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L analisi degli equilibri finanziari Alcuni criteri guida e relative indicazioni di metodo Testo di riferimento: Analisi Finanziaria (a cura di Eugenio Pavarani) Mc ... – PowerPoint PPT presentation

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1
Lanalisi degli equilibri finanziariAlcuni
criteri guida e relative indicazioni di metodo
  • Testo di riferimento
  • Analisi Finanziaria (a cura di Eugenio Pavarani)
    Mc Graw-Hill, 2001
  • Cap. 3 (Prof. Giulio Tagliavini)

2
Le domande di partenza
  • Sappiamo indicare, con precisione, quando una
    impresa è in equilibrio finanziario ?
  • Sappiamo veramente dire quando e perché una
    impresa è in disequilibrio ?
  • Sappiamo precisare quali fattori di disequilibrio
    sono più pericolosi e a partire da quale punto
    diventano tali ?
  • Se lo sappiamo fare, siamo idonei ad affrontare
    il tema principe dellanalisi finanziaria.
  • Se invece non lo sappiamo fare, non siamo
    effettivamente dei veri analisti finanziari.

3
E necessario un punto di vista qualificato
  • Una riflessione su questi aspetti è un ottimo
    esercizio che mette a fuoco le basi stesse del
    lavoro dellanalista finanziario.
  • Un buon analista finanziario ha sviluppato una
    logica precisa ed efficace per affrontare il
    problema dellequilibrio finanziario.
  • Lanalista deve essere in grado di fornire un
    qualificato punto di vista al riguardo.
  • Lo deve produrre in un tempo ragionevole o con un
    efficiente uso di attenzione e di lavoro di
    analisi.

4
Un concetto mutevole
  • Lequilibrio finanziario è qualcosa di molto più
    preciso rispetto al concetto di buona salute
    finanziaria e buoni risultati di bilancio.
  • La natura del problema è ben più complessa
    rispetto ad una semplice questione di giudizio
    complessivo (lazienda ha situazione finanziaria
    che ci piace / che non ci piace è in equilibrio
    / non è in equilibrio finanziario).
  • Lequilibrio finanziario è invece un concetto ben
    preciso ma, purtroppo, spesso diverso a seconda
    dellinterlocutore.
  • Con lespressione equilibrio finanziario
    indichiamo sovente qualcosa di specifico, ma
    abbiamo bisogno di esplicitarlo con precisione
    per rendere completamente noto il nostro punto di
    vista allinterlocutore.

5
Quale equilibrio finanziario ?
  • Una impresa in equilibrio finanziario è una
    impresa che presenta tutte od alcune delle
    seguenti caratteristiche
  • controlla nel breve periodo il divario tra le
    entrate e le uscite monetarie
  • mostra una struttura finanziaria (composizione
    del passivo) coerente con la strategia seguita
  • evidenzia una dinamica del capitale circolante
    ben raccordata con levoluzione del fatturato
  • ha una corretta relazione tra rendimento del
    capitale investito e costo delle risorse
    finanziarie utilizzate
  • ha un rapporto corretto tra reddito operativo ed
    oneri finanziari, tenendo conto anche delle
    possibili dinamiche prospettiche legate alle
    condizioni di rischiosità operativa e
    finanziaria
  • ha un rapporto corretto tra valore economico
    dellattivo e valore delle passività
  • ha una accettabile / ottimale relazione tra
    flusso di cassa complessivo e sviluppo aziendale
  • ha la struttura finanziaria che massimizza il
    valore dellimpresa.

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Occorre essere selettivi
  • E ovvio che una impresa raramente corrisponde a
    tutti i requisiti citati. Se corrisponde ad uno
    di essi, si dirà che è in equilibrio finanziario
    con riguardo ad esso.
  • Lanalista finanziario deve comunque sapere
    giudicare limpresa con riguardo ad ogni profilo
    di equilibrio prima citato e deve soprattutto
    maturare un approccio di selezione dei suddetti
    criteri.
  • La parte successiva discute dei singoli criteri e
    permette di maturare qualche idea circa la loro
    forza di analisi e di approfondimento nei singoli
    casi concreti.

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1 Il divario tra le entrate e le uscite
monetarie
  • Si tratta del controllo di tesoreria.
  • Una impresa è in equilibrio se riesce, nel tempo,
    ad avere un buon controllo della tesoreria, ossia
    se le sue entrate riescono a fronteggiare le
    uscite, tenuto conto dellandamento della
    posizione finanziaria netta.
  • Le uscite possono sopravanzare le entrate per
    periodi importanti della vita aziendale, in
    particolare quando sono in fase di realizzazione
    i piani di investimento.
  • Occorre tuttavia che tale sbilancio rimanga sotto
    controllo e che non porti la posizione
    finanziaria complessiva in zona di debito
    eccessivo.

