Title: L
1Lanalisi degli equilibri finanziariAlcuni
criteri guida e relative indicazioni di metodo
- Testo di riferimento
- Analisi Finanziaria (a cura di Eugenio Pavarani)
Mc Graw-Hill, 2001 - Cap. 3 (Prof. Giulio Tagliavini)
2Le domande di partenza
- Sappiamo indicare, con precisione, quando una
impresa è in equilibrio finanziario ? - Sappiamo veramente dire quando e perché una
impresa è in disequilibrio ? - Sappiamo precisare quali fattori di disequilibrio
sono più pericolosi e a partire da quale punto
diventano tali ? - Se lo sappiamo fare, siamo idonei ad affrontare
il tema principe dellanalisi finanziaria. - Se invece non lo sappiamo fare, non siamo
effettivamente dei veri analisti finanziari.
3E necessario un punto di vista qualificato
- Una riflessione su questi aspetti è un ottimo
esercizio che mette a fuoco le basi stesse del
lavoro dellanalista finanziario. - Un buon analista finanziario ha sviluppato una
logica precisa ed efficace per affrontare il
problema dellequilibrio finanziario. - Lanalista deve essere in grado di fornire un
qualificato punto di vista al riguardo. - Lo deve produrre in un tempo ragionevole o con un
efficiente uso di attenzione e di lavoro di
analisi.
4Un concetto mutevole
- Lequilibrio finanziario è qualcosa di molto più
preciso rispetto al concetto di buona salute
finanziaria e buoni risultati di bilancio. - La natura del problema è ben più complessa
rispetto ad una semplice questione di giudizio
complessivo (lazienda ha situazione finanziaria
che ci piace / che non ci piace è in equilibrio
/ non è in equilibrio finanziario). - Lequilibrio finanziario è invece un concetto ben
preciso ma, purtroppo, spesso diverso a seconda
dellinterlocutore. - Con lespressione equilibrio finanziario
indichiamo sovente qualcosa di specifico, ma
abbiamo bisogno di esplicitarlo con precisione
per rendere completamente noto il nostro punto di
vista allinterlocutore.
5Quale equilibrio finanziario ?
- Una impresa in equilibrio finanziario è una
impresa che presenta tutte od alcune delle
seguenti caratteristiche - controlla nel breve periodo il divario tra le
entrate e le uscite monetarie - mostra una struttura finanziaria (composizione
del passivo) coerente con la strategia seguita - evidenzia una dinamica del capitale circolante
ben raccordata con levoluzione del fatturato - ha una corretta relazione tra rendimento del
capitale investito e costo delle risorse
finanziarie utilizzate - ha un rapporto corretto tra reddito operativo ed
oneri finanziari, tenendo conto anche delle
possibili dinamiche prospettiche legate alle
condizioni di rischiosità operativa e
finanziaria - ha un rapporto corretto tra valore economico
dellattivo e valore delle passività - ha una accettabile / ottimale relazione tra
flusso di cassa complessivo e sviluppo aziendale - ha la struttura finanziaria che massimizza il
valore dellimpresa.
6Occorre essere selettivi
- E ovvio che una impresa raramente corrisponde a
tutti i requisiti citati. Se corrisponde ad uno
di essi, si dirà che è in equilibrio finanziario
con riguardo ad esso. - Lanalista finanziario deve comunque sapere
giudicare limpresa con riguardo ad ogni profilo
di equilibrio prima citato e deve soprattutto
maturare un approccio di selezione dei suddetti
criteri. - La parte successiva discute dei singoli criteri e
permette di maturare qualche idea circa la loro
forza di analisi e di approfondimento nei singoli
casi concreti.
71 Il divario tra le entrate e le uscite
monetarie
- Si tratta del controllo di tesoreria.
- Una impresa è in equilibrio se riesce, nel tempo,
ad avere un buon controllo della tesoreria, ossia
se le sue entrate riescono a fronteggiare le
uscite, tenuto conto dellandamento della
posizione finanziaria netta. - Le uscite possono sopravanzare le entrate per
periodi importanti della vita aziendale, in
particolare quando sono in fase di realizzazione
i piani di investimento. - Occorre tuttavia che tale sbilancio rimanga sotto
controllo e che non porti la posizione
finanziaria complessiva in zona di debito
eccessivo.
8Risultato economico e risultato finanziario
- Un insegnamento classico della finanza dimpresa
attiene alla distinzione tra risultato economico
e risultato finanziario. - Vi sono imprese in utile che pure hanno uscite
superiori alle entrate ed imprese in perdita che
hanno entrate superiori alle uscite. - Il risultato finanziario non segue
necessariamente il risultato economico limpresa
è in equilibrio finanziario quando il suo
risultato finanziario è accettabile sulla base
del momento evolutivo dellimpresa. - Ogni dichiarazione di fallimento è sempre
originata da uno sbilancio di tesoreria tale
criterio di giudizio è quindi il più importante ?
