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La Citt

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Title: La Citt Author: Carlo Frenquelli Last modified by. Created Date: 6/15/2000 10:28:20 AM Subject: Esame di maturit , anno 2000 Description – PowerPoint PPT presentation

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Transcript and Presenter's Notes

Title: La Citt


1
  • LA CITTA
  • LA SUA EVOLUZIONE
  • SVILUPPO DELLA SOCIETA DI MASSA
  • LINQUINAMENTO ATMOSFERICO
  • RAPPORTO CON LUOMO

Tesina d esame ideata da CARLO FRENQUELLI
2
  • LO SVILUPPO DELLA SOCIETA' DI MASSA
  • Di massa, nel senso di aggregato omogeneo, in cui
    in i singoli tendono a scomparire rispetto al
    gruppo, si parlava già all inizio
    dellOttocento, dopo che la rivoluzione francese
    aveva visto il popolo entrare per la prima
    volta da protagonista sulla scena politica. Ma è
    solo alla fine dell Ottocento, col diffondersi
    dell industrializzazione e dei connessi fenomeni
    di urbanizzazione, che si vengono delineando i
    contorni di quella che chiamiamo oggi società di
    massa.Questa nuova società è una realtà
    complessa, risultante dall intreccio di una
    serie di progressi economici , di trasformazioni
    politiche e sociali, di mutamenti culturali in
    essa la maggioranza dei cittadini vive grandi e
    medi agglomerati urbani.
  • Mentre nella classe operaia si accentuo la
    distinzione tra lavoratori generici e
    qualificati, il ceto medio andava sempre più
    espandendosi grazie alla crescita dei lavoratori
    autonomi ( favoriti dall emergere di nuove
    attività ), all allargamento della fascia dei
    dipendenti pubblici (istruzione, trasporti,
    sanità ) ed allo sviluppo degli addetti al
    settore privato i colletti bianchi.
  • Tra il 1890 ed il 1918 avvenne, in tutta Europa,
    l estensione del diritto di voto (suffragio
    universale maschile ) e determino mutamenti nei
    gruppi politici costretti a sperimentare nuove
    tecniche per ottenere il consenso popolare. Si
    affermo cosi il partito di massa, basato sull
    inquadramento di larghi strati della popolazione
    attraverso una struttura permanente e facente
    capo ad un unico centro dirigente. Ci fu,
    inoltre, una rapida crescita delle organizzazioni
    dei lavoratori chiamate organizzazioni sindacali
    che tenevano a salvaguardare i diritti degli
    operai.

3
  • Dal punto di vista sociale la tendenza delle
    forze politiche fu quella di aumentare il peso
    delle imposte dirette a scapito di quelle
    indirette.
  • Questo importante periodo segna, inoltre, in
    tutta Europa, la nascita di partiti socialisti.
    Il primo ed il più importante fu quello
    socialdemocratico tedesco nato nel 1879.
    Lefficienza organizzativa, i successi
    elettorali, la compattezza ideologica fornita dal
    MARXISMO, assunto definitivamente come dottrina
    ufficiale del partito, stimolò la nascita di
    nuovi partiti operai nel continente europeo. Al
    di là delle diversità organizzative e delle
    divergenze ideologiche essi, compresi i laburisti
    inglesi, si proponevano il superamento del
    sistema capitalistico e la gestione sociale
    delleconomia avevano ideali internazionali e
    pacifisti tutti infine facevano capo ad
    unorganizzazione socialista internazionale la
    seconda internazionale i cui obiettivi primari
    erano stati la giornata lavorativa di otto ore e
    una giornata mondiale di lotta per il primo
    Maggio di ogni anno.


4
  • THE CITY AND THE WRITERS
  • London is the urban archetype which frequently
    recurs in English literature from Defoe, through
    Dikens, to Lawrence.
  • In the realistic novel the description of the
    town focuses on those aspects which clash with
    the expectations of the characters involved in
    the urban experience.
  • The most tragic situations such as the plague, a
    fire, misery, squalor, violence, alienation,
    offer the writer the possibility to criticize the
    society he is dealing whit.
  • In Blakes time London had a population of about
    seven hundred thousand inhabitants which was a
    very high figure for the time. It was a thriving
    commercial city but with extensive slum areas.

5
  • The following poem illustrates Blakes view of
    London
  • LONDON
  • from Songs of Experience, 1794
  • I wander thro each charter d street,
  • Near where the charterd Thames does flow,
  • And mark in every face I meet
  • Marks of weakness, marks of woe.
  • 5 In every cry of every Man,
  • In every Infants cry of fear,
  • In every voice, in every ban,
  • The mind-forgd manacles I hear.
  • How the Chimney-sweepers cry
  • 10 Every blackning Church appalls,
  • And the hapless Soldiers sigh
  • Runs in blood down Palace walls.
  • But most thro midnight streets I hear

6
  • In the following poem, instead, William
    Wordsworth (1770-1850) is looking at the city
    while crossing Westminster Bridge in London with
    his sister Dorothy.
  • The poet want to criticize the industrial
    Revolution because London is become dirty.
  • Composed upon Westminster Bridge, September 3,
    1802.
  • Earth has not anything to show more fair
  • Dull would he be of soul who could pass
  • A sight so touching in its majesty
  • This city now doth, like a garment, wear
  • The beauty of the morning silent, bare,
  • Ships, towers, domes, theatres, and
    temples lie
  • Open unto the fields, and to the sky
  • All bright and glittering in the smokeless
    air.
  • Never did sun more beautifully steep
  • 10 In the first splendour, valley, rock, or
    hill
  • Neer saw I, never felt, a calm so deep!
  • The river glideth at his own sweet will
  • Dear God! The very house seem asleep
  • And all that might heart is lying still!

