DATI EPIDEMIOLOGICI RELATIVI ALLA POPOLAZIONE ITALIANA - PowerPoint PPT Presentation

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DATI EPIDEMIOLOGICI RELATIVI ALLA POPOLAZIONE ITALIANA

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DATI EPIDEMIOLOGICI RELATIVI ALLA POPOLAZIONE ITALIANA In Italia, come negli altri paesi industrializzati, l ictus la terza causa di morte dopo le malattie ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: DATI EPIDEMIOLOGICI RELATIVI ALLA POPOLAZIONE ITALIANA


1
DATI EPIDEMIOLOGICI RELATIVIALLA POPOLAZIONE
ITALIANA
  • In Italia, come negli altri paesi
    industrializzati, lictus è la terza causa di
    morte dopo le malattie cardiovascolari e le
    neoplasie, causando il 10-12 di tutti i decessi
    per anno, rappresenta la principale causa di
    disabilità e la seconda causa di demenza.
  • Il tasso di prevalenza di ictus nella popolazione
    anziana italiana è del 6.5.
  • Lincidenza dellictus aumenta progressivamente
    con letà raggiungendo il valore massimo negli
    ultra ottantacinquenni. Il 75 degli ictus,
    quindi colpisce i soggetti di oltre 65 anni.

2
DATI EPIDEMIOLOGICI RELATIVIALLA POPOLAZIONE
ITALIANA
  • Ogni anno vi sarebbero in Italia oltre 196.000
    nuovi ictus. Ad incidenza costante questo numero
    è destinato ad aumentare a causa dellevoluzione
    demografica.
  • In Italia la prevalenza di pazienti che sono
    sopravvissuti ad un ictus è di circa 913.000.
  • Anche se mortalità e disabilità sono diminuite,
    attualmente lincidenza dellictus non è ridotta
    rispetto al passato. La mortalità in fase acuta è
    del 30 con invalidità grave residua nel 40 dei
    sopravvissuti.

3
Improvvisa comparsa di segni e/o sintomi
riferibili a deficit focale e/o globale (coma)
delle funzioni cerebrali, di durata superiore
alle 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile
ad altra causa apparente se non a vasculopatia
cerebrale.
ICTUS
Ictus con peggioramento del deficit neurologico
attribuibile ad estensione della lesione
cerebrale nellarco di ore o giorni
dallinsorgenza dei primi sintomi.
in progressione
4
  • ATTACCO ISCHEMICO TRANSITORIO (TIA)
  • Improvvisa comparsa di segni e/o sintomi
    riferibili a deficit focale cerebrale o visivo,
    attribuibile ad insufficiente apporto di sangue,
    di durata inferiore alle 24 ore.
  • La perdita di coscienza, le vertigini, lamnesia
    globale transitoria, i drop attacks, lastenia
    generalizzata, lo stato confusionale,
    lincontinenza sfinterica non possono costituire
    lunico elemento di una diagnosi di TIA.
  • TIA in crescendo

due o più episodi riferibili a TIA in 24 ore o
tre o più in 72 ore. E necessaria una completa
risoluzione dei sintomi tra un TIA e laltro.
5
FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI , MA
IMPORTANTI INDICATORI PER DEFINIRE LE CLASSI DI
RISCHIO.
  • Età
  • Sesso
  • Ereditarietà e fattori genetici
  • Razza/etnia

Letà è il maggiore fattore di rischio per ictus.
Lincidenza di ictus aumenta con letà e, a
partire dai 55 anni, raddoppia per ogni decade.
La maggior parte degli ictus si verifica dopo i
65 anni.
6
FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI
  • Ipertensione arteriosa
  • Cardiopatie
  • fibrillazione atriale
  • endocardite infettiva
  • stenosi mitralica
  • infarto miocardico esteso e recente
  • Fumo di sigaretta
  • TIA
  • Stenosi carotidea asin.
  • Diabete melllito
  • Iperomocisteinemia
  • Ipertrofia ventricolare sx
  • Abuso di alcool

(SPREAD 2005)
7
FATTORI DI RISCHIO NON COMPLETAMENTE DOCUMENTATI
  • Dislipidemia
  • Alcune cardiopatie
  • forame ovale pervio
  • aneurisma settale, etc
  • Placche dellarco aortico
  • Contraccettivi orali e terapia sostitutiva
    ormonale
  • Emicrania
  • Anticorpi antifosfolipidi
  • Fattori dellemostasi (fibrinogeno, fattore V di
    Leiden, PAI)
  • Infezioni (Clamydia, HP, CMV, HIV)
  • Uso di droghe
  • Obesità

8
I FATTORI DI RISCHIO INTERAGISCONO IN MODO
FATTORIALE E NON SEMPLICEMENTE ADDITIVO E IL
RISCHIO DI MORTE PER ICTUS AUMENTA ALLAUMENTARE
DEL NUMERO DEI FATTORI, ANCHE QUANDO IL RISCHIO
ATTRIBUIBILE A CIASCUNO DI ESSI SIA LIMITATO.
---------------------
------------- Il loro riconoscimento costituisce
la base della prevenzione sia primaria che
secondaria dellictus.
9
  • PREVENZIONE PRIMARIA
  • Prevenzione dellevento ictus in soggetti che non
    hanno mai subito questo evento.
  • Sono indicate per tutti, ma specialmente per le
    persone a rischio, una opportuna informazione
    sullictus ed una educazione a stili di vita
    adeguati in quanto è dimostrato che possono
    produrre una diminuzione dellincidenza e della
    mortalità.

10
PREVENZIONE PRIMARIASTILE DI VITA
  • Attività fisica di moderata intensità
  • ridurre lapporto di sale e di grassi animali
  • consumare pesce 2-3 volte la settimana
  • consumare frutta e verdura
  • cessazione del fumo di sigaretta
  • riduzione dellassunzione di alcool
  • assunzione di antiossidanti
  • Supplementazione Vit B6, B12 e folati

11
PREVENZIONE PRIMARIARUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA
GENERALE
  • Medicina di attesa
  • o
  • Medicina di iniziativa?