91 E un criterio poco efficace
- Quando i motivi di crisi aziendale si
ripercuotono sul divario tra entrate ed uscite,
la fase di avvitamento della crisi stessa è di
solito, ormai, piuttosto avanzata. - Il più delle volte, il percorso di crisi di una
azienda parte da inidoneità della formula
imprenditoriale di fronte ai cambiamenti di
contesto (percezione delle occasioni di business,
articolazione dellapproccio strategico,
strutturazione organizzativa, ) in una seconda
fase si riscontra un elemento di scarsa
economicità (lutile diventa molto basso in
quanto i prezzi di vendita non sono più
remunerativi) in una fase finale si riscontra
una situazione di crisi finanziaria (le uscite,
appunto, sopravanzano le entrate). - Aspettare questo momento per giudicare il
disequilibrio finanziario corrisponde
allattendere una fase di avvitamento delle
difficoltà troppo avanzata. - Sul divario tra entrate ed uscite si ripercuotono
decisioni di finanza strategica che occorre
governare anticipatamente.
101 Il divario di tesoreria per le imprese di
successo
- Per imprese di successo il carattere
dellequilibrio tra entrate ed uscite monetarie
non è poi molto rilevante. - Esiste una varia classe di imprese che ha uscite
più corpose rispetto alle entrate e nessuno certo
pensa che siano in effettivo disequilibrio si
tratta di imprese che investono o che aumentano
rapidamente il giro daffari. In tali casi, il
divario di tesoreria è sintomo positivo, e non
negativo. - Per le imprese di successo, il costo dellerrore
sulla programmazione di tesoreria non è
elevatissimo. - Gli spazi per un consulente esterno su questi
profili sono rilevanti solo per imprese di
dimensione relativamente grande, essendo le
imprese minori poco interessate al problema e
poco attrezzate sui meccanismi di governo delle
informazioni. - In conclusione, il concetto di equilibrio
finanziario inteso come equilibrio di tesoreria è
importante ma non è quello su cui si concentra
lattenzione del consulente e del direttore
finanziario.
112 La coerenza della struttura finanziaria
- La struttura finanziaria (essenzialmente la
composizione del passivo tra debito e mezzi
propri e, in subordine, la composizione del
debito) deve essere coerente con la formula
competitiva adottata. - Questo è un tema potenzialmente molto rilevante
ma probabilmente nessuno conosce il comportamento
ottimale a questo riguardo. - Si sostiene che il grado di indebitamento debba
essere inversamente proporzionale al grado di
variabilità dei margini operativi (per tenere
sotto controllo la possibilità di portare il
bilancio in perdita nei momenti sfavorevoli)
legati, a loro volta, al posizionamento di
mercato. - Le imprese con un Ros variabile debbono mantenere
il grado di leva finanziaria su livelli
contenuti.
122 Come misurare questa coerenza
- La coerenza del passivo deve essere misurata con
la struttura degli investimenti in capitale fisso
e circolante - le imprese che hanno una formula più imperniata
sul capitale fisso dovrebbero appesantire
lincidenza dei capitali a lento rigiro - le imprese con cospicui investimenti in capitale
circolante potrebbero invece puntare su formule
di finanziamento a rapido rigiro ed a scadenza
ravvicinata. - Le regole tradizionali sottolineano che limpresa
in equilibrio finanziario dispone, in sostanza,
di un livello ottimale di risorse reperite con
protratte e adeguate condizioni di scadenza la
regola è quella delladattamento tra la durata e
la variabilità dei fabbisogni e quelle delle
fonti di finanziamento. - In questa logica, lerrore da evitare è quello di
finanziare fabbisogni durevoli, in capitale fisso
e circolante, con capitali raccolti a breve
termine. - Tale criterio di equilibrio finanziario è molto
rilevante ed esso solo, almeno fino al 1980,
veniva citato con forza dalla letteratura più
accreditata.
132 Quali rischi si possono correre
- Non rispettare tale indicazione di equilibrio
finanziario comporta effettivamente rischi di
triplice natura - un rischio di tasso di interesse (un eventuale
incremento dei tassi di mercato, applicato sui
rinnovi dei prestiti, erode la performance
reddituale aziendale) - un rischio di rifinanziamento (legato alla
possibilità che la controparte bancaria abituale
si rifiuti di continuare a servire il fabbisogno
finanziario aziendale) - una naturale posizione di debolezza nel
ricontrattare e rifinanziare i prestiti
assolutamente necessari (ne deriva un effetto di
perdita di autonomia decisionale nei riguardi
della banca). - Il tema della struttura del passivo e della
composizione dei debiti per scadenza è dunque
potenzialmente rilevante ma, al di là di poche
regole ovvie, è in realtà difficilissimo
schematizzare delle guidelines operative. - Nella realtà delle imprese, si riscontra poi che
gestioni finanziarie assolutamente inidonee nei
termini sopra precisati spesso prosperano.