7
  • Hard times belongs to the mature period of
    Charles Dickens creative life in which he turned
    to sharper criticism of the evil of Victorian
    England. The story takes place in the industrial
    North, in one of the mill towns of Lancashire,
    and highlights the effect of the industrial
    Revolution on man and the environment. The main
    themes are the exploitation of the working class
    by an unfeeling, self-righteous middle class of
    industrialists, and the damaging consequences of
    emphasising factual knowledge, at the expense of
    feeling and imagination, which Dikens believed to
    be inherent in industrialisation.
  • Coketown is the fictional name of the town where
    the novel is set. The following passage is a
    description of it
  • Let us strike the key-note, Coketown, before
    pursuing our tune. It was a town of red brick, or
    of brick that would have been red if the smoke
    and ashes had allowed it but, as matters stood,
    it was a town of unnatural red and black like the
    painted face of a savage.
  • It was a town of machinery and tall chimneys, out
    of which interminable serpents of smoke trailed
    themselves for ever and ever, and never got
    uncoiled. It had a black canal in it, and a river
    that ran purple with ill-smelling dye, and vast
    piles of building full of windows where there was
    a rattling and a trembling all day long, and
    where the piston of the stream-engine worked
    monotonously up and down, like the head of an
    elephant in a state of melancholy madness.

8
  • Also in the Wast Land, writed by T.S.Eliot, the
    theme of the city is present. In fact he describe
    an unreal city
  • Unreal city,
  • Under the brown fog of a winter dawn,
  • A crowd flowed over London Bridge, so many,
  • I had not thought death had undone so many.
  • Sighs, short and infrequent, where a exhaled,
  • And each man fixed his eyes before his feet.
  • Flowed up the hill and down King William Street,
  • To where Saint Mary Woolnoth kept the hours
  • With a dead sound on the final stroke of nine.
  • There I saw one i knew, and stopped him,
    cryingStetson!
  • You who were with me in the ships at Mylae!
  • That corpse you planted last year in your garden,
  • Has it begun to sprout? Will it bloom this years?
  • Or has the sudden frost disturbed its bed?
  • Oh keep the Dog far hence, thats friend to men,
  • Or with his nails hell dig it up again!
  • You!Hypocrite lecteur! - mon semblable, - mon
    frère!

9
  • L' INQUINAMENTO ATMOSFERICO

In seguito al notevole sviluppo dell industria,
in particolare chimica e termica, della
motorizzazione,della concentrazione urbana,
conseguenza diretta della nascita di grandi aree
metrpolitane, si è avuto un sempre crescente
aggravarsi del fenomeno.
  • LE PRINCIPALI CAUSE
  • LO SMOG
  • L AUMENTO DELL ANIDRDE CARBONICA
  • IL BUCO DELL OZONO
  • L EQUILIBRIO DINAMICO

10
  • LE PRINCIPALI CAUSE

Il maggior responsabile dellinquinamento
dellatmosfera è indubbiamente luomo, il quale
provoca, direttamente o indirettamente, laumento
delle impurezze presenti nellaria si tratta
di particelle gassose, liquide e solide prodotte
da attività industriali, da attività agricole e
dallutilizzazione di materiali radioattivi esse
vanno ad aggiungersi a quelle dovute a fenomeni
naturali (polline, spore, ceneri vulcaniche,
polveri sollevate dal vento ecc.). Siano esse
naturali o artificiali, queste impurezze non
interessano soltanto le zone in cui sono
originate difatti, i gas si mescolano e si
diffondono nellintera atmosfera con grande
facilità le sostanze liquide e quelle solide
entrano in sospensione nellaria, costituendo i
cosiddetti aerosol atmosferici, che possono
essere trasportati dai venti per notevoli
distanze e talvolta riescono a propagarsi anche
nellalta atmosfera per effetto di correnti
ascensionali. Le fonti industriali
dellinquinamento dellatmosfera comprendono, per
incominciare, i prodotti provenienti dagli
impianti di eliminazione dei rifiuti e dai
dispositivi di scarico le fonti agricole
includono i prodotti di irrorazione di
insetticidi e pesticidi, da combustione di
sterpi. A queste vanno aggiunte le impurità
dovute agli scarichi dei veicoli a motore, che
sono i principali produttori di monossido di
carbonio, ossido di azoto e idrocarburi, oltre ad
ossidi, cloruri e altri composti di piombo. In
notevole misura contribuiscono, inoltre, i
prodotti della combustione di caldaie a nafta,
gas o carbone, impiegate per produrre calore o
energia per abitazioni, esercizi commerciali e
industrie fra queste, le centrali
termoelettriche sono le principali responsabili
della presenza dellanidride solforosa contenuta
nellaria.
11
  • LO SMOG

