descritta nella Mappa
delle trasformazioni prevede la interazione di
figure professionali molto diverse fra loro per
età, sesso, personalità, istruzione ed
eterogeneità, classe sociale e provenienza
I moderni Gruppi di Lavoro sono caratterizzati da
interdiscplinarietà ed eterogeneità culturali dei
protagonisti
Questa caratteristica comporta la necessità di
elaborare nuove forme di Comunicazione
Interculturale
4Trasformazione territoriale
Piani Urbanistici Negoziati Urbanistica
Partecipata Creazione del Consenso Condivisione
delle Scelte Comunicazione Tecnica
Nuova Leadership Lavoro di Gruppo
5- Levoluzione delle forme democratiche ha
modificato il rapporto fra P.A. e cittadini. - Lurbanistica rappresenta spesso il primo banco
di prova delle architetture istituzionali, così
oggi le fasi descritte per i Piani Urbanistici
Complessi si possono applicare a molti altri
settori
- Informazione
- Condivisione
- Partecipazione o concertazione
- Negoziazione
- A questi differenti livelli corrisponde la
creazione di nuove relazioni prima individuali e
poi collettive. Qualsiasi Gruppo, interculturale
(familiare, lavorativo, sportivo, ecc...), segue
le logiche e le Dinamiche di Gruppo
6Per comunicare occorre sapere apprendere quello
che viene detto Apprendimento La
conoscenza già posseduta è prima di tutto un
fattore di rigidità se ad essa non si accompagna
la necessaria capacità di apprendimento cioè di
un suo mutamento
Comunicazione non verbale Il 70-90
dellinformazione che riceviamo viene comunicata
non verbalmente e si verifica al di fuori della
nostra consapevolezza (linguaggio analogico)
7Ogni comunicazione si svolge su un doppio livello
contenuti tecnico e di relazione (analogico o
digitale)
Se la maggior parte dellinformazione che
riceviamo viene comunicata non verbalmente, e se
questo si verifica con un linguaggio al di fuori
della nostra consapevolezza con un linguaggio
digitale, per poter rendere efficace un rapporto
di lavoro occorre saper interpretare questo
linguaggio.
Rapporti di lavoro necessità di contrazione dei
tempi
8Gruppi di Lavoro
Comunicazione Interculturale
Teorie dellascolto
sapere condiviso (borderlands Anzaldùa)
mediatore
interprete
mediatore
conciliatore
La democrazia si esplicita attraverso nuove
forme la negoziazione e la partecipazione
9- Questa zona di sapere condiviso definisce un
gruppo percettivo ossia un numero di persone
che percepiscono alcuni aspetti del mondo esterno
in modo più o meno simile.
Per poter raggiungere questo stadio occorre una
comprensione non solo linguistica, ma delle
strutture simboliche, delle logiche deduttive,
dei modelli di organizzazione e di elaborazione
dei dati sensoriali.
10- Unoperazione essenziale per verificare il
livello di integrazione e di reciproca
comprensione consiste in una costante operazione
di feedback. -
- Questo processo, parallelo a quello di analisi
degli errori per facilitare i processi di
creatività, contribuisce a rinegoziare i
significati reciproci e facilita progressivamente
laumento della zona del sapere condiviso
(borderlands). - Si tratta di un processo di negoziazione e di
costruzione sociale della realtà, secondo le
teorie di Berger e Luckman.
11La Conoscenza
- Se la conoscenza è un fattore di rigidità
dobbiamo cercare di far cambiare prospettiva al
soggetto o di aumentare il suo livello di sapere
(De Bono) - Secondo J. Piaget ci sono due funzione costanti
con cui la mente regola e modifica la produzione
delle risposte agli stimoli esterni - ASSIMILAZIONE che consiste nel rispondere a
nuovi stimoli per mezzo di schemi
preesistenti - ACCOMODAMENTO che consiste nellelaborazione di
schemi nuovi, più rispondenti alle
caratteristiche degli stimoli esterni, in un
riadattamento nei confronti della realtà
esterna.
12Altri studiosi hanno utilizzato diverse
denominazioni ma essenzialmente, lapprendimento
può essere ricondotto a due fasi
distinte. Lelaborazione delle informazioni
avviene attraverso due componenti e funzioni del
pensiero
Deduzione
Induzione
(organizzazione della conoscenza già posseduta)
(nuova informazione)
- comprendere
- formulare ipotesi
- valutare la conclusione per conservarla
modificarla o abbandonarla
- comprendere
- generare una conclusione
- valutare la conclusione
13- Nel meccanismo generale dello sviluppo
lassimilazione ha il compito di produrre
allinterno della mente uno squilibrio.