142 Posizione consolidata e garanzie
- Il ragionamento a questo riguardo deve anche
tenere conto della posizione finanziaria
dellimprenditore e della rete di garanzie che
dal patrimonio personale sono rilasciate a favore
dellindebitamento societario. - Poiché le regole di rilevazione delle garanzia in
bilancio non sono efficaci ai fini dellanalisi
finanziaria, è chiaro che i criteri di giudizio
diventano difficili da utilizzare. - E ben possibile che una impresa giudicata non in
equilibrio finanziario secondo questo criterio lo
sia in realtà in ragione di garanzie non
adeguatamente, ma non per questo
illegittimamente, rilevate in bilancio.
152 Una conclusione su questo criterio
- Anche questo criterio di analisi dellequilibrio
finanziario non è diretto ed efficace. - Si risottolinea ancora che molte imprese in
disequilibrio in questa accezione non provvedono
a porvi rimedio e continuano a prosperare a
dispetto del punto di vista dellanalista
finanziario. - Le sollecitazioni a riequilibrare la struttura
finanziaria nel senso qui indicato provengono, se
del caso, dai finanziatori e sono piuttosto
infrequenti. - Neppure questa è presumibilmente, il più delle
volte, larea di intervento prioritaria del
direttore finanziario e del consulente in finanza
dazienda.
163 La dinamica del capitale circolante ben
raccordata con levoluzione del fatturato
- Un disequilibrio finanziario rilevante si produce
quando vi è un innalzamento delle poste attive di
capitale circolante non compensato da un
innalzamento delle poste passive. - Tale situazione comporta un importante
assorbimento di risorse finanziarie -gt
innalzamento del debito finanziario. - E possibile che si sia prodotta la conseguenza
finanziaria immediata dello scadimento della
posizione di mercato (aumentano le scorte
invendute, aumentano i tempi di incasso da
clienti o perché essi sono meno solvibili o
perché le vendite sono state sorrette da un
politica del credito commerciale più larga) o si
sia manifestata la indisponibilità dei fornitori
a concedere gli abituali termini di pagamento. - Il controllo dellevoluzione del capitale
circolante e la sua coerenza con landamento del
fatturato può fornire elementi preziosi per
inquadrare con prontezza il venir meno delle
condizioni di equilibrio finanziario.
173 Lindice di liquidità
- Versione tradizionale, rapporto tra attivo a
breve termine e passivo a breve termine, o modo
più vicino al concetto di capitale circolante di
pertinenza gestionale, attivo circolante e
passivo circolante di pertinenza gestionale. - Il tradizionale indice di liquidità viene inteso
in senso favorevole quando assume un valore
elevato o si incrementa. - In realtà, linnalzamento delle poste attive può
nascondere un innalzamento di poste attive del
capitale circolante, che comportano un
assorbimento di risorse finanziarie e la forma di
copertura potrebbe essere stata operata nella
zona dei finanziamenti a protratta scadenza o con
capitale proprio. - Daltro canto, un abbassamento dellindice di
liquidità potrebbe essere generato da un
irrobustimento della voce fornitori e ciò sarebbe
un segnale positivo per la gestione finanziaria. - Lindice fornisce un segnale coerente solo per la
controparte che fornisce credito a breve termine
ed un indicatore estremamente parziale
dellequilibrio finanziario.
183 Lindice della liquidità operativa
- Lindice di liquidità costruito con le poste
attive e passive di capitale circolante di
pertinenza gestionale ha un significato univoco e
rilevante. - Quando aumenta, la situazione peggiora quando
diminuisce, la situazione migliora, senza
possibilità di errate interpretazioni. - Lindice di liquidità è quindi un indicatore
molto particolare dellequilibrio finanziario - non è particolarmente significativo
dellequilibrio di tesoreria, come invece
potrebbe fare intendere la sua denominazione - nella versione tradizionale può fornire
indicazioni errate e nella versione riferita al
capitale circolante di natura gestionale va
interpretato in senso contrario. - Certamente il punto di vista dellequilibrio del
capitale circolante ha una sua notevole
rilevanza. Si nota che esso è comunque un punto
di vista parziale, pur se relativo ad una area
della gestione finanziaria di notevole importanza.
19(No Transcript)
204 La relazione tra rendimento del capitale
investito e costo delle risorse finanziarie
- Una impresa in equilibrio finanziario è una
impresa che ha un attivo che rende in modo
adeguato rispetto al costo del passivo. - E equilibrio finanziario o economico ?