Uno degli inquinamenti più comuni nellaria delle
nostre città è lanidride solforosa, prodotta
dalla combustione di carbone e idrocarburi in
condizioni di forte umidità essa può trasformarsi
in anidride solforosa e dar luogo alla formazione
di aerosol di acido solforico. Queste sostanze
producono lo smog. Lanidride solforosa può
produrre effetti dannosi non soltanto agli
organismi animali e vegetali ma perfino alle
rocce. Questultimo fenomeno è preoccupante per
diverse città, perché può compromettere un
patrimonio artistico di inestimabile valore
culturale. Molti edifici monumentali, infatti,
appaiono coperti di una crosta nerastra che
intacca in superficie e lentamente deteriora le
rocce calcaree usate frequentemente come pietre
ornamentali e per sculture. Questa crosta
solfatica deriva dalla trasformazione del
carbonato di calcio in solfato di calcio ad opera
dellanidride solforosa, prodotta dalle industrie
e dagli impianti di riscaldamento della città.
Nellaria delle regioni urbanizzate sono pure
frequenti il monossido di carbonio, gli ossidi di
azoto e gli idrocarburi incombusti. Lossido di
carbonio che entra nella circolazione sanguigna
si combina con lemoglobina, formando
carbossiemoglobina, che inibisce la capacità
circolatoria nei confronti del trasporto di
ossigeno. Estremamente nocivi sono anche i
diversi ossidi di azoto fra essi possiamo citare
quello nitroso, ossia il protossido di azoto che
è anche capace di distruggere lozono
atmosferico. Gli idrocarburi dovuti ad
unincompleta combustione, sono dei tipi e delle
composizioni più diversi non è da escludere che
alcuni di essi possono dar luogo alla formazione
di sostanze cancerogene. Le fonti principali di
questi inquinamenti sono rappresentate dai gas di
scarico degli autoveicoli. Laumentata immissione
nellatmosfera di ossidi ha reso allarmante il
fenomeno delle cosiddette piogge acide che
esercitano una serie di effetti dannosi sia per
la vita animale che per quella vegetale. Uno
degli episodi più drammatici finora registrati si
è verificato in Scozia nel 1974 le piogge cadute
durante un forte temporale mostrano un pH pari a
2,4, equivalente a quello dellaceto. Tra le
malattie che si associano con maggior frequenza
allinquinamento dellaria da parte delle
sostanze descritte si possono ricordare i
disturbi e le lesioni broncopolmonari (la
bronchite, lasma, lenfisema) che colpisce
soprattutto gli abitanti delle grandi città e
delle zone più industrializzate.
12
  • L' AUMENTO DELL' ANIDRIDE CARBONICA

Una forma di inquinamento atmosferico che
interessa tutta la Terra, ed è particolarmente
grave nelle aree urbane, è rappresentata
dallaumento della percentuale di anidride
carbonica contenuta nellaria. Questo aumento è
in parte dovuto alla combustione di carbon
fossile e idrocarburi, che va sempre crescendo
ma che è anche una conseguenza dei continui e
spesso imprudenti diboscamenti effettuati
dalluomo il troppo scarso rapporto fra
superfici a verde e superfici a costruzioni
intensive è il motivo per cui in molti casi non
vi è vegetazione sufficiente per assorbire, con
la fotosintesi clorofilliana, una parte
dellanidride carbonica presente nellaria nelle
zone antropizzate. La sua accresciuta presenza
nellatmosfera deve essere considerata nociva
poiché testimonia la neutralizzazione di una
certa quantità di ossigeno atmosferico ed è
indice del grado di inquinamento raggiunto.
Inoltre, anidride carbonica è una delle
principali responsabili dellassorbimento di
radiazione termica da parte dellatmosfera e
quindi laumento della sua concentrazione può
produrre un incremento delleffetto serra, ossia
uninnalzamento della temperatura dellaria su
tutta la superficie terrestre.
13
  • IL BUCO DELL' OZONO

Le esplosioni termonucleari nellatmosfera hanno
un effetto che merita attenzione esse riscaldano
laria circostante a temperature elevatissime e
provocano così la dissociazione dellazoto e
dellossigeno, producendo grandi quantità di
ossidi di azoto che si distribuiscono nella bassa
e media stratosfera, dove più alta è la
concentrazione dellozono. Unaltra sorgente
antropogenica di ossido di azoto è costituita
dagli aerei supersonici che volano nella bassa
stratosfera. Se si considera che una certa
quantità di ossidi di azoto viene prodotta pure
dalla combustione di idrocarburi e dalluso di
fertilizzanti azotati in agricoltura, si
comprende come alcune fonti di inquinamento
possono alterare perfino il delicato equilibrio
dellozonosfera difatti, gli ossidi di azoto
sono i principali responsabili della rimozione
dellozono atmosferico. Limportanza del buco
dellozono, o, un po meno impropriamente, di
buco nellozonosfera, sta nel fatto che molti
scienziati lo considerano un fenomeno abnorme di
diminuzione dellozono totale (dal 1978 al 1992
ha subito una diminuzione a scala globale di
circa il 3). Lipotesi più attendibile è che
questo marcato processo distruttivo di ozono sia
dovuto principalmente allazione dei
clorofluorocarburi utilizzati come propellenti
(nelle bombole spray), come refrigeranti (nei
frigoriferi e nei condizionatori daria) e come
componenti di molecole attive nella distruzione
dellO3. Queste fonti di inquinamento rischiano
di alterare i processi naturali di rimozione e
ricostituzione dellozono atmosferico, con
potenziale pregiudizio per tutta la biosfera.
Difatti una riduzione dellozono comporterebbe
una diminuzione della capacità di assorbimento
delle reazioni solari ultra violette da parte
dellozonosfera queste radiazioni, arrivando in
maggior quantità sulla superficie terrestre,
potrebbero causare danni gravi alluomo (disturbi
agli occhi, eritemi, cancro alla pelle).
14
  • L' EQUILIBRIO DINAMICO