Laccomodamento ha, invece, il compito di
ripristinare lequilibrio ad un livello di
adattamento alla realtà superiore a quella
precedente. - Lintelligenza è una forma di apprendimento(J.
Piaget) - È importante comprendere come questi meccanismi,
uguali per tutti, hanno tempi diversi in ciascun
membro del Gruppo. È per questo che occorre saper
svolgere una continua mediazione.
14- I conflitti o le incomprensioni che possono
nascere allinterno di un Gruppo sono dovuti
anche a queste differenze di reazioni. - È per questo che bisogna saper discernere fra i
conflitti di relazione e quelli sulloggetto. - Nel caso dei tempi diversi di reazione luso di
altre forme espressive e di empatia può eliminare
totalmente linsorgere dellattrito.
15- Lindividuo che apprende dà un significato a ciò
che conosce, ma è un significato elaborato nel
contesto culturale in cui vive. In questo senso
dare un significato ad unesperienza segna la
partecipazione attiva dellindividuo al Gruppo di
Lavoro di cui fa parte. - È per questo che la coesione del gruppo ed il
senso di appartenenza facilita il lavoro
permettendo una maggiore comprensione reciproca.
16Comunicazione non verbale
Per comprendere limportanza del linguaggio non
verbale possiamo prendere in considerazione la
divisione che fa Gardaner delle forme di
intelligenza
- Linguistica padronanza delluso del linguaggio
- Logico Matematica valutazione e confronto di
oggetti e astrazioni - Spaziale percezione del mondo visivo
- Musicale distinzione di brani musicali in
relazione allaltezza, al ritmo, al tempo - Cinestesica controllo dei movimenti del corpo
- Personale intrapersonale (riconoscimento e
valutazione dei propri sentimenti) e
interpersonale (interpretazione dei sentimenti e
stati danimo altrui) - Naturalistica riconoscimento nella
categorizzazione di oggetti naturali - Esistenziale riflessione sui quesiti
fondamentali dellesistenza
17- Ogni individuo possiede queste diverse
intelligenze anche se qualcuno è più forte
nellintelligenza linguistica, qualcuno in quella
spaziale - Allinterno del Gruppo, quindi, compito del
facilitatore è anche quello di comprendere le
singole dinamiche degli individui e di
avvantaggiarli in base alle rispettive
potenzialità. - Ciascun individuo è caratterizzato da una
peculiare configurazione intellettuale in cui le
diverse intelligenze sono presenti in grado
diverso ed in differenti rapporti luna con
laltra.
18- Per comprendere le caratteristiche di ciascuno si
utilizzano le tecniche della PNL (Programmazione
Neuro Linguistica) in cui si analizzano i
comportamenti degli individui nei loro gesti
quotidiani. - La mente costruisce significati a partire dagli
input sensoriali e dalle informazioni. Si tratta
di unattività indiretta e non immediata. - Da una minima quantità di informazioni siamo in
grado di ricreare una realtà molto superiore a
quella legata agli input ed alle informazioni
stesse.