- E molto impreciso e in qualche caso
assolutamente sbagliato raffrontare indicatori
contabili (Roa) con indicatori di natura
finanziaria (il tasso medio sul debito,
eventualmente approssimato dal rapporto OF/D). - E stato ampiamente dimostrato che questo
confronto non è particolarmente significativo vi
sono casi in cui il divario è negativo e
limpresa crea valore per gli azionisti, casi in
cui il divario è positivo e limpresa distrugge
valore. - Sei il Roa è maggiore di OF/D si ha certamente
una buona notizia, ma ciò non è conclusivo.
214 Il ruolo del direttore finanziario scoprire
la propria forza
- Il direttore finanziario che assume tale punto di
vista si pone lobiettivo di reperire risorse
finanziarie a costo coerente con il rendimento
dellattivo. - Nellorganizzazione della giornata del direttore
finanziario, il cercare finanziamenti a costo
limitato e la negoziazione con le banche impegna
un considerevole ammontare di tempo e di
attenzione. E evidente che tale impegno è molto
rilevante e porta risultati concreti ma secondo
la teoria del mercato dei capitali non è
possibile creare valore con laccensione di
finanziamenti. - Per definizione il valore attuale di un
finanziamento è sempre pari a zero. Il lavoro di
negoziazione del direttore finanziario è in
effetti finalizzato a scoprire momento per
momento la propria forza contrattuale ed a farla
riconoscere nei prezzi che gli vengono applicati.
224 Un falso obiettivo
- Secondo alcuni direttori finanziari,
labbassamento del costo del capitale si ottiene
utilizzando nel giusto dosaggio risorse del netto
patrimoniale. - Il capitale proprio infatti non produce oneri
finanziari e, secondo un punto di vista, abbassa
il costo medio del passivo. - Lopinione prevalente ed assolutamente
condivisibile sostiene invece che il direttore
finanziario deve muoversi attribuendo ai mezzi
propri ladeguato livello di costo opportunità, a
meno di vedere precipitare il valore degli stessi
mezzi propri. - In sintesi, neppure questa è larea prioritaria
di intervento per il direttore finanziario e per
il consulente. Da un lato, infatti, il Roi
dipende da decisioni che non sono sotto il
controllo della direzione finanziaria, daltra
parte, il costo del capitale è in larga misura
deciso dal mercato e tutto ciò che può fare il
direttore finanziario è scoprire quali sono le
migliori condizioni possibili sul mercato dei
capitali.
235 Il rapporto tra reddito operativo ed oneri
finanziari
- Il grado di tensione finanziaria è inversamente
proporzionale a quante volte il margine operativo
supera il livello degli oneri finanziari. - Lindicatore di bilancio più utilizzato EBIT /OF
(Earning before Interest and Taxes / Oneri
Finanziari). - LEbit è pari a utileinteressiimposte sul
reddito, rappresenta lammontare disponibile per
sostenere la gestione finanziaria. - Se lindicatore Ebit/OF fosse pari a 3, ciò
significa che limpresa ha a disposizione 3 euro
di margini per pagare 1 euro di oneri finanziari.
Il divario tra i due aggregati sarebbe in questo
caso piuttosto consistente. Ponendo il limite di
allarme a 1, trovandosi da un indicatore pari a
3 si è in una situazione in cui sono possibili
peggioramenti dei margini operativi, da un lato,
ed innalzamento del debito e/o del tasso medio di
interesse, daltro lato, tali comunque da non
compromettere la solidità dellimpresa. - Il pregio dellindicatore sta nellanalizzare
congiuntamente il profilo finanziario con la
dimensione patrimoniale (ammontare del debito) ed
economica (livello dei tassi e dei margini
operativi).
245 Messaggi operativi
- I messaggi operativi che lindicatore Ebit/OF
segnala sono molto chiari - se lindicatore è inferiore ad 1, lazienda è in
perdita (in quanto i margini non sono grado di
sopportare il costo del debito) ed in grave
tensione finanziaria - se lindicatore è inferiore a 2, ne deriva che
lazienda è in precario equilibrio finanziario
(ha un debito troppo costoso rispetto al
rendimento del business o ha debito già molto
consistenti, che non possono assolutamente
incrementarsi) - se è invece maggiore di 5, è chiaro che limpresa
ha un potenziale di investimento non sfruttato o
delle capacità di restituzione del capitale
proprio esuberante. - I termini numerici sopra indicati sono
significativi ma non corretti in senso assoluto.
255 Lapprofondimento dellanalisi
- Lindicatore è molto chiaro e permette di
impostare un ragionamento preciso e convincente. - Se è basso, lanalista deve scoprire, sulla base
di altri indicatori, se è la redditività
operativa che è bassa o se è la gestione
finanziaria che è appesantita. - Lo schema di analisi del problema è il
seguenteEbit / OF ( Ebit/V V/D ) / (OF/D) - Tale schema mette in relazione lindice di
tensione finanziaria con il Ros (Ebit/V
redditività delle vendite), con un indicatore di
indebitamento rapportato alle vendite e con il
costo medio del debito stesso.