A conclusione di queste note sullinquinamento
atmosferico, bisogna osservare che ognuno degli
inquinanti immessi nellaria ha una o più
sorgenti che la producono ma anche uno o più
pozzi che lo rimuovono dallatmosfera. Ad
esempio le polveri che cadono per gravità o che
vengono spazzate via dalle precipitazioni le
particelle radioattive che si disgregano con il
tempo o che sono eliminate dalle piogge lozono
stesso che viene rimesso da diversi processi
naturali. Lanidride carbonica, oltre ad essere
assorbita dalle piante subaeree, viene in gran
quantità neutralizzata dalleffetto tampone
delle acque del mare. Esiste, quindi, per ogni
sostanza presente nellaria un tempo di
resistenza che è estremamente lungo per i
costituenti principali dellatmosfera, chiamati
perciò anche costituenti permanenti.
Lesistenza di questi ultimi indica che
latmosfera si trova attualmente in uno stadio di
equilibrio dinamico. Ma cè da chiedersi fino a
quando sarà capace di mantenerlo, cioè fino a che
punto i processi naturali di autodepurazione
dellatmosfera saranno in grado di neutralizzare
o di eliminare gli effetti negativi delle
attività inquinanti umane, che vanno crescendo
ogni giorno di più.
15
  • PROCESSO EVOLUTIVO

La città rappresenta il centro abitato di una
certa espansione territoriale che offre a una
comunità di persone particolari condizioni di
vita residenziale e sociale. La scelta delle
località di stanziamento è facilmente
riconducibile alle condizioni orografiche del
territorio le città sorgono nelle pianure
fertili, lungo i corsi dacqua, nelle baie ben
riparate, nei luoghi elevati e facilmente
difendibili, in prossimità di importanti nodi
viari, ecc. Più complessa è levoluzione del
disegno delle città che fa scopo a due
direttrici-base del processo formativo la
progettazione unitaria del nucleo abitato e lo
sviluppo spontaneo, progressivo e casuale, di
tutto o di parte dellorganismo urbano. Le città
rivelano, attraverso lo studio del loro disegno,
il sovrapporsi ed il susseguirsi di queste due
direttrici fondamentali che si integrano più o
meno organicamente, sino a conferire un volto
caratteristico e irripetibile agli agglomerati
urbani. In effetti ogni città è il volto e la
storia delle civiltà che la produce e la fruisce.
Le città dellantico Egitto con maglia urbana
ortogonale, assi viari orientali, quartieri
suddivisi per classi sociali, sono indicative dei
contenuti gerarchici e religiosi della civiltà
faraonica. Le polis greche e la loro
trasformazione da organismi fortificati e
arroccati in città-stato pienamente funzionali
con maglie viarie regolarizzate e spazi duso ben
definiti (agorà, acropoli, ecc.) sono
significative del divenire del pensiero e del
modo di vita ellenico. Lorganizzazione della
civiltà romana emerge dalla pianificazione dei
suoi stanziamenti urbani nel territorio
metropolitano e nelle province gli schemi
ortogonali sono rigorosamente applicati, gli
spazi pubblici e privati ben definiti e la
tecnologia costruttiva supporta la
razionalizzazione dei servizi necessari alla vita
sociale di grandi comunità. Dopo la frantumazione
dellimpero romano il nuovo assetto sociale
della civiltà medievale è rivelato dal
16
racconto delle città europee durante questo
periodo le nuove tipologie urbane nascono
secondo le necessità, non da piani unitari, ma da
momenti episodici e casuali. La città gravitante
intorno ad un unico polo di attrazione (castello,
cattedrale, piazza) è lespressione più logica di
una società in trasformazione come quella feudale
e dei comuni. E con il decrescere del fervore
edilizio e lo stabilizzarsi del primo stadio
dellurbanesimo, lo spirito del rinascimento
prima e linventiva barocca poi forniscono le
progettazioni delle città ideali e le soluzioni
scenografiche dei grandi complessi urbani. Si
ritorna quindi allidea della progettazione
unitaria, matrice di un assetto ordinato e
definito della città. Ma con lavvento della
civiltà industriale (XIX sec.) il nuovo
urbanesimo snatura lassetto e laspetto degli
agglomerati urbani e del loro circondario. Le
città crescono a dismisura, per fasce
periferiche, e le funzioni produttive si
associano ed entrano in contrasto con le funzioni
residenziali i centri storici non sopportano più
le nuove funzioni. I problemi delle città di oggi
nascono qui, fornendo i temi e le esperienze alla
scienza dell urbanistica moderna.
17
  • L' URBANISTICA