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Risultato economico e risultato finanziario
  • Un insegnamento classico della finanza dimpresa
    attiene alla distinzione tra risultato economico
    e risultato finanziario.
  • Vi sono imprese in utile che pure hanno uscite
    superiori alle entrate ed imprese in perdita che
    hanno entrate superiori alle uscite.
  • Il risultato finanziario non segue
    necessariamente il risultato economico limpresa
    è in equilibrio finanziario quando il suo
    risultato finanziario è accettabile sulla base
    del momento evolutivo dellimpresa.
  • Ogni dichiarazione di fallimento è sempre
    originata da uno sbilancio di tesoreria tale
    criterio di giudizio è quindi il più importante ?

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1 E un criterio poco efficace
  • Quando i motivi di crisi aziendale si
    ripercuotono sul divario tra entrate ed uscite,
    la fase di avvitamento della crisi stessa è di
    solito, ormai, piuttosto avanzata.
  • Il più delle volte, il percorso di crisi di una
    azienda parte da inidoneità della formula
    imprenditoriale di fronte ai cambiamenti di
    contesto (percezione delle occasioni di business,
    articolazione dellapproccio strategico,
    strutturazione organizzativa, ) in una seconda
    fase si riscontra un elemento di scarsa
    economicità (lutile diventa molto basso in
    quanto i prezzi di vendita non sono più
    remunerativi) in una fase finale si riscontra
    una situazione di crisi finanziaria (le uscite,
    appunto, sopravanzano le entrate).
  • Aspettare questo momento per giudicare il
    disequilibrio finanziario corrisponde
    allattendere una fase di avvitamento delle
    difficoltà troppo avanzata.
  • Sul divario tra entrate ed uscite si ripercuotono
    decisioni di finanza strategica che occorre
    governare anticipatamente.

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1 Il divario di tesoreria per le imprese di
successo
  • Per imprese di successo il carattere
    dellequilibrio tra entrate ed uscite monetarie
    non è poi molto rilevante.
  • Esiste una varia classe di imprese che ha uscite
    più corpose rispetto alle entrate e nessuno certo
    pensa che siano in effettivo disequilibrio si
    tratta di imprese che investono o che aumentano
    rapidamente il giro daffari. In tali casi, il
    divario di tesoreria è sintomo positivo, e non
    negativo.
  • Per le imprese di successo, il costo dellerrore
    sulla programmazione di tesoreria non è
    elevatissimo.
  • Gli spazi per un consulente esterno su questi
    profili sono rilevanti solo per imprese di
    dimensione relativamente grande, essendo le
    imprese minori poco interessate al problema e
    poco attrezzate sui meccanismi di governo delle
    informazioni.
  • In conclusione, il concetto di equilibrio
    finanziario inteso come equilibrio di tesoreria è
    importante ma non è quello su cui si concentra
    lattenzione del consulente e del direttore
    finanziario.

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2 La coerenza della struttura finanziaria
  • La struttura finanziaria (essenzialmente la
    composizione del passivo tra debito e mezzi
    propri e, in subordine, la composizione del
    debito) deve essere coerente con la formula
    competitiva adottata.
  • Questo è un tema potenzialmente molto rilevante
    ma probabilmente nessuno conosce il comportamento
    ottimale a questo riguardo.
  • Si sostiene che il grado di indebitamento debba
    essere inversamente proporzionale al grado di
    variabilità dei margini operativi (per tenere
    sotto controllo la possibilità di portare il
    bilancio in perdita nei momenti sfavorevoli)
    legati, a loro volta, al posizionamento di
    mercato.
  • Le imprese con un Ros variabile debbono mantenere
    il grado di leva finanziaria su livelli
    contenuti.

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2 Come misurare questa coerenza
  • La coerenza del passivo deve essere misurata con
    la struttura degli investimenti in capitale fisso
    e circolante
  • le imprese che hanno una formula più imperniata
    sul capitale fisso dovrebbero appesantire
    lincidenza dei capitali a lento rigiro
  • le imprese con cospicui investimenti in capitale
    circolante potrebbero invece puntare su formule
    di finanziamento a rapido rigiro ed a scadenza
    ravvicinata.
  • Le regole tradizionali sottolineano che limpresa
    in equilibrio finanziario dispone, in sostanza,
    di un livello ottimale di risorse reperite con
    protratte e adeguate condizioni di scadenza la
    regola è quella delladattamento tra la durata e
    la variabilità dei fabbisogni e quelle delle
    fonti di finanziamento.
  • In questa logica, lerrore da evitare è quello di
    finanziare fabbisogni durevoli, in capitale fisso
    e circolante, con capitali raccolti a breve
    termine.
  • Tale criterio di equilibrio finanziario è molto
    rilevante ed esso solo, almeno fino al 1980,
    veniva citato con forza dalla letteratura più
    accreditata.

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2 Quali rischi si possono correre
  • Non rispettare tale indicazione di equilibrio
    finanziario comporta effettivamente rischi di
    triplice natura
  • un rischio di tasso di interesse (un eventuale
    incremento dei tassi di mercato, applicato sui
    rinnovi dei prestiti, erode la performance
    reddituale aziendale)
  • un rischio di rifinanziamento (legato alla
    possibilità che la controparte bancaria abituale
    si rifiuti di continuare a servire il fabbisogno
    finanziario aziendale)
  • una naturale posizione di debolezza nel
    ricontrattare e rifinanziare i prestiti
    assolutamente necessari (ne deriva un effetto di
    perdita di autonomia decisionale nei riguardi
    della banca).
  • Il tema della struttura del passivo e della
    composizione dei debiti per scadenza è dunque
    potenzialmente rilevante ma, al di là di poche
    regole ovvie, è in realtà difficilissimo
    schematizzare delle guidelines operative.
  • Nella realtà delle imprese, si riscontra poi che
    gestioni finanziarie assolutamente inidonee nei
    termini sopra precisati spesso prosperano.