12
PREVENZIONE PRIMARIA
  • Il trattamento dellipertensione arteriosa sia
    sistolica che diastolica riduce il rischio di
    ictus, pertanto è indicato indipendentemente
    dalletà del soggetto e dal grado di
    ipertensione.
  • Lobiettivo indicato dalle linee guida 1999
    dellOMS è una pressione lt130 e lt85 mmHg in
    giovani, adulti e diabetici lt140 e lt 90 negli
    anziani.
  • Staessen J.A. Lancet 1997

13
PREVENZIONE PRIMARIA
  • Nel paziente con fibrillazione atriale associata
    a valvulopatia è indicata la terapia
    anticoagulante mantenendo un INR 2-3
    indipendentemente da altri fattori di rischio.
  • (SPREAD 2005)

14
PREVENZIONE PRIMARIA
  • Nei soggetti con protesi valvolari vardiache
    meccaniche, è indicata la terapia anticoagulante
    mantenendo un INR 2.5-3.5
  • (SPREAD 2005)

15
PREVENZIONE PRIMARIA
  • Nei pazienti di età inferiori ai 65 anni e con
    fibrillazione atriale non valvolare isolata, in
    considerazione del basso rischio embolico non è
    indicato alcun trattamento profilattico. In
    presenza di fattori di rischio embolico
    aggiuntivi, questi dovranno essere valutati nel
    caso singolo, al fine di instaurare una
    profilassi farmacologica con ASA o con
    anticoagulanti orali.
  • (SPREAD 2005)

16
PREVENZIONE PRIMARIA
  • La cardioversione di una fibrillazione atriale,
    di durata superiore alle 24 ore, necessita di una
    profilassi antitrombotica.
  • (SPREAD 2005)

17
PREVENZIONE PRIMARIA
  • Nel paziente con fibrillazione atriale non
    valvolare di età compresa fra 65 e 75 anni, anche
    indipendentemente dalla presenza di
    fattori aggiuntivi di rischio tromboembolico, è
    indicata la terapia anticoagulante mantenendo un
    INR 2-3, purchè il paziente non presenti rischi
    emorragici.
  • AFASAK Study (Lancet 1989)
  • SPAF Study (Circulation 1991)

18
PREVENZIONE PRIMARIA
Nel paziente con FA non valvolare di età
superiore a 75 anni e con fattori aggiuntivi di
rischio (diabete, ipertensione, disfunzione
ventricolare sx, etc.), è indicata la terapia
anticoagulante orale (INR 2-3). Poiché tale
trattamento nellanziano può associarsi ad una
più elevata frequenza e gravità di complicanze
emorragiche, specie intracraniche, lindicazione
va posta dopo valutazione del singolo caso.
  • SPAF II (Lancet 1994)
  • SPAF III (Lancet 1996)
  • Lip GYH. (Lancet 1999)

19
PREVENZIONE PRIMARIA
In alternativa alla terapia anticoagulante è
indicata lASA (325 mg/die), che risulta
provvista di efficacia, sia pure in misura
inferiore, nelle seguenti condizioni
  • nel paz. con FA non valvolare di età superiore a
    65 anni, in cui sia controindicata la terapia
    anticoagulante orale
  • nel paz. di età superiore a 75 anni in cui si
    ritenga prevalente il rischio emorragico su
    quello trombo-embolico
  • nei casi sia prevedibile una scarsa compliance o
    vi siano difficoltà di accesso ad un monitoraggio
    affidabile.

20
PREVENZIONE PRIMARIA
  • Agli effetti della prevenzione dellictus è
    indicato
  • Il trattamento dellipercolesterolemia con le
    statine nei pazienti coronaropatici
  • Il trattamento con simvastatina 40 mg/die nei
    pazienti ad alto rischio di patologie vascolari
  • Il trattamento con atorvastatina 10 mg/die nei
    pazienti ipertesi con almeno altri tre fattori di
    rischio per patologie vascolari
  • Delauty N. (Stroke 1997)
  • Rosendorff C. (Lancet 1998)
  • HPS (Lancet 2002)
  • SEVER (Lancet 2003)

21
EFFETTI BENEFICI DELLE STATINE
  • Azione ipolipemizzante
  • Miglioramento della funzione endoteliale
  • Azione antitrombotica ed antiaggregante
  • Stabilizzazione della placca
  • Neuroprotezione- Effetto antinfiammatorio
  • - Effetto antiossidante
  • - Formazione di nitrossido

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POTENZIALI EFFETTI NEGATIVI DELLE STATINE
  • Tossicità epatica
  • -innalzamento asintomatico delle transaminasi
  • Miopatia
  • -mialgia
  • -debolezza muscolare prossimale
  • -aumento del CPK
  • Rabdomiolisi acuta o subacuta

23
PREVENZIONE PRIMARIA
  • Nei pazienti diabetici di età superiore ai 30
    anni con un fattore di rischio aggiuntivo, è
    indicato luso dellASA in prevenzione primaria

24
PREVENZIONE PRIMARIA
  • Per quanto la presenza isolata di placche dell
    arco aortico sia da considerare un fattore di
    rischio per l ictus, in mancanza di prove di
    efficacia, al momento attuale non è indicato il
    trattamento antitrombotico
  • GPP

25
PREVENZIONE PRIMARIA
  • La terapia antitrombotica nei pazienti con
    anticorpi anti-fosfolipidi è indicata
    esclusivamente in presenza di storia di eventi
    trombotici.
  • (SPREAD 2005)

26
ICTUS CEREBRALEFASE PREOSPEDALIERA
  • Soggetti coinvolti
  • Paziente
  • Familiari
  • Medico di Medicina Generale (o di Guardia Medica)
  • Medici del 118