Disciplina che studia e progetta la sistemazione
delle zone di insediamento urbano al fine di
ottenere, sia per gli individui che per le loro
attività produttive, le migliori condizioni
funzionali. I risultati degli studi urbanistici
che possono riguardare piani regolatori urbani,
di sviluppo edilizio, di iniziative industriali,
di viabilità e di trasporto, ecc. si
differenziano secondo le condizioni geografiche e
sociali. Perciò, oltre ad architetti e ingegneri,
si occupano di problemi di urbanistica anche
studiosi specializzati in altre discipline
economia, statistica, geografia economica e
spaziale. Lesigenza di un tessuto urbano
organizzato secondo schemi geometrici è presente
già in città antichissime dellOriente, e in
particolare nelle città ellenistiche e nelle
colonie romane. Dopo il Medioevo, gli architetti
del Rinascimento approfondiscono nei disegni e
anche in qualche realizzazione il tema della
città ideale a pianta, di rigorosa concezione
schematica. Nel periodo barocco lurbanistica ha
preoccupazioni di carattere prevalentemente
scenografico. Fu solo nel XIX sec., con gli inizi
dellera industriale, che lurbanistica assunse
il carattere di scienza sociale. Ciò accade
soprattutto in Gran Bretagna, dove limmigrazione
nei centri industriali e la conseguente pressione
demografica crearono profonde trasformazioni
sociali che richiesero massicci interventi
riformatori. Da quel periodo, compito
dellurbanistica fu lo studio di intere zone,
tali da assicurare la razionalità e salubrità
delle abitazioni, la facilità di comunicazioni,
la presenza di pubblici servizi e si elaborarono
i piani regolatori rivolti a disciplinare gli
insediamenti già esistenti. Nel nostro secolo, i
concetti dellurbanistica hanno subito degli
sviluppi soprattutto per quanto riguarda la
destinazione dei vari quartieri urbani, la
necessità della salvaguardia dei centri storici,
la soluzione dei problemi del traffico.
18
Recenti esempi di urbanistica si hanno nella
ricostruzione di Le Havre dopo la II guerra
mondiale, di Amsterdam, della Grande Londra,
nel piano di Francoforte, negli esperimenti di
decentramento condotti negli Stati Uniti, senza
dimenticare poi la celebre realizzazione di Le
Corbusier con le Unités dhabitation di
Marsiglia, dove la residenza è connessa con altre
funzioni tutte riunite in un unico luogo. I
concetti urbanistici variano secondo le strutture
politiche nei vari paesi infatti in Stati
dallideologia liberistica, compito
dellurbanistica è la creazione di ambienti che
assicurino alluomo la piena libertà di scelta
con strutture che proteggano tali libertà mentre
per lideologia socialista le singole libertà si
possono sviluppare solo per mezzo di strutture
comunitarie. Le norme disciplinanti le operazioni
urbanistiche sul territorio italiano sono
contenute in un corpo di leggi, tra cui
fondamentale quella urbanistica. La
pianificazione urbanistica incidendo nella
proprietà privata e pubblica, è legata allopera
del legislatore che determina in quale misura la
proprietà può essere sacrificata.
19
  • LA CITTA' NELLA LETTERATURA ITALIANA DEL '900
  • Il rapporto tra luomo e la realtà si traduce
    nella pagina letteraria nella modalità di
    rappresentazione dello spazio che contorna la
    vita, rappresentazione che, investita da una
    pretesa di oggettività o sfocata nei suoi
    contorni, trova esiti espressivi continuamente
    differenti e progressivamente individua nella
    città un indiscusso protagonista.
  • Nella produzione letteraria novecentesca la città
    diventa un tema ricorrente, pur se ogni singolo
    autore la descrive a seconda delle sensazioni che
    essa suscita nell io, la vive, la sente a suo
    modo. Il mio intento è proprio quello di notare
    analogie e differenze fra poesie e brani di
    scrittori che hanno prestato attenzione a tale
    aspetto della realtà in cui viviamo.
  • DA CORAZZINI A SABA LA CITTA NELLA POESIA
  • DA DANNUNZIO A VOLPONI LA CITTA NEL ROMANZO
    MODERNO

