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LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA

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LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA Contrariamente a quel che si crede di solito, democrazia e rappresentanza sono cose diverse. – PowerPoint PPT presentation

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Title: LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA


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LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA
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LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA
  • Contrariamente a quel che si crede di solito,
    democrazia e rappresentanza sono cose diverse.
  • La democrazia, come potere del popolo, richiede
    che i governanti coincidano con i governati.
  • La rappresentanza si basa invece su una
    distinzione tra gli uni e gli altri.
  • Il rappresentante è colui che opera al posto di
    un altro (il rappresentato) e può vincolarlo con
    le sue decisioni nella democrazia, invece, è il
    popolo stesso che decide.

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SISTEMA rappresentativo
  • Il regime rappresentativo presuppone che si
    consideri il popolo inadatto a gestire i propri
    interessi, e che sia quindi necessario
    individuare qualcuno che agisce per lui.
  • La democrazia, invece, considera il popolo adulto
    e capace di badare a se stesso.
  • La teoria della rappresentanza, cioè
    dell'incapacità del popolo di fare da sé, fu
    elaborata anche da Montesquieu nello Spirito
    delle leggi.

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Rousseau
  • Rousseau che, nel Contratto sociale (1762) aveva
    lanciato la famosa accusa contro il regime
    rappresentativo inglese (ma valida in generale)
  • Gli inglesi credono di essere liberi. In realtà
    essi lo sono solo una volta ogni quattro anni,
    quando eleggono i loro rappresentanti al
    Parlamento.
  • Per il resto, sono schiavi di quelli che hanno
    eletto.

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Il sistema democratico previsto dalla Costituzione
  • è fondamentalmente ma non esclusivamente
    rappresentativo.
  • Accanto alla democrazia rappresentativa, cioè
    alle elezioni del Parlamento e alle leggi fatte
    da questo, esiste infatti uno strumento di
    democrazia diretta, il referendum abrogativo
    (art. 75 Cost.),

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La Costituzione attribuisce al popolo altri due
poteri, ma di scarsissima efficacia
  • la petizione, con la quale tutti i cittadini
    possono rivolgersi al Parlamento, per chiedere
    provvedimenti legislativi ed esporre comuni
    necessità (art. 50 Cost.)
  • l'iniziativa legislativa, con la quale
    cinquantamila cittadini possono sottoporre alle
    Camere un progetto di legge perché venga
    esaminato (art. 71, secondo comma, Cost.)
  • Questi due poteri sono solo apparentemente di
    democrazia diretta. Al contrario, essi si
    indirizzano a promuovere la libera attività del
    Parlamento e perciò non fanno che sottolineare la
    subordinazione del popolo alle decisioni del
    proprio organo rappresentativo.

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la Costituzione italiana prevede una forma di
democrazia rappresentativa
  • come modo normale di decisione politica.
  • Infatti, la legge è deliberata in Parlamento, ma
    tra il Parlamento e il popolo esistono dei
    collegamenti.
  • Essi permettono di realizzare quella
    corrispondenza tra rappresentanti (i membri del
    Parlamento) e rappresentati (il popolo), senza la
    quale non vi sarebbe democrazia.
  • I mezzi necessari per garantire questa
    corrispondenza sono soprattutto due, non
    separabili tra loro
  • le elezioni e
  • i partiti politici.

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referendum abrogativo
  • Lo strumento di democrazia diretta, il referendum
    abrogativo (art. 75 Cost.),
  • Col referendum, il popolo può votare direttamente
    per decidere se mantenere o abolire (cioè
    "abrogare") leggi in vigore.
  • può servire, solo ad abrogare, cioè a eliminare,
    la legge approvata dal Parlamento.

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I sistemi elettorali maggioritari
  • I sistemi elettorali maggioritari sono quelli che
    distribuiscono i seggi solo a coloro che hanno
    vinto le elezioni, cioè che hanno ottenuto più
    voti.
  • Tutti gli altri non hanno diritto ad alcun
    seggio.
  • L'esempio classico è rappresentato dal sistema
    maggioritario inglese. Il territorio è diviso in
    tanti collegi elettorali (o circoscrizioni)
    quanti sono i deputati da eleggere. Gli elettori
    di ciascun collegio sono chiamati a eleggere un
    solo deputato (per questo si parla di sistema
    elettorale maggioritario uninominale).
  • In ciascun collegio si presentano candidature
    individuali e viene eletto il candidato che ha
    ottenuto il maggior numero di voti. Perciò, se vi
    sono tre candidati e il primo ottiene il 40 dei
    voti e gli altri due il 30 ciascuno, viene
    eletto il primo, anche se non ha ottenuto la
    maggioranza (assoluta) dei consensi dei votanti,
    mentre il residuo 60 dei voti va disperso.

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sistemi proporzionali.
  • Essi mirano non a premiare il vincitore delle
    elezioni (a scapito dei perdenti) ma a
    rispecchiare i partiti in Parlamento,
    proporzionalmente al loro consenso elettorale.
    Ogni partito otterrà in seggi quanto ha ottenuto
    in voti.
  • Il Parlamento si configura perciò come una
    rappresentazione in miniatura del panorama
    partitico presente nel Paese.