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2 Posizione consolidata e garanzie
  • Il ragionamento a questo riguardo deve anche
    tenere conto della posizione finanziaria
    dellimprenditore e della rete di garanzie che
    dal patrimonio personale sono rilasciate a favore
    dellindebitamento societario.
  • Poiché le regole di rilevazione delle garanzia in
    bilancio non sono efficaci ai fini dellanalisi
    finanziaria, è chiaro che i criteri di giudizio
    diventano difficili da utilizzare.
  • E ben possibile che una impresa giudicata non in
    equilibrio finanziario secondo questo criterio lo
    sia in realtà in ragione di garanzie non
    adeguatamente, ma non per questo
    illegittimamente, rilevate in bilancio.

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2 Una conclusione su questo criterio
  • Anche questo criterio di analisi dellequilibrio
    finanziario non è diretto ed efficace.
  • Si risottolinea ancora che molte imprese in
    disequilibrio in questa accezione non provvedono
    a porvi rimedio e continuano a prosperare a
    dispetto del punto di vista dellanalista
    finanziario.
  • Le sollecitazioni a riequilibrare la struttura
    finanziaria nel senso qui indicato provengono, se
    del caso, dai finanziatori e sono piuttosto
    infrequenti.
  • Neppure questa è presumibilmente, il più delle
    volte, larea di intervento prioritaria del
    direttore finanziario e del consulente in finanza
    dazienda.

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3 La dinamica del capitale circolante ben
raccordata con levoluzione del fatturato
  • Un disequilibrio finanziario rilevante si produce
    quando vi è un innalzamento delle poste attive di
    capitale circolante non compensato da un
    innalzamento delle poste passive.
  • Tale situazione comporta un importante
    assorbimento di risorse finanziarie -gt
    innalzamento del debito finanziario.
  • E possibile che si sia prodotta la conseguenza
    finanziaria immediata dello scadimento della
    posizione di mercato (aumentano le scorte
    invendute, aumentano i tempi di incasso da
    clienti o perché essi sono meno solvibili o
    perché le vendite sono state sorrette da un
    politica del credito commerciale più larga) o si
    sia manifestata la indisponibilità dei fornitori
    a concedere gli abituali termini di pagamento.
  • Il controllo dellevoluzione del capitale
    circolante e la sua coerenza con landamento del
    fatturato può fornire elementi preziosi per
    inquadrare con prontezza il venir meno delle
    condizioni di equilibrio finanziario.

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3 Lindice di liquidità
  • Versione tradizionale, rapporto tra attivo a
    breve termine e passivo a breve termine, o modo
    più vicino al concetto di capitale circolante di
    pertinenza gestionale, attivo circolante e
    passivo circolante di pertinenza gestionale.
  • Il tradizionale indice di liquidità viene inteso
    in senso favorevole quando assume un valore
    elevato o si incrementa.
  • In realtà, linnalzamento delle poste attive può
    nascondere un innalzamento di poste attive del
    capitale circolante, che comportano un
    assorbimento di risorse finanziarie e la forma di
    copertura potrebbe essere stata operata nella
    zona dei finanziamenti a protratta scadenza o con
    capitale proprio.
  • Daltro canto, un abbassamento dellindice di
    liquidità potrebbe essere generato da un
    irrobustimento della voce fornitori e ciò sarebbe
    un segnale positivo per la gestione finanziaria.
  • Lindice fornisce un segnale coerente solo per la
    controparte che fornisce credito a breve termine
    ed un indicatore estremamente parziale
    dellequilibrio finanziario.

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3 Lindice della liquidità operativa
  • Lindice di liquidità costruito con le poste
    attive e passive di capitale circolante di
    pertinenza gestionale ha un significato univoco e
    rilevante.
  • Quando aumenta, la situazione peggiora quando
    diminuisce, la situazione migliora, senza
    possibilità di errate interpretazioni.
  • Lindice di liquidità è quindi un indicatore
    molto particolare dellequilibrio finanziario
  • non è particolarmente significativo
    dellequilibrio di tesoreria, come invece
    potrebbe fare intendere la sua denominazione
  • nella versione tradizionale può fornire
    indicazioni errate e nella versione riferita al
    capitale circolante di natura gestionale va
    interpretato in senso contrario.
  • Certamente il punto di vista dellequilibrio del
    capitale circolante ha una sua notevole
    rilevanza. Si nota che esso è comunque un punto
    di vista parziale, pur se relativo ad una area
    della gestione finanziaria di notevole importanza.