20
CORAZZINI Come in Gozzano, anche in Corazzini è
il senso dello scacco, della rinuncia, la
scoperta che non è dato più vivere in tempi
propizi per la poesia, che ben oltre sono le
sirene in cui sarebbe necessario ancorare la
propria vita, che ormai è possibile solo
assistere nella scomparsa del reale. Ma in
Corazzini manca lironia ed il poeta è assai più
ripiegato in se stesso, e volto al suo pianto. In
quasi tutti i suoi componimenti è possibile
riscontrare lattesa della morte così è da
notare la descrizione della città di Toblack
dove tornano i motivi della poesia
corazziniana. Il pianto come unica cosa da
offrire al silenzio qualche piccola
fontana che piange un pianto eternamente
uguale al passare di ogni funerale
Lincapacità di vivere nel presente Le
speranze perdute, le preghiere vane,
laudacie folli, i sogni infranti
e tutte le defunte primavere,
gli ideali morti, i grandi
pianti de gli ignoti
21
Il morire come riconquista del proprio essere e
possibilità di poesia e quanto vha TOBLACK
dirraggiungibile e di perduto è in
questa tua divina terra, è in questo
tuo sole inestinguibile, è nelle tue
terribile campane, è nelle tue monotone
fontane, VITA CHE PIANGE, MORTE CHE
CAMMINA.
MORETTI Nella lirica A Cesena, luggioso
ambiente piccolo-borghese della città di
provincia con la sua modesta e monotona routine è
visto dal poeta come attraverso una grigia nebbia
che lo ovatta e lo distanzia. Questo mondo
piccolo-borghese e provinciale, che nella poesia
crepuscolare è idoleggiato come rifugio sereno o
è ironizzato nella sua monotona mediocrità, è qui
rappresentato con un atteggiamento di estraneità
che rende la lirica forse più complessa di quanto
non sembri.
1 Piove. E mercoledì. Sono a Cesena,
ospite della mia sorella sposa, sposa da sei,
da sette mesi appena. 2 Batte la pioggia il
grigio borgo, lava la faccia delle
case senza posa, schiuma a piè delle
gronde come bava.
22
3 Tu mi sorridi e io sono triste. Forse triste è
per te la pioggia cittadina, il nuovo amore che
non ti soccorse, 4 il sogno che non ti avvizzì,
sorella, che guardi me con occhio che si
ostina a dirmi bella la tua vita bella,
PALAZZESCHI La fugacità, la velocità, lo
schiaffo, lebrezza, il problema di trovare le
parole giuste per descrivere la complessità della
vita, sono le tematiche essenziali del movimento
FUTURISTA. Il nucleo, il problema fondamentale di
tale poesia rimane lo stesso di quella
crepuscolare, ma la reazione è totalmente
opposta. Al pianto e allironia si sostituiscono
il progresso e la violenza. Nella lirica La
passeggiata tratta da LINCENDIARIO sembra
quasi di essere più davanti ad un collages
piuttosto che ad una poesia. Questo inventariare
la realtà non si esaurisce nella diminuzione del
divertimento, ma sotto lapparente impassibile
registrazione mette a nudo il senso
dellassurdità delle cose stesse, la casualità di
quegli accoppiamenti tra indicazioni così diverse
e lontane, che sono come il simbolo di una realtà
intimamente disgregata, frammentaria, incoerente.