265 Lalternativa OF /V
- Molti analisti finanziari analizzano il punto qui
indicato con lindicatore OF/V e si creano dei
termini di raffronto ideali sulla base di esso. - In realtà questa soluzione è un cattivo sostituto
essendo tale indicatore meno efficiente. - Ciò accade per due motivi in seguito illustrati.
- In primo luogo, lindicatore OF/V trascura il
fatto che le imprese hanno dei margini operativi
molto variabili e quindi lo stesso livello di
OF/V può risultare, a seconda dei casi,
accettabile o assolutamente eccessivo. Le imprese
di successo hanno un ritorno sulle vendite (Ros)
che può benissimo andare dal 25, nei casi
migliori, al 2. Un valore di OF/V del 5 può
risultare dunque assolutamente accettabile nel
primo caso ma certamente insoddisfacente nel
secondo. - E vero che lanalisi può essere precisata
confrontando il Ros con OF/V, ma lindicatore
Ebit/OF permette appunto tale raffronto in
modalità sintetica, tenendo correttamente conto
dei margini operativi prodotti. Lindicatore
Ebit/OF è significativo per se stesso e non
richiede confronti immediati con altri indicatori
per risultare interpretabile.
275 Il secondo motivo di debolezza
- Per illustrare il secondo punto, si prenda in
considerazione il caso seguente. - Apparentemente, leggendo lindicatore OF/V la
situazione è peggiorata ne deriva che
lequilibrio finanziario è relativamente peggiore
rispetto a prima. Lindicatore Ebit /OF
suggerisce invece che la tensione finanziaria è
migliorata. - In questo caso, di contrasto delle indicazioni
fornite dai due indicatori, quale prevale ? - E ovvio che sono migliorati sensibilmente i
margini industriali e quindi è migliorata la
capacità di servire il debito. - In conclusione, la situazione si è allontanata
dalle condizioni di tensione finanziaria. - La politica finanziaria adottata è corretta
perché, con linnalzamento dei margini
industriali, si è correttamente proceduto con
linnalzamento del debito, pur rafforzando nel
complesso la situazione di assoluta sicurezza
finanziaria.
28(No Transcript)
295 Una ulteriore alternativa
- Lanalisi può essere effettuata anche utilizzando
lindicatore Mol/Of. - La differenza è che il Mol (margine operativo
lordo) è lordo degli effetti della gestione
accessoria e di quella straordinaria Ebit è
invece al netto di tali gestioni. - Nel significato essenziale sia Mol che Ebit
esprimono lo stesso concetto e possono essere
utilizzati per lo scopo qui perseguito. - Siccome Ebit è al netto di un ulteriore fattore,
esso assume il criterio di valutazione conclusiva.
306 Il valore economico dellattivo complessivo
ed il valore delle passività
- Questo test corrisponde alla valutazione, a
prezzi di mercato, del capitale economico, ossia
del valore corrente del netto patrimoniale. - Questo punto di vista non è lunico possibile. I
debiti possono essere rimborsati sulla base di
tre elementi di fondo - a) mediante smobilizzo di poste dellattivo
- b) mediante i flussi finanziari in entrata
originati dalla gestione corrente - c) mediante laccensione di nuovi prestiti che
prendono il posto di quelli giunti a scadenza. - Se lanalista ritiene che il rimborso si realizzi
sulla base dellelemento a), allora utilizzerà il
criterio di valutazione esaminato in questo
paragrafo. - In realtà i prestiti sono rimborsati con modalità
più varie nellambito delle tre possibilità sopra
descritte. - Il criterio patrimoniale corrisponde, a ben
vedere, allottica patrimoniale del banchiere,
che finanzia osservando il ruolo di garanzia
dellattivo.
316 Equilibrio patrimoniale
- Lequilibrio patrimoniale, come caso specifico
dellequilibrio finanziario, ha una sua
importanza e una sua legittimità professionale,
ma non esaurisce di certo il problema complessivo
dellequilibrio finanziario. - Se si usa molto debito e se non si è in grado di
mostrare levoluzione successiva dei propri
flussi di cassa, allora diventa inevitabile
rapportarsi con il banchiere sulla base dei
valori dellattivo. - Il criterio patrimoniale non dà indicazioni sui
valori economici, ossia non distingue situazioni
in cui lequilibrio patrimoniale esiste ma vi è
un assorbimento di risorse finanziarie e
situazioni in cui vi è produzione di cassa.