Riconoscere i sintomi riferibili ad ictus e
trasporto immediato alla Stroke Unit più vicina.
27
CINCINNATI PREHOSPITAL STROKE SCALE
Paresi facciale   chiedere al paziente di sorridere o di mostrare i denti e chiedere di notare se entrambi I lati del viso si muovono ugualmente.
Deficit motorio degli arti superiori chiedere al paziente di estendere gli arti superiori per 10 secondi mentre tiene gli occhi chiusi e chiedere di notare se gli arti si muovono alla stessa maniera.
Anomalie del linguaggio chiedere al paziente di ripetere una frase (ad esempio trecentotrentatreesimo reggimento della cavalleria) e chiedere di notare se il paziente usa correttamente con linguaggio fluente.
28
MEDICI 118 APPROCCIO ASSISTENZIALE
  • Assicurare la pervietà delle vie aeree
  • Somministrare O2 e cristalloidi
  • Proteggere le estremità paralizzate
  • Evitare somministrazione di ipotensivi,
    glucosate, sedativi e infusione di eccessive
    quantità di liquidi.

29
ICTUS CEREBRALEFASE ACUTA
  • 10 minuti per valutazione del medico generale
  • 15 minuti per valutazione di un esperto del
    trat-tamento acuto
  • 25 minuti per esecuzione TC encefalo
  • 45 minuti per interpretazione TC encefalo
  • 60 minuti per valutazione ed inizio trattamento
    trombolitico
  • Totale 2 ore e 35 minuti

periodo finestra ideale per il
trattamento trombolitico
30
TIME IS BRAIN
31
INFARTO CEREBRALE
Onset Infarct Ischaemic penumbra
32
INFARTO CEREBRALE
6 Hours Infarct Ischaemic penumbra
33
INFARTO CEREBRALE
24 Hours Infarct Ischaemic penumbra
34
QUANDO IL PAZIENTE CON ICTUS NON VIENE RICOVERATO
  • Rifiuto da parte del paziente
  • Ictus con probabile esito infausto a brevissimo
    termine
  • Concomitanza di gravi patologie con prognosi
    infausta a brevissimo termine

35
FASE ACUTA
  • Nel caso di ictus è indicato il ricovero
    immediato in stroke unit o in ospedale con un
    team dedicato, dotato di TC e collegato alla
    riabilitazione, in quanto esso produce una
    diminuzione della mortalità e della morbilità,
    con un maggior tasso di pazienti dimessi a casa.
  • Pan-European Consensus Meeting on Stroke
    Management. Helsingborg, Sweden. 1995
  • Stroke Unit Trialists Collaboration. A
    collaborative systematic review. Brit Med J
    1997
  • Langhorn P. Lancet 1993

36
(No Transcript)
37
(No Transcript)
38
(No Transcript)
39
1 riconoscerloquindi definiamo cosa è
IL TIA
IL TIA
1 riconoscerloquindi definiamo cosa è
40
ATTACCO ISCHEMICO TRANSITORIO (TIA)Improvvisa
comparsa di segni e/o sintomi riferibili a
deficit focale cerebrale o visivo, attribuibile
ad insufficiente apporto di sangue, di durata
inferiore alle 24 ore.La perdita di coscienza,
le vertigini, lamnesia globale transitoria, i
drop attacks, lastenia generalizzata, lo stato
confusionale, lincontinenza sfinterica non
possono costituire lunico elemento di una
diagnosi di TIA.
41
2 quadri clinici
IL TIA
42
IL TIA CAROTIDEO
  • Deficit sensitivo/motorio
  • Emianopsia /-
  • Deficit di una funzione corticale superiore
    (le 4 A)

43

IL TIA VERTEBROBASILARE - offuscamento
visivo - diplopia - vertigine - deficit
M o S bilaterali o alterni o crociati -
atassia
44
Durata massima 1 hneuroimmagine
negativaFinalizzata alla terapia
IL TIA ridefinizione clinico-strumentale
45
metto un cero e basta ?
IL TIA
46
IL TIA BUONOE SOLOIL TIA ANTICO
47
TIA PROFILO DEI FATTORI DI RISCHIO
Nel caso di TIA è indicato il ricovero immediato.
  • TIA associato a deficit motori
  • TIA associato a deficit del linguaggio
  • Durata del TIA gt 10 minuti
  • Età gt 60 anni
  • Positività agli esami di imaging cerebrale
  • Patologia dellarteria carotide
  • Sospetta dissezione dellarteria carotide o
    vertebrale
  • Fibrillazione atriale
  • TIA in crescendo

48
(No Transcript)
49
RICOVEROMODELLI ORGANIZZATIVI
  • Lictus è unurgenza medica che merita un
    ricovero immediato in ospedale. Il paziente con
    ictus va sempre ricoverato perché è solo con gli
    accertamenti eseguibili in regime di ricovero che
    si può rapidamente diagnosticare sede, natura ed
    origine del danno cerebrale, oltre che
    evidenziare e curare eventuali complicanze
    cardiache, respiratorie e metaboliche.
  • Helsingborg Svezia, 1995 - ENS, EFNS, ESC
    Kaste M. Cerebrov Dis 2000

50
PIANO SANITARIO NAZIONALE 2005-2007
  • Per quanto riguarda lictus è da favorire il
    precoce ricovero, possibilmente in unità
    specializzate, dei pazienti con sospetto ictus,
    onde facilitare il tempestivo ricorso a terapie
    mirate come la rivascolarizzazione farmacologica
    o chirurgica delle forme ischemiche e gli
    opportuni interventi neurochirurgici nelle forme
    emorragiche.

51
SETTING OSPEDALIERO
  • Possibilità attuali di tipo di ricovero in
    Italia
  • Medicina durgenza
  • Letti comuni di reparti internistici o
    neurologici
  • Sezioni specifiche di assistenza per lictus
  • Stroke Unit, propriamente detta

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RACCOMANDAZIONI EUSI
  • Sono tre i tipi di strutture specifiche per
    lassistenza allammalato con ictus
  • La struttura solo per acuti in cui la degenza è
    molto breve con rapidi trasferimenti
  • La struttura che combina lassistenza in acuto
    con la riabilitazione e dove la dimissione
    avviene con un programma di riabilitazione e di
    prevenzione secondaria
  • Stroke Unit Trialists collaboration 2002
  • La struttura solo riabilitativa, che riceve
    pazienti esclusiva- mente con esiti di ictus e
    stabilizzati.