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(No Transcript)
20
4 La relazione tra rendimento del capitale
investito e costo delle risorse finanziarie
  • Una impresa in equilibrio finanziario è una
    impresa che ha un attivo che rende in modo
    adeguato rispetto al costo del passivo.
  • E equilibrio finanziario o economico ?
  • E molto impreciso e in qualche caso
    assolutamente sbagliato raffrontare indicatori
    contabili (Roa) con indicatori di natura
    finanziaria (il tasso medio sul debito,
    eventualmente approssimato dal rapporto OF/D).
  • E stato ampiamente dimostrato che questo
    confronto non è particolarmente significativo vi
    sono casi in cui il divario è negativo e
    limpresa crea valore per gli azionisti, casi in
    cui il divario è positivo e limpresa distrugge
    valore.
  • Sei il Roa è maggiore di OF/D si ha certamente
    una buona notizia, ma ciò non è conclusivo.

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4 Il ruolo del direttore finanziario scoprire
la propria forza
  • Il direttore finanziario che assume tale punto di
    vista si pone lobiettivo di reperire risorse
    finanziarie a costo coerente con il rendimento
    dellattivo.
  • Nellorganizzazione della giornata del direttore
    finanziario, il cercare finanziamenti a costo
    limitato e la negoziazione con le banche impegna
    un considerevole ammontare di tempo e di
    attenzione. E evidente che tale impegno è molto
    rilevante e porta risultati concreti ma secondo
    la teoria del mercato dei capitali non è
    possibile creare valore con laccensione di
    finanziamenti.
  • Per definizione il valore attuale di un
    finanziamento è sempre pari a zero. Il lavoro di
    negoziazione del direttore finanziario è in
    effetti finalizzato a scoprire momento per
    momento la propria forza contrattuale ed a farla
    riconoscere nei prezzi che gli vengono applicati.

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4 Un falso obiettivo
  • Secondo alcuni direttori finanziari,
    labbassamento del costo del capitale si ottiene
    utilizzando nel giusto dosaggio risorse del netto
    patrimoniale.
  • Il capitale proprio infatti non produce oneri
    finanziari e, secondo un punto di vista, abbassa
    il costo medio del passivo.
  • Lopinione prevalente ed assolutamente
    condivisibile sostiene invece che il direttore
    finanziario deve muoversi attribuendo ai mezzi
    propri ladeguato livello di costo opportunità, a
    meno di vedere precipitare il valore degli stessi
    mezzi propri.
  • In sintesi, neppure questa è larea prioritaria
    di intervento per il direttore finanziario e per
    il consulente. Da un lato, infatti, il Roi
    dipende da decisioni che non sono sotto il
    controllo della direzione finanziaria, daltra
    parte, il costo del capitale è in larga misura
    deciso dal mercato e tutto ciò che può fare il
    direttore finanziario è scoprire quali sono le
    migliori condizioni possibili sul mercato dei
    capitali.

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5 Il rapporto tra reddito operativo ed oneri
finanziari
  • Il grado di tensione finanziaria è inversamente
    proporzionale a quante volte il margine operativo
    supera il livello degli oneri finanziari.
  • Lindicatore di bilancio più utilizzato EBIT /OF
    (Earning before Interest and Taxes / Oneri
    Finanziari).
  • LEbit è pari a utileinteressiimposte sul
    reddito, rappresenta lammontare disponibile per
    sostenere la gestione finanziaria.
  • Se lindicatore Ebit/OF fosse pari a 3, ciò
    significa che limpresa ha a disposizione 3 euro
    di margini per pagare 1 euro di oneri finanziari.
    Il divario tra i due aggregati sarebbe in questo
    caso piuttosto consistente. Ponendo il limite di
    allarme a 1, trovandosi da un indicatore pari a
    3 si è in una situazione in cui sono possibili
    peggioramenti dei margini operativi, da un lato,
    ed innalzamento del debito e/o del tasso medio di
    interesse, daltro lato, tali comunque da non
    compromettere la solidità dellimpresa.
  • Il pregio dellindicatore sta nellanalizzare
    congiuntamente il profilo finanziario con la
    dimensione patrimoniale (ammontare del debito) ed
    economica (livello dei tassi e dei margini
    operativi).

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5 Messaggi operativi
  • I messaggi operativi che lindicatore Ebit/OF
    segnala sono molto chiari
  • se lindicatore è inferiore ad 1, lazienda è in
    perdita (in quanto i margini non sono grado di
    sopportare il costo del debito) ed in grave
    tensione finanziaria
  • se lindicatore è inferiore a 2, ne deriva che
    lazienda è in precario equilibrio finanziario
    (ha un debito troppo costoso rispetto al
    rendimento del business o ha debito già molto
    consistenti, che non possono assolutamente
    incrementarsi)
  • se è invece maggiore di 5, è chiaro che limpresa
    ha un potenziale di investimento non sfruttato o
    delle capacità di restituzione del capitale
    proprio esuberante.
  • I termini numerici sopra indicati sono
    significativi ma non corretti in senso assoluto.