326 Alcuni elementi rilevanti recenti
- Lutilizzo della logica patrimoniale è messo in
difficoltà dalle modalità di sviluppo delle
imprese più aggressive e dinamiche. - Le imprese impegnate nei settori più moderni e
più tecnologici investono in modo massiccio in
beni immateriali. Frequentemente questi
investimenti non hanno evidenza contabile in
quanto vengono, anche per convenienza fiscale,
spesati nellesercizio. - E chiaro che una valutazione patrimoniale di
tale beni risulta particolarmente penalizzante e
tali imprese finiscono per risultare in pratica
non bancabili, almeno secondo questo criterio. - In conclusione, la verifica della superiorità del
valore dellattivo complessivo rispetto al valore
del debito è ancora (purtroppo) molto utilizzata.
- Questo test di equilibrio finanziario in chiave
patrimoniale è tuttavia sempre meno in grado di
fornire valutazioni corrette.
337 La relazione tra flusso netto di cassa
complessivo e sviluppo aziendale
- Criterio precedente illustrato logica
tradizionale del banchiere per giudicare
lequilibrio della propria clientela - La verifica della produzione di flussi di cassa
coerenti con il proprio percorso di sviluppo
nuova logica del banchiere, che finanza appunto
su cash flow. - E ovvio che tale criterio di giudizio è
essenziale per seguire, da parte del banchiere,
da parte del consulente e del direttore
finanziario, lazienda dinamica, in sviluppo, i
progetti imprenditoriali aggressivi.
347 Procedure di lavoro
- Sotto il profilo metodologico, le procedure di
lavoro si fanno più complesse. - E evidente che questa è una delle aree di
intervento prioritarie dellassistenza
consulenziale, del rapporto con il banchiere,
dellessenza stessa del lavoro del direttore
finanziario. - I preventivi finanziari devono essere
interpretati non tanto come preventivi in senso
letterale, essendo invece delle stime sulle
traiettorie impresse alla gestione finanziaria
dalle caratteristiche attuali della formula
competitiva, e non devono essere intesi come meri
esercizi di calcolo, ma devono essere utilizzati
per verificare la fattibilità finanziaria del
piano strategico.
357 Il vincolo della crescita autofinanziata
- Frequentemente, ed assai frequentemente in
passato, lequilibrio dinamico che raccorda il
ritmo di sviluppo dellimpresa con i flussi di
finanziamento viene interpretato in senso
restrittivo. - La posizione di equilibrio viene ricercata nel
massimo tasso di sviluppo che può essere sorretto
in una logica di mantenimento dellassoluto
controllo dei diritti di comando. - Si tratta, dunque, di trovare un percorso di
crescita autofinanziata, che mantenga
volutamente contenuto il proprio tasso di
crescita in conseguenza della volontà di non
forzare lo sviluppo con manovre sul capitale
proprio. - E evidente che un disequilibrio di tale
traiettoria di sviluppo autofinanziata si
ripercuote spesso in un livello eccessivo del
debito.
367 Casi di disequilibrio
- E necessario concludere chiarendo in quali casi,
adottando questa logica, si definisce una
situazione di disequilibrio finanziario. - Ciò accade, ad evidenza, quando il flusso di
cassa prodotto dallimpresa è insufficiente per
sostenere lo sviluppo. - Ciò si realizza allorché tale flusso di cassa sia
insufficiente per finanziare direttamente i nuovi
investimenti in capitale fisso e circolante e,
simultaneamente, quando sia insufficiente per
assicurare la corretta remunerazione a coloro che
apportano i finanziamenti. - Nella logica della crescita autofinanziata,
limpresa è in disequilibrio quando il fabbisogno
è eccessivo rispetto alla capacità di garanzia
dellattivo aziendale e del patrimonio personale
dellimprenditore e sopravanza il ritmo di
accumulazione dellautofinanziamento.
378 La struttura finanziaria che massimizza il
valore societario
- Un punto di vista relativamente nuovo
lequilibrio finanziario si ha in corrispondenza
delle scelte finanziarie che sono in grado di
massimizzare il valore dellimpresa (performance
economiche superiori rispetto a quelle attese dal
mercato dei capitali). - Esiste un teorema fondamentale in tale
disciplina, dovuto a Modigliani e Miller, che
assicura che il valore dellimpresa è invariante
rispetto alle scelte di struttura del passivo,
subordinatamente allesistenza di condizioni di
perfezione del mercato. - Siccome però il mercato è imperfetto, si
definisce un punto di ottimo in corrispondenza
del quale il valore dellimpresa è massimo,
essenzialmente in considerazione delleffetto
para-imposte del debito, dei costi di agenzia e
di controllo sullimpresa, dei costi di
fallimento. - Trovare tale punto di ottimo è compito del
direttore finanziario, che lo affronta in termini
di politica finanziaria indicativamente ottimale
per laccrescimento del valore.