  • Kaste M et al. www.eusi-stroke.com - EUSI
    cerebrovascular disease 2003

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LA STRUTTURA IDEALE
  • Lospedale che riceve i malati con ictus dovrebbe
    assicurare
  • TC (o RMN a diffusione/perfusione) disponibile
    24 ore su 24
  • Laboratorio sempre funzionante per esami ematici
  • Consulenze cardiologiche e neurologiche immediate
  • Dotazione di apparecchiature ad ultrasuoni per
    studiare la pervietà dei vasi del collo ed
    intracranici e lo studio delle cavità cardiache.
  • SPREAD 2003

54
STROKE UNITEUSI RECOMMENDATIONS
  • Stroke patients should be treated in
  • specialised stroke units (Level 1).

55
ICTUS ACUTO FASE DI RICOVERO
  • Per stroke unit si intende una unità di 4-16
    letti in cui i malati con ictus sono seguiti da
    un team multidisciplinare di infermieri, di
    tecnici della riabilitazione e di medici
    competenti ed esclusivamentededicati alle
    malattie cerebrovascolari. Gli aspetti
    qualificanti delle stroke unit sono
  • La multiprofessionalità dellequipe
  • Lapproccio integrato medico e riabilitativo
  • La formazione continua del personale
  • Listruzione dei pazienti e dei familiari

56
PRECOCE INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO-CLINICO
  • Confermare la natura vascolare del deficit
    neurologico
  • Misurare la gravità del quadro clinico
  • Definire il territorio arterioso coinvolto
  • Definire il sottotipo patogenetico
  • Valutare levoluzione ed il rischio di
    complicanze
  • Avviare il trattamento appropriato

57
INQUADRAMENTO PATOGENETICO
  • Ictus ischemico (tromboembolico)
  • Ictus ischemico con infarcimento emorragico
    (infarto rosso)
  • Ictus emorragico (15)

58
TERAPIA TROMBOLITICA
FASE ACUTA
  • Multicentre Acute Stroke Trial-Italy (MAST-I)
  • Lancet 1995
  • Australian Streptokinase Trial Study Group (ASK)
    Jama 1996
  • Multicenter Acute Stroke Trial Europe N.Eng.J.M.
    1996
  • NINDS rt-PA Stroke Study Group. N Engl J Med 1995
  • European Cooperative Acute Stroke Study I (ECASS
    I) Jama 1995
  • ECASS II Lancet 1998
  • Atlantis Jama 1999

59
TERAPIA TROMBOLITICA
  • Trombolisi sistemica
  • Risultati di studi osservazionali
  • Autorizzazione dellEMEA (2002)
  • Studio SITS-MOST e studio ECASS III (Finestra
    3-4.5 h) (2008)
  • Studio IST III
  • Studi con RM (mismatch diffusione/perfusione)

60
TERAPIA TROMBOLITICA INTRARTERIOSA
  • Proact I (Stroke 1998)
  • Proact II (JAMA 1999)
  • MERCI (Stroke 2005)

61
  • INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO
  • Le diagnosi di TIA ed Ictus sono diagnosi
    cliniche tuttavia il dato imaging (TC o RMN) è
    indicato per la diagnosi differenziale con altre
    patologie che possono mimare il TIA o lIctus.
  • Eventi focali su base non ischemica emicrania,
    epilessia
  • Lesioni cerebrali strutturali tumori, ematoma
    sottodurale cronico, MAV
  • Cause non vascolari ipoglicemia, SM, isteria
  • Sintomi transitori monoculari glaucoma,
    papilledema

62
METODOLOGIE DIAGNOSTICHE NEL MANAGEMENT DEL TIA E
DELLICTUS
  • La TC è indicata per ottenere una diagnosi
    differenziale tra ischemia ed emorragia già nella
    fase iperacuta dellictus.
  • La TC è indicata nella fase iperacuta dellictus
    per documentare la presenza dellipodensità
    precoce, che, se estesa, è un segno prognostico
    negativo.

63
METODOLOGIE DIAGNOSTICHE NEL MANAGEMENT DEL TIA E
DELLICTUS
  • La RM permette linquadramento completo del
    paziente con ischemia in fase iperacuta mediante
    lassociazione di sequenze di diffusione, di
    perfusione e di angio-RM.
  • Il mismatch tra area di alterata diffusione e
    quella di alterata perfusione rappresenta il
    tessuto a rischio ancora vitale (penombra
    ischemica).

64
METODOLOGIE DIAGNOSTICHE NEL MANAGEMENT DEL TIA E
DELLICTUS
  • LAngio-RM (in alternativa allangiografia
    digitale) è indicata nei pazienti con stenosi
    sintomatiche della carotide interna, documentate
    ultrasonograficamente, candidate allintervento
    di TEA.
  • Lesame angiografico è indicato nei pazienti in
    età pediatrica o giovanile con ischemia
    cerebrale per la prevalenza in questi casi di
    eziologia arteritica intracranica rispetto
    alleziologia aterosclerotica dei vasi
    epiaortici.

65
METODOLOGIE DIAGNOSTICHE NEL MANAGEMENT DEL TIA E
DELLICTUS
  • Esami ematologici di routine
  • ECG
  • ECG Holter solo in pazienti in cui si sospetti la
    natura cardioembolica
  • ETT solo in caso di sospetto clinico-anamnestico
    di malattia cardiaca
  • ETE solo nei pazienti lt45 anni e qualora non vi
    siano cause evidenti dellevento ischemico

66
METODOLOGIE DIAGNOSTICHE NEL MANAGEMENT DEL TIA E
DELLICTUS
  • LEEG è indicato quando si sospetti la natura
    epilettica del disturbo focale in esame.
  • LEco-Doppler TSA è indicato, per un migliore
    inquadramento eziopatogenetico, nella valutazione
    della stenosi carotidea, nel follow-up di
    pazienti operati di TEA per la valutazione della
    ricorrenza di stenosi.
  • Lo studio con Doppler TC è integrativo per la
    documentazione di stenosi intracraniche,
    formazione di circoli collaterali, valutazione
    pre-operatoria e monitoraggio intraoperatorio.