19- Generalmente si impiega poco tempo a formulare un
giudizio su un estraneo (al contrario delle
lunghe riflessioni dedicate alle persone più
vicine). Questa operazione crea una cornice NEURO
SEMANTICA nella quale si muovono gli individui - Ogni volta che pensiamo ad una persona la
immaginiamo nel contesto di significati in cui la
abbiamo classificata la prima volta. - La consapevolezza di questa azione, unita alla
consapevolezza di dovere essere pronti a
negoziare questa cornice di significati, può
facilitare la comunicazione interculturale
allinterno dei gruppi di lavoro
20La Comunicazione
La realtà non è un insieme di dati e
informazioni, ma di configurazioni problematiche
dotate di significato con le quali il nostro
pensiero consente di relazionarci in modo attivo
- Non si può non comunicare
- Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed
un aspetto di relazione in modo che il secondo
classifica il primo ed è quindi metacomunicativo - La natura di una relazione dipende dalla
punteggiatura delle sequenze di comunicazione fra
i comunicanti - Gli esseri umani comunicano sia a livello
analogico che digitale - Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici
o complementari, a seconda che siano basati
sulluguaglianza o sulla differenza
21- Per dare unidea di come le differenze fra
comunicazione analogica e digitale corrispondano
anche a differenze culturali prendiamo ad
esempio il caso del Giappone. - Le culture come quella giapponese che protendono
per la comunicazione analogica vengono definite
di contesto in cui la maggior parte
dellinformazione è già nella persona mentre
molto poco è nella parte codificata ed esplicita
del messaggio. - Es. HAIKU
- Si richiede che chi parla implichi e deduca il
significato dal contesto di frasi relativamente
vaghe, dal modo in cui la cosa viene detta, da
chi la dice, a chi la dice, dove, in che momento
e se lo dice prima o dopo qualche frase. - PROPRIO COME I SICILIANI DEI LIBRI DI SCIASCIA
22- I livelli relazionali
- Le relazioni umane, al di là del contenuto
verbale che di volta in volta le caratterizza
(natura e complessità degli argomenti), si
svolgono su un livello per lo più non
verbalizzato che può avere differenti
inclinazioni e linee di forza. Sostanzialmente
possiamo immaginare tale livello come un piano,
ai cui estremi si trovano i due interlocutori e
la cui relazione può essere di due tipi
23- 1) SIMMETRICA
- I due sono su un piano di parità, perfettamente
orizzontale o ritmicamente ed armoniosamente
altalenante in funzione dell'alternarsi della
comunicazione. - Entrambi (e nessuno al tempo stesso) sono
"padroni" della relazione i tempi, gli spazi, la
scelta degli argomenti sono pressoché liberi ed
implicitamente condivisi. - Lanalisi può anche essere di tipo altalenante
24- 2) COMPLEMENTARE
- Il piano e' inclinato, trovandosi uno dei due
interlocutori in POSIZIONE UP e l'altro in
POSIZIONE DOWN. - Significa che (per contesto gerarchico, di
professionalità, di ruolo, di personalità, d'età
o di luogo) uno dei due interlocutori definisce
la relazione e l'altro accetta nello stesso tempo
che questa sia in tal modo definita.
25- L'immagine visiva che i due termini anglosassoni
suggeriscono immediatamente (up su e down
giù) evoca concetti di valore (chi sta sopra e
chi sta sotto, chi impone e chi subisce, chi
conta di più e chi meno ecc.) che talora
innescano una vera e propria lotta "psicologica"
fra due individui per il dominio della situazione
relazionale. Questo crea forti oscillazioni del
piano e tremendi scossoni alle linee di forza,
con il rischio di rottura della relazione stessa. - Questo, soprattutto quando non preesiste un
"codice gerarchico" che implicitamente impone una
chiara e precisa complementarità.
26- Nella Mappa delle trasformazioni le
complementarietà sono date dal - Potere del denaro
- Potere del rilascio delle autorizzazioni
- Potere dellopinione pubblica
Distinguere i pochi di potere per ricondurre
linsieme delle persone ad una logica di frutto
di lavoro
27- Le dispute non verbalizzate sul piano della
relazione che avvengono quotidianamente nelle
interazioni umane sono molto più frequenti di
quanto si possa immaginare e sono ancora più
importanti del contenuto oggetto della relazione
stessa. - Spesso, il vero contenzioso non e' l'argomento,
bensì la definizione della complementarità. - La posizione down non e' necessariamente
sminuente o sfavorevole come ogni altro aspetto
relazionale va utilizzata in modo efficace in
base al contesto. Il braccio di ferro sulla
complementarità serve solo ad indebolire la
relazione stessa.
28- Non e' infrequente nei rapporti, professionali e
non, che sia proprio uno a chiedere
implicitamente all'altro di definire la
relazione. - Questo consente alcuni vantaggi, quali il
conoscere il territorio relazionale dell'altro,
la sua disponibilità temporale, la sua necessità
di controllo della complementarità e la sua
flessibilità nello scambio delle posizioni
up-down. - Nel momento in cui "chiedo" all'altro di definire
la relazione (di mettersi in up time), in realtà
sono io a definirla e, se l'altro accetta,
significa che la complementarità e'
implicitamente concordata
29 Stabilito il consenso, un altro ostacolo alla
comprensione è dato dai valori e dalla loro
reale gerarchia soggettiva I valori
rappresentano la spinta che orienta le nostre
scelte e la direzione della nostra vita ed hanno
una graduatoria di importanza. Si consiglia di
individuarli negli interlocutori e stabilire la
loro gerarchia in quel momento della sua
esistenza e in quel preciso spazio o compito.
