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Segnali del disagio e strategie di intervento

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Title: Segnali del disagio e strategie di intervento Author: PL Last modified by: PL Created Date: 10/18/2005 7:33:00 PM Document presentation format – PowerPoint PPT presentation

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Title: Segnali del disagio e strategie di intervento


1
Educazione e Relativismo
A cura di Pietro Lombardo Direttore del Centro
Studi Evolution di Verona
2
  • Il relativismo
  • Il relativismo è una posizione filosofica che
    nega lesistenza di verità assolute, o mette
    criticamente in discussione la possibilità di
    giungere a una loro definizione assoluta e
    definitiva.
  • In Europa se ne riconosce la prima comparsa
    all'interno della sofistica greca in seguito
    posizioni relativiste furono espresse dallo
    scetticismo antico e moderno, dal criticismo,
    dallempirismo e dal pragmatismo.

3
  • Chi è relativista sostiene che una verità
    assoluta non esiste, oppure, anche se esiste, non
    è conoscibile o esprimibile o, in alternativa, è
    conoscibile o esprimibile soltanto parzialmente
    (appunto, relativamente).
  • Gli individui possono dunque ottenere solo
    conoscenze relative, in quanto ogni affermazione
    è riferita a particolari fattori e solo in
    riferimento ad essi è vera.

4
  • Dogmatismo ed intolleranza?
  • La mentalità relativista emerge anche nelle
    discussioni quotidiane può capitare che chi
    sostiene con convinzione una tesi, chi parla di
    verità, si senta etichettare pregiudizialmente
    come dogmatico (termine che invece, più
    propriamente, dovrebbe indicare chi rifiuta di
    discutere le proprie tesi) o come intollerante
    (termine che dovrebbe, piuttosto, indicare chi
    pretende di imporre la propria visione, anziché
    proporla al dibattito comune).

5
  • La funzione positiva del relativismo
  • I valori che danno senso alla vita non sono tutti
    nella nostra cultura, ma neppure tutti nelle
    culture degli altri (..). Essi consentono di
    valorizzare le diverse culture, ma insieme ne
    rivelano i limiti, e cioè le relativizzano (..).
  • Allo stesso tempo si rinviene nel valore
    universale della persona il fondamento di una
    comune cultura e si riconosce nella Dichiarazione
    universale dei diritti delluomo (ONU 1948)
    lespressione dei valori di generale consenso.
  • Ad un approccio relativista viene dunque a
    corrispondere una visione universalista.

6
  • Il nichilismo
  • Il termine nichilismo (dal latino nihil, nulla,
    da cui nihilismo, secondo una dizione desueta e
    dal latino medioevale nichil dello stesso
    significato) designa in senso generico
    latteggiamento o la dottrina volti a negare in
    modo definitivo e radicale lesistenza di
    qualsiasi valore in sé e lesistenza di una
    qualsiasi verità oggettiva.
  • Nella sua versione più estrema, il nichilismo
    considera la realtà stessa come radicalmente
    inconoscibile.

7
  • Il nichilismo
  • In un significato più comune, il nichilismo è una
    concezione delle cose, in base alla quale la
    realtà sarebbe inesorabilmente destinata a
    declinare nel nulla, ovvero, dal punto di vista
    etico, sarebbe indeterminabile o assente una
    finalità ultima che orienti il corso delle cose e
    la vita delluomo.
  • Dato che luomo è limitato e sperimenta ogni
    giorno questo limite nella morte e nelle sue
    dolorose anticipazioni, allora egli può essere
    spinto a considerare - al di là di quanto ne sia
    cosciente - che il niente sia il vero senso
    dellessere.
  • Laffermazione nichilista nega pertanto, in
    questo senso, vera consistenza alla realtà e di
    conseguenza esclude che luomo possa fare
    esperienza della verità in quanto tale,
    considerata come oggettiva e universale.

