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Title: IINDUSTIAL POLICY AND RESTRUCTURING Polish case Author: KK Bran e Last modified by: Paola Created Date: 6/27/2005 7:52:50 AM Document presentation format – PowerPoint PPT presentation

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Title: L


1
Limpatto della crisi in Europa sulle relazioni
industriali Come è potuto accadere che i costi
della crisi del debito siano stati fatti pagare
alle sue vittime
  • Corso Dimensione territoriale del dialogo
    sociale e contrattazione collettiva in tempi di
    crisi
  • Firenze, 11.03.2015

Slawomir Adamczyk
2
Negli ultimi sette anni lUE ha conosciuto due
fasi di crisi che hanno profondamente segnato il
suo ambiente economico e sociale. Completamente
diversi i modi con cui le due crisi sono state
affrontate. Nella prima fase è stato possibile
vedere molti esempi di comportamento in linea con
le regole del modello sociale europeo. Nella
seconda fase è stato possibile violare tali
regole adducendo a pretesto la maggiore
necessità..
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La prima fase crisi economica e finanziaria
globale -2008
  • I motivi quadro regolamentare insufficiente dei
    mercati finanziari, aumento della disparità di
    reddito, squilibrio economico globale
  • Sarebbe stato possibile prevedere la crisi? Sì,
    era la conseguenza naturale del capitalismo
    casinò in tutto il mondo dopo la caduta del
    consenso sociale postbellico (turbocapitalismo)
  • Conseguenze in Europa indebolimento delle grandi
    istituzioni finanziarie (talvolta sullorlo della
    bancarotta), crollo della domanda in determinati
    settori industriali

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Contrastare gli effetti negativi nello spirito
del dialogo
  • Governi e parti sociali hanno fatto gioco di
    squadra per superare la crisi
  • Ruolo essenziale del dialogo sociale
  • Pacchetti anticrisi (e di impulso)
  • Misure avviate dalle autorità pubbliche per
    salvaguardare loccupazione (lavoro a tempo
    breve, disoccupazione tecnica/temporanea,
    sostegno alla formazione)
  • Sostegno al reddito dei disoccupati
  • Contrattazione collettiva finalizzata a
    introdurre soluzioni temporanee per tutelare i
    posti di lavoro in settori esposti (Svezia,
    Germania)

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La seconda fase la crisi del debito pubblico
europeo dal 2010
  • I motivi
  • Diretti gli alti costi dei precedenti pacchetti
    di impulso (compresi gli enormi quantitativi di
    denaro iniettato nelle banche) quasi il 3,3
    del PIL UE nel 2009-10 -, hanno causato
    linstabilità delle finanze pubbliche in molti
    paesi UE
  • Indiretti (ma di grande importanza) architettura
    non completata dellUEM, per quello che era
    chiaramente un progetto politico non era
    possibile monitorare il sistema della valuta
    unica senza gli strumenti necessari, come
    lunione fiscale o bancaria, oppure il
    coordinamento fiscale
  • Il disastro, quindi, era solo una questione di
    tempo. È stato causato da flussi finanziari
    incontrollati da paesi in eccedenza a paesi in
    disavanzo. E la crescita rapida del debito
    pubblico, derivante dalle attività di impulso
    nella prima fase della crisi, ha agito da
    catalizzatore

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Misure anticrisi. Lobiettivo principale
salvare la moneta unica
  • Semestre europeo e patto Euro Plus
  • Coordinamento delle strategie nazionali
    macroeconomiche
  • Raccomandazioni specifiche per paese (RSP)
  • Patto fiscale
  • Nuova governance economica
  • Paesi in disavanzo Interventi della Troika

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Ma a chi tocca pagare il conto? Ai lavoratori
ovviamente
  • Rimedio alla crisi misure di austerità
    incentrate su moderazione salariale e riduzione
    della spesa pubblica (nonché taglio del costo del
    lavoro)
  • In molti casi non è possibile senza smantellare
    i sistemi nazionale di contrattazione collettiva
  • Forte protesta dei sindacati violazione
    inaccettabile delle regole del modello sociale
    europeo, nonché dellautonomia della
    contrattazione collettiva
  • Il dialogo sociale sta diventando un problema
    anziché un contributo alla soluzione del
    problema Commissario Andor, conferenza IR,
    Budapest 2013
  • Le relazioni industriali in Europa sono diventate
    lobiettivo dellattacco

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  • Non è uno scherzo. La filosofia della Commissione
    europea delle riforme per favorire
    loccupazione nel campo della contrattazione
    salariale(cambiamenti positivi, voluti secondo
    la DG Finanza, 2012)
  • Ridurre i salari minimi legali e contrattuali
  • Ridurre la copertura delle contrattazioni
  • Limitare lestensione (automatica) dei contratti
    collettivi
  • Riforma del sistema di contrattazione collettiva
    in modo meno centralizzato, ad esempio eliminando
    o limitando il principio di maggior favore
  • Introdurre/estendere la possibilità di derogare
    dagli accordi di livello superiore o di negoziare
    accordi a livello aziendale
  • Promuovere misure che portino a una riduzione
    generale del potere dei sindacati di determinare
    i salari