EsempioLa sua gerarchia di Valori è più
importante l'integrità oppure la riuscita, o è
il denaro il valore che occupa il primo posto in
classifica? L'onestà esiste fra i suoi valori
nel contesto lavoro? Se si, viene prima o dopo
la salute fisica e questa in che rapporto
gerarchico è con i rapporti umani?
30- Talora possano esistere in un individuo dei
conflitti di scelta anche nell'ambito del lavoro
spesso ciò deriva da un conflitto di valori. - Solo alcuni Valori variano all'interno della
scala gerarchica nei diversi periodi della vita.
I Valori (la loro gerarchia) sono spesso il
parametro attraverso il quale giudichiamo gli
altri, il loro comportamento, la loro visione del
mondo e la loro missione nella vita. - L'accordo o il disaccordo profondo, di contenuto,
fra persone ha molto spesso questa matrice e può
essere difficilmente recuperabile.
31Le credenze Le CREDENZE formano la zona più
periferica del Territorio dell'ESSERE e derivano
per lo più dai Valori, di cui sono spesso
emanazioni. Spesso più Credenze formano un
Valore quelle imposte dall'ambiente e "non
sentite" dall'individuo non hanno rapporto col
mondo dei Valori. E' quasi sempre vero,
comunque, che il cambiamento di un Valore implica
il cambiamento di più Credenze.
32Le credenze
Mentre i Valori si traducono nel linguaggio
verbale con locuzioni del tipo "per me è
importante che..." o "lo faccio per ... (onestà,
amicizia, autoaffermazione, successo, salute
ecc.)", le Credenze fanno usare frasi del tipo
"si deve, è necessario, bisogna, posso (o non
posso, non si deve, non bisogna)" ecc. Mentre i
Valori determinano, in base alla scala gerarchica
di ognuno, LA SUA MISSIONE o nella vita o in
quello specifico contesto della sua esistenza, le
Credenze costituiscono IL CODICE DI PERMESSI E
IMPEDIMENTI che condiziona lESSERE NEL MONDO.
33In urbanistica alcune credenze corrispondono a
forme di pregiudizio anche su aspetti
tecnici Labuso di credenze è una circostanza
tipica nelle dinamiche degli stakeholders, cioè
di persone non tecniche o esperte che si affidano
al sapere degli altri. Caso tipico di coloro che
non hanno tempo di aggiornarsi e si affidano agli
altri
34- Considerazioni sulle credenze
- Una credenza, più o meno indotta da altri, entra
nella mente, ne diviene parte integrante ed
influenza grandemente i pensieri, giudizi e
comportamenti. Basti pensare all'assurdità di
certi pregiudizi, a tante superstizioni
paradossali, alla goffaggine di talune
preclusioni inamovibili - Necessità di diventare più disponibili ai
cambiamenti, a coglierli anche nelle loro minime
espressioni, a considerare la mente, il corpo o
meglio l'individuo, come una ENTITA' DINAMICA non
sempre inquadrabile o congelabile con
un'etichetta - Talora è più difficile accettare un cambiamento,
anche molto positivo ma imprevisto che tollerare
il lento e irrimediabile svolgersi di una
situazione negativa in corso - questo è li senso di una campagna di
informazione corretta per la creazione del
consenso attorno al progetto di trasformazione
35La Comunicazione integrata
Gli esseri umani si relazionano con lambiente
esterno adeguando in ogni situazione i propri
spazi e i propri tempi a quelli del mondo di cui
fa parte
La distanza rappresenta la definizione del
territorio privato di ciascun individuo
attraverso la quale si strutturano i rapporti
A tal proposito si possono distinguere 4 zone
- Intima
- Personale
- Sociale
- Pubblica
36La zona intima
È la zona accessibile soltanto da parte di coloro
di cui lindividuo si fida molto ai quali
permette di avvicinarlo, toccarlo, senza sentirsi
infastidito
In questo tipo di comunicazione non verbale, il
linguaggio del corpo ha una funzione determinante
Se viene meno il rispetto di questo spazio, oltre
alla perdita di preziose informazioni sulla
comunicazione dellindividuo, si creerà anche una
situazione di malessere e di disagio che impedirà
un comportamento naturale
37La zona personale
È lo spazio che lindividuo concede ad amici,
familiari, persone con cui sta bene
La sua ampiezza varia in base al tipo di rapporto
Ricordate il fastidio che avete provato lultima
volta che qualcuno sbirciava sul vostro giornale
aperto la stessa pagina che stavate leggendo voi?