23
33 Oggetti darte, quadri,
antichità, 26 26 A.
Corso Napoleone Bonaparte. Cartoleria
del progresso. Si cercano abili
lavoranti sarte. 40 Anemia!
Fallimento! Grande liquidazione!
Ribassi del 90 libero ingresso.
Hotel Risorgimento e
dUngheria. 47 Lastrucci e
Garfagnoni, impianti moderni di
riscaldamento caloriferi, termosifoni.
Via Fratelli Bandiera già Via del
Crocifisso
24
. 52 Saldo fine stagione,
prezzo fisso. 130 Larte di non
far figlioli. Gabriele Pagnotta
strumenti musicali.
Narciso Gonfalone tessuti di seta e di
cotone. Ulderigo Bizzarro
fabbricante di confetti per nozze. 137
Giacinto Pupi, tinozze e semicupi.
Pasquale Bottega fu Pietro,
calzature 141 - Torniamo indietro?
- Torniamo pure.
25
SBARBARO Una vera e propria crisi di
spersonalizzazione, di alienazione, avviene,
invece, nel poeta vociano, attraversando, solo al
sole, la città. Il gelo improvviso che cola nel
suo cuore è quello dellangoscia che sopravviene
al sentire quella natura in cui si trova
fraternamente immerso, farsi di colpo estranea.
Lo smarrimento, che coglie il poeta è appunto
quello di chi si è affacciato sul nulla avendo
perduto i contatti con lio e con il mondo. Per
quanto egli si afferra alle apparenze del suo
misero angusto mondo, accarezza tremante
lerba, con il terrore di essere risucchiato
dalle acque vorticose del grande fiume del
nulla. TALOR, MENTRE CAMMINO SOLO AL
SOLE Talor, mentre cammino solo al sole e
guardo coi miei occhi chiari il mondo ove tutto
mappare come fraterno, laria la luce il fil
derba linsetto, 5 unimprovviso gelo al cor mi
coglie.
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Un cieco mi par dessere, seduto sopra la
sponda dun immenso fiume. Scorrono sotto
lacque vorticose, ma non le vede lui il poco
sole 10 ei si prende beato. E se gli giunge
talora mormorio dacque, lo crede ronzio
dorecchi illusi. Perché a me par, vivendo
questa mia povera vita, unaltra rasentarne
15 come nel sonno, e che quel sonno sia la mia
vita presente. Come uno smarrimento allor mi
coglie, uno sgomento pueril.
Mi seggo tutto solo sul ciglio della
strada, 20 guardo il misero mio angusto mondo e
carezzo con man che trema lerba
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SABA Oltre allambizione suprema del poeta del
consentire, cioè sentire insieme, desiderare di
immettere la propria vita dentro la calda vita
di tutti, di essere uomo tra gli uomini, e
dellaccettare totalmente la vita, non perché
nella vita non ci sia spazio per il dolore, anzi
esso ne è un ingrediente sostanziale, ma perché
il compito che si prefigge lo scrittore è proprio
quello di riconciliare i propri compagni di
strada, assume notevole importanza il suo amore
per Trieste, che non è amore del luogo natale nel
senso fin troppo comune del termine, ma amore per
i colori, i traffici, la folla anonima che
circonda le strade. Trieste rappresenta, nel
Canzoniere, soprattutto, uno stato danimo,
cioè quel populismo scontroso, quel misto di
gioia e di tormento, di vitalità e di solitudine,
che è lanimo del suo poeta. E proprio questo lo
spirito che anima CITTA NUOVA qui, infatti,
vi è la cordiale rappresentazione di un angolo
popolare di Trieste, ma il poeta non si china
paternalisticamente su quel mondo, ma ci vive
dentro e lo sente come un mondo popolato da
creature simile a lui nelle quali, come in lui,
si agita il Signore. CITTA
VECCHIA Spesso, per ritornare alla mia
casa prendo unoscura via di città
vecchia. Giallo in qualche pozzanghera si
specchia qualche fanale, e affollata è la strada
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Qui tra la gente che viene che va dallosteria
alla casa o al lupanare, dove son merci e uomini
il detrito di un gran porto di mare, io
ritrovo, passando, infinito nellumiltà. Qui
prostitute e marinaio, il vecchio che bestemmia,
la femmina che bega, il dragone che siede alla
bottega del friggittore, la
tumultuante giovane impazzita damore, sono
tutte creature della vita e del dolore sagita
in esse, come in me, il Signore. Qui degli
umili sento in compagnia il mio pensiero
farsi più puro dove più turpe è la via.
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Nella lirica che segue, invece, è colto con
efficacia quello che di dolce e insieme di aspro
e pungente il poeta trovava nella città, quello
che la rendeva così somigliante al suo amore.
TRIESTE Ho attraversata tutta la
città. Poi ho salita unerta, popolosa in
principio, in là deserta, chiusa da un
muricciolo un cantuccio in cui solo siedo e
mi pare che dove esso termina termini la
città. Trieste ha una scontrosa grazia. Se
piace, è come un ragazzaccio aspro e
vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo
grandi per regalare un fiore
come un amore
con gelosia. Da questerta ogni
chiesa, ogni sua via
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scopro, se mena allingombrata spiaggia, o alla
collina cui, sulla sassosa cima, una casa,
lultima, saggrappa. Intorno circola ad ogni
cosa unaria strana, unaria tormentosa, laria
natia. La mia città che in ogni parte è viva, ha
il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e
schiva. Non solo la città nativa, ma anche altre
città, come Firenze, Torino, Milano, luoghi di
momentanee sistemazioni del poeta, evocano forti
sensazioni nel suo animo. In Milano,
contrariamente alla poetica crepuscolare, viene
evidenziata limmortalità della poesia se,
infatti, la nebbia scura la luminosità delle
stelle tuttavia, non può far altrettanto per la
poesia. MILANO Fra le
tue pietre e le tue nebbie faccio villeggiatura.
Mi riposo in Piazza del Duomo. Invece di stelle
ogni sera si accendono parole. Nulla riposa
della vita come la vita.
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DANNUNZIO DAnnunzio descrive la città di Roma
mettendo in risalto, attraverso la voce del
personaggio principale Andrea Sperelli, la
predilizione per la Roma tardo-rinascimentale e
barocca (non la Roma dei Cesari mà la Roma dei
Papi). Il protagonista descrive la propria
parabola esistenziale nella Roma salottiera e
pettegola, nei parchi e nei palazzi nobiliari già
meta dello stesso poeta. Roma era il suo
grande amore non la Roma dei Cesari mà la Roma
dei Papi non la Roma degli Archi, delle Terme,
dei Fòri, ma la Roma delle Ville, delle Fontane,
delle Chiese. Egli avrebbe dato tutto il Colosseo
per la Villa Medici, il Campo Vaccino per la
Piazza di Spagna, lArco di Tito per la
Fontanella delle Tartarughe. La magnificenza
principesca dei Colonna, dei Doria, dei Barberini
lattraeva assai più della ruinata grandiosità
imperiale. CALVINO Rifacendosi alla vicenda
del GRAN KAN della Cina, tratto dal Milione di
Marco Polo, Calvino scrisse Le città
invisibili, cioè inesistenti luoghi dellanima
anziché luoghi geografici quelli in cui gli
uomini non riusciranno mai a vivere. Ecco allora
la città di Isidora, che spegne ogni desiderio
delluomo, perché ogni desiderio è già un
ricordo. Ecco la città di Despina dove ognuno
cerca qualcosa di opposto a quello da cui fugge.
Alla fine dei sogni, però, il Gran Kan è
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angosciato poiché reputa impossibile trovare
sullatlante tutti i luoghi indetti da cui
fuggire ma Polo, cioè Calvino risponde così
Linferno dei viventi non è qualcosa che sarà se
ce nè uno, è quello che già è qui, linferno che
abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando
insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il
primo riesce facile a molti accettare linferno
e diventarne parte fino al punto di non vederlo
più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e
apprendimento continui cercare e saper
riconoscere chi e cosa, in mezzo allinferno non
è inferno, e farlo durare, e dargli
spazio. VOLPONI Nella letteratura della fabbrica
di Volponi non poteva mancare la descrizione
della città industriale nellincipit del romanzo
Le mosche del capitale, infatti, viene
descritta, attraverso lo sguardo dellingegner
Saraccini, che crede alla propria funzione e alla
funzione del capitale nella società moderna, la
città industriale sottolineando il senso di
alienazione che essa provoca nellanimo
delloperaio anche nel momento del suo riposo
(tre ore prima dellalba) Dormono tutti o
quasi, e anche coloro che sono svegli giacciono
smemorati e persi Quasi tutti dormono sotto
leffetto del Valium, del Tavor e del
Raipnol. Non solo luomo, ma tutto il mondo
industriale dorme dagli impianti ai forni, dalla
stazione alle farmacie notturne, dalloro e
largento ai titoli industriali. E MENTRE TUTTI
DORMONO IL VALORE AUMENTA, SI ACCUMULA SECONDO
PER SECONDO ALLAPERTO O DENTRO GLI EDIFICI.
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  • KARL MARX

