Title: Il Business Plan
1 Il Business Plan
- Concetti base
- di Francesco Fusco
2LA PIANIFICAZIONE
- E
- il processo con il quale
- Si stabiliscono gli obiettivi da raggiungere
- nel periodo (3-5 anni)
- Si individuano le risorse
- (umane e finanziarie)
- e gli strumenti
- (nuovi prodotti, nuovi mercati)
- per raggiungere gli obiettivi
3IL BUSINESS PLAN
- è lo strumento
- che permette di
- guidare
- pianificare e
- controllare
-
- LE DECISIONI STRATEGICHE DIMPRESA
4- consiste
- nella rappresentazione organica
- di unidea imprenditoriale,
- di una nuova iniziativa produttiva
-
- in sostanza è il documento
- che traduce un
- progetto
- in un piano
- ben organizzato e strutturato
5TALE DOCUMENTO
- Traduce in termini numerici e descrittivi
- le principali informazioni del progetto
- Rappresenta la realtà aziendale
- nellambito di un determinato periodo
dosservazione, - evidenziandone le componenti
- economico-patrimoniali-finanziarie
6LE INFORMAZIONI CHE FORNISCE IL BUSINESS PLAN
- TECNICHE
- Caratteristiche del prodotto/della commessa
- Tecnologie da utilizzare
- MARKETING
- Mercato/clientela da raggiungere
- Prezzi e politiche promozionali
- CONTABILI
- Spese necessarie allavvio
- Fonti di finanziamento
- ECONOMICHE
- Impatto del progetto sui costi e sui ricavi
dellazienda - DESCRITTIVE
- Compagine imprenditoriale
- Storia della società
- Adempimenti burocratici, amministrativi,
ambientali
7LA STRUTTURA-TIPO DEL BUSINESS PLAN
COME LO VOGLIAMO FARE
CHI SIAMO, DOVE SIAMO E CHE COSA VOGLIAMO FARE
PARTE DESCRITTIVA (ARGOMENTI)
PARTE NUMERICA (DATI)
BUSINESS PLAN
8UNA COMPOSIZIONE TIPICA DEL BUSINESS PLAN
9PARTE DESCRITTIVA (argomenti)
- Presentazione dellimpresa
- Iniziativa proposta
- Prodotto/servizio
- Mercato e concorrenza
- Ciclo di produzione
10PARTE NUMERICA (dati)
- Documenti consuntivi
- Informazioni (monetarie e non) di integrazione
- Ripartizione investimenti
- Ipotesi previsionali
- Capacità produzione
- Prezzi e volumi
11- Si parla di
- BUSINESS PLAN
- anche quando lintervento proposto
- riguarda una struttura già esistente
- e non solo una nuova impresa
12- In una società avviata
- la regolare e sistematica
- costruzione
- del business plan
- consente
- allimprenditore
- di valutare
- quello che vuole fare
- e
- il modo migliore per farlo
13LA PRIMA FASE DEL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE
- È
- rappresentata
- da unidea
- che prende forma
- improvvisamente
- in seguito a studi
- in seguito a ricerche di mercato
14- SUCCESSIVAMENTE
- È
- necessario
- un processo strutturato
- per verificare la fattibilità
- del progetto
15IL PASSAGGIO DALLIDEA AL PROGETTO
- genera
- una serie di analisi
- e valutazioni
- per verificare
- diverse informazioni inerenti
- il mercato potenziale al quale rivolgersi
- le spese da sostenere (costi fissi e variabili)
-
- la copertura finanziaria necessaria per
realizzare il progetto - la dotazione di risorse umane idonee