38La zona sociale
Questa zona è riservata ai contatti superficiali,
quelli che si possono avere fra colleghi di una
grande azienda con scarsi legami, oppure fra un
manager ed un consulente allinizio del loro
rapporto
La scarsa attenzione o addirittura lostilità da
parte dellinterlocutore può nascere da un
superamento di confine della zona sociale
39La zona pubblica
Questa zona è illimitata, grazie ai media che
proiettano limmagine umana ad altri esseri umani
anche a grandi distanze
In termini più diretti si tratta della distanza
solitamente presente fra un insegnante e la sua
classe o fra un oratore e lauditorio
In situazioni in cui non possiamo difendere i
nostri spazi (in autobus, in metropolitana, ecc.
attuiamo istintivamente strategie difensive di
distanziamento, attraverso sguardi persi nel
vuoto, diretti su persone ed oggetti
sufficientemente distanti, oppure centrati su
parti di noi o su cose che ci appartengono e che
in altri contesti tralasceremmo
40- Tali sensori, soprattutto nella fase di raccolta
degli innumerevoli dati che nell'unità di tempo
giungono al nostro cervello da fuori e da dentro
di esso, sono coadiuvati nel loro compito da una
sorta di schermo filtrante che ne evita il
sovraccarico attraverso meccanismi di
Cancellazione, Distorsione e Generalizzazione. - Nelle interazioni quotidiane ci troviamo per lo
più in contatto con persone che usano nelle loro
comunicazioni TUTTI i canali in modo più o meno
fluido e variabile, ANCHE SE, è bene ricordare
che ognuno tende a privilegiare un canale in
particolare, usandolo come sensore primario di
raccolta, elaborazione ed emissione dati.
41- Per la Comunicazione professionale il MONDO DEL
FARE E' PIU' CHE SUFFICIENTE per stabilire una
buona relazione con l'altro. L'intimità permette
qualunque sconfinamento nel Territorio
dell'Essere, anzi lo impone. - Pertanto, limitare la nostra attenzione ai
comportamenti (CHE COSA e COME qualcuno FA'
qualcosa) e all'ambiente (DOVE e QUANDO qualcuno
FA' qualcosa in quel modo) ed imparare a leggere
bene questi due livelli dell'esistenza, non solo
ci permetterà di esprimere giudizi più precisi
sugli altri, ma ci abituerà a diventare più
elastici nei "nostri" comportamenti. - Questo per evitare quei giudizi sull'Essere che,
se da un lato definiscono il TUTTO di un essere
umano dall'altro fanno perdere l'unica cosa
davvero controllabile attraverso i nostri sensi
che sono l'esperienza del comportamento di
QUELL'essere umano, su cui possiamo sintonizzarci
per creare un rapporto e finalizzarlo.
42- Sensi e comunicazione
- Qualunque pensiero, idea, fantasia o delirio non
può prescindere dai 5 sensi, che rappresentano il
filtro attraverso il quale ognuno di noi incamera
il mondo e ad esso risponde.
43- I canali preferenziali
- In Programmazione NeuroLinguistica si è soliti
parlare di "CANALI" per definire i 5 sensi un
Canale VISIVO (V), uno AUDITIVO (A) ed uno
CENESTESICO (K). Questo ultimo raccoglie in sé il
tatto, il gusto e l'olfatto oltre alle
"sensazioni interne", o, in senso più lato, le
emozioni. - Questi Canali, attraverso i quali raccogliamo
informazioni dal mondo, le elaboriamo dentro di
noi e rispondiamo fuori o dentro di noi,
rappresentano lo strato più "periferico"
dell'individuo, i sensori di raccolta,
elaborazione ed emissione dati.
44- Realtà e rappresentazione
- Una persona che si chiude, non deve indurre a
giudizi sull'essere (buono-cattivo, genuino-falso
ecc.) ma solo impressioni sul suo comportamento.
Una persona che si chiude probabilmente si
difende da qualcosa che in quel momento, magari
inconsciamente, sente come pericoloso per la sua
sicurezza. - Questa, al di là delle parole che quel soggetto
pronuncia, è una preziosissima indicazione che
può aiutarci a modificare minimi elementi della
nostra comunicazione non verbale, per migliorare
talora in modo spettacolare l'interazione,
rendendola utile per noi e rassicurante per
l'altro. - Comunicare quindi, al di là di ogni rigida
definizione, significa mettersi al passo con
l'altro, entrare nella sua acqua, stabilire un
MINIMO COMUNE DENOMINATORE sul quale costruire un
rapporto efficace e possibilmente gratificante
per entrambi.