388 Lottica della finanza strategica
- Tale approccio corrisponde allottica nuova della
finanza strategica. - Il direttore finanziario deve trovare le corrette
modalità di rapportarsi con i fornitori di
capitale di rischio e di debito al fine di
mantenere relativamente contenuto il costo del
capitale ciò corrisponde alla massimizzazione
del valore dellimpresa. - Come è noto, esistono alcuni schemi di lavoro
professionale per assistere le imprese a giungere
a tale risultato la gestione degli EVA,
proposta da Stern Stewart Co., è probabilmente la
soluzione metodologica che ha avuto maggiore
risonanza. - Questo punto di vista è molto importante perché
consente di connettere il profilo finanziario
alle ordinarie operazioni di gestione
dellazienda.
39Finanza come area critica
- E necessario chiedersi se un disequilibrio
finanziario, nelle varie accezioni, può essere un
elemento critico della vita di una impresa. - Nella letteratura aziendalistica si definisce
area critica quel problema o quel gruppo di
problemi dalla cui soluzione dipende in misura
decisiva il successo o linsuccesso dellimpresa.
- Il fatto che il profilo finanziario possa essere
unarea critica è piuttosto controverso.
40Un primo punto di vista
- Secondo il punto di vista più tradizionale, il
manifestarsi di un elemento di criticità segue la
sequenza seguente problemi strategici -gt
problemi di mercato -gt disequilibri economici -gt
disequilibri finanziari -gt insolvenza. - Il disequilibrio finanziario risulta essere la
conseguenza, e non la causa, di qualche elemento
di difficoltà di ordine più generale. - La gestione finanziaria difficilmente risulta
essere, di per sé, larea critica dellimpresa. - gt Visione della finanza come funzione
secondaria, di solito strumentale al
raggiungimento degli obiettivi dellimpresa. - Lestrazione culturale ed i precedenti lavorativi
del soggetto imprenditoriale, il più delle volte
nel campo produttivo o commerciale, finisce per
rafforzare notevolmente tale visione.
41Un secondo punto di vista
- Ammessa in termini generali la ragionevolezza di
questa posizione, è vero però anche che in
qualche caso specifico larea finanziaria può
assumere il ruolo di area critica. - E quindi possibile che le difficoltà finanziarie
siano di vario tipo, originarie o derivate. - Una buona sistematizzazione del problema è quella
che vede le difficoltà finanziarie come
riconducibili alla seguente classificazione - difficoltà finanziarie derivate da squilibri più
generali della formula finanziaria (larea
critica è a monte e se ne vede gli effetti
sulla performance finanziaria) - difficoltà finanziarie che si innestano su una
formula imprenditoriale di successo e che sono
potenzialmente in grado di metterla rapidamente
in difficoltà (larea critica è proprio la
finanza) - squilibri finanziari e inadeguatezze della
direzione finanziaria che possono rendere nel
medio termine più difficile perseguire il pieno
dispiegamento del potenziale della formula
imprenditoriale, pur non rappresentando nel breve
una rilevante area critica.
42I problemi vanni identificati
- Al direttore finanziario è richiesto di
identificare quali problemi finanziari limpresa
manifesta e in quale classe tali problemi siano
riconducibili. - Con riferimento alla seconda classe (la finanza
come vera area critica originaria), è possibile
indicare una varietà di casi rilevanti. - Le scelte finanziarie risultano una area critica
nei seguenti casi - la variabilità del Roi è eccessiva rispetto al
suo livello medio in questo caso ogni soluzione
di finanziamento è problematica ed occorre
utilizzare in via assolutamente preponderante
capitali propri - il grado di indebitamento è troppo elevato
- il saggio di ritenzione degli utili è troppo
basso in rapporto alle esigenze di
autofinanziamento e/o troppo alto in rapporto
alle esigenze di remunerazione del capitale di
rischio - il saggio di crescita del capitale investito è
sproporzionato rispetto al saggio di
autofinanziamento - la performance dellimpresa è esposta in misura
significativa agli effetti prodotti dalla
variabilità dei cambi o dei tassi.
43Le conseguenze sono gravi
- Si tratta dunque di elementi di varia rilevanza e
di varia natura che possono / debbono essere
messi a fuoco dal direttore finanziario sulla
base dei criteri di giudizio precedentemente
enunciati. - Con riguardo alla terza classe la
sottovalutazione della finanza al fine di
riuscire a raggiungere il potenziale della
business idea è un pericoloso elemento di
debolezza. - Esistono precisi elementi che giustificano il
fatto che è progressivamente rilevante cogliere
il nesso tra strategia dellimpresa e politiche
finanziarie a essa funzionali.