16IL RISULTATO FINALE DI QUESTO PROCEDIMENTO
- È
- rappresentato
- da documenti contabili previsionali
- che
- informano sullimpatto
- economico-finanziario-patrimoniale
- delliniziativa
- e
- consentono
- di valutare leffettiva realizzabilità e
meritevolezza - soprattutto in termini di utili del progetto
17Le tecniche di analisi dei costi
- Adottate consistono nel
- DIRECT COSTINTG
- E
- Lanalisi del BEP
18Le tecniche di analisi dei costi
- PRIMA DI ESAMINARE IL
- B.PLAN
- E OPPORTUNO CHIARIRE ALCUNI CONCETTI
19LA TECNICA DEL DIRECT COSTING
20CARATTERISTICHE DEL DIRECT COSTING
- E UNA TECNICA
- DI CALCOLO DEI COSTI
- BASATA
- SULLA DISTINZIONE DEI COSTI
- IN
- FISSI
- E
- VARIABILI
21I COSTI VARIABILI
- SONO PROPORZIONALI
- ALLA QUANTITA PRODOTTA E,
- PERTANTO,
- SONO ATTRIBUITI
- AI SINGOLI PRODOTTI
- CUI SI RIFERISCONO
22I COSTI FISSI
- RAPPRESENTANO
- LONERE CHE LIMPRESA
- DECIDE DI SOSTENERE
- PER SVOLGERE
- LATTIVITA PRODUTTIVA.
- SONO SOSTENUTI INDIPENDENTEMENTE DALLA PRODUZIONE
EFFETTUATA
23I COSTI FISSI
- SONO CONSIDERATI
- COSTI DI STRUTTURA
- O DI CAPACITA
- NON SONO, PERTANTO,
- IMPUTATI ALLE SINGOLE LAVORAZIONI,
- MA AL RISULTATO ECONOMICO
- DEL PERIODO
24IL DIRECT COSTING
- CONSIDERA I COSTI FISSI NON COME COSTI DA
IMPUTARE AL SINGOLO PRODOTTO, MA COME COSTI DI
PERIODO CHE DEVONO ESSERE NECESSARIAMENTE COPERTI
PER RAGGIUNGERE UN PAREGGIO ECONOMICO. - AL PRODOTTO VENGONO IMPUTATI SOLAMENTE QUEI COSTI
CHE GLI SONO OGGETTIVAMENTE RIFERIBILI, - CIOE I COSTI VARIABILI
25CRITICHE ALLA TECNICA DEL FULL COSTING
- I RISULTATI CHE SI OTTENGONO CON TALE TECNICA NON
SONO OGGETTIVI MA CONVENZIONALI A CAUSA DEL
RIPARTO DEI COSTI FISSI - POTREBBERO FAR COMMETTERE ERRORI DI VALUTAZIONE
26CON IL FULL COSTING
- SI OTTIENE
- UN INFORMAZIONE
- DI COSTO COMPLETA
- MA FUORVIANTE
- CHE RICHIEDE
- COSTOSE ELABORAZIONI
27LA METODOLOGIA DI CALCOLO DEI COSTI PIENI
- IMPUTA I COSTI INDIRETTI AGLI OGGETTI DI CALCOLO
- BASANDOSI SU CONGETTURE
- PIU O MENO ATTENDIBILI,
- QUALUNQUE SIA IL CRITERIO DI RIPARTIZIONE
ADOTTATO
28LA TECNICA DEL DIRECT COSTING
- PIUTTOSTO CHE ELABORARE METODOLOGIE DI CALCOLO
COMPLESSE CHE PRODUCONO INFORMAZIONI DI COSTO - CARATTERIZZATE
- DA UN CERTO GRADO DI SOGGETTIVITA, FOCALIZZA
LATTENZIONE ESCLUSIVAMENTE SUGLI ELEMENTI DI
COSTO OGGETTIVAMENTE IMPUTABILI ALLOGGETTO DI
CALCOLO
29CON IL DIRECT COSTING
- SI OTTIENE
- UN INFORMAZIONE DI COSTO
- PRECISA E CERTA,
- ANCHE SE INCOMPLETA
30CON IL DIRECT COSTING SI PERVIENE ALLE SEGUENTI
CONFIGURAZIONI DI COSTO
- COSTI DELLA MATERIA PRIMA PER SINGOLO PRODOTTO
- COSTI DELLA MANO DOPERA VARIABILE PER PRODOTTO
- ALTRI COSTI VARIABILI PER PRODOTTO
- COSTO INDUSTRIALE VARIABILE PER PRODOTTO
- ALTRI COSTI GENERALI COMMERCIALI VARIABILI PER
PRODOTTO -
- COSTO COMPLESSIVO VARIABILE PER SINGOLO
PRODOTTO
31IL DIRECT COSTING
- NON SI PROPONE DI INDIVIDUARE
- IL COSTO GLOBALE
- DI UN PARTICOLARE OGGETTO.