67
DIAGNOSI DI SEDE SECONDO I CRITERI DELLA
OXFORDSHIRE COMMUNITY STROKE PROJECT
  • LACS Categorie Ictus motorio puro
  • Ictus sensitivo puro
  • Ictus sensitivo-motorio
  • Emiparesi atassica

Lacunar syndromes
68
(No Transcript)
69
DIAGNOSI DI SEDE SECONDO I CRITERI DELLA
OXFORDSHIRE COMMUNITY STROKE PROJECT
  • POCS uno dei seguenti
  • Paralisi di almeno un n.c.
    omolaterale deficit motorio
    e/o sensitivo control.
  • Deficit motorio e/o sensitivo
    bilaterale
  • Disturbo coniugato di sguardo
  • Disfunzione cerebellare
  • Disturbi corticali uno dei sintomi
    sopra considerati

Posterior circulation syndromes
70
(No Transcript)
71
DIAGNOSI DI SEDE SECONDO I CRITERI DELLA
OXFORDSHIRE COMMUNITY STROKE PROJECT
  • TACS tutti i seguenti
  • Emiplegia controlaterale
  • Emianopsia controlaterale
  • Disturbo di una funzione

Total anterior circulation syndrome
corticale (afasia,disturbo
visuo- spaziale)
72
(No Transcript)
73
DIAGNOSI DI SEDE SECONDO I CRITERI DELLA
OXFORDSHIRE COMMUNITY STROKE PROJECT
  • PACS uno dei seguenti
  • Deficit sensitivo/motorioemianopsi
    a
  • Deficit sensitivo/motoriofunzione
    corticale
  • Funzione corticale emianopsia
  • Deficit isolato di una funzione
    corticale

Partial anterior circulation syndrome
74
(No Transcript)
75
Case fatality rates and functional status 1 year
Bamford J. Lancet 1991
  • Long-term prognosis after lacunar infarction
  • 52 death
  • Recurrent stroke other subtypes 10
  • 15 cognitive decline or dementia

Norrving B. Lancet Neurol 2003
76
CLASSIFICAZIONE DEI SOTTOTIPI DELLICTUS
ISCHEMICO (CRITERI TOAST 1993)
  • Aterosclerosi dei vasi di grosso calibro
  • Cardioembolia possibile/probabile
  • Occlusione dei piccoli vasi
  • Cause diverse infiammatorie, ematologici,
    congenite, traumatiche
  • Ictus da cause non determinate

77
FASE ACUTA
  • Nei pazienti con ictus ischemico acuto il
    trattamento antipertensivo precoce è indicato
    solo nei pazienti con valori pressori
    particolarmente elevati (gt220/120 mmHg) o che
    erano ipertesi precedentemente allepisodio
    acuto.
  • Farmaci comunemente usati labetololo, urapidil

SPREAD 2007
78
FASE ACUTA
  • Nei pazienti con ictus ischemico acuto il
    trattamento antipertensivo precoce è indicato in
    caso di
  • ipertensione associata a trasformazione
    emorragica
  • infarto miocardico acuto
  • scompenso cardiaco
  • insufficienza renale da stato ipertensivo
  • necessità di trattamento trombolitico o eparinico
  • dissecazione dellaorta toracica
  • SPREAD 2003

79
FASE ACUTA
  • Luso del mannitolo è indicato solo in caso di
    sospetto clinico o di evidenza di edema
    cerebrale.
  • Luso degli steroidi non è indicato data la
    specifica inutilità di tale trattamento.
  • E indicata linfusione di cristalloidi,
    evitando luso di glucosate
  • O2 terapia 2 l/min se necessario

80
FASE ACUTA
  • Nellictus ischemico è indicato il trattamento
    antiaggregante con ASA alla dose di 160-300
    mg/die (il gruppo SPREAD suggerisce 300 mg/die).
    Il trattamento va iniziato entro le 48 ore.
  • Per il trattamento dellictus in fase acuta non
    è indicato luso sistematico di eparina non
    frazionata o a basso peso molecolare e di
    eparinoidi come terapia specifica dellictus
    ischemico.
  • International Stroke Trial (IST). Lancet 1997
  • Chinese Acute Stroke Trial (CAST) Lancet 1997
  • Trial of Org 10171 in acute Stroke Treatment
    (TOAST) Jama 1998
  • SPREAD 2003

81
FASE ACUTA
  • Per la prevenzione delle trombosi venose profonde
    in pazienti a rischio elevato (plegici, con
    alterazione dello stato di coscienza, obesi, con
    pregressa patologia venosa agli arti inferiori) è
    indicato luso di eparina a dosi profilattiche,
    da iniziare al momento dellospedalizzazione.
  • SPREAD 2003

82
FASE ACUTA
  • Il trattamento anticoagulante con eparina viene
    suggerito in pazienti con stenosi serrata dei
    grossi vasi arteriosi extracranici in attesa di
    ricanalizzazione.
  • Hacke EUSI Cerebrovascular Disease 2003

83
FASE ACUTA
  • Trombosi dei seni venosi diagnosi
  • Evenienza non frequente ma oggi di più facile
    diagnosi grazie alla RMN
  • D-Dimero aumentato nel 96 dei pazienti lesioni
    parenchimali

84
FASE ACUTA
  • Trombosi dei seni venosi presentazione clinica
  • Ipertensione endocranica
  • Crisi comiziali e/o segni focali
  • Encefalopatia diffusa con disturbi cognitivi e/o
    della coscienza tipo encefalite o encefalopatia
    metabolica