44Un sintetico percorso di lavoro
- Il giudizio sullequilibrio finanziario si deve
sempre basare, in prima approssimazione, sul
grado di tensione finanziaria. Lequilibrio
finanziario giudicato nella relazione tra margini
operativi e costo finanziari permette di chiarire
subito tre quarti del giudizio complessivo sugli
equilibri finanziari. - Lequilibrio finanziario inteso come incidenza
dei costi finanziari sui margini industriali può
essere meglio approfondito ma lindicatore
Ebit/Of già presenta una valutazione
significativa del problema. Lo schema riportato
in appendice è la struttura del giudizio di forza
finanziaria messo a punto da Standard Poors. - Lanalista procede poi sulla base della propria
cultura dimpresa, della propria conoscenza degli
strumenti dellanalisi finanziaria e della
possibilità di approfondire i vari problemi. - Ogni elemento di disequilibrio deve essere
correttamente inquadrato sullo schema delle varie
possibilità squilibrio derivato area critica
ostacolo al pieno dispiegamento del potenziale di
successo.
45(No Transcript)
46Un sintetico percorso di lavoro
- I criteri di giudizio dellequilibrio finanziario
sono tutti significativi ma, quasi certamente,
quelli che si dimostrano più utili sono quelli
della coerenza con la crescita e quello della
massimizzazione del valore. - Occorrono logiche di pianificazione finanziaria
modelli efficaci di calcolo del flusso di cassa
della gestione operativa. - Fatto questo, occorre verificare landamento
della posizione finanziaria riguardo al percorso
di crescita ed assicurarsi che siano attivabili
le fonti di finanziamento coerenti con lesigenza
di percorrere il sentiero di crescita potenziale.
- La gestione finanziaria è congrua quando si
ottiene una ottimizzazione dei valori societari. - Ciò viene ottenuto tenendo in grande
considerazione gli aspetti che legano la
variabile finanziaria con la variabile fiscale
occorre individuare la struttura finanziaria che
massimizza il valore dellimpresa al netto dei
profili fiscali ordinari. In seconda battuta,
tenuto conto dellimposizione sulle operazioni di
finanza straordinaria e di distribuzione di cash
flow.
47Utilità dei criteri intuitivi
- La valutazione dei fabbisogni finanziari avviene
spesso sulla base dellesperienza o sulla base di
criteri empirici piuttosto grossolani. - La natura del problema è invece intrinsecamente
complessa ed è sostanzialmente impossibile
individuare in modo diretto ed intuitivo le
conseguenze finanziarie di un piano di sviluppo
aziendale. - E evidentissima lesigenza di innalzare la
razionalità della gestione finanziaria per
valutare la compatibilità finanziaria dei
programmi aziendali e per apprezzare le
caratteristiche qualitative dei fabbisogni
finanziari. - E vero che difficilmente la finanza è larea
critica che può impedire il successo dellimpresa
e che quindi opportunamente limprenditore si
concentra sulle aree critiche effettivamente
rilevanti. - E vero anche però che sempre più frequentemente
la finanza diviene un fattore di accelerazione o
di decelerazione delle traiettorie di sviluppo
delle imprese. La finanza è quasi sempre larea
critica degli imprenditori ambiziosi.
48La mentalità finanziaria è progressivamente
indispensabile
- Diversi business tendono recentemente a mostrare
un ampio divario temporale tra momento
dellinvestimento e momento di breakeven
finanziario, con un incremento dei capitali
necessari allo sviluppo gt ci si rapporta con i
finanziatori con i criteri di lavoro più
appropriati. - In diversi settori si rileva la convenienza
dellincremento delle dimensioni aziendali e del
posizionamento in più mercati geografici. - Diverse imprese costruiscono il proprio sentiero
di successo sulla base della crescita per
acquisizioni. - Gli imprenditori non considerano più le risorse
personali come limite naturale alle dimensioni
dellimpresa, ma la funzione finanziaria si
assicura che il valore creato sia adeguato per la
remunerazione dei vari finanziatori coinvolti, in
capitale di debito e di rischio.
49Non cè solo il bianco ed il nero
- E riduttivo distinguere le imprese tra quelle in
equilibrio finanziario e quelle in disequilibrio
finanziario. - Al fine di ragionare nel modo più opportuno di
equilibrio finanziario, occorre essere in grado
di cogliere più precisamente i seguenti casi - imprese con elementi di crisi a monte che si
riflettono sul profilo finanziario e
patrimoniale - imprese con risultati medi che hanno necessità di
controllo finanziario ordinario - imprese di successo con qualche criticità di tipo
finanziario - imprese di successo, ma non particolarmente
ambiziose, gestite con disattenzione al profilo
finanziario e senza rilevanti probabilità di
ripercussione negativa di questo fatto - imprese ambiziose guidate sulla base di una
attenta riflessione sul legame tra strategia e
finanza.