- IL SUO OBIETTIVO E QUELLO
- DI DETERMINARE
- IL LIVELLO MINIMO DEI RICAVI
- NECESSARIO A COPRIRE I COSTI TOTALI SOSTENUTI NEL
PERIODO OSSERVATO, - OSSIA IN CHE MISURA UNA DETERMINATA PRODUZIONE E
IN GRADO DI CONTRIBUIRE ALLA COPERTURA DEI COSTI
DI PERIODO
32SECONDO LOTTICA DEL DIRECT COSTING
- AI FINI
- DELLECONOMICITA AZIENDALE
- E NECESSARIO
- CHE
- SIA SEMPRE SODDISFATTA LEQUAZIONE
- RICAVI TOTALI - COSTI VARIABILI TOTALIgtCOSTI
FISSI TOTALI
33CON LA TECNICA DEL DIRECT COSTING
- LE VALUTAZIONI DI CONVENIENZA DELLA REDDITIVITA
- DEI DIFFERENTI PRODOTTI
- SI BASANO SUL CONFRONTO DEL MARGINE DI
CONTRIBUZIONE. - I COSTI FISSI ENTRANO NEL SISTEMA DI CALCOLO
ESCLUSIVAMENTE A LIVELLO AZIENDALE
34IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE
- È DATO
- DALLA DIFFERENZA
- TRA IL RICAVO E
- IL COSTO COMPLESSIVO VARIABILE
- CHE DEVE PARTECIPARE
- ALLA COPERTURA DEI COSTI FISSI
- E ALLA FORMAZIONE DELLUTILE DI PERIODO
35LE DIVERSE CONFIGURAZIONIDEL MARGINE DI
CONTRIBUZIONE
- Margine di contribuzione unitario
- differenza tra prezzo e costo variabile di un
singolo prodotto indica quale e il contributo
in termini monetari che apporta un ulteriore
prodotto venduto alla copertura dei costi fissi - Margine di contribuzione totale
- prodotto tra margine di contribuzione unitario e
unità prodotte/vendute - Margine di contribuzione aziendale sommatoria
dei margini di contribuzione totali indica quale
e il margine che rimane allazienda per coprire
i costi di periodo
36LE METODOLOGIE PER LA DETERMINAZIONE DEI COSTI
DIRETTI
-
- DIRECT COSTING SEMPLICE
- DIRECT COSTING EVOLUTO
-
37ESEMPIO DIRECT COSTING SEMPLICE
38(No Transcript)
39ESEMPIO DIRECT COSTING EVOLUTO
40(No Transcript)
41COMMENTI
- IL DIRECT COSTING SEMPLICE
- EVIDENZIA MARGINI PIU REMUNERATIVI