8
  • Il faro della verità
  • Quando viene a mancare, anche solo come
    orizzonte della nostra vita, la luce e la
    certezza della verità, al punto che, anche e
    particolarmente in ambito educativo, lo stesso
    parlare di verità viene considerato pericoloso e
    autoritario, e parallelamente, sul piano etico,
    si ritiene infondato e lesivo della libertà ogni
    riferimento a un bene oggettivo, che preceda le
    nostre scelte e possa essere il criterio della
    loro valutazione, diventa inevitabile dubitare
    della bontà della vita e della consistenza dei
    rapporti e degli impegni di cui la vita è
    intessuta.

9
  • Dal principio del piacere a
  • La tesi per cui unica bussola dellagire umano
    - nella sua sfera personale -dovrebbe essere fa
    ciò che ti piace e che desideri, senza nessuna
    riflessione seria sul bene oggettivo della
    persona, è una tesi che sembra salvaguardare la
    libertà individuale, ma non dà risposta al
    naturale desiderio di felicità e di infinito
    delluomo, che si realizza dando spazio alla sua
    individualità nellintreccio relazionale del suo
    tessuto sociale e storico.

10
  • Le verità educative su cui dialogare (e che il
    relativismo mette in discussione) sono anche gli
    ideali e i valori della sfera sociale e civile.

    Non si tratta di decidere se preferiamo
    andare a vedere un film comico o drammatico, se è
    più piacevole la vacanza al mare o quella in
    montagna.
  • Non si tratta di questioni destinate a rimanere
    confinate tra le poltrone di un qualsiasi
    ambiente educativo o circolo culturale.

    Materia del contendere,
    piuttosto, diventa la misura in cui valori
    personali, sociali, civili, politici e religiosi
    possano
  • diventare fondamento comune della convivenza,
  • evitare la drammatica realtà dei conflitti
    distruttivi,
  • favorire la crescita sociale e la realizzazione
    del BENE COMUNE.

11
Crisi del principio dautorità-anteriorità
  • Un individuo rappresentava lautorità, laltro
    ubbidiva. Allo stesso tempo ubbidivano entrambi
    ad un principio condiviso, a un medesimo
    obiettivo Questa ubbidienza è la stessa che ti
    ha permesso di diventare ladulto che sei oggi,
    come io voglio esserlo domani.
  • Lanzianità rappresentava automaticamente una
    fonte di autorità non perché ladulto avesse
    particolari qualità, ma perché incarnava la
    possibilità di trasmissione della cultura.
  • Oggi sembra non esistere più quella asimmetria
    che determinava a priori i ruoli di giovani e
    adulti e la cornice della loro relazione.

12
La questione dellautorità
  • La CRISI DEL PRINCIPIO DAUTORITÀ-ANTERIORITÀ è
    un aspetto di una crisi culturale che coinvolge
    ogni ambiente educativo (famiglia, scuola).
  • Oggi lasimmetria che determinava a priori i
    ruoli di giovani e adulti e la cornice della loro
    relazione non esiste più.
  • Tuttavia posizione più simmetrica e minore
    autorità non sono sinonimi di permissivismo.
  • Necessità di interpretare il ruolo educativo in
    modo flessibile, sapendo adattare il proprio
    intervento alla relazione, con modalità
    autorevoli ma negoziali.
  • Occorre MANTENERE AUTOREVOLEZZA e determinazione
    nel combattere le illusioni infantili e
    nellaccompagnare leducando nel mondo adulto.

13
  • Il punto forse più delicato dellopera
    educativa è trovare un giusto equilibrio tra la
    libertà e la disciplina.
    Senza regole di comportamento e di
    vita fatte valere giorno per giorno anche nelle
    piccole cose, non si forma il carattere e non si
    viene preparati ad affrontare le prove che non
    mancheranno in futuro.
    Benedetto XVI

14
Il passo dellamore
  • Il primo e più necessario contributo alla
    formazione della persona rimane sempre quello che
    proviene dalla vicinanza e dallamore, a
    cominciare naturalmente da quella fondamentale
    esperienza dellamore che i bambini fanno, o
    almeno dovrebbero fare, con i loro genitori.
  • Ogni vero educatore sa che per educare occorre
    donare se stessi e che soltanto così si possono
    aiutare i più giovani di noi ad acquistare
    fiducia, a superare progressivamente il
    narcisismo iniziale e a diventare a propria volta
    capaci di un amore autentico e generoso.