85
FASE ACUTA
  • Trombosi dei seni venosi Terapia
  • Hep a basso peso molecolare s.c 100 UI/kg oghi
    12h
  • Embricare fin dai primi giorni TAO
  • Durata
  • 3 mesi in presenza di fattori di rischio
    modificabili (es. contraccetivi orali)
  • 6 mesi nelle forme idiopatiche o con trombofilia
    ereditaria
  • A tempo indefinito nei casi recidivanti di TVC o
    episodio singolo associato a trombofilia
    ereditaria severa
  • Raccomandazione di grado D

86
FASE ACUTATERAPIA ANTICOAGULANTE NELLA
CARDIOEMBOLIA(fra Scilla e Cariddi)
  • rischio di trasformazione emorragica
    petecchie (40), con scarse conseguenze cliniche
    o ematoma (2) con serie conseguenze cliniche
  • rischio di recidiva precoce o ultraprecoce

87
FASE ACUTATERAPIA ANTICOAGULANTE NELLA
CARDIOEMBOLIA
  • in paziente con FA non valvolare è indicata la
    TAO mantenendo i valori di INR fra 2 e 3.
  • in pazienti con altra etiologia cardioembolica
    che hanno un rischio elevato di recidiva precoce
    è indicata la terapia con eparina seguita da TAO,
    INR 2-3 (valvulopatia con o senza FA), INR
    2.5-3.5 (protesi valvolare meccanica)

88
FASE ACUTATERAPIA ANTICOAGULANTE NELLA
CARDIOEMBOLIATiming
  • E indicato iniziare precocemente (dopo 48 h)
    qualora una TC abbia documentato una lesione
    minore del 30 di un emisfero
  • Nei casi di lesione estesa è indicato
    procrastinare di 14 giorni linizio del
    trattamento AC
  • Nei casi con elevato rischio di recidiva precoce
    è indicata la terapia con eparina e.v.
    (PTTx1.5-2.5), seguita da TAO (INR 2-3)

89
FASE ACUTAGESTIONE DELLE COMPLICANZE
  • Trombosi Venosa Profonda
  • Disturbi vescicali
  • Disfagia
  • Piaghe da decubito
  • Crisi epilettiche
  • Ipertermia
  • Iperglicemia

90
FASE ACUTAGESTIONE DELLE COMPLICANZE
  • Effetti delliperglicemia nell ictus ischemico
  • ? del danno cerebrale post-ischemico
  • è predittiva di prognosi peggiore (Kiers L. JNNP
    1992)
  • ? della mortalità in pazienti diabetici e non
  • accumulo di lattato ed acidosi intracellulare
  • causa o effetto di stroke esteso??Jorgensen
    Stroke 1994

  • Weir C. J. BMJ 1997

  • Counsel C. BMJ 1997

91
FASE ACUTAGESTIONE DELLE COMPLICANZE
  • Effetti dellipertermia nellictus ischemico
    (Ginsberg Stroke 1998)
  • ? del rilascio di neurotrasmettitori ed
    aminoacidi eccitotossici
  • ? di radicali liberi dell ossigeno
  • ? della permeabilità della barriera
    ematoencefalica
  • ? del numero di depolarizzazioni nella penombra
    ischemica
  • ? metabolismo energetico ed inibizione delle
    protein Kinasi
  • proteolisi del citoscheletro
  • acidosi lattica
    Azzimondi G. Stroke 1995
  • Reith J. Lancet 1996

92
PREVENZIONE SECONDARIA TERAPIA CHIRURGICA
  • LEco-Doppler carotideo è indicato quale esame di
    primo impiego allo scopo di definire la diagnosi
    eziopatogenetica e di selezionare i pazienti
    candidati alla chirurgia della carotide.
  • LAngiografia convenzionale dei tronchi
    sovraortici pur rimanendo la tecnica diagnostica
    gold standard nella valutazione delle indicazioni
    allintervento di endoarterectomia, è indicato
    limitarne luso ai casi in cui vi sia discordanza
    tra Eco -Doppler ed Angio-RM.

Chen J.C. Ann Vasc Surg 1998 Kent K.C. JAMA 1995
93
PREVENZIONE SECONDARIA TERAPIA CHIRURGICA
  • Lendoarterectomia carotidea è indicata nella
    stenosi carotidea sintomatica gt70 (entro 6 mesi)
  • Timing
  • in caso di TIA o minor stroke e TC normale è
    indicata la chirurgia quanto più precoce
    possibile
  • in caso di deficit neurologico stabilizzato con
    lesioni TC minime è indicata la chirurgia
    precoce
  • indipendentemente dalla gravità del deficit
    neurologico, se le lesioni TC sono estese non è
    indicata la chirurgia precoce
  • North American Symptomatic Carotid Endarterectomy
    Trial
  • Collaborators (NASCET) N. Engl J Med 1991
  • Asymptomatic Carotid Atherosclerosis Study (ACAS)
    Stroke 1994

94
PREVENZIONE PRIMARIA E SECONDARIA DELLO STROKE
  • Uguali i fattori di rischio
  • Diverso il loro ruolo in rapporto
  • alla fascia di età
  • allassociazione di più fattori
  • allazione di farmaci
  • alla risposta agli interventi chirurgici

95
PREVENZIONE SECONDARIA A LUNGO TERMINE
  • Nei TIA e nellictus ischemico non
    cardioembolico è indicato il trattamento
    antiaggregante con ASA 100-325 mg.
  • Nei TIA e nellictus ischemico non
    cardioembolico è indicato il trattamento
    associato ASA 50 mg/die a dipiridamolo 400
    mg/die.
  • In pazienti con ictus ischemico o TIA, nei quali
    ASA sia non tollerata o inefficace, è indicato il
    trattamento con clopidogrel 75 mg/die o con
    ticlopidina 500 mg/die, controllando lemocromo
    nei primi tre mesi.
  • European Stroke Prevention Study (ESPS-2) J
    Neurol Sci 1996
  • Ticlopidine Aspirin Stroke Study (TASS) N. Engl J
    Med. 1989
  • Oster G. Cost effectveness of ticlopidine
    Stroke 1994
  • Caprie Steering Committee. Lancet 1996

96
PREVENZIONE SECONDARIA A LUNGO TERMINE USO
ANTIANGIOTENSINICI NEL CONTROLLO DELLA PRESSIONE
ARTERIOSA
  • Pro
  • riduzione dellevoluzione in diabete franco
    (HOPE, PROGRESS)
  • riduzione del rischio anche con basso calo dei
    valori pressori (HOPE)
  • effetto non solo ipotensivizzante (LIFE)
  • Contro
  • solo intolleranza dei farmaci

97
PREVENZIONE SECONDARIA A LUNGO TERMINE
  • Nei TIA e nellictus ischemico in pazienti con
    precedenti di infarto miocardico e di
    coronaropatia, associati o meno ad aumento del
    colesterolo totale, è indicato luso di statine
    perché riducono significativamente lictus
    encefalico.
  • Herbert P.R. JAMA 1997
  • Blauw G.J. Stroke 1997

98
PREVENZIONE SECONDARIA A LUNGO TERMINE
  • Nei pazienti con pregresso TIA o ictus ischemico
    e aumentati valori di colesterolo, sono indicati
    tutti gli interventi necessari per ridurre i
    livelli plasmatici di colesterolo,
    indipendentemente dalla storia di eventi
    coronarici.
  • SPREAD 2003

99
COMPLICANZE PSICOCOGNITIVE DELLICTUS
  • La malattia cerebrovascolare comporta un auemnto
    del rischio di decadimento cognitivo (CIND e VCI)
  • La demenza vascolare (VaD) rappresenta la forma
    di demenza più frequente, dopo lAlzheimer

100
COMPLICANZE PSICOCOGNITIVE DELLICTUS
  • Fattori di rischio primari per VaD (come per
    lictus)
  • Ipertensione arteriosa
  • Età
  • Fibrillazione atriale
  • Diabete mellito
  • Infarto del miocardio
  • Fumo
  • Alcool
  • Fattori di rischio secondari per VaD
  • Basso livello di scolarità
  • Allele e4 del gene ApoE

101
COMPLICANZE PSICOCOGNITIVE DELLICTUS
  • Una depressione che insorga entro 6-12 mesi dopo
    un ictus è evento frequente.
  • Stime attendibili valutano in circa il 30 dei
    sopravvissuti la ricorrenza di un disturbo
    dellumore

102
Intracerebral hemorrhage
103
Hemorrhage
Ischemia
80-85
15-20
104
Most common sites and sources of ICH
  • A cerebral lobes, 24
  • B basal ganglia, 39
  • C thalamus, 20
  • D pons, 6
  • E cerebellum, 7

(Qureshi AI et al, N Engl J Med.,20013441450)
105
  • Aetiology of ICH
  • Epidemiology of primary ICH
  • Diagnosis
  • Development and outcome
  • Therapy

106
Secondary/Primary ICH
  • Secondary 15-20
  • Primary 80-85

107
CAUSES of secondary ICH
  • Arterio-venous malformation
  • Oral anticoagulants
  • Antiplatelets
  • Thrombolysis
  • Liver cirrhosis
  • Neoplasms
  • Vasculitis
  • Moya Moya disease
  • Sinous venous thrombosis
  • Eclampsia
  • Cerebral endometriosis
  • Trauma

108
(No Transcript)
109
Epidemiology - 1
  • Primary intracerebral hemorrhage (ICH) accounts
    for
  • 10 to 15 of all cases of stroke
  • Each year, 37.000 to 52.400 people have an ICH
    in the USA,
  • 10.000 in Italy
  • During the next 50 years this rate is expected
    to double
  • increasing ageing
  • changes in racial demographics

110
Epidemiology - 2
  • The worldwide incidence of ICH ranges from 10 to
    20
  • individuals per 100,000
  • The incidence increases with age
  • Sex differences of incidence more common in men
  • (ply. gt55 yo)
  • Racial differences of incidence
  • whites 28/100.000/year (Qureshi AI et al,
    Neurology 1999521617)
  • blacks 50/100.000/year
  • japanese 55/100.000/year (Suzuki K et al,
    Stroke 198718402)

111
Risk factors of primary ICH Modifiable Non
modifiable Hypertension Age Alcohol
abuse Gender Smoke Race Diabetes mellitus
Cerebral amyloidosis Low cholesterol?
Genetic factors
112
Risk factors cerebral amyloid angiopathy (Qureshi
AI, N Engl J Med 20013441450)
  • Deposition of b-amyloid protein in the blood
    vessels of
  • the cerebral cortex, at the border of white and
    grey
  • matter, and of the leptomeninges
  • Usually lobar hemorrhages, mainly in occipital
    and
  • parietal regions
  • The deposition increases with age
  • 5-8 patients gt 70 years
  • 55-60 patients gt 90 years
  • Annual risk of recurrence 10.5

113
Risk factors cerebral amyloid angiopathy (Qureshi
AI, N Engl J Med 20013441450)
  • e2 or e4 alleles vs the common e3/e3 of the
    apolipoprotein E
  • gene
  • recurrent hemorrhage RR 3.8 (95 C.I., 1.2 to
    11.6)

  • (ODonnell HC et al, N Engl J Med 2000342240)
  • allele e2 increased deposition of b-amyloid
    protein
  • allele e4 degenerative changes (such as
    fibrinoid necrosis)
  • in the vessel wall
  • expression of either allele appears to increase
    the risk
  • of ICH by augmenting the vasculopathic effects of
    amyloid
  • deposition in cerebral vessels

114
Clinical differential diagnosis
hemorrhage/ischemia
  • Diagnostic scores considering
  • level of consciousness
  • headache
  • nausea and vomiting
  • seizures at onset
  • can differentiate only large hemorrhages but not
    the more frequent small cortical or subcortical
    hemorrhaqges
  • Emergent neuroimaging always necessary

115
Emorragia cerebrale diagnosi
  • Raccomandazione 10.25 D
  • La TC cranio è indicata come esame di prima
    scelta nella diagnosi in acuto di emorragia
    cerebrale
  • Raccomandazione 10.26 D
  • Langiografia è indicata nei pazienti,
    soprattutto giovani, con emorragia
    intraparenchimale senza una chiara causa,
    candidati al trattamento chirurgico.
  • Raccomandazione 10.28 D
  • La RM e langio-RM sono indicate nei pazienti con
    angiomi cavernosi e con sospetto di angiopatia
    amiloide.

116
Factors influencing clinical course
  • Hematoma volume and growth
  • Brain edema
  • Peri-hematoma ischemia
  • Hydrocephalus

117
Early Hemorrhage Growth in ICH Patients
  • 103 patients scannedlt 3 hours of onset
  • 38 experienced significant hematoma growth (gt
    33 increase in volume)
  • 26 within 1 hour of baseline scan
  • 12 between 1- and 20-hour scan
  • ICH growth was associated with clinical
    deterioration on NIHSS

Brott T et al. Stroke. 1997281-5
118
Brain edema
  • Early edema
  • release and accumulation of osmotically active
  • serum proteins from the clot
  • relation between baseline MMP-9 and early edema,
  • and also with edema growth during the next
    days
  • Delayed edema
  • blood-brain barrier disruption (vasogenic edema)
  • and cytotoxic edema following neuronal death
  • peak between days 5 and 6 after symptom onset

119
Hydrocephalus
  • 4.5 to 50 of patients (according to methods)
  • more frequent in case of ganglionic/thalamic
    hemorrhages
  • and in case of IVH
  • higher mortality
  • external drainage through ventricular cateters
  • intra-ventricular thrombolysis

120
  • Eligible patients
  • CT evidence of a spontaneous supratentorial ICH
    arisen within 72 h
  • responsible neurosurgeon uncertain about
    benefits of either treatment (clinical
    uncertainty principle)
  • eligible patients should have
  • haematoma diameter 2 cm
  • GCS 5

121
(No Transcript)
122
Thromboembolic SAEs
Frequency of Thromboembolic SAEs
Placebo 40 µg/kg 80 µg/kg 160 µg/kg P Value
2 6 4 10 0.12
Fishers exact test
  • Arterial thromboembolic SAEs (stroke and AMI)
    more frequent with rFVIIa (P 0.01) than with
    placebo
  • Fatal or disabling thromboembolic SAEs 2 in
    rFVIIa
  • patients and 2 in placebo patients

123
Management generale
  • Terapia antiepilettica
  • Edema cerebrale
  • Prevenzione TVP
  • Emorragia iatrogena
  • Terapia dellipertensione arteriosa

124
Management generale
  • Raccomandazione 10.30 Grado D 
  • Nei pazienti con emorragia cerebrale
    intraparenchimale non è indicata la profilassi
    antiepilettica

125
Management generale
  • Raccomandazione 10.32 Grado D 
  • Per il trattamento dellipertensione endocranica
    sono indicate le seguenti opzioni
  • - agenti osmotici sono le prime sostanze da
    utilizzare, ma non sono da usare come profilassi.
    Il mannitolo al 20 (0,25-0,5 g/kg ogni 4 ore) o
    il glicerolo (250 mL di glicerolo al 10 in 30-60
    minuti, ogni 6 ore) sono da riservare ai pazienti
    con ipertensione endocranica di livello elevato,
    clinica in rapido deterioramento, edema
    circostante lemorragia. Per i noti fenomeni di
    rebound è da utilizzare possibilmente per tempi
    inferiori ai 5 giorni. Da ricordare la necessità
    di controllo dellemocromo durante la terapia con
    agenti osmotici in quanto possono indurre emolisi

126
Management generale
  • Raccomandazione 10.32 Grado D (continua)
  • Per il trattamento dellipertensione endocranica
    sono indicate le seguenti opzioni
  • furosemide alla dose di 10 mg ogni 2-8 h può
    essere somministrata contemporaneamente alla
    terapia osmotica. Losmolarità plasmatica va
    valutata due volte al giorno nei pazienti in
    terapia osmotica e come obiettivo vanno mantenuti
    livelli lt310 mOsm/L
  • iperventilazione
  • farmaci sedativi

127
Management generale
  • Raccomandazione 10.33 Grado D 
  • Per il trattamento dellipertensione endocranica
    non è indicato luso degli steroidi

128
Management generale
  • Raccomandazione 10.34 Grado D 
  • Nei pazienti con emorragia intraparenchimale a
    rischio di trombosi venosa profonda, è indicata
    la prevenzione delle trombosi venose con luso di
    calze elastiche o di mezzi meccanici

129
Management generale
  • Sintesi 10.18
  • Non vi sono dati sufficienti sulla sicurezza, in
    fase post acuta, della terapia con eparina a
    basse dosi o dellASA per la prevenzione della
    trombosi venosa profonda nei pazienti con
    emorragia intraparenchimale

130
Management generale
  • Raccomandazione 10.37 Grado D 
  • Nei pazienti con emorragia cerebrale in corso di
    trattamento anticoagulante è indicata la
    correzione dellemostasi, che si ottiene più
    rapidamente impiegando i concentrati
    protrombinici rispetto al plasma fresco

131
Management generale
  • Raccomandazione 10.29 Grado D 
  • Nei pazienti con emorragia cerebrale è indicata
    la correzione dellipertensione arteriosa
  • se la pressione sistolica è superiore a 200 mmHg
    e la distolica superiore a 140 mmHg con
    nitroprussiato o urapidil
  • se la pressione sistolica è superiore a 180 mmHg
    e la diastolica a 105 mmHg con labetalolo o
    enalapril
  • se la pressione sistolica è inferiore a 180 mmHg
    rimandare la terapia antiipertensiva.
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