- PER I RASOI E PER I PROFUMI
- RISPETTO ALLE PENNE A SFERA
- CIO POTREBBE PORTARE
- A SCELTE ERRATE
- PERCHE BASATE
- SU INFORMAZIONI DI COSTO INCOMPLETE
42LANALISI DEI COSTI FISSI SPECIFICI RIBALTA
LORDINE DI CONVENIENZA DELLE TRE LINEE DI
PRODOTTO POICHE LE PENNE RICHIEDONO INVESTIMENTI
PRODUTTIVI, COMMERCIALI E DI RICERCA E SVILUPPO
MOLTO INFERIORI.AL CONTRARIO I PROFUMI, A CAUSA
DEGLI ELEVATI COSTI FISSI SPECIFICI, RISULTANO
MENO REDDITIZI
43IL DIRECT COSTING EVOLUTO
- PER LE SUE CARATTERISTICHE
- PUO ESSERE UTILIZZATO
- PROFICUAMENTE IN IMPRESE
- CON ELEVATI COSTI FISSI
- CHE OPERANO SU MOLTEPLICI AREE DI RISULTATO
- CARATTERIZZATE DA UN ELEVATO NUMERO DI AREE DI
RESPONSABILITA - (ES. STRUTTURE DIVISIONALI)
44LA BREAK-EVEN ANALYSIS
45LA BREAK-EVEN ANALYSIS O ANALISI
COSTI-VOLUMI-RISULTATI
- E UNA TECNICA IMPIEGATA
- NELLE DECISIONI AZIENDALI
- CHE ANALIZZA
- LE COMPONENTI ECONOMICHE
- IN FUNZIONE SOLO DELLOUTPUT FINALE,
- OSSIA
- DELLE UNITA PRODOTTE
46CARATTERISTICHE
- E ESTREMAMENTE FLESSIBILE E DI FACILE
APPLICAZIONE PERCHE CONDIZIONATA SOLO DALLA
VARIABILE UNITA PRODOTTE - PONE IN RELAZIONE IL VOLUME DI PRODUZIONE,
VARIABILE INDIPENDENTE, CON LANDAMENTO DEI COSTI
E DEI RICAVI TOTALI
47FINALITA DELLO STRUMENTO
- CONSENTE DI EVIDENZIARE QUALI SONO I LIVELLI
PRODUTTIVI DA RAGGIUNGERE PER - OTTENERE IL PAREGGIO TRA COSTI E RICAVI
- RILEVARE CERTI OBIETTIVI IN TERMINI DI
REDDITIVITA
48- LIMPIEGO DI QUESTA TECNICA,
- OLTRE A CONSENTIRE DI DETERMINARE
- GRAFICAMENTE O MATEMATICAMENTE
- IL PUNTO DI ROTTURA (BEP),
- PERMETTE DI VERIFICARE,
- IN VIA PREVENTIVA O CONSUNTIVA,
- GLI EFFETTI SUL REDDITO DI POSSIBILI VARIAZIONI
DI QUANTITA ECONOMICHE - (VENDITE, COSTI FISSI, COSTI VARIABILI, PREZZI)
49 INOLTRE
- PERMETTE DI
- DETERMINARE IL MARGINE DI SICUREZZA (FATT.