Secondo la dottrina marxista la storia è
governata dalla legge della lotta di classe.
Luomo è il soggetto della storia. Egli però lo è
attraverso il proprio lavoro, quindi non come
essere isolato, ma come essere sociale luomo
perciò determina la storia in virtù del ruolo che
in essa svolge, e questo ruolo dipende dalla
classe cui egli appartiene. Lappartenenza a una
classe è determinata dal tipo di fonte da cui si
trae il proprio reddito. In questa prospettiva il
possedere o no una proprietà privata appare
elemento decisivo e in particolare nella società
capitalistica è decisivo il possesso dei mezzi di
produzione. La proprietà privata ha diviso
lumanità in oppressori ed oppressi, in
proprietari e sfruttati, in capitalisti e
proprietari. La borghesia, là dove è giunta al
potere, ha distrutto le condizioni di vita
feudali e ha rivoluzionato gli strumenti di
produzione e tutto linsieme dei rapporti
sociali. Essa ha trascinato nella civiltà anche
le nazioni più barbare, ha assoggettato la
campagna al dominio della città, ha creato una
società nuova, la moderna società borghese.
Tuttavia, così facendo, ha posto in movimento un
processo che non riesce più neppure a
controllare. Proprio tutti quei mezzi che ha
prodotto le si rivoltano tra le mani e minacciano
la sopravvivenza stessa della società borghese.
Infatti essa ha creato anche gli uomini che
useranno contro di lei quelle armi i proletari.
Non solo, poiché per una legge interna al proprio
sviluppo la borghesia produce sempre nuovi
proletari e restringe progressivamente il numero
dei capitalisti, essa ha fatto sì che la lotta
del proletariato contro la borghesia divenisse la
lotta dellenorme maggioranza nellinteresse
dellenorme maggioranza. Il proletariato appare
così lunica classe
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veramente rivoluzionaria lunica classe capace di
sovvertire lordine capitalistico e di sostituire
a esso non il predominio di una classe
sullaltra, ma la compiuta liberazione
dellumanità. Il comunismo, sopprimendo la
proprietà privata borghese, sostituirà una
società senza classi, rovesciando così la base
di tutti i rapporti di produzione e le forme di
relazione finora esistenti. Ora lo sviluppo
economico capitalistico entra in crisi perché i
rapporti di produzione borghese, fondati sulla
proprietà privata vengono ad ostacolare un
utilizzo delle risorse adeguato alla quantità e
alla qualità delle forze e delle capacità
produttive messe in atto. Le contraddizioni della
società borghese consentono così la realizzazione
di uno stato di cose nuovo Il comunismo per
noi non è uno stato di cose che debba essere
instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà
conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento
reale che abolisce lo stato di cose
presente. (Lideologia tedesca) Il
proletariato si impadronisce dello stato e per
prima cosa trasforma i mezzi di produzione in
proprietà dello stato si giungerà così alla
soppressione di ogni differenza e di ogni
antagonismo di classe e anche alla soppressione
dello stato. Infatti lo stato, divenuto con la
soppressione delle classi effettivamente il
rappresentante di tutta la società, è superfluo
esso si estingue. Con il superamento della
alienazione e della divisione del lavoro,
caratteristiche del capitalistico, il comunismo
realizzerà una società in cui teoria e prassi non
saranno più disgiunte e in cui si
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avranno il vero umanesimo e il vero naturalismo.
Luomo non sarà più valutato in base a ciò che
produce, come accade nellodierno capitalismo, ma
per ciò che è. Con la realizzazione del comunismo
saranno modificate tutte le condizioni di vita,
sia economiche che sociali che politiche. Anche
le idee subiranno una trasformazione profonda.
Infatti le idee dominanti di unepoca furono
sempre soltanto le idee della classe dominante.
Ora, poiché nella società borghese il dominio
della borghesia poteva avvenire solo come
predominio sul proletariato, ne consegue che
anche la cultura borghese poteva realizzarsi solo
in funzione di un asservimento del proletariato.
Nella società comunista invece la soppressione
delle classi e labolizione del dominio di una
classe sullaltra faranno nascere una cultura
affatto nuova.
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