25
5 Lapprofondimento dellanalisi
  • Lindicatore è molto chiaro e permette di
    impostare un ragionamento preciso e convincente.
  • Se è basso, lanalista deve scoprire, sulla base
    di altri indicatori, se è la redditività
    operativa che è bassa o se è la gestione
    finanziaria che è appesantita.
  • Lo schema di analisi del problema è il
    seguenteEbit / OF ( Ebit/V V/D ) / (OF/D)
  • Tale schema mette in relazione lindice di
    tensione finanziaria con il Ros (Ebit/V
    redditività delle vendite), con un indicatore di
    indebitamento rapportato alle vendite e con il
    costo medio del debito stesso.

26
5 Lalternativa OF /V
  • Molti analisti finanziari analizzano il punto qui
    indicato con lindicatore OF/V e si creano dei
    termini di raffronto ideali sulla base di esso.
  • In realtà questa soluzione è un cattivo sostituto
    essendo tale indicatore meno efficiente.
  • Ciò accade per due motivi in seguito illustrati.
  • In primo luogo, lindicatore OF/V trascura il
    fatto che le imprese hanno dei margini operativi
    molto variabili e quindi lo stesso livello di
    OF/V può risultare, a seconda dei casi,
    accettabile o assolutamente eccessivo. Le imprese
    di successo hanno un ritorno sulle vendite (Ros)
    che può benissimo andare dal 25, nei casi
    migliori, al 2. Un valore di OF/V del 5 può
    risultare dunque assolutamente accettabile nel
    primo caso ma certamente insoddisfacente nel
    secondo.
  • E vero che lanalisi può essere precisata
    confrontando il Ros con OF/V, ma lindicatore
    Ebit/OF permette appunto tale raffronto in
    modalità sintetica, tenendo correttamente conto
    dei margini operativi prodotti. Lindicatore
    Ebit/OF è significativo per se stesso e non
    richiede confronti immediati con altri indicatori
    per risultare interpretabile.

27
5 Il secondo motivo di debolezza
  • Per illustrare il secondo punto, si prenda in
    considerazione il caso seguente.
  • Apparentemente, leggendo lindicatore OF/V la
    situazione è peggiorata ne deriva che
    lequilibrio finanziario è relativamente peggiore
    rispetto a prima. Lindicatore Ebit /OF
    suggerisce invece che la tensione finanziaria è
    migliorata.
  • In questo caso, di contrasto delle indicazioni
    fornite dai due indicatori, quale prevale ?
  • E ovvio che sono migliorati sensibilmente i
    margini industriali e quindi è migliorata la
    capacità di servire il debito.
  • In conclusione, la situazione si è allontanata
    dalle condizioni di tensione finanziaria.
  • La politica finanziaria adottata è corretta
    perché, con linnalzamento dei margini
    industriali, si è correttamente proceduto con
    linnalzamento del debito, pur rafforzando nel
    complesso la situazione di assoluta sicurezza
    finanziaria.

28
(No Transcript)
29
5 Una ulteriore alternativa
  • Lanalisi può essere effettuata anche utilizzando
    lindicatore Mol/Of.
  • La differenza è che il Mol (margine operativo
    lordo) è lordo degli effetti della gestione
    accessoria e di quella straordinaria Ebit è
    invece al netto di tali gestioni.
  • Nel significato essenziale sia Mol che Ebit
    esprimono lo stesso concetto e possono essere
    utilizzati per lo scopo qui perseguito.
  • Siccome Ebit è al netto di un ulteriore fattore,
    esso assume il criterio di valutazione conclusiva.

30
6 Il valore economico dellattivo complessivo
ed il valore delle passività
  • Questo test corrisponde alla valutazione, a
    prezzi di mercato, del capitale economico, ossia
    del valore corrente del netto patrimoniale.
  • Questo punto di vista non è lunico possibile. I
    debiti possono essere rimborsati sulla base di
    tre elementi di fondo
  • a) mediante smobilizzo di poste dellattivo
  • b) mediante i flussi finanziari in entrata
    originati dalla gestione corrente
  • c) mediante laccensione di nuovi prestiti che
    prendono il posto di quelli giunti a scadenza.
  • Se lanalista ritiene che il rimborso si realizzi
    sulla base dellelemento a), allora utilizzerà il
    criterio di valutazione esaminato in questo
    paragrafo.
  • In realtà i prestiti sono rimborsati con modalità
    più varie nellambito delle tre possibilità sopra
    descritte.
  • Il criterio patrimoniale corrisponde, a ben
    vedere, allottica patrimoniale del banchiere,
    che finanzia osservando il ruolo di garanzia
    dellattivo.

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6 Equilibrio patrimoniale
  • Lequilibrio patrimoniale, come caso specifico
    dellequilibrio finanziario, ha una sua
    importanza e una sua legittimità professionale,
    ma non esaurisce di certo il problema complessivo
    dellequilibrio finanziario.
  • Se si usa molto debito e se non si è in grado di
    mostrare levoluzione successiva dei propri
    flussi di cassa, allora diventa inevitabile
    rapportarsi con il banchiere sulla base dei
    valori dellattivo.
  • Il criterio patrimoniale non dà indicazioni sui
    valori economici, ossia non distingue situazioni
    in cui lequilibrio patrimoniale esiste ma vi è
    un assorbimento di risorse finanziarie e
    situazioni in cui vi è produzione di cassa.