OBIETTIVO-FATT. DI PAREGGIO/FATTURATO OBIETTIVO) - DEFINIRE I VALORI OBIETTIVO DELLE SINGOLE
VARIABILI INSERITE NELLEQUAZIONE - RISULTATO ECONOMICO
- RICAVI TOTALI - COSTI TOTALI
50PRESUPPOSTI/LIMITI DELLA BEA
- DISTINGUE I COSTI TOTALI IN FISSI E VARIABILI
- CONSIDERA LINEARI LE FUNZIONI DI COSTO E DI
RICAVO - PRESUPPONE CHE LE QUANTITA PRODOTTE SIANO PARI A
QUELLE VENDUTE (ASSENZA DI RIMANENZE DI PRODOTTI
FINITI) - CONSIDERA DATA LA CAPACITA PRODUTTIVA E PERTANTO
I COSTI FISSI NON VARIANO NEL LORO IMPORTO
COMPLESSIVO
51I METODI PER LAPPLICAZIONE DELLA BEA
- METODO MATEMATICO
- METODO GRAFICO
52METODO MATEMATICO
- IL PUNTO DI PAREGGIO TRA COSTI TOTALI E RICAVI
SARA INDICATO DALLA RISOLUZIONE DELLEQUAZIONE - CTRT
- CON INCOGNITA LA QUANTITA PRODOTTA E COLLOCATA
SUL MERCATO - DOVE
- CT (COSTI TOTALI)CFCVCFcvu x Q
- RT(RICAVI TOTALI)pu x Q
53LEGENDA
- pu prezzo unitario di vendita dei prodotti
- Q quantità venduta quantità prodotta
- CV costi variabili
- CF costi fissi
- cvu costi variabili unitari
54- RISOLVENDO LEQUAZIONE
- pxQ CF cvu x Q
- Q x(p-cvu) CF
- ISOLANDO Q, AVREMO
- CF
- Q
----------- - p cvu
- Dove (p-cvu) costituisce il margine di
contribuzione unitario che esprime, a livello di
unità di prodotto - o a livello complessivo (se moltiplicato per la
quantità prodotta) quanto residua dai ricavi di
vendita dopo aver coperto i costi variabili e
quindi lutile per coprire i costi fissi
55METODO GRAFICO
- I costi fissi sono rappresentati da una retta
parallela allasse delle ascisse - I costi variabili sono rappresentati da una retta
passante per lorigine con coefficiente angolare
rappresentato dal costo variabile unitario - I ricavi totali sono rappresentati da una retta
passante per lorigine con coefficiente angolare
rappresentato dal prezzo di vendita dei prodotti
56LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA BEA
RT
COSTI RICAVI
K
CT
RTCT
CVT
T
CFT
Q
Q
Q1
Q2
57- Q RAPPRESENTA LA PRODUZIONE DI EQUILIBRIO, VALE
A DIRE IL LIVELLO DI PRODUZIONE A CUI CORRISPONDE
UN PROFITTO PARI A ZERO - E PALESE CHE RAPPRESENTA LA LINEA DI ROTTURA
- PER QUANTITA SUPERIORI A Q RT gt CT
- E, QUINDI, SI REALIZZANO PROFITTI,
- PER QUANTITA INFERIORI CT gtRT E, QUINDI, IL
RISULTATO E UNA PERDITA
58- DAL PUNTO DI VISTA GRAFICO LA BEA CONSENTE DI
RILEVARE IL LIVELLO DI UTILE (SEGMENTO K) O DI
PERDITA (SEGMENTO T) ASSOCIATO A DETERMINATI
LOTTI PRODUTTIVI, - RISPETTIVAMENTE Q1 E Q2
59LA POTENZIALITA ECONOMICO-STRUTTURALE
- ESPRIME LA CAPACITA DELLIMPRESA DI PRODURRE
REDDITO DATA DA UNA COMBINAZIONE DEI COSTI
FISSI E VARIABILI E DEI RICAVI. - MINORE E IL VOLUME CHE PERMETTE LEGUAGLIANZA
TRA I COSTI TOTALI ED I RICAVI TOTALI, MIGLIORE
E LA POTENZIALITA ECONOMICO-STRUTTURALE
60- LA POTENZIALITA ECONOMICO-STRUTTURALE MIGLIORA
SE IL PAREGGIO TRA COSTI E RICAVI, SI OTTIENE IN
CORRISPONDENZA DI VOLUMI MINORI. - SE NELLA COMBINAZIONE I COSTI FISSI PREVALGONO SU
QUELLI VARIABILI, IL VOLUME IN RELAZIONE AL QUALE
SI HA IL PAREGGIO TRA COSTI E RICAVI, E PIU
ELEVATO CHE NON NELLA COMBINAZIONE OPPOSTA.