45Poiché ciò che avviene dentro di noi ha sempre
una conseguenza in ciò che appare fuori, ogni
fase e stato descritti comporta dei movimenti
come ad esempio, quelli degli occhi o delle mani
o il modo in cui una persona è seduta su una
sedia. Le mani sono buoni "insegnanti", nel
senso che indicano la parte di noi coinvolta in
quel processo mentale. Corpo e mente sono
entità inscindibili in continua interdipendenza.
Vale anche la regola contraria e cioè che ad ogni
cambiamento della nostra fisiologia (postura,
respirazione, colorito della pelle ecc.)
corrisponde sempre un cambiamento interno.
46- Ad esempio
- Seduto sulla parte anteriore con lo sguardo verso
lalto è una posizione di fuga. Persone
cenestesiche. Non è facile avere rapporti con
queste persone, meglio attendere o fare in modo
che cambi posizione. - Seduto eretto nella parte centrale della sedia
con la testa e lo sguardo orizzontale. E la
posizione migliore per relazioni costruttive.
Persona interessata ad apprendere ed aperta alle
novità. Il canale maggiormente utilizzato è
quello uditivo - Posizioni seduto con il corpo appoggiato allo
schienale, in posizione arretrata con il collo
proteso e lo sguardo verso il basso. Distacco
dalla realtà e possibilità di emettere giudizi
frettolosi. Il canale maggiormente utilizzato è
quello visivo
47- Queste tre posizioni corrispondono anche alle tre
posizioni psicologiche - Circolarità nel processo comunicativo la
comunicazione non è lineare, a senso unico o
alternato, ma, poiché ogni messaggio verbale e
non verbale determina comunque una reazione
nell'altro (in un processo continuo e circolare
che implica una stretta reciprocità), attenzione
alla retroazione o feedback, ossia alla risposta
dell'altro a noi, utilizzandola per correggere la
comunicazione - Esistono TRE POSIZIONI PSICOLOGICHE, da
intendersi come allargamento delle possibilità
che ogni individuo ha di "muoversi" mentalmente
nell'ambito di una relazione interpersonale, per
meglio gestirla, viverla, comprenderla e
giudicarla nella sua complessità.
48- La PRIMA POSIZIONE è quella che ci consente di
rimanere dentro se stessi, a contatto con i
propri valori, credenze, idee. Come se
l'interlocutore venisse in un certo senso
disattivato dall'interazione. In realtà il vero
processo comunicativo ha luogo tra il soggetto e
se stesso. - E la posizione psicologica che, se esasperata,
dà vita ad un personaggio che non si fa entrare
il mondo dentro e che non entra nel mondo, ma che
lo giudica da dentro di sé, sempre
categoricamente rigido al limite della chiusura e
della caparbietà. Come se avesse troppa paura
che l'altro possa "mettere in crisi" la sua
preconcetta mappa della realtà.
49- La SECONDA POSIZIONE consente di entrare nel
mondo dell'altro attraverso il suo comportamento,
le sue reazioni, pone nei suoi panni, permette di
comprendere quello che l'altro ci mostra di sé. - Entriamo nel mondo e consentiamo al mondo di
avvicinarsi, mantenendo possibilmente integra la
propria identità. Infatti, l'esasperazione di
tale posizione psicologica fa immaginare qualcuno
che rischia di perdere le coordinate di se stesso
per rendere vero e assoluto ciò che è esterno a
sé, che diviene quasi una sorta d'identità
esterna tale da renderlo passivo e dipendente.
Stato Empatico
50- La TERZA POSIZIONE psicologica è quella che
permette di distanziarsi dalla relazione con
l'altro per cogliere "dall'alto il contesto
nella sua interezza, come se, ci si potesse
trasformare in una parte osservatrice-ascoltatrice
come se con una videocamera si riprendesse lo
stesso sogetto nell'interazione con l'altro, al
fine di apportare le necessarie correzioni
migliorative. - Una sorta di posizione del genitore che aiuta a
meglio percepire se stesso nella relazione col
mondo esterno. Restare ancorati a questa sola
posizione significherebbe isolarsi dal mondo
51- Importanza dellelasticità
- Ancora una volta l'importanza dell'ELASTICITA'
nel processo d'interazione con altri esseri
umani la possibilità di avere coscienza delle
tre posizioni psicologiche allarga la capacità di
comprensione e di relazione permettendo
spostamenti a 360 gradi nel contesto
comunicativo.