32
6 Alcuni elementi rilevanti recenti
  • Lutilizzo della logica patrimoniale è messo in
    difficoltà dalle modalità di sviluppo delle
    imprese più aggressive e dinamiche.
  • Le imprese impegnate nei settori più moderni e
    più tecnologici investono in modo massiccio in
    beni immateriali. Frequentemente questi
    investimenti non hanno evidenza contabile in
    quanto vengono, anche per convenienza fiscale,
    spesati nellesercizio.
  • E chiaro che una valutazione patrimoniale di
    tale beni risulta particolarmente penalizzante e
    tali imprese finiscono per risultare in pratica
    non bancabili, almeno secondo questo criterio.
  • In conclusione, la verifica della superiorità del
    valore dellattivo complessivo rispetto al valore
    del debito è ancora (purtroppo) molto utilizzata.
  • Questo test di equilibrio finanziario in chiave
    patrimoniale è tuttavia sempre meno in grado di
    fornire valutazioni corrette.

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7 La relazione tra flusso netto di cassa
complessivo e sviluppo aziendale
  • Criterio precedente illustrato logica
    tradizionale del banchiere per giudicare
    lequilibrio della propria clientela
  • La verifica della produzione di flussi di cassa
    coerenti con il proprio percorso di sviluppo
    nuova logica del banchiere, che finanza appunto
    su cash flow.
  • E ovvio che tale criterio di giudizio è
    essenziale per seguire, da parte del banchiere,
    da parte del consulente e del direttore
    finanziario, lazienda dinamica, in sviluppo, i
    progetti imprenditoriali aggressivi.

34
7 Procedure di lavoro
  • Sotto il profilo metodologico, le procedure di
    lavoro si fanno più complesse.
  • E evidente che questa è una delle aree di
    intervento prioritarie dellassistenza
    consulenziale, del rapporto con il banchiere,
    dellessenza stessa del lavoro del direttore
    finanziario.
  • I preventivi finanziari devono essere
    interpretati non tanto come preventivi in senso
    letterale, essendo invece delle stime sulle
    traiettorie impresse alla gestione finanziaria
    dalle caratteristiche attuali della formula
    competitiva, e non devono essere intesi come meri
    esercizi di calcolo, ma devono essere utilizzati
    per verificare la fattibilità finanziaria del
    piano strategico.

35
7 Il vincolo della crescita autofinanziata
  • Frequentemente, ed assai frequentemente in
    passato, lequilibrio dinamico che raccorda il
    ritmo di sviluppo dellimpresa con i flussi di
    finanziamento viene interpretato in senso
    restrittivo.
  • La posizione di equilibrio viene ricercata nel
    massimo tasso di sviluppo che può essere sorretto
    in una logica di mantenimento dellassoluto
    controllo dei diritti di comando.
  • Si tratta, dunque, di trovare un percorso di
    crescita autofinanziata, che mantenga
    volutamente contenuto il proprio tasso di
    crescita in conseguenza della volontà di non
    forzare lo sviluppo con manovre sul capitale
    proprio.
  • E evidente che un disequilibrio di tale
    traiettoria di sviluppo autofinanziata si
    ripercuote spesso in un livello eccessivo del
    debito.

36
7 Casi di disequilibrio
  • E necessario concludere chiarendo in quali casi,
    adottando questa logica, si definisce una
    situazione di disequilibrio finanziario.
  • Ciò accade, ad evidenza, quando il flusso di
    cassa prodotto dallimpresa è insufficiente per
    sostenere lo sviluppo.
  • Ciò si realizza allorché tale flusso di cassa sia
    insufficiente per finanziare direttamente i nuovi
    investimenti in capitale fisso e circolante e,
    simultaneamente, quando sia insufficiente per
    assicurare la corretta remunerazione a coloro che
    apportano i finanziamenti.
  • Nella logica della crescita autofinanziata,
    limpresa è in disequilibrio quando il fabbisogno
    è eccessivo rispetto alla capacità di garanzia
    dellattivo aziendale e del patrimonio personale
    dellimprenditore e sopravanza il ritmo di
    accumulazione dellautofinanziamento.

37
8 La struttura finanziaria che massimizza il
valore societario
  • Un punto di vista relativamente nuovo
    lequilibrio finanziario si ha in corrispondenza
    delle scelte finanziarie che sono in grado di
    massimizzare il valore dellimpresa (performance
    economiche superiori rispetto a quelle attese dal
    mercato dei capitali).
  • Esiste un teorema fondamentale in tale
    disciplina, dovuto a Modigliani e Miller, che
    assicura che il valore dellimpresa è invariante
    rispetto alle scelte di struttura del passivo,
    subordinatamente allesistenza di condizioni di
    perfezione del mercato.
  • Siccome però il mercato è imperfetto, si
    definisce un punto di ottimo in corrispondenza
    del quale il valore dellimpresa è massimo,
    essenzialmente in considerazione delleffetto
    para-imposte del debito, dei costi di agenzia e
    di controllo sullimpresa, dei costi di
    fallimento.
  • Trovare tale punto di ottimo è compito del
    direttore finanziario, che lo affronta in termini
    di politica finanziaria indicativamente ottimale
    per laccrescimento del valore.