61- LEVA OPERATIVA
- LA DISTINZIONE TRA COSTI FISSI E VARIABILI,
PERMETTE DI DETERMINARE IL GRADO DI LEVA
OPERATIVA DI UNIMPRESA, - E CIOE
- IL GRADO DI SENSIBILITA DEL REDDITO, A
VARIAZIONI NEI VOLUMI DI VENDITA
62- SI GENERA UN EFFETTO LEVA OGNI QUAL VOLTA LA
VARIAZIONE (POSITIVA O NEGATIVA) DI UNA VARIABILE
INDIPENDENTE, DETERMINA UNA VARIAZIONE MAGGIORE
SU UNALTRA VARIABILE (EFFETTO MOLTIPLICATIVO). - LA VARIAZIONE AMPLIFICATA E LEFFETTO, MENTRE LA
LEVA NE E LA CAUSA APPARENTE.
63- IL GRADO DI LEVA OPERATIVA DI UNIMPRESA SARA
TANTO PIU ALTO QUANDO - E PIU AMPIA LA FORBICE PREZZI DI VENDITA
COSTI VARIABILI - E PIU ELEVATA LINCIDENZA DEI COSTI FISSI, E
QUINDI QUANTO PIU SI E VICINI AL PUNTO DI
PAREGGIO
64- PER VOLUMI SUPERIORI AL B.E.P., IL MARGINE
UNITARIO DI CONTRIBUZIONE MISURA LA CONTRIBUZIONE
AL PROFITTO, PER CUI QUESTO CRESCE PIU
VELOCEMENTE IN CASO DI LEVA OPERATIVA ALTA. - TALE CONDIZIONE COMPORTA UN RISCHIO ELEVATO
LEGATO AGLI ALTI VOLUMI PRODUTTIVI IN GRADO DI
GENERARE PROFITTI COMPLESSIVI.
65- LA SCELTA DEL LIVELLO DI LEVA OPERATIVA E
FONDAMENTALE IN FASE DI PROGETTAZIONE, MA
RAPPRESENTA ANCHE UN UTILE STRUMENTO SU CUI AGIRE
PER OTTENERE UNA MIGLIORE POTENZIALITA
STRUTTURALE DI UNAZIENDA GIA OPERANTE.
66- LA DETERMINAZIONE DELLA LEVA OPERATIVA CONSENTE,
IN LINEA GENERALE, DI OTTIMIZZARE ALCUNE SCELTE
SECONDO LE CARATTERISTICHE DEL MERCATO IN CUI SI
OPERA.
67- IN PARTICOLARE, IN PRESENZA DI MERCATI FORTEMENTI
VARIABILI NEL TEMPO MEDIO-LUNGO, E PREFERIBILE
RENDERE FLESSIBILE LA STRUTTURA, E OPTARE PER UNA
BASSA LEVA OPERATIVA CHE, SE NON PERMETTE
INCREMENTI CONSISTENTI DI PROFITTO ALLAUMENTARE
DELLE VENDITE, RENDE POSSIBILE OTTENERE UN B.E.P.
PER QUANTITA MINORI E, QUINDI, RAGGIUNGIBILE
PIU FACILMENTE ANCHE IN PERIODI DI CONTRAZIONE
DEI VOLUMI VENDUTI.
68- AL CONTRARIO IN UN MERCATO LA CUI TENDENZA E
COSTANTE, O CHE E ADDIRITTURA IN SVILUPPO, LA
SCELTA DI UNA COMBINAZIONE CHE DIA UNA LEVA
OPERATIVA ALTA, RENDE PIU INTERESSANTE LAUMENTO
DEI VOLUMI DI VENDITA. UN B.E.P. PIU ELEVATO IN
QUESTO CASO NON PREOCCUPA ECCESSIVAMENTE PROPRIO
PER LE CONDIZIONI DI MERCATO.