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plurinominali.
  • si parla di sistemi elettorali proporzionali di
    lista, e i collegi elettorali sono plurinominali.

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Le norme contenute nella Costituzione che hanno
a che fare con le elezioni politiche sono
  • - gli artt. 56, primo comma, e 58, primo comma, i
    quali prevedono che le Camere siano elette a
    suffragio universale diretto
  • l'art. 56, quarto comma, secondo il quale le
    elezioni della Camera dei deputati si basano su
    -circoscrizioni- (o collegi) plurinominali
  • l'art. 57, primo comma, secondo il quale il
    Senato è eletto -su base regionale
  • le norme dedicate al voto dei residenti
    all'estero nell'apposita -circoscrizione
    Estero-- (arti. 48, 56, 57).
  • Ma queste norme sono compatibili tanto con i
    sistemi elettorali proporzionali che con quelli
    maggioritari. La scelta è quindi libera ed è
    rimessa alla legge ordinaria.

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Evoluzione
  • Per quasi cinquanta anni (1948-1993) il popolo
    italiano ha eletto i propri rappresentanti in
    Parlamento mediante un sistema elettorale
    proporzionale.
  • tramite una abrogazione parziale della 1.
    6.2.1948 n. 29, ha determinato il passaggio dal
    metodo proporzionale a un innovativo sistema
    elettorale "misto" ma prevalentemente
    maggioritario per il Senato sistema che,
    successivamente, il legislatore ha esteso con
    piccole varianti alla Camera dei deputati.

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Terminologia
  • Corpo elettorale l'insieme dei cittadini che
    godono del diritto di voto.
  • Sistema elettorale criterio usato per
    trasformare i voti in seggi, cioè per
    distribuire i seggi tra coloro che partecipano
    alla competizione elettorale.
  • Sistema elettorale di lista in ogni collegio, si
    presentano liste cli candidati. Di regola, le
    liste si accordano con i sistemi elettorali
    proporzionali.
  • Sistema elettorale uninominale in ogni collegio
    si elegge un solo candidato. Si accorda solo con
    i sistemi elettorali maggioritari.
  • Sistema maggioritario assegna il seggio al
    candidato che, nel collegio, ha ottenuto il
    maggior numero di voti.
  • Sistema proporzionale assegna a ciascuna lista
    di candidati un numero di seggi proporzionale al
    numero di voti ottenuto

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diritto di associarsi liberamente in partiti
  • L'art. 49 Cost. riconosce a tutti i cittadini il
    diritto di associarsi liberamente in partiti per
    concorrere con metodo democratico a determinare
    la politica nazionale.

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  • I partiti sono dunque delle associazioni di
    cittadini garantite dall'art. 18 Cost..
  • Essi non sono perciò organi dello Stato (come
    invece avviene nei regimi dittatoriali a partito
    unico).
  • Essi raccolgono e organizzano coloro che
    professano le stesse idee politiche e intendono
    unirsi per farle valere in modo più efficace.
  • Ma queste associazioni "private", a differenza di
    tutte le altre, sono indispensabili al
    funzionamento della nostra democrazia e assumono
    perciò un importante rilievo pubblico.

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La costituzione
  • larticolo 18, stabilisce che i cittadini
    possono associarsi liberamente, senza
    unautorizzazione, per raggiungere tutti quegli
    obiettivi che non siano vietati alle singole
    persone dalla legge penale.
  • Lunica norma costituzionale che riguarda
    direttamente i partiti politici è larticolo 49,
    secondo il quale tutti i cittadini hanno il
    diritto di associarsi liberamente in partiti per
    concorrere "con metodo democratico" a determinare
    la politica nazionale.

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Compiti dei partiti
  • I loro compiti tipici sono - organizzare
    politicamente i cittadini, elaborando le proprie
    proposte politiche e, sulla base di queste,
    chiedere adesioni
  • -    selezionare i candidati per le elezioni
  • -    organizzare gli eletti, in modo che essi
    agiscano conformemente alle indicazioni dei
    partiti ai quali appartengono
  • -    mantenere vivo il collegamento tra gli
    eletti e gli elettori, nell'intervallo tra una
    elezione e quella successiva

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Natura giuridica
  • Dal punto di vista civilistico, i partiti
    ricadono tra le associazioni non riconosciute,
    previste dagli artt. 36 ss. c.c.
  • Questa loro natura, oggettivamente in contrasto
    con la loro funzione pubblica, è però funzionale
    alla loro massima autonomia.

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I Partiti politici nellorganizzazione
costituzionale
  • La presenza dei partiti politici fa sì che gli
    eletti in Parlamento siano prevalentemente uomini
    dei partiti. Solo a questa condizione, infatti,
    essi sono di solito proposti come candidati nelle
    elezioni.
  • Perciò il Parlamento, all'epoca attuale, è un
    Parlamento di partiti
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