38
8 Lottica della finanza strategica
  • Tale approccio corrisponde allottica nuova della
    finanza strategica.
  • Il direttore finanziario deve trovare le corrette
    modalità di rapportarsi con i fornitori di
    capitale di rischio e di debito al fine di
    mantenere relativamente contenuto il costo del
    capitale ciò corrisponde alla massimizzazione
    del valore dellimpresa.
  • Come è noto, esistono alcuni schemi di lavoro
    professionale per assistere le imprese a giungere
    a tale risultato la gestione degli EVA,
    proposta da Stern Stewart Co., è probabilmente la
    soluzione metodologica che ha avuto maggiore
    risonanza.
  • Questo punto di vista è molto importante perché
    consente di connettere il profilo finanziario
    alle ordinarie operazioni di gestione
    dellazienda.

39
Finanza come area critica
  • E necessario chiedersi se un disequilibrio
    finanziario, nelle varie accezioni, può essere un
    elemento critico della vita di una impresa.
  • Nella letteratura aziendalistica si definisce
    area critica quel problema o quel gruppo di
    problemi dalla cui soluzione dipende in misura
    decisiva il successo o linsuccesso dellimpresa.
  • Il fatto che il profilo finanziario possa essere
    unarea critica è piuttosto controverso.

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Un primo punto di vista
  • Secondo il punto di vista più tradizionale, il
    manifestarsi di un elemento di criticità segue la
    sequenza seguente problemi strategici -gt
    problemi di mercato -gt disequilibri economici -gt
    disequilibri finanziari -gt insolvenza.
  • Il disequilibrio finanziario risulta essere la
    conseguenza, e non la causa, di qualche elemento
    di difficoltà di ordine più generale.
  • La gestione finanziaria difficilmente risulta
    essere, di per sé, larea critica dellimpresa.
  • gt Visione della finanza come funzione
    secondaria, di solito strumentale al
    raggiungimento degli obiettivi dellimpresa.
  • Lestrazione culturale ed i precedenti lavorativi
    del soggetto imprenditoriale, il più delle volte
    nel campo produttivo o commerciale, finisce per
    rafforzare notevolmente tale visione.

41
Un secondo punto di vista
  • Ammessa in termini generali la ragionevolezza di
    questa posizione, è vero però anche che in
    qualche caso specifico larea finanziaria può
    assumere il ruolo di area critica.
  • E quindi possibile che le difficoltà finanziarie
    siano di vario tipo, originarie o derivate.
  • Una buona sistematizzazione del problema è quella
    che vede le difficoltà finanziarie come
    riconducibili alla seguente classificazione
  • difficoltà finanziarie derivate da squilibri più
    generali della formula finanziaria (larea
    critica è a monte e se ne vede gli effetti
    sulla performance finanziaria)
  • difficoltà finanziarie che si innestano su una
    formula imprenditoriale di successo e che sono
    potenzialmente in grado di metterla rapidamente
    in difficoltà (larea critica è proprio la
    finanza)
  • squilibri finanziari e inadeguatezze della
    direzione finanziaria che possono rendere nel
    medio termine più difficile perseguire il pieno
    dispiegamento del potenziale della formula
    imprenditoriale, pur non rappresentando nel breve
    una rilevante area critica.

42
I problemi vanni identificati
  • Al direttore finanziario è richiesto di
    identificare quali problemi finanziari limpresa
    manifesta e in quale classe tali problemi siano
    riconducibili.
  • Con riferimento alla seconda classe (la finanza
    come vera area critica originaria), è possibile
    indicare una varietà di casi rilevanti.
  • Le scelte finanziarie risultano una area critica
    nei seguenti casi
  • la variabilità del Roi è eccessiva rispetto al
    suo livello medio in questo caso ogni soluzione
    di finanziamento è problematica ed occorre
    utilizzare in via assolutamente preponderante
    capitali propri
  • il grado di indebitamento è troppo elevato
  • il saggio di ritenzione degli utili è troppo
    basso in rapporto alle esigenze di
    autofinanziamento e/o troppo alto in rapporto
    alle esigenze di remunerazione del capitale di
    rischio
  • il saggio di crescita del capitale investito è
    sproporzionato rispetto al saggio di
    autofinanziamento
  • la performance dellimpresa è esposta in misura
    significativa agli effetti prodotti dalla
    variabilità dei cambi o dei tassi.

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Le conseguenze sono gravi
  • Si tratta dunque di elementi di varia rilevanza e
    di varia natura che possono / debbono essere
    messi a fuoco dal direttore finanziario sulla
    base dei criteri di giudizio precedentemente
    enunciati.
  • Con riguardo alla terza classe la
    sottovalutazione della finanza al fine di
    riuscire a raggiungere il potenziale della
    business idea è un pericoloso elemento di
    debolezza.
  • Esistono precisi elementi che giustificano il
    fatto che è progressivamente rilevante cogliere
    il nesso tra strategia dellimpresa e politiche
    finanziarie a essa funzionali.