69- LANALISTA ESTERNO NON È QUASI MAI IN GRADO DI
DETERMINARE IL B.E.P. DI UNIMPRESA, VISTO CHE
NON CONOSCE CON ESATTEZZA LA RIPARTIZIONE DEI
COSTI FISSI E VARIABILI. - E COMUNQUE INTERESSANTE ANALIZZARE IL TREND DEL
REDDITO OPERATIVO AL VARIARE DEL FATTURATO, PER
DESUMERE INFORMAZIONI INDIRETTE SULLEFFETTO DI
LEVA OPERATIVA.
70TREND DI LEVA OPERATIVA
- Variazione Reddito operativo
- --------------------------------------------------
--- - Variazione Fatturato
71IL MARGINE DI SICUREZZA
- IL MARGINE DI SICUREZZA INDICA DI QUANTO
PERCENTUALMENTE, POSSONO DIMINUIRE LE VENDITE
ATTUALI (CIOE DI QUANTO PUO RIDURSI IL LIVELLO
DI FATTURATO NETTO ESPOSTO IN BILANCIO) PRIMA CHE
LIMPRESA COMINCI A REALIZZARE PERDITE.
72ESEMPIO
- VENDITE EFFETTIVE 1215
- VENDITE DI EQUILIBRIO 693
-
- 1215 693
- M.S. ----------------- X 100 42,96 43
- 1215
- QUESTO DATO INDICA CHE LIMPRESA PUO SOPPORTARE
UNA CONTRAZIONE DEI RICAVI DI VENDITA PARI AL 43
PRIMA CHE SI QUANTIFICHI UNA PERDITA OPERATIVA.
73- OCCORRE, TUTTAVIA, OSSERVARE ESPLICITAMENTE, CHE
IL M.S. E UN INDICATORE SIGNIFICATIVO SOLO SE SI
SUPPONE CHE LA RIDUZIONE DEI RICAVI DI VENDITA
SIA CONNESSA AD UNA CONTRAZIONE DEI VOLUMI FISICI
DI PRODUZIONE.
74- IL M.S. NON E UTILIZZABILE SE SI SUPPONE CHE LA
RIDUZIONE DEI RICAVI DI VENDITA SIA CONSEGUENTE
AD UNA DIMINUZIONE DEI PREZZI MEDI DI VENDITA. - LA SEMPLICE RIDUZIONE DEL PREZZO UNITARIO DI
VENDITA, INFATTI, PUR CONTRAENDO IL FATTURATO,
NON COMPORTEREBBE ALCUNA RIDUZIONE NEI VOLUMI
PRODOTTI E VENDUTI E, DI CONSEGUENZA, ALCUNA
RIDUZIONE NEI COSTI VARIABILI.
75- IL MARGINE DI SICUREZZA E UN DATO IMPORTANTE PER
APPREZZARE LA SITUAZIONE ECONOMICA, PROSPETTICA,
DELLIMPRESA ANALIZZATA, IN QUANTO E INDICATORE
DELLA CAPACITA DI RESISTENZA DELLIMPRESA DI
FRONTE AD UN CALO DELLA DOMANDA, CIOE AD UNA
DIMINUZIONE DELLE QUANTITA VENDUTE E, DI
CONSEGUENZA PRODOTTE.
76- NELLE ANALISI DI BILANCIO COMPARATIVE TRA DUE
IMPRESE CHE ABBIANO LO STESSO FATTURATO E LO
STESSO RISULTATO OPERATIVO, A PARITA DI OGNI
ALTRA CONSIDERAZIONE, E PREFERIBILE QUELLA CHE
PRESENTI IL M.S. PIU ELEVATO.
77- IL M.S. DIPENDE DALLA DIMENSIONE DELLE VENDITE DI
EQUILIBRIO, MA IL VOLUME DI QUESTE SI CONNETTE A
SUA VOLTA ALLA STRUTTURA DEI COSTI E, IN ULTIMA
ANALISI, A QUELLA DELLINTERO PROCESSO
PRODUTTIVO.