15
Il coraggio di essere severi
  • Il potere usato in modo etico e legittimo crea
    fiducia, la mancanza di autorità genera
    insicurezza e disorientamento.
  • La relazione docente-adulto non è una relazione
    di coppia. I ragazzi si aspettano un adulto che
    eserciti unautorità ponderata e giustificata
  • Sappia quello che vuole ottenere
  • Non tema i conflitti
  • Faccia valere il suo diritto al comando
  • Faccia capire che il suo comportamento è motivato
    da una sollecitudine nei loro confronti.
  • Gli educandi sfruttano senza pietà le debolezze
    che scoprono nei loro educatori. A nessun adulto
    viene perdonata la sconfitta nella lotta per il
    potere.

16
Educare alla libertà
  • La libertà si conquista con la disciplina.
  • Libertà (autodeterminazione)
  • non indipendenza da qualsiasi forma di guida e
    di autorità (non libero DA CHI o COSA)
  • ma volontà e capacità di porsi un obiettivo,
    accordarlo a dei valori, saperlo conciliare con
    la propria vita, perseguirlo con costanza
    (ma libero PER QUALE SCOPO).
  • Libertà non condizione, ma frutto tardivo di un
    lungo processo di sviluppo che comporta il
    graduale raggiungimento dellautodisciplina.

17
La pedagogia dellerrore
  • Il rapporto tra leducatore e lallievo è pur
    sempre lincontro tra due libertà, una delle
    quali in formazione leducazione ben riuscita è
    formazione al retto uso della libertà.
  • Man mano che il bambino cresce, diventa un
    adolescente e poi un giovane, bisogna dunque
    accettare il rischio della libertà, rimanendo
    però sempre attenti ad aiutare a correggere le
    scelte sbagliate.
  • Quello che invece non dobbiamo fare è assecondare
    gli errori, fingendo di non vederli, o peggio
    condividendoli come se fossero espressione di
    creatività e di libertà personale.

18
Educare alla sofferenza
  • Nella mentalità diffusa la sofferenza - fisica o
    morale - è quellaspetto oscuro della vita che è
    meglio mettere tra parentesi e da cui in ogni
    caso bisogna preservare il più possibile le
    giovani generazioni, a partire dallinfanzia.
  • La sofferenza però fa parte della realtà e della
    verità della nostra vita. Cercando di tenere gli
    educandi al riparo da ogni difficoltà ed
    esperienza del dolore rischiamo perciò di far
    crescere, al di là delle nostre intenzioni,
    persone fragili, poco realiste e poco generose
  • la capacità di amare e di donarsi corrisponde
    infatti alla capacità di soffrire, e di soffrire
    insieme.

19
La formazione integrale
  • Una corretta impostazione pedagogica punta alla
    formazione integrale delluomo, facendolo
    avvicinare in maniera sistematica e critica al
    principio di realtà e al valore della cultura.
  • Ciò che rende differente luomo da tutte le altre
    creature sta essenzialmente
  • nella sua capacità di amare,
  • nellintelligenza
  • nel senso morale ed etico
  • e nella creatività artistica.

20
I quattro pilastri delleducazione
  1. Imparare ad essere
  2. Imparare a conoscere
  3. Imparare a fare
  4. Imparare a vivere insieme

21
  • Non vi è nulla di più invidiabile di unanima se
    non la sua capacità di appassionarsi.
    La passione
    equivale a volare, è un
    movimento celeste verso lalto.
  • Theodor Fontane

22
  • Nulla di grande nel mondo
  • è stato fatto senza la passione.
  • Hegel
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