44
Un sintetico percorso di lavoro
  • Il giudizio sullequilibrio finanziario si deve
    sempre basare, in prima approssimazione, sul
    grado di tensione finanziaria. Lequilibrio
    finanziario giudicato nella relazione tra margini
    operativi e costo finanziari permette di chiarire
    subito tre quarti del giudizio complessivo sugli
    equilibri finanziari.
  • Lequilibrio finanziario inteso come incidenza
    dei costi finanziari sui margini industriali può
    essere meglio approfondito ma lindicatore
    Ebit/Of già presenta una valutazione
    significativa del problema. Lo schema riportato
    in appendice è la struttura del giudizio di forza
    finanziaria messo a punto da Standard Poors.
  • Lanalista procede poi sulla base della propria
    cultura dimpresa, della propria conoscenza degli
    strumenti dellanalisi finanziaria e della
    possibilità di approfondire i vari problemi.
  • Ogni elemento di disequilibrio deve essere
    correttamente inquadrato sullo schema delle varie
    possibilità squilibrio derivato area critica
    ostacolo al pieno dispiegamento del potenziale di
    successo.

45
(No Transcript)
46
Un sintetico percorso di lavoro
  • I criteri di giudizio dellequilibrio finanziario
    sono tutti significativi ma, quasi certamente,
    quelli che si dimostrano più utili sono quelli
    della coerenza con la crescita e quello della
    massimizzazione del valore.
  • Occorrono logiche di pianificazione finanziaria
    modelli efficaci di calcolo del flusso di cassa
    della gestione operativa.
  • Fatto questo, occorre verificare landamento
    della posizione finanziaria riguardo al percorso
    di crescita ed assicurarsi che siano attivabili
    le fonti di finanziamento coerenti con lesigenza
    di percorrere il sentiero di crescita potenziale.
  • La gestione finanziaria è congrua quando si
    ottiene una ottimizzazione dei valori societari.
  • Ciò viene ottenuto tenendo in grande
    considerazione gli aspetti che legano la
    variabile finanziaria con la variabile fiscale
    occorre individuare la struttura finanziaria che
    massimizza il valore dellimpresa al netto dei
    profili fiscali ordinari. In seconda battuta,
    tenuto conto dellimposizione sulle operazioni di
    finanza straordinaria e di distribuzione di cash
    flow.

47
Utilità dei criteri intuitivi
  • La valutazione dei fabbisogni finanziari avviene
    spesso sulla base dellesperienza o sulla base di
    criteri empirici piuttosto grossolani.
  • La natura del problema è invece intrinsecamente
    complessa ed è sostanzialmente impossibile
    individuare in modo diretto ed intuitivo le
    conseguenze finanziarie di un piano di sviluppo
    aziendale.
  • E evidentissima lesigenza di innalzare la
    razionalità della gestione finanziaria per
    valutare la compatibilità finanziaria dei
    programmi aziendali e per apprezzare le
    caratteristiche qualitative dei fabbisogni
    finanziari.
  • E vero che difficilmente la finanza è larea
    critica che può impedire il successo dellimpresa
    e che quindi opportunamente limprenditore si
    concentra sulle aree critiche effettivamente
    rilevanti.
  • E vero anche però che sempre più frequentemente
    la finanza diviene un fattore di accelerazione o
    di decelerazione delle traiettorie di sviluppo
    delle imprese. La finanza è quasi sempre larea
    critica degli imprenditori ambiziosi.

48
La mentalità finanziaria è progressivamente
indispensabile
  • Diversi business tendono recentemente a mostrare
    un ampio divario temporale tra momento
    dellinvestimento e momento di breakeven
    finanziario, con un incremento dei capitali
    necessari allo sviluppo gt ci si rapporta con i
    finanziatori con i criteri di lavoro più
    appropriati.
  • In diversi settori si rileva la convenienza
    dellincremento delle dimensioni aziendali e del
    posizionamento in più mercati geografici.
  • Diverse imprese costruiscono il proprio sentiero
    di successo sulla base della crescita per
    acquisizioni.
  • Gli imprenditori non considerano più le risorse
    personali come limite naturale alle dimensioni
    dellimpresa, ma la funzione finanziaria si
    assicura che il valore creato sia adeguato per la
    remunerazione dei vari finanziatori coinvolti, in
    capitale di debito e di rischio.

49
Non cè solo il bianco ed il nero
  • E riduttivo distinguere le imprese tra quelle in
    equilibrio finanziario e quelle in disequilibrio
    finanziario.
  • Al fine di ragionare nel modo più opportuno di
    equilibrio finanziario, occorre essere in grado
    di cogliere più precisamente i seguenti casi
  • imprese con elementi di crisi a monte che si
    riflettono sul profilo finanziario e
    patrimoniale
  • imprese con risultati medi che hanno necessità di
    controllo finanziario ordinario
  • imprese di successo con qualche criticità di tipo
    finanziario
  • imprese di successo, ma non particolarmente
    ambiziose, gestite con disattenzione al profilo
    finanziario e senza rilevanti probabilità di
    ripercussione negativa di questo fatto
  • imprese ambiziose guidate sulla base di una
    attenta riflessione sul legame tra strategia e
    finanza.
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