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La prospettiva nefasta diventa realtà.
Linterventismo europeo nel campo della politica
salariale
  • RSP nel quadro del semestre europeo
  • Moderazione degli sviluppi salariali generali -
    Bulgaria, Finlandia, Italia, Slovenia
  • Moderazione degli sviluppi salariali minimi -
    Francia, Slovenia
  • Sviluppi salariali in linea con la crescita della
    produttività - Germania, Finlandia
  • Decentramento della contrattazione collettiva -
    Belgio, Spagna, Italia
  • Riforma/abolizione dellindicizzazione automatica
    dei salari - Belgio, Cipro, Lussemburgo, Malta
  • Accordi della Troica specifici per paese
  • Riduzione/congelamento dei salari minimi -
    Grecia, Italia, Lettonia, Portogallo, Romania
  • Congelamenti salariali nel settore privato -
    Grecia
  • Criteri più restrittivi per lestensione dei
    contratti collettivi - Grecia, Portogallo,
    Romania
  • Riduzione/congelamento dei salari del settore
    pubblico - Grecia, Irlanda, Ungheria, Lettonia,
    Portogallo, Romania
  • Nessuna raccomandazione nel campo della politica
    salariale Austria, Repubblica Ceca, Danimarca,
    Estonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia,
    Slovacchia, Regno Unito
  • (Schulten, Müller, 2012)

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La prospettiva nefasta diventa realtà (2).
Modifiche legali per quanto riguarda la
contrattazione collettiva dopo il 2008
  • Abolizione/risoluzione dei contratti collettivi
    nazionali - Romania, Irlanda
  • Introduzione della possibilità di derogare ai
    contratti settoriali a livello aziendale o alle
    disposizioni (minime) di legge - Grecia,
    Portogallo, Ungheria, Italia, Spagna
  • In generale, precedenza attribuita ai contratti
    aziendali/abolizione del principio di maggior
    favore - Grecia, Italia, Spagna
  • Criteri più restrittivi per lestensione dei
    contratti collettivi - Grecia, Portogallo,
    Romania
  • Riduzione delle conseguenze dei contratti
    collettivi scaduti Grecia, Spagna, Portogallo,
    Croazia
  • Possibilità di concludere accordi aziendali per
    gruppi di lavoratori non sindacalizzati - Grecia,
    Ungheria, Portogallo, Romania, Spagna
  • (Benchmarking Working Europe 2014 e Eurofound
    2014)

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Il paesaggio dopo la distruzione (dopo
lintervento della Troika)
  • Spagna negli anni dal 2008 al 2012 il numero di
    contratti collettivi è calato del 43 (da 6.000 a
    circa 3.400), mentre il numero di lavoratori
    coperti da tali contratti è sceso del 41 (da 12
    milioni a poco più di 7)
  • Portogallo il numero di contratti collettivi
    registrati è diminuito del 71 e il numero di
    lavoratori coperti è crollato dell84, da 1,9
    milioni a 0,3 milioni
  • Lettonia fra il 2007 e il 2011 il numero (già
    basso) di lavoratori coperti dai contratti
    collettivi è sceso del 43
  • Romania dal 2011 la copertura della
    contrattazione collettiva è crollata dal 90 al
    20 (stimato)

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La crisi del debito come pretesto per smantellare
la base del modello sociale europeo?
  • I diritti collettivi del lavoro sono diventati il
    fattore di aggiustamento nellaumento della
    competitività
  • Paesi in disavanzo le cavie del nuovo
    approccio
  • Pressione sul decentramento (se non
    smantellamento) dei sistemi di contrattazione
    collettiva
  • Riforme del diritto del lavoro che abbassano il
    livello di tutela dei lavoratori
  • Promozione di una rappresentanza ad hoc dei
    lavoratori rispetto ai sindacati

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Scelte sbagliate.Effetti collaterali
dellattuale politica
  • Aumento della disoccupazione a lungo termine
  • Diffusione della povertà
  • Aumento del debito delle famiglie
  • Polarizzazione indesiderata del mercato del
    lavoro (i contratti a tempo determinato
    sostituiscono quelli a tempo indeterminato)
  • Perdita di fiducia nelle istituzioni pubbliche
  • (alcuni risultati del rapporto della Commissione
    europea Occupazione e sviluppi sociali in Europa
    2015)

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Cosa possono fare i sindacati?
  • Azione legale Lautonomia della contrattazione
    collettiva è un diritto fondamentale garantito
    dal diritto internazionale
  • Le controversie sono già state presentate allILO
    (Organizzazione internazionale del lavoro) e alla
    Corte europea dei diritti dellUomo
  • Azioni di protesta organizzate dei lavoratori
    per es. Giornata europea di azione e solidarietà
    (2012)
  • Il primo effetto la Commissione europea ha
    iniziato a affrontare la dimensione sociale della